Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Haydee    18/11/2005    7 recensioni
...Nella digradante calura del tramonto, mentre il disco rosso del sole spariva tra i palazzi di stucco, colorandoli insieme all'atmosfera di un romantico rosa pastello, si fronteggiavano nel giardino interno, mentre nell'aria aleggiava il profumo degli aranci e il silenzio era rotto dallo zampillare di una fontana... ...Quando vide la sottile falce di luna apparire delicatamente nel cielo rosa, capì che il suo mondo incantato iniziava da lì...
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Si è aggiunto un altro problema: l’ora legale

Si è aggiunto un altro problema: l’ora legale. In India non esiste (con tutti i paesi che ci sono quello dovevo beccare?!), loro vanno tutto l’anno con l’ora solare, quindi rispetto a Greenwich sono avanti di 4 ore e mezza, ma questo solo quando da noi c’è l’ora legale. Quando anche da noi scatta l’ora solare invece sono avanti di 5 ore e 30 minuti rispetto a Greenwich. Per adesso quindi nella storia Salisburgo e la città negli States hanno l’ora legale, mentre quella scriteriata di Haydée ha l’ora solare. Mi si sta fondendo il cervello a forza di calcoli e sto per diventare intrattabile!! Come sempre, se qualcuno ne capisce più di me si faccia avanti, gli aiuti sono sempre graditissimi.

Ah, scusate il ritardo! ^_^

 

Caccia alla volpe

 

Salisburgo, ore 17:00 pm

 

Winter scese dalla macchina e fece un respiro profondo.

Era davanti alla casa di sua sorella. Era arrivata.

Si volse e incontrò il sorriso rassicurante di Mitja, e allungò una mano verso di lui.

Lui la strinse con forza, comunicandole senza bisogno delle parole che era lì accanto a lei per sostenerla.

 

La ragazza scostò il cancelletto e fecero alcuni passi in un piccolo giardino, ritrovandosi poi di fronte alla porta.

Alzò una mano tremante, e dopo un ultimo istante di indecisione premette il campanello, facendo istintivamente un passo indietro.

 

Ecco, la sua mossa l’aveva fatta. Ora non restava che aspettare una reazione da parte dell’abitante della casa.

Attesero diversi minuti, ma tutto attorno a loro era silenzio.

Si scambiarono un’occhiata intensa, poi Mitja suonò la seconda volta.

Stavano per scoraggiarsi quando sentirono una voce e dei passi affrettati.

 

Quando la porta si aprì si trovarono di fronte un ragazzo di una trentina d’anni, alto e castano chiaro.

Guardò Mitja con due occhi castani brillanti all’inverosimile, mentre Winter adocchiava alcune vistose macchie d’erba sulla tuta che indossava.

Quando il giovane posò il suo sguardo sulla ragazza per poco gli prese un colpo:

- An… Anya? – balbettò con voce strozzata. Immediatamente lei scosse il capo, estremamente nervosa:

- No, non sono Anya. Sono sua sorella gemella. Lei è in casa? – mormorò mentre la sua attenzione veniva catturata da dei richiami acuti:

- Pà!…. Pà! – strillava una vocetta insistente, seguita dallo scalpiccio di piccoli passi.

Un attimo dopo un bambino biondo di circa 2-3 anni, con meravigliosi occhi azzurri, fece capolino accanto a una gamba del ragazzo, guardando i due estranei con timidezza e sospetto.

Immediatamente si aggrappò a una gamba di suo padre, distogliendo lo sguardo da quello insistente della ragazza:

- Anya non è in casa, ma tornerà tra poco. Entrate. - mormorò il ragazzo prendendo in braccio il bambino e scostandosi per farli entrare:

- Grazie… - mormorò Mitja intuendo il significato dell’ultima parola e trascinandosi dietro una sconvolta Winter.

 

Dopo pochi istanti si ritrovarono seduti su un comodo divano in un calorosissimo salottino, arredato con gusto.

