Note
dell'autrice:
Questa che state per leggere è
la
storia che si è classificata 2° al concorso "
FriendS
Forever Contest"
indetto da ForgottenSnow. Il contest prevedeva di scegliere un animale
e di
farlo partecipare attivamente alla storia.Questo animale era legato ad
un
personaggio della saga della Meyer ed anch’esso doveva essere
partecipe.
Nick:
.-.Frakie.-.
Titolo:
Un regalo
inaspettato
Animale
domestico scelto: Collie
Personaggi
principali: Jacob Black
Genere:
Romantico,
Sentimentale
Rating:
Verde
Avvertimenti:
One-shot
Introduzione/NdA:
Jacob innamorato
della sua Nessie troppo distante, trova un vivace amico a quattro zampe
come
compagno.
A fine storia il giudizio, Enjoy ^^
Un Regalo Inaspettato
Era una
mattina come
un’altra. Le gocce
di pioggia scendevano piano sul vetro della mia camera. Sentivo odore
di caffè
nero arrivare dalla cucina, molto probabilmente mio padre ne aveva
preparato
anche per me. Mi alzai, presi i vestiti che si trovavano sul fondo del
letto e
li indossai. Andai verso il piccolo bagno vicino alla mia camera e mi
guardai
allo specchio. Non dormivo bene da giorni, da quando Nessie era andata
con i
suoi genitori presso il clan Denali. Edward voleva trascorre qualche
tempo
fuori da Forks assieme alla sua famiglia. Io purtroppo non ero compreso
nel
gruppo. Non riuscivo a stare senza di lei, saperla lontana mi faceva
sentire in
ansia, agitazione che non si placò nemmeno dopo la doccia
fredda che feci per
lavarmi di dosso tutte le tossine negative che avevo accumulato durante
la
settimana. Avevo deciso di fare turni di guardia doppi, speravo che in
quel
modo il tempo sarebbe passato più velocemente e che il mio
mostriciattolo dai
lunghi boccoli ramati, sarebbe tornato prima da me.
Invece ero riuscito
solo a far crescere il dolore fisico, oltre a quello mentale. Andai
verso il
tavolo della cucina, dove trovai un biglietto:
Charlie
è
passato a prendermi per andare
a pesca, ritornerò per ora di cena. Ti ho fatto il
caffè, buona giornata. Papà
Accartocciai
il
foglio e lo gettai nella
spazzatura.
Giornata
perfetta,
pensai, dovrò passare
tutta la mattinata da solo ad annoiarmi. versai il liquido scuro che
stava
nella caffettiera nella mia tazza. All’improvviso qualcosa
attirò la mia
attenzione. Qualcuno stava bussando all’entrata; no, non
bussava, graffiava.
Posai la tazza sul bancone della cucina e mi diressi verso la porta e
l’aprii
piano: un cucciolo di cane fradicio mi guardava con occhi smarriti e
impauriti.
«Ehi,
e tu
chi sei?» il cucciolo
scodinzolò e i suoi occhi divennero più languidi.
«Ok,
ok.
Ti faccio entrare, però aspetta
qui un secondo. Se lavi la cucina Billy mi sgozza. Fermo, non ti
muovere!» corsi
verso il bagno in cerca di qualche vecchio straccio per asciugare il
cane, ma
non trovai niente. Presi allora il mio accappatoio e mi diressi verso
l’entrata. Cercai il cucciolo con lo sguardo, ma non lo vidi
vicino alla porta:
era infatti, per mia sfortuna, salito sul divano e continuava a
strofinare il
pelo sul copri-divano per asciugarsi.
«No,no,no!!!
No cavolo!» presi il cane in
braccio e lo buttai sul pavimento.
«Guarda
che casino mi hai combinato! Ora
mi toccherà lavare quel copri-divano prima che Billy arrivi,
cazzo!!» il
cucciolo mi guardò. I suoi occhi per un attimo riuscirono ad
intenerirmi, ma
subito distolsi lo sguardo.
