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Autore: Devochka    07/11/2010    2 recensioni
I Green day all'inizio.
I primi concerti, il gilman street, e il primo amore che alla fine, non si scorda mai.
Tre giovanissimi Billie, Mike e Tre alle prese con la vita di ogni giorno, prima del successo, nel lontano 1990...
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La storia è narrata in prima persona come fosse un ricordo raccontato.
Dal Capitolo 18: Uscimmo fuori dal bagno, guardai Billie salutare i suoi parenti, sorrideva e ringraziava per i complimenti.
Lo guardai, lo amavo, amavo ogni gesto che faceva e i suoi modi di essere e fare.
Lui sarebbe stato la famiglia che avevo perso.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mike era seduto su una panchina di fronte ad Inès.
Lei l'aveva chiamato per dirgli addio, e lui l'aveva capito.
Si trovavano in un parco a pochi passi da casa di Billie Joe.
Lui continuava a non parlare, lei cercava di non piangere e le parole giuste per dirlo.
"Inès..senti, ho capito.."
Disse guardando a terra, la sua voce era spezzata.
"..Mike, mi dispiace..ma io devo..io devo andare..."
Lui si alzò, non voleva sentire, voleva andare.
Lei lo fermò.
"Mike..io ti amo.."
"..e allora perchè te ne vai?"
"..perchè qui non ci posso restare.."
"..ma che dici Inès?"
"..cerca di capire Mike.."
Gli occhi di Inès si riempirono di lacrime, e anche quelli di Mike.
"..Inès, che cosa succede?"
"..devo stare accanto a Shiloh..è triste, lei ha bisogno di me..Mike io so che farai strada coi green day..me lo sento, è per questo che ti chiedo di non seguirmi.."
"..non me ne frega un cazzo Inès..io ti amo, non voglio restare senza di te"
"..Mike ti prego, promettimi che darai sempre il massimo, tu e quello stronzo di Billie Joe avete talento, sfruttatelo cazzo, e poi avete trovato un bravissimo batterista, quindi datevi da fare"
Inès stava per andarsene, quando Mike la prese e l'abbracciò.
"..mi macherai da morire.."
Inès lo strinse forte a sua volta
"..anche tu"
"dimmi dove vai..non ti verrò a cercare lo giuro..ma voglio almeno sapere dove vai.."
"New York..non siamo poi così distanti"
I due si diedero un ultimo bacio, poi lei, a testa bassa prese una strada e lui, un'altra.