Winter si guardò attorno con gli occhi sgranati, aveva l’impressione di trovarsi nella casa delle bambole che sua madre aveva regalato a lei e sua sorella tanto anni addietro. In formato gigante naturalmente.

- Io sono Friedrich, il marito di Anya, e questo timidone è Nikolas, nostro figlio. – dopo che Winter ebbe tradotto l’informazione, i due estranei guardarono dall’uno all’altro con gli occhi sempre più sgranati, mentre Mitja non riuscì a trattenersi dal commentare:

- Crystal è sposata e ha un figlio… mio Dio… - Friedrich si volse a guardare Winter con aria interrogativa. Aveva capito quello che aveva detto, spiegò, ma non il nome che aveva usato:

- Crystal è il nome di mia sorella. Ha perso la memoria 17 anni fa e non ricordava il suo vero nome. Le suore l’hanno chiamata così. – spiegò la ragazza guardandolo negli occhi.

D’un tratto sentì due manine piccole e calde posarsi sulle sue, fredde per la tensione:

- Assomigli alla mia mamma! – le disse una vocetta cristallina, e si ritrovò a fissare un visetto sorpreso e dolcissimo. Sembrava il viso di un angelo. Istintivamente accarezzò una gota al bambino, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime:

- Lo so, quando abitavamo insieme la gente ci confondeva! – esclamò trattenendo un singhiozzo, poi alzò lo sguardo sul cognato: - Il mio nome è Winter, ti sembrerà incredibile ma sono la gemella di… tua moglie… - lui si raddrizzò sullo schienale, sporgendosi verso di loro e guardandoli duramente:

- In tutti questi anni Anya non ha desiderato altro che ritrovare la sua famiglia. Lei non me lo ha mai detto, ma io so che è così. Non metto in dubbio la veridicità di quello che dici, ma badate di non farla soffrire. Lei è tutto quello che ho, insieme a Nikolas, quindi vi prego di non spaventarla in alcun modo. – il suo sguardo era talmente deciso che entrambi trattennero il fiato, annuendo:

- Non voglio spaventarla, e non voglio farla soffrire. – mormorò d’un soffio con le lacrime agli occhi: - Voglio solo riabbracciare mia sorella, ti prego non allontanarmi ancora da lei! – il viso di Friedrich si addolcì immediatamente:

- Non vi manderò via, voglio che lei riabbia la sua famiglia. Siete identiche, è difficile farsi prendere dal dubbio che tu non sia sua sorella! – fece sorridendo e allungando una mano per stringere le sue. Winter gli sorrise debolmente:

- Grazie Friedrich… grazie!! – poi il ragazzo si volse verso Mitja:

- E lui? È un vostro parente? – la giovane si affrettò a negare:

- Oh, no! Lui è nostro amico da sempre! Si chiama Mitja… ma aspetta, voglio mostrarti una cosa… - fece frugando nella borsetta.

Tirò fuori la famosa foto del pupazzo di neve, la stessa che aveva anche Mitja e che avevano mostrato alla madre superiora del convento: - Questi siamo noi! –

Il giovane la prese, osservandola stupito, poi gli sfuggì un sorriso e si coprì la bocca:

- Avete detto la verità, questa è proprio Anya… o Crystal, come la chiami tu! – gli occhi di Winter si illuminarono:

- Mia sorella è sempre così allegra? – Friedrich non rispose, mettendosi in ascolto mentre Nikolas partiva di corsa verso una destinazione sconosciuta. Il ragazzo le sorrise:

- Potrai giudicare tu stessa! – esclamò alzandosi e mandandola nel panico più assoluto.

 

I due ragazzi rimasero soli per diversi istanti, e Winter si volse allarmata:

- È lei? – fece con voce tremante. Mitja le cinse le spalle, depositandole un bacio sulla fronte:

- Credo proprio di sì. Vieni qui… - mormorò passandole le dita sul viso per toglierle le lacrime: - Non vorrai farti pescare da tua sorella mentre frigni come una bambina! – esclamò tentando di spezzare la tensione.