«Caro
mio,
con me non funziona! Sai, sono
capace anch’io di fare quello sguardo da cane bastonato! Con
Nessie, la mia
ragazza, lo uso spesso…sai, quando faccio qualcosa che non
le va, allora io
sfodero lo sguardo languido e lei cade subito ai miei piedi.. ah, la
mia dolce
Nessie» il cane continuava a fissarmi, ma aveva cambiato
espressione. Sembrava
quasi capirmi…possibile?
«D’accordo,
sto diventando pazzo!» il
cane abbaiò. Mi aveva risposto? No, questo era veramente
troppo! Però, a
pensarci bene…dovevo pur sfogarmi con qualcuno. Dopotutto,
chi poteva capirmi
meglio di un essere della mia stessa specie?
«Ehm,
dunque…intanto devo trovarti un
nome, non posso rivolgerti la parola chiamandoti cane!
Quindi…ehi, che ne dici
di Bobby?» il suo sguardo parlava chiaro.
«Niente
Bobby, ok. Beh, allora, essendo
il tuo manto a macchie, potrei chiamarti Spotty, ti piace?»
il cane non mi
degnò di uno sguardo e senza che me ne accorgessi era sceso
dal divano e si era
messo a correre verso la mia camera.
«Dicono
che chi tace acconsente, quindi
vada per Spotty. Ehi, piccolo, torna qui!» mi avviai verso la
mia stanza.
Quello che vidi mi apparve strano: il cane infatti stava fissando a
lungo la
foto di Nessie e contemporaneamente guardava me. Sembrava come se
cercasse di
chiedermi chi fosse.
«Quella
è Nessie, la mia ragazza…» le
parole mi uscirono di bocca senza che neanche me ne accorgessi; stavo
parlando
con un cane, ma cosa cavolo mi stava succedendo?
“E
forse
mi capisce” pensai “no, adesso
sto veramente perdendo la ragione, devo uscire”.
«Scusami,
ma io devo fare una cosa.
Vieni, ti porto un po’ fuori. Avanti, un po’ di
pioggia non ti farà male!» presi
il cane e lo portai fuori con me. Dovevo trasformarmi, avevo bisogno di
sfogarmi correndo.
«Tu
stai
qui, non ti muovere, d’accordo?»
pregai che mi desse ascolto. Lo guardai per un’ ultima volta
prima di
completare la mia trasformazione. Non mi presi nemmeno la briga di
togliermi i
pantaloni, tanta era la fretta che avevo.
Crede
veramente che
io possa rimanere
tutto il tempo qua fuori al freddo? Siamo impazziti? Io sono un collie,
sono un
cane di razza! I miei genitori hanno vinto innumerevoli medaglie per la
loro
bellezza! Se crede che resterò qui a congelare…!
Mi
voltai. Era il
cane che aveva parlato
o era ancora una volta frutto della mia immaginazione?
Ehm,
capisci quello
che dico?
Il cane
si
voltò verso di me. Nei suoi
occhi potevo leggere terrore, panico e pure stupore.
C-che
cosa sei? Disse con un
atteggiamento sempre più
impaurito.
Sono
un mutaforma.
Sì, ecco, normalmente
sono un uomo, ma posso anche trasformarmi all’occorrenza in
lupo. Sai, quando
dei vampiri nemici attaccano il branco noi ci trasformiamo!
Mi guardava sempre
più stupito. Io sotto
i baffi intanto me la ridevo. Sembrava Charlie la prima volta che aveva
saputo
della nostra “condanna”.
Vampiri?
E hai detto
noi? Quanti siete?
Hai
presente la
ragazza rossa della foto
che hai visto in camera mia? Il
cane annuii.
Beh,
lei
è la mia fidanzata. Lei e la sua
famiglia sono vampiri; noi mutaforma siamo nemici per natura della sua
specie,
ma loro non sono proprio veri succhiasangue, loro non uccidono le
persone. Così
con loro andiamo d’accordo. Riguardo alla seconda domanda, ho
usato il noi,
perché siamo un branco di circa una ventina di elementi.
