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Autore: CherryBomb_    09/11/2010    5 recensioni
Arianna e Ilaria, sedicenni, amiche da qualche anno. Fanno parte di quelle ragazze che sono convinte che il principe azzurro non esiste.
Arianna non ha mai avuto il ragazzo, Ilaria non lo ha da due anni e mezzo. Ormai sono abituate a questo loro stato di "zitellaggio", ma una serata diversa cambierà le loro vite. Ci saranno molti intrecci, ritorni di fiamma, non sarà tutto semplice, anche se all'inizio potrà sembrare così.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 37

Il matrimonio -  La  cerimonia

Ary POV
Sentii delle braccia che mi stringevano. Un caldo tremendamente piacevole. Non mi ricordai immediatamente dove mi trovassi. Solo successivamente, quando sentii la sua voce roca, mi resi conto di dove fossi.
-Buongiorno piccola.- sentire quella voce pericolosamente vicino al mio orecchio, mi fece rabbrividire.
-‘Giorno- mi uscii una voce che non mi apparteneva: roca, sussurrata. Si, ok. Mi ero appena svegliata, ma non avevo mai avuto una voce così da transessuale.
Lui strinse la presa su di me ed io sentii il suo corpo completamente contro il mio.
-Che ore sono?- chiesi schiarendomi la voce.
-Le sette.- mi sussurrò lui all’orecchio.
-E a che ora dobbiamo partire?
-Be, andrebbe bene alle nove, ma se riusciamo a partire prima, non è un problema sai?- aveva messo una piccolissima punta di sarcasmo nella voce che mi piacque particolarmente.
-Allora, vado a vedere se la Ila è sveglia che cominciamo a prepararci. – dissi sfilandomi dalla sua presa e uscendo dal letto, ma venni trattenuta dal braccio e fatta cadere sul letto.
-Non mi dai il bacio del buongiorno?- avevo il mio angelo tentatore che mi sorrideva malizioso a poca distanza da me.
Mi fermai a guardarlo, beandomi di quel suo sorriso e poi lentamente mi avvicinai a lui.
A quanto pareva, per lui era troppo lento il mio movimento, perché mi posò una mano sulla nuca e mi avvicinò a sé.
I sensi mi si ampliarono. Sentivo il suo profumo più intenso, il suo respiro più irregolare ed accentuato. Non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo.
Mi ritrovai le mani nei suoi capelli e il respiro irregolare.
Cosa mi stava succedendo improvvisamente?
-Scusa, ora vado.- dissi staccandomi, con un certo sforzo e uscendo dalla camera.
Non mi girai a vedere come l’avesse presa lui, non volevo saperlo.
Ero confusa. Non riuscivo a capire questo mio improvviso cambiamento: fino a ieri sera non mi sentivo pronta e adesso? Avevo una voglia matta di farlo. Stavo impazzendo era chiaro. Non c’era nessun’altra soluzione.
Arrivai davanti alla camera di Simo ed appoggiai l’orecchio alla porta, non avrei mai voluto interrompere qualcosa, anche se non mi aspettavo che fosse successo, almeno conoscendo Ila.
Appoggiai l’orecchio e non sentii niente.
Mi decisi ad aprire la porta cercando di fare il meno rumore possibile.
Mi ritrovai davanti la scena più tenera che avessi mai visto: Ila e Simo abbracciati formando una cosa sola, che dormivano beatamente come due bambini.
Mi dispiaceva svegliarli e rompere quella tenerezza, ma dovevo farlo.
Mi avviai verso il letto, ma poco dopo mi fermai.
Non ci riuscivo. Non riuscivo a svegliarli.
Venni presa da due braccia e sobbalzi.
Sentii una risata soffocata dietro le mie spalle.
-Scusa, non volevo spaventarti. – sussurrò cercando di trattenere le risa Edo.
-Niente.- dissi ancora con il fiato corto.
-Che stai facendo?- mi sussurrò all’orecchio.
-Non riesco a svegliarli. Sono così carini che non voglio rovinare tutto.
-Mi spiace, ma o lo fai tu con le buone o lo faccio io con le cattive.
Mi girai a guardarlo non riuscendo a capire che cosa volesse dire.
Poi mi girai a guardare di nuovo i due piccioncini.
-No, non ci riesco mi dispiace.- ammisi con le lacrime agli occhi.
-Ok, va bene. Ci penso io.- sciolse la presa da me  e lo vidi dirigersi verso le tende.
-Sveglia. Dormiglioni. È l’ora di svegliarsi e di cominciare a prepararsi. Oggi è il fatidico grande giorno. Mio fratello si sposa e tu, caro Simo, sei uno dei testimoni. – andò verso il lenzuolo e scoprì Simo- su, avanti. Alzati. Lo sai che sei peggio delle donne a prepararti.
-Mmmmm.- vidi Simo stringere ancora di più Ila.
-Dai, su dormiglione. – disse Edo andando a muoverlo un po’.
-Ma dai, lascialo stare.- lo ammonii io.
-Deve svegliarsi. Se no, non ce la faremo mai ad essere pronti. Siamo in sei persone che devono fare la doccia e prepararsi. Siamo tre uomini e tre donne….
-E ci sono tre bagni. Mi spieghi cosa vuoi da rompere le palle?- Ila lo interruppe con la sua bellissima voce assonnata.
-Concordo con la mia ragazza.- disse Simo con una voce estremamente sexy. Strabuzzai gli occhi per lo stupore della voce bassa, roca e profonda. Hai capito Simo che voce.
Ary, calmati. È solo la sua voce quando è da poco sveglio. Che vuoi che sia?
