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Autore: semplicementeme     08/11/2010    19 recensioni
Dal capitolo XI:
- Mamoru piantala con queste domande personali!
Era arrossita più di prima. Era diventata più rossa di un pomodoro maturo mentre la sua voce era diventata stridula. Era davvero divertente vederla così imbarazzata, ma ancora non aveva risposto alla sua domanda. [...]
- Non mi hai risposto: sei o non sei vergine?

Dal capitolo XVII:
- Ehm sì... - Doveva necessariamente ritrovare il controllo del suo corpo. Per quel giorno aveva già dato abbastanza in fatto di figuracce, era necessario uscire con un minimo di dignità da quella situazione.
- Aspetta un attimo...
Per fortuna era stato lui a toglierla dall’imbarazzo e dopo quelle parole, era sparito dentro il bagno con dei pantaloni che solo in quel momento aveva notato sistemati sul letto...
- Ed i boxer?

On line il capitolo XX
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ad un passo dalla felicità' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Note:

 

- san: utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno, come un collega di lavoro un proprio superiore oppure uno sconosciuto a cui ci si rivolge in maniera educata, ma può essere utilizzato anche con persone con le quali non si ha un rapporto amichevole per pura formalità (andando ad assumere una sfumatura di distacco fra le due persone). Nella stragrande maggioranza dei casi è analogo al nostro "signore/a", ma vi sono anche contesti in cui una tale traduzione non corrisponderebbe affatto o sarebbe inappropriata (per esempio, a scuola non è raro che gli alunni si riferiscano ad un compagno dotato con -san, mentre da noi non avviene nulla di simile) (Fonte Wikipedia);

 

- kun: uno dei suffissi più diffusi, utilizzato tra ragazzi e amici per indicare una certa forma di rispetto, o da un adulto verso una persona molto più giovane come segno di confidenza. Può essere rivolto da un ragazzo anche alle ragazze ma questo caso è più raro. È utilizzato anche in ambito lavorativo. (Fonte Wikipedia)

 

- chan: utilizzato come vezzeggiativo, propriamente verso i bambini con i quali nel linguaggio occidentale corrisponderebbe all'appellativo "piccolo/a" o ad un diminutivo (es. Carletta, Luigino). Può però (ed è diffusissimo in tal senso) essere utilizzato anche fra persone adolescenti o adulte e in questi casi indica forte amicizia e confidenza, come per esempio fra amiche di scuola, ma può indicare anche affettuosità e un certo grado di intimità, come fra coppie o fra parenti più grandi verso parenti più piccoli (es. la madre al figlio). Generalmente si utilizza più spesso e con connotazioni meno strette fra ragazze, mentre fra ragazzo e ragazza non parenti è più probabile che indichi che vi sia un rapporto particolare fra i due (es. fidanzati o amici d'infanzia). Fra amici maschi è più raro e ha prevalentemente sfumature scherzose o ironiche o deriva da una lunga amicizia. Utilizzare -chan con persone adulte che si conosce appena può essere visto come scortesia. Viene utilizzato anche per gli animali domestici; (Fonte Wikipedia);

- obaasan: nonna, in ambito familiare. (Fonte Wikipedia)

 

- oneechan: sorellina, in ambito familiare. (Fonte Wikipedia)

 

- dorama: sono i drama giapponesi. La maggior parte dei canali giapponesi producono dorama di ogni genere. I dorama possono essere adattamenti di manga e anime, come i live action di Great Teacher Onizuka, oppure storie originali, come Atashinchi no danshi. I dorama possono essere di durata variabile, sia in formato di serie televisiva, film o special. Normalmente in Giappone danno una puntata alla settimana, una seria dura per circa 3 mesi. Se comincia una volta la serie, l'orario rimane fisso. (Fonte Wikipedia)

 

- hetakuso: imbranato, impedito.

 

- bento: è una sorta di vassoio contenitore con coperchio di varie forme e materiali contenente un pasto, in singola porzione, impacchettato in casa o comprato fuori, comune nella cucina giapponese. (Fonte Wikipedia)

 

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

 

Capitolo XVII

 

IXI giorno

Ore 19:20

- 11 giorni all’alba

 

       - Usagi, credo che sia meglio andare a svegliare il tuo fidanzato, papà sarà qui tra poco.

   Dopo la discussione avuta con Mamoru, non era andata neanche in camera vista la vicinanza di questa con quella del suo presunto ragazzo.

   Nei momenti che seguivano ad una discussione, con chiunque non solo con Mamoru, aveva bisogno di stare il più lontano possibile dalla fonte di stress se voleva tornare ad essere padrona della situazione. Per questa ragione aveva deciso di scendere nuovamente nel salone e passare il resto del pomeriggio con il fratello e la nonna; era stato difficile stare con loro e fare finta di nulla, anzi era certa di non esserci riuscita, ma la cosa che apprezzava maggiormente di Shingo e sua nonna era la naturalezza con cui decifravano i suoi atteggiamenti: la conoscevano talmente bene da sapere che in quel momento l’unica cosa di cui necessitava era rimanere sola e sbollire la rabbia, contro Mamoru sì, ma soprattutto contro se stessa, ecco perché non l’avevano chiamata in causa più di tanto nel corso delle loro conversazioni.

       - Shingo, per favore, potresti andare tu? - Non aveva proprio voglia di vedere Mamoru-sonofigoemenevanto-Chiba. Non aveva idea di come comportarsi e come poter giustificare la sua fuga; anche perché quella di poco prima, inutile negarlo, era stata una fuga vera e propria. Certo, poteva farla passare per una ritirata strategica, ma in tal caso significava dargliela vinta e la cosa non la entusiasmava per nulla. E poi, altro motivo di nervosismo era l’arrivo imminente di suo padre.

   Già, l’idea di incontrare Kenji Tsukino non la entusiasmava per nulla, anzi, la rendeva ancora più nervosa e scontrosa e sapeva che, se fosse salita a chiamare Mamoru, sarebbe finita male, malissimo…

       - Non credi che sia meglio salire e sistemare le cose prima del ritorno di papà?

   Perché Shingo doveva essere sempre così razionale? Non poteva, una volta tanto, farla contenta ed andare a svegliare Mamoru come gli aveva chiesto? E poi cavolo, che la lasciasse riflettere in pace!

       - Non c’è nulla di sistemare…  

       - Quindi vi siete già lasciati?

       - Ma di cosa stai parlando?

   Ok, era chiaro come il giorno che lei e Mamoru avevano discusso, ma suo fratello non poteva farsi i fattacci suoi? Fino a poco tempo prima lo aveva considerato un fratello modello ma adesso… prima si metteva a fare comunella con Mamoru, dopo non la lasciava mugugnare in pace. Ma che fine aveva fatto il suo adorato fratello?

       - Del fatto che tu, ed il tuo fidanzato, avete discusso. Sei stata taciturna per tutto il pomeriggio ed io e nonna siamo stati costretti più di una volta a riportarti sulla Terra per evitare di farti affogare nei tuoi stessi pensieri!

       - Tesoro, Shingo ha ragione. Cosa è successo con Mamoru?

   Ma perché si stavano impicciando tutti a quella maniera? Prima Shingo, che rischiava di morire se si fosse riferito ancora una volta a Mamoru come suo fidanzato, poi ci si metteva anche sua nonna con il suo voler sapere cosa fosse successo. Ok, era arrabbiata, no, di più, era imbestialita ma questo non poteva certo autorizzare la sua famiglia a parlarle come se… come si parla ad una bambina delle elementari che ha litigato con un compagno di scuola, no. E non era solo colpa di Mamoru, c’era anche quel piccolo particolare che corrispondeva al nome di Kenji Tsukino, perché sembrava che tutti se ne fossero dimenticati?

       - Nulla di che nonna, stai tranquilla! Si tratta dei nostri soliti battibecchi, ormai ci ho fatto l’abitudine! E poi non è solo Mamoru, è che tra un po’ arriva papà ed io sono nervosa… tutto qui. - Anche se in quel momento era più nervosa per la lite con Mamoru che per l’arrivo di suo padre.

   In ogni caso non avrebbe mai detto il perché del loro litigio, era qualcosa di imbarazzante e privato… e poi era vero, si era trattato di uno dei soliti battibecchi a sfondo sessuale… le bastava poco e si sarebbe ripresa come se nulla fosse. Di solito, dopo i primi attimi di smarrimento si ritrovava a metabolizzare il tutto abbastanza rapidamente, a dire il vero troppo rapidamente per i suoi standard. Anche se poi… bhè poi rimaneva quel retrogusto amaro della sconfitta che la pervadeva per delle ore, a volte anche per intere giornate.

   Non sapeva spiegarsi neanche lei come fosse possibile, ma era come se si sentisse in parte responsabile delle liti con l’Imbecille, anche quando lei non aveva nessuna colpa; il più delle volte, era lui quello ad iniziare e lei si limitava a difendersi, nulla di più. Ah, ma che andassero tutti al diavolo!

       - Sali e chiaritevi prima che papà scopra il vostro scherzetto!

       - Che scopra tutto, ormai non mi interessa più nulla! - Ed era vero. Era entrata in quella sorta di apatia post-scontro che le lasciava addosso un senso di vuoto all’altezza del cuore e non riusciva proprio a spiegarsi il perché di quelle sensazioni che, in quel momento, la rendevano priva di forze. In fondo non era la prima volta che litigavano…

 

       - Per questa volta ti restituisco il polso, ma solo per questa volta! Però sono sempre più sicuro che dovremmo provarci.

       - Provare cosa?

       - Ad essere una coppia vera… sarebbe divertente, non credi?

