Ciao a tutti!
Eccomi qui, dopo secoli, a pubblicare una
nuova ZoNami…
E fa pure schifo! U.U
Vabbè, fatemi sapere cosa ne
pensate!
Buona Lettura
Pigiama
Nami aprì la porta con circospezione, non voleva farsi beccare da
nessuno della ciurma. Era notte fonda, e indossava solo una maglietta
svolazzante bianca, che formava il suo solito pigiama.
Entrò nella cucina senza accendere la luce, e con passo silenzioso
si avvicinò alla riserva dei liquori.
Ora che ci pensava, probabilmente, avrebbe dovuto mettersi qualcosa di
più pesante. Cominciava a sentire la pelle d’oca sulle gambe.
Un buon sorso di Rhum le avrebbe fatto passare il freddo.
“Che ci fai qui?” Una voce la fece sobbalzare, e immediatamente
i suoi occhi si diressero verso l’uomo che aveva parlato.
Se ne stava seduto per terra, appoggiato con la schiena al divano. Al
fianco c’erano le sue fide katane, l’unica cosa da cui non si
separava mai, e nella mano destra teneva saldo un boccale di… qualcosa.
Qualcosa di altamente alcolico, presunse Nami.
“Avevo sete” rispose lei, bisbigliando.
Era stata beccata.
Si avvicinò a lui con una bottiglia, e si sedette per terra al suo
fianco. Al contatto col pavimento non riuscì a
trattenere un brivido.
Nami gettò uno sguardo ai suoi vestiti – pantaloni da
ginnastica, la solita orrenda panciera e una felpa – e pensò che
lui era stato molto più furbo di lei.
“Non dovresti andare in giro vestita così” la
ammonì lui, rompendo il silenzio che si era creato “ti
ammalerai”.
Nami gonfiò le guance dalla rabbia. Lo sapeva benissimo anche lei,
non doveva farglielo notare lui.
“Sto benissimo, non ho freddo” gli rispose piccata.
Zoro, di risposta, si levò la felpa, rimanendo con una semplice
maglietta di cotone, e gliela lanciò addosso. Si girò con lo
sguardo dall’altra parte della stanza borbottando frasi sconnesse tra
loro – come “tsè” e “stupida mocciosa”.
All’ennesimo brivido, Nami si infilò la felpa dello
spadaccino, lamentandosi del fatto che lui era troppo apprensivo.
Dentro di sé, però, la navigatrice sapeva bene che tutte
quelle piccole attenzioni che Zoro le rivolgeva facevano parte del loro
rapporto “speciale”, e non potevano che fargli piacere.
Dopo qualche minuto, immersi nel silenzio della nave dormiente,
Zoro si alzò.
“Torno ad allenarmi” le disse, guardando fuori dall’oblò
“Buona notte”.
Nami sospirò e non gli rispose.
Rimase seduta sul pavimento, semplicemente a bere.
E si sa, mentre si è soli, nel buio di una stanza, a notte fonda, i
pensieri vagano e si concentrano su cose a cui prima non si aveva
fatto caso.
E lei quella sera pensò allo spadaccino, e all’affetto che
provava per lui. Alle litigate, a tutte le volte che lui l’aveva
protetta. E si domandò, per un istante, se quel balzo al cuore che
provava tutte le volte che lo vedeva non fosse un segno distintivo del fatto
che per Zoro non sentiva solo amicizia.
Sospirò, e si alzò da terra con la bottiglia in mano.
Aveva bisogno di parlargli, di comprendere.
Perché, a dirla tutta, non era la prima volta che Nami faceva questo
tipo di pensieri.
Si era accorta da un sacco di tempo che il loro rapporto stava cambiando,
stava diventando più intimo. E sentiva la necessità di fare
chiarezza.
Nami si diresse alla cabina dello spadaccino.
Si era trasferito in quella stanza qualche tempo prima, quando Franky aveva
deciso di costruire sulla nave una camera per ognuno.
Bussò un paio di volte, e Zoro si affacciò alla porta.
“Che vuoi?” le domandò, guardandola circospetto.
“Gentile come sempre eh?” rispose lei, inarcando un
sopracciglio. “Posso entrare?”
Il ragazzo si fece da parte, e lei si accomodò sul suo letto.
Zoro la guardò, con quel suo sguardo penetrante caratteristico di
lui.
Voleva sapere perché Nami era venuta da lui, ma allo stesso tempo ne
aveva paura.
Si era accorto di amarla già da parecchio tempo, ma non voleva
dirglielo.
Il loro rapporto… andava bene così com’era. Non dovevano
stravolgerlo, non dovevano rompere gli equilibri della ciurma.
“Dobbiamo parlare” cominciò lei, guardandolo seria.
Lui sospirò, e pian piano accettò la realtà dei fatti.
Era arrivato il momento di mettere in chiaro le cose tra loro.
Si sedette anche lui sul suo letto, avvicinandosi a lei molto più
del consentito.
“E di cosa?” le bisbigliò, gli
occhi persi in quelli di lei, le labbra a un centimetro di distanza.
Lei non rispose, rimase pietrificata. Lui si allontanò di qualche
centimetro, per farle riavere la ragione.
“Allora?”
Lei pensò freneticamente a cosa rispondergli, dandosi della stupida
perché non aveva preparato nessun discorso prima. Voleva chiedergli cosa
provasse, come si sentisse. Voleva essere certa che lui sentisse la stessa cosa
che sentiva lei quando l’aveva vicino. Voleva chiedergli perché
prima gli aveva dato la sua felpa, preoccupandosi per lei. Poi, la ragazza realizzò che tra loro non c’erano mai stati
grandi discorsi, ma solo fatti. Lui non le dichiarava amore eterno o di volerla
proteggere a costo della sua vita ogni volta che si imbattevano in un nemico
– come invece faceva quel cretino di Sanji – eppure lo faceva, si
limitava a rischiare la vita ogni volta che poteva per lei. La proteggeva, la
controllava in ogni sua mossa per aiutarla nel momento del bisogno.
E, quindi, decise di agire anche lei. I discorsi erano inutili.
“Penso di avere freddo” gli disse, con un ghigno sulle labbra.
Zoro rimase perplesso, ma l’assecondò.
“E’ colpa tua che vai in giro mezza nuda” la
guardò, mentre si toglieva la sua felpa e si infilava sotto le coperte.
“Che fai?” chiese, sospirando. Non poteva farlo davvero, era
pazza.
“Vieni anche tu” sussurrò, per un
attimo preoccupata di non avere visto giusto.
Lui sospirò, di nuovo.
“Mi farai impazzire lo sai?” le bisbigliò, con un
ghigno, mentre se la portava accanto a sé con un braccio.
La osservò per un lungo istante, gli occhi della ragazza brillavano
nel buio della stanza, le labbra morbide sembravano aspettare solo lui.
Con un ulteriore sospiro, sconfitto, Zoro si piegò su di lei e la
baciò.
E nell’istante in cui le loro labbra si incontrarono, tutto
sembrò trovare la giusta posizione, le preoccupazioni svanirono in un
secondo.
Qualcosa di grande e nuovo stava per cominciare.
Qualcosa di meraviglioso ed eterno.
Epilogo dedicato a Rolo, Mira e Robin XD
“Nami” le disse poco dopo, accarezzandole un fianco nudo.
“Mettiti a novanta”
E la stanza fu piena di gemiti e sospiri.