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Autore: ross_ana    05/11/2010    3 recensioni
-Ron?! Che ci fai tu qui?
-Vi ho seguiti, va bene?
-E perché l'avresti fatto?
-Perchè ieri sera ero in bagno e ho sentito tutto ciò che avete detto.
Allora la mia non era stata una sensazione!
Mi diedi mentalmente dell'idiota per non averlo capito prima.
-Ron, senti...
-Sta zitto, Harry. Non ho nessuna intenzione di parlare con te.
Lo sguardo che mi lanciò era pieno di rabbia e rancore, ma questo non fece altro che farmi intestardire ancora di più.
-Guarda che se non volevo dirtelo è perché non volevo metterti nei guai.
Scoppiò in una risata priva di divertimento.
-Nei guai?! Non mi sembra che voi siate nei guai. E poi, Harry, quando mai ti è importato?
Terza Classificata a parimerito al Drugs And Slash Contest, indetto da PurpleMally.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Thomas, Harry Potter, Ron Weasley, Seamus Finnigan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Contesto generale/vago
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Questa storia si è classificata Terza a parimerito al Drugs And Slash Contest, indetto da PurpleMally.
Buona lettura :)





NICK AUTORE: ross_ana@ sul forum, ross_ana su EFP
TITOLO: Immaginazioni e fantasie. O ricordi?
PAIRING/PERSONAGGI: Harry Potter/Ron Weasley, Seamus Finnigan, Dean Thomas.
GENERE: Avventura, fantasy
RATING: giallo
AVVERTIMENTI: slash, oneshot
INTRO/NOTE: l'LSD altera i sensi, si possono avere allucinazioni, i colori si modificano e si fondono. Si possono vedere immagini ad occhi chiusi e si possono vivere situazioni stranissime che però sono frutto dell'immaginazione.
L'LSD si può trovare sotto forma di cristallo, di liquido (quindi gocce),di piccoli francobolli su delle pasticche colorate chiamate micropunte, di piccoli pezzi di cartone.
A.D.C.C.C. SCELTI: Droga: 7. LSD, Luogo: 19. Lago Nero, Frase: 29. Voglio provare anch'io.