 

   Era stato quello scambio di battute ad averla ferita maggiormente. Non erano state le parole in sé a farle male, no. Era stato il tono beffardo con cui erano state pronunciate, come se per loro due avere una relazione fosse solo uno scherzo. Come se al massimo potessero permettersi un rapporto poco impegnativo basato solo sul sesso.

   Come se lei fosse solo una bambolina buona solo a farlo distrarre... come se lei fosse uguale a tutte le altre.

   Era certa del fatto che le sue fossero solo fisime mentali, solo suoi voli pindarici.

   Era certa che Mamoru avesse fatto solo una battuta infelice da lei male interpretata.

   Era certa che lui non intendesse nulla di ciò che lei aveva letto tra le righe, ma l’amaro in bocca restava: Mamoru la considerava alla pari di un passatempo, né più né meno.

       - … neanche di passare tutto il fine settimana con Umino?

   Le parole di Shingo, ancora una volta, la riportarono al presente.

   Ormai era una certezza la presenza di Umino già a partire da quella stessa sera. Era sempre stato così sin da quando suo padre aveva espresso la volontà di vederla sposata a quel ragazzo occhialuto che conosceva da che aveva memoria. Naturalmene, la famiglia Gurio non si era opposta a quella eventualità visto che quell’unione poteva rappresentare un’ulteriore cementificazione dei rapporti tra i due studi legali più importanti di Tokyo, e magari da quel matrimonio poteva nascere anche un nuovo studio associato, possibilità che faceva comodo ad entrambi i patriarchi della famiglia. La cosa assurda era che in quella situazione, la felicità dei loro figli non aveva voce in capitolo. Tra l’altro Umino, da subito, sembrava aver apprezzato l’idea di un loro matrimonio, mentre per lei… per lei la sola idea la faceva stare male, ma doveva ammettere che in quel momento avrebbe barattato Umino con Mamoru tanto si sentiva avvilita.

       - Shingo! Che modi sono! Non prenderti gioco di chi non c’è. Non è colpa di Umino-san se tuo padre ha deciso che Usagi debba sposarlo!

   Sua nonna sapeva sempre come toccare i tasti giusti. Prima ricordandole dell’arrivo del suo amatissimo genitore e poi accennando alla piacevolissima condizione a cui l’aveva confinata il suddetto padre: un contratto prematrimoniale pronto per essere firmato da Kenji stesso, e dal padre di Umino, se entro il compimento del suo ventottesimo anno di età non avesse trovato marito. Splendido davvero! Ma poi perché tutta quell’insistenza con lei e non con Shingo? Dopotutto suo fratello aveva trentacinque anni e l’età per il matrimonio l’aveva superata da un pezzo. Sospettava che suo padre sapesse dell’orientamento sessuale del figlio e per questo aveva spostato tutte le sue aspettative su di lei. Se fosse stato davvero così, difficilmente avrebbe evitato il suo matrimonio con Umino… ed effettivamente, a ben pensarci, non è che si risolvesse poi molto con quel finto fidanzamento, ma era pur sempre un passo avanti. Almeno per quel fine settimana suo padre non le avrebbe fatto pressioni di alcun tipo e si sarebbe limitato ad osservarla, studiarla e poi attaccarla quando avrebbe ritenuto il momento adatto per ferirla.

   Ma perché era nata in una famiglia così maledettamente tradizionalista?

       - Ok, mi avete convinta! Vado a svegliarlo!

   E poi Mamoru le chiedeva perché temeva tanto l’incontro con suo padre! Era logico che lo temesse. Rischiava da un momento all’altro che Kenji la obbligasse a sposare Umino senza tener fede alla parola data. Ma cosa poteva saperne lui che era libero di fare ciò che più gli piaceva. Se Mamoru si fosse ritrovato ad essere figlio di Kenji Tsukino cosa avrebbe fatto?

       - Mi ricordate tanto me e tuo nonno, anche noi all’inizio non potevamo sopportarci!

   Per la prima volta in vita sua, Usagi, si ritrovò a dover dare ragione alla madre: sua nonna ormai iniziava a dare numeri. Adesso Sakura Tsukino paragonava la sua vita a quella della nipote, davvero assurdo!

       - Non è vero che io e Mamoru non ci sopportiamo; semplicemente non abbiamo molto in comune e questo ci porta a litigare… e comunque tra me e lui non c’è nulla di quello che c’era tra te e nonno, ok?

   Era meglio mettere le cose in chiaro o sua nonna si sarebbe illusa costruendo castelli, o per meglio dire grattacieli, in aria.

       - Usa-chan, ricorda che chi disprezza compra, e compra a caro prezzo!

       - Obaasan, io non disprezzo Mamoru, dico solo che noi non riusciamo ad andare d’accordo, ma per il resto lo reputo un ragazzo normalissimo!

       - Come vuoi bambina, ma sappi che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire…

   Sua nonna adorava i proverbi, di questo ne era sempre stata a conoscenza, ma adesso stava esagerando. Perché non era chiara una volta per tutte?

       - E questo cosa c’entra?

       - Oneechan, davvero non ci arrivi?

   Che Shingo e la nonna avessero parlato di qualcosa che la riguardava mentre lei era con la testa in un’altra dimensione?

       - Bhè, tu non vuoi ascoltare la voce del tuo cuore…

   Ed in quel momento non voleva ascoltare neanche la voce della sua amatissima nonna ecco perché troncò la conversazione ancor prima che questa giungesse al clou.

       - Ed è molto meglio così perché credimi, se l’avessi ascoltata, già da un pezzo saresti costretta a venirmi a trovare in un carcere di massima sicurezza se ti venisse voglia di vedermi!

       - Sai che anch’io avevo progettato di uccidere tuo nonno?

       - Nonna, mi hai convita del tutto… vado a svegliare Mamoru! - Era meglio interrompere lì quell’assurda discussione… anche perché oltre a Mamoru avrebbe dovuto uccidere pure Shingo che si stava sbellicando dalle risate.

 

   Mentre saliva le scale si decise a pensare ad un problema per volta: era meglio chiarire subito con Mamoru e poi pensare a suo padre.

   Adesso il problema era come affrontare Mamoru, non voleva riprendere il discorso né tanto meno voleva che lui comprendesse parte del suo turbamento, ma non poteva fare finta di nulla, giusto? Non poteva nascondere la testa sotto la sabbia come facevano gli struzzi… non rientrava nel suo carattere. Lei era una che affrontava i problemi di petto ed avrebbe fatto così anche questa volta. Avrebbe detto a Mamoru di piantarla con quelle battute a sfondo sessuale perché lei non era come le altre e non sarebbe mai caduta nella sua rete.

   O almeno lo sperava.

   Senza neanche rendersene conto si era ritrovata davanti alla porta della camera di lui ed aveva bussato.

   Una volta, due, tre… possibile che avesse il sonno così pesante da non sentirla?

       - Pure sordo! - Non solo era un imbecille borioso, ma era anche un imbecille borioso con il sonno pesante!

   Lentamente aveva aperto la porta mettendo la testa dentro la stanza per vedere se effettivamente stesse dormendo, ma il letto era vuoto e dentro non c’era anima viva, a quel punto entrare era inevitabile. Il cigolio della porta alla sua sinistra la costrinse a girare la testa e quello che vide fu… sconvolgente.

   Mamoru, con solo un asciugamano in vita ed un altro telo più piccolo con cui si frizionava i capelli, era appena uscito dal bagno che aveva in comune con la sua camera da letto. Perfetto, se si fosse trovata in uno dei manga che era solita leggere da bambina, bhè a dire il vero ogni tanto le capitava ancora di leggerli, comunque, se si fosse trovata in uno di quei manga, la sua mandibola avrebbe toccato terra. Per sua fortuna, era nella realtà e la prima reazione del suo corpo fu quella di azzerare la salivazione, subito dopo le sue guance si tinsero di un rosso pomodoro che ben si abbinava al biondo dei suoi capelli.

   Mamoru, solo dopo aver tolto l’asciugamano dal capo, si era accorto della sua presenza.

       - U… Usagi…

   Oh. Anche lui sembrava imbarazzato. Era una fortuna, no?

       - Ehm sì… - Doveva necessariamente ritrovare il controllo del suo corpo. Per quel giorno aveva già dato abbastanza in fatto di figuracce, era necessario uscire con un minimo di dignità da quella situazione.

       - Aspetta un attimo…

   Per fortuna era stato lui a toglierla dall’imbarazzo e dopo quelle parole, era sparito dentro il bagno con dei pantaloni che solo in quel momento aveva notato sistemati sul letto…

       - Ed i boxer? - Ok! Era ufficiale: il suo cervello era andato! Era riuscita a superare un attimo di imbarazzo per crearne un altro nel giro di quanto? Due millesimi di secondi? Ma come le era saltato in mente di fare una domanda simile? Era impazzita?

   Respirare, inspirare. Respirare ed inspirare.

   Doveva tornare subito padrona di se stessa, in fondo non era nulla di che. Aveva visto Mamoru Chiba mezzo nudo, cose da tutti i giorni! 

   Dopo alcuni minuti, in cui stoicamente era riuscita a ripristinare la salivazione ed a far sparire il rossore, era seriamente preoccupata. Era impossibile che ci volesse così tanto per mettere un paio di pantaloni, Mamoru ancora non si faceva vivo ed iniziava a chiedersi che fine potesse aver fatto, che fosse scivolato dentro il bagno?  Si mise a sedere sul bordo del letto con gli occhi fissi sulla porta; se non fosse uscito entro i prossimi due minuti sarebbe entrata in bagno. Fortunatamente questa evenienza fu presto messa da parte, Mamoru era finalmente riemerso dal suo rifugio improvvisato, con indosso solo i pantaloni.

