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Autore: gemini    22/12/2003    3 recensioni
Benji abbandona la Germania dopo che una misteriosa ragazza gli ha spezzato il cuore, Mark e Maki entrano in crisi a causa di un affascinante allenatore di softball, Holly sembra preso da un'altra ragazza e Patty si innamora di un altro...storie e personaggi che si intrecciano, sullo sfondo della romantica Parigi...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DESTINI CHE SI UNISCONO

 

CAPITOLO QUARTO: I SEGRETI SVELATI

 

-Chi è?-, sbuffò di malavoglia Tom Becker quando sentì bussare alla porta. Era disteso sul letto, con le braccia incrociate dietro la nuca e gli occhi rivolti al soffitto. Non aveva voglia di vedere nessuno. Voleva solo starsene in santa pace, da solo, a riflettere, e sperava che chiunque fosse lo scocciatore di turno, se ne sarebbe andato via alla svelta.

-Ti disturbo? Sono Benji-, rispose la voce del portiere dietro la porta.

Tom sospirò. Non poteva certo mandare via Benji. Aveva notato subito, appena l’aveva visto all’aeroporto, che l’amico aveva qualcosa che non andava. Probabilmente aveva bisogno di sfogarsi, di parlare un po’ con qualcuno. Se non altro, pensò il giovane, mentre si sollevava dal letto, ascoltare i problemi di Benji gli avrebbe impedito di pensare ai suoi per un po’.

Aprì la porta, e stentò quasi a credere che quello che aveva di fronte fosse veramente Benjamin Price, il Super Great Goal Keeper. Il viso contratto dalla rabbia, gli occhi allucinati, i capelli arruffati e i pugni stretti, Benji non sembrava affatto l’imperturbabile portiere dell’Amburgo e della nazionale giapponese che Tom aveva sempre conosciuto.

-Ehi! Che ti è successo?-, domandò il ragazzo meravigliato.

Benji entrò dentro come una furia, e si sedette sul letto di Tom. –Non ne posso più, maledizione!-, imprecò rabbiosamente, sbattendo un pugno contro il materasso.

L’amico si sedette accanto a lui. –Ti va di parlarne?-, propose in tono tranquillo.

Benji tacque per un lungo istante, poi si alzò in piedi e cominciò a passeggiare per la stanza come un animale in gabbia.

-Non dovevo venire, è stato uno sbaglio! Non posso sopportare questa situazione, mi sembra di impazzire!-, disse, passandosi una mano tra i capelli scuri spettinati.

-C’è di mezzo una ragazza, vero?-

Sulle prime, il portiere non rispose. Poi annuì lentamente con la testa. –Sì…-, una risata amara proruppe dalle sue labbra. –Se qualcuno mi avesse detto che mi sarei ridotto in questo stato per una donna, gli avrei riso in faccia! E invece…-

Tom tirò un profondo sospiro. –L’amore fa soffrire, lo so-, disse in tono malinconico.

Benji osservò con attenzione l’amico, e notò nuovamente una profonda tristezza incisa sul suo volto, solitamente sereno e sorridente. Anche Tom non stava sicuramente passando un bel momento.

-Ehi Tom…ti va di andare a bere qualcosa? Così non pensiamo ai nostri problemi!-, suggerì.

Tom ci pensò su per un attimo…ripensò alle settimane precedenti, alle tante sere in cui aveva cercato di affogare i suoi dispiaceri nell’alcool, senza però che i pensieri che lo tormentavano smettessero per un solo istante…ma forse, la compagnia di un amico lo avrebbe aiutato. Benji stava soffrendo come lui, era evidente, e magari avrebbero potuto farsi coraggio a vicenda.

-Perché no?-, rispose, abbozzando un pallido sorriso, -dammi solo il tempo di cambiarmi!-

-Tutto il tempo che vuoi-, rispose Benji, e si sedette sul letto ad aspettare, mentre l’amico andava in bagno. Si mise a fissare il soffitto, ripensando allo sgradevole incontro di poco prima. Marcus Friedman…fin dalla prima volta in cui aveva visto quell’individuo, aveva provato per lui una sorta di ripugnanza istintiva. Era dannatamente bravo come portiere, questo aveva dovuto riconoscerlo quando l’Amburgo aveva giocato contro il Bayern Monaco, ma come persona…beh, era indubbiamente il più presuntuoso e il più arrogante individuo con cui avesse mai avuto a che fare. Bastava parlarci un attimo per capire che era totalmente pieno di sé. E quando aveva scoperto che era lui il ragazzo di Rachel, quello che tante volte l’aveva fatta piangere con i suoi tradimenti, con le sue dimenticanze, con il suo trattarla continuamente come uno zerbino, si era domandato come una ragazza intelligente e in gamba come lei avesse potuto innamorarsi di un tipo simile, e come potesse continuare a tollerare il suo comportamento e a perdonarlo.