HARRY POV

-Harry dove stai andando?
-A cercare Ron. È sparito da più di mezzora.
-Sarà nel dormitorio.
-Infatti è lì che sto andando. Buonanotte Hermione.
-Buonanotte Harry.
Salutai la mia amica con un sorriso sulle labbra e un cenno della mano, e mi avviai verso le scale che portavano ai dormitori maschili.
La porta della nostra camera era socchiusa quindi ebbi la certezza che Ron fosse lì, ma la voce che raggiunse le mie orecchie non era quella che mi aspettavo, perciò mi fermai, con la mano sulla maniglia, ad ascoltare.
Il mio nobile spirito Grifondoro mi urlò subito che origliare non era affatto un nobile atto, ma la curiosità di scoprire il motivo dei bisbigli dei miei compagni mi impose a restare fermo senza muovermi e a mettere a tacere i miei sensi di colpa.
-Allora, Dean, vuoi dirmi cos'è questa roba?
-Te l'ho detto, Seamus. Si chiama LSD.
-E che diavolo sarebbe?
-Una droga babbana.
-E che cos'è una droga?
Non avevo mai sentito parlare di LSD, perciò lì per lì restai anch'io sorpreso da quella parola. Ma seppur per sentito dire, soprattutto attraverso le notizie dei telegiornali, sapevo cos'era la droga. E non potevo credere che Dean l'avesse portata ad Hogwarts.
Senza preoccuparmi di risultare invadente o di essere indesiderato, entrai in camera e sigillai la porta con un Colloportus.
-Harry!
-Harry?
Le voci dei miei compagni si sovrapposero, ma non diedi tempo alla loro indignazione - per essere entrato nella stanza come una furia - e alla loro curiosità - per aver bloccato la porta con un incantesimo - di farmi delle domande, perché con l'incredulità dipinta sul viso e nella voce mi buttai su Dean prendendolo per il colletto della divisa.
-Hai portato della droga? Qui a Hogwarts? Sei per caso impazzito?
Prima che potesse rispondere, e prima che potessi capire cosa mi succedeva intorno, mi ritrovai sbalzato sul letto di Neville senza possibilità di muovere un muscolo.
Cercai di guardarmi intorno, per quello che mi permetteva il mio raggio d'azione, e vidi Seamus con la bacchetta sfoderata, puntata contro di me, e Dean poggiato alla parete accanto al suo letto che si massaggiava il collo.
Nemmeno avessi tentato di strangolarlo.
Passarono alcuni secondi in cui nessuno di noi disse nulla, poi Seamus abbassò la bacchetta e io mi sentii di nuovo libero di muovermi.
Capii immediatamente che la reazione che avevo avuto era stata spropositata, perciò ancora prima di alzarmi dal letto chiesi scusa a Dean.
-Mi dispiace, amico. Ho esagerato.
Dean alzò lo sguardo e mi fissò con un espressione glaciale.
-Hai avute brutte esperienze con la droga, Harry?
-No, affatto.
-E allora perché hai reagito in quel modo?
-Non lo so. Mi sembrava un motivo abbastanza valido per arrabbiarmi.
Dean mi guardò ancora per qualche secondo e scosse la testa esasperato. Quel suo gesto bastò a smorzare la tensione, ed io sorrisi di rimando, tendendogli la mano in segno di scuse.
Il momento di pace finì con un sonoro sbruffo di Seamus e dal rumore della bacchetta che aveva lanciato sul baule.
La sua voce suonò annoiata quando parlò.
-Allora, posso sapere anch'io cos'è questa droga?
Guardai Dean e alzai il mento, infondo era compito suo parlare, così si rivolse a Seamus.
-Le droghe sono sostanze stupefacenti.
-Sostanze cosa?
La confusione negli occhi e nella voce di Seamus era troppo palese, perciò ridacchiando mi stesi con le mani dietro le nuca e le caviglie incrociate.
Ero proprio curioso di ascoltare la spiegazione di Dean sulle droghe.
-Stupefacenti. Bè, praticamente ti fanno sentire diverso da ciò che sei in realtà.
-Come la Trasfigurazione Umana?
Ridacchiai guardando l'espressione sempre più confusa di Seamus e quella sempre più impacciata di Dean.
-Certo che no. Si tratta di illusioni a livello mentale.
-Come un filtro d'amore?
Non riuscii più a trattenermi e scoppiai in una risata fragorosa che contagiò anche i miei amici.
Non appena il momento d'euforia terminò, Dean si avvicinò a Seamus e gli poggiò le mani sulle spalle.
-Esistono vari tipi di droghe. Ci sono quelle leggere, come la Marijuana, che più che altro causano risate e scemenza - e come ha dimostrato Harry, noi non ne abbiamo bisogno. Poi ci sono le droghe pesanti, che distorcono la percezione della realtà. Tra queste c'è l'LSD.
Come spiegazione mi sembrò alquanto valida ed anche Seamus sembrò pensarla allo stesso modo perché non cercò di paragonarle a qualche incantesimo.
A quel punto, però, c'era qualcosa che non era chiaro a me.
-Nel particolare, che effetti provoca l'LSD?
-Non ne ho la più pallida idea, amico.
La risposta di Dean non mi provocò chissà quale ansia, ma mi mise addosso una strana agitazione, come se avessi dovuto affrontare una grande avventura.
-Non lo sai?
-No, mio cugino non me l'ha detto. È lui che me l'ha regalata, ma ho evitato di fare domande visto che non eravamo soli.
-Ci toccherà scoprirlo da soli, allora.
A parlare era stato Seamus che, con mio grande stupore, non era rimasto sorpreso né perplesso dalle precedenti parole di Dean.
Evidentemente, non ero l'unico a sentire quell'intensità di adrenalina nel corpo, ma si sa, infrangere le regole è sempre eccitante.
Dean tolse dalla tasca un involucro di carta argentata, ma prima che potesse aprirla lo bloccai.
-Non penso che questo sia il luogo adatto. Siamo all'interno del castello e potrebbe arrivare Neville da un momento all'altro. È meglio se questa cosa resta tra di noi.
-E poi vuoi che sia presente anche Ron, no?!
Il suo tono era ironico e quasi pungente, ma io mi congelai sul posto per il motivo opposto e guardai Seamus in cagnesco.
-Ron non ne deve sapere nulla, è chiaro?
La confusione e lo sbigottimento ebbe la meglio sulle espressioni dei miei compagni di stanza, ma non volevo dar loro nessuna spiegazione sulle mie scelte e sulle mie decisioni.
-Perchè...?
Non lasciai a Seamus il tempo di pormi la domanda, perché la mia voce, più alta e più decisa della sua, ebbe la meglio.
-Se dite qualcosa a Ron vi schianto. Ve lo giuro.
Il mio tono non ammetteva repliche, e loro si limitarono ad annuire.
Il silenzio nella stanza si era fatto teso, e passarono un paio di minuti in cui nessuno disse nulla. Seamus teneva lo sguardo fisso sulle sue mani, Dean raddrizzava il poster della sua squadra di calcio preferita, già perfettamente allineato, io alternavo lo sguardo tra uno e l'altro.
Fu il rumore di passi sulle scale a rompere il silenzio: sicuramente stava arrivando Neville... o Ron.
-Allora, visto che qui non si può, dove andiamo?
La maniglia si abbassò, ma la porta non si aprì.
-In Sala Comune, dopo che tutti saranno andati a dormire?
-No, non è il caso.
Sentivamo Neville borbottare contro la porta sigillata, perciò mi avvicinai per aprirla prima che allarmasse l'intero dormitorio. Il riverbero della luna che si specchiava sul lago si rifletté sui miei occhiali quando passai davanti alla finestra, e mi diede un'idea perfetta.
-Sulla riva del Lago Nero.
-Cosa?
-Sulla riva del Lago Nero!
Ripetei le parole con foga.
-Ma sei pazzo? Non vuoi farlo in camera perché potrebbero arrivare Ron e Neville, e vuoi farlo davanti a tutto il castello?
Quando risposi, avevo già preso la bacchetta per aprire la porta.
-Certo che no. Sto parlando dell'altra riva, quella dove ho salvato Sirius dai Dissennatori al terzo anno.
-Dove hai salvato chi?
-Lascia perdere, ma fidatevi di me. È un posto all'aperto, nascosto, dove nessuno potrà scoprirci. Allora?
I colpi di Neville si erano fatti più insistenti, e alla sua voce se n'erano aggiunte altre che chiedevano cosa stesse succedendo.
Guardai fisso Dean e poi Seamus e senza attendere la loro risposta, con un incantesimo non verbale, sbloccai la porta, cosicché quando Lee Jordan provò ad aprirla con un Alohomora, si spalancò con violenza e sbatté con forza alla parete.
Gli sguardi di tutti si posarono su in imbarazzato Neville che balbettando cercava di spiegare che prima non si apriva. E prima che la folla potesse diradarsi, Dean e Seamus si avvicinarono e mi diedero una pacca sulla spalla.
-Va bene, Harry. Lago Nero sia.
Quando la calma fu ristabilita e il silenzio troneggiò anche nella nostra camera, senza rivolgerci la parola ci infilammo nel letto.
La mia mente, lungi dal pensare a Ron e al fatto che prima lo stessi cercando, continuava a fantasticare sugli effetti che l'LSD mi avrebbe causato, e con l'eccitazione che mi gravitava intorno per ciò che l'indomani avremmo fatto, presi sonno con la sensazione che qualcuno fosse appena uscito dal bagno e si fosse steso sul letto di Ron.

