Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: Giulls    06/11/2010    3 recensioni
Michelle Waldorf è all'apparenza una ragazza normale: ha 18 anni, vive con la madre a Los Angeles, sta per diplomarsi ed è il capitano della squadra di pallavolo della scuola. Eppure la sua vita viene presto sconvolta da due avvenimenti: il fantasma del suo passato e lui, il suo nuovo vicino di casa. Robert Pattinson.
< Ti va di ricominciare? > propose porgendomi la mano, < ciao, mi chiamo Robert Pattinson >
< Piacere, Michelle Waldorf >
< Waldorf? > ripeté sgranando gli occhi, < come Blair Waldorf in Gossip Girl? Cavolo, puoi farmi un autografo? Non capita tutti i giorni di conoscere una ragazza che faccia di cognome Waldorf >
< Va bene, ma tu devi promettermi di mordermi sul collo > risposi a tono e entrambi incominciammo a ridere.
[...]
< Io avrei ancora un paio di scatoloni da sistemare… okay, più di un paio e avrei bisogno di qualche buon'anima che mi dia una mano. Ti andrebbe? >
< Certo, perché no? > risposi alzandomi in piedi, < ma mi offri la colazione >
< Va bene, > asserì, posando una banconota da dieci dollari sul tavolo, < andiamo? >
< Andiamo > dissi mente prendevo la mia borsa e uscii dal bar insieme a Robert. Chissà, questo potrebbe essere l'inizio di una nuova amicizia.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Forse sono innamorata di te

< Allora? Quando finisce questa benedetta rivoluzione francese? > domandò Jenny mentre leggeva il foglietto che aveva tra le mani.
< Questa la so…questa la so… > dissi mentre mi concentravo < 1789? >
< No, quella è la data d'inizio. Finisce nel 1799 > mi corresse la mia migliore amica.
Mi buttai pesantemente sul letto e abbracciai il cuscino.
< È inutile, non ce la farò mai >
< Devi concentrarti. Coraggio, questa è facile…chi era il re che venne ghigliottinato nella piazza della Rivoluzione? E in che anno? >
< Luigi XIV, il 21 gennaio 1793 >
< La data è giusta… > disse Jenny sorridendo.
< Ma? > domandai esasperata.
< Luigi XIV è il Re Sole, il sovrano di Francia che ha dato inizio al dominio assoluto > si intromise Robert e si sedette accanto a me, baciandomi la guancia < Luigi XVIII è il sovrano che viene ghigliottinato durante la rivoluzione francese. Sua moglie, Maria Antonietta, venne ghigliottinata il 16 ottobre dello stesso anno >
< Perché tu sai tutte queste cose? > chiesi con sconforto.
< La rivoluzione francese è stato un argomento che mi ha sempre affascinato, quindi è stato semplice per me impararlo e ricordarlo tutt'ora > rispose mentre appoggiava una mano sul mio fianco e mi stringeva a sé < ciao, Jenny >
< Ciao, Rob. Tutto bene? >
< Sono un po' stanco, ma non mi lamento. Tu? >
< Sto diventando matta per superare questo esame, esattamente come Michelle > rispose sorridendo.
< Come hai fatto ad entrare? > domandai voltandomi verso Robert.
< Mi ha aperto Georgina >
< E brava Georgina! > risposi mentre appoggiavo una mano sulla sua guancia.
< Avanti, poche smancerie! > intervenne Jenny battendo le mani < un'altra mezz'ora e poi io devo vado, fate i bravi >
< Posso aspettare > rispose lui allontanandosi da me e si sedette per terra.
< Non stai scomodo? > domandai guardandolo.
< No, continua a studiare > ribatté serio.
< Okay, questo è molto importante per il professore…qual'è il motto che vige su tutta questa rivoluzione? >
< Liberté, Égalité, Fraternité. Questa era facile > risposi sorridendo.
< E per Smith è la cosa più importante > disse Jenny sorridendo.
< Sì, l'hai già detto >
Nell'ultima mezz'ora di studio me la cavai discretamente e sospettavo che fosse per merito di Robert, perché volevo fare una bella figura davanti a lui.