Quando aveva saputo da Karl che si erano lasciati, o meglio, che Rachel lo aveva mandato al diavolo dopo aver scoperto il suo ennesimo tradimento, aveva fatto i salti di gioia. Non che questo gli desse qualche speranza di conquistarla, perché Rachel gli aveva fatto capire molto chiaramente che non voleva saperne di lui, ma perché, nonostante tutto, lui voleva che fosse felice, accanto a qualcuno che la meritasse, e sapeva che Marcus Friedman non sarebbe mai stato in grado di darle nulla, perché era capace di pensare solamente a se stesso.

Poi…il colpo. Era uscito per sbronzarsi con un paio di compagni di squadra, e aveva incontrato Marcus e Rachel in un locale. Sembravano andare d’amore e d’accordo…lui le accarezzava i capelli, le mani, le guance, con quel suo sguardo da seduttore consumato, che sa di poter avere le donne ai suoi piedi con un’unica occhiata, mentre lei lo guardava semplicemente adorante. Poi si erano baciati, proprio lì, in mezzo al locale, davanti ai suoi occhi. Benji avrebbe voluto spaccare tutto…i tavoli e le sedie del locale…ma soprattutto la faccia di Friedman.

Da quella sera, era stata breve la decisione di andarsene dalla Germania. Non avrebbe potuto sopportare di vedere Rachel insieme a quel verme…non dopo aver capito quanto la amava, quanto lei era diventata importante.

L’apertura secca della porta del bagno lo distolse dai suoi pensieri. Tom era pronto.

-Andiamo?-, domandò il giovane.

Benji si alzò in piedi, e annuì senza dire una parola.

 

Andarono in una birreria poco lontana dall’albergo, e ordinarono due boccali giganti. Lì servì una cameriera giovane e carina, che se li mangiò entrambi con gli occhi, evidentemente affascinata.  Ma i due ragazzi non la degnarono da uno sguardo, distratti com’erano da altri pensieri.

Cominciarono a sorseggiare la loro birra in silenzio. Poi Benji ruppe il ghiaccio.

-Allora, Tom? Che ti è successo?-, domandò all’amico.

L’espressione di Tom si rabbuiò ulteriormente. –Ho rotto con Azumi-, rispose laconicamente, fissando il fondo del suo boccale, come se si aspettasse di vederci dentro chissà che cosa.

-Mi dispiace-, disse Benji sorpreso. Tom e Azumi stavano insieme ormai da un anno, e sembravano andare d’amore e d’accordo. E invece…sospirò, pensando a come l’amore, il sentimento che avrebbe dovuto completare la vita di un essere umano, la trasformasse invece in molti casi in un inferno di tormenti e di rimpianti.

-Sapessi a me…ma non c’era altra scelta, purtroppo-.

-Ti va di parlarne?-, domandò Benji. Pensò che forse all’amico avrebbe fatto bene sfogare la rabbia e il dolore che portava dentro. Pensò che probabilmente avrebbe fatto molto bene anche a lui. Era stanco ormai di tenersi tutto dentro, e di sopportare quel fardello da solo, ma il suo orgoglio finiva col prevalere ogni volta, impedendogli di dare libero sfogo all’amarezza che provava. Non ci riusciva, era più forte di lui, temeva di mostrarsi debole e vulnerabile agli occhi degli altri, e questo il suo amor proprio non poteva certo permetterglielo.

