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Autore: NevanMcRevolver    06/11/2010    0 recensioni
Il fatale suono dell’Atlantico del Sud.
La scia di sangue della Dolce Melodia di Requiem.
L’urlo muto di un’anima prodiga.
La seducente melodia dei mari, il cantore delle sirene.
“Mi chiamo Sorrento Seebacher. Sareste così gentili da voler ascoltare la mia storia?”
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Atlantide

 

 

Intorno a me era un continuo brusio, un infinito mormorare di parole che mi rimbombava ferocemente nel cervello.

-Sembra stia meglio!-

-Forse non si sveglierà mai più: resterà in coma!-

-Non possiamo permetterlo. Il Sommo Poseidone non ci perdonerebbe mai!-

-E se fosse già morto…-

-Non dirlo nemmeno per scherzo imbecille!-

L’istinto mi diceva di restare fermo, non profferire parole, suoni o sospiri, ma la curiosità ebbe la meglio, e mi sforzai ad aprire gli occhi.

Sforzai, esatto: me li sentivo pesanti, come staccati dal corpo e a malapena riconducibili alla mia volontà.

-Silenzio!-

Il brusio cessò subito.

-Si sta svegliando!-

Allora sentii una voce femminile sussurrarmi all’orecchio: -Dai, ce la farai! Ancora uno sforzo!-

Chiamai a raccolta tutte le mie energie e seguii il consiglio di quella voce sconosciuta.

Lentamente aprii gli occhi, e la luce mi ferì in pieno.

Tutto era estremamente luminoso: come se fossi stato messo in una stanza piena si specchi che non facevano altro che riflettere la luce all’infinito.

Gemetti dal dolore, e cercai di capire chi fosse la donna che mi avesse parlato.

Scorsi la figura di una ragazza bionda: ad occhio e croce, per quel che mi sembrava, era della mia stessa età, pressappoco.

-C-chi sei?- mormorai.

-Thetis- rispose lei, sardonica, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. –E tu?-

-Sorrento Seerbach- risposi.

Lei mi fissò per qualche istante, e poi accennò a quello che era il fantasma di un sorriso: -E’ bene che ti sia ripreso!-

Allora mi alzai di botto, ed ebbi un forte senso di nausea e vertigini, tanto che dovetti poggiarmi al letto dove ero steso.

Ancora non mi ero accorto che mia avevano adagiato su un materasso.

-Dove è mia madre? E i miei zii?- chiesi, con una leggera nota di disperazione in volto.

Notai che assieme a Thetis, nella stanza c’erano altre cinque uomini; guardai negli occhi ognuno di loro, aspettandomi una risposta.

-Morti- disse quindi Thetis, con un tono che suonava tremendamente indifferente.

-Non ho capito- dissi con voce stranamente ferma.

-Morti- ripeté lei, con lo stesso tono glaciale.

-E’ impossibile! Eravamo in gondola a Venezia quando cademmo in mare! Se io sono vivo devono esserlo anche loro! E poi, chi siete? Dove mi trovo?- urlai, fermo sulla mia infantile logica.

Thetis, che nel frattempo si era girata di spalle, mi lanciò una terribile occhiataccia che mi fece subito ammutolire.

-Dove ti trovi, ci stai chiedendo. Sei nella terra di Poseidone, il Signore dei mari!-

-Dove?- chiesi, temendo di non aver capito.

-Benvenuto ad Atlantide, Sorrento!- disse lei, con un sorriso lupesco.

Un attimo di silenzio. Dovevo digerire il rospo.

-Tua madre e i tuoi zii- riprese uno dei presenti, anticipando la mia domanda –sono morti. Annegati. Rassegnati e abbi fiducia! Ti stiamo dicendo tutta la verità-

-Non ci credo- dissi, risoluto e in tono pacato.

Presi a girarmi per la stanza e urlai in continuazione “Mamma, dove sei?”. Ero sempre più preoccupato.

E poi cos’era questa storia?

Poseidone, Atlantide, per me erano solo leggende, storie per intrattenimento. Nient’altro.