*


Feci sogni popolati da strane polveri magiche che si trasformavano in foglie a sette punte che si fumavano da sole. Sognai la McGranitt inalare tali fumi e trasfigurarsi, in seguito, in una palla da discoteca babbana. Sognai Piton arrivare con un calderone pieno di filtro d'amore, ma prima di scoprire le conseguenze di quell'improbabile miscuglio mi svegliai con il fiatone e vidi il sole alto oltre la finestra.
Era solo un sogno.
Tirai un sospiro di sollievo quando quella consapevolezza fece breccia del mio cervello. Poi il cuore aumentò la sua corsa ed io mi ritrovai eccitato ed euforico per quello che avrei fatto con Seamus e Dean.
Da quando avevo ucciso Voldemort la mia vita era radicalmente cambiata: dormivo sogni sereni senza incursioni da parte sua; le giornate ad Hogwarts seguivano un ritmo lento scandito dalla monotonia della quiete; avevo riconosciuto le mie priorità mettendo così fine alla mia storia con Ginny che non appagava per niente i miei bisogni di adolescente; avevo smesso di cacciarmi nei pasticci per risolvere misteri e per salvare la vita della gente.
Ed era proprio questo che mi mancava: l'assenza di avventure nella mia vita ormai piatta e liscia come il manico della mia Firebolt.
Per questo avevo accolto con immensa gioia l'ignoto in cui Dean stava conducendo me e Seamus. E se non volevo coinvolgere Ron non era per egoismo e egocentrismo, anzi... per una volta, per la prima volta da quando lo conoscevo, volevo evitare di metterlo nei guai. Volevo evitare di condurlo verso qualcosa di sconosciuto e potenzialmente pericoloso.
Gli volevo bene abbastanza da volerlo lasciare fuori da questa storia.
Mi stiracchiai, sbadigliando, e poi inforcai gli occhiali guardando Ron placidamente addormentato nel suo letto.
Chissà dov'era stato la sera prima? Glielo avrei chiesto in Sala Grande, dove lo avrei aspettato per colazione. Non avrei potuto immaginare, però, che il suo umore avrebbe reso nulli i miei tentativi di conversazione.
-Ehi, Ron. Buongiorno.
-Mpf...
-Che c'è? Hai dormito male?
-E a te che importa?
Scambiai uno sguardo incredulo con Hermione, seduta al suo fianco, che però fece spallucce prima di nascondersi dietro la Gazzetta del Profeta.
-Che ti prende?
-Non ne devi sapere nulla, è chiaro? E se provi a chiedermelo di nuovo ti schianto.
Il suo tono arrabbiato mi lasciò senza parole e costrinse anche Hermione ad emergere dalla sua lettura, ma prima che uno di noi due potesse dire qualcosa si alzò - portando con sé una manciata di toast - e lasciò la Sala Grande di gran carriera.
Ebbi l'impulso di corrergli dietro e chiedergli cosa avesse, ma poi pensai che in una bella domenica di sole avrebbe trovato il modo di sfogarsi, e che, soprattutto, io avrei potuto allontanarmi con Dean e Seamus senza essere visto ed essere costretto a mentire.