Tom rimase in silenzio per un po’. –Non c’è nulla da dire. Lei si è comportata in un modo che non mi sarei mai potuto immaginare, ed io non posso proprio perdonarla. Non è quella la ragazza che io amavo. Io non la voglio una persona così al mio fianco, e allora l’ho lasciata. Tuttavia…la amo ancora, per questo soffro. Vorrei dimenticarla, ma ancora non ci riesco…e non riesco a smettere di stare male. Speravo che questo torneo potesse aiutarmi, invece…sento che non me ne importa niente. Riesco a pensare solo a quanto mi ha deluso, e a quanto nonostante tutto soffra terribilmente per averla perduta. E lei…lei non fa che rendermi le cose più difficili-, disse infine, con voce carica di amarezza. Si interruppe, e vuotò metà del suo boccale di birra.

-Perché?-, chiese Benji.

L’amico fece un profondo sospiro.-Continua a cercarmi. Dice di volermi parlare a tutti i costi, mi telefona quasi tutti i giorni, un paio di volte l’ho persino trovata ad aspettarmi davanti al campo di allenamento. E sicuramente durante questo torneo non intende lasciarmi in pace. Io invece non voglio parlarle. Non ho assolutamente più nulla da dirle, e parlarci servirebbe solo a farmi stare peggio-, spiegò.

-Perché non vuoi ascoltare quello che ha da dirti? Se insiste nel volerti parlare, probabilmente deve dirti qualcosa di veramente molto importante. Forse è ancora possibile un chiarimento-, obiettò Benji.

Tom scosse il capo con convinzione. –Assolutamente no. Te l’ho detto, io non posso perdonarla. Niente di quello che lei possa dirmi potrebbe farmi cambiare idea, in nessun modo. Rivederla…mi farebbe solo stare peggio, visti i sentimenti che provo ancora per lei. Preferisco evitare di vederla, così riuscirò a dimenticarla prima. Devo assolutamente togliermela dalla testa, solo così potrò smettere di soffrire una volta per tutte-.

Benji annuì. Comprendeva perfettamente i sentimenti dell’amico. Anche lui aveva paura di rivedere Rachel, perché sperava che, non vedendola, i suoi sentimenti per lei si sarebbero affievoliti più in fretta. Continuava a sperarlo, anche se ormai si era reso conto che anche aver messo migliaia di chilometri tra loro due era servito a ben poco. Rachel era sempre presente nella sua testa, nei suoi pensieri, nei suoi sogni…era come un’ossessione da cui non riusciva a liberarsi. E lo era più che mai, da quando aveva avuto la sfortuna di incontrare Marcus Friedman.

Tom rimase in silenzio, pensando ad Azumi. Quanto gli mancava…nonostante tutto, si rendeva conto benissimo di morire dalla voglia di rivederla. Ma sarebbe stato inutile, anzi, sarebbe stato peggio…non sarebbe mai riuscito a perdonare e dimenticare quello che lei gli aveva fatto. Avrebbe segnato indelebilmente il loro rapporto, e nonostante lui l’amasse ancora, non poteva vivere in quel modo. Le cose tra di loro non sarebbero mai più potute tornare com’erano prima…quindi, tanto valeva dare un taglio netto, e sperare che il tempo finalmente cancellasse il suo pensiero dal suo cuore. Sperare che il tempo lo aiutasse a non amarla più…

 

La ragazza entrò esitante nell’albergo, guardandosi intorno intimidita. Aveva riflettuto per delle ore, prima di prendere la decisione. Alla fine, era stato il suo cuore a guidarla. Anche se tutti i suoi precedenti tentativi erano andati incontro al fallimento, lei non voleva assolutamente rassegnarsi. Non poteva rassegnarsi. Non poteva permettere che tutto finisse così. Doveva assolutamente riuscire a parlare con lui e a convincerlo che si era trattato di un equivoco, che lei non si era assolutamente comportata come lui pensava, che era innocente. Che la loro storia d’amore non aveva assolutamente nessun motivo di finire in quel modo.

Prese un profondo respiro per farsi coraggio, e si avvicinò al bancone della reception.

-Buonasera…io vorrei parlare con Tom Becker…potrebbe chiamarmelo?-, domandò timidamente, tormentandosi nervosamente una ciocca di capelli neri.

Il portiere la squadrò con attenzione. –Chi devo riferire?-, chiese poi con fredda cortesia.

-Non gli dica nulla…è una sorpresa…gli dica solo di scendere…per favore-, domandò la ragazza.

L’uomo esitò qualche istante, poi si lasciò commuovere dall’espressione supplichevole della giovane, e compose il numero della stanza di Tom.

