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Autore: Nisi    17/11/2005    16 recensioni
Ancora il 13 luglio 1789. Oscar si sta preparando ad andare a Parigi insieme ad André e ripensa ad un gesto che ha fatto nel pomeriggio.
Un gesto molto insolito per una persona come lei.
Potrebbe essere un prequel di “Lucciole e salici”, ma vedete un po’ voi. .
One shot. Buona lettura
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si avvicina il crepuscolo.

E’ quasi ora di andare e sono chiusa nella mia stanza, avvolta dalla canicola di luglio.

Bevo come una spugna, anche se so che non dovrei e cerco di inghiottire il mio orgoglio assieme al cognac, ma lui è sempre lì.

Il liquore scende lento e pastoso nelle mie viscere, incendiandomi i polmoni.

Boccheggio e soffoco l’ennesimo colpo di tosse che mi lascia senza fiato.

O a lasciarmi senza fiato è l’amore per André?

Mi ha colto di sorpresa, mi ha colpita a tradimento una lunga notte di tanti mesi fa.

Io, seduta in un sottoscala lurido e gli abiti strappati, ho provato cosa significasse vivere a metà.

Quando ti hanno preso, amore mio, e stavano per impiccarti, io finalmente ho compreso.

Luce senza ombra: se ti avessero ucciso, sarei morta anche io.

Ed invece tu sei tornato, lacero e pesto, ma tutto intero.

Il mio André.

Non sono convinta che Dio esista, ma l’ho ringraziato per averti salvato e per averti ridato a me.

Eravamo entrambi coperti di graffi: tu nel corpo ed io nell’anima, piena di rimorso per averti esposto ad un rischio tanto grande.

Mi alzo e guardo il sole semi nascosto dagli alberi.

Fra poco dovremo andare, André. Tu sei pronto? Non hai paura?

Io non sono pronta ed ho paura.

Ma devo farlo; perché è giusto, perché non è più possibile chiudere gli occhi ed andare avanti così.

Questa volta, però, sono decisa a non portarti con me.

Tu non ci vedi più e portarti in battaglia sarebbe come condannarti a morte.

Voglio che tu sia al sicuro, che non corra rischi.

Magari domani saremo morti, ma non voglio che ciò accada per colpa mia.

Ne ho troppe da farmi perdonare e non riuscirei a sopportare anche questa.

Stasera partiremo e tu resterai in caserma.

E poi, tornerai da tua nonna che ti accudirà.

Ho pensato a tutto: partirete con una carrozza ed andrete ad Arras.

Lì sarete al sicuro, lontano dai tumulti e, finalmente, se sopravvivrò potrò parlarti di quello che provo.

Lo so che mi ami, lo so che vorresti sposarmi: lo hai detto anche davanti a mio padre.

Che coraggio, hai avuto!

Volevi dare la tua vita in cambio della mia, André… ed io non ti ho detto niente, neanche una parola.

Non ce l’ho fatta, neanche questa volta.

Mi ami ancora, André, nonostante tutto?

Oggi tu non volevi tornare, non volevi tornare assieme a me.

Volevi restare in caserma con i tuoi compagni.

E mi hai costretto, mi ci hai tirata per i capelli: ho dovuto utilizzare un espediente tutto femminile per convincerti ad accompagnarmi.

Figurati!

Ho detto che avevo paura a tornare a casa da sola. Si, proprio io che faccio a botte nelle taverne e che bevo come una spugna.

Per la prima volta dopo tanto tempo, ti ho toccato volontariamente.

Ho stretto la tua mano tra le mie.

Ed ho visto il tuo viso accendersi di una gioia infinita che non ero più abituata a leggervi.

Eri felice solo perché ti avevo preso la mano tra le mie.

E lo ero anche io.

Mi sono sentita morire. E’ questo l’amore, André? Il senso di vittoria che ho provato dentro di me quando mi hai detto di sì? E’ questo, dunque? Non è quello che ho sempre immaginato, no. E’ la responsabilità di una vita, la tua vita, nelle mie mani. Sapere che con un gesto io posso renderti felice oppure condannarti ad una lenta e triste agonia…

E poi… ho sentito la pelle calda delle tue mani sulla mia pelle gelida ed un senso di tepore mi ha pervasa tutta, inaspettatamente. Non volevo staccarmi da te, ma ho dovuto costringermi a farlo. Eravamo nel cortile, in pieno sole e chiunque poteva vedere il Comandante Jarjayes sorridere al soldato Grandier come se fosse la cosa più bella che avesse mai visto.

Era calda, la tua stretta, come caldo era il tuo sorriso.

Volevo avvicinarmi di più, ma non ho potuto.

Ti ho fissato le labbra ed ho distolto lo sguardo.

Il mio braccio è ricaduto lungo il fianco, controvoglia e ti ho voltato le spalle.

“Ti aspetto fra mezz’ora, André.”

* * *

Notizia importante. A causa delle Madonne che mi state tirando, ho pensato di evitare i vostri accidenti comunicandovi per e-mail gli aggiornamenti alle mie storie. Se scrivete a nisi_corvonero@yahoo.it, verrete inseriti in rubrica, perciò tempestivamente avvisati che ho pubblicato qualche cosa di nuovo. Grazie e tanti baci.

La scena dell'anime in cui Oscar prende la mano ad André mi ha sempre colpito molto. Oscar ci deve aver rimuginato su ben bene, credo, visto che è successo quello che è successo.

Ho scritto questa One shot piccola piccola in un pomeriggio. Lo so che è un po' festival della melassa, ma Lady Oscar mi fa sempre questo effetto.

Spero solo vi sia piaciuta e vi abbia regalato qualche piccola emozione.

Nisi Corvonero

   
 
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