Quando dei vampiri si
avvicinano ai nostri territori ci moltiplichiamo, un po’ come
i funghi!
Impossibile
descrivere lo sguardo del
cane. Sorpreso, sbigottito? No, questi due aggettivi sono troppo
riduttivi.
Che
c’è? Pensavi di essere tu l’unico
canino della situazione? Mi dispiace deluderti, ma a quanto pare ci
sono
anch’io! no, non
si
aspettava di certo che il ragazzo che lo aveva fatto entrare in casa
sua fosse
della sua stessa specie bene o male.
Ehi,
si
può sapere da dove sei saltato
fuori? Se sei un cane di razza, se sei un cane di alto rango, che ci
fai qui a
Forks? Il cane non
rispose, continuava a fissarmi. Poi ad un certo punto si fece coraggio
e prese
la parola.
Non
lo so nemmeno
io! Una pazza è venuta
questa mattina a prendermi nella villa dei miei padroni. Continuava a
ripetere
che la sua nipotina sarebbe rimasta entusiasta del regalo,
cioè di me. E non ti
ho detto che oltre ad essere pazza, emana anche un odore
così disgustoso e
mette pure i brividi! Appena mi ha fatto scendere dall’auto
mi sono messo a
correre a più non posso nella foresta.
Non
sapevo
perché, ma avevo come
l’impressione di conoscere la pazza.
Tu
prima, in casa mi
capivi? O era solo
una mia impressione? pensai
guardandolo.
No,
ti capivo
benissimo. Bene, almeno
quello mi dava la certezza di non essere diventato pazzo.
Dov’è
la tua ragazza ora?
Già,
dov’era la mia ragazza in quel
momento? Dov’era la mia piccola, dolce e fragile Nessie?
Forse si trovava
davanti al fuoco con una tazza di cioccolata calda, con dentro tanti
piccoli
pezzi di marshmallow, proprio come piaceva a lei. O forse era con suo
padre, a
caccia. Come mi sarebbe piaciuto averla tra le braccia, anche solo per
pochi
secondi, ma lei era cosi lontana. Il suo profumo, i suoi bellissimi
boccoli, i
suoi occhioni color nocciola e le sue labbra, oh le sue labbra! Tutto
mi
mancava di lei, era come se una parte di me se ne fosse andata nel
momento in
cui lei era partita.
«Non
preoccuparti tornerò presto amore
mio» mi aveva detto dopo avermi dato un lungo bacio.
«Me
lo
prometti vero? Non dovrò venire a
recuperarti nelle sconfinate lande dell’Alaska?»
«Tranquillo,
non mi perderò…ti amo amore
mio» e quelle erano state le sue ultime parole. Non avevo
avuto il coraggio, in
tutti quei giorni, nemmeno di telefonarle, sapevo benissimo infatti che
se lo
avessi fatto il mio cuore avrebbe cominciato a piangere.
Allora?
Beh,
è
partita con i suoi genitori. Sai,
la sua famiglia ha una specie di parenti in Alaska. Sua madre e suo
padre
l’hanno portata con loro lassù…
Perché
doveva farmi ricordare il
distacco? Perché doveva farmi ripensare che non era tra le
mie braccia?
Capisco.
Da come lo
dici sembra ti manchi
molto
Sì…mi
sento perso senza di lei. Sai è la
mia anima gemella, siamo legati da un filo d’acciaio
indistruttibile, i nostri
destini sono intrecciati tra loro. Siamo incatenati
dall’imprinting…
Imprinting?
pensò lui
guardandomi confuso.
È
un
evento soprannaturale, è come una
magia. Questo imprinting serve, secondo alcuni, a mantenere lunga la
discendenza di noi lupi. Per me è la cosa più
incantevole che mi sia accaduta,
mi ha legato a Nessie…
Mi
guardava cercando
di capire quello che
stessi dicendo. Forse non riusciva a capire, forse non aveva mai
provato
sentimenti del genere, forse non poteva provarli.
