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Autore: kannuki    07/11/2010    5 recensioni
Caroline Forbes. Eterna seconda, maniaca del controllo, zero autostima. Aveva provato a cacciare coniglietti o gattini ma tutto il suo essere aborriva far del male a dei cuccioli innocenti. Caroline che sogna di legare Damon al paraurti posteriore della sua auto e trascinarlo per tutta Mystic Falls. Quanto le costava bussare a quella porta, ben sapendo che Katherine l'avrebbe uccisa se si fosse avvicinata a Damon. Anche se lui era uno stronzo, il suo sangue era la cosa più buona che avesse mai assaggiato.
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Katherine Pierce
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Pardon Me, But Your Teeth Are in My Neck'
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Posto il nuovo capitolo ancora sconcertata dall'ultima puntata. Basta far soffrire Damon, cavolo! =(

Cap un po' romantico, un po' divertente... con tanti guai in arrivo!



On air: Make me wanna die
The Pretty Reckless

Damon... Damon, riportami a casa..” bisbigliò ad occhi chiusi, il corpo ridotto ad un cubetto di ghiaccio. “Non mi piace questo gioco...”

Abbiamo smesso di giocare” rispose e rallentò fino a fermarsi.

Caroline rabbrividì per il freddo. Aveva corso per tutto il tempo, le sembrava addirittura che avesse passato una distesa d'acqua piuttosto ampia, in un certo momento.

Hai freddo?”

Caroline annuì e si rannicchiò di più. Non che fosse messo meglio di lei. Aveva la pelle gelata e i vestiti bagnati.

Resta qui” mormorò e Caroline si lasciò posare a terra. Era troppo frastornata per capire dove fosse e non riusciva ad immaginare nulla di quello che aveva in mente.

Quasi fatto...” Con delicatezza la riprese in braccio e Caroline fu quasi tentata di dargli un morso. “C'è un lupo nel bosco...”

Ha appena attraversato l'Oceano Atlantico. Non c'è più nessun lupo a Mystic Falls” mormorò e Caroline fece lo sforzo di aprire gli occhi. “Eri tu?”

Damon sorrise ironico e la lasciò scivolare su un divano impolverato che non vedeva luce da parecchio tempo. Un istante dopo, spalancò le imposte e lasciò entrare la lieve luce del giorno che moriva dietro costruzioni che Caroline non aveva mai visto.

T'innamorerai di Parigi!” esclamò inspirando l'aria e aguzzando le orecchie in cerca dei suoni caratteristici della città.

Parigi? Mi hai portato...” Caroline apri la bocca e la richiuse non trovando un'offesa adatta. “Non posso stare a Parigi!”

Perchè no?” domandò appoggiandosi alla balaustra di ferro battuto e tirando indietro la testa. “la devi smettere con tutti quei 'non posso'. Li devi cancellare dal vocabolario.”

Damon... io...” Katherine l'avrebbe uccisa! Disintegrata! La sua famiglia e i pochi amici che aveva, avrebbero pagato per secoli l'ennesima trovata di Damon Salvatore!

Ehi, guardami...”

Caroline alzò la testa e la voglia di sputargli in faccia e prenderlo a schiaffi l'aggredì violenta. Irrigidì i muscoli del viso e tremò in preda all'ira.

Nessuno sa di questo posto. Neppure Katherine” mormorò accarezzandola lungo il viso. “Voglio solo parlare con te.”

Non dovevi...” la rabbia le confuse le parole e Caroline ricominciò da capo “ti avevo detto... perché non mi ascolti mai?” sussurrò e come abbassò le difese, sentì il desiderio traspirarle dalla pelle. “Riportami a casa, subito.”

Va bene” mormorò e le cinse il busto per aiutarla ad alzarsi. Caroline gli si accasciò quasi addosso. “Facciamo fra qualche ora.”

No, subito!” esclamò facendo un altro sforzo che non le era consentito.

Certo...” mormorò studiando la vena azzurrina del polso. Vi posò le labbra sopra e incise la pelle succhiandole un altro po' di sangue. Il mondo si oscurò del tutto e Caroline crollò di nuovo.