   Peccato.

       - Tutto bene? - Era stata la prima cosa che le era passata per la testa.

       - Non ti hanno insegnato a bussare prima di entrare nella camera di un uomo?

   Ah bene! Adesso l’aggrediva…

       - A dire il vero mi hanno insegnato a bussare sempre e comunque, anche quando si entra nella camera di una donna. E comunque, io ho bussato, sei tu a non aver sentito niente! - Se voleva buttarla sullo scontro verbale non era il caso. Anche se aveva bisogno di scaricare l’adrenalina che si era accumulata nel corso di quel pomeriggio, pomeriggio dannatamente sbagliato teneva a sottolineare, non voleva perdere tempo in un’altra lite.

       - E non ti hanno detto che si deve aspettare il permesso prima di entrare?

   Cosa diceva sempre sua nonna? La parola è d’argento, il silenzio è d’oro. Perfetto, non avrebbe parlato e non gli avrebbe dato motivo di attaccarla.

 

   Negli ultimi cinque minuti era riuscita a rimanere seduta sul bordo del letto guardandolo in faccia senza aprir bocca. Sapeva che si sarebbe infuriato ancora di più ma cavoli suoi, così imparava ad essere acido!

   Solo quando Mamoru aveva indossato una camicia tirata fuori dalla sua valigia, almeno così i suoi pensieri poco casti erano stati messi a tacere, aveva deciso che era arrivato il momento di parlare, anche perché lui sembrava intenzionato ad ignorarla da lì all’eternità.

       - Ero salita per svegliarti. A momenti mio padre sarà qui e volevo avvertirti. - Ok, era riuscita a non far capire se era turbata, arrabbiata o altro. Era un passo avanti, no?

       - Allora la farsa sta per iniziare…

   Perché le era sembrato che avesse utilizzato un tono di attesa?

       - Se sei pronto, direi di sì…

       - E la tua valigia? Se vuoi te la porto in camera.

   La sua valigia? Facendo mente locale aveva ricordato di averla letteralmente abbandonata in quella stanza dopo la divergenza di opinione di quasi due ore prima, indi per cui doveva essere ancora lì.

       - Hai ragione! Lascia stare, dopo ci penso io.

       - Insisto.

   Così dicendo l’aveva presa, come se si trattasse di un peso piuma e non di una valigia dal peso di almeno quindici chili, ed era uscito lasciando la porta della stanza aperta.

       - Se non sbaglio camera tua è questa qui accanto, giusto?

   Dal corridoio era arrivata la sua voce e questo ebbe il potere di farla alzare dal letto su cui era seduta.

   Cosa diavolo  stava facendo?

       - Mamoru ti ho detto che non occorreva, potevo pensarci io! Sai, non sono una povera invalida!

   Quando era ormai nel corridoio, Mamoru aveva aperto la porta della sua camera ed era entrato per uscirne subito dopo, a mani vuote.

       - Missione compiuta, possiamo andare.

   Sorridendo le aveva fatto cenno di scendere.

       - Tutto bene? - No, perché era parecchio strano il suo comportamento. Forse anche lui, come suo padre, aspettava il momento giusto per attaccare? Impossibile, Mamoru affondava senza fare caso al tempo, al luogo o al modo.

       - Sì. Sono pronto… se vuoi possiamo scendere.

       - Sicuro sicuro di sentirti bene? Mi sembri strano. - Forse era ancora arrabbiato per come era entrata nella sua stanza?

       - No, sto bene, grazie. Allora andiamo?

   C’era puzza di bruciato. Mamoru stava tramando qualcosa, ne era certa.

       - Non devi dirmi niente? Magari vorresti rimproverarmi qualcosa?

       - No, assolutamente. Dovrei rimproverarti qualcosa?

   Ok. Doveva preoccuparsi.

       - Fermati! Chi sei tu e cosa ne hai fatto di Mamoru Chiba? - Era praticamente impossibile che quello che aveva davanti fosse il vero Mamoru.

       - Sei sicura di non essere tu a stare male?

       - Non dire sciocchezze! Mi spiegheresti che ti è preso? - Perché era inutile, anche se la guardava con lo sguardo innocente come quello di un bambino, lei era sicura che stesse nascondendo qualcosa!

       - A me nulla, sei tu quella che è strana!

       - Io non sono strana!

       - Allora mi spiegheresti il perché siamo ancora qui?

       - Sei stranamente gentile e remissivo.

       - Come scusa?

       - Ripeto: sei stranamente gentile…

       - Ho capito, ma ti rendi conto che mi sta accusando di essere gentile?!

       - So benissimo di cosa ti sto accusando, ma ti ricordo che non è normale che tu sia gentile con me senza un secondo fine!

       - Non capisco perché tu abbia sempre da ridire sul mio comportamento?

       - Mamoru, andiamo… dimmi una volta in cui sei stato gentile con la sottoscritta solo per il piacere di esserlo!

       - Usagi, non ti sembra di renderti ridicola da sola? Vuoi che sia un perfetto cafone?

   Lei non voleva certo questo, ma non si spiegava il perché fosse così… umano? Gentile? Educato?

       - Certo che no, solo che… non sembri nemmeno tu!

       - Sto cercando di essere gentile perché poco fa sono stato uno stupido, ok? Sto cercando di farmi perdonare. Va bene adesso?

   Oh. Carino da parte sua.

   Adesso capiva il perché di tutto quel pudore e gentilezza… era un gesto gentile, cortese. Però no. No che non andava bene. Lei non sapeva come comportarsi con un Mamoru gentile… aveva sempre avuto a che fare con la parte spigolosa di lui, quella strafottente e sempre pronta a buttare tutto sullo scherzo, mentre questo nuovo Mamoru… era nuovo. Sconosciuto.

   Piacevole

       - Ok! Resettiamo tutto e facciamo finta che non sia successo niente… adesso non ho il tempo per andare dietro ai tuoi sbalzi di umore, ma sappi che… ne riparleremo. Riparleremo anche di questo. - Più che altro adesso era lei ad avere gli sbalzi di umore, ma non poteva soffermarsi su questo, non con l’arrivo imminente di suo padre.

       - A quanto pare ne abbiamo di cose di cui parlare noi due…

   Ed era vero. Dovevano parlare di molte cose, due su tutte. Il rapporto di Mamoru con il padre ed il loro rapporto. Già, dovevano parlare anche di quel loro che non esisteva ma che faceva di tutto per nascere. No. Basta! Doveva piantarla di pensare a lei e Mamoru come un noi… loro erano due entità separate, e basta.

       - Non ora però. Affrontiamo un problema per volta, questo è il momento di affrontare il mio tormento personale…

       - Non ero io il tuo tormento personale?

   Ed eccolo tornare il Mamoru con cui aveva maggiormente a che fare, quello che conosceva meglio.

       - Oh, ma tu non sei un tormento… tu sei… peggio dell’emicrania… non sai quando arriva, non sai quanto dura e non sai quando andrà via…

       - Non so se sentirmi lusingato o offeso…

   A dire il vero non lo sapeva neanche lei ma il paragone le era venuto naturale. Mamoru arrivava all’improvviso, senza preavviso e le scombussolava i programmi della giornata; rimaneva con lei fino a che ne aveva voglia e poi, così come era arrivato, andava via. Lasciandola sola.

   Vuota.

       - Però hai un primato che è unico…

       - E sarebbe?

   Ok, non stava flirtando, giusto? Lei non stava facendo la gatta morta, stava solamente dicendo quello che le passava per la testa. In questo non c’era nulla di male, vero?

       - Come riesci tu a non farmi pensare ai miei genitori, non ci riesce nessuno. Grazie… - Ed in fin dei conti quello era un complimento, un signor complimento. Voleva dire che Mamoru era capace di catalizzare tutta l’attenzione sulla sua persona, impedendole di concentrarsi su altro…

       - Si tratta di un pregio o di un difetto?

       - In questo caso è un grandissimo pregio!

       - Se lo dici tu… ma adesso che ne dici di scendere mia dolce fidanzata?

       - Ruffiano! - Era inutile, Mamoru non riusciva ad essere gentile per più di dieci minuti.

 

***** ***** *****

 

 

XIX giorno

Ore 21:23

- 11 giorni all’alba

 

       - Di cosa voleva parlarmi Tsukino-san?

   Finalmente l’incontro con il misterioso padre di Usagi aveva avuto luogo. A dire il vero, era rimasto un po’ deluso nel momento in cui aveva fatto la conoscenza di Tsukino Kenji.

   Si era aspettato un uomo totalmente diverso: più alto, vista la statura del primogenito, ed anche ben piazzato fisicamente invece… invece si era ritrovato davanti un uomo normale, non eccessivamente alto, forse addirittura più basso della media, e corporatura magra; leggermente stempiato e con qualche filo d’argento tra i capelli neri; gli occhiali neri dalla montatura rettangolare coprivano degli occhi piccoli e castani che non avevano nulla di paragonabile a quelli azzurri di Usagi così simili a quelli della nonna paterna, e di questo particolare se ne accorgeva solo adesso che si ritrovava nello studio privato di quello che era il padre della sua presunta fidanzata.

       - Vorrei sapere che intenzioni hai con mia figlia.

   Quella che doveva essere una domanda, gli era suonata più che altro come un ordine. Non c'era nulla da ridire su Tsukino Kenji, andava dritto al sodo.