Non
riesco a
cogliere la bellezza di
questo legame. Sono un cane e non posso comprendere i vostri
sentimenti. Ma
riesco a capire che siete molto legati, come un cane al suo padrone?
Ci pensai un attimo.
È
un
po’ diverso, ma molto simile.
L’animale ama l’uomo perché gli da cibo
e un tetto sotto cui vivere e l’amore
per certi versi è simile. Tra di loro, gli amanti, si
nutrono a vicenda
dell’amore che provano l’uno per l’altra
e anche per quanta riguarda la casa.
Vivono a stretto contatto, hanno bisogno di sapere l’altro o
l’altra vicino a
loro , per non sentirsi mai soli…
Sì,
forse
adesso il concetto mi è più
chiaro. Ora ti posso chiedere un favore? Possiamo rientrare in casa,
sto
gelando! Lo guardai e
sorrisi.
Certo.
Una volta
entrati in
casa andai a cercare
un paio di pantaloni per me e un asciugamano per lui. Preparai anche
qualcosa
da mangiare per entrambi. Poi, una volta sazi ed asciutti continuai a
parlare
del mio amore per Nessie e di come era nato; passai tutto il pomeriggio
a
raccontare la nostra storia, cercando di tenere per me alcuni
particolari. Il
cane, Spotty, mi guardava e ogni tanto annuiva o faceva qualche strano
verso
per far vedere che capiva. Mi divertiva parlare con lui, era meglio di
un
terapista!
Nel
momento in cui
sentii la macchina di
mio padre entrare nel vialetto, il cane drizzò le orecchie e
iniziò a ringhiare.
«Tranquillo,
è solo mio padre» dissi
accarezzandogli la testa.
«Oh
Jake,
ciao. Guarda q…e lui chi è?»
disse mio padre entrando con un secchio pieno di pesci.
«Lui
è Spotty. Questa mattina è venuto a
graffiare alla porta, così ho deciso di farlo entrare, sai,
mi sentivo molto
solo, così ho preferito parlare con un cane piuttosto che
con il mio riflesso
allo specchio!»
«Io
non ce
lo voglio un altro sacco di
pulci, senza offesa Jacob, in giro per casa! Hai guardato se ha una
targhetta,
o qualcosa per ricercare i suoi padroni?»
«È
scappato di casa, mi ha detto che una
pazza lo ha preso dai suoi padroni per sua nipote»
«Una
pazza?»
«Così
mi ha detto»
«Jake,
forse era meglio lo specchio!»
disse infine mio padre con aria preoccupata. Mise poi i pesci nel
freezer e si
sedette sul divano in salotto con una birra gelata per vedere la
partita.
«Per
caso
la pazza era una ragazza
piccoletta, con i capelli neri corti?» chiesi a Spotty a
bassa voce, per non
farmi sentire da mio padre. Il cane fece si con la testa per
rispondermi. “Lo
sapevo” pensai. Non poteva altro che essere quella nana
svitata di Alice.
«Papà,
io esco, provo ad andare a cercare
il padrone»
«D’accordo,
ma torna presto»
«Certo!»
dissi prendendo il cane in
braccio. Uscii da casa e mi diressi verso la mia auto, mettendo il cane
accanto
al posto del guidatore. I suoi occhi erano terrorizzati, ma cercai di
tranquillizzarlo.
«Tranquillo,
conosco la ragazza che ti ha
preso, la nipote non le assomiglia per niente, quindi diciamo che sei
stato
molto fortunato: verrai regalato alla ragazza più bella di
Forks! Ma cosa dico!
Alla ragazza più bella di tutti i mondi
conosciuti!» dissi, cominciando a
sognare ad occhi aperti…la mia Nessie. Gli occhi di Spotty
guardavano la
strada, fissi nel vuoto. Aveva paura? Non doveva averne, sarebbe
diventato il
compagno di giochi della mia bella Nessie.