Attese qualche istante, poi scosse la testa e riagganciò la cornetta. –Non risponde nessuno, evidentemente non è in camera. Mi dispiace-, riferì alla ragazza che stava in trepidante attesa.

La giovane abbassò gli occhi con espressione evidentemente delusa. Ringraziò il portiere, e si avviò con passo lento e triste verso l’uscita dell’albergo.

-Azumi!-, la richiamò una voce femminile, poco prima che raggiungesse il grande portone scorrevole.

Azumi si voltò, e con un sorriso vide Amy e Jenny, le due manager della nazionale giapponese, dirigersi sorridendo verso di lei.

-Amy! Jenny! Che bello rivedervi!-, esclamò contenta, andando incontro alle due ragazze.

Le tre amiche si salutarono con baci e abbracci.

-Cercavi Tom? L’ho visto uscire poco fa con Benji! Ma non l’avevi avvisato che saresti passata?-, fece Amy in tono tranquillo, dopo che si furono accomodate in uno dei divanetti della hall.

Azumi scosse la testa, mentre il suo volto si rabbuiava.

-E’ successo qualcosa?-, indagò cautamente Jenny.

La ragazza divenne ancora più triste, ed i suoi occhi si riempirono di lacrime.

-Ragazze…vi prego, aiutatemi!-, esclamò infine in tono implorante, guardando le amiche con gli occhi lucidi e il volto scavato dalla sofferenza.

Amy e Jenny la osservarono allarmate. Dalla faccia di Tom all’aeroporto, avevano intuito che c’era qualcosa che non andava, e naturalmente la prima cosa alla quale avevano pensato era stato un problema con Azumi. E ora, le lacrime e la tristezza dell’amica erano la più eloquente conferma al loro sospetto.

-Ma certo che ti aiuteremo! Che è successo?-, chiese preoccupata Jenny, mentre Amy cingeva con un braccio le spalle della disperata Azumi.

-Si tratta di Tom. Mi ha lasciata, e ora non vuole più vedermi. Io invece ho un disperato bisogno di parlare con lui!-, esclamò Azumi, poco prima di scoppiare in singhiozzi.

 

-A te invece cos’è successo, Benji? Qual è il motivo per cui sei così giù di corda?-, chiese Tom all’amico, dopo aver terminato il suo boccale di birra e averne ordinato un altro alla giovane cameriera.

Benji sospirò, e vuotò d’un fiato il suo boccale. Poi fece cenno alla ragazza di portarne un’altra anche a lui. –Mi sono innamorato. Della ragazza sbagliata-, disse poi seccamente.

-E’ per questo motivo che hai lasciato la Germania, vero?-

Il giovane portiere annuì. –Sì. Non potevo più sopportare di incontrarla, sapendo che non potevo averla. E soprattutto, non potevo più sopportarla di vederla con quell’altro uomo…con quel mascalzone schifoso che l’ha solo fatta soffrire..-, disse, per poi tirare rabbiosamente un pugno sul tavolo.

-Quindi lei sta con un altro-, disse Tom, mentre la cameriera serviva loro le birre.

-Sì. E vuoi sapere di chi si tratta? Di Marcus Friedman, quel pallone gonfiato del portiere della nazionale tedesca!-, spiegò Benji, mentre la sua espressione si faceva torva.

-Questo vuol dire…che lei è qui-, concluse Tom. Ora sì che comprendeva il nervosismo di Benji. Il pensiero di trovarsi faccia a faccia con il suo rivale e con la donna che amava sicuramente non lo faceva stare granché bene.

Il ragazzo annuì, rabbuiandosi in volto. –Penso proprio di sì. E so bene che non riuscirò ad evitare di incontrare lei e Friedman per tutta la durata del torneo. Il solo pensiero…maledizione, Tom, il solo pensiero mi manda in bestia! E poi…non lo dico per gelosia, ma Rachel è la ragazza più in gamba che abbia mai incontrato, e quel Friedman invece è l’essere più arrogante e presuntuoso che io conosca…L’ha sempre fatta soffrire, trattandola in un modo…e lei, invece, l’ha sempre perdonato e accolto a braccia aperte, nonostante tutto, e nonostante sapesse che in capo a un mese si sarebbe ricomportato esattamente come prima-, disse, sfogando per la prima volta tutta la rabbia ed il rancore che aveva in corpo, e che non era mai riuscito ad esprimere prima di allora.

