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Autore: Lady Kid 1412    09/11/2010    1 recensioni
“S-shinichi” “Sì, dovevi dirmi qualcosa?” “Ecco... volevo sapere che stai facendo” rispose Ran, pentendosi subito di quella richiesta. “Sto lavorando a un caso difficile” mentì prontamente lui “Ora non posso parlare Ran... dovevi dirmi qualcosa?” “Beh... Voglio vederti” disse lei con la voce velata dal dolore “Per favore, torna a Tokyo almeno per qualche ora... c’è una cosa che devo dirti assolutamente” Che cosa succederebbe se per una volta, Shinichi decidesse di seguire il suo cuore? Riuscirebbe a confessare i suoi sentimenti o si farebbe scoprire dell'organizzazione?
Genere: Romantico, Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo 13 - Epilogo

Con l’aiuto di Saguru, Kaito e Ai, riuscirono a raggiungere l’auto di Agasa proprio mentre un’altra tanica di benzina esplodeva, creando un boato udibile per vari chilometri mentre il cielo assumeva sempre di più una colorazione rossa.
“Ragazzi!” esclamò Agasa uscendo dalla macchina “per fortuna siete ritornati!”
“Si sbaglia, Heiji e Shinichi non sono tornati con noi...” balbettò Ai trattenendo a forza le lacrime.
Rendendosi conto che la ragazzina aveva ragione, l’uomo, si portò una mano sulla bocca, guardando il macabro spettacolo creato dalle fiamme.
“Finitela!” sbottò Kaito leggermente adirato “ancora non sappiamo se sono veramente morti!”
“Già”annuì Saguru facendo sedere l’amico all’interno della vettura, quando un’altra esplosione li fece sobbalzare di paura.
“E quegli uomini? Che fine hanno fatto?” chiese il dottor Agasa guardandosi intorno
“Spariti!” esclamò Heiji arrivando alle spalle dei ragazzi, con il sorriso sulle labbra “Meno male che ci avete aspettato, temevo di dover tornare a casa a piedi”
“Heiji! Conan!” esclamarono Agasa e Ai avvicinandosi “Siete salvi”
“Dobbiamo ringraziare lei dottore” sorrise il ragazzo di Osaka “senza le super scarpe, Conan non sarebbe riuscito a mandare in frantumi la finestra del secondo piano con una pallonata, e ora avremmo fatto la fine di Malt”
Detto questo, il ragazzo, si abbassò quanto bastava per far scendere dalle spalle l’amico.
“Ti sei ferito?” domandò Agasa guardando il ragazzino
“Nulla di grave, quando ci siamo buttati dalla finestra devo essermi slogato una caviglia” ammise Conan zoppicando.
“Dalla finestra?” ripeté stupito Hakuba “come mai?”
“Diciamo che ho faticato parecchio per trovarlo...” sorrise Heiji “il signorino era rimasto imprigionato dentro un mobile”
“L’importante è che mi hai liberato appena in tempo, qualche secondo dopo e avrei fatto la fine di quel casolare...” ammise riconoscente Conan, quando la piccola figura della ragazzina si gettò tra le sue braccia “Per fortuna sei vivo!” esclamò Ai abbracciandolo con tutta la forza che aveva.
“Ehi! A-Ai...” balbettò lui confuso, mentre Heiji gli rivolgeva un sorrisetto divertito
“Qualcuno ha fatto colpo” scherzò Kaito affacciandosi dal finestrino.
“Che diavolo dici?!” sbottò Conan completamente rosso in viso.
“Vi sbagliate” ribatté subito Ai staccandosi dal ragazzino “è solo che se fosse morto avrei perso la mia cavia”
“Come scusa?!” domandò Conan stupito guardandola allontanarsi verso l’auto, mentre Saguru gli batteva sulla spalla “Ragazzino... tu con le ragazze non ci sai proprio fare”
“Scusate” propose Agasa zittendo un’eventuale risposta del bambino “non vi pare il caso di andarcene prima che arrivi qualche curioso?”
“Sono d’accordo!” esclamò Heiji e indicando l’auto del dottore “Ma secondo voi ci stiamo tutti?”
“Penso di sì, ma dovremmo stare stretti” rispose Saguru
“Aspetta un attimo!” esclamò Conan indicando Kaito che faceva finta di niente “Tu come sei arrivato qui?”
“Chi?” domandò il moro guardandosi intorno con aria innocente “dici a me?”
“In effetti non sei arrivato con noi...” disse Heiji guardando con fare sospetto il ragazzo
Kaito guardò i due detective iniziando seriamente a preoccuparsi, quando Saguru li interruppe “è stato Malt a portarlo qui!”
“Che cosa?” domandarono Heiji e Conan in coro.
“Si si...” mentì il biondo “Mentre noi lo stavamo cercando, lui si è fatto rapire da Malt, che poi l’ha lasciato svenuto nel magazzino del casolare”
“Infatti” annuì Ai “sono stata io a trovarlo e poco dopo è arrivato anche Hakuba”
Kaito guardò confuso i due “Ma che diavolo state...”
“Eh dai!” esclamò Saguru premendogli la mano sulla bocca “So ch ti vergogni, ma almeno sei fortunato a essere ancora vivo”
“Infatti” rispose Ai sedendosi in macchina “Sei anche ferito, devi evitare di parlare inutilmente”
“Ragazzi, andiamo?” chiese Agasa sistemandosi al posto di guida “Se arriva la polizia, come potremmo spiegare la nostra presenza in questo luogo?”
“Hai ragione” annuì Heiji andando a sedersi nell’automobile “Continueremo il discorso a casa”
“D’accordo” sibilò Conan andò a sedersi davanti insieme ad Ai, mentre, con lo sguardo, continuava a osservare di nascosto Kaito “ne riparleremo più tardi...”
 
