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Autore: Sherry    08/11/2010    5 recensioni
"Nami aprì la porta con circospezione, non voleva farsi beccare da nessuno della ciurma. Era notte fonda, e indossava solo una maglietta svolazzante bianca, che formava il suo solito pigiama.
Entrò nella cucina senza accendere la luce, e con passo silenzioso si avvicinò alla riserva dei liquori.
Ora che ci pensava, probabilmente, avrebbe dovuto mettersi qualcosa di più pesante. Cominciava a sentire la pelle d’oca sulle gambe."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti

Ciao a tutti!

Eccomi qui, dopo secoli, a pubblicare una nuova ZoNami…

E fa pure schifo! U.U

Vabbè, fatemi sapere cosa ne pensate!

Buona Lettura

 

 

 

Pigiama

 

 

Nami aprì la porta con circospezione, non voleva farsi beccare da nessuno della ciurma. Era notte fonda, e indossava solo una maglietta svolazzante bianca, che formava il suo solito pigiama.

Entrò nella cucina senza accendere la luce, e con passo silenzioso si avvicinò alla riserva dei liquori.

Ora che ci pensava, probabilmente, avrebbe dovuto mettersi qualcosa di più pesante. Cominciava a sentire la pelle d’oca sulle gambe.

Un buon sorso di Rhum le avrebbe fatto passare il freddo.

“Che ci fai qui?” Una voce la fece sobbalzare, e immediatamente i suoi occhi si diressero verso l’uomo che aveva parlato.

Se ne stava seduto per terra, appoggiato con la schiena al divano. Al fianco c’erano le sue fide katane, l’unica cosa da cui non si separava mai, e nella mano destra teneva saldo un boccale di… qualcosa. Qualcosa di altamente alcolico, presunse Nami.

“Avevo sete” rispose lei, bisbigliando.

Era stata beccata.

Si avvicinò a lui con una bottiglia, e si sedette per terra al suo fianco. Al contatto col pavimento non riuscì a trattenere un brivido.

Nami gettò uno sguardo ai suoi vestiti – pantaloni da ginnastica, la solita orrenda panciera e una felpa – e pensò che lui era stato molto più furbo di lei.

“Non dovresti andare in giro vestita così” la ammonì lui, rompendo il silenzio che si era creato “ti ammalerai”.

Nami gonfiò le guance dalla rabbia. Lo sapeva benissimo anche lei, non doveva farglielo notare lui.

“Sto benissimo, non ho freddo” gli rispose piccata.

Zoro, di risposta, si levò la felpa, rimanendo con una semplice maglietta di cotone, e gliela lanciò addosso. Si girò con lo sguardo dall’altra parte della stanza borbottando frasi sconnesse tra loro – come “tsè” e “stupida mocciosa”.

All’ennesimo brivido, Nami si infilò la felpa dello spadaccino, lamentandosi del fatto che lui era troppo apprensivo.

Dentro di sé, però, la navigatrice sapeva bene che tutte quelle piccole attenzioni che Zoro le rivolgeva facevano parte del loro rapporto “speciale”, e non potevano che fargli piacere.

Dopo qualche minuto, immersi nel silenzio della nave dormiente, Zoro si alzò.

“Torno ad allenarmi” le disse, guardando fuori dall’oblò “Buona notte”.

Nami sospirò e non gli rispose.

Rimase seduta sul pavimento, semplicemente a bere.

 

E si sa, mentre si è soli, nel buio di una stanza, a notte fonda, i pensieri vagano e si concentrano su cose a cui prima non si aveva fatto caso.

E lei quella sera pensò allo spadaccino, e all’affetto che provava per lui. Alle litigate, a tutte le volte che lui l’aveva protetta. E si domandò, per un istante, se quel balzo al cuore che provava tutte le volte che lo vedeva non fosse un segno distintivo del fatto che per Zoro non sentiva solo amicizia.

Sospirò, e si alzò da terra con la bottiglia in mano.

Aveva bisogno di parlargli, di comprendere.