-Capisco…certo che dev’essere proprio dura per te-, convenne Tom.

Benji tirò un altro pugno sul tavolo. –Maledizione! Sono andato via dalla Germania per non dover più sopportare questa situazione e invece…eccomi qua, nella stessa merda! Non ne posso veramente più, Tom, credimi!! Vorrei riuscire a togliermela dalla testa una volta per tutte, ma non ci riesco! E’ un’ossessione, un tarlo, un chiodo fisso! Non riesco a smettere di pensare a lei, e mi danno mille volte per averle permesso di entrarmi nella testa e nel cuore fino a questo punto! Ma forse è la punizione che mi merito, per aver sempre giocato con l’amore e trattato le ragazze come se fossero oggetti con cui divertirmi…forse non sono poi molto diverso da Friedman-, concluse amaramente, prima di tracannare un altro sorso di birra.

-Non essere così severo con te stesso, Benji. Capita a tutti di commettere degli errori…ma poi arriva finalmente il momento in cui ce ne accorgiamo. Tu non ti sei mai innamorato prima di conoscere questa Rachel, ed è quindi normale che abbia vissuto le tue relazioni con un po’ di superficialità. Ora che sai cosa vuol dire amare, te ne rendi conto, ed è normale che te ne rammarichi. Ma non ha senso pensare che il rifiuto di Rachel sia una punizione. E’ assurdo-, disse Tom con calma.

Benji non riuscì a trattenere un sorriso. –Non cambi mai, Tom. Sei sempre la persona più saggia che io conosca-, disse, colpito profondamente dalla riflessione dell’amico.

Il viso del giovane si rabbuiò. –Come no…evidentemente, questa saggezza non mi è servita molto per aiutare me stesso-, disse tristemente.

-Capita a tutti di commettere degli errori, Tom, l’hai appena detto tu. Questo è valido anche per te…e anche per Azumi, se mi consenti di spezzare una lancia in suo favore. Non so cosa lei ti abbia fatto ma…magari ascoltarla servirebbe a far stare meglio entrambi. Forse non servirà a far ritornare il vostro rapporto quello di prima, se tu pensi di non riuscire a perdonarla, però…probabilmente se non l’ascolterai, avrai per tutta la vita il rimpianto di non averlo fatto-, gli fece notare Benji pacatamente. Tom era stato un vero amico ad ascoltarlo e a permettergli di sfogarsi, e lui voleva fare qualcosa per aiutarlo a superare il suo momento difficile.

L’espressione di Tom si fece pensierosa. –Forse hai ragione tu, ma…in questo momento non me la sento di ascoltare quello che ha da dirmi. So che forse sto sbagliando, ma è qualcosa più forte di me-, ribatté, con voce triste e stanca.

Benji annuì comprensivo, e sospirò.

Poi sollevò il boccale in direzione dell’amico. –Ehi amico! Brindiamo! A che finalmente queste sofferenze abbiano fine, e possiamo ritrovare un po’ di serenità!-, disse, cercando di sorridere.

Tom sorrise a sua volta, e brindò insieme all’amico. –E alla vittoria della nazionale giapponese, come direbbe Tsubasa!-, esclamò, sentendosi un pochino più leggero.

E’ proprio vero, pensarono entrambi, che a volte parlare con un amico è la migliore medicina per i mali del cuore…

 

 

-Ti ha lasciato?-, esclamò Amy incredula. Non poteva crederci…Tom e Azumi erano una bellissima coppia, e quel che era successo era assolutamente un fulmine a ciel sereno.

Azumi annuì, sempre singhiozzando. Jenny le porse gentilmente un fazzoletto, e la ragazza si asciugò lentamente gli occhi. Il dispiacere che provava era ben evidente sul suo bel viso.

-Come mai?-, domandò Jenny cautamente.

La domanda provocò in Azumi un nuovo accesso di singhiozzi. –E’ stato uno stupido, banale equivoco…ho cercato di spiegargli, ma Tom non ha voluto ascoltarmi. E ora si rifiuta di vedermi. Evita in tutti i modi di incontrarmi…Io invece ho bisogno di parlargli, di spiegargli che c’è stato uno sbaglio, e che io lo amo…lo amo moltissimo!-, spiegò la giovane tra le lacrime.