   Subito dopo le presentazioni ufficiali, gli aveva chiesto di incontrarsi e parlare privatamente nello studio appena conclusasi la cena che sarebbe iniziata da lì a poco, dopodiché non gli aveva più rivolto parola. Usagi era sbiancata non appena aveva sentito quella richiesta e subito era corsa a stringergli la mano, come per cercare una presa sicura per non cadere.

       - Credo che sia prematuro parlare di progetti a lungo termine, in fin dei conti io ed Usagi stiamo insieme solo da un paio di mesi. - Fortunatamente, prima di scendere per cenare, avevano concordato gli ultimi dettagli, quelli più importanti che per qualche assurda ragione avevano trascurato. Dettagli riguardo il come si erano incontrati e la durata della loro relazione; se ripensava al corso della cena ed alle domande che la madre di Usagi gli aveva rivolto, era stato da folli non averci pensato già prima, magari in macchina mentre erano diretti a Nikko.

       - Ragazzo, ti sarei grato se non mi facessi perdere del tempo.  

       - Non capisco dove vuole andare a parare Tsukino-kun. - Perfetto, se il padre di Usagi aveva deciso di trattarlo come un ragazzino lui avrebbe fatto di conseguenza prendendosi quella confidenza che non gli era stata concessa passando da un più rispettoso -san ad un più confidenziale -kun. Non aveva avuto modo di parlare con Usagi ed ipotizzare insieme il tema del loro incontro riservato, ma non era difficile immaginare di cosa si potesse trattare. Durante la cena si era chiesto più e più volte cosa potesse riguardare quell’incontro e l’unica possibile ragione era discutere di lui e di Usagi, ma non immaginava arrivasse subito al punto.

       - Voglio solo sapere se mia figlia è un diversivo o hai delle intenzioni serie. Adesso, mi sembra di essere stato abbastanza chiaro.

   Oh, era stato molto più che chiaro solo che non comprendeva come si potesse parlare in questi termini della propria figlia.

       - Vede, quello che c’è tra me e sua figlia credo che debba interessare solo ed esclusivamente noi due.

       - Dimmi, per caso sai che è già promessa  Gurio Umino?

   No. Non ne sapeva nulla e poteva immaginare perché Usagi avesse deciso di omettere quel piccolo particolare. Adesso capiva anche perché lo stoccafisso era stato invitato a trascorrere due giorni con loro in villa. Quella sera a cena, poi, non capiva perché ma quel tizio gli era sembrato più imbranato di quello che era stato la mattina in cui si erano incontrati per la prima volta al bar. Forse era stato lui a metterlo a disagio non togliendogli quasi mai gli occhi di dosso?

       - Io credo che debba essere Usagi a decidere con chi voler costruire il proprio futuro. - Anche perché era impensabile che lei, con il suo carattere, accettasse quell’imposizione senza batter ciglio.

       - Forse per gli altri è così, ma non per mia figlia. Lei è una Tsukino e deve seguire le tradizioni della nostra famiglia.

   Il modo in cui parlava era assurdo, antico, irritante. Per tutto il tempo della conversazione, ad essere sinceri erano solo cinque minuti scarsi, non aveva mai chiamato Usagi con il suo nome, come se non si parlasse del sangue del suo sangue, e non aveva mai tenuto in considerazioni quelli che potevano essere i sentimenti della sua stessa figlia.

       - Mi permetta di dissentire. Anche la figlia del nostro imperatore ha potuto scegliere chi sposare.

       - A che prezzo? Ha dovuto rinunciare al titolo imperiale.

       - Non credo che sia il caso di Usagi!

       - Ragazzo, vedi di non intrometterti in questioni che non ti riguardano. Stiamo parlando di mia figlia e so io cosa è meglio per lei!

       - Il meglio per Usagi o per le sue finanze? - Ecco, alla fine aveva ceduto ed aveva lasciato il posto a quello che era l’istinto ed aveva detto ciò che pensava davvero mandando a fanculo la diplomazia.

       - Entrambe.

       - Le ricordo che Usagi è una donna intelligente ed indipendente e non accetterà mai un matrimonio combinato!

       - Usagi è mia figlia ed è stata educata ad obbedire al volere dei suoi genitori.

       - Prima di tutto Usagi è sua figlia…

       - Ragazzo, non ci siamo capiti… tu la vuoi o no?

   Come si poteva essere così materialisti? Non riusciva a comprenderlo. Adesso capiva perché Usagi non era stata così felice all’idea di tornare a casa per quel fine settimana, chi lo sarebbe stato con un padre che ti organizzava un matrimonio con un perfetto coglione ed una madre il cui unico pensiero è di portare la figlia con sé dall’estetista perché altrimenti l’avrebbe fatta sfigurare la sera successiva al ricevimento… era assurdo, gli sembrava di essere finito in uno di quei dorama per adolescenti dove tutto era ridotto solo ed esclusivamente all’apparenza.

       - Il punto non è se io voglio Usagi, il punto è se Usagi vuole me! - Era questo il centro della questione. Non si trattava di contrattare il prezzo per una macchina, si trattava del futuro di una persona, della sua vita. Con quell’ultima affermazione aveva lasciato lo studio di Tsukino con un senso di angoscia che non si spiegava.

   E se Usagi fosse stata costretta a sposare quel tale? Lui cosa avrebbe fatto?

       - Come è andata con mio padre?

       - Uno schifo. Secondo te come dovrebbe essere andata? - Quella domanda gli sembra decisamente fuori luogo. Non era sufficiente guardarlo in faccia per capire che era stato uno sfacelo su tutti i fronti?

       - Come hai detto tu, uno schifo.

   Bene, allora perché era lì? Per innervosirlo ancora di più?

       - Volevo solo ringraziarti per ciò che stai facendo. Non è semplice avere a che fare con mio padre.

       - Non dovresti ringraziarmi tu… comunque, per evitare il matrimonio quell’ hetakuso, sono disposto a prendermela io!

       - E sarebbe un sacrificio?

       - Consoci tua sorella, quindi puoi risponderti da solo!

 

***** ***** *****

 

XIX giorno

Ore 22:50

- 10 giorni all’alba

 

   Tocchi lievi, semplici carezze.

   Paura di toccarsi e di scoprirsi.

   Paura di sbagliare, di spingersi oltre.

   Paura di aprire gli occhi e vedere che non era lui.

   Paura, semplicemente paura.

       - Sei bellissima…

   Stava tremando, e non era certo per il freddo. Cosa le era preso? Perché fino a pochi minuti prima era tutto perfetto ed adesso no? Cosa era cambiato nel giro di pochi secondi? Perché erano solo secondi quelli che erano passati da quel bacio alle carezze che adesso le stava regalando. Non era cambiato nulla, eppure adesso non era più così convinta... anche se tirarsi indietro era fuori questione.

   Lente carezze, sempre più audaci ed il cuore che batteva a più non posso, sarebbe morta da lì a pochi minuti, se lo sentiva, e dire che aspettava quel momento da tanto… da tutta una vita.

       - Usagi…

   Gli occhi erano chiusi e non aveva nessuna intenzione di aprirli, se lo avesse fatto era certa che si sarebbe bloccata dalla paura.

       - Usagi, ti prego, apri gli occhi…

   Perché? Per quale motivo… si stava così bene con gli occhi chiusi e poi quelle carezze lungo la schiena erano qualcosa di sublime…

       - Odango per favore…

   Odango? Da quando Isei la chiamava così?

   E tutto fu chiaro…

   Aprì gli occhi improvvisamente e con uno scatto si mise a sedere sul letto. Il dolore arrivò improvviso. Si portò la mano in corrispondenza della tempia sinistra iniziando a massaggiare.

       - Ohi che botta!

       - Ohi che botta? Ma cosa hai al posto della testa? Mi hai distrutto il naso, dannazione!

   Spostò di poco il capo ed i suoi dubbi trovarono conferma. Mamoru si teneva il naso con le mani e la guardava in modo torvo.

   Si era addormentata ed aveva iniziato a sognare la sua prima volta, con Isei, su quello stesso letto.

       - Sono stata io a farti quello?

       - No, cosa dici! Mi piace ricevere testate sul naso dalle persone che dormono senza permesso sul mio letto… non sia mai che riesca a farmi venire un naso più bello!

   Ok, era stata lei a fargli male. Voleva ridere della situazione ma preferì mantenere un minimo di decoro.

       - Non l’ho fatto di proposito, scusa.

       - Ci mancava anche la volontarietà, tu sei capace di malmenarmi anche mentre dormi!

   Perché doveva essere così infantile?

       - Ti ho chiesto scusa, piuttosto fammi vedere cosa ti sei fatto!

   Si era alzata per avvicinarsi ma Mamoru era già entrato dentro il bagno, probabilmente alla ricerca di uno specchio.

       - Assurdo, la prossima volta sei pregata di addormentarti nel tuo letto!

   Era meglio sorvolare sull’isterismo di lui, anche perché stavolta aveva ragione.

       - Mettiti seduto e fammi vedere che ti sei fatto.

       - Se ci permetti il medico sono io!

       - Se ci permetti il medico sono io, e tu sei il paziente! Siediti! - E con una spinta lo aveva messo a sedere sul bordo della vasca da bagno.

       - Cerca almeno di essere un po’ più delicata con il mio povero naso…

       - Sai che mi sembri una di quelle donnicciole che entrano in stato confusionale solo per un’unghia spezzata? - Si era posizionata tra le sue gambe e osservava attentamente la parte lesa; a parte l’arrossamento dovuto al richiamo di sangue nella zona colpita non vedeva altro.

       - Ti assicuro che una botta al naso fa molto più male di un’unghia spezzata!