Mentre finivo di preparare i bagagli, mia madre era seduta sul mio letto e mi osservava in silenzio.
Si guardava intorno come se la mia stanza la stesse vedendo per la prima volta.
Certo era molto cambiata, i poster non c'erano più, erano stati sostituiti da delle fotografie di quegli ultimi mesi che avevamo scattato con la polaroid di Mike.
"..sono bellissime queste fotografie tesoro.."
Mi fermai e le iniziai a guardare.
"..si è vero, sono molto emozionanti..penso che le staccherò e le metterò in un album..se ne avrò il coraggio magari un giorno farò vedere a mio figlio il padre."
"..Shiloh..sei davvero sicura, di non voler dire nulla a Billie Joe? E' anche suo figlio quel bambino che sta crescendo in te.."
"No è solo mio, se Billie lo sapesse..tornerebbe indietro, lo so, è sempre così..e io di certo non lo sposerei per il bambino..per poi cosa? divorziare tra qualche anno quando il bambino è piccolo e vedrebbe suo padre andarsene..a questo punto è meglio che nasca senza sapere nemmeno che ha un padre."
Mia madre annuì e rimase in silenzio.
"Ti posso dare una mano?"
"..si per favore..stacca quelle foto"
Si alzò dal letto e iniziò a staccare ogni singola fotografia facendo attenzione a non rovinarle, i miei occhi poi, caddero su una foto:
erano le mani mie e di Billie Joe, che mostravano un piccolo cuore nero sul medio sinistro, l'avevamo fatto insieme il giorno del suo compleanno.
"mamma posso vedere un attimo quella foto?"
Mia madre me la porse e continuò a staccare le altre.
La presi tra le mani, e mi venne in mente il momento in cui la scattammo, dietro c'era anche la data dello scatto "February, 17, 1991"
Avevamo festeggiato il compleanno di Billie a casa mia, eravamo io Mike, Inès, Billie e Trè.
Fu una festicciola d'alcol e risate, e la mattina io e Billie eravamo andati a farci quel piccolo tatuaggio.
Quei bei ricordi mi fecero piangere, misi la fotografia tra le altre e mi asciugai gli occhi senza farmi vedere da mia madre.
Nel frattempo, Inès tornò a casa, salì le scale e venne in camera.
La guardai negli occhi, e la capìì, non dicemmo nulla, lei prese la sua valige e scese.
"..Mamma, abbiamo il volo per New York tra 4 ore..è meglio che andiamo..mi farai avere col tempo le cose.."
"..va bene"
Uscimmo di casa e partimmo in auto alla volta dell'aereoporto.
Arrivate in aereoporto, avevo il mio primo problema, le nausee.
"tesoro, ma perchè non avete preso il treno per arrivare a New York?..stai male"
"mamma sono solo nausee..tranquilla."
"..mi mancherai.."
"anche tu.."
Ci abbracciammo.
"..fammi sapere quando nascerà il mio nipotino"
"certo..sta tranquilla, ti terrò aggiornata su tutto"
Nel frattempo Inès uscì tutta contenta da un negozio.
"ehy Shiloh guarda cosa ho trovato!"
"cosa?"
"sono dei braccialetti anti-nausea, sono a posta per le donne gravide"
"ma wow! grande Inès..ahaahha"
"tesoro..senti, cosa dovrò dire di te a Billie Joe?"
"mamma stai tranquilla, Billie non verrà mai a suonare alla nostra porta..semmai dovesse farlo, digli pure che sono a New York, basta che non gli dici del bambino.."
"lo saprà di sicuro dove ci troviamo.."disse Inès.
"l'hai detto a Mike?"
"si.."
"allora niente mamma, Mike sicuramente lo dirà a Billie Joe..tu vivi la tua vita, stai tranquilla e non preoccuparti per noi!"
Era ora, salutammo mia madre, dovevamo fare l'imbarco
Un'ora dopo eravamo nell'aereo.
"cazzarola..sono emozionata..è il mio primo aereo"
"anche il mio!" risposi
"cosa faremo una volta a New York?"
"beh tu hai il tuo nuovo lavoro da segretaria..io ho dato in gestione il bar e al mese ci rientrano i soldi dell'affitto del locale..poi quando sarà nato il bambino mi rimetto a lavoro"
"non è che il bambino mi chiamerà papà?"
"ahahaha, ma no tranquilla Inès..ahahah, papà..ma per favore..sarai la zia eddai"
*minuto di silenzio*
"l'avresti mai detto?"
"no a dirti la verità.."
"se non ti avessi chiesto una sigaretta quella sera al Gilman..a quest'ora..."
"a quest'ora non avrei te Inès..raccontami comè andata con Mike.."
"è stata così dura Shiloh..Mike è così importante per me..mi manca già tanto"
"mi dispiace Inès..non dovevo chiederti di venire con me"
"ma scherzi? dovevo prendere in mano la mia vita in qualche modo e tu la tua..e a Oakland non ce l'avremmo mai fatta..il bambino è stata la svolta..io la penso così"
Le sorrisi, mi addormentai senza volerlo, mi svegliò Inès quattro ore dopo, eravamo atterrate a New York.
Scendemmo dall'aereo, e andammo a prendere i bagagli.
Chiamammo un taxi e ci portò davanti la nostra nuova casa.
La casa era molto grande, su due piani, già arredata, dovevamo solo dargli una pulita.

Oakland, stesso momento, sala prove.

Trè aveva rotto l'ennesima bacchetta, si alzò dallo sgabello della batteria e si chinò a prenderne una nuova dal suo zaino.
"dai ricominciamo..scusate"
"tranquillo Trè..capita"
Billie si ristemò davanti al microfono e rialzò il volume della sua Blue
"..iniziamo a registrare il prossimo mese"
Mike non capiva come l'amico riusciva a pensare all'album, fino a qualche giorno prima doveva pensare al suo matrimonio, e ora pensava all'album.
Lui soffriva da morire per la partenza di Inès e non aveva la forza di suonare.
Ricominciarono a provare "No One Knows" e Mike sbagliò per l'ennesima volta l'intro iniziale.
"Mike porca troia!"
Billie spense l'amplificatore e buttò a terra Blue, uscì per fumare una sigaretta, Mike lo seguì insieme a Trè.
"si può sapere che cazzo hai?!"
Billie era furibondo.
"ehy calmati.." disse Trè
Billie si scusò con Mike e accese la sigaretta.
"Mike cosa hai? insomma ti è sempre riuscito quell'assolo da quando l'abbiamo scritto."
"Billie..Inès se ne è andata"
Mike si sedette sul marciapiede con lo sguardo rivolto nel vuoto.
"..se ne è andata?"
"..e tutto difficile senza lei per me ora.."
"dove cazzo se ne è andata Mike?"
"è partita insieme a Shiloh.."
Billie si sentì strano appena risentì quel nome, si sedette per terra accanto a Mike, Trè rimase a fissarli.
"mi sento stupido Mike.."
"..meno male perchè credevo che eri diventato di ferro tutto un tratto"
"no è che, devo pensare ad altro..per questo sembro di ferro" disse sorridendo
"si ma non stai reagendo bene.." Trè si intromise nel discorso
"..cioè?" chiese Billie
"..Billie, fino a l'altro ieri, avevi una ragazza con cui avevi deciso di sposarti...e stasera guardati, fai il duro, ti incazzi con noi..e pensi all'album da incidere, e soffri al suono del suo nome"
Billie si rialzò infastidito, odiava quando qualcuno lo riprendeva, e Trè in quel momento aveva ragione.
"..lo so Trè, ma non posso tornare indietro..è tardi, e io non me la sento di cercarla..Shiloh mi amava davvero, lo so di averle spezzato il cuore e non desidero farlo di nuovo cercandola.."
Rientrò in sala e si sedette per terra, prese un quaderno aveva finalmente l'ultima canzone per "Kerplunk".