*
A pranzo Ron non era ancora rientrato al castello, ma poiché neanche Hermione era presente, non me ne preoccupai più di tanto.
Dean parlava con un ragazzino del secondo anno, Seamus chiacchierava con Lavanda Brown. Ma entrambi mangiavano con foga come se non avessero più potuto toccare cibo in vita loro. Quando Dean mi fece l'occhiolino e con uno sguardo mi indicò il pasticcio di rognone, anche io seguii il loro esempio e cominciai ad ingozzarmi.
Quando anche l'ultimo dolce scomparve dal tavolo - eravamo rimasti solo noi in tutta la Sala Grande - con passo disinvolto ci avviammo verso il portone d'ingresso.
-Perchè mi hai fatto mangiare come un maiale?
Non potei fare a meno di chiederglielo, ma la risposta che mi diede mi lasciò basito.
-Può essere utile, no?!
Evidentemente il mio sguardo rispose al mio posto perché dopo avermi guardato negli occhi si affrettò a spiegare.
-Quando ci si ubriaca è meglio avere lo stomaco pieno, così si evita di vomitare. Ho pensato valesse lo stesso per la droga.
Da perplesso divenni sconvolto.
-Avere lo stomaco pieno e riempirsi fino a scoppiare sono due cose diverse.
Fece spallucce con molta indifferenza e si diresse verso il Platano Picchiatore.
Quando lo superammo, feci strada verso il sentiero nascosto tra gli alberi che portava fino alla riva del Lago Nero. Quando passammo vicini ai cespugli che erano stati testimoni della trasformazione di Remus in lupo mannaro, mi sembrò di sentire il rumore di un ramo che veniva calpestato.
Mi voltai di scatto ma non vidi niente, perciò convincendomi in fretta della presenza di strane creature, allungai il passo, arrivando in fretta alla nostra meta.
Mentre il ricordo di centinaia di Dissennatori mi assaliva, i miei amici ammirarono stupiti il luogo. La voce entusiasta di Dean mi riportò al presente scacciando via i brutti pensieri.
-Harry, è perfetto!
Un sorriso mi si dipinse in viso, e sentendomi soddisfatto per quell'idea geniale, evocai una coperta e la stesi a terra.