***

Il lupo nero le balzò addosso e Caroline si svegliò di scatto. La testiera di bronzo del letto battè contro il muro e Caroline capì che non era stato un sogno. Guardò la stanza dal tipico arredamento parigino e scagliò una serie di maledizioni a Damon Salvatore. Quando la testa cominciò a girarle, pensò bene di starsene buona e aspettare che a pressione sanguigna se ne tornasse ai soliti valori. Aveva freddo ed era seminuda, sotto le coperte. Non gli parso vero di spogliarla, quel figlio di puttana! Caroline cercò i vestiti e quando non li trovò, imprecò ad alta voce. Voleva impedirle di fuggire?! Ignorando il pavimento freddo, mise i piedi a terra e cercò un'arma contundente per dargliele di santa ragione qualora si fosse fatto vivo. Studiò tutte le stanze con occhio critico. Bello e inabitato da anni, pensò affettando un solido bastone da passeggio. Lo soppesò, lo maneggiò come se fosse una mazza da baseball e si mise in attesa. Un'oretta dopo la sua pazienza fu premiata. Caroline ascoltò con immenso piacere il rumore delle chiavi girare nella serratura, assunse la posizione ottimale e quando mise piede nell'appartamento, Caroline provò a colpirlo con tutta la forza che aveva.

Mancato!” ridacchiò spostandosi di lato e strappandole di mano il bastone.

Caroline ringhiò di frustrazione. Era in forma, si era nutrito.

Se ti fossi presa la briga di studiarlo, avresti notato questo.”

A differenza dei normali bastoni animati, il metallo era stato sostituito con legno finissimo e lavorato. Damon glielo fece volteggiare sotto il naso fino a costringerla ad arretrare verso la parete.

Vuoi uccidermi?” domandò tenendolo d'occhio.

Una volta, forse...” abbassò il braccio e Caroline gli si scagliò addosso, ma la forza era poca e la pressione non voleva collaborare. Finì in ginocchio in un secondo, masticando amaro. “Riportami a casa” borbottò alzando la testa “subito! Ora!”

Damon soppesò la cosa e sbuffò indicandole la porta “non ti trattengo.”

Ho fame, sono debole, sai benissimo che non sono in grado di...” Caroline si interruppe quando si abbassò su di lei.

Lo so che hai fame... come so che hai esaurito tutte le energie quando hai provato a colpirmi...” le accarezzò i capelli che ricadevano sulla fronte e la guardò negli occhi. “Voglio solo parlare con te.”

Sii coinciso e poi riportami...”

Io ti amo, Caroline.”

La frase, di una semplicità disarmante, pronunciata con un tono che le impedì di replicare, spiazzò completamente la ragazza che lo guardò senza battere ciglio.

Le parole preferite di Damon Salvatore erano esagerare e azzardare. Ce n'erano un mucchio che adorava, ma in quel preciso momento Damon pensò che doveva azzardare con Caroline Forbes. Si sarebbe ritrovato con la faccia graffiata, ma il suo desiderio non gli permetteva di attendere molto. L'aveva rimandato più volte, aveva fatto finta di niente, aveva aspettato che si esaurisse da solo, ma nulla poteva togliergli la voglia di fare l'amore con Caroline. E non centrava l'astinenza che praticava da un po', il desiderio fisico di sentire un corpo caldo contro il suo. Quello di cui aveva bisogno Damon Salvatore, in quel preciso momento, era una donna che lo amasse e lo rendesse vero. Basta con i diari, le confessioni, gli sguardi inibiti ma pieni di desiderio che gli rivolgeva a Mystic Falls, guardandosi le spalle nel frattempo. Caroline non aveva mai detto 'non voglio' ma sempre 'non posso'. E 'non posso' non esisteva, a Parigi.

Caroline rabbrividì e distolse lo sguardo da lui. “Coinciso...” sussurrò e strusciò le mani sulle braccia. “Ho freddo...”

Su. Adesso facciamo un bagnetto caldo” la prese in giro rimettendola in piedi. “Che c'è?!” Caroline lo guardava in maniera indefinibile. “Tu resti fuori” borbottò arrossendo. La stava trattando come una bambina bisognosa di cure. “Potevi rapirmi con una scorta di abiti di ricambio...”

Damon non le rispose e si morse la lingua per evitare la frase che stava per uscirgli di bocca. Era certo che il suo programma non prevedesse vestiti oltre quelli che aveva addosso. “Hai ragione” convenne “prenditi tutto il tempo che vuoi. Io ti aspetterò qui fuori. Per parlare” ripetè chiudendosi la porta alle spalle.

Caroline fissò la distesa fumante, si spogliò delle mutandine e della magliettina sportiva che ancora indossava e si infilò all'interno, guardando il riflesso dei propri piedi distorti dall'acqua, un brivido di terrore ed eccitazione che le correva lungo la spina dorsale. Alla fine, Damon aveva preso il controllo della situazione, spiazzandola. A New Orleans non aveva paura. Era lei a provocare, ad azzardare. Erano lì per divertirsi. Ora dipendeva da lui per qualsiasi cosa. Il cibo, la libertà, persino i vestiti. A Mystic Falls, Katherine non l'avrebbe permesso. Per quanto la detestasse, le impediva di lasciarsi andare, di cedere alla vocina che gridava 'prendilo' ogni volta che si avvicinava.

