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Autore: Daicchan    09/11/2010    7 recensioni
I pensieri e le emozioni dopo la morte di Silente che hanno portato Remus ad accettare l'amore per Tonks, dalla disperazione per la morte di uno dei più grandi personaggi del mondo magico, alla nascita di una nuova speranza di felicità.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Death and Happiness

 

 

<< Silente sarebbe stato più felice

 di chiunque altro nel sapere

 che c'è un po' più d'amore nel mondo >>

 

Remus uscì silenziosamente dall'infermeria, vagamente commosso nel rivolgere un ultimo sguardo a Molly e Fleur, preoccupate ma con un inesauribile affetto negli occhi, sedute al capezzale di Bill, con Arthur all'in piedi ed una mano poggiata, rassicurante, sulla spalla della moglie.
Fu quando il licantropo si chiuse la porta alle spalle, con la traccia di un sorriso sulle labbra, che la desolazione e il silenzio del buio corridoio lo presero alla provvista, facendogli piombare, violenta e scioccante, addosso la verità.
Lo colpì come un pugno allo stomaco, facendogli spalancare gli occhi e tremare le braccia e le gambe, improvvisamente deboli.
S'abbandono con la schiena contro la parete di pietra, scivolando lungo di essa fino a finire seduto sul pavimento gelido, l'espressione sconvolta, le mani tra i capelli.

 

Silente era morto.

 

Proprio lui, così saggio, così abile, che nella sua quasi onniscienza sembrava essere immortale.

 

E invece se ne era andato, e di lui non rimaneva altro che un insulso insieme di carne ed ossa.

Era morto il mago migliore che avesse mai conosciuto. Anzi, l'uomo migliore, che avesse mai conosciuto.

Lo stesso uomo che aveva combattuto il male in prima linea, senza mai arrendersi.

Lo stesso uomo che lo aveva accolto ad Hogwarts, scansando qualsiasi forma di pregiudizio.

Lo stesso uomo grazie al quale aveva vissuto gli anni migliori della sua vita, in cui aveva potuto conoscere quell'immortale magia qual'era l’amicizia.

Lo stesso uomo che aveva sempre riposto la sua fiducia in tutti.

Già, la medesima fiducia che aveva concesso a Severus Piton... E che l'aveva portato alla morte.

Quando il suo corpo iniziò ad essere scosso dai singhiozzi, Remus quasi se ne sorprese.

Pensava di aver esaurito tutte le sue lacrime con la morte di Sirius... Ma a quanto pareva, si sbagliava.

Ora piangeva, come fin troppe volte aveva fatto da quando quella dannata guerra aveva iniziato a portargli via tutto, lasciandolo in vita a vedere morire tutti coloro a cui teneva.

E piangeva per Silente, e per la speranza che aveva trascinato via con sé nella morte; piangeva per James e Lily e Sirius e Peter; piangeva per quel poco che era rimasto dei Malandrini, nient'altro che un ricordo.

Piangeva per quella guerra, che forse non avrebbe mai avuto fine; piangeva per Harry, solo un ragazzino, costretto ad affrontare qualcosa più grande di lui; e piangeva per sé stesso, solo, distrutto, prossimo a ridursi in un patetico involucro di disperazione.

Ed ora che Silente, il più saggio, e la guida di tutti loro, non c'era più, lui si chiedeva come sarebbe andato avanti.

Come potevano loro riuscire in qualcosa in cui Silente aveva fallito, per cui era stato miseramente ucciso?

Non lo sapeva, non era più certo di nulla ormai.

Dopo anni trascorsi nel dolore, era rinato, vedendo Harry, così simile a James e Lily, ritornando ad Hogwarts, e scoprendo che Sirius era innocente, e Peter vivo.

... Ed era morto di nuovo, scoprendo che l'insicuro e timido Codaliscia li aveva traditi tutti.

Ma era riuscito ad andare avanti, coi ghigni divertiti di Sirius, così simili a quelli di un tempo, se non per quella vaga traccia di sofferenza che li avrebbe accomunati per sempre.

Ma Sirius era morto.

Era tornato da James, il pimpante ed affettuoso James, ed era tornato da Lily, la donna con cui si era scoperto stranamente affine.

E lui, invece?

Lui l'aveva lasciato lì da solo, ad affrontare un mondo che, con la morte di Silente, gli appariva privo di speranza.

Perchè?!
Perchè tutti quelli attorno a lui dovevano morire?!
Il suo unico desiderio era sempre stato di non rimanere solo... Unicamente questo...
Voleva risentire le risate e l'affetto di James, di Sirius, di Lily... E anche di Peter, del Peter buono di un tempo, del Malandrino che mai e poi mai li avrebbe traditi.
E così, per un istante, s'illuse.
S'illuse di averli accanto, di cullarsi nel calore del loro abbraccio.
Ma, in fondo, lo sapeva... Attorno a lui c'era soltanto il gelo della solitudine.

Poi, mentre piangeva, qualcuno lo strinse a sé, e Remus non ebbe difficoltà a riconoscerlo.