Poi si zittirono, mettendosi in ascolto.

Sentirono una voce squillante parlare con dolcezza al bambino, poi dei passi sul pavimento di una stanza accanto a quella dove si trovavano.

Winter sentì Friedrich mormorarle qualcosa con dolcezza, e trattenerla un istante per darle tutte le spiegazioni.

Un attimo dopo una figura aggraziata apparve sulla porta alla loro sinistra.

Era una ragazza bionda, alta, con lucentissimi occhi azzurri. Portava i capelli biondi in un caschetto graziosissimo ed era vestita con estrema semplicità, jeans e camicetta.

Posò la borsetta su un tavolino accanto a lei e si mosse in direzione dei due ospiti, guardandoli con occhi sgranati.

 

Winter e Mitja erano pressoché immobili sul divano, osavano a malapena alzare lo sguardo su di lei. Poi la ragazza si fece forza e alzando il capo incontrò sé stessa in due occhi azzurri come il cielo d’estate in alta montagna.

Con gli occhi sbarrati come sua sorella si alzò in piedi, incapace di proferire verbo.

Accanto a loro i due ragazzi le guardavano apprensivi.

 

Poi Crystal fece un passo avanti, sbattendo le palpebre per ricacciare le lacrime che le si erano formate involontariamente negli occhi.

- Win… …Winter! – riuscì a esclamare con voce flebile, poi il mondo attorno a lei prese a ruotare vorticosamente e improvvisamente divenne buio.

 

~~~~~

 

Villetta in periferia 11:00 am

 

Maximilian ascoltò suo figlio attentamente, mentre Rachel aveva già avuto un paio di principi di svenimento.

Non poteva credere che Haydée se ne fosse andata così, da un momento all’altro.

Certo che per avere così su due piedi il biglietto per l’India doveva averlo pronto da tempo, di certo non era un viaggio last-minute! Perciò chissà da quanto sapeva che se ne sarebbe andata.

Eppure gli era sembrata così affiatata con suo figlio la settimana prima, perché aveva deciso di andarsene?

Phénice si era rifiutata di raccontare quella cosa che, stando alla lettera, doveva sapere meglio di chiunque altro. Diceva che non avrebbe deluso la sua amica neanche sotto tortura, quindi si era rinchiusa in un ostinato silenzio e aveva detto a Madian di non supplicarla perché temeva di tradirsi.

 

Quando il ragazzo finì di dargli tutte le informazioni del caso si prese il mento tra pollice e indice, mugugnando qualcosa fra sé e sé:

- E così tu credi che per avere notizie più precise dobbiamo rintracciare Sybil, giusto? – il ragazzo annuì:

- Non lo credo semplicemente papà, ne sono assolutamente certo! Me lo aveva detto lei stessa che quella donna è capace di sapere i segreti dei morti, figurarsi se non sa dov’è finita la sua ladra migliore! – fece innervosito alzandosi e gesticolando:

- Uhm… e va bene, tenterò di contattarla, ma non sarà una cosa facile Madian. Soprattutto adesso che anche Winter, l’unica a sapere dove trovarla, è in Europa e perciò fuori dalla nostra portata. Inoltre ha altri pensieri per la testa, non mi pare il caso di disturbarla. – Madian si sedette pesantemente:

- Lo so, infatti sono stato un’ora davanti al computer incerto se scrivere o meno a Mitja, poi mi sono detto che era meglio lasciarli stare e non ho fatto nulla. Però ho pensato: se è riuscita a trovarla lei, perché noi non dovremmo riuscirci?! Siamo nel giro da molto più tempo e teoricamente dovremmo conoscere molta più gente, perché invece non sappiamo neanche che faccia abbia? – Maximilian ridacchiò:

- Ragazzo, credo che abbiamo a che fare con una femminista convinta. So per certo che ha istruito solamente ladre donna, difficilmente si farà trovare da un uomo! – il ragazzo si spettinò nervosamente:

- Ma allora non c’è via d’uscita! – esclamò esasperato.

Rimasero in silenzio a lungo, incerti sul da farsi; poi Rachel, che fino a quel momento se n’era stata buona in un angolo, tossicchiò:

- Beh, io sono una donna… - mormorò incerta, temendo che la prendessero per pazza.

In effetti erano abbastanza sbalorditi, a giudicare dalle loro espressioni, perciò agitò una mano e sospirò:

- Lasciate perdere, non so da dove mi sia uscita quest’idea… - suo marito si alzò e la prese per le spalle:

- Ma certo!! Spargerai la voce che la cerchi, ed essendo donna magari riuscirai a incontrarla! Cara, sei geniale!! – esclamò dandole un rapido bacio. Lei ridacchiò:

- Credete davvero che sia una buona idea? – suo figlio le fece un sorriso a 32 denti:

- Una buona idea?! Mamma, è perfetta!! Non ci saremmo arrivati neanche in giorni di meditazione! Ah, che madre perfetta! – esclamò prendendola tra le braccia e sollevandola agilmente.

Ora non rimaneva che spargere la voce tra le persone giuste, attendere pazientemente e con ogni probabilità le acque si sarebbero smosse da sé.

 