       - Questo non lo metto in dubbio, ma io qui non vedo nulla, la radice del naso è arrossata e forse è un po’ gonfia.

       - Spostati, fa vedere a me.

   Si era alzato costringendola a fare un passo indietro, imprigionandola tra il suo corpo ed il lavabo per le mani. Mamoru fissava attentamente il suo riflesso nello specchio, concentrandosi sul naso in particolar modo e lei si ritrovò ancora più schiacciata contro il suo torace.

   Quella posizione era imbarazzante, terribilmente imbarazzante. Tossicchiò per attirare l’attenzione di Mamoru.

       - Cosa c’è adesso?

   Era tonto o cosa?

       - Potresti spostarti? Mi stai schiacciando! - Il passo indietro di lui le permise di tornare a respirare, non si era neanche accorta di aver trattenuto il fiato fino a quel momento.

       - Ti senti bene? Sei tutta rossa!

       - Si sto bene, non preoccuparti! Adesso siedi…

   Senza protestare, Mamoru si era messo nuovamente seduto.

       - Alzeresti un po’ la testa, solo un po’. - Toccarlo era fuori discussione, soprattutto dopo il sogno di poco prima.

   La sua prima volta con Isei. Non le capitava di ripensare a quel ragazzo da tanto tempo ed improvvisamente puff! Prima ne parlava con lo stesso Mamoru, naturalmente omettendo la sua reale identità, e poi lo sognava pure. A dire il vero non ricordava di aver sognato proprio Isei, più che altro aveva sognato quella stanza, una se stessa ancora diciassettenne ed un corpo sopra il suo… ma che quel corpo appartenesse ad Isei non era certa visto che il ragazzo sopra di lei era moro mentre Isei era biondo.

       - Mi fai male così…

       - Sei peggio di Ken! - In fin dei conti, con una salvietta bagnata stava solo rinfrescando la parte arrossata.

       - E chi sarebbe questo Ken, un nuovo spasimante? - Effettivamente non è che si sbagliava di molto.

       - Più o meno… giusto un paio di giorni fa mi ha proposto di diventare sua moglie!

       - E perché ci sono io qui?   

       - Oh, aspetto che diventi grande abbastanza per presentarlo a papà… - Era divertente prendersi gioco di Mamoru, dava quel senso di benessere come quando si andava a scuola e si prendeva un bel voto dopo aver studiato davvero tanto.

       - Odango, grande quanto? - E qui veniva la parte divertente.

       - Grande abbastanza per potermi sposare… credo intorno i venticinque anni, no?

       - E quanti anni dovresti aspettare?

       - Venti… - Il momento di smarrimento di Mamoru era durato giusto un attimo, poi aveva sorriso alla sua maniera, ovvero un mezzo ghigno.

       - Bhè, meglio questo Ken che lo stoccafisso no?

       - Chi scusa?

       - Il tuo promesso sposo.

   Bene, suo padre non aveva perso tempo ed aveva messo subito le cose in chiaro. Se sperava di avere un po’ più di libertà con Mamoru accanto si sbagliava di grosso, suo padre stava pressando più di prima.

       - E cos’altro ti ha detto? - Si era girata non tanto per bagnare di nuovo la salviettina, ma per evitare di guardare in faccia Mamoru. Si sentiva a disagio… si vergognava come una ladra.

       - Mi ha chiesto che ho intenzione di fare del nostro rapporto.

       - Assurdo! Mi spiace Mamoru io…

       - Ahio! Fai piano! Se te la vuoi prendere con qualcuno, fallo con tuo padre e non con il mio povero naso!

   Mamoru aveva ragione, tanto era presa dai suoi pensieri che aveva iniziato a passare la salviettina con più forza del dovuto.

       - Scusami, per tutto.

       - Tutto cosa?

       - Tutto, tutto. Per essere qui questa sera. Per mio padre. Per il tuo naso. Per averti coinvolto in questa assurda pagliacciata. Adesso scendo e spiego tutto così potrai andare e passare il fine settimana come più preferisci! - Oddio, ma perché si era lasciata coinvolgere in quella situazione? Tutta colpa di Minako… al suo ritorno l’avrebbe uccisa non aveva dubbi.

       - In fin dei conti non è così male. Ho potuto approfittare di un’ottima cena con tutti i miei piatti preferiti e di questo suppongo debba ringraziare te. Ho una stanza che è una favola. Una finta suocera che mi adora. Una finta nonna che mi ha raccontato la sua vita amorosa trovando parecchie analogie con la nostra finta relazione. Un finto cognato che mi ha dato tutto il suo appoggio per tutto o quasi… ed infine ho una finta fidanzata che ama picchiarmi per poi prendersi cura di me.

   Si era seduta sul bordo della vasca, accanto a lui, guardandosi le mani che stringevano ancora la salvietta con cui poco prima gli aveva tamponato il viso.

       - E del finto suocero che mi dici?

       - Riguardo al mio finto suocero preferisco non esprimermi… credo che esista un’antipatia reciproca.

       - Di cos’altro avete parlato? - Stavolta si era girata per formulare quella domanda che le faceva paura, sapeva comunque che era inutile. Immaginava di cosa avessero potuto parlare.

       - Di te.

   Illuminante. Questo lo sapeva già, con un gesto della testa gli chiese di proseguire.

       - Mi sembra di avertelo detto: mi ha chiesto che intenzione ho con te… ed io ho risposto che era un po’ troppo presto per fare dei progetti…

   C’era dell’altro, lo intuiva. Conosceva suo padre e sapeva che non si sarebbe mai fermato ad una singola domanda.

       - Ed avete parlato fino a poco fa?

       - No, dopo sono andato in giardino a fare un giro. Sai, avevo bisogno di prendere un po’ d’aria… per caso il tuo è un interrogatorio da finta fidanzata gelosa?

   Come al solito iniziava a fare battute deficienti.

       - Non dire sciocchezze! Volevo solo sapere di cosa avevate parlato!

       - Perché non mi hai detto del tuo fidanzamento?

   Perché se ne vergognava. Vivevano nel XXI secolo e suo padre aveva intenzione di costringerla a sposare un ragazzo che conosceva da sempre ma che non amava minimamente e che non avrebbe mai amato… la cosa assurda? Non aveva il coraggio di opporsi al volere del genitore.

       - Me ne vergognavo…

       - Effettivamente il promesso sposo non è un granché!

       - Non è solo questo… io… non potrei mai amare Umino. Ci conosciamo da sempre ma non riesco a considerarlo neanche un amico. Per me è un perfetto sconosciuto. Non voglio essere cattiva ma è goffo, non riesce ad intavolare una conversazione se non per più di due minuti, non ha nulla di quello che cerco in un uomo e poi in sua compagnia mi annoio da morire.

       - Hai dimenticato qualcosa?

       - No.

       - Io credo di sì, coraggio, dillo.

       - Non devo dire un bel niente! - Anche perché non voleva essere più cattiva del dovuto.

       - Saresti un’ipocrita se non dicessi tutta la verità.

       - Sarei ipocrita se dicessi che è importante solo quello!

       - Certo che è importante quello! Tutte le storie nascono anche grazie ad un’attrazione fisica.

       - Ma io non mi limito a guardare solo all’aspetto esteriore. - Anche se, doveva ammetterlo, il ragionamento di Mamoru non faceva una piega.

       - Vorresti dirmi che ti piace fisicamente?

       - No, non mi piace fisicamente! Contento adesso!? - Ma perché doveva metterla sempre con le spalle al muro?

       - Tuo padre mi ha chiesto se ti voglio o no.

   Mamoru aveva la capacità di spiazzarla, sempre. E poi suo padre era davvero amorevole, non c’era che dire!

       - E…

       - Ed io ho fatto la figura del fesso dicendo che dipende da te.

       - Come scusa?

       - Ti basta sapere quello che ho detto!

   Come se gli avesse detto chissà cosa. A volte Mamoru erigeva un muro invalicabile per chiunque… e lei non faceva certo eccezione. Era arrivato il momento di mettere la parola fine a quella assurda giornata. Era stanca e non vedeva l’ora di andare a dormire.

       - Non potevo sperare in un finto fidanzato migliore. Grazie. - Gli sorrise alzandosi e dirigendosi verso la porta che l’avrebbe condotta in camera sua.

       - Vai via senza esserti assicurata dello stato di salute del tuo malato? Sei poco professionale dottoressa Tsukino.

       - Sbaglio o il medico sei tu?

       - Tu hai un tocco più delicato del mio…

       - Il tuo naso è più bello di prima non preoccuparti!

       - Allora buonanotte.

       - Bhè sì, buonanotte… - Non voleva interrompere quella conversazione ma era stanca, il pomeriggio trascorso con sua nonna e Shingo era stato piacevole, anche se era stata poco presente, ma la tensione a causa dell’incontro che da lì a breve si sarebbe svolto con la sua famiglia l’aveva sfinita. Suo padre non aveva fatto brutti scherzi, a parte la richiesta di un incontro privato con Mamoru; incontro che tra l’altro doveva essere finito in parità visto che Mamoru non sembrava particolarmente turbato. Sua madre… sua madre era stata semplicemente se stessa: aveva criticato il suo taglio di capelli e la poca attenzione che prestava nell’abbinare i colori del suo abbigliamento, normale amministrazione insomma. In fin dei conti non si era trattata di una cena disastrosa, non più delle altre. Rimaneva solo una cosa da fare…

       - Niente bacio della buonanotte?

   Ed eccolo tornato il solito Mamoru, quello sempre pronto a fare allusioni.

       - No, nessun bacio… non te lo meriti!