-Non ci crederà mai!- disse Thetis –Portategli il vestito, allora. Vuoi una prova che tua madre è morta e che, di conseguenza sei giunto ad Atlantide? Eccola!-

Dopo qualche istante entrò un uomo con il vestito che mia madre aveva indosso il giorno che andammo in gondola a Venezia.

Era bagnato e macchiato di sangue.

La prova lampante che ero diventato completamente orfano.

“Sei solo, ormai, Sorrento!” pensai.

Mi aggrappai al vestito di mia madre e scoppiai in un lungo e lamentoso pianto.

Thetis, allora, mi si avvicinò e mi disse: -Mi dispiace, ma era l’unico modo per ottenere la tua fiducia!-

Volevo semplicemente stare da solo, e iniziai a provare un odio profondo per quella ragazza: non aveva fatto niente, era palese che era sincera. Ma non potevo fare a meno di detestarla.

Non risposi e iniziai subito a tremare, e altre lacrime sgorgarono fuori, cadendo sul vestito umido.

Ero solo, abbandonato a me stesso, in un luogo (o mondo?) sconosciuto, in mezzo a gente sconosciuta, in un letto a me estraneo, con il vestito di mia madre fra braccia.

La stanchezza, maligna, si fece sentire più tardi e, dopo aver versato le ultime lacrime, lanciato un ultimo urlo straziato con voce rotta e rauca, mi addormentai.

Dopo qualche ora mi sentii abbastanza in forze per avere il coraggio di alzarmi e muovere qualche passo, lasciai la veste di mia madre, sul letto, e andai ad aprire la porta.

Non appena varcai la soglia verso il mondo esterno, furono due le cose a stupirmi: il fatto che quattro uomini armati mi si erano inchinati davanti; poi il paesaggio.

L’odore della salsedine era fortissimo; alzai lo sguardo verso l’alto, con l’istinto di voler vedere il sole, ma lo spettacolo che mi si parò dinnanzi è difficile da descrivere: bisogna viverlo per capirlo.

Al posto del cielo, sconfinata, si stendeva l’acqua.

Il mare regnava sovrano: si stendeva a perdita d’occhio e con il suo movimento anche i luccichii del sole si muovevano.

Vedevo il moto delle onde, e allora mi chiesi come facessi a respirare sott’acqua, ma su questo non mi soffermai più di tanto, accettai la cosa e amen.

Vidi che a fianco alle stanze dove avevo riposato c’era uno strapiombo: mi avvicinai e cercai di scrutarne il fondo, ma invano: il buio lì regnava sovrano.

Se non avessi visto tutto con i miei occhi non avrei mai creduto alle parole di Thetis: diceva, dunque, la verità.

La vidi, quindi, arrivare da lontano.

-Salve, Sorrento! Avanti, ho il compito di mostrarti il regno del nostro Signore- disse.

Mi avvicinai alla ragazza e la seguii per le vie ampie che solcavano quei misteriosi fondali marini.

Qua e la scorgevo delle piccole abitazioni e, in lontananza, delle strutture altissime.

-Sono colonne quelle laggiù?- le chiesi.

-Sì- rispose Thetis –quelle sono delle colonne, e non pilastri qualsiasi! Sorreggono le volte dei sette mari, degli oceani di cui Kaioh Poseidon è sovrano!-

La guardai stralunato: per me quella situazione era assurda, per quanto vera.

-Le acque del mondo sono dominio del Sommo Poseidone, e sono divise in sette regioni: l’Oceano Artico, l’Oceano Antartico, il Pacifico Settentrionale, il Pacifico Meridionale, l’Atlantico Settentrionale, l’Atlantico Meridionale e, infine, l’Oceano Indiano. Ogni colonna sorregge una di queste regioni, e la loro integrità è di vitale importanza per l’esistenza di Atlantide. Mi segui?- disse Thetis.

-Sì, ma tu come sai tutte queste cose? O non sei umana?-

-Spiacente, ma lo sono anche io. Sono di origini danesi, e sono scesa qui in Atlantide dopo il prodigioso “risveglio”!-

-Risveglio?- chiesi, ancora più confuso.