Era quasi l’alba, quando la macchina gialla, varcò il cancello che portava nel giardino di casa. Appena entrati, Ai, corse subito nel suo laboratorio senza dire neanche una parola ai presenti che tuttavia non diedero troppo peso alla cosa.
“Perché non andate a riposarvi anche voi?” propose Agasa notando le espressioni esauste sul volto dei ragazzi.
“Buona idea, ma prima non sarebbe meglio portare quei due a farsi medicare?” rispose Saguru indicando Conan e Kaito che intanto si erano seduti sul divano.
“Mi spiace deluderti, ma io non ho bisogno di cure” sbottò Kaito ancora offeso per la storia che si erano inventati i due amici.
 “Credo che Ai sia andata a prendervi delle bende” spiegò Agasa.
“Perfetto, visto che i due feriti sono in buone mani, noi andiamo a riposare” esclamò Heiji spingendo via anche Saguru e il dottor Agasa.
“Ehi, e se io non volessi riposare?” protestò Saguru salendo a forza le scale
“Meglio lasciar parlare da soli quei due” spiegò il detective di Osaka abbassando la voce.
Rimasti soli, Kaito, rivolse uno sguardo preoccupato verso il ragazzino seduto sulla poltrona che con grande sorpresa del moro, sospirò tristemente.
“Che succede? Non sei contento di essere uscito vivo da questa storia?” domandò interrompendo quel silenzio irritante.
“È vero, sono ancora vivo, ma sono ancora bloccato in questo corpo... non è finito proprio nulla” sospirò lui lasciandosi ricadere con la schiena appoggiata sulla poltrona.
“Che intendi con ‘bloccato in questo corpo’?”scherzò Kaito.
“Niente niente... lascia stare” ribatté il ragazzino chiudendo gli occhi “e sono anche riuscito a far arrabbiare Ran... che pessima giornata”.
“Posso esserti d’aiuto in qualche altro modo?”
Conan rivolse un’occhiata confusa al ragazzo “Non ti sembra di aver già fatto abbastanza?”
“Si aiuta sempre un amico in difficoltà” sorrise Kaito
Il ragazzino ricambiò il sorriso e sospirando nuovamente continuò “A essere sinceri... l’unica cosa che più vorrei in questo momento è risolvere tutto con Ran...”
“Potrei spacciarmi per te e risolvere tutto!” propose Kaito, pentendosi subito di quanto avevo detto.
“Ah ah!” esclamò Conan alzandosi in piedi “allora avevo ragione a pensare che tu sei...”
Prima che il ragazzino potesse finire la frase, qualcuno alle sue spalle, iniziò a premergli sulla bocca un fazzoletto che emanava un forte odore dolciastro.
Colto di sorpresa e senza poter fare nulla, il ragazzino, iniziò a perdere i sensi, per l’effetto del cloroformio, fino a cadere addormentato tra le braccia del suo aggressore, mentre davanti a lui, Kaito, corse subito ad aiutarlo.
 
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Nell’agenzia del detective Kogoro, Ran, guardava dalla finestra, la strada sottostante, in attesa dell’arrivo di Sonoko. Quel giorno le scuole erano chiuse, e le due avevano deciso di approfittarne per uscire a fare spese.
La ragazza rimase in silenzio a contemplare l’esterno con un’aria triste “quell’idiota” pensò arrabbiata “non mi fiderò mai più delle sue false promesse... è solo uno stupido detective fissato!”
Nonostante fosse profondamente arrabbiata, dai suoi occhi iniziò a scendere silenziosa una lacrima che le rigò il volto.
“Che sto facendo?” si disse rendendosi conto che le lacrime stavano aumentando “dovevo aspettarmelo, va sempre a finire così! E chissà ora quanto dovrò aspettare per poterlo rivedere...”
Accorgendosi della presenza di qualcuno, Ran, si voltò di scatto cercando una scusa per quelle lacrime.
“Ehi, ciao Ran...” sorrise Shinichi visibilmente imbarazzato di trovare l’amica in quello stato “sono venuto a vedere come stavi...”
“Come sei entrato? Non ti ho visto passare per la strada” rispose lei stupita di rivederlo.
“Diciamo che ho usato... una magia” spiegò lui indicando la porta aperta.
“Beh, hai fatto male a venire qui, infatti sto uscendo” ribatté subito prendendo la borsa.
“Aspetta” la fermò lui afferrandola per il braccio “devo assolutamente parlarti”
“Sai che ti dico, sono davvero stanca di doverti sempre aspettare” protestò Ran liberandosi
“Per favore, non ho molto tempo”ribatté tristemente Shinichi “Sono qui per chiederti scusa di ieri”
“Pensi che possa accontentarmi di qualche scusa?”
“Ovviamente no... però spero che questo mi aiuti” prima che Ran potesse dire altro, Shinichi, la voltò verso di lui e prendendole il viso tra le mani la baciò sulle labbra.
Ran rimase per qualche secondo a guardare confusa il ragazzo, ma alla fine si lasciò trasportare da quel bacio che tanto aveva aspettato, e chiudendo gli occhi dimenticò del tutto quanto era successo nei giorni precedenti.
 