-In cosa possiamo aiutarti, Azumi?-, chiese Amy.

-Vi prego…dovete aiutarmi a trovare il modo di parlare con Tom…io devo assolutamente parlare con lui!-, singhiozzò la povera ragazza.

Le due amiche si guardarono, e rifletterono per un secondo.

-Certo…lo faremo Azumi, non preoccuparti-, disse dolcemente Jenny, posando una mano sulla spalla dell’amica.

-Chiederemo anche a Philip e Julian di darci una mano…Sono sicura che loro troveranno il modo di convincere Tom-, asserì Amy.

Azumi scosse il capo. –Pierre ha tentato per giorni e giorni, inutilmente…No, è inutile provare a convincerlo, non c’è speranza!-, singhiozzò.

Jenny si fece pensierosa. –Allora…che si può fare?-, disse ad alta voce, guardando interrogativamente Amy.

La ragazza dai capelli ramati cominciò a pensare. Poi, dopo qualche minuto di riflessione, il suo volto si illuminò. –Ma certo! Basterà creare una situazione in cui Tom non abbia alcuna via di uscita, e sia costretto ad ascoltare ciò che Azumi deve dirgli!-, esclamò sorridendo.

Le due amiche la guardarono meravigliate.

-Intendi dire una trappola?-, fece Jenny dubbiosa.

-Sì, qualcosa del genere-, confermò Amy.

-E come faremo?-, chiese Azumi dubbiosa, ma senza più piangere.

-Ancora non lo so…ma troveremo un modo, fidati!-, la rincuorò l’amica, mettendo una mano sopra la sua.

Azumi fece un largo sorriso. –Grazie, ragazze! Siete delle vere amiche!-, disse, sentendosi il cuore colmo di gratitudine e di speranza.

Amy e Jenny sorrisero a loro volta, e stavano per risponderle, quando udirono aprirsi le porte dell’ascensore e videro scendere una Patty irriconoscibile, con il viso stravolto e prossima alle lacrime. Non l’avevano mai vista in quello stato.

Amy si alzò dal divanetto e andò incontro all’amica. –Patty! Che ti succede?-, esclamò preoccupata.

Patty si passò una mano tra i lunghi capelli neri con l’espressione di una belva in gabbia. –Holly! E’ uscito con quella, e ancora non sono rientrati!-, disse furiosa, mordendosi un labbro per trattenere le lacrime.

-Quella chi?-, domandò Jenny, raggiungendo in quel momento le due amiche.

-Rosemarie! La cugina di Pierre!-, esclamò Patty, e una lacrima le rigò le guance, mentre i suoi begli occhi neri si facevano lucidi. –E’ da quando siamo arrivati che gli corre dietro, e lui…lui gradisce! Maledizione!-, imprecò, e prese a camminare in cerchio come una pazza.

-Sono anni, anni che lo amo in segreto, sperando che arrivi finalmente il giorno in cui lui si accorgerà di me…e invece…invece devo vederlo fare lo stupido con un’altra…quella è appena arrivata e me lo porta via e io non posso neanche muovere un dito, perché non ne ho nessun diritto…perché io non sono niente per lui, niente…-, a quel punto il dolore e la rabbia che la ragazza portava dentro da anni esplosero, e la povera Patty si sedette su uno dei divanetti, prendendosi la testa tra le mani e scoppiando in singhiozzi disperati.

-Su Patty, non fare così…-, sussurrò Amy accarezzandole dolcemente i capelli. Cercò le parole più adatte per consolare l’amica, ma non vi riuscì. Povera Patty…doveva essere una situazione veramente terribile per lei. Ormai erano tanti anni che lei era follemente innamorata di Holly, senza che il capitano, completamente preso dal pallone, se ne accorgesse. Lei era sempre stata al suo fianco in silenzio, senza chiedergli niente. Si era sempre occupata di lui, aiutandolo e sostenendolo nei momenti di difficoltà, e ogni giorno aveva sperato, invano, che prima o poi lui si sarebbe accorto dei suoi sentimenti e li avrebbe ricambiati. Ma quel giorno sembrava non arrivare mai…e ora, per lei doveva essere terribile vederlo civettare allegramente con un’altra ragazza, con una perfetta sconosciuta…Doveva essere terribile vedersi portare via davanti agli occhi quello che aveva desiderato per tanti anni, senza poter muovere un dito per impedirlo.