-Tempo al tempo- chiuse il discorso, lei.

Camminammo a lungo e Thetis rispondeva alle mie domande con fare meccanico.

Giungemmo, poi, davanti al palazzo più bello che vidi in tutti i miei dieci, quasi undici, anni di vita.

Dinnanzi a noi si ergeva un tempio, svettante su un ampia piazza.

C’erano numerose colonne e dietro il santuario si estendeva una struttura sia in larghezza che in lunghezza. Dietro di ciò, lo spettacolo ancora più stupefacente: una colonna enorme, più grande di quelle che vidi, si ergeva verso l’alto, e non riuscii a scorgerne la fine.

Poco più in basso, a destra e sinistra, a strapiombo scendevano due cascate, creando un fragoroso e vitale rumore.

L’intera struttura, piazza, ingresso e colonna erano di una tenue tinta color sabbia, striata di lievi riflessi dorati.

-Questo è il Palazzo di Kaioh Poseidon- disse lei.

Thetis si avviò al suo interno, mentre io mi avviai molto lentamente, a bocca aperta, incantato da questo straordinario spettacolo.

-Divino…- mormorai.

-Bene!- disse Thetis –Vedo che stai cominciando a capire-.

Camminammo per lunghi corridoi senza pareti laterali, per cui era possibile vedere il paesaggio circostante e le cascate ai lati dell’edificio, che, ad ogni piano, formavano delle piscine che poi svuotavano la propria acqua in basso.

Thetis, allora, svoltò improvvisamente ed andò ad aprire un grande portone, ai cui lati c’erano due guardie.

-Entra- mi disse, sempre rivolta di spalle.

Iniziavo ad odiare questo suo atteggiamento di sufficienza, e non avevo la più pallida idea che dopo qualche tempo Thetis sarebbe stata mia sottoposta.

Guardandola con astio, entrai nella stanza.

Era piccola, scarsamente illuminata e andava odore di chiuso: istintivamente arricciai il naso.

In fondo scorsi la sagoma di un piccolo altarino, ed anche molto basso, a dirla tutta.

Sulla sua superficie c’erano un vaso intarsiato d’oro e avorio. Sul coperchio era attaccato un biglietto fra coperchio e vaso con un’iscrizione dai caratteri a me ignoti.

-Quello è il nome di Athena in greco antico- mi spiegò Thetis e lì, in quel vado, è racchiuso il potere del Sommo Poseidone, l’Imperatore degli oceani. Un giorno lo vedrai di persona e lo servirai fedelmente- finì, con tono solenne.

Uscimmo, e mi venne da chiedere: -Cosa intendi dire?-

Thetis mi fisso in viso e disse: -Un giorno anche tu ti risveglierai, Sorrento. Tu sarai uno dei cavalieri, dei soldati più importanti fra le fila del Signore dei mari. Al momento ad Atlantide siete arrivati in due. Oltre te è arrivato un ragazzo di nome Kanon, un greco-

-Raccontami di Kanon- le dissi.

-Non so molto di lui. So che è stato allontanato dal fratello, nonché suo gemello. Il primo è cavaliere della costellazione dei Gemelli e custode dell’omonima casa al Grande Tempio di Atene, dove vive la dea Athen, o il suo Gran Sacerdote. Di preciso non so cosa sia successo, ma Saga, suo fratello, lo rinchiuse in una grotta piena d’acqua, nella speranza che l’alta marea lo facesse annegare. Si salvò e il dio Poseidone, nella sua magnanimità gli ha concesso l’onore di entrare nel suo esercito, diventando il Generale degli abissi più importante. Kanon è stato il primo a scendere in Atlantide, e ha l’ordine di custodire il vaso con lo spirito del Sommo. Fra qualche tempo Kanon dovrà aprirlo, e lo spirito del Kaioh andrà ad abitare nel suo corpo umano, nella sua attuale reincarnazione- mi spiegò lei.

-Quindi anche io sarò Generale, un giorno?- chiesi.