< Va bene, ora ti lascio in pace. Domani pomeriggio ci vediamo da me? > domandò la mia migliore amica.
< Certo, a domani > risposi sorridendole e Robert mi si avvicinò.
< Tranquilla, non stare ad accompagnarmi. Conosco la strada > disse sarcasticamente, ma poi mi fece l'occhiolino e ci lasciò soli.
< Lo sai che sei sexy quando studi? > domandò Robert mentre mi baciava il collo.
< Sì, me lo ripeti ogni volta che mi vedi studiare > risposi ridendo e mi voltai per guardarlo negli occhi < finalmente soli >
< Già > rispose mentre si avvicinava per baciarmi < allora, per questa sera ho due proposte… >
< Spara >
< La prima, è una bella cenetta a base di sushi a lume di candela a casa mia, mentre la seconda scelta è una cena da Gustav e… >
< Gustav > lo interruppi entusiasta.
< Lo sospettavo > rispose baciandomi la punta del naso < vestiti elegante, passo a prenderti tra quaranta minuti >
< Okay > risposi accompagnandolo alla porta.
In fretta e furia schizzai in bagno, mi feci una doccia veloce e poi corsi in camera a scegliere che cosa indossare. Chiusi gli occhi e tirai fuori dall'armadio un vestito blu lungo fino alle ginocchia con le balze, con lo scollo a V e che si annodava dietro al collo e sopra gli abbinai una giacchetta color panna. Ai piedi mi infilai un paio di zeppe dello stesso colore del vestito, mentre la borsa si abbinava alla maglia. Mi diedi giusto un po' di matita nera per accentuare l'azzurro degli occhi azzurri e mi feci qualche boccolo verso le punte dei capelli. Mi spruzzai un po' di profumo, presi il cellulare dal mio zaino di scuola e aspettai che Robert venisse a prendermi; il che avvenne dopo cinque minuti e lui era bello come non mai.
< Pronta? > domandò porgendomi il braccio.
< Prontissima > risposi mentre chiudevo la porta di casa < sei davvero molto bello > dissi voltandomi verso di lui.
< Anche tu non scherzi > rispose facendomi l'occhiolino.
< Già, per una volta lo shopping con Bianca è servito a qualcosa > risposi ridendo.
< Ma io non mi riferivo al vestito > obiettò facendomi l'occhiolino.
< Oh, beh…grazie > dissi arrossendo.
Da perfetto gentiluomo mi aprì lo sportello della macchina per farmi accomodare, ignorando deliberatamente i paparazzi che ci stavano fotografando dall'altra parte della strada, nascosti tra i cassonetti dell'immondizia. Erano passati mesi da quando Robert ed io ci eravamo messi insieme, ufficializzato il giorno in cui aveva preso a botte Aaron e mi ero quasi abituata ai fotografi che ci seguivano sempre.
Per i primi tempi ero passata sotto lo pseudonimo di Nikki Weber, ma ben presto da Nikki venni battezzata Angela, tutto per merito del fotografo della spiaggia. E mi andava bene usare un falso nome, fino a che quell'oca di Olivia, per farmi un dispetto, non aveva rivelato ad una rivista scandalistica il mio vero nome. Michelle Waldorf. E questo scandalo era durato per una settimana intera. La stampa scandalistica sembrava essere totalmente impazzita. E per la felicità di Bianca anche i paparazzi avevano cominciato a paragonarmi a Blair Waldorf e una volta uno di loro mi aveva fermato prima che potessi arrivare a scuola e mi aveva chiesto se ero interessata a partecipare ad un episodio di Gossip Girl. La mia risposta fu epica, perché non gli dissi niente, ma mi limitai a ridergli in faccia. L'ultima cosa a cui aspiravo a questo mondo era la popolarità.
Ma ogni volta che finivamo su un giornale Robert mi guardava mortificato ed era davvero dura farlo smettere di essere in colpa.
I paparazzi cominciarono a dare di matto quando lui si presentò al David Letterman Show con il labbro rotto e un occhi nero. Aveva provato a sviare usando la battuta del “
sto girando il sequel di Remember Me”, ma poiché il suo personaggio era morto nessuno gli credette. E ad un certo punto confessò che aveva fatto a botte la sera prima per “salvare una ragazza in difficoltà”, ignorando così la scusa della rissa al bar che gli avevo suggerito io. David Letterman gli chiese se la misteriosa ragazza fosse Kristen e lui negò, rimanendo comunque sul vago.