-Dai, ragazzi. Dobbiamo prepararci.- ma cosa aveva Edo quella mattina che rompeva così  tanto?
-Mi spieghi cos’hai?- gli chiesi stupendo anche me stessa.
-Perché?- mi domandò lui girandosi incredulo, non aspettandosi la mia domanda.
-Perché continui a rompere a tutti. Rilassati. Sembra che ti debba sposare tu. È tuo fratello che si sposa vorrei ricordartelo e non tu. Quindi stai tranquillo e lasciali dormire. Intanto ci prepariamo noi, poi loro si arrangeranno. Sono grandi abbastanza e di certo non sto qua a lavarli e a cambiarli.- era la prima volta che rispondevo così ad Edo. Ci rimase un po’ male, ma sapevo di avere ragione e lo sapeva anche lui. Per la prima  volta nella mia vita avevo detto qualcosa nel momento stesso in cui l’avevo pensato. Non era mai successo ed in un certo senso mi sentivo fiera di me stessa, dall’altra parte mi sentivo una merda perché avevo trattato male Edo.
-Ok, va bene. Dormite, ma quando saremo in ritardo non arrabbiatevi se vi facciamo fare tutto di corsa.
-Ok, ora Edo, puoi andare fuori dalle palle?- Simo era ancora assonnato o forse faceva finta per godersi qualche altro minuti abbracciato alla Ila.
-Si, me ne vado. A dopo.
Io ed Edo uscimmo dalla camera chiudendo la porta.
-Scusa per averti richiamato.- ammisi mentre entravamo nella nostra camera.
-No, hai ragione. Sono agitato come se il matrimonio dovesse essere mio, quando in realtà non lo è. Non so che cosa mi sta succedendo. Se sto così per il matrimonio di mio fratello, figuriamoci per il mio. – fece una piccola risata nervosa.
Edo. Sposato. Sarebbe stato un marito adorabile ed un padre perfetto. E non appena immaginai Edo sposato, lo vedevo in parte a me. Era mio marito ed io sua moglie. Come se stesse succedendo davvero mi trovai davanti le immagini di me vestita da sposa mano nella mano con Edo vestito da sposo. Era il giorno delle mie nozze ed io ero la donna più felice della mia vita. Poi mi vidi con figli, che avevano preso le migliori qualità di Edo.
-Ary? Stai bene?- vidi solo in quel momento Edo che sventolava la mano davanti al mio viso.
-Si, scusa. Mi sono solo incantata.- era davvero un bellissimo sogno, ma sto davvero pensando troppo in grande e decisamente troppo in là. Non pensavo assolutamente che Edo sarebbe stato l’uomo che mi avrebbe sopportato tutta la vita, anche se a volte ci pensavo a quel poveretto che avrebbe dovuto sopportarmi nella buona e nella cattiva sorte, non pensavo minimamente ad Edo.
-Vado a farmi una doccia. – mi disse dandomi un bacio a stampo sulle labbra.
-Ok.
Lo vidi entrare nel bagno e chiudere la porta.
Non l’aveva chiusa a chiave, il che voleva dire che sarei potuta entrare in qualsiasi momento, ma decisi di non farlo.
Mi persi di nuovo nel mio piccolo sogno ad occhi aperti, finché non sentii bussare alla porta.
-Avanti.- dissi cercando di riprendermi. Mi sentivo davvero in un pessimo stato e mi sentivo davvero pessima a fantasticare su di un mio possibile matrimonio con Edo. Non aveva senso.
-Non disturbo niente, vero?- vidi sbucare la Ila dalla porta.
-No, tranquilla. Edo è sotto la doccia.- le sorrisi.
-Allora, com’è stato dormire insieme per la prima volta?- mi chiese.
-Be, bello. Decisamente piacevole. Scusa per averti fatto svegliare così. Io non volevo svegliarvi eravate così carini, ma Edo è arrivato e ha rovinato tutto.- mi dispiaceva davvero. Sapevo quanto alla Ila piacesse dormire. Lo adorava. Lei ed il letto erano una cosa sola.
-No, tranquilla. Fa niente. tanto prima o poi dovevamo svegliarci no? – disse sorridendo.
-Si, lo so. Ma tu magari volevi dormire.- mi guardò male.
-Penso che Simo avesse messo la sveglia, quindi col cazzo che avrei dormito. – mi misi a ridere.
La Ila odiava le sveglie perché erano quello strumento che bloccavano il suo sonno sul più bello e la cosa la irritava e la rendeva acida tutto il giorno.
-Senti, non ridere. Per fortuna siete arrivati voi. Non avrei mai sopportato di essere svegliata da una sveglia di domenica mattina, in estate. Non l’avrei mai accettato. Quindi devo ringraziarti. – mi sorrise – senti e se venissi in camera di Simo e ci cambiassimo insieme? Almeno parliamo un po’. Gli uomini si cambiano qui. Così loro si parlano insieme. Avranno qualcosa da raccontarsi, immagino. Come lo abbiamo noi.
-Ok, va bene.
Presi la mia roba e andai in camera di Simo.
Era ancora bellamente sul letto.
La Ila andò là e gli si sdraiò sulla schiena. Mi sembrava di essere il terzo incomodo, anche se mi faceva tanta tenerezza vederli.
-Simo. Vai fuori dalle palle? Dovremmo cambiarci.- disse lei con la sua poca finezza.
-Amore, se ti togli dalla mia schiena, vado, anche se la cosa non mi dispiace. Se la cosa fa piacere anche a te, puoi rimanere lì. – sbaglio o l’aveva chiamata Amore? Non era mai successo. L’aveva sempre chiamata per nome o con qualche nomignolo strano.