       - Perché, che ho fatto?

       - Non mi hai detto di cosa hai parlato con mio padre…

       - Questa casa ha troppi occhi e troppe orecchie, quando saremo al sicuro te ne parlerò, promesso!

   Era divertente sentir parlare Mamoru con tutta quella circospezione, era come se davvero credesse che qualcuno li stesse spiando e lei, tanto per non lasciarlo deluso, stava al gioco.

       - Allora facciamo così, domattina ci vediamo nel giardino qui dietro, alle sette e trenta in punto e metti qualcosa di comodo, ci aspetta una bella scarpinata!

       - Ed il trattamento intensivo con tua madre?

   Sua madre aveva deciso di dedicarle una mattinata intera per rimetterla in sesto, illusa! Non avrebbe mai sprecato una mattinata chiusa in un centro estetico, non quando si trovava a Nikko e poteva passeggiare tra la campagna come non faceva ormai da anni.

       - Tu non preoccuparti per lei, ci penserà la nonna a tenerla buona!

       - Basta che non se la prenda con me!

       - Scherzi? Dopo il modo in cui l’hai corteggiata tutta la sera? Impossibile! Semmai darà la colpa a me dicendo che ti ho costretto a fare questa assurda fuga e passerò per la cattiva di turno! - Infondo era sempre stato così. Anche quando sua nonna Sakura aveva chiesto al figlio di interrompere gli assurdi corsi di portamento sua madre le aveva dato la colpa di tutto accusando proprio lei, una bambina di poco meno di cinque anni, di aver costretto la suocera ad interferire nel suo modo di educarla.

       - Non mi va di farti litigare con tua madre…

       - Mamoru, forse non ci siamo capiti… con te o senza di te, io questa gita la faccio! - Non aveva certo ideato tutto così su due piedi. Aveva già avvertito Nori-san di preparare un pranzo a sacco, e conoscendo la cuoca, era certa che ciò che avrebbe trovato nel bento sarebbe stato sufficiente a sfamare almeno tre persone.

       - Se insisti a farmi gli occhi da cerbiatta mi vedo costretto ad accettare, non posso certo spezzare il tuo cuore innamorato.

   Idiota.

       - Grazie Mamo-chan e buonanotte.

       - ‘Notte Usako.

   Aveva chiuso la porta del bagno ritrovandosi sola nella sua stanza. Era assurda quella situazione, ma in fin dei conti si stava divertendo più del previsto. Forse Minako poteva essere salvata.

 

  Era forse quella la quieta che precedeva la tempesta?

 

L’angolo dell’autrice

   Buongiorno o buonasera, dipende dal momento in cui leggerete questo capitolo!

   Sono tornata e dovete ammettere che stavolta sono stata molto più rapida, non vi ho fatto aspettare un mese come la volta precedente (sì, infatti ho fatto attendere solo 26 giorni!).

   Il problema è che, in questo momento, all’Università è in atto una sorta di insurrezione ad opera dei professori che si stanno rifiutando di fare esami nelle date concordate e questo, oltre che causare nervosismo crea anche un bel po’ di disagi perché, effettivamente, non so come organizzarmi e quali esami sostenere. So che questa non è una buona giustificazione ma vi prego di perdonarmi, non posso farci nulla, se non ho la mente serena non riesco a scrivere.

   A questo aggiungete che la mia dolce metà è stata via una settimana e senza i nostri litigi quotidiani non sapevo come andare avanti potete capire in che stato di profonda apatia ero precipitata.

   Infine considerate che il capitolo di per sé è stato ostico, tutta colpa di Mamoru, a questo punto potete anche capirmi. La prima parte è nata da sola, scrivendo, la seconda è stata davvero un inferno tanto che è stata riscritta per ben tre volte cambiando di volta in volta contenuto e stile…

   Vorrei fare alcune precisazioni, ad inizio capitolo quando Usagi è ancora con nonna Sakura e Shingo, lei stessa afferma che Mamoru la consideri alla stregua di un passatempo… ci terrei a sottolineare che questo pezzo è stato scritto in tempi non sospetti, cioè il 14 ottobre, il giorno dopo la pubblicazione del capitolo XVI, quando ancora la Divina Capa (per chi non lo sapesse mi riferisco ad Ellephedre) non aveva aggiornato Verso l’alba con la parte relativa a Makoto e Gen. Dico ciò a scanso di equivoci! Altra strana analogia che colgo con Verso l’alba, magari sono solo miei fisime mentali ma è giusto dirlo, riguarda allo scambio di battute tra Mamoru e Kenji nella mia fic, ed un pensiero che Gen formula riguardo alla maniera calorosa con cui Makoto si riferisce ad Alexander. Anche questo pezzo è stato scritto in tempi non sospetti, e la strana analogia è stata già fatta presente alla stessa Ellephedre nella mia recensione al suo ultimo capitolo.

   Chiudo qui la parte relativa alle analogie e passo all’analisi del capitolo.

   Tutti vi aspettavate di vedere e conoscere i genitori di Usagi ma così non è stato. Non ci saranno altre presentazioni ufficiali a voi lettori, no. La storia era nata così e così proseguirà. I signori Tsukino dovevano essere presentati in questa maniera ed avranno lo spazio che ho stabilito all’inizio della fic e questo non perché io non voglio dedicare loro del tempo ma solo perché la loro presenza fisica effettiva non rientra nella trama della storia. Non vorrei sembrarvi supponente o altro con questa dichiarazione ma è necessario mettere le cose in chiaro, almeno per non deludervi.

   Altro tema è quello del matrimonio combinato, in Giappone chiamato omiai kekkon,  pratica comune fino a non molti anni fa e non è scomparsa neppure oggi. Semmai è cambiata motivazione e forma. In origine l'obiettivo era quello di legare famiglie di pari status socio-economico, adesso a ricorrervi sono per esempio manager tanto impegnati nel lavoro da non avere il tempo di conoscere ragazze. Queste informazioni sono tratta dal sito Anime & Manga. Per quel che riguarda Usagi, il matrimonio con Umino è stato stabilito da suo padre per aumentare il prestigio della famiglia Tsukino.

   Quello che dice Mamoru, riferito alla figlia dell’Imperatore è vero. Sayako Kuroda, figlia dell’Imperatore Akihito e dell’imperatrice Michiko, il 5 novembre 2005 sposando il non nobile Yoshiki Kuroda (di cui prese il cognome), perse il titolo imperiale ed abbandonò, di conseguenza, la dinastia imperiale, come richiesto dalla legge. (Fonte Wikipedia)

   Con questa ultima precisazione chiudo il capitolo sperando di avervi fatto sorridere (soprattutto quando Mamoru esce mezzo nudo!) e non avervi deluso. Adesso passo a ringraziare singolarmente quelle 15 fanciulle che hanno trovato il tempo per dedicarmi qualche riga.

 

RINGRAZIAMENTI:

 

- ROMANTICGIRL: Ciao Roxy! Adesso che il mio Lui è a Catania con me va più che bene! Sono felice che nonna Sakura ti piaccia e sì, quel “benedetta ragazza!” è ripreso proprio da Luna ed era giusto dare un po’ di spazio anche alla nostra micia preferita, o no? Lo sguardo mamuresco ha fatto breccia solo nel cuore tuo e di Sho Ryu Ken, le altre hanno sorvolato sul particolare… e per quel loro battibeccare, che vuoi farci non sanno comunicare in altra maniera questi due! Secondo me se gli facciamo “sbattere” le teste si sente l’eco tanto sono vuote! Sono due zucconi e non vogliono capire nulla, ma per fortuna c’è Mamma-Carmen che risolve tutto, coi suoi tempi ma lo farà! Per quel che riguarda il contatto ravvicinato ti posso dire che ci sarà, quando? Segreto… adesso però scappo dalle altre, un grosso bacio ed ancora complimenti per la torta bellissima per gli occhi e buonissima per le papille gustative! Un abbraccio, alla prossima!

 

- PINGUI79: Ciao Kià! Allora, adesso in me si è scatenata la crisi… ma se lo scorso capitolo era così bello, questo come le sembrerà? Rispondo io per te: uno schifo, un po’ come Mamoru ha risposto a Shingo! Quello che sto cercando di fare è di scrivere in parallelo quello che sono i pensieri di Usagi e Mamoru, per farlo, però, mi serve tempo e soprattutto devo capire cosa vogliono i due personaggi. Un errore che commettevo in passato in qualità di autrice era scrivere quello che si aspettavano i lettori, oggi non è più così. Oggi scrivo ciò che vogliono, a volte pretendono, i personaggi che utilizzo. Lo so che sembra assurdo ma si crea una vera e propria interazione tra me e Mamoru (e no, non gli faccio proposte hentai!) e tra me ed Usagi, li lascio parlare e poi scrivo tutto nero su bianco. Per rimarcare il concetto espresso ti porto ad esempio i genitori di Usagi. Se avessi agito come in passato avrei dedicato un capitolo intero alla cena mentre così non è stato. I signori Tsukino sono nati come personaggi di contorno e tali resteranno. La cena è stata presentata solo con brevi battute, immagino che qualcuno sarà deluso da ciò ma non potevo fare diversamente. La storia non richiede di sapere per filo e per segno cosa si dicono i commensali a tavola ed aggiungerlo avrebbe appesantito e rovinato il tutto. Grazie per i complimenti riguardo le battute, credo che lo scambio diretto tra i due sia quello che mi riesce meglio, esalta pure me quando lo scrivo. Adesso ti saluto e spero che a Vicenza le cose siano migliorate, un abbraccio, alla prossima!

