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Autore: Enio    07/11/2010    4 recensioni
“La verità si è fatta mito e leggenda. Ciò che creammo viene frainteso.
Sta in guardia contro la croce: saranno molti i tuoi nemici.
Messaggio recapitato. Ora lasceremo questo mondo. Tutti noi.
Non possiamo fare di più. Il resto è in mano tua Desmond. “
Genere: Azione, Drammatico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Desmond Miles , Lucy Stillman
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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De principio
( Dal principio )




Il tempo che ci rimaneva era breve, i giorni passavano svelti, l’inverno si faceva avanti. Il paesaggio mi circondava immutevole, l’altezza sproporzionata dei palazzi mi soffocava per il lungo stare nello stesso posto.
Gli alberi, perennemente verdi, erano stati sottoposti ad alcuni trattamenti dagli scienziati del luogo. In realtà gli scienziati lavoravano a mille e più progetti, ed ogni giorno vi erano notizie di grandi scoperte o successi che io non vi saprei spiegare.
Ma intorno a me, il paesaggio sembrava statico, era statico. Nulla cambiava, se non l’anticipato tramontar del sole, vittima delle leggi della natura, le quali non erano ancora state trasformate dall’uomo, avido di sapere, avido di conoscenza.
Le foglie verdi erano l’unico punto di colore della città. Il resto era bianco, un bianco costante.
E mentre tutto fluiva in un tempo che apparentemente sembrava essersi fermato, la data prestabilita si avvicinava con una velocità contrastante.
Io, ero più che concentrato sui miei allenamenti, che giorno dopo giorno, mi insegnavano l’agilità, le movenze, le tecniche ma soprattutto la mentalità dell’assassino.
Alan e Roberto, s’allenavano con me, insieme a molti altri, tutti guidati da Jane.
Usavamo svolgere il nostro allenamento sin dai primi raggi del sole, fino al tramonto. La settimana era suddivisa in diverse attività, i giorni li stabiliva Ellen che oltre a svolgere le sue normali attività, condivideva le lezioni con Jane. Lei ci insegnava a muoverci con furtività senza esser visti, ci aveva addestrato ad essere come i gatti neri nell’oscurità, silenziosi, pacati, e letali. Ma l’addestramento, era maggiormente intensificato sul combattimento, il che mi preannunciava che questa guerra, non sarebbe stata una semplice toccata e fuga.
Non si sarebbe basata su un singolo omicidio.
Qualunque fosse il finale, sarebbe tutto terminato con una grande carneficina.

I giorni procedevano ritmati come i minuti scanditi dalle lancette di un orologio. Col passare dei giorni sentivo accrescere in me maggiore potenza di quanto ne avevo appena giunto qui.

Era un giorno normale, coi soliti ritmi, ma quella mattina mi soffermai a pensare sulla figura di Ellen, che severa dirigeva alcune dei nostri allenamenti.