Molti cominciarono a dire che era solo una scusa per nascondere la sua relazione con Kristen, ma dovettero ricredersi quando venne pubblicata una foto mia e di Robert in spiaggia, dove la mia faccia era coperta dal mio enorme cappello di paglia e lui mi stava abbracciando e baciando il collo. E poiché avevo ancora addosso la divisa scolastica, la gente capì subito che non poteva essere Kristen Stewart la fantomatica fidanzata di Robert Pattinson. E da quel pomeriggio le fan di Robert si divisero in vari gruppetti: chi mi invidiava, chi mi odiava perché stavo io con Robert e non loro e chi mi odiava perché non era Kristen a stare con lui.
Robert guidò fino al ristorante, parcheggiò nel parcheggio sotterraneo, quello riservato ai VIP, e ci incamminammo verso l'entrata del ristorante.
< Robert, che piacere! > esclamò un signore sui quaranta.
< Ciao, Oliver! > rispose Robert stringendogli la mano.
< Avevi prenotato per le otto, vero? >
< Esatto >
< Va bene, seguitemi >
< Lui è Oliver, il proprietario di questo ristorante > sussurrò Robert mentre mi trascinava con sé.
< Oh, ho capito > risposi sorridendo.
Il nostro tavolo era un tavolo appartato e circondato da dei separé.
< Ora vi porto subito i menù >
< Grazie > risposi sorridendo < certo che non ti fai mancare proprio niente, eh? > dissi guardando il mio accompagnatore.
< Lo faccio per preservare il tuo anonimato >
< Il mio anonimato è andato a farsi benedire già da un po' > obiettai ridendo.
< Lo so > sospirò, visibilmente seccato.
< Hey > dissi reclamando la sua attenzione e posai una mano sulla sua < niente musi lunghi, ne abbiamo già parlato a sufficienza >
< Sì, lo so. È solo che mi dispiace che ti assillino così >
< Preferisco essere assillata da tutti i paparazzi del mondo piuttosto che da mia madre > gli risposi e si mise a ridere di gusto.
< Sai, era da tanto che non venivo qui > mi disse dopo qualche minuto.
< Davvero? Pensa che invece è la prima volta che ci entro io > ribattei ridendo < quand'è stata l'ultima volta che sei venuto? >
< Poco prima di mettermi con te. Ero venuto a mangiare con Kristen. Ricordo che per quella sera avevano chiuso un'ala del ristorante solo per noi due… >
Kristen? Avevo capito bene, Kristen? Mi aveva portato in un locale dove era stato con
quella? Lo fissai sconcertata e irritata e lui inarcò le sopracciglia, lanciandomi uno sguardo interrogativo.
< Mi porti in un locale dove sei stato con
lei? >
< Hai ragione > rispose, ridendo < mi ero scordato della tua gelosia immotivata verso Kristen >
< Immotivata? Ma ti ha dato di volta il cervello? > sbottai < ci facevi sesso fino a poco tempo fa ed io non dovrei essere gelosa? >
< Appunto, era solo sesso >
< Ma tu la corteggiavi lo stesso e ne eri anche innamorato >
< Non ne ero innamorato >
< Bugiardo > ribattei togliendo la mano dalla sua.
In quel momento arrivò un cameriere e ordinammo entrambi come primo della pasta ai quattro formaggi e di secondo della carne, mettendo da parte il discorso Kristen.
< Vuoi un dolce? > domandò Robert dopo il caffè.
< Preferirei andare a prendere un gelato >
< Certo > rispose sorridendo, poi chiamò il cameriere per farci portare il conto < dove vuoi andare a prendere il gelato? > chiese una volta saliti in macchina.
< Dove lavora Jenny >
< Nemmeno a dirlo, eh? > rispose sorridendo.
Uscimmo dal ristorante e dopo dieci minuti arrivammo in gelateria e Jenny ci guardò con occhi sgranati, mentre alla proprietaria quasi venne un infarto quando vide Rober.