-Non mi da assolutamente fastidio, ma conoscendo te e conoscendo soprattutto me, so che ci mettiamo una vita a prepararci e non vorrei far incazzare Edo, quindi, vorrei che uscissi dal letto e andassi da Edo. Ti fai una bella doccia, parli di ieri sera ad Edo e poi vi preparate. Passate un po’ di mattinata tra uomini.- scese dalla sua schiena.
-Ok, ma sia chiaro che vado contro la mia volontà. – disse uscendo dal letto e fermandosi davanti alla Ila.
-Ok, ne sono consapevole.- la baciò. – ora vai fuori dalle palle.
-è così che dimostri il tuo amore per me? Mi butti fuori da camera mia?- disse ironico lui.
-Vai via. – lo intimò la Ila ridendo.
-Sisi. Vado. Vado. – Simo uscì chiudendosi la porta dietro alle spalle.
-Allora, cos’è successo stanotte?- le chiesi ripensando al piccolo teatrino che avevo appena visto.
-Niente. perché?- la vidi distogliere lo sguardo.
-Perché c’è qualcosa di strano tra voi due, qualcosa di diverso. Qualcosa che vi rende ancora più teneri.
-Mi ha detto di amarmi.- rispose tutto d’un fiato.
-Co-cosa?- ero incredula. Aveva detto di amarla. Le aveva detto di amarla.
-Mi ha detto di amarmi.
-Waaaaaaaaaaaaaaa. E quando una persona dice di amarti ti rende così…così…così…
-Così come?- non riuscivo a trovare un aggettivo che la descrivesse. Era diversa. Sembrava più luminosa, aveva qualcosa di diverso che la rendeva diverso dal solito.
-Non riesco a trovare una parola che ti descriva. Quanto vorrei che me lo avesse detto anche a me.- effettivamente, se dovevamo guardare i tempi di sviluppo della relazione io ed Edo eravamo insieme da più tempo e non mi aveva ancora detto ti amo, mentre Ila e Simo si erano messi insieme da qualche mese e già lui aveva detto di amarla.
Si,lo so. Ognuno ha i suoi tempi per esternare i propri sentimenti, ma quanto ci metteva? A volte invidiavo la Ila, aveva un ragazzo più spontaneo e diretto, che molte volte agiva d’istinto. Quanto mi sarebbe piaciuto averlo anche a me.
Non mi capivo. Non riuscivo a capire come non riuscissi a rendermi conto di quanto Edo fosse fantastico, che anche lui aveva i suoi difetti e che non era di certo un dio o qualcosa del genere. Anche lui faceva errori ed aveva difetti.
Passammo un’oretta a farci la doccia e a prepararci. Eravamo in accappatoio che doveva metterci i vestiti per la cerimonia.
Effettivamente, andare ad un matrimonio metteva una certa agitazione anche a me. Chissà come mai.
Ero in bagno che mi stavo infilando i miei jeans nuovi strappati leggermente sul davanti. La Ila si stava infilando i suoi jeans a sigaretta neri. Quando qualche giorno prima eravamo andate a fare shopping avevamo optato per cose casual, semplice, ma al tempo stesso eleganti.
Indossai la mia magliettina blu e mi guardai allo specchio.
L’insieme era carino. Decisamente non eccessivo, ma elegante e casual. Andava benissimo. Era decisamente qualcosa che potevo permettermi.
Venne in parte a me la Ila con i suoi jeans neri ed una maglietta della stessa colore con uno scollo a V sul davanti un po’ profondo.
Stavamo davvero bene.
Ci truccammo leggermente con un po’ di matita nera e di mascara.
Uscimmo dal bagno e guardammo l’orologio.
Sentimmo bussare alla porta.
-Chi è?- chiese la Ila come se la camera fosse sua.
-Ragazze, noi saremmo pronti per partire. Vi aspettiamo giù.- era Simo. ok, eravamo pronte e dovevamo andare. Stava per cominciare ufficialmente la giornata più lunga della mia vita.
-Pronta?- mi chiese la Ila guardandomi.
-Non ne sono molto sicura.- ammisi sincera.
La Ila si mise le sue scarpe 12 con il tacco e si avviò alla porta con passo deciso e tutt’altro che traballante.
-Non sono sicura di essere capace di camminare con quei cosi.- dissi indicando le mie scarpe tacco 10 lì a pochi metri di distanza da me.
-Sei andata in giro per casa con le scarpe da quando le hai comprate?
-Si.
-Benissimo. Allora non preoccuparti. Ti faranno male i piedi dopo un po’, ma è assolutamente normale.
Decisi di arrampicarmi su quei trampoli.
Mi ero quasi abituata all’altezza che avevo in più, ma mi sentivo ancora un po’ goffa e impacciata.
-Dai, andiamo.
La Ila mi prese sotto braccio ed uscimmo dalla stanza.
Ci incamminammo verso le scale, dove ci fermammo per fare scena.
Quattro occhi erano puntati su di noi, ma gli unici che riuscivo a vedere erano quelli di Edo.
Che mi guardavamo come se non mi avessero mai visto, non immaginavo che reazione avrebbe avuto se avessi messo un vestitino.
Poi lo notai meglio: era fasciato in un completo nero, camicia bianca e cravatta nera, all’occhiello una rosa rossa. Era assolutamente perfetto. Era ancora più bello in quel completo. In quel momento capii cosa intendesse la Ila quando diceva che i ragazzi in giacca e cravatta hanno il loro fascino. Eccome, se hanno il loro fascino. Sono dei fighi pazzeschi.
Scendemmo lentamente le scale, mentre continuavo a godermi quella visione celestiale.
 