~~~~~

 

Aeroporto New Delhi, 20:35 pm

 

Lo sportello si aprì e immediatamente l’aria rovente e il riflesso accecante del sole la investirono.

Superato il primo attimo di smarrimento infilò un paio di occhiali da sole e ancora aiutandosi con la stampella uscì nella luce del sole indiano, scendendo lentamente la scaletta mentre una hostess cortese la aiutava.

Si avviò lentamente al terminale, guardandosi attorno per essere certa che non stava sognando, poi vide un uomo in lontananza farle ampi gesti con le braccia.

Rispose alzando un braccio e sorridendo, poi alzò lo sguardo verso il cielo e socchiuse gli occhi.

Sono a casa…

 

~~~~~

 

Salisburgo, 17:15 pm

 

Friedrich aveva preso sua moglie al volo prima che cadesse a terra, l’aveva stesa sul divano lasciato libero dai due ospiti e tentava in tutti i modi di svegliarla.

In quel momento Nikolas prese a singhiozzare piano, aveva provato a trattenersi per far vedere che era un ometto coraggioso, ma proprio non ci riusciva a non piangere!

Si accostò a suo padre tirandolo per il maglione, e non appena ebbe catturato la sua attenzione gli gettò le braccia al collo:

- Cos’ha la mamma? Perché dorme e non si sveglia? – piagnucolò dopo un po’. Friedrich alzò lo sguardo su Winter e Mitja:

- Non ha nulla, è solo stanca ma adesso si sveglia. – mormorò cominciando a preoccuparsi. Quello svenimento non gli sembrava più naturale:

- Credo che… sarebbe meglio chiamare un medico… - mormorò Winter che non aveva ancora staccato gli occhi di dosso a sua sorella. Il ragazzo socchiuse gli occhi:

- Prova a chiamare tua sorella intanto. – fece spostandosi e portando il bambino nella stanza accanto per cercare di calmarlo.

Mitja le sorrise dolcemente, così si sedette accanto a Crystal, o Anya, e la chiamò.

Dopo un paio di tentativi inutili alzò una mano tremante e prese a sfiorarle il viso:

- Svegliati Crystal… svegliati sorellina, mi sei mancata così tanto! – lacrime silenziose le rigavano il viso mentre le prendeva una mano e se la posava su una guancia: - Sono Winter… Crystal sono Winter!! – ma nemmeno quel tentativo andò in porto.

 

Il marito della ragazza stava per chiamare il medico quando Nikolas gli sfuggì e andò ad abbracciare sua madre.

Mormorò qualcosa di incomprensibile all’orecchio della sua mamma, poi appoggiò il capino sul cuore della ragazza:

- Mamma, c’è una che ti assomiglia tanto, sai? – fece con una vocetta tremante e tenerissima, poi le baciò una guancia: - Se non ti svegli la vedo solo io, è tanto bella anche lei! – cinguettò notando un fremito sulle palpebre della madre. Allungò una manina verso Friedrich e saltellò:

- Pà, la mamma si sveglia!! – Winter era esplosa in lacrime, rifugiandosi nell’incavo del collo di Mitja, poi quando aveva sentito quella semplice frasetta si era staccata lentamente, scambiandosi un’occhiata col ragazzo.

Istintivamente lui la scostò dalla visuale della giovane stesa sul divano, non sapeva dire il perché ma era certo che fosse la cosa migliore: lasciarle il tempo di svegliarsi e di riordinare le idee.

 

Anya, alias Crystal, si tirò faticosamente a sedere, mentre suo marito la sorreggeva e il bambino saltellava allegro attorno a loro.