-Per questo sei qui. Il vortice che ti ha risucchiato è stato generato dal potere del Dio dei mari. Era il suo modo per averti con sé, siccome sa che sarai uno dei sui Generali!- rispose Thetis –Anche tu un giorno indosserai la tua Scale, e adempirai ai tuoi doveri!-

-Scale?- le chiesi, perplesso.

-Seguimi-

Andammo, allora, in un'altra stanza dove erano custodite sette armature, disposte tutte su un lungo altare.

Erano completamente d’oro e di raffinata bellezza.

Solo che le armature che vidi non corrispondevano a quelle che si è soliti immaginare: queste avevano forme bizzarre.

Davanti a me vedevo un drago, una specie di cavallo, qualcosa di simile ad un pesce, un uomo con una lancia e un aureola di fuoco, una salamandra, un mostro da tanti volti e un uccello con il volto da donna, e su un ripiano più alto, un uomo con un tridente in mano.

-Davanti a te, in ordine, vedi Dragone del mare, Cavallo del mare, Kraken, Crisaore, Limniade, Scilla, Sirena e, in alto, le sacre vestigia del Kaioh- disse, con tono reverenziale.

Erano uno spettacolo stupendo, e pensare che una di quelle armature sarebbe stata la mia…

Dopo qualche istante, usciti, le chiesi se anche lei fosse una guerriera.

-Si, ma il mio rango è inferiore del tuo. Quando sarà il momento sarò Thetis di Mairmaid. Mentre la Scale che hai visto prima rappresenta la classica sirena greca, con corpo di uccello e volto umano, la mia armatura rappresenta l’ideale sirena nordica: una donna con la coda da pesce- rispose.

-E quale sarà la mia armatura?- chiesi, ansioso.

-Non te lo so dire. Quando ti risveglierai lo capirai da solo! Il giro è finito. Puoi fare quello che meglio credi- mi disse Thetis, lasciandomi solo nell’atrio del palazzo.

Mi girai cercando di scorgere la sommità della colonna, ma niente.

“E’ altissima!” pensai.

Nel frattempo presi a passeggiare, meravigliato.

Non rimproveratemi: non mi ero dimenticato della morte di mia madre, ma avevo bisogno di distrarmi, dovevo girare pagina. E a quell’età il fatto che sarei diventato un guerriero per me rappresentava un ottimo diversivo. Sapere che tutto era già disegnato mi consolò, e dopo poco tempo, nonostante la mia tenera età, me ne feci una ragione, non per mancanza d’affetto e amore, ma perché capii che contro la morte solo un dio è in grado di fare qualcosa. Io ero solo un umano, un bambino, pedina degli dei, quindi non potevo agire diversamente.

Mi fermai a vedere gli allenamenti di alcune persone, e mi stavo chiedendo come mai Thetis, invece, non me ne parlò.

Possibile che per un Generale non ci sia un addestramento? Possibile che sarei dovuto restare impreparato fino al mio risveglio?

D’un tratto mi sentii chiamare: -Tu! Laggiù!- urlò una voce.

Mi girai, e un uomo alto, magro e con una lunga chioma mi veniva in contro.

Capii subito chi fosse.

Quel giorno lo conobbi.

 

 

 

 

 

Meiou Hades parla:

Salve miei cari lettori!

Allora? Cosa ve ne pare di questa piccola idea? Spero che abbia suscitato il vostro interesse, anche perché si parla (giustamente) di tanti personaggi, ma perché non fantasticare anche sulla vita di Sorrento? Come personaggio non sarà dei più importanti, vero, ma perché non dare a questa figura un po’ di tono?!

 

A Diana924: ciao! Sì, la vita di Sorrento, almeno fino a questo momento, è molto intensa, ma fidati, tutto acquisterà maggior spessore con lo svolgimento dei fatti! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! ^^

 

Approfitto per pubblicizzare due miei scritti, se non vi dispiace:

 

Il canto del demone (Originale – Fantasy)

 

La danza delle anime di carta (Originale – Fantasy)

 

A presto, miei cari! ^^

  
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