Caroline aveva la fottuta paura di compiere quel passo. Era più che certa che una volta soddisfatto il suo desiderio, l'avrebbe trattata come una qualsiasi altra pupattola. Per salvare la dignità avrebbe dovuto scaricarlo prima che lo facesse lui. Poteva... poteva fare così, rimuginò tormentando le dita dei piedi nell'acqua bollente, le spalle che tremavano per il freddo. Molto Sex and The City. Poteva prendere col rischio di investire a fondo perduto. Poteva godersela e basta. Non ne sono capace, pensò e sprofondò nell'acqua trattenendo il respiro.

Io ti amo, Caroline.

Le stava dando esattamente quello che voleva. Affetto, cure, attenzioni. Caroline si aggrappò ai bordi e si sentì spiazzata e priva di argomentazioni. Traccheggiò il più possibile ma alla fine fu costretta ad uscire dal suo nascondiglio. Aveva fame e questo bastava a darle la spinta necessaria per mostrarsi in asciugamano adamitico. “Ti avverto, ho molto appetito” mormorò facendolo voltare dalla sua parte. “Potrei mord...” O mio dio... Caroline si guardò attorno, intimidita e senza parole. Quella era l'ambientazione più romantica che avesse mai visto nella sua vita o in un qualsiasi film in tv. Fece un passo indietro e poco mancò che si rinchiudesse nel bagno. Solo parlare?, pensò osservando le candele, l'ambientazione calda, il vino che sperava fosse tanto sangue e il suo seduttore che la guardava con una sorta di ansiosa aspettativa sul volto.

Quello è sangue?” domandò indicando il bicchiere.

No, è vino” confermò rimirandola con un certo divertimento.

Era meglio il sangue” disse a malincuore e ne assaggiò un po'. Non le piaceva, ma la scaldava. “Se dovevi parlarmi, potevi farlo a Mystic Falls...”

Damon strinse gli occhi e si avvicinò “no, non potevo.”

Motivo?”

La tua stupida paura di Katherine. Non avresti mai accettato di incontrarmi e se fossi comparso in casa tua, saresti scappata.”

Perchè non vuoi accettare il fatto che non voglio stare con te?” domandò posando il bicchiere. Le tremavano le mani e se doveva mentire non poteva rischiare di mandare in cocci la cristalleria del padron di casa.

Non è vero che non vuoi.”

Chi te l'ha detto?”

Il tuo diario” borbottò mostrandole la pagina che teneva arrotolata in tasca “un regalino di Katherine.”

Caroline sbiancò e poi s'infuriò. Glielo strappò di mano e lesse la parte incriminata. Lo appallottolò stizzita. “Non c'è niente di privato per voi! Non avresti mai dovuto leggerlo...” sussurrò con gli occhi improvvisamente lucidi. Quello invalidava la sua recita da donna cazzuta. Oltre che svelare i suoi veri sentimenti.

Lo so, per questo ti ho portato qui” mormorò avvicinandosi “dici sempre che non puoi, non dici mai che non vuoi... Caroline...” Damon si piegò verso di lei. “Sono stato sincero con te.”

Un lampo rese chiara la situazione. Katherine avrebbe dovuto essere felice, non portargli le prove del suo interesse. Nessuna donna intenzionata a separare una coppia lo farebbe, pensò guardandolo di sottecchi. Katherine voleva che loro due stessero insieme. Il motivo le era sconosciuto, ma sapeva che Damon era cocciuto e non si arrendeva al primo no. Se avesse voluto renderlo infelice, l'avrebbe lasciato languire nell'ignoranza. “E' un gioco” mormorò sovrappensiero “un altro gioco di Katherine.”

Lei gioca sempre con le persone” confermò con una smorfia. Aveva di nuovo Katherine in mente. Per quello non si lasciava andare.

Caroline gli diede le spalle, avvicinandosi alla finestra in cerca d'aria. Doveva allentare la tensione fra loro o gli sarebbe saltata addosso. Si appoggiò alla balaustra di ferro battuto e prese un profondo respiro. Se Katherine li voleva insieme, allora doveva evitarlo a qualsiasi costo. “Riportami a casa e dimenticati di me.”

Caroline...”