Lei aveva dei lineamenti non abbastanza morbidi che ritraevano un volto ovale e stretto. Il volto era illuminato da due grandi occhi verdi, dal taglio tipicamente occidentale. Le labbra sottili e chiare, si mimetizzavano timide con il resto del volto, il quale era incorniciato da una folta chioma scura, tendente al rossiccio, che solitamente teneva sciolta sulle spalle. Il suo era un fisico nerboruto, sebbene avesse una corporatura alquanto minuta. Non era molto alta, e potei constatare la sua altezza solo quando un giorno mi si avvicinò per darmi delle dritte: mi arrivava all’altezza del petto.
Usava sempre larghissimi pantaloni prettamente maschili,e ampie felpe in cui almeno tre di me potevano entrare. Quegli ampi vestiti nascondevano fin troppo bene le sue forme.
Sembrava essere un maschiaccio, soprattutto quando nascondeva i capelli tra il cappuccio delle felpe e i cappelli che spesso usava.
Talvolta volgeva delle occhiate insicure verso di me, ma queste scomparivano all’istante e si tramutavano in strani sorrisetti con l’intento di rassicurare ottenendo però, l’effetto contrario..
Se non era per il suo ruolo di istruttrice, sarebbe stata sempre in silenzio, o almeno credo. Le uniche volte che la vedevo in giro era sempre sola, ad eccezione che con Lucy con la quale sembrava aver un buonissimo rapporto. Quando svolgevamo le nostre frequenti riunioni lei era silenziosa, in pen’ombra, ed apparentemente per i fatti suoi. Talvolta mi chiedo a cosa possa pensare, o di cosa possa esser preoccupata.
Mi piaceva osservare le sue agili movenze, la sua furtività, la sua forza, e l’ammiravo, sempre di più col passare dei giorni.
E, anche se può sembrar strano, io ero il soggetto migliore per i suoi rimproveri. Già, mi sono scordato di parlare dei suoi rimproveri..
In quella ragazza appariva un velo di forza, questa talvolta trapelava nelle sue iridi, che molto spesso erano ingrigite.

< Desmond, oggi non potrò allenarti, ti affiderò ad Ellen. > Victor mi raccomandò con una semplice occhiata che mi divertì alquanto. < Amico, non è un problema. > Gli ammiccai un sorrisetto sornione per poi avviarmi verso Ellen, già pronta in tuta.
< Bene Miles, incominciamo.. per te oggi ho preparat.. > Ellen si avvicinò ammonendomi di iniziare ma io la bloccai subito. < Ehi ehi! suvvia, vuoi davvero iniziare subito, ora, in questa frazione di secondo? > L’umorismo non mi mancava mai. Mai.
< Desmond.. >
< E’ mattina.. >
< Desmond.. >
< C’è il sole.. >
< Desmond.. >
< Senti che bella giornata.. >
< Desmond! > Urlò tutto d’un tratto la ragazza che per tre volte ripetè invano il mio nome cercando di farmi smettere.. ehm, invano.
< Ok ok, ho capito.. >
< Forza allora! >
< ..Ma se ci facessimo una picc.. > Ad un tratto mi bloccai vedendo Ellen guardarmi torva. < Ooook! Ho capito, lasciamo perdere. > Sospirai infine per poi avviarmi al percorso previsto dall’allenamento di oggi.
< Quindi.. che si fa di bello oggi? > Domandai, non per un mio reale interesse, ma per interrompere il silenzio. Le mie parole causarono un lungo sospiro da parte della ragazza, decisamente stanca dei miei vaneggiamenti.
< Che si fa di bello oggi?! Oggi sarà il tuo più bel giorno.. stà tranquillo tesoro. > Mi ammiccò un terrificante sorriso che non prometteva niente di buono.

Ci recammo al campo da corsa, lì mi diede le indicazioni, perciò incominciai i miei 30 giri di corsa quotidiani.
Effettivamente stavo migliorando; i primi giorni non riuscivo a resistere prima di 10 giri, poi, giorno dopo giorno aggiungendo un giro in più, sono arrivato al record di 30. Sono soddisfazioni queste.

< Dai Desmond! Dobbiamo accelerare i tempi! Oggi 40 giri. Perciò continua e non ti fermare. >
All’udire delle parole di Ellen mi fermai piegandomi su me stesso poggiando le mani sulle ginocchia.
Quando presi fiato potei parlare. < Ma Ellen, ti prego.. sono stanco. >
< No! Continua o ne farai il doppio! >
Alle grida della giovane scattai subito, e feci altri 10 giri di quel campo enorme.
Mi avvicinai ad Ellen e nel frattempo prendevo fiato, le sue iridi severe posate su di me mi mettevano in soggezione.
< Prendi fiato. Poi vai a fare allungamenti, dopo di che, passiamo direttamente alla lezione. >
Annuii senza dire altro. Respirai a fondo, poi iniziai ad allungarmi, finito anche quello mi rivolsi ad Ellen.
< Ellen, la lama celata? >
< Non ti servirà. Niente lama. Ci saranno occasioni in cui non potrai usare la lama, ne il corpo; abbiamo ritenuto che sia meglio farti imparare ad usare le armi da fuoco solo dopo un determinato periodo di tempo, quel tempo è passato. E’ ora. Seguimi. >
Rimasi stupito dalle sue parole che oltre a lasciarmi basito, mi fecero riflettere sul credo degli assassini, che vietava l’omicidio a distanza, quindi qualunque polvere da sparo, o veleni. Il credo fu comunque cambiato dalla setta rinascimentale. Oggi è alquanto strano pensare di combattere con le lame, che purtroppo, sono state sostituite dalle armi da fuoco.