Abbandonò il capo contro il petto di Tonks, e per un attimo gli sembrò di esser tornato bambino, poco dopo il morso di Greyback, cullato tra le braccia di sua madre.

Ma quella non era sua madre, era Dora, la donna che racchiudeva in sé l’allegria di James, lo sguardo affettuoso di Lily, la cocciutaggine di Sirius…

No, no… Lei era Tonks, la sua Tonks, e basta.

La stessa ragazza a cui non importava nulla della sua licantropia.

La stessa ragazza che lo faceva ridere e sentire felice come lo era un tempo.

La stessa ragazza che lo rimproverava ogni talvolta si condannava per l’essere un lupo mannaro.

La stessa ragazza che amava baciare, veder sorridere e ridere, dopo una di quelle sue cadute imbarazzanti.

La stessa ragazza che, così come tutti gli altri, si sarebbe potuto vedere portare via da quel destino crudele che sembrava divertirsi a sottrargli ogni sua persona amata.

Se persino Silente era morto, forse sarebbe presto toccato ad uno di loro…

 

Forse, sarebbe presto toccato a lei.

 

E sapeva che non sarebbe riuscita a proteggerla, così come non era riuscito a difendere e salvare nessuno… Ma poteva provare.

Poteva provare, e cercare di non sprecare nemmeno un attimo della vita che poteva trascorrere insieme a Tonks, felice.

Strinse a sé la ragazza, chiudendo gli occhi, gonfi per il pianto.

<< Ti amo… >>

La donna parve irrigidirsi appena a quelle parole. La sentì affondare il capo sulla sua spalla.

<< Lo so, Remus. >> sussurrò poi, una sfumatura appena accennata di felicità nella voce << Lo so. >>

Lo sapeva…

Ma era a conoscenza di tutti gli svantaggi a cui avrebbe portato il suo amore per lui?

Era a conoscenza di quel poco che poteva darle?

E, soprattutto… In fin dei conti, ormai a lui interessava davvero, tutto questo?

Il mago avvertì nascere dentro di sé un accenno di risata, resa roca dal pianto.

Una risata malinconicamente divertita, rassegnata.

<< Sono un egoista… Lo sono sempre stato… >>

Abbracciato alla donna della sua vita, Remus non poté vedere il triste ma affettuoso sorriso che increspò le labbra di Ninfadora Tonks.

<< Non essere così duro con te stesso. >> disse, in un sussurro << Abbiamo tutti il diritto di provare ad essere felici. >>

Lui rimase in silenzio, il volo umido per le lacrime, ripensando a tutto ciò che aveva dovuto passare.

Forse la sua più grande condanna era stata, dopo un’infanzia di ostinata solitudine, l’aver sperimentato la felicità.

La medesima felicità che gli era stata strappata via, scomparendo talmente veloce ed inaspettata così com’era giunta.

La medesima felicità che, sì, gli mancava da morire.

 

Provare ad essere la felici.

 

Ne aveva il diritto, lui?

Forse sì, o forse no… Ma, di certo, ne aveva l’impellente desiderio, e l’irreparabile necessità.

Voleva tornare a sorridere, a sentire quel confortante calore nel petto caratteristico anche delle gioie più semplici e banali.

Era stanco di far finta di vivere, giorno dopo giorno, di rimanere costantemente ancorato al passato.

Almeno per un po’… prima che la guerra li spegnesse entrambi… Voleva provare ad essere felice.

E voleva che anche Tonks lo fosse, perché, in realtà, non sopportava di vedere il suo sguardo amareggiato su un viso non più allegro, perché gli mancava il vivace rosa dei suoi capelli.

<< Voglio stare con te… >> disse, sorprendendosi delle veridicità delle sue parole.

<< E io ci sarò. >> sussurrò Tonks, decisa. << Non ti lascerò. >>

Non seppe per quanto stette seduto per terra, abbracciato alla ragazza, così come non sapeva cosa aspettava alle anime dopo la morte.

Ma forse, da qualche parte, Silente lo osservava, e si rallegrava della scena, constatando ancora una volta la forza dell’amore.

Forse, da qualche parte, una Lily celatamente divertita rimproverava con affetto James e Sirius, che lo prendevano scherzosamente in giro, come sempre avevano fatto.

 

 

 

 

 

 

 



O.O

ok, non so da dove mi è uscita, e non so se è buona.

Non so perchè, ma ci vedo mooolto OOC... però, boh, voleva pubblicarla, e non sono del tutto pentita di aver reso Remus così fragile, e Tonks talmente determinata e forte, al confronto.

Io, dalla morte di Lily e James, Remus l'ho visto un po' così... Insomma, stanco e distrutto, e credo che -come tutti gli altri- la morte di Silente-insomma, parliam odi Silente! Lui è un odei maghi più potenti della storia, maledizione! xD sia stato quasi il crollo di una speranza.

Speranza che tuttavia ritengo che Remus abbia recuperato con l'amore di Tonks, e la successiva nascita di Teddy.

Però, ripeto, sento che c'è qualcosa che stona.

E ripeto che, stupidamente, la volevo pubblicare.

Quindi date voi un parere!  >.<

 

  
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