I mesi trascorsero lentamente da quel giorno che io Inès ci trasferimmo a New York.
La nostra nuova vita fu difficile da sistemare.
Inès aveva cominciato a lavorare da segretaria nello studio di un avvocato, veniva pagata bene per prendere solo delle chiamate e fare fotocopie.
Io invece decisi di andare dallo psicologo, ma solo perchè ero tormentata da un sogno che riguardava il bambino.
Ne avevo parlato a mia madre e lei mi disse che alla fine lo psicologo è un dottore, quindi che problema c'era?
Quella mattina mi arrivò l'ultimo pacco da lei con altri oggetti che avevo lasciato a Oakland.
Aprendolo mi sentìì morire, erano dei vestiti e un paio di converse nere basse di Billie Joe che aveva lasciato a casa mia.
Presi quella maglia a maniche corte a righe rosse e nere tra le mani, me la strinsi addosso e iniziai a piangere.
La annusai, si sentiva ancora il profumo di Billie Joe.
Posai i vestiti nell'armadio, non ci pensai due volte ed indossai le converse di Billie.

Lo studio della psicologa era nella sua stessa casa, ero molto spaesata, mi aveva fatta accomodare in salotto, ero seduta su una comoda poltrona.
"..Ho portato il thè.."
Disse sedendosi di fronte a me.
"..grazie Anne"
Anne era una signora sulla cinquantina, non tanto alta, ma col fisico ben distribuito, e quel giorno i suoi lunghi capelli castani erano raccolti in una crocca.
"..Shiloh, come stai oggi?"
"..il bambino cresce..e io divento sempre più goffa"
"..a che mese sei ora?"
"..al settimo"
"..hai superato alla grande l'estate dai.."
"si si, non è stato di certo quello il mio problema.."
"..Stai ancora soffrendo per il padre di tuo figlio vero..?"
"..no, sto bene, soffro solo perchè mio figlio non avrà un padre"
"farai tanto per tuo figlio..ne sono sicura"
"lo spero"
"quando dovrebbe nascere quindi?"
"a febbraio..proprio come il padre.."
Anne rimase in silenzio per un attimo.
"..sei curiosa di vederlo?"
"..beh..a dirti la verità non lo so...Anne..io..io..mi sono aggrappata a questo bambino dopo che il padre mi ha lasciato a un mese dal matrimonio..la mia non è stata una vita facile..e non sopportavo l'idea che sarei rimasta sola di nuovo..e non so...beh..si..non vedo l'ora di vederlo.."
Anne sorrise
"..di che sesso è?"
"..non lo so, sta praticamente di spalle e si vede solo il sedere..ormai voglio saperlo quando nasce.."
"come lo vorresti chiamare..?"
"..se fosse una bambina mi piace Hailie..è un nome che è venuto fuori mischiando il mio nome e quello del padre.."
"...beh è molto delicato..e se fosse maschio..?"
Scossi la testa "..spero sia una femmina..."
Parlammo per un'altra mezzora e me ne andai.