< Michelle, Caspita, sei da urlo! > esclamò sorridendomi.
< Grazie, Jenny > risposi sorridendo.
Robert ordinò un gelato con nocciola e stracciatella, mentre io presi una brioche con il pistacchio e non appena Jenny ci servì una schiera di fan di Robert lo reclamarono per fare foto e autografi, così mi misi a sedere su una panchina da sola, fino a che Jenny non si prese una pausa e venne a farmi compagnia.
< Posso? > domandò mentre guardava la mia brioche.
< Certo > risposi porgendogliela.
< Mmm, faccio delle brioche col gelato che sono davvero buone! > esclamò sorridendo.
< Oh sì, ci vuole una laurea per tagliare un panino dolce e metterci dentro del gelato > dissi prendendola in giro.
< Ma…non ti da fastidio? > chiese mentre indicava Robert che faceva gli autografi.
< Posso capirle. Farei lo stesso anche io se lo incontrassi per strada. E poi fa parte del suo lavoro avere fan, non posso e non voglio obbligarlo a ignorarle >
< Ricordi quando siamo andate a Londra per cercarlo e invece lui era a New York? >
< E come dimenticarlo! > risposi ridendo < è stata la vacanza più bella, non mi sono mai divertita tanto! >
< Già, la penso anche io come te > disse Jenny ridendo < senti, ne vuoi una? > domandò porgendomi una sigaretta.
< E tu da quando fumi? > domandai sorpresa.
< Walter mi influenza negativamente > rispose scrollando le spalle < e tu? Da quando hai smesso di fumare? >
< Da quando sto con Robert >
< E dire che lui fuma >
< Eh, grazie! Si fuma anche le mie perché è sempre senza! > risposi lanciando un'occhiataccia a Robert, che non vide perché era troppo impegnato con gli autografi.
< Dai, rifatti >
Jenny mi porse una sigaretta e mi prestò il suo accendino.
< Oh, di chi sono? > domandò Robert quando ci raggiunse.
< Le mie > rispose Jenny porgendogli il pacchetto < ne vuoi una? >
< Sì, grazie > disse Robert sorridendo < le mie le ho finite >
< Sì, pure le mie hai finito > obiettai acida < hai firmato tutto? > domandai cambiando argomento.
< Sì. Ho male alla mano > rispose e sia Jenny che io scoppiammo a ridere < come siete antipatiche > sbuffò mettendo il broncio.
< Andiamo a casa? > domandai guardando l'orologio del cellulare.
< Okay > rispose Robert prendendomi per mano.
< Ciao, Jenny > dissi abbracciando la mia amica.
< Ciao Michelle. Ci vediamo domani >
< Okay >
< Ciao, Rob! >
< Ciao, Jenny >
Rientrammo in macchina e tornammo a casa, poi Robert parcheggiò e venne ad aprirmi lo sportello.
< Vieni un po' da me? > domandai indicando casa < Bianca non c'è… >
Inarcò le sopracciglia, poi si avvicinò al mio viso, portandomi un ciuffo dietro l'orecchio e guardandomi maliziosamente.
< Perché invece non vieni da me? Io non ho problemi, non abito con nessuno… >
Mi allontanai di scatto e mi appiccicai al vetro.
< Non sta scritto da nessuna parte che questa sera dobbiamo farlo. Io ti avevo solo invitato a bere qualcosa di diverso dalla birra >
< Dice così la tua generazione? > mi provocò ridendo.
Risi e lo spinsi, dandogli dello stupido. Entrammo in casa e accesi la luce, per poi chiudermi la porta alle spalle e appoggiai le chiavi dentro lo sgombra-tasche. Mi tolsi la giacca e l'appesi sull'appendiabiti e quando mi voltai verso di Robert, vidi che la sua faccia era vicinissima alla mia.
< Che c'è? > domandai deglutendo.
Mi indicò un punto nella fronte e poi rise.
< Hai avuto la varicella anche tu da piccola, vero? >
Annuii e lo feci accomodare sul divano, mentre io sgattaiolai in cucina e aprii la vetrinetta con dentro gli alcolici, prendendo una bottiglia di Martini e dopo aver preso due bicchieri e due olive ritornai in sala.