 
Edo POV
Erano dieci minuti che io ero pronto e non ce la facevo più ad aspettare. Sapevo che qualcosa sarebbe andato storto e saremmo arrivati in ritardo.
Non riuscivo a capire perché fossi così agitato. Non dovevo sposarmi io, ma mio fratello e a me sembrava il contrario.
Avevo una strana sensazione, che sarebbe successo qualcosa.
Speravo davvero che fosse solo una stupida sensazione dettata dalla mia stupida agitazione, ma, nella mia vita avevo imparato, mai sottovalutare le sensazioni, a volte hanno ragione. Ed infatti, quello stesso giorno più tardi l’avrei capito.
Ero davanti alla porta che mi stavo agitando perché le ragazze non arrivavano più. Non riuscivo a stare fermo.
Mi tranquillizzai leggermente solo quando cominciai a sentire i tacchi avvicinarsi verso di noi, finché…
Eccola lì, in cima alle scale, vestita in modo semplice, con dei jeans che le rendevano giustizia e che la rendevano ancora più bella.
Mi persi ad ammirarla per non so quanto tempo, assaporando ogni suo movimento, ogni scalino che scendeva lentamente.
Con quei tacchi arrivava con la fronte alla mia bocca, giusto per poter sentire il suo profumo.
Finalmente salimmo in macchina e partimmo in direzione Verona.
Verona. Romeo & Giulietta. Quale posto migliore per celebrare un matrimonio? Non c’era niente di meglio, secondo mio fratello e la sua futura moglie. Non mi sembrava niente di originale, come invece lo definivano loro. Ma era il loro di matrimonio ed io non volevo intromettermi.
Ero in macchina con Simo, Ila e la mia piccolina. Stavano ridendo e scherzando. Io, invece, ero seduto al mio posto agitato.
Non sapevo perché lo fossi o forse lo sapevo, ma non riuscivo a capirlo.
Ero agitato da morire e c’era quella strana sensazione che albergava su di me da quando mi ero svegliato e questo non migliorava la situazione. 
-Tutto bene?- mi chiese la mia piccola toccandomi la mano e riportandomi alla realtà.
-Potrebbe andare meglio. – ammisi facendo un sorriso tirato ed agitato.
-Dai Edo. Sembra che il quasi novello sposo sia tu. Calmati. Tranquillizzati.  Respira.- mi disse Simo cominciando a ridere e guardandomi dallo specchietto retrovisore.
-Senti, tu guarda la strada e non pensare a me.- sibilai tra i denti. Mi stavano girando le balle. Non lo sopportavo quando si comportava così e il fatto che fossi agitato non migliorava la situazione.
-Ooooooooooooo. Siamo nervosetti eh. – mi prendeva in giro.
-Senti, Simo piantala. – stavo per scoppiare. Ribollivo dalla rabbia e non andava bene.
-Oh, dai Edo. Non dirmi che ti stai incazzando. Tranquillo. Respira. Sto scherzando. Ma vederti così, mi fa ridere.- cominciò a ridere.
-Hai rotto il cazzo, Simo.- lo urlai facendolo ammutolire immediatamente. Non avevo mai alzato la voce, difficilmente mi arrabbiavo e non avevo mai realmente litigato con Simo. Non che stessimo litigando in questo momento, ma se andava avanti così ci arrivavamo vicini. Stava rompendo e lo avevo urlato.
Ero agitato, nervoso e l’unica cosa che avrei voluto fare era urlare. Volevo anche che quella bruttissima sensazione che avevo se ne andasse a fare un giro da un’altra parte  e andasse a rompere a qualcun altro. Bastavo io a rendermi nervoso.
Per l’agitazione e non so per cos’altro. Ansimavo.
Il battito del mio cuore era accelerato. Ansimavo.
Non mi capivo.
Simo mi guardava preoccupato dallo specchietto retrovisore. La mia piccola in parte a me mi guardava come se non mi avesse mai visto prima. La Ila dal canto suo, sembrava indifferente alla cosa o forse mi capiva più di quello che voleva far trasparire.
Nessuno parlava. Non girava nemmeno una mosca nell’abitacolo e l’unico rumore che si sentiva, era il mio respiro troppo affannoso.
-Vuoi che ferma la macchina?- mi chiese Simo tranquillo e,per la prima volta dall’inizio del viaggio, in modo serio.
-Si, grazie. – risposi a fatica a casa del mio fiatone inaspettato e ingiustificato.
Pochi minuti dopo Simo fermò la macchina nel parcheggio di un Autogrill.
Scesi dalla macchina, cercai di respirare a fondo e di calmarmi, ma ottenni l’esatto contrario. Cominciai a camminare agitato.
Simo scese dalla macchina.
-Andiamo a prendere qualcosa da bere, Ary.- si rivolse alla mia ragazza e non capivo per quale motivo. Li vidi allontanarsi ed entrare nell’autogrill.
Poco dopo sentii una portiera chiudersi.
Sentivo che qualcuno mi stava osservando.
Mi girai verso questa presenza e mi trovai davanti la Ila che mi guardava. Non decifravo quello sguardo. Non riuscii a capire in che modo mi guardasse. So solo che vedendola, mi resi conto di essermi leggermente tranquillizzato. Perché la Ila aveva quello strano sguardo che rassicurava le persone?
Non credevo a Simo quando diceva che solo guardandola ti saresti tranquillizzato, pensavo che succedesse solo a lui perché era innamorato di lei. Invece non era così. Aveva il potere di tranquillizzare chiunque. Non sapevo come facesse, ma la ringraziavo.