Dean tolse dal mantello la carta argentata che già avevo visto in camera, e con cura la aprì per mostrarci il contenuto.
Erano piccoli francobolli di carta su piccole pastiglie colorate.
-Queste pastiglie si chiamano micropunte, e il francobollo che c'è sopra contiene l'LSD. Bisogna metterla sulla lingua e aspettare che si sciolga.
Improvvisamente mi accorsi di avere la gola secca e mi chiesi distrattamente come avrei fatto a far sciogliere quella microcosa.
Seamus pensò a rispondere alla mia domanda silenziosa.
-Per fortuna ho portato un po' di succo di zucca con me, così potrà aiutarci nell'impresa.
Ed estrasse dalla tracolla una boccetta colma di liquido arancione.
Dean sorrise trionfante.
-Ehi amico, grande idea.
Io non reagii, troppo preso a controllare gli spasmi del mio stomaco. Mi sentivo come se avessi dovuto affrontare la partita finale del campionato di Quidditch contro Serpeverde, e continuavo a sperare di vincere.
-Come facciamo? Lo prendiamo uno alla volta o tutti insieme?
L'idea di essere l'unico a farlo non mi allettava per niente, perciò la mia risposta a Seamus fu veloce e sicura.
-Tutti insieme. Non c'è gusto a farlo da soli, no?!
Dean fu d'accordo con me, perciò passò una pastiglia a Seamus, due a me, e cercò di richiudere in fretta l'ultima rimasta nella carta argentata. Ma prima che poté riuscirci, un rumore alle nostre spalle ci congelò sul posto.
Probabilmente nessuno dei professori avrebbe sospettato cos'erano quelle cose che tenevamo in mano, ma sarebbe stato difficile spiegare come mai eravamo andati a nasconderci.
Mentre la mia mente lavorava frenetica alla ricerca di una scusa plausibile, da usare nel peggiore dei casi contro Piton, il coraggio che distingueva la nostra casa dalle altre risvegliò il leone che era in me, e con l'espressione più innocente che riuscii ad indossare mi voltai per fronteggiare l'ospite indesiderato.
Vidi le scarpe leggermente consumate, i pantaloni un po' più corti del normale, una maglia scolorita e una faccia piena di lentiggini.
I miei occhi si soffermarono sui capelli rossi del mio migliore amico e quando lo chiamai, la mia voce risultò sbigottita e allarmata.
-Ron?! Che ci fai tu qui?
-Vi ho seguiti, va bene?
-E perché l'avresti fatto?
-Perchè ieri sera ero in bagno e ho sentito tutto ciò che avete detto.
Allora la mia non era stata una sensazione!
Mi diedi mentalmente dell'idiota per non averlo capito prima.
-Ron, senti...
-Sta zitto, Harry. Non ho nessuna intenzione di parlare con te.
Lo sguardo che mi lanciò era pieno di rabbia e rancore, ma questo non fece altro che farmi intestardire ancora di più.
-Guarda che se non volevo dirtelo è perché non volevo metterti nei guai.
Scoppiò in una risata priva di divertimento.
-Nei guai?! Non mi sembra che voi siate nei guai. E poi, Harry, quando mai ti è importato?
-Lo sai bene che non è vero e...
Ma non mi fece concludere la frase perché con un gesto di noncuranza liquidò il discorso e si avvicinò a Dean.
-Da lì dietro ho visto che te n'è rimasta un'altra.
Dean si limitò ad annuire.
-Bene. Voglio provare anch'io.
Dean deglutì a disagio, poi si rivolse a me.
-Harry, senti...
Ma, ancora una volta, Ron non permise di finire la frase e con rabbia si mise quasi ad urlare.
-Harry non è mia mamma né la mia balia. Sono io che decido, e io dico che voglio provare anch'io.
Ci furono attimi di tensione in cui nessuno disse niente, e quel silenzio mi permise di riflettere: certo, mi sarebbe piaciuto tenere Ron fuori da questa storia, ma visto e considerato che aveva sentito tutto e che ormai era arrivato fin là, era inutile continuare a discutere con lui.
-Ron, che tu ci creda o no, non volevo dirti nulla perché non volevo metterti nei pasticci. Ma sei grande abbastanza da poter decidere da solo. Hai sentito cos'è la droga e sai che le conseguenze dell'LSD non le conosciamo. Non posso impedirti di fare ciò che vuoi, perciò se credi che sia la cosa migliore per te...
-Voglio provare anch'io!
Lo ripeté con foga, e io non potei fare altro che annuire, così mi alzai e gli tesi la mano.
Quando l'afferrò, sancendo così la pace, Dean e Seamus sospirarono di sollievo, lieti che avessimo risolto le cose tra di noi.
Ci sistemammo sulla coperta in modo da stare comodi tutti e quattro, e poi Dean prese la quarta micropunta accartocciando la carta argentata che ormai non serviva più.
Io passai a Ron una delle due pasticche che ancora avevo in mano e attesi che Seamus distribuisse un po' di succo di zucca nelle pietre che aveva trasfigurato in bicchieri.
-Al mio tre?
Annuimmo in sincrono e Dean levò in alto il bicchiere come a voler brindare.
-Tre!
E mettemmo la pillola in bocca insieme ad un sorso di bevanda, grazie alla quale il francobollo si sciolse in fretta, lasciando sulla lingua un sapore amarognolo.