Non voglio stare con te!” esclamò voltandosi. “Non ti rendi conto di quanto sei ridicolo?”

Sarei ridicolo se ti lasciassi scappare” mormorò cercando di farla ragionare “ricordi la prima notte, quando hai perso la testa in preda alla frenesia del sangue... hai detto che eravamo simili...”

Era abituata a Damon sarcastico e sprezzante, la versione ragionevole la disorientava.

Tu vuoi una persona che ti ami, che si prenda cura di te...”

Chi te l'ha detto?” domandò strusciando la fronte con i polpastrelli per nascondere la sua espressione “non l'ho scritto sul diario, te l'ha detto Elena?”

Mi credi così sciocco?” domandò un po' deluso “pensi che non veda e non senta quello che provi?” domandò e dopo averle preso la mano destra, la portò all'altezza del cuore. Nello stesso momento la attirò a se, accarezzandole il viso.

Caroline battè le ciglia velocemente e abbassò la testa. Le stava dicendo quello che avrebbe voluto sentire da una vita. Damon riempiva il vuoto che sentiva nel cuore. Da quando le stava vicino, non aveva più la sensazione di insicurezza cronica che l'accompagnava da quando era nata.

L'avevo capito senza bisogno di incappare nella vostra conversazione, qualche mattina fa...”

Mi hai spiato?!” esclamò all'improvviso, interrompendo il suo sogno ad occhi aperti “che altro hai fatto, mi hai rubato la biancheria intima o ti sei messo a fissarmi mentre dormivo?”

No, è da maniaci!” rispose con una smorfia comica.

Caroline si morse la lingua. Non aveva argomentazioni. Tranne la verità. “Non intendo dare ancora corda al gioco di Katherine. Ha in mente qualcosa!”

Paura di essere felice, eh?” la provocò. “Non avresti più motivo di pensare a quanto è brutto e cattivo il mondo con te e i tuoi problemi svanirebbero.”

No...” rispose basita, incredula di quanto fosse bravo a sbatterle in faccia le sue paure “non è vero... non ho tutti questi problemi...”

Sei frustrata, annoiata e repressa” elencò spiando le sue reazioni. “Sono stato gentile con i vocaboli.”

La palpebra sinistra le tremò un poco. Lo guardò con una velata e amara ironia sul viso “e tu saresti la risposta ai miei problemi? Un dongiovanni incallito che fugge dal letto delle amanti in pieno giorno, diserta i duelli ed è ancora innamorato della sua ex? Oh, scusa, tutto questo l'hai già letto sul mio diario!” esclamò arrabbiata “maledetto lurker!”

Damon alzò le spalle e le lasciò ricadere, ironico. “Però con me ti senti viva.”

Le sue paure principali si contavano sulle dita di una mano. Le minori erano talmente tante che non sarebbe bastata un'ora ad elencarle. Caroline inclinò la testa e non rispose, concentrata a guardare il panorama che non vedeva veramente.

Non sono stato io a cominciare tutto questo, Forbes. Prenditi gli oneri delle tue azioni. Sei venuta da me quando eri affamata, quando eri triste, quando avevi bisogno di una spalla su cui piangere.”

Non è vero!” esclamò voltandosi verso di lui “Non ti ho mai chiesto niente, a parte il cibo... e quel sangue era anche disgustoso!”

Certe richieste non hanno bisogno di parole. Potevi andare da Stefan, ma sei sempre venuta da me.”

Stefan ha altre cose da fare...”

Tornava sempre da Damon. Il motivo era uno, molto semplice.

Il vampiro tacque e la guardò. L'aveva messa in difficoltà, era il momento di affondare. “Non ti vergognavi di farti vedere affamata da me” insistette “o bisognosa di amore. O nauseata dalla vita. Io sono colui a cui puoi rivelare i tuoi pensieri più impuri, colui che ti fa sentire ancora accettata quando tutti gli altri ti hanno voltato le spalle...”

Si suppone che dovrei poter mostrare le mie debolezze senza venir giudicata così crudelmente, visto che sono il sesso debole...” sussurrò imbarazzata dal discorso.

Non era la risposta che si aspettava. Damon ne studiò i lineamenti sottili “non sei debole, Caroline. Sei fragile. Come me.”

La ragazza arrossì e si voltò di qualche centimetro, fino a dargli le spalle. “C'era bisogno di attraversare l'oceano per mettere un'altra tacca sulla cintura?” domandò rendendosi conto che c'era una provocazione feroce nella sua domanda.