Ci dirigemmo in un’edificio a parte, dove dentro vi erano le sale adibite all’utilizzo di pistole, fucili ecc.
All’entrata vi era un pannello da cui si poteva scegliere l’arma che si voleva usare, poi un corridoio che conduceva verso diverse sale. < Ecco, prendi questa, ti parrà dura e complicata. Semplicemente motivo di sicurezza. Andiamo. > Ci dirigemmo in una delle sale dopo che Ellen mi porse la pistola. La squadrai a lungo, non avevo mai maneggiato una pistola prima d’ora ed era una sensazione piuttosto strana, diversa. Era di media grandezza, abbastanza maneggevole, e non v’era il caricatore.
< Ecco tieni! > Mi lanciò il caricatore che io a stento presi poiché ero distratto.
< Sai come si mette? >
< Beh, l’ho visto fare nei film! > Ammiccai sornione per poi iniziare a maneggiare caricatore e pistola insieme. Dopo vari tentativi riuscii ma non capii come avevo fatto perciò Ellen me lo spiegò cautamente.
< Ok! Allora, qual è il bersaglio? >
< Abbassa la cresta. Posa la pistola su quel tavolo, e vieni qui. La posizione da tenere; ovviamente quando saremo in difficoltà non dovrai perdere tempo in queste cose, ma per un obbiettivo a distanza, quando poi avrai tutto il tempo a tua disposizione, dovrai mantenere questa posizione affinchè tu possa mirare senza sbagliare e mandare eventualmente, a monte la missione. > Parlando mi fece vedere la posizione da mantenere. Era così seria, così attenta a quel che diceva. Dovrei avere almeno un po della sua serietà.
< Desmond, mi ascolti!? >
Annuii < Certo! Continua.. >
< No, provaci forza. Non perdiamo tempo. >

< No! Miles! .. Più dritto! .. Schiena ritta! .. Alza le spalle! ..Le braccia tese, non tremanti! ..Non fare la femminuccia! .. Ora prova con la pistola! .. No, non mettere il dito lì! .. Più sicura la presa! ..No, Desmond..Non lì! … >
BANG!
Uno proiettile andò dritto la parte di fronte a me. Saltai in aria, e rimasi teso e scombussolato. Non avevo mai sentito uno sparo così vicino, soprattutto se ero io a sparare. Le mani mi tremavano per la potenza dello sparo. Il silenzio calò subito in una maniera impressionante, e il mio disagio cresceva sempre di più per via dell’insistenza delle occhiataccie di Ellen.
< C..C..Credo.. di aver.. Aheem… >
< Desmond.. > Disse Ellen cautamente e fintamente dolce per poi continuare < ..TACI! >
Urlandomi di tacere, si diresse al pannello delle armi per prenderne una, quando tornò, incominciò il putiferio.