*
Restammo in silenzio per qualche minuto, ognuno nell'attesa che succedesse qualcosa, ma l'ansia di provare qualche emozione nuova mi impedì di aspettare steso sulla riva del lago, così mi alzai e mi avvicinai all'acqua.
-Harry che vuoi fare?
Gli sguardi dei miei compagni erano velati da una leggera preoccupazione, ma scongiurai la loro paura con la mia palese serietà.
-Niente. È solo che non mi va di stare fermo.
Come se le mie parole fossero state una formula magica, anche loro si alzarono e si avvicinarono a me.
Il primo a perdere la testa fu Seamus. Ce ne accorgemmo quando cominciò a barcollare girando su se stesso e poi si buttò sulle pietre cominciando a nuotare come se fosse stato in acqua.
Cominciammo subito a ridere, ma la risata mi si spense sulle labbra quando vidi Seamus trasformarsi in uno squalo che mi voleva mangiare.
L'istinto di sopravvivenza mi costrinse a reagire, perciò presi la bacchetta da sotto il mantello e lanciai uno stupeficium, ma qualcosa mi urtò il braccio perciò la luce rossa mancò la squalo, colpendo però un drago lì accanto che cambiava colore e sputava fiamme verdi smeraldo.
Sentivo delle voci intorno a me ma non riuscivo proprio a capire cosa stesse succedendo. Cercai lo squalo che era ai miei piedi, ma al suo posto c'era un coniglietto bianco che tremava di paura.
Stava imperversando la guerra: gli alberi si stavano trasformando in cannoni pronti a sparare, le foglie azzurre e bianche erano in realtà piccoli ordigni a quattro zampe che volevano mangiarsi il coniglio.
Non avevo altra scelta, dovevo combattere.
-Impedimenta! Reductor! Stupeficium!
Ogni incantesimo colpì tre ordigni, neutralizzando così la prima linea d'attacco, ma da solo non avrei mai potuto farcela. L'unica cosa che mi rimaneva da fare era prendere il coniglio e scappare.
Cercai di correre il più velocemente possibile, ma inciampai in qualcosa di lungo, e forse spaventato dal trambusto, il coniglio scomparve in un pop, lasciando al suo posto la testa di qualcuno che conoscevo.
Il tempo sembrò rallentare improvvisamente, la mia anima si staccò dal mio corpo e vide tutto dall'alto.
C'erano Ron e Dean nel lago, l'acqua copriva loro le gambe. Avevano le mani l'uno intorno al collo dell'altro: anche loro stavano combattendo.
Poi vidi Seamus che si tappava con forza le orecchie e ululava di paura mista ad euforia: la luna piena stava per trasformarlo in un pollo senza penne.
Con uno schiocco di frusta tutte le parti di me tornarono nel mio corpo, e con la lucidità che solo la luce del sole poteva darmi, capii che quelli più in pericolo erano Ron e Dean.
Mi lanciai in una folle corsa verso il lago, ma non appena l'acqua bagnò i miei piedi capii di essere prossimo alla morte, perché il rosso che macchiava le mie scarpe era sangue.
Con l'ultimo respiro che mi restava, feci un ultimo sforzo e mi buttai su Ron, perché se doveva morire, allora dovevo essere io ad ucciderlo.