-Tutto bene?- mi chiese poi con un sorriso sincero.
-Adesso si. Grazie. – cercai di farle un sorriso sincero, ma l’unica cosa che mi uscì fu un sorriso falso e tirato.
-E di cosa scusa?- sembrava sorpresa del mio ringraziamento.
-Per avermi calmato. – perché mi sentivo leggermente in imbarazzo ad ammetterlo?
-Io non ho fatto niente.- mi disse, guardandomi come stessi dicendo la cretina più grossa al mondo.- Ma mi spieghi cos’hai oggi? Voglio saperlo sinceramente e non dirmi niente.- assunse quel tono di rimprovero che sentivo fare solo da mia mamma ogni tanto. Era da un sacco di tempo che non lo sentivo più. Risi.
-Sembri tanto mia mamma con quella voce.- continuai a ridere con lei che mi guardava come per dire “Ti conviene smetterla, sembri un cretino” e forse lo ero davvero – Comunque, sono solo un po’ agitato ed in più ho…- mi bloccai. Mi credeva già un cretino e non volevo peggiorare le cose dicendole che avevo una brutta sensazione che mi metteva ancora più in agitazione.
-In più hai che cosa?- mi chiese indagatrice.
-Ecco…io…- cominciai a grattarmi la testa imbarazzato.
-Non dirmi che ti senti in imbarazzo con me. Avanti. Cos’hai?- mi sorrise.
-Ecco…Ho una strana sensazione che mi agita ancora di più.- il sorriso sulle sue labbra, scomparve. Assunse un’aria seria e adulta. Non che sembrasse una bambina quando non era seria, ma sembrava ancora più adulta di quello che sembrava già. Chissà se Simo se n’era mai accorto.
-Ti capisco.- mi stupii a sentire quelle parole. –Anche a me a volte capita. Ed è bruttissimo sentire quell’enorme peso sulle spalle che non ti abbandona finché non succede qualcosa e ti liberi. È frustante. Non puoi farci niente. Devi solo aspettare che quello che debba accadere, accada.- la guardai stupito. Mi capiva. Mi capiva. Aveva ragione. Avevo un enorme peso sulle spalle che non voleva andarsene.
Capendo che non potevo fare altro che sopportare quella sensazione, cominciai a prepararmi psicologicamente per il peggio.
-Sai cosa devi fare? Devi cercare di non pensarci. Di goderti la giornata. Non vorrai rovinare il matrimonio a tuo fratello Davide, vero?- era ovvio che non avrei mai voluto rovinare il matrimonio a mio fratello, ma non volevo nemmeno passare la giornata facendo finta di niente. Vedendo che non rispose, la Ila andò avanti.
-Guarda che più ci fai caso, più è peggio. Tanto quello che deve succedere, succede. Non sai cosa debba succedere e quindi non puoi fermarlo. Devi solo vivere la giornata. Fallo per la Ary almeno. Non farti vedere così.- nel sentire il nome della mia piccolina subito capii che dovevo fare qualcosa. Se lei mi avesse visto così, si sarebbe preoccupata e le avrei rovinato la giornata. Non dovevo pensarci.
In quel momento sentii le voci di Simo e la Ary che scendevano le scale e ci raggiungevano.
La mia piccola camminava sui tacchi come se non avesse fatto altro da tutta la sua vita. Sorrisi.
Mi girai verso la Ila, sorridendo.
-Grazie.- le dissi abbracciando.
-E di cosa? Gli amici non servono mica a questo?- mi rispose staccandosi da me, sorridendomi.
-Ehi ehi. Cosa stai succedendo qui? Non è che adesso scopro che c’è una relazione segreta tra di voi vero?- ci chiese quel cretino di Simo, mentre si avvicinava e mi guardava malissimo.
-Sei un cretino. Sai cosa vuol dire, cretino? Basta che ti guardi allo specchio e vedi un cretino. Sapevi benissimo che gli avrei parlato.- gli rispose la Ila. Quindi aveva “organizzato” tutto. L’avevano fatto apposta allora ad andare a prendere qualcosa all’autogrill.
In quel momento, ringrazia ancora di più la Ila mentalmente. Ero felice che il mio migliore amico avesse trovato una ragazza come lei. Era diversa dalle sue solite scappatelle. Era seria, matura, nonostante la sua giovane età e, cosa molto importante, sapeva tenergli testa. Lui ne era innamorato perso, penso che avrebbe fatto di tutto per quella ragazza pur di renderla felice.
Salimmo in macchina e percorremmo quei pochi chilometri che ci separavano dalla città di Romeo & Giulietta.
Arrivammo davanti alla chiesa con largo anticipo.
Simo parcheggiò la macchina e noi scendemmo avviandoci verso la chiesa.
All’entrata c’erano gli amici delle superiori di mio fratello, che forse non vedeva da una vita, ma che aveva invitato al suo matrimonio solo perché loro avevano invitato lui.
-Edo, Simo. come state?- disse uno dei due dandoci la mano.
-Bene, ragazzi e voi? Le moglie come stanno?- chiese Simo educato.
-Troppo incinte.- disse l’altro indicando le moglie poco dietro di loro che parlavano con delle altre invitate.
Ridemmo.
-E voi? Sempre i soliti sbandati?- chiese il primo.
-Sempre i soliti? Dovrei dire solito sbandato e lo sai bene. – precisai io ridendo. Sapevano benissimo anche loro della reputazione di Simo.
-Hai ragione. Dimentico sempre che tu esci con lui, ma sei il completo opposto.- mi rispose. – Allora, sempre il solito sbandato?- chiese rivolgendosi a Simo.