Quando
arrivammo in
prossimità di casa
Cullen, il cane cominciò a tremare e continuava a lanciarmi
occhiate
supplicatici.
«Non
ti
preoccupare, non ti succederà
nulla, fidati di me» dissi cercando di consolarlo. In quel
momento notai una
Volvo argento parcheggiata sul viale. Il mio cuore cominciò
a battere
all’impazzata e poi, ci volle una frazione di secondo, ma
riuscii a sentirlo,
il suo cuore, il battito del suo cuore.
«Nessie...Nessie!»
scesi velocemente
dalla macchina, dimenticandomi completamente del cane. Una volta uscito
dall’auto la cercai in ogni dove con lo sguardo e finalmente
eccola lì: stava
scendendo dalla macchina. Bellissima come sempre, indossava un paio di
jeans e
una semplice felpa, ma anche vestita così pareva un angelo.
«Jake!
Che
ci fai qui?» mi corse in
contro e si gettò tra le mie braccia. In quel momento la
voglia di baciarla
divenne irrefrenabile, ma mi diedi un contegno: quasi tutti i membri
della
famiglia Cullen erano lì con noi. Il suo profumo, come mi
era mancato il suo
profumo, e il suo cuore, il suo ritmo era più veloce,
batteva al ritmo del mio,
eravamo tornati una cosa unica.
«Oh
Jacob,
mi sei mancato tantissimo! Ma,
che cosa c’è nella tua macchina?» chiese
guardando all’interno dei finestrini.
«Ah
si,
lui è Spotty, é un collie..»
«Un
collie...e da quanto è con te?»
«Da
questa
mattina» mi guardò sorridendo.
«Mi
piace,
é un bel cucciolo! Anche se
preferisco un altro tipo di canino. Insomma, il lupo è
meglio...» disse
prendendolo in braccio
«Già.
Il lupo è meglio!» il suo sorriso.
Quanto mi era mancato il suo sorriso. Mi era mancato tutto di lei.
«E
dove
hai trovato questo bel cucciolo?»
mi chiese curiosa.
«Beh,
come
ti ho appena detto, questa
mattina è venuto a graffiare alla mia porta, così
lo ho fatto entrare e…»
«Reginald!
Ma dove ti eri cacciato?» la
voce quasi isterica ruppe l’incanto che si era creato in quel
momento. Ma poi,
che razza di nome era Reginald?
«Zia,
si
chiama Spotty! Hai visto che
amore? Me lo ha portato Jacob, non è adorabile? È
così coccoloso, poi ha un
pelo fantastico! Ma ciao piccolino!» le facce che faceva
erano così buffe e
adorabili allo stesso tempo.
«Veramente
questo cane…non importa. Beh,
hai fatto proprio un bel regalo alla nostra Nessie, Jacob»
disse Alice
strizzandomi l’occhio.
«Già!»
dissi io imbarazzato.
«Amore,
grazie, è veramente un bellissimo
cucciolo. Ma perché mi hai detto che lo hai trovato quando
in realtà me lo hai
comprato tu?»
Già,
pensai, perché?
«Voleva
fare il modesto!» disse Alice
«Ora dai, entriamo, Esme cucina per te da questa mattina, non
vorrai mica farla
arrabbiare vero?»
«No,
sono
troppo affamata per rifiutare
un invito a tavola! Vieni anche tu Jake?»
«E
chi sa
lascia scappare una cena di
Esme?» mi sorrise.
Finalmente
avevo
trovato la pace e la
serenità dopo aver visto quel sorriso. Avevo sperato in un
miracolo e alla fine
eccola lì, mentre mangia una fetta di torta e mi guarda
sorridendomi, come solo
lei può fare, come solo il mio amore può fare.
Eccovi il giudizio:
(Per quanto riguarda i giudizi punto per punto potete trovarli qui).
• Grammatica e Sintassi: 7.5/10
• Stile: 7/10
• Originalità: 7.5/10
• Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
• Uso dei prompt:
1. animale: 8.5/10
2. personaggio: 5/5
• Gradimento personale: 4/5
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