 

- MICINA82: Ciao Giovanna! Ma io non voglio ucciderti, lo giuro! Solo che la mia vita purtroppo è imprevedibile e l’assenza di una settimana del mio fidanzato partito per Milano è coincisa con l’assenza di ispirazione (sarà che mancava il mio adone?), strane coincidenze della vita. Se poi consideri che il mio lui si è fatto venire l’influenza giusto al suo rientro a Catania ed io ho fatto da crocerossina (preferita) per un’intera giornata, puoi capire perché i tempi di aggiornamento si sono allungati ulteriormente! Ora però, ‘uaglioncella mia, tutti questi complimenti mi fanno girare la testa! La tua arte nell'affrescare i personaggi e modellarli e pennellare ogni minimo particolare psicologico è stupefacente… Giovannina ma sei sicura di parlare di me? No, perché io non credo davvero di essere così brava, sto attenta a ciò che scrivo e come e quando lo faccio scrivere, ma ancora ne devo fare di strada per essere definita con aggettivi (stupendi) che hai utilizzato tu! Per quel che riguarda la valigia… ahaha… hai visto che senza conoscerti fisicamente ho fatto riferimento alla tua vita? Povero tuo marito, lui voleva fare il macho e conquistarti mettendo in mostra i suoi muscoli e tu lo hai ridimensionato con una sola parola! Bravissima! Poi ti racconto la prima volta che Gio mi ha rivolto la parola, vedi che anch’io non sono stata diversa da te. Per quel che riguarda l’entrare nella testa dei personaggi… credo che ciò avvenga perché sto cercando di descrivere qualcosa di realisticamente possibile ed è facile immedesimarsi in quello che accade loro. Per quel che riguarda il dilatare i tempi della storia non credo che si corra il rischio. Quando si dichiareranno? E secondo te lo vengo a dire a te che poi non segui più e non leggi più? Sono perfida per tua stessa ammissione! Ma sta tranquilla, si dichiarano e per farti felice aggiungerò qualche scena di vita di coppia, almeno così vedrai come sarà stare insieme… e ti assicuro, i battibecchi ci saranno… quelli sono il condimento della vita! Adesso chiudo anch’io, se hai bisogno sai dove trovarmi, adesso scappo alle altre recensioni, un bacio a sentirci presto…

 

- M00NLIGHT: Ciao Ale! Grazie, ma tutti questi complimenti rischiano di farmi montare la testa! Seriamente, io non merito tutto questo gran parlare, sto migliorando questo sì, me ne accorgo anch’io ma non sono arrivata a livelli da… urlo! Ho provato a non farti aspettare un mese, spero di esserci riuscita, mi sono impegnata ma, come ho detto, la parte dedicata a Mamoru è stata davvero ostica, tanto da essere stata riscritta, di sana pianta, per ben tre volte. Spero solo che Kenji non ti abbia deluso! Alla prossima!

 

- SAILORM: Ciao Patrizia! Ma che ripetitiva, come ho avuto modo di dire i complimenti fanno sempre piacere, molto piacere… e poi sono anch’io ripetitiva dicendo che tutto questo clamore per la mia fic mi sembra eccessivo, non è che è tutto ‘sto grandissimo capolavoro! I loro diverbi sono il sale della mia vita, almeno per il momento che mi trovo il fidanzato un po’ fuori fase per la sua tesi e che quindi non può essere disturbato con questo genere di battibecchi tra innamorati! Finalmente si è conosciuto Kenji, mi auguro solo di non averti delusa… adesso ti saluto, alla prossima!

 

- SHO RYU KEN: Ciao Irene! Allora, il fatto che tu possa recensire anche i capitoli precedenti mi riempie di gioia (tanto che ho iniziato a ballare la Samba!), ma non devi sentirti obbligata a farlo, sia chiaro. Non parliamo di statura, ti prego, io come mi ha fatto notare un’utente di EFP (Pingui/Kià, sei forse tu?)  non sono bassa, sono solo diversamente alta e da quando ho scoperto questo particolare, ogni volta che mi fanno notare la mia bassezza li metto a tacere con questa risposta, fidanzato compreso! Per quel che riguarda il miscelare l’orientale e l’occidentale è un lavoro un po’ lungo e difficile che mi porta via un po’ di tempo e per questo gli aggiornamenti sono così lunghi. In poche parole non voglio stravolgere i personaggi (eccetto Mamoru che è così spregiudicato perché ha vissuto per un periodo di tempo negli USA ed ha fatto propri determinati atteggiamenti occidentali che saranno meglio espressi nel prossimo capitolo) ma voglio renderli più sciolti e meno legati a stereotipi, spero di riuscirci davvero. Per quel che riguarda la villa di Nikko nel prossimo capitolo, quello della festa, si dovrebbe capire meglio, ho intenzione di descrivere il tutto per bene, senza però essere prolissa e noiosa. Per quel che riguarda il personaggio di Arisa ha fatto una comparsata e credo che un’altra la farà anche nel prossimo capitolo mentre per lo sguardo mamuresco, non so perché ma solo tu e Romanticgirl lo avete colto! Si vede che le altre erano concentrate su altro (ripetizione noiosa ma necessaria!). Per quel che riguarda Raku mi sono divertita a scrivere di lei perché ho preso spunto da un episodio capitato ad un amico mio, solo che quella era una paziente e non una fidanzata e lui è dovuto andare dal primario del reparto (psichiatria) a denunciare il fatto altrimenti avrebbe rischiato di perdere il posto. Per quel che riguarda Mamoru, lui ci prova a rimediare ma la sua indole è quella di corteggiatore quindi mi sa che ci saranno ancora altri momenti di tensione e liti (vedi prossimo capitolo). Grazie per questa bella recensione, magari se hai tempo potresti recensire anche questo capitolo qui, no? Grazie ancora ed alla prossima!

 

- STELLA93MER: Ciao Lia! Grazie per avermi rassicurato riguardo il capitolo precedente. Effettivamente, ogni volta che scrivo un nuovo capitolo, ho il terrore di deludere le lettrici perché io ho la storia impostata in una determinata maniera e spesso le richieste fatte da chi legge non coincidono con la mia visione della storia e da qui partono tutti i miei trip mentali! Conoscere la situazione sentimentale, passata e presente, di Mamoru era inevitabile a mio avviso perché così si delinea anche il suo personaggio. Altro problema sono i genitori di Usagi. Nel mio immaginario il loro ruolo era quello che ho lasciato anche in questo capitolo, mi sono detta che era inutile aggiungere altro perché la storia non lo richiedeva. I signori Tsukino compariranno nel prossimo capitolo, ed anche in quello successivo per poi fare i bagagli e sparire. Forse resteranno per un po’ Shingo e la nonna ma non ne sono sicura. La storia è stata concepita in tale maniera e non voglio cambiarla. Per quel che riguarda il concetto di autocritica ti posso dire che hai perfettamente ragione però, se sei come che poi ti adagi sugli allori, allora è meglio lesinare gli autocomplimenti ed abbondare con le autocritiche! Adesso ho finito, grazie per il sostegno, alla prossima!

 

- PIRILLA88: Ciao Vale! Che bello, una delle due nane mi viene a trovare, magari cerca di portarti anche l’altra, quella partenopea, sarei curiosa di leggere una delle vostre recensioni congiunte solo per me… sarebbe come vincere un Nobel per la Letteratura (i pomodori me li lancio da sola, non temere!)! Mio Dio, hai letto i miei primi obbrobri, che vergogna! No, a parte gli scherzi, quelle storie meritano una messa a nuovo sia dal punto di vista stilistico sia dal punto di vista ortografico (soprattutto). Sono felice che questa storia ti piaccia, mi rende felice sapere che questo lavoro stia riscotendo davvero tanto successo… fic da leggere? Se vai nella mia pagina autore ci sono tra le mie preferite molte storie su Sailor Moon, dai un’occhiata. Ma visto che leggi Verso l’alba ti consiglio di leggere tutta la produzione di Ellephedre, conosciuta anche come Divina Capa! Adesso chiudo, ti aspetto con la mia aretina, ok? Un bacio, alla prossima!

 

- PERA11: Ciao Sara! Prima di tutto mi spiace per la tua grave perdita; posso immaginare, ma non posso comprendere a pieno, il tuo stato d’animo perché, come hai detto tu stessa, ahimè, anch’io ci sono passata. Mi auguro solo che tu adesso stia trovando la forza per andare avanti e tirarti fuori da questo momento no. Credo, a questo punto, che sia meglio passare a temi meno pesanti e più futili: la mia fanfiction! Grazie per l’apprezzamento riservato alla mia fanfic, non può che rendermi felice, soprattutto per quel che riguarda il carattere dei personaggi. Sto provando, giuro mi sto impegnando tantissimo, a mantenere quelli originali ma contemporaneamente sto cercando di trasformarli e renderli più maturi ed anche più adatti al contesto in cui vivono perché un conto erano gli anni ’90, quando andava in onda Sailor Moon ma anche il periodo storico in cui era collocato temporaneamente l’anime, un conto è ambientare una fanfiction 20 anni dopo… e poi Mamoru viene da un’esperienza all’estero dove ha avuto modo di conoscere usi e costumi di altri paesi ecco perché sembra più spregiudicato di altri personaggi. Per quel che riguarda il concetto di amicizia, vedo che la pensiamo alla stessa maniera. Un amico è tale perché sa passare sopra a tutto, anche alle litigate più feroci, l’importante è non tradire mai la sua fiducia. Allora, ti do un piccolissimo spoiler, il prossimo capitolo dovrebbe avere come tema la perdita della verginità di Usagi e la reazione annessa di Mamoru, ma non dico altro. Il loro punzecchiarsi è tratto dalla mia vita quotidiana ecco perché lo scambio di battute sembra così reale. Adesso chiudo anch’io e spero, studio e pigrizia permettendo, di leggere un’altra tua recensione, alla prossima!