< Va bene il Martini? > domandai porgendogli il suo bicchiere e sedendomi accanto a lui.
< Benissimo. Certo che ti sai trattare bene >
< Tutto merito di Bianca e della sua vetrinetta per gli ospiti >
< Vuoi farmi credere che tu non la usi mai? > chiese sogghignando.
< La usa più lei che io >
< Che brava ragazza che sei >
< Oh sì > risposi sorridendo.
< Ma scommetto che nel profondo sei una bad girl > disse avvicinandosi a me.
< Sono pur sempre una Waldorf > ribattei a pochi centimetri dal suo viso.
Appoggiai le mie labbra su quelle di Robert e lasciai cadere il bicchiere, ormai vuoto, sul tappeto, facendo scivolare le mani sui suoi capelli; mentre Robert, dal canto suo, mi prese per i fianchi e mi invitò a sedere su di lui, facendo vagare le sue mani per tutta la mia schiena.
< Che cosa stai facendo? > domandai con un sorrisetto.
< Cerco la cerniera del vestito > rispose con non calanche.
< Perché non provi sul lato destro? > ipotizzai mentre appoggiavo le mani prima sul suo petto e poi le feci scivolare sotto la camicia < senti, che ne dici di spostarci in un luogo un po' più comodo? >
< Tipo? > chiese mentre mi baciava il collo.
< Uhm…camera mia? >
< Ma qui è comodo… >
< Sul divano? >
Mi diede un leggero morso sul lobo dell'orecchio e rabbrividii.
< Preferisci il pavimento? >
Risi.
< No, Hannibal, preferisco di gran lunga il mio letto >
Cercai le sue mani che allontanai dal mio vestito e scesi dalle sue ginocchia.
< Ai suoi ordini > rispose alzandosi e tentando di prendermi in braccio, ma senza riuscirci, perché mi divincolai immediatamente.
Risi quando tentò di prendermi in braccio una seconda volta e anche in quell'occasione lo ostacolai; ma quando mi voltai verso di lui, dopo che ebbe provato per la terza volta, si sporse un po' troppo verso di me e cascammo entrambi sulle scale. Risi di nuovo e tentai di alzarmi, ma le sue mani me lo impedirono e dopo che mi ebbe bloccata sotto di lui, ricominciò a baciarmi con la stessa passione che aveva usato sul divano. Afferrai i lembi della giacca e li strinsi, cercando di aumentare la passione per il bacio. E quando sentii la sua eccitazione premere sul mio bacino capii che non mi importava che le scale fossero scomode. L'unica cosa che volevo era Robert, lo desideravo come una matta. E sentivo che anche per lui era la stessa cosa. Dio, ero tutta un brivido.
Poco dopo si alzò e mi afferrò la mano per aiutarmi a fare lo stesso, e ci dirigemmo verso la mia camera.
< Lasciami la soddisfazione di togliertelo > piagnucolò dietro di me quando tentai di slegarmi il nodo del vestito.
< Agli ordini > risposi fermandomi davanti alla porta della mia camera, permettendo a Robert di raggiungermi e di rincominciare a baciarmi.
Portai le braccia attorno al suo collo, mentre lui mi toglieva il vestito e mi accarezzava i fianchi.
< Sei ancora più bella di come mi immaginavo… > sussurrò mentre mi baciava il collo.
< Signor Pattinson, vuole forse dire che mi ha immaginata senza vestiti? > domandai con finto imbarazzo.
< Sì, e non hai idea di cosa pensavo di farti ogni volta >
< Bene > dissi mentre gli afferravo la giacca e gliela sfilavo, stessa sorte che toccò alla camicia < per fortuna che ora non è una fantasia > ripresi mentre mi avvicinavo al letto, poi mi voltai nella sua direzione.
Lo guardai negli occhi, mentre lui studiava ogni centimetro del mio corpo. Aveva una luce strana, sembrava…eccitato.
< Questo non me l'aspettavo > disse soffermando lo sguardo sul mio ventre.
< Cosa? > domandai guardandomi.
< Il tatuaggio >
< Non te l'ho mai detto? >
< No, altrimenti me ne sarei ricordato > ribatté avvicinandosi ed entrambi finimmo sul letto.