-No, per la verità no.- la faccia dell’uomo era tutto un programma. Il sorriso sulle labbra era svanito sostituito da una faccia molto stupida ed incredula.
-Stai scherzando?- gli chiese l’uomo non riuscendo a capire se fosse uno scherzo o meno.
-No, per la verità no. Questa è la mia ragazza, Ila.- disse prendendo per la vita la Ila.
-Mi stai prendendo in giro, vero?è un’attrice? Una spogliarellista di ieri sera. Una prostituta.- cominciò a ridere il tipo.
Questo era davvero fuori di testa, ma sapevo quanto fosse difficile credere al fatto che Simo avesse la ragazza.
Simo strinse i pugni, ma prima che potesse aprire bocca, ci pensò la Ila.
-Senta. Della spogliarellista o della prostituta, glielo dà a qualcun altro chiaro? Non a me. Non ci conosciamo nemmeno e mi ha subito dato della facile. Crede che Simo sia talmente coglione e senza palle da presentarsi con una prostituta o un’attrice per non essere da solo? Conoscendolo ne avrebbe sicuramente trovata una tra le invitate da portarsi a letto, non serviva di certo un’attrice o, peggio, una prostituta.- aveva completamente zittito l’uomo. Io ridevo sotto i baffi.
-Quindi, tu sei davvero la sua ragazza?- gli chiese l’uomo ancora incredulo.
-Si. Ma non si aspetti che mi presenti. Può andare anche a fare in culo.- si sfilò dalla presa di Simo e se ne andò. A passo spedito andando a prendere uno di quei fiori bianchi da appendere alla macchina.
Non pensavo fosse così permalosa o forse si era solo offesa.
-Che tipa. - disse l’altro uomo. –Hai trovato una che sa tenerti testa è Simo?- chiese l’uomo divertito continuando a guardare la Ila.
-Puoi dirlo forte.- l’uomo rise.
-Scusa, Simo. Non pensavo fosse davvero la tua ragazza. Sai non sono abituato a sentirlo dire. Anzi da quando ti conosco non ti ho mai sentito presentare una ragazza, come la TUA. Quindi pensavo fosse uno scherzo.- l’uomo era leggermente in imbarazzo.
-Non devi chiedere scusa a me. Devi chiedere scusa a lei.- disse indicando la Ila che stava andando verso la macchina.- non sono io quello che ti ha appena mandato a fare in culo.- concluse ridendo.
Lo vidi andare a verso la sua macchina.
-E quindi, questa deve essere la tua di ragazza.- presuppose l’uomo che non aveva fatto nessuna figura di merda.
-Esattamente. Questa è Ary, la mia ragazza. – lei si avvicinò e strinse la mano ai due uomini.
-Quella è la tua amica?- chiese l’uomo che ormai non sapeva più dove nascondersi, alla Ary.
-Si, è la mia migliore amica.- ammise facendo un sorrisino di sfida. Non glielo avevo mai visto fare, quant’era sexy?
Ci raggiunsero Simo e la Ila che stavano avendo un piccolo battibecco, anche se lui rideva divertito.
-Dai, senti cosa ti deve dire il signore.- disse divertito Simo.
-Non sono una bambina e non trattarmi come se lo fossi, capito?- lo fulminò con lo sguardo la Ila, che sembrava notevolmente alterata.
-Volevo chiederti scusa, pensavo davvero che fosse uno scherzo. Sai non è da tutto i giorni sentirsi presentare una ragazza come la ragazza di Simo. è un evento strano.- l’uomo rise, cercando di nascondere l’imbarazzo.
-Ne sono consapevole.- rispose la Ila ridendo. Ed anche in quel caso il sorriso della Ila tranquillizzò l’uomo. –e poi scusa, Simo. L’hai chiamato signore, ma avrà due anni in più di te. Allora anche tu sei un signore? Oddio, sono insieme ad un vecchio.- tutti scoppiarono a ridere.
-Simpatica, guarda. Non sono mica un pedofilo.- rispose lui.
-In  teoria lo sei eccome.- gli rispose lei andandosene prendendo sotto braccio la mia piccola.
I due uomini rimasero scioccati da quell’ultima frase.
-S-sc-scusa ma quanti anni ha la tua ragazza?- chiesero in cori i due.
-17. Non proprio pedofilo dai. Gli manca un anno alla maggiore età e poi non ci ho ancora fatto niente.- ecco. Quella era la frase che scioccò definitivamente i due uomini.
-Vuoi dire che non te la sei ancora portata al letto?
-No. Non l’ho ancora fatto e non ho intenzione di farlo finché lei non vorrà.- No. Avevo sbagliato. Quella era la frase che scioccò definitivamente i due.
-Non dirmi che è ancora vergine.- Simo annuì –Oddio, che fine ha fatto il vecchio Simo?
-Se né andato.- rispose lui serio.
-Allora, il prossimo a sposarsi sarai tu.- dissero i due uomini.
Sentimmo una risata alle nostre spalle e ci girammo.
-Ma nemmeno per sogno, non ho la minima intenzione di passare il resto della mia vita con questo cretino.- disse la Ila andando ad abbracciare Simo.
Salutammo i due amici di mio fratello e ci decidemmo ad entrare in chiesa.
-Quante persone si scioccheranno quando mi presenterai come la tua ragazza? No, perché voglio prepararmi psicologicamente dal sentirmi dare della prostituta.- chiese la Ila ridendo.
-Parecchie.- rispose Simo abbracciandola.
Ci dirigemmo verso l’altare, abbracciati alle nostre ragazze.
Ed eccolo lì, mio fratello vestito come un perfetto pinguino, come tutti noi del resto.
Era girato di spalle e non ci vedeva finché non si girò.
Il suo sorriso si spense non appena ci vide avvicinarsi con delle ragazze abbracciate a noi.