Il viso di Damon si contrasse in una bizzarra smorfia ironica. Era piuttosto amara, a dir la verità. “Non attraverso un continente per farmi una scopata, tesoro” ringhiò e l'afferrò stringendola contro di se. “Non credi a me, non credi ad un Antico che legge nel pensiero... che devo fare per dimostrarti che ci tengo a che, che farei qualsiasi cosa per te?!”

Sta zitto....” sussurrò alle strette, quasi temendo che Katherine saltasse fuori da un momento all'altro e le staccasse la testa di netto “lasciami...”

A New Orleans mi hai chiesto di prenderti...”

Nononono!, pensò arrossendo intensamente. Se la buttava sul sesso, non sarebbe stata più in grado di ragionare!

Vuoi me, ma non vuoi il mio amore? Spiegami come funziona, tesoro. Ho già fatto il toy boy, lo trovo piuttosto fastidioso.”

Era diverso!”

Che c'era di diverso?”

Era un gioco, ci stavamo divertendo... non mi hai vampirizzata e rapita” bisbigliò con la pelle arrossata dall'eccitazione. “Mi hai vampirizzata e rapita, ti rendi conto di come suona?!”

Suona da dio. A voi donne piace essere prese con la forza!”

Caroline avvampò e irrigidì la schiena “brutto maschilista...”

Sì, sì. Bla bla! Adesso guardami negli occhi e dimmi che non ti sei eccitata neppure una volta da quando siamo qui!” mormorò abbracciandola con più forza “dimmi che non ti è piaciuto e io ti riporterò subito a casa e non mi vedrai più...” sussurrò accarezzandole i capelli nel frattempo “ma cerca di mentire bene, principessa, la mia pazienza si è esaurita.”

A quel Damon lì, era abituata. Caroline fece una smorfia e tirò indietro la testa. “Stacca le manacce da me e smettila di comportarti come un ridicolo cavernicolo! Sei un vampiro, santo cielo! Dovresti essere tormentato, taciturno e fascinoso!”

Ma se la ricorda nessuno la parte in cui prima siamo umani?!” domandò sarcastico “sai, umani, pieni di debolezze... quelle stronzate lì.”

Potrei elencare i tuoi difetti uno ad uno, bello mio!”

Comincia, hai tutto il tempo che vuoi.”

Caroline ringhiò dentro di se “lasciami!”

Di tutta risposta, Damon la lasciò andare e Caroline fece un passo indietro finendo contro il cornicione. Sbilanciata, si aggrappò al suo braccio e impallidì per la paura. Guardò alle sue spalle e storse la bocca, sentendo un freddo improvviso lungo il corpo.

Ops” sussurrò mostrandole l'asciugamano che dondolava fra le dita. “Adesso comincia...” mormorò e la guardò dritto negli occhi.

Ridammelo” balbettò con un filo di voce “sono nuda!”

Sto provando ad ignorarlo, non ricordarmelo” ridacchiò con un sorriso malizioso che si estendeva agli occhi. L'annusò lungo il collo e sulla spalla sinistra e le sfiorò la pelle con le labbra. “Hai un profumo buonissimo, cos'è?”

La mia pelle...” rispose guardando fisso il vuoto. Non era la risposta che avrebbe voluto dare, ma era l'unica che le veniva in mente. “Non mordermi...”

I suoi capelli le sfioravano il mento e la mandibola mentre la baciava lentamente sulle spalle. Caroline alzò una mano e l'accarezzò, chiudendo gli occhi. Percependo la sua eccitazione, l'abbracciò e la strinse leggermente. “Non voglio morderti, voglio fare l'amore con te.”

Caroline tremò per un istante “non volevi solo parlare? Bugiardo...”

Sei nuda, principessa... è già tanto che non ti abbia stuprato qui” ridacchiò eccitato “mi sto trattenendo... da bravo vampiro fascinoso e tormentato....”

Sempre un cavernicolo rimani...” mormorò e trattenne il fiato “se tu ed io...facciamo questa cosa...”

Si chiama sesso, non te lo insegnano a scuola?”

Caroline avrebbe voluto morderlo per la frustrazione “lo spieghi tu, a Katherine! Ti assumi tutta la responsabilità!”

Certo...” mormorò e la spostò verso la finestra “ci penso io. Le dirò che ti ho rapito e costretto a fare sesso con me. Ci crederà, fidati....”

Sii serio, stai ragionando col cervello che hai in basso” sbottò e impallidì quando la prese in braccio “che stai facendo?!”

Non posso mica trascinarti per i capelli” ridacchiò “non c'è sul manuale del perfetto vampiro!”



  
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