< Ops…beh, sorpresa >
Rise e cominciò a stuzzicare le mie labbra con le sue, mentre piano piano la sua mano sinistra si faceva strada sulla mia schiena, verso il sedere. E la destra non tardò molto ad imitare “la sua amica”, tant'è vero che mi spinse ancora di più verso di lui.
< Cazzo > brontolai allontanandomi dalle sue labbra.
< Qual'è il problema, Mitchie? > domandò prima di scendere con le labbra a baciarmi la mandibola.
< Aspetta un attimo > risposi allontanandomi dal letto.
< Hey, dove vai? > domandò ancora una volta, senza però ricevere una risposta.
Corsi in lavanderia con solo la biancheria intima addosso, ringraziando il cielo che non ci fosse nessuno in casa a parte noi, e tirai fuori dalla lavatrice la mia divisa scolastica, che poi infilai nell'asciugatrice. Aspettai dieci minuti e finalmente potei tornare in camera con la divisa in mano.
< Mi hai lasciato qui da solo per
quella? >
Lo guardai imbarazzata e poggiai la mia divisa sulla scrivania.
< Mi ero dimenticata di prenderla dalla lavatrice. Dovevo farlo, altrimenti domani sarei andata nuda a scuola > dissi per giustificarmi.
Rise e si alzò, prendendomi entrambe le mani.
< Ora però non lasciarmi più > mi sussurrò all'orecchio, facendomi stendere sotto di lui questa volta.
Le sue mani su tutto il mio corpo mi stavano facendo impazzire. Letteralmente. Ogni volta che erano a contatto con la mia pelle avevo la pelle d'oca. E quando si accorgeva di questo mi accarezzava le braccia, come se temesse che avessi freddo e volesse scaldarmi.
Spostai le mani dai suoi fianchi al suo ombelico, trovandomi così a giocare con i peli sul suo petto, mentre lui era troppo impegnato a baciarmi il collo e a salire con le mani verso i miei seni. Gemetti quando la sua mano toccò la stoffa del reggiseno e subito spostò la bocca verso la mia per baciarmi.
Sorrisi tra un bacio e l'altro, gli slacciai i pantaloni che tolse con un gesto rapido e spostai le mie dita sull'elastico dei suoi boxer, gesto che non lo lasciò del tutto indifferente.
Risi ancora una volta. Ridevo, perché in quei nostri gesti non c'era la fretta e la voglia di concludere tutto il prima possibile. Non eravamo come quegli adolescenti che volevano tutto subito; no, eravamo semplicemente due persone che si amavano e godevano della reciproca compagnia nello stesso momento.
Avevamo entrambi il respiro accelerato quando finimmo di spogliarci e dopo che fu entrato dentro di me portai le mani sui suoi capelli, tirandogli appena un po' la testa indietro.
Jenny ed io avevo sempre immaginato come sarebbe stato fare sesso con Robert Pattinson, così come ogni ragazza ammaliata dalla sua bellezza. Ma davvero, mai avrei potuto immaginare che sarebbe stato così: mi sentivo bene, protetta, come se il mondo si fosse fermato per lasciare che noi due ci amassimo. Tutto era assolutamente perfetto.
E quando la magia si interruppe, uscì da me e mi prese tra le sue braccia.
< Allora > sussurrai, ancora ansante < questo batte la meravigliosa partita a strip poker con Tom e le vostre ex compagne di scuola che non hai fatto altro che elogiare da quando ti ho raccontato del mio strip monopoli del Natale scorso? >
< Decisamente > rispose baciandomi una tempia < non mi sono mai sentito così bene con una persona >
< Questo lo dici a tutte le ragazze con le quali fai sesso? > domandai punzecchiandolo.
< Scema! > esclamò ridendo < sono serissimo >
Sorrisi apertamente.
< Quindi nemmeno con Kristen? >
< Con lei era solo sesso, con te no. Con te è
amore > rispose mentre mi accarezzava una guancia, calcando sull'ultima parola.
