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Autore: Ezrebet    08/11/2010    0 recensioni
Frances, una donna che sta realizzando il proprio sogno. E un uomo, che invade la sua vita con la forza di un uragano, proprio quando lei meno se l’aspetta..
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La scena che stavano girando era molto intensa e Frances osservava tutto dal fondo della sala, in penombra. Era arrivata prestissimo agli studi ed era ferma lì fin da quando avevano iniziato a lavorare. Gordon era impegnato da qualche parte e non la stava cercando, Dio volendo, e nessuno sembrava interessato a lei. Così, si era appoggiata alla parete, in un punto poco frequentato del set, e si era calata nel ruolo dello spettatore.
 

Doveva ammettere che il regista era bravo, sapeva esattamente che cosa voleva dagli interpreti e come ottenerlo, e si era accorta che conosceva a memoria il copione, perché ripeteva tra sé e sé le battute insieme agli attori. Per lei, neofita in quell’ambiente, era tutta una scoperta. Non si era certo immaginata che su un set le cose potessero andare in quel modo.
C’erano decine di persone assiepate oltre una linea segnata col nastro rosso, alle spalle del regista, fra stuntmen, truccatori, tecnici del suono e della fotografia. Il regista, da parte sua,  si muoveva senza sosta avanti ed indietro, facendo continui cenni agli interpreti e ai cameramen, che erano disposti ai quattro lati del set. Una folla di gente in perfetto silenzio, pronta a scattare al momento opportuno.
Sorseggiò un po’ di caffè e solo allora si accorse di non essere sola.
Simon Crawford era appoggiato accanto a lei e fissava il set, serio. Frances si irrigidì immediatamente. Per quanto tentasse di essere naturale, era sempre a disagio in sua presenza. Una star adorata da fan accanite, un attore che aveva al suo attivo film dal successo straordinario.. e tuttavia, non era stata la sua, di scelta, per il film.
Troppo bello, troppo sexy, troppo tutto.
Studiò il profilo del suo volto e pensò che fosse davvero notevole. Perfetto. I suoi tratti sembravano disegnati, tanto erano regolari, e le ciglia, lunghe e scure, erano una cornice seducente per l’azzurro intenso delle iridi.
Distolse in fretta lo sguardo, dandosi della sciocca.
Certo, bellissimo. Non si vedeva che la sua faccia sulle riviste di tutto il mondo. Bastava la sua presenza per creare interesse intorno al film e questa era stata la ragione principale della decisione dei produttori. Sorrise tra sé, chiedendosi se mai si sarebbe abituata ai meccanismi degli studios.
“Ho letto il suo libro”.
La voce di lui la sorprese. Credeva che non l’avesse neanche notata. Si voltò ed incontrò il suo sguardo. Fece un breve sorriso, lievemente imbarazzata, e lo sentì dire “Mi è piaciuto molto, anche se non leggo di frequente romanzi”.
“Grazie” gli rispose cercando di essere cortese.
Simon mosse appena la testa “Oh, non c’è di che. Credo anche che lei abbia fatto un buon lavoro con la sceneggiatura. Davvero. Non mi sembra che i personaggi abbiano sofferto troppo dei tagli e cambiamenti che ha dovuto fare”.
Lo guardò, incerta. Non si era aspettata che lui conoscesse tanto bene la storia. Ammise a sé stessa che la cosa la colpiva positivamente.
“Ho cercato di rimanere fedele allo spirito della storia” gli rispose “E al carattere dei personaggi”.
 “C’è riuscita benissimo, per quanto valga il mio parere”.
La guardò e sorrise “Ho sempre invidiato gli scrittori. Inventare storie, continuamente, e renderle credibili, intense, affascinanti.. beh, il suo è un mestiere difficile e meraviglioso”.
Frances era visibilmente turbata. E dunque, c’era qualcosa oltre tutto quello charme e quella perfezione fisica? O stava solo tentando di rendersi simpatico? Perché sicuramente si era accorto dell’istintiva antipatia che lei aveva provato fin dall’inizio nei suoi confronti.
“Sa, io scrivo canzoni” si girò, appoggiando una spalla alla parete per guardarla meglio “Ma non credo che sia la stessa cosa. Non c’è un progetto, dietro, solo sensazioni. Invece, un romanzo è un progetto..E’ così o sto dicendo sciocchezze?”.
Ancora quel sorriso.
Frances cercò qualcosa di sensato da dire, ma era molto difficile. Riusciva solo a pensare che era veramente bello. Dalla testa ai piedi, e che aveva un sorriso aperto, per niente superbo. In più, le stava dicendo cose condivisibili.
Lo fissò e balbettò “No. Ha..ha ragione. Ci vogliono le idee chiare.. per scrivere una storia coerente e sensata..”.
Si rese conto di avere usato un tono da maestrina, ma tant’è.
Simon annuì “Si. Coerente, sensata e che arrivi al cuore delle persone.. Questo è un tratto che accomuna i romanzi alle canzoni, non le pare?”.
Non poté che annuire, sempre più confusa. Odiava ammetterlo, ma le cose che diceva sembravano completamente in sintonia col modo di pensare che le era proprio. Distolse lo sguardo, imbarazzata.
“E’ pronta per stasera?” le domandò un attimo dopo, cambiando completamente argomento “Oh, non che debba davvero preoccuparsi. Entrerà nel teatro, sommersa dai flash, dirà due parole, e poi uscirà, cercando di non rimanere schiacciata dalla folla di reporter e di fan” fece scuotendo la testa “Niente di complicato”.
“Niente di complicato” ripeté lei, perplessa. Improvvisamente, tutto il disagio che l’aveva tenuta sveglia quella notte le ripiombò addosso, facendola sospirare. Non riusciva neanche ad immaginarsi in quella situazione.
“Stia tranquilla” le sorrise staccandosi dal muro “Si tratta solo di prendere le cose con leggerezza. Niente di più” lanciò un’occhiata al set “Mi scusi, ma devo andare al trucco. E’ ora” e dopo un breve saluto, si allontanò in direzione dei camerini.

 La breve chiacchierata con Simon la lasciò interdetta.  E, doveva ammetterlo, piacevolmente sorpresa. Immaginava che non molti attori leggessero libro e sceneggiatura del film che avrebbero interpretato; di solito, il copione risolveva la situazione. Il fatto che il grande divo si fosse dato il disturbo di farlo le piaceva.
“Magari, un giorno o l’altro, arriverà con la copia del libro per un autografo con dedica” pensò tra sé, scuotendo la testa.
Proprio in quel momento, il regista fermò le riprese e contemporaneamente Gordon le si materializzo accanto.
“Capo, la parrucchiera verrà a casa tua alle quattro. Mi raccomando, fatti trovare. E vai a casa, altrimenti non sarai riposata per la lunga notte..” sorrise, scarabocchiando qualcosa su un foglietto “Tieni, questo è il numero della sarta, qualora ci fossero problemi dell’ultimo momento con il vestito”.
Frances lo prese “Che diavolo dovrebbe succedere?”.
“Spero proprio niente. Ma sai, meglio essere pronti a tutto”.
  

   
 
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