Sparò un primo colpo che centrò alla testa il primo bersaglio, poiché erano modellati secondo il corpo di un uomo.
Poi un secondo, un terzo, un quarto e via, continuò così rompendomi i timpani non essendo abituato a tale rumore.
Dopo pochi minuti, finì di sparare, e quello che potei vedere fu sconcertante, o almeno per me: tutti i bersagli erano stati centrati in pieno.
< Questa è roba da principianti.. > Ironizzai la situazione come sempre.
< Se non la smetti, giuro, che il prossimo bersaglio sarai tu. >
< E dai, si scherza.. > Risi come un ebete, e deglutii un groppo di saliva rumorosamente.
< Non più. Desmond, non capisci!? Già siamo ad Ottobre. Dicembre si avvicina! E a cosa siamo arrivati? A nulla! Non.. Non è possibile, quei bastardi ora sanno tutto, e noi che stiamo facendo? Niente! Io non posso accettarlo! >
< Aspetta un momento, i templi.. > Bisbigliai quasi, tanto che Ellen rimase a guardarmi stranita.
< I templi? Che c’entrano i templi ora?! >
< I templi, certo! Devo andare! >
< No! Aspetta! Dove stai andando?! Desmond! >
Ma la povera non fu ascoltata poiché io ero già in corsa verso la base, salii le scalinate per dirigermi a Palazzo Auditore, aprii le porte di fretta mentre tutti quelli all’interno mi guardavano straniti, scesi le scale interne per arrivare alla cripta in cui vi trovai Rebecca intenta a maneggiare alcuni cavi, mentre Lucy al pc, rivedeva alcuni dei miei ricordi. Quando entrai, facendo un fracasso assurdo, urlai alle due povere che saltarono in aria dallo spavento. < Lucy! Lucy! I templi! Dobbiamo trovare i templi! Non abbiamo dato peso alle parole di Minerva. Vere o no.. abbiamo un indizio! Dobbiamo trovarli! >
< Desmond, ma che stai dic… I templi.. Si! Minerva ne aveva parlato. Come ho fatto a non pensarci! >




~ Angolo Autrice:

Perdonatemi se sono così lenta, ma a volte sono stanca per poter scrive, alle volte non ne ho voglia, e altre manca il tempo. Vorrei innanzitutto iniziare col ringraziare Cartacciabianca, SophyTheWhiteDragon, e Phantom G per aver dedicato del tempo a leggere questa fic. Davvero, leggere le vostre recensioni mi fa davvero piacere! Non sapete quanto ne sia grata! Prometto di non deludervi. :) Ringrazio anche i lettori silenziosi. :)

Alloooura.. :D Questo è un capitoletto leggero, per nulla pesante.. Semplicemente per dare anche un certo humor alla trama senza appesantirla! Spero vi sia piaciuto o che v'abbia fatto ridere almeno! :D In caso contrario, vedrò di rimboccarmi le maniche e fare qualcosa di migliore ancora!

Per CartacciaBianca ( ma anche per altri ): Ti volevo rispondere, per la tua perplessità riguardo il rapporto Desmond-Lucy nel furgone: Allora, il periodo di tempo trascorso all'Abstergo fino al Covo provvisorio prevede più di mezzo anno, e quindi Lucy e Desmond, anche se per poco, hanno potuto comunicare, aiutarsi a vicenda, rassicurarsi per poi poter fuggire insieme, poichè Lucy aveva fatto vedere a Desmond il dito mozzato, e gli aveva fatto capire da quale parte stava. Dal covo provvisorio alla fuga verso la base ufficiale vi è un tempo di circa un mese. Quindi in quel mese, fatto di allenamente e animus, i due hanno potuto comunicare un po più liberamente, anche se non tanto per via dell'animus, ma sappiamo che Lucy ha fatto cautela per non fargli fare la stessa fine del Soggetto 16. Quindi il tempo c'è, e nel frattempo, il feeling tra i due nasce e cresce. Ma un feeling diverso. Non amore. Questo, lo vedremo dopo comunque. :) Spero d'averti chiarito questo passo.

Ok...riguardo questo capitolo non ho niente da dire! xD Beh, buona recensione! Grazie ancora, un bacio!
Enio*
   
 
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