Intanto, in un vicolo dietro l’ufficio di Mouri, Kaito si guardava intorno impaziente “Quanto manca?” domandò voltandosi verso la ragazza alle sue spalle che teneva un cappello con visiera premuto sulla testa.
“Ancora qualche minuto e tornerà ad essere Conan” rispose freddamente lei guardando l’orologio.
 “E tu?” domandò Kaito osservando con attenzione la diciottenne dai mossi capelli ramati “Tra quanto tornerai ad essere una bambina?”
Shiho si voltò rivolgendo al ragazzo uno sguardo di rimprovero “Tra qualche ora, ma ricorda che ho promesso di mantenere il tuo segreto... se tu in cambio dimenticavi quello che hai visto oggi!”
Kaito sorrise divertito ripensando a quando, qualche ora prima, Shiho era entrata in salotto e, dopo aver addormentato Conan, si era chinata su di lui sfiorando dolcemente le labbra sulle sue, in quello che aveva poi definito il giusto “ringraziamento” per averla salvata.
“A cosa stai pensando?” domandò infastidita la ragazza sentendosi addosso lo sguardo di Kaito.
“Ripensavo alle tue parole” rispose prontamente il moro “hai detto che quel bacio serviva a trasmettergli in corpo una quantità di antidoto che l’avrebbe fatto rimanere Shinichi per qualche minuto senza però ucciderlo”
“Esatto... ma quello non era un vero bacio!”
“E allora perché non vuoi che lui lo sappia?” ribatté il ragazzo fingendo indifferente mentre si sistemava la giacca.
“Voleva qualche minuto per scusarsi con la sua Ran... a lui basta sapere che ora può farlo” sbottò lei alzando le spalle.
“Ah, ho capito” sorrise Kaito e poi alzando lo sguardo al cielo continuò a dire “Però non è giusto! Anch’io ti ho salvato la vita... eppure non ho ricevuto neanche un grazie”
“In effetti è vero...” annuì Shiho avvicinandosi al moro e, chiudendo gli occhi, lo baciò sulla guancia “Grazie Kid...”
Kaito indietreggiò di colpo, assumendo una colorazione rosso porpora.
“Ehm... State aspettando qualcuno?” chiese ad un certo punto, Shinichi, arrivando stremato all’ingresso del vicolo.
“Oh! Per fortuna non ti sei fatto scoprire stavolta” rispose Shiho voltando a guardare il nuovo arrivato.
“F-Forza, torniamo da Agasa” tagliò corto Kaito, prendendo il ragazzo per il braccio.
“Scusami, ma temo di aver raggiunto il limite” balbettò il detective lasciandosi cadere contro Kaito.
“Ehi! Non dirmi che devo trascinarti fino a casa?!” protestò il moro tenendo in piedi l’amico.
“Tanto tra qualche secondo tornerà ad essere un bambino” ribatté Shiho incamminandosi.
Kaito sospirò visibilmente infastidito, e caricandosi sulle spalle Shinichi iniziò a seguire la ragazza, mentre il detective ripensava a quanto si erano promessi lui e Ran.
 
Erano passati solo pochi minuti da quando Ran aveva chiuso gli occhi, ricambiando quel bacio che valeva sicuramente più di qualsiasi parola, ma vinto da un dolore lancinante al petto, Shinichi dovette allontanarsi dalla ragazza.
“Ran...” balbettò “mi spiace, ma devo chiederti di aspettarmi ancora per un po’ di tempo...”
Ran annuì rassegnata in silenzio “lo sapevo...” disse con la voce velata da una nota di tristezza “ti aspetterò...” bisbigliò seguendo con lo sguardo il ragazzo che aveva ripreso a camminare in direzione della porta.
“Ti aspetterò Shinichi...” ripeté convita lei con un sorriso, mentre Shinichi richiuse la porta alle sue spalle scendendo velocemente le scale consapevole che un giorno le avrebbe percorse nuovamente con il suo vero corpo.

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Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno letto e/o commentato questa fan fic fino alla fine^^
L'idea per questa storia era nata come qualcosa di breve, che non andava ad incidere nella trama originale di Gosho... ma alla fine ho voluto rivedere le mie posizioni xD
Grazie ancora^^ alla prossima!
Lady Kid 1412 - Liz Shelley (su EFP)

  
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