-Ho le allucinazioni o mio fratello e il suo migliore amico hanno portato delle ragazze? Ma che bello fratellino hai la ragazza. Tu Simo dove l’hai trovata? In qualche night club. – la Ila scoppiò a ridere e Simo la seguì poco dopo.
-Mi sa che a fine giornata ci avrò fatto l’abitudine.- disse continuando a ridere.
-Ci avrai fatto l’abitudine a cosa?- le chiese mio fratello.
-A sentirmi dare della prostituta. Potrei farci l’abitudine.- continuò ridendo.
-Non ti azzardare nemmeno.- l’ammonì Simo.
-Sto scherzando.- la Ila stava letteralmente morendo.
Mio fratello assisteva alla scena con gli occhi sbarrati.
-Piacere sono Ila, la ragazza di Simo.- disse lei porgendo la mano a mio fratello che rimase a guardare la sua mano tesa per poi stringerla.
-Sicura che lui lo sappia?- chiese mio fratello ridendo.
-Non lo so. Non ne sono tanto sicura. A volte mi chiama Laura e non riesco a capire perché. Anzi, non sono nemmeno sicura che lui sia il mio ragazzo. L’altra sera ho preso un colpo alla testa e non mi ricordo neanche chi sono.- mio fratello scoppiò a ridere.
-E tu invece sei la ragazza di mio fratello.- presuppose. – Piacere Davide.
-Piacere Arianna.- si strinsero la mano e la mia piccola sorrise leggermente.
-Quindi, vi siete sistemati.- disse sospirando mio fratello.
-Vorrei ricordarti che tu ti stai per sposare.- lo informò la Ila.
-Non ricordarmelo.- disse mio fratello abbassando gli occhi.
-Non vuoi più sposarti?- chiese la Ila scioccata.
-Certo che voglio sposarmi, io la amo. – si sedette sugli scalini – ma ho paura di non essere all’altezza di fare il marito.
-Sai che non è possibile vero?- gli disse la Ila sedendosi in parte a lui.
-Hai ragione. Non è possibile che non sarai un buon marito.- disse la mia piccolina andandosi a sedere vicino a mio fratello, dalla parte opposta rispetto alla Ila.
-Si, sarò un cattivissimo marito. Non ne sono capace.- disse mettendo il viso tra le mani. Non avevo mai visto mio fratello così e sinceramente vedere che venisse consolato dalle nostre ragazze, mi faceva quasi venire da piangere. Ma non l’avrei mai fatto. Era tenera come scena.
-Sai che nessuno nasce sapendo fare le cose? Le impara con il tempo. Anche tu da piccolo non sapevi camminare, eppure eccoti qua.- mio fratello la guardò.
-Non sapevi nemmeno cosa fosse l’amore finché non hai incontrato la tua futura moglie, eppure hai imparato a capire cosa fosse e, di conseguenza, a comportarti in maniera differente da quello  che facevi prima.- si girò a guardare la Ary.
-Si, impara a fare qualsiasi cosa. Se la ami che problemi ti fai? Anche lei non sarà la moglie perfetta, anche lei non saprà fare la moglie. Ma spiegami cosa cambia dal convivere all’essere sposati. Niente. Solo il fatto che hai una fede al dito e hai altri compiti in più. Non cambia molto. Sei la stessa persona. Lei è la stessa persona.- la Ila sorrise. Sia la Ary che la Ila lasciarono un bacio sulla guancia a Davide ed andarono a sedere in parte alla Bea e ad Ale che le abbracciarono e la baciarono.
Mio fratello si alzò dai gradini e guardò insieme a noi le nostre due ragazze che salutavano i genitori di Simo.
-L’hai già presentata ai tuoi genitori?- chiese mio fratello a Simo.
-Ha conosciuto mia mamma ancora quando ero in coma. Mio papà qualche giorno dopo. Quando li ha conosciuti io non c’ero mai. La prima volta dormivo, la seconda ero nel mio letto che non potevo muovermi.- Davide rise.
-è in gamba. È davvero molto carina. È diversa dalle tue solite. Bella scelta.- gli diede una pacca sulle spalle.
-Io non ho scelto proprio nessuno. È lei che ha scelto me.- ammise Simo.
-Da quand’è che non ti fai una sana scopata tu?- gli chiese mio fratello. Simo strabuzzò gli occhi.
-Siamo in una chiesa Davide.- lo riprese.
-Non cambiare discorso e rispondi.
-Sinceramente non ricordo.- Simo cominciò a pensare.
-Da quanto Simo.
-Metà- fine gennaio.- rispose dopo un po’ di minuti.
Mio fratello sorrise.
-Sei innamorato cotto di lei, lo sai vero?
-Ovvio.
-E tu fratellino? Anche la tua non è male. Completamente diversa dall’altra, ma hanno qualcosa che le lega. – si fermò a pensare.
-Sono migliore amiche.- rispondemmo in coro io e Simo.
-Ecco. Legame affettivo che le lega. Sono molte legate. Ho captato un legame forte.- scoppiammo a ridere.
-E da quand’è che capti tu?- chiesi io divertito.
-Ho scoperto di avere poteri sovrannaturali.- rispose lui serio.
-Nel cervello hai problemi mentali è diverso.- disse ridendo Simo.- Dai, mettiamoci a posto che deve cominciare la cerimonia.
Seguii la cerimonia passo per passo.
Guardai la sposa che era raggiante, ma, al tempo stesso, nervosa.
Mio fratello, al contrario di lei, era tranquillo.
Quando la guardava vedo amore incondizionato ed era ora che mio fratello decidesse di sposarsi.
Finita la cerimonia ci trasferimmo al ristorante.
Ed era lì che avrei incontrato la persona che mi avrebbe stravolto la giornata.