Friedrich le diede un caloroso bacio, tenendole il viso tra le mani:

- Stai bene? – mormorò visibilmente sollevato. Lei annuì, poi gli rivolse un sorriso debole:

- Sì Fried… ma devo dirti una cosa strana… io… beh… mi sembra di ricordare il mio passato, cos’è successo? – lui le sorrise, togliendole alcuni ciuffi di capelli dal viso:

- Spero davvero che tu lo ricordi… il fatto è che qui ci sono due persone legate in modo molto stretto alla tua infanzia. Quando li hai visti sei svenuta: mi hanno detto che da bambina sei stata rapita, ti hanno drogata e hai perso la memoria. Per questo sei stata male. Ora sei più tranquilla? – la ragazza tremava visibilmente:

- Due… persone?… Friedrich, non sarà… non saranno… - venne interrotta da un grido di Nikolas:

- Mamma, guarda!! C’è una uguale a te!! – esclamò correndo verso Winter e Mitja.

Crystal si volse lentamente, temeva di stare ancora male.

Aveva sentito come una voragine squarciarsi nella sua mente, e d’improvviso il suo passato le era parso chiaro come alla luce del sole in una giornata estiva: si era rivista bambina mentre giocava in un cortile insieme a una bambina uguale a lei e a un ragazzino sempre sorridente. Aveva avuto davanti agli occhi lo sguardo di sua madre quando prendeva un bel voto a scuola e il viso di suo padre quando la sera la metteva sotto le coperte. Ricordava tutto ormai, anche il viso dei suoi rapitori. Erano orientali, se lo ricordava bene.

Quando incontrò gli occhi di sua sorella sorrise d’istinto:

- Winter… sei Winter, vero? Mia… mia sorella! – esclamò allungando le braccia verso di lei.

 

La ragazza fece qualche passo avanti, cadde sulle ginocchia e abbracciò Anya con tutte le sue forze:

- Sì, sono Winter… e tu sei Crystal! Dio mio, ti ho ritrovata!! – rideva e piangeva al tempo stesso, e Mitja la guardava sorridendo.

Finalmente rideva, dopo 17 anni la sua Winter aveva ritrovato il sorriso!

Quel pensiero improvviso quasi lo sbigottì, ma non ebbe il tempo di pensare al perché la considerava sua, infatti Friedrich gli stava parlando in un inglese stentato:

- E tu? Non la abbracci? – chiese dandogli una pacca su una spalla. Mitja lo guardò sorpreso:

- Eh? N-no… cioè, prima le sorelle… - si accorse di un improvviso silenzio e si volse verso il divano. Winter sorrideva mentre si asciugava le lacrime, e Crystal lo guardava seria.

 

Si guardò attorno quasi spaventato, temeva che lei non lo riconoscesse.

Poi la ragazza allargò le labbra nel più incantevole dei sorrisi e allungò una mano verso di lui:

- Mitja? Mitja Krylov? Oh, non ci posso credere!! Anche tu qui! – fece alzandosi mentre lui si avvicinava per abbracciarla:

- Ti… ti ricordi anche di me? – lei rideva apertamente:

- Ma certo!! Come potrei dimenticarmi dello yeti?! Che ridere quando giocavamo nella neve!! – poi esplose in una risata che gli fece salire le lacrime agli occhi:

- Crystal… - mormorò chiudendo gli occhi e affondando il viso nella sua spalla. Il suo profumo era cambiato, non era più la bambina di un tempo, ma era sempre allegra e scherzosa quasi quanto lui. La lasciò andare a fatica, e solo perché sapeva che suo marito li osservava. Solo allora guardò Winter e vide nel suo sguardo qualcosa di strano, come un velo di estrema malinconia. Ma non capì a cosa era dovuto.

 