*
Sentivo un dolore lancinante alla testa, come se qualcuno mi stesse stringendo le tempie con una pinza. Mi costrinsi ad aprire gli occhi ma il buio fitto della notte senza stelle mi impediva di vedere, mi rendeva quasi cieco.
Ero consapevole di avere due braccia stese lungo il corpo e due mani nelle tasche dei jeans. Con calma provai a spostarne una, e quando mi resi conto di riuscirci, l'alzai e la portai sotto il mantello a cercare la bacchetta.
-Lumos.
Il primo sguardo mi cadde sull'acqua del lago, scura come inchiostro e piatta come uno specchio. Non c'era nemmeno una piccola onda ad incresparne la superficie.
Era uno spettacolo quasi inquietante, come se tutta quella calma fosse preludio di un imminente tragedia, ma i ricordi di alcune immagini mi attraversarono la mente a intervalli regolari, perciò riflettei sul fatto che forse quella era la quiete dopo la tempesta.
Voltai la testa di lato e vidi i miei amici, affianco a me, placidamente addormentati. La voltai dall'altro lato e quasi urlai. Ron, con gli occhi spalancati, mi fissava.
-Mi hai fatto venire un colpo!
Lui non rispose né si mosse, dopo un paio di secondi, incapace di starmene ancora in quella posizione - chissà come avevamo fatto a stenderci di nuovo tutti sulla coperta? - mi alzai e tesi una mano a Ron. Volevo parlargli, scoprire cosa fosse successo realmente.
Rifiutò l'aiuto della mia mano ma si alzò ugualmente e si diresse verso gli alberi alle nostre spalle. Mi venne spontaneo seguirlo, e camminammo a lungo prima di fermarci. Arrivammo nel punto in cui credevo di aver visto, al terzo anno, mio padre. Da quella posizione potevamo vedere Dean e Seamus ancora addormentati.
Ron si sedette a terra a gambe incrociate ed io lo imitai. Gettai una manciata di pietre nel lago, infrangendo la perfezione della foresta che vi si specchiava alla debole luce della mia bacchetta.
-Cos'è successo?
La voce di Ron suonò roca e strascicata. Sapevo a cosa si riferiva.
-Non ne sono certo. Tutto si confondeva, i colori si mischiavano, e Seamus era un'animale. C'era la guerra e tu stavi combattendo con Dean nel lago.
Stavo per dirgli che avevo tentato di ucciderlo ma il suo sguardo sconvolto mi fece desistere.
Le sue labbra erano strette in un'unica striscia sottile e le sue mani erano chiuse in pugni serratissimi.
-Ron che c'è?
Non si voltò a guardarmi ma la sua voce valse come mille lame affilate tanto era intrisa di rabbia.
-Perchè mi prendi in giro?
Rimasi perplesso. Non riuscivo a spiegarmi la sua furia né le sue parole. Poi nel silenzio che seguì la sua domanda riuscii a capire.
-Ron, io ti ho detto cosa è successo a me. Dimmi cos'è successo a te.
Scattò come una molla. Si alzò in piedi e arretrò fino a poggiare la schiena contro un albero.
Lo seguii, incapace di fare una distinzione netta tra l'ansia e la curiosità che provavo, e prima che potesse sfuggire ancora, lo intrappolai poggiando le mie mani ai lati della sua testa e bloccandogli il passaggio con il mio corpo.
-Cosa ti è successo dopo che mi sono alzato?
Per un attimo vidi un lampo di confusione nei suoi occhi.
-Non ti sei mai alzato, Harry. Hai perso la testa prima di noi altri, ma non ti sei mai alzato. Dean ha detto che tu eri il primo perché il tuo fisico è più piccolo del nostro. Poi...
Ma un rossore d'imbarazzo coprì il suo viso lentigginoso e Ron chiuse di scatto la bocca.
Ridussi gli occhi a due fessure e mi avvicinai ancora di più a lui, sicuro che volesse nascondermi qualcosa.
-Poi?
-Lascia stare, Harry. Non è niente, va bene?
-No che non va bene. Io ti ho detto cosa ho visto, ora voglio sapere cos'hai visto tu.
Non so se praticai, inconsapevolmente, la Legilimanzia, non so se Ron pronunciò qualche incantesimo per trasferire i suoi pensieri nella mia mente. A dirla tutta, non so nemmeno se fu un'immaginazione causata dagli strascichi di LSD o se accadde davvero, ma le mie mani erano intrecciate nei capelli rossi del mio migliore amico, mentre la sua lingua, calda come non avrei mai potuto immaginare, giocava con la mia coinvolgendola in uno strano prendersi e rincorrersi che stava accendendo tutti i miei sensi.
Sentivo le sue mani ovunque: sotto il mantello mentre cercava di spogliarmi; sul fondo della schiena, mentre mi tirava di più a sé; sul mio petto, mentre sentivo il piacere invadermi; sui miei pantaloni, mentre sentivo che l'ultimo briciolo di lucidità - lucidità?! - sfuggiva al mio autocontrollo.
Mi persi in quel bacio godendo di ogni più piccola sensazione che rendeva il mio corpo elettrico, mi persi in quel bacio assaporando il gusto delle sue labbra morbide e della sua lingua esperta, mi persi in quel bacio smarrendo la via per ritrovare me stesso.
Sentivo il vento scorrere veloce sulla mia pelle nuda provocando brividi di autentico piacere, sentivo il corpo di Ron, alto e forte, impossessarsi del mio in maniera quasi ossessiva, sentivo il riflesso della luce della bacchetta ancora accesa imprimersi con forza sulle mie palpebre tremolanti. E allora staccai le mie labbra dalle sue per pronunciare un'unica parola...
-Nox.
...e persi totalmente la presa sulla realtà.
*
Aprii gli occhi con cautela, timoroso di cosa avrei visto, timoroso di chi avrei trovato al mio fianco.
Ma ad assistere al mio risveglio non c'erano altro che le tende rosse del mio letto a baldacchino.
Non capii se era giusto esserne felice o se era meglio essere preoccupato: come ci ero arrivato nel mio letto? E Dean? Seamus? Ron?
Con un'urgenza improvvisa tirai le tende e scesi dal letto. Neville, Seamus e Dean dormivano beati, il letto di Ron era vuoto.
Il panico mi invase le viscere.