 

 

 

 

 

 

Lo so, lo so. Lo so. Sono in ritardo. -.- Di nuovo. Ma la mia settimana è stata allucinante, sia la scorsa che questa ed è solo adesso che riesco a postare il capitolo. Non so davvero come farmi scusare, ma vi prometto che vi farò un regalino magari entro fine settimana se fate le brave xD
Allora, eccovi la prima parte del matrimonio. Come vi ho già accennato l’altra volta questo capitolo è abbastanza tranquillo, a parte gli attacchi di panico di Edo, ma è abbastanza tranquillo. Molto leggero e spero di avervi strappato un sorriso ogni tanto. =)
Tutti sono tranquilli, ridono e scherzano, ma Edo è inquieto. Ha come la sensazione che succederà qualcosa. Ma cosa succederà? Vi ho sempre detto che ha questo matrimonio sarebbe successo qualcosa, ma cosa? Fatemi sapere le vostre ipotesi, voglio vedere se qualcuno ci arriva. XD
Comunque, ringrazio le ragazze che hanno aggiunto la storia tra le seguite, le preferite e le ricordate. Ringrazio anche quelle che mi hanno messo come autrice preferita.
Vi ricordo il blog per lo spoiler =)
Stasera sono di poche parole, ma voglio assolutamente postare per farvi leggere il capitolo. Non voglio farvi aspettare ancora. =)
Rispondo alle vostre recensioni:
Lua93: Gemeeeee, è la seconda volta (o terza? Non ricordo) che rispondo ad una tua recensione da quando tu non ci sei =( Quando torni? Effettivamente metà del tuo viaggio se né già andato e non ti sei ancora degnata di farti sentire. =( cattiva. Va be, lasciamo stare la tua essenza e rispondo al tuo fringuello, anche se non so quando lo leggerai. =)
È sì, la nostra Ila è stata scottata troppe volte e adesso ha paura anche solo ad avvicinarsi un metro a quella fiamma (assomiglia a qualcuno XD)
Non vedo l’ora di risentirti, Geme. Davvero =)
Un bacione. Ti voglio bene. ^_^
CrisAngels: Ciao! È inutile, devo di nuovo chiedere scusa per il ritardo *me si inginocchia e chiede perdono* =( Lo prometto, entro fine settimana mi farò perdonare postando subito l’altro capitolo =)
Finalmente davvero. Anch’io mentre scrivevo la storia non stavo più nella pelle di scrivere di quei due che si dicevano “Ti amo”, ma ci hanno messo il loro tempo *_* Teneri*_*
Scusa ancora per il ritardo, spero che il capitolo ti sia piaciuto. Un bacione ^_^
effe_95: Ciao! Scusa, scusa, scusa. Come ho già detto, entro fine settimana mi farò perdonare e posterò un altro capitolo. Lo giuro. =)
Me lo chiedo anch’io perché al mondo non esistano ragazzi  come Simo, ma non so rispondermi. =)
Scusa le poche parole, ma sono davvero molto di fretta. Mi rendo conto di essere in ritardassimo. >.< Un bacione. ^_^
TheDreamerMagic: Ciao! Be, a te non devo farle le scuse perché sei quella che ha aspettato di meno XD quindi tralascio.
Non so come fai a dimenticarti, questo puoi saperlo solo tu XD Non so se posso perdonarti questa volta, davvero. non lo so.
Eh sì, lo so. Sono crudele, ma ho dovute fermare tutto. Era tutto troppo presto e non mi sembrava il caso di accelerare le cose, poi mi sembrava l’atmosfera giusta per far dire a Simo che ama Ila, quindi, non mi sono lasciata scappare l’occasione di scriverlo XD
Per tua fortuna il capitolo che rovinerà tutto è il prossimo, ma come ho detto, lo posterò entro fine settimana per farmi perdonare del ritardo. xD Tanto sono sicura che recensirai anche questo in ritardo e che leggerai tutti e due i capitoli insieme. =)
Un bacione. ^_^

 

 

 

 

Alla prossima ragazze ^_^

 



   
 
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