Tornando a casa, decisi di farmi un giro in centro.
Il freddo Newyorkese mi soffiava in faccia, mi fermai di fronte ad una vetrina di un negozio premaman a guardare una culla.
D'un tratto riflesso nella vetrina, dall'altra parte della strada c'era lui.
Billie Joe e Adrienne passeggiavano mano nella mano.
"che cazzo ci fa qua?!?" fù la prima cosa che pensai.
Entrai nel negozio piangendo, dovevo nascondermi, mi avrebbe visto, avrebbe visto la mia pancia.
"scusi..la prego..il negozio ha un'uscita esterna?? la prego..."
"signora si sente bene?"
disse la commessa.
"..si sto bene..laprego,se c'è un'uscita esterna..mi faccia uscire di li,la scongiuro.."
La commessa mi guardò preoccupata senza capire, poi mi prese e disse: "..venga può uscire di qui.."
Presi un taxi ed arrivai a casa.
"..Inès! Inès..non non puoi capire!" dissi appoggiando la giacca all'attaccapanni e legandomi i lunghi capelli.
In salotto trovai Mike e Inès a parlare.
Sgranai gli occhi appena lo vidi, ormai la mia pancia era impossibile da nascondere.
Inès abbassò lo sguardo senza dire niente, Mike rimase shoccato appena mi vide.
"...che cazzo ci fate qua? Mike che cazzo ci fate qua??"
dissi urlando
"..allora è vero...Shiloh calmati... oddio" Mike era sempre più shoccato.
"...no non mi calmo - dissi piangendo - ..che ci fate qua??"
Mi fecero sedere.
"..Shiloh..sono qua per il tour di Kerplunk.." disse Inès abbracciandomi.
"...non ti azzardare a dire a Billie Joe che sono incinta..Mike non ti azzardare" dissi indicandolo
"..Shiloh..perchè non glielo hai detto?" Mike stava quasi per piangere per quanto era sconvolto.
"Mike ma mi prendi per il culo? Cristo santo.."
Mi agitavo sempre di più, avevo il cuore in gola dall'adrenalina.
"..ehi calmati non farai del bene al bambino così" disse Mike
"..Mike..ti prego...non dirlo a Billie Joe...ti prego..ti prego..."
"..no..no..io..Shiloh..è una cosa troppo grande.."
"non me ne fotte un cazzo Mike..non ti azzardare a dirglielo"
"..Shiloh è un bambino..."
"..è il mio bambino ok? Mike ti ammazzo se lo dici a Billie Joe"
Mike si mise la testa tra le mani, non sapeva cosa dire e fare.
Inès rimase seduta accanto a me, io mi asciugai il viso e cercai di respirare piano.
"..Shiloh come ti senti?" disse Inès.
"..bene"
"..dovrei fingere ora?"
"devi solo andartene senza pensare a ciò che hai visto" disse Inès
"come guarderò Billie ora?"
"come l'hai guardato fino adesso.." dissi
"..si ma.."
"..basta, vai via Mike.."
Mike si alzò ed uscì di casa.
"...ho incontrato Billie.."
"..ti ha vista?"
"..no, ma io ho visto lui..con lei.."
"..mi dispiace"
"..non fa niente..ormai è andata così..credi che Mike glielo dirà?"
"..non lo so Shiloh..spero proprio di no.."
Mi alzai per andarmene in camera.
"..Shiloh..Mike mi ha portato una copia di 'Kerplunk'..."
"..e quindi?"
"..c'è una canzone che credo dovresti sentire.."
"Non ci penso neanche.."
Un'ora dopo Inès uscì per andare a fare la spesa.
Scesi le scale per andarmene in cucina e vidi la copia di 'Kerplunk' lo presi tra le mani e iniziai a leggere i titoli delle canzoni.
Capìì subito qual era la canzone che diceva Inès, "Words I might have ate".
Era una mia frase, la stessa che dissi a Billie quando lo lasciai.
Morivo dalla voglia di sentire la voce di Billie, presi il cd e mi chiusi in camera ad ascoltarlo.
"..senti tuo padre tesoro.."
"..Sembra che non riesca a non pensarti.

Il cervello mi scivola verso momenti migliori che abbiamo avuto,
come stare seduti sull'asfalto davanti alla scuola.
L'amore di cui mi lamentavo ho finalmento trovato
ma ora non c'è più ed è colpa mia
così non posso fare altro che soffrire, perchè?
Mi soffermo a pensare a ciò che mi ricordi
Una ragazza dolce che ha sacrificato il suo amore
per quanto mi riguarda...sono cieco senza un motivo.
E ora mi rendo conto di ciò che ho perso.
Era qualcosa di vero che avrei potuto avere,
ora faccio la parte dello stupido, la cui anima stabile si è rovinata, perchè?
Dimmi la parola che potrei avere detto
che aumenta la pressione nella mia testa
è stato così negativo da essere fuori dal tempo?
Dimmi solo le parole che potrei aver mangiato.."


CONTINUA..

  
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