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Autore: _Mary    08/11/2010    5 recensioni
C’era stato qualcosa che le aveva fatto capire che non tutto era andato come sarebbe dovuto. Era stata l’occhiata di una delle ragazze, rivolta a quella che sembrava la più anziana lì dentro. E poi, era stata tutta una giostra di bugie e pietose rassicurazioni, sul fatto che se la sarebbe cavata, che avrebbe potuto tenere in braccio il suo bambino già qualche ora dopo, che sarebbe andato tutto bene.
Seconda classificata al 'Classici Disney Contest' indetto da Lyrapotter sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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- Questa storia fa parte della serie 'Puzzle'
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Capitolo secondo.

You felt the pain
You felt the fear
But you chose not to see
Made it your destiny…

La giornata era davvero calda. Merope si passò una mano sulla fronte imperlata di sudore, sospirando.

Il sole picchiava contro la sua nuca. Non c’erano alberi, in quel tratto di strada. Persino la terra risentiva di quel caldo, arida ed assetata, mentre l’ennesimo viaggiatore le passava davanti a cavallo, sollevando una nuvola di polvere rossiccia. Le fronde degli alberi dietro di lei non erano abbastanza folte da creare ombra sufficiente a ripararsi dal calore estivo. O, almeno, non a quell’ora.

Merope rivolse uno sguardo alla casa dietro gli alberi, tentata di entrare. Avrebbe potuto osservare Tom come aveva sempre fatto, da dietro la finestra della sua stanza. Anche quel giorno, quando sapeva che sarebbe tornato dalla città.

Tom andava sempre in città, il mercoledì. Andava a trovare Cecilia, la bella ragazza che Merope aveva visto spesso con lui. E, ogni volta, si fermava a quel bivio a far riposare il cavallo.

Tenne ostentatamente lo sguardo fisso su un albero, impedendosi di abbassarlo sulla fiala che aveva in mano. Il liquido era inodore ed incolore, proprio come era scritto nel libro di suo padre che aveva trovato. Era riuscita a prepararlo tutto da sola.

Non riuscì ad impedire ad un sorriso incerto di farsi strada sul suo viso, a quel pensiero. Nessuno lo avrebbe mai creduto possibile. Nessuno l’avrebbe creduta capace di compiere magie. Eppure, aveva preparato un filtro d’amore.

La fiala era fredda, tra le sue mani, e sembrava incredibilmente pesante.

Sapeva che non era giusto. Sentiva che non avrebbe dovuto cedere alla tentazione, che era scorretto, che sarebbe stata anche punibile per legge, se lo avesse fatto.

Ma scacciò quei pensieri velocemente quanto si erano presentati. Era una follia, lo sapeva.

Ma le persone fanno sempre cose pazze, quando sono innamorate.

Fu allora che sentì il rumore di un cavallo che si avvicinava. Andò rapidamente a nascondersi tra gli alberi – pensava che altrimenti Tom non si sarebbe fermato.

E quando, proprio come aveva previsto, lo vide trattenere il cavallo fino a fermarsi e poi scendere per andare a sedersi sulla roccia sulla quale era seduta lei stessa fino a pochi secondi prima, il cuore le si fermò.

Sarebbe potuta tornare indietro, lo sapeva. Sarebbe bastato voltare le spalle a Tom e gettare la fiala ed il suo contenuto in un fiume, o in fondo ad un pozzo, e continuare ad aspettare il ritorno di suo padre.

Ma lei non voleva. Era stanca di aspettare. Stanca di aspettare suo padre, stanca di aspettare Tom, quando passava sotto la sua finestra, stanca di fingere di non esistere.

Prese il recipiente che si era portata dietro e stappò la fiala con mano tremante: il liquido scivolò dolcemente nella ciotola di coccio. Gettò la fiala per terra e si fece avanti, esitando.

Si accorse subito che Tom l’aveva notata, perché lo vide irrigidirsi. Continuò ad avanzare verso di lui, guardandolo.

Non disse nulla, si limitò a porgergli la ciotola; non sapeva cosa stesse pensando, ma sapeva che non se ne sarebbe andato. Le sembrò che la ringraziasse con gli occhi, un po’ esitante, prima di prendere la ciotola dalle sue mani e bere d’un sorso il suo contenuto.

Era l’uomo più bello che avesse mai visto; e quando lo vide bere, Merope si sentì rinascere.

Aveva stregato l’uomo che amava. Sapeva che, prima o poi, sarebbe stata punita per questo.

Ma le persone fanno sempre cose pazze, quando sono innamorate.

 

 

 

 

Eccomi tornata con il secondo capitolo di questa raccolta *-* Ringrazio chi ha aggiunto la storia alle Seguite, chi ha letto e, ovviamente, chi è stato tanto gentile da recensire:

Julia Weasley: ti ho già scritto che vederti tra i recensori mi fa sempre piacere? *-* A me Merope fa pena fino a quando non strega Tom: non ha conosciuto né felicità né amore nella sua infanzia – anzi, nella sua vita, fatta eccezione per la ‘parentesi Tom’ – però poi ha perso la mia comprensione, ad essere sincera. Ma quando mi è capitata quella citazione non ho potuto fare a meno di abbinargliela, quindi eccomi qui XD

PaytonSawyer: bentrovata! *-* Quella raccolta è sulla lista – la famosa lista u.u – e prima o poi la finirò, quando mi sarò rimessa in pari con le storie del club dei duallanti... uff. Bon, spero che questo capitoletto ti abbia soddisfatta <3

Whateverhappened: ehh già, come ho già detto, io sono come quell’erba cattiva di cui non ricordo mai il nome: potrebbe sembrare che io scomparsa, ed invece ritorno sempre, con raccolte su personaggi ogni volta più secondari u.u Felice che ti sia piaciuta, considerando che non è sui Black (sigh!) e che mi sono lanciata su un personaggio che io stessa ho snobbato abbastanza, prima del contest... <3

Fri rapace: ciao! Mi sa che l’altra di cui parli è quella che avevi consigliato sul forum - pubblicata su Accio, vero? Mi era piaciuta molto... Ho trovato due drabble su Merope ultimamente, sembra che in questo periodo abbia solleticato l’ispirazione di parecchi XD O almeno di più gente del solito. Ma sto divagando u.u Rimanere senza le due figure che sono state i suoi ‘padroni’ per una vita deve averla lasciata spiazzata, secondo me, anche se poi si è ripresa alla grande .-. Spero di non deluderti! <3

 

Ci vediamo lunedì prossimo!

Un abbraccio,

Ilaria


   
 
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