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Autore: Lollo    16/11/2005    9 recensioni
Lo sapeva, in un qualche modo. Non riusciva bene a capire come, non riusciva a capire bene il perché, ma anche lei in fondo lo sentiva. Era per questo che alla fine aveva sempre accettato di essere trattata come tale – diversa da tutti, perché le sembrava giusto, alla fine.
Una One-Shot su un personaggio che mi ha da sempre molto incuriosito. Spero che ne sia uscito qualcosa di buono, non è stato facile, ma spero che la mia fatica abbia dato i suoi frutti ^__^
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Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lunatica

Lunatica

 

 

Lei era diversa.

 

Da loro. Da tutti.

 

Lo sapeva, in un qualche modo. Non riusciva bene a capire come, non riusciva a capire bene il perché, ma anche lei in fondo lo sentiva. Era per questo che alla fine aveva sempre accettato di essere trattata come tale – diversa da tutti, perché le sembrava giusto, alla fine.

 

Certamente era felice quando qualcuno la trovava simpatica o non la chiamava con quel soprannome, ‘Lunatica’ – che poi alla fine la chiamavano così spesso in quella maniera che anche lei pensava a sé stessa così; ogni tanto, quando le chiedevano il suo nome, rispondeva: “Lunatica Lovegood” senza neanche starci a pensare. E quando se ne accorgeva, se se ne accorgeva, non se ne curava. Che le importava di come la chiamavano, tanto? I nomi sono solo delle parole usate per riconoscersi, e allora, dato che tutti la riconoscevano come ‘Lunatica’, lei non era più Luna, o no?

 

Stava bene da sola, non aveva bisogno di grandi compagnie; di solito era così. Un giorno però aveva provato una cosa strana – tipo un soffio nel petto, una cosa del genere – alla vista di Harry Potter, e ogni tanto desiderava di stargli vicino. Non aveva capito che cos’era. Neanche adesso. Ma dato che di solito non si poneva grandi domande – era così, e basta; capirlo non avrebbe aiutato ad eliminarlo, giusto? – non aveva più prestato attenzione a quella sensazione fastidiosa.

 

Il Sole filtrò piano da uno spiraglio tra le tende, che non erano state chiuse bene, e inondò il suo letto di luce e calore; piano schiuse gli occhi: in realtà non era addormentata, perché ogni mattina si svegliava sempre un’oretta prima di quanto non avrebbe dovuto fare, ma non si alzava, faceva finta che stava dormendo. Non sapeva il perché neanche di questo, ma dato che le andava bene così non si poneva il problema.

 

Questa volta però si alzò, piano, e si mise seduta sul letto. Fece passare lo sguardo per tutto il Dormitorio, come se non l’avesse mai visto prima; e in realtà ogni volta le sembrava così: ogni tanto si scordava addirittura dov’era, e vagava perplessa e un po’ disinteressata per il castello,

in cerca della Sala Comune.

 

I suoi occhi si fermarono sulle sue compagne di stanza. Dormivano ancora tutte; Luna – Lunatica – piegò un po’ la testa verso destra, pensierosa.

 

D’improvviso, un pensiero che forse aveva sempre avuto, ma che mai aveva esternato, si fece strada piano nella sua mente.

 

Si immaginò ad essere come loro, di non essere diversa; si vide alzarsi all’orario giusto la mattina, prepararsi con le altre ridendo di cose che ora non capiva come potessero interessare, scendere a colazione ed andare a lezione senza che nessuno la prendesse in giro; si vide anzi ammirata, magari a braccetto di un ragazzo. E sapeva anche chi sarebbe potuto essere quel ragazzo, adesso, e probabilmente l’aveva capito anche prima. E senza rendersene conto si ritrovò a immergersi in quel personaggio in ogni aspetto; Lunatica non esisteva, esisteva Luna ora. Sentiva uno strano sentimento; era felice, ma era triste e nostalgica insieme.

 

-          Lunatica, che come mai ci stai fissando così?

 

Si riscosse dai suoi pensieri, ritrovandosi gli sguardi delle altre ragazze puntati addosso; all’inizio si chiese addirittura chi erano, tanto si sentiva spaesata.

 

Poi realizzò tutto, di nuovo; non rispose, ma rivolse un sorriso perso alle sue compagne, che la guardarono come se non si aspettassero altro da lei – erano abituate a questi suoi comportamenti diversi, si disse serena.

 

Si alzò, prese i vestiti e si guardò intorno; quando lo localizzò, si diresse lentamente in bagno per andare a vestirsi.

Un’altra giornata era cominciata. E Lunatica era ancora diversa. Ma per la prima volta capì cosa significava veramente.

 

Si sentì felice di esserlo.



Eccomi qua! ^^ Che dire... Spero che vi sia piaciuta! Eddai...Almeno un po'.. un pochino... Ok, la pianto, eh? XD

 

 

  
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