Perché, a dirla tutta, non era la prima volta che Nami faceva questo tipo di pensieri.

Si era accorta da un sacco di tempo che il loro rapporto stava cambiando, stava diventando più intimo. E sentiva la necessità di fare chiarezza.

 

Nami si diresse alla cabina dello spadaccino.

Si era trasferito in quella stanza qualche tempo prima, quando Franky aveva deciso di costruire sulla nave una camera per ognuno.

Bussò un paio di volte, e Zoro si affacciò alla porta.

“Che vuoi?” le domandò, guardandola circospetto.

“Gentile come sempre eh?” rispose lei, inarcando un sopracciglio. “Posso entrare?”

Il ragazzo si fece da parte, e lei si accomodò sul suo letto.

Zoro la guardò, con quel suo sguardo penetrante caratteristico di lui.

Voleva sapere perché Nami era venuta da lui, ma allo stesso tempo ne aveva paura.

Si era accorto di amarla già da parecchio tempo, ma non voleva dirglielo.

Il loro rapporto… andava bene così com’era. Non dovevano stravolgerlo, non dovevano rompere gli equilibri della ciurma.

“Dobbiamo parlare” cominciò lei, guardandolo seria.

Lui sospirò, e pian piano accettò la realtà dei fatti. Era arrivato il momento di mettere in chiaro le cose tra loro.

Si sedette anche lui sul suo letto, avvicinandosi a lei molto più del consentito.

“E di cosa?” le bisbigliò, gli occhi persi in quelli di lei, le labbra a un centimetro di distanza.

Lei non rispose, rimase pietrificata. Lui si allontanò di qualche centimetro, per farle riavere la ragione.

“Allora?”

Lei pensò freneticamente a cosa rispondergli, dandosi della stupida perché non aveva preparato nessun discorso prima. Voleva chiedergli cosa provasse, come si sentisse. Voleva essere certa che lui sentisse la stessa cosa che sentiva lei quando l’aveva vicino. Voleva chiedergli perché prima gli aveva dato la sua felpa, preoccupandosi per lei. Poi, la ragazza realizzò che tra loro non c’erano mai stati grandi discorsi, ma solo fatti. Lui non le dichiarava amore eterno o di volerla proteggere a costo della sua vita ogni volta che si imbattevano in un nemico – come invece faceva quel cretino di Sanji – eppure lo faceva, si limitava a rischiare la vita ogni volta che poteva per lei. La proteggeva, la controllava in ogni sua mossa per aiutarla nel momento del bisogno.

E, quindi, decise di agire anche lei. I discorsi erano inutili.

“Penso di avere freddo” gli disse, con un ghigno sulle labbra.

Zoro rimase perplesso, ma l’assecondò.

“E’ colpa tua che vai in giro mezza nuda” la guardò, mentre si toglieva la sua felpa e si infilava sotto le coperte.

“Che fai?” chiese, sospirando. Non poteva farlo davvero, era pazza.

“Vieni anche tu” sussurrò, per un attimo preoccupata di non avere visto giusto.

Lui sospirò, di nuovo.

“Mi farai impazzire lo sai?” le bisbigliò, con un ghigno, mentre se la portava accanto a sé con un braccio.

La osservò per un lungo istante, gli occhi della ragazza brillavano nel buio della stanza, le labbra morbide sembravano aspettare solo lui.

Con un ulteriore sospiro, sconfitto, Zoro si piegò su di lei e la baciò.

E nell’istante in cui le loro labbra si incontrarono, tutto sembrò trovare la giusta posizione, le preoccupazioni svanirono in un secondo.

Qualcosa di grande e nuovo stava per cominciare.

Qualcosa di meraviglioso ed eterno.

 

 

 

 

Epilogo dedicato a Rolo, Mira e Robin XD

 

“Nami” le disse poco dopo, accarezzandole un fianco nudo. “Mettiti a novanta”

E la stanza fu piena di gemiti e sospiri.

 

 

  
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