La ragazza era tornata accanto a sua sorella:

- Mamma e papà? – chiese con la massima naturalezza, ma aveva gli occhi lucidi:

- Stanno bene… ma ho viaggiato tanto per ritrovarti, non li vedo da parecchio… - mormorò intimidita. Crystal annuì poi la abbracciò nuovamente, piangendo silenziosamente:

- Sorellina mia… abbiamo tante cose da raccontarci e da ricordare… ma, avete già fatto conoscenza con i miei uomini, vero? – esclamò ridente come se la ricordavano, mentre prendeva Nikolas sulle gambe.

 

 

Uriko: No, non penso che lo farò diventare una specie di Rambo, non gli si addice per niente… ma una bella sculacciata le starebbe bene!;p A presto!

 

AyLa: Lo so, l’allieva ha surclassato di gran lunga la maestra… ;p Beh, pensavo peggio: non ho ricevuto uova marce né polli influenzati, direi che avete assorbito per bene la notizia!J

 

Londonlilyt: Ma no dai, però se vuoi farle qualche scherzetto mi associo volentieri!

 

Jennifer: È quello che mi ha chiesto anche lui, “Cosa ti ho fatto?!”. Non so che dire, non è colpa mia è Haydée che fa quello che le pare! :p!! Dai che da qui è tutta in salita…

 

Dark Angel & Light Angel: Ciao Light! Ha ripreso le funzioni vitali adesso?! Scusatemi per il ritardo, dovevo assorbire la notizia pure io!! Avevo aggiornato più velocemente per fare una regalo ad AyLa per il suo compleanno. Non dovete scusarvi, figuratevi! Per la mail va benissimo, controllo spesso l’indirizzo e ve lo ripeto: tarn5@libero.it. Ah Light, ti è piaciuta questa parte sui due biondi?

 

Antheameiko: Anche qui la temperatura è scesa, infatti ho un mal di gola terribile… beh, ma almeno non ci sono solo 4 gradi!! Ti tengo in considerazione per la prossima volta nella quale dovrò chiedere asilo politico, per stavolta ho evitato la guerra nucleare!! Hai indovinato, va da Sybil… ma non so se ci riuscirà! Ciao e scusa anche tu per il ritardo;)

 

Earinë: Eh, non avevo dubbi. Adesso mi si spiega chi ha lasciato tutto quel casino in giro nel mio cervello, non potevo essere stata io non ci entravo da mesi!! Oh, una che Mitja lo capisce! Saluta il povero Kim, spero si sia ripreso dallo shock!

 

Elenim: Ti confesso che ho avuto la tentazione di metterlo come finale e fare un proseguo, ma mi sono detta che era troppo cattivo! Scusami per il ritardo ma ho avuto una settimana strapiena, adesso mi rimetto d’impegno con le storie e con la lettura, intanto complimenti!

 

Damynex: Immaginavo che fosse solo una svista, solo che mi sono chiesta se poteva esistere un ballo con quel nome di cui no ero a conoscenza… sono molto più fuori di te!! Carina l’idea della canzone!!

 

Super Gaia: Grazie di adorarmi anche se ti faccio dannare!! Grazie, un bacione a te;)

 

*Sakura*: Uao, un’altra new entry! Che dire: complimenti per aver letto tutti i capitoli in una botta, sei da record!! Non abbandono la storia, tranquilla, e scusami anche tu per il ritardo. A presto!

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Haydee