-E come devo fare?-, si lamentò Patty. –Posso solo piangere…non ho fatto altro, in tutti questi anni, che piangere per lui. Dovrei smettere di amarlo, lo so…ma non ci riesco, è più forte di me…non ci riesco-, disse, sentendosi invadere da uno sconforto senza fine.

 

In quel momento, Holly e Rosemarie stavano passeggiando tranquillamente per gli Champs Elysees, avvolti da un’atmosfera dolcemente romantica. Era meravigliosa Parigi di notte, con le sue luci, i suoi giochi di colore…Holly non aveva mai visto niente di così meraviglioso in tutta la sua vita. E si sentiva strano, come mai prima di allora. Provava una strana sensazione di euforia, diversa da quella che provava solitamente quando si trovava sul campo da calcio. Guardava di sottecchi Rosemarie, e la ragazza gli pareva bellissima. Forse era la romantica atmosfera parigina a fargliela sembrare così, fatto sta che non aveva mai provato un’attrazione così forte, così magnetica per una ragazza.

Rosemarie era consapevole dell’effetto che aveva sul giovane capitano giapponese, e il cuore le traboccava di gioia. Holly le era piaciuto da morire, fin dalla prima volta che l’aveva visto, e sentiva che forse era finalmente arrivato il suo momento. Il ragazzo non sembrava indifferente al suo fascino, messo sapientemente in risalto dall’abitino celeste attillato, che si armonizzava perfettamente con il colore dei suoi occhi, e dal trucco aggressivo, e la bellezza di Parigi, la città dell’amore, avrebbe fatto il resto.

Con noncuranza, lo prese a braccetto. Holly parve gradire il gesto, e rivolse alla ragazza uno splendido sorriso, che la fece arrossire fino alla radice dei capelli.

Rosemarie si fermò di colpo. Si trovavano su un ponte, e la Senna era meravigliosa in quel punto, illuminata com’era da centinaia di luci.

-Che meraviglia..-, mormorò la ragazza in tono rapito, e si strinse appena a Holly.

Il ragazzo sentì il cuore balzargli nel petto, e con un gesto istintivo cinse con un braccio le spalle nude della ragazza.

Rosemarie sorrise esultante. “Ci siamo quasi…”, pensò, sentendosi più felice ed eccitata che mai.

-Tu sei molto più bella di questo paesaggio-, disse piano Holly, e subito dopo averle dette si meravigliò delle parole che aveva appena pronunciato. Che gli stava succedendo? Lui non aveva mai detto una frase carina ad una ragazza…anzi, lui non era mai stato così vicino ad una ragazza prima di allora…aveva pensato solamente al calcio, fin da quando era bambino.

Ma quella notte, il dolce sguardo di Rosemarie lo aveva stregato…

La ragazza si voltò verso di lui, guardandolo con occhi scintillanti.

-Lo pensi veramente?-, sussurrò appena, appoggiandogli le mani sul petto.

Holly annuì, sorridendo timidamente.

Era il suo momento, pensò Rosemarie, con il cuore che le andava a mille. Chiuse gli occhi, e si alzò in punta di piedi per avvicinare il suo viso a quello del ragazzo. Le sue labbra sfiorarono timidamente quelle di Holly, poi la ragazza si ritrasse, sorridendo.

Holly la guardò stupito, con il fiato corto. Poi, seguendo un istinto che non avrebbe mai creduto di possedere, prese il viso della giovane tra le mani, e cercò con le labbra la sua bocca morbida come un petalo di seta. Quando l’ebbe trovata, la catturò immediatamente, e Rosemarie ricambiò il suo bacio con intensità e passione.

Si baciarono a lungo, sotto la tenue luce della luna, che si rifletteva nella Senna…

 

Cosa succederà ora? Patty ha ancora qualche speranza con Holly, o il giovane è ormai completamente preso dalla bella francesina? Quale sarà l’equivoco che ha separato Tom e Azumi? E nel quinto capitolo entrerà finalmente in scena Rachel, la misteriosa amata di Benji! Non perdetelo!! Bacioni e Buon Natale a tutti voi!!

 

  
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