Senza prendermi nemmeno il tempo di vestirmi, mi fiondai fuori dal dormitorio in pigiama. Sarei sceso giù al Lago Nero se ce ne fosse stato bisogno, ma sull'ultimo gradino della scala mi fermai di botto vedendo Ron ed Hermione abbracciati davanti al camino.
Tirai un sospiro di sollievo che rimbombò come una potente eco nella Sala Comune della nostra torre, e i loro sguardi si posarono su di me.
-Harry! Perché sei sceso in pigiama?
La voce di Hermione suonava allegra e spensierata. I suoi occhi brillavano di gioia.
-Io... bè... mi sono svegliato e non ho visto Ron nel suo letto, così... ehm...
-Oggi è un anno, Harry.
La guardai confuso, non tanto per le sue parole quanto perché non riuscivo ad orientarmi.
Evidentemente non fui abbastanza svelto a dissimulare il mio smarrimento perché Hermione si affrettò a spiegarmi.
-Un anno che io e Ron stiamo insieme. Ci siamo trovati qui a mezzanotte e poi abbiamo passato la notte nella Sala Comune.
Una parte del mio cervello mi suggeriva di sorridere, di mostrarmi entusiasta, ma avevo la bocca secca, mi sentivo incapace di muovere un solo muscolo, e avevo nel cervello una miriade di domande a cui non riuscivo a trovare risposta.
-Sei sbalordito, Harry? Effettivamente non sembra vero che sia passato già un anno, e poi ieri l'avevo quasi dimenticato visto che eravate spariti e non riuscivo a trovarvi. Quando siete arrivati, a mezzanotte, Ron mi ha spiegato che lo ha fatto per trovare un regalo giusto per me, ma io gliel'ho detto che non ho bisogno di regali e...
Smisi di ascoltare il chiacchiericcio eccitato di Hermione e spostai lo sguardo su Ron che, al suo fianco, teneva gli occhi bassi e si ostinava a non incrociare il mio.
Fissavo i suoi capelli e ci rivedevo le mie mani che li accarezzavano, fissavo le sue mani e le sentivo sul mio corpo fremente.
Perso nelle mie fantasie - o ricordi? - non mi ero accorto che Hermione aveva fatto il giro della stanza e mi si era avvicinata. Solo quando mi abbracciò tornai al presente e prestai ascolto alle sue parole.
-...e quindi alla fine mi ha detto che è stata un'idea tua, perciò grazie mille, Harry. Ti voglio bene.
Non so se a invadermi, in quel momento, fu la delusione o i sensi di colpa, ma presi la decisione - improvvisa e definitiva - che mai più avrei fatto uso di droghe, e che, soprattutto, mai più avrei tradito la mia migliore amica con il suo fidanzato... anche se quel bacio, vero o immaginato, era stato il più dolce e sensuale di tutta la mia vita.




Ecco il giudizio della GiudiciA:

Terzo Classificato a pari merito – ross_ana@
Immaginazioni e fantasie. O ricordi.


Giudizio

Grammatica: 9.95/10

Errore di battitura: 1x0.05 [“Che” ripetuto due volte]

Stile: 9/10
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Gradimento personale: 5/5
Uso degli ADCCC: 3/3

Totale: 36.95/38


Questa storia è stata una sorpresa! Devo dirti una cosa: leggendo l’intro, il pairing e le note d’autore non sapevo assolutamente cosa aspettarmi. Soprattutto per il pairing, devo ammettere: non l’ho mai preso abbastanza in considerazione. Comunque, tornando a noi… beh, direi che è veramente bella. Non trovo altri aggettivi per descriverla: è veramente bella. Tutta la scena del Lago Nero, la scena principale, e le allucinazioni sembrano quasi reali. Sembra che la scena prenda vita e si possa andare in trip con loro: si percepiscono tutte le sensazioni e le immagini provocate dall’allucinogeno. È incredibile. Poi, una cosa che ho amato è questo mistero finale… dio, mi ha tolto il fiato! Ero lì, alla prima lettura e non riuscivo a credere a quello che stavo leggendo! Ammetto anche di aver profondamente odiato Hermione. Non mi capita spesso ma questa Hermione ha distrutto in poche righe la speranza costruita durante la fan fiction. Posso capire che le mie parole risultino un po’ “grandi”, considerato il contesto, ma è davvero così.
Quindi io ti faccio i miei complimenti più sinceri e ti ringrazio di aver partecipato a questo contest.




AVVISO IMPORTANTE: Ragazze mie adorate, grazie mille per tutte i messaggi (anche privati) che mi state inviando. Vi assicuro che Dimmi che mi ami non è sospesa, anzi… c’è già il prossimo capitolo pronto. L’unico problema è che il capitolo si trova sul mio computer… e il mio computer si trova da qualche parte tra le mani di qualcuno che lo sta formattando… (Sto pubblicando questa storia solo perché era rimasta tra le email inviate, avendola dovuta mandare alla giudiciA per il contest!). Mi hanno detto che il disco D non dovrebbe subire danni, perciò appena mi restituiscono il pc pubblicherò l’aggiornamento.
Mi scuso per l’enorme ritardo :(
A presto!
   
 
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