 

- AINECHAN: Ciao Margherita! Ti ringrazio per questi complimenti davvero poco meritati. Lo scorso capitolo è stato molto più semplice di questo, lo ammetto, ma non credo che sia tutto questo capolavoro, è stato piacevole, ma i capolavori sono altri, ed io sono ancora lontana dal riuscire a scriverne, e credimi, la mia non è falsa modestia. Effettivamente i due già in passato hanno provato qualcosa l’uno per l’altra, un qualcosa che oggi sta germogliando nuovamente per questo stretto contatto voluto, preteso, da Mamoru, ma vedremo come andrà a finire! Sakura Tsukino non subire nessuna evoluzione di sorta, rimarrà quella che avete conosciuto, non ho eclatanti rivelazioni per lei altrimenti rischierei di trasformare questa fanfiction da un qualcosa di realistico in un qualcosa tipo Beautiful! Per quel che riguarda i genitori di Usagi, come hai potuto leggere nelle note finali del capitolo, ho deciso di seguire l’idea originale della storia e non trasformare ulteriormente i loro personaggi, non appesantirli, per una volta sono rimasta fedele alla mia idea, spero solo di non avervi deluso. La cena è stata descritta a tratti da Mamoru ed Usagi, ho preferito fare così piuttosto che descrivere passo per passo quello che si erano detti e cosa avevano fatto! Usako e Mamo-chan al momento sono ancora ai nastri di partenza e credo che non abbiano nessuna intenzione di partire, almeno per il momento! Mi auguro che anche questo nuovo capitolo sia stato di tuo gradimento… alla prossima!

 

- MARYUSA: Ciao Mary! Come va? Adoro quella Sailor Moon fatta all’uncinetto, mi sembra di avertelo già detto, ma lo ribadisco: sei bravissima! Non preoccuparti se non ricordi di recensire, non sei obbligata a farlo, ma non nego che le recensioni mi dispiacciano, al contrario, ogni volta che ne ricevo una sono al settimo, forse ottavo, cielo! Grazie per i complimenti, ma di sto passo rischio di montarmi la testa, davvero. Posso dirti da subito che nonna Sakura non nasconde nulla, è proprio così, magari può sembrare un po’ svampita ma è solo apparenza. Mamoru, nello scorso capitolo, ha lasciato libero sfogo ai suoi ormoni ed ha rischiato di dormire fuori all’agghiaccio, meno male che Usagi è rimasta da sola a sbollire anche se il suo caro fratello e la sua amatissima nonna hanno cercato di farle saltare i nervi… adesso però chiudo, passo alle altre! Grazie per i complimenti, mi fa davvero piacere sapere che la storia, ed i personaggi, ti piacciano tanto. Alla prossima!

 

- LUCIAEKAITO: Ciao Federica! Innanzitutto benvenuta e grazie per aver lasciato sia il nome che una recensione… passando alle tue domande… bhè… non so quando aggiornerò perché al momento cerco di conciliare studio e scrittura e per il numero di capitoli… non saprei proprio la storia è ben delineata nella mia mente ma al momento la parte finale è un po’ nebulosa e non so come andrà a finire… adesso ti saluto. Alla prossima!

 

- HEARTRACING: Ciao Alice e benvenuta anche a te! Ti ringrazio per i complimenti, fanno sempre piacere (molto piacere!) ma ti assicuro che non sono così brava, c’è gente che è molto più dotata di me… magari posso considerarmi brava perché riesco ad andare incontro ai gusti dei lettori, ma dai, non sono un fenomeno nello scrivere! Finalmente il capitolo nuovo è arrivato, adesso ti saluto! Alla prossima!

 

- MINERVA_89: Benvenuta tra chi commenta questa fanfiction, so che segui la mia fic da tempo e sono felice che tu abbia deciso di lasciare anche una traccia più consistente del tuo passaggio! Grazie di cuore! Le cose si fanno sempre più interessanti, è vero, e per me si fanno più complicate perché non vorrei cadere nel banale ecco perché a volte i tempi di aggiornamento si allungano ulteriormente. Con il tempo, mica tanto, vedrai che si avvicineranno! Grazie per questa recensione, spero di poter leggere ancora tue recensioni! Alla prossima!

 

- STAR86: Ciao e benvenuta! Grazie per i complimenti ma non credo di meritarli, non ho scritto nulla di trascendentale. Per quel che riguarda i battibecchi tra Mamoru ed Usagi sono così frizzanti perché parte di questi sono presi dalla mia vita quotidiana con la mia dolce metà… credo che sia questo il motivo di tanta briosità, si tratta di qualcosa vero e per nulla costruito. Grazie per questi complimenti, davvero. Adesso ti saluto, alla prossima!

 

   Per adesso è tutto. Di sotto c’è un piccolo schemino con la cronologia dei fatti. Spero che vi sia utile per raccapezzarvi.

 

- Usagi: nel momento in cui inizia la storia ha 25 anni. Nel corso della sua adolescenza ha una cotta per Mamoru; cotta che dura circa sette anni… questo periodo può essere compreso tra i suoi 12/13 ed i 19/20 anni… perde la verginità a 17 anni con Isei un compagno di corso di Mamoru. All’età di 18 anni entra all’università di Tokyo ma continua a soffrire a causa della sua cotta per Mamoru.

 

- Mamoru: nel momento in cui inizia la storia ha 30 anni. All’età di 22 anni lascia il Giappone per partire per gli USA, Boston. In quel periodo si scopre attratto da Usagi, lui addirittura afferma di aver avuto una cotta per lei, ma non dice nulla perché deve lasciare il suo paese.

 

Grazie alle 45 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:

 

1. Ainechan;

2. Angelica82;

3. bells7791;

4. brescy;

5. bunny65;

6. Catan

7. chichilina;

8. dancemylife;

9. e1994

10. ertila;,

11. Failenn;

12. favola08;

13. Florence;

14. Gaia;

15. GioRock;

16. girovaghi;

17. hoshi90;

18. lagadema;

19. LAS;

20. luna88;

21. lutrien;

22. m00nlight ;

23. marta86;

24. Martina van der woodsen;

25. maryusa;

26. miki90;

27. Morea_91;

28. pinfrose;

29. polgara ;

30. pulcinaele87;

31. Pulcinomi;

32. QueenSerenity83;

33. roby1150;

34. roby2285;

35. Rox;

36. Sho Ryu Ken;

37. stella93mer;

38. sweet_ebe;

39. Tappetta4;

40. Thaila;

41. vanny 3;

42. verdi88;

43. VivianaRossa;

44. _gIuLiNa_;

45. _sakura_;

 

Soprattutto a e1994, luna88 e Sho Ryu Ken e _gIuLiNa_ le ultime arrivate. (mi spiace aver perso giulyangel, giovywanda)

 

Grazie alle 84 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:

 

1. AironeSolitario;

2. Allen_Anne_Black;

3. Angelica82;

4. angle;

5. Antalya;

6. aquizziana;

7. artemis5;

8. ashar;

9. bells7791;

10. birillo;

11. bren;

12. bunny1987;

13. carmy_88;

14. Chichilina;

15. Cipychan87;

16. cupidina 4ever;

17. DeepDereck;

18. elie84;

19. Ellephedre;

20. elo1401;

21. Enza85;

22. Failenn;

23. Fairfax;

24. fantasy75;

25. Fantasy_Mary88;

26. fasana;

27. favola08;

28. Frogvale91;

29. Gaia;

30. Gigettina;

31. giovywanda;

32. hoshi90;

33. hypatia_of_alexandria;

34. igniflia;

35. ilary;

36. kikka8882;

37. kiss88;

38. laplop;

39. LAS;

40. Lisanechan;

41. LittleSimo;

42. luciaekaito;

43. lyn81;

44. micina82;

45. Miky 483;

46. Minerva_89;

47.  Moons Tear;

48. Morea;

49. Morea_91;

50. Mudvayne;

51. muryhana;

52. Neptune87;

53. panuela;

54. Pera 11;

55. pirilla88;

56. Pluto90;

57. Poisonivy;

58. PolvereDiLuna;

59. Potter92;

60. pulcinaele87;

61. Ro90;

62. romanticgirl;

63. sailorm;

64. sasamy;

65. shalya;

66. Shia;

67. simo87;

68. sortilegio;

69. star86;

70. Stefania881;

71. Strega_Mogana;

72. SweetCherry;

73. Tappetta4;

74. Toru85;

75. Truelove;

76. Unique;

77. usachan;

78. vale_129;

79. VaMpIrA89 ;

80. verdi88;

81. VioletPrincess;

82.  _Maddy_;

83. _Sofia_;

84. _gIuLiNa_;

 

 

   Un grazie particolare a giovywanda, PolvereDiLuna, sasamy, star86 e _gIuLiNa_ le ultime arrivate.

 

Grazie alle 8 persone che hanno inserito la fic tra le ricordate:

 

1.      Alebluerose91;

2.      chiara84;

3.      miss moonlight;

4.      Mia_Sev;

5.      Morea_91;

6.      pulcinaele87;

7.      rosy83;

8.      star86;

 

 

P.S. Una piccolo favore: ragazze vi dispiacerebbe firmare le vostre recensioni con il nome, almeno così quando vi rispondo posso mettere un nome e sentirvi meno distanti! Grazie!

   
 
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