< Allora questo vuol dire che dopotutto a me ci tieni >
< Ho fatto a botte per te e ti ho implorato di stare con me. Credevo che già l'avessi capito >
< Sì, ma mi piace sentirmelo dire >
< Sciocca! > esclamò ridendo e mi alzò il mento per baciarmi.
< Ho tanta voglia di dirti una cosa, ma ho paura di sbagliare, che sia troppo presto > ammisi abbassando lo sguardo.
< Provaci >
Chiusi gli occhi, feci un respiro profondo e poi lo guardai.
< Forse sono innamorata di te > sussurrai imbarazzata < anzi, no, rettifico. Ti amo >
< Era ora che ti decidessi a dirmelo > ribatté sfiorandomi il naso con le labbra.
< Avresti potuto dirmelo anche tu > dissi lanciandogli un'occhiataccia.
< Ricordi quello che mi hai detto mesi fa, quando mi parlavi di Aaron? >
< No… >
< Hai detto che quando lui aveva detto di amarti, tu ti eri bloccata, perché non eri sicura di cosa provare. Mi hai detto di avergli risposto che lo amavi anche tu, giusto perché non volevi che pensasse che non tenevi a lui, anche se ancora non eri completamente innamorata… >
< E ti ricordi ancora quello che ti ho detto quasi un anno fa? >
< Certo >
< Wow, che memoria che hai… >
< Mangio tanto pesce >
< Anche io, ma nonostante ciò ho una memoria da far schifo > risposi ridendo.
< Mitchie? > mi chiamò mentre cercava la mia mano.
< Sì? >
< Ti amo anche io > sussurrò.
Mi voltai per guardarlo e gli sorrisi, poi mi allungai per baciarlo e Robert si abbassò per aiutarmi.
< Che ore sono? > domandai poco dopo.
< Le tre. Perché? >
< Bianca tornerà tra poco >
< Vuoi che me ne vada? > domandò con uno sguardo triste.
< No, mi basta chiudere a chiave la porta > risposi alzandomi dal letto e chiusi a chiave la porta della mia camera, poi tornai di corsa verso il letto, recuperai la mia biancheria e me la rinfilai.
< Se te la rimetti, poi sarò costretto a togliertela di nuovo >
< Accomodati > risposi sorridendogli maliziosamente mentre mi rinfilavo sotto le coperte.
Robert ridacchiò, ma poi seguì il mio esempio e si rinfilò i boxer. dopodiché si ristese accanto a me e mi abbracciò.
Chiudemmo gli occhi e ci abbandonammo ad un sonno profondo, ma venni svegliata improvvisamente dallo sbattere di un letto. Mi alzai dal mio letto e uscii dalla mia stanza, scoprendo che i rumori, gemiti compresi, provenivano dalla stanza di mia madre. I suoi vestiti e quelli di Mike erano sparsi per tutta la scala.
Raccolsi il mio vestito e mi voltai per tornare a dormire, ma i rumori aumentarono, così camminai verso la porta della camera di Bianca e la colpì.
< C'è gente che vuole dormire! > urlai.
< Scusa, amore! > rispose Bianca ridendo e, finalmente, incominciarono a fare meno casino.
Feci dietrofront e tornai in camera.
< Che cos'è successo? > domandò Robert con la voce impastata.

< Mmm, interessante…vogliamo fargli vedere che noi siamo più bravi? > propose maliziosamente.
< Metti la tua bestiola a cuccia > risposi facendogli la linguaccia e mi accoccolai nuovamente tra le sue braccia.

Pure oggi sarò relativamente breve...dovrei studiare perché domani sono via tutto il giorno, ma non ho per niente voglia -.-
Poi sono eccitata! Manca poco più di un mese al concerto dei Thirty Seconds To Mars a Bologna! Non vedo l'ora *___*
Comunque, eccovi lo schifitolo ( schifo capitolo) che avrei voluto cestinare, ma non ho tempo per riscriverlo. Quindi mi spiace, ma ve lo tenete così.
Pregate per me perché sabato prossimo possa non aver niente da fare! Grazie a tutte voi che leggete e apprezzate i miei capitoli (e se qualcuno che legge non gli piace....fuck! No, scherzo! Necessito di critiche costruttive :D)

Besos
Giulls♥

   
 
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