Il matrimonio - La cerimonia
Ary POV
Sentii delle braccia che mi
stringevano. Un caldo tremendamente piacevole. Non mi ricordai immediatamente
dove mi trovassi. Solo successivamente, quando sentii la sua voce roca, mi resi
conto di dove fossi.
-Buongiorno piccola.- sentire
quella voce pericolosamente vicino al mio orecchio, mi fece rabbrividire.
-‘Giorno- mi uscii una voce
che non mi apparteneva: roca, sussurrata. Si, ok. Mi ero appena svegliata, ma
non avevo mai avuto una voce così da transessuale.
Lui strinse la presa su di me
ed io sentii il suo corpo completamente contro il mio.
-Che ore sono?- chiesi
schiarendomi la voce.
-Le sette.- mi sussurrò lui
all’orecchio.
-E a che ora dobbiamo
partire?
-Be, andrebbe bene alle nove,
ma se riusciamo a partire prima, non è un problema sai?- aveva messo una
piccolissima punta di sarcasmo nella voce che mi piacque particolarmente.
-Allora, vado a vedere se la
Ila è sveglia che cominciamo a prepararci. – dissi sfilandomi dalla sua presa e
uscendo dal letto, ma venni trattenuta dal braccio e fatta cadere sul letto.
-Non mi dai il bacio del
buongiorno?- avevo il mio angelo tentatore che mi sorrideva malizioso a poca
distanza da me.
Mi fermai a guardarlo,
beandomi di quel suo sorriso e poi lentamente mi avvicinai a lui.
A quanto pareva, per lui era
troppo lento il mio movimento, perché mi posò una mano sulla nuca e mi avvicinò
a sé.
I sensi mi si ampliarono.
Sentivo il suo profumo più intenso, il suo respiro più irregolare ed
accentuato. Non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo.
Mi ritrovai le mani nei suoi
capelli e il respiro irregolare.
Cosa mi stava succedendo
improvvisamente?
-Scusa, ora vado.- dissi
staccandomi, con un certo sforzo e uscendo dalla camera.
Non mi girai a vedere come
l’avesse presa lui, non volevo saperlo.
Ero confusa. Non riuscivo a
capire questo mio improvviso cambiamento: fino a ieri sera non mi sentivo
pronta e adesso? Avevo una voglia matta di farlo. Stavo impazzendo era chiaro.
Non c’era nessun’altra soluzione.
Arrivai davanti alla camera
di Simo ed appoggiai l’orecchio alla porta, non avrei mai voluto interrompere
qualcosa, anche se non mi aspettavo che fosse successo, almeno conoscendo Ila.
Appoggiai l’orecchio e non
sentii niente.
Mi decisi ad aprire la porta
cercando di fare il meno rumore possibile.
Mi ritrovai davanti la scena
più tenera che avessi mai visto: Ila e Simo abbracciati formando una cosa sola,
che dormivano beatamente come due bambini.
Mi dispiaceva svegliarli e
rompere quella tenerezza, ma dovevo farlo.
Mi avviai verso il letto, ma
poco dopo mi fermai.
Non ci riuscivo. Non riuscivo
a svegliarli.
Venni presa da due braccia e
sobbalzi.
Sentii una risata soffocata
dietro le mie spalle.
-Scusa, non volevo
spaventarti. – sussurrò cercando di trattenere le risa Edo.
-Niente.- dissi ancora con il
fiato corto.
-Che stai facendo?- mi
sussurrò all’orecchio.
-Non riesco a svegliarli.
Sono così carini che non voglio rovinare tutto.
-Mi spiace, ma o lo fai tu
con le buone o lo faccio io con le cattive.
Mi girai a guardarlo non
riuscendo a capire che cosa volesse dire.
Poi mi girai a guardare di
nuovo i due piccioncini.
-No, non ci riesco mi
dispiace.- ammisi con le lacrime agli occhi.
-Ok, va bene. Ci penso io.-
sciolse la presa da me e lo vidi
dirigersi verso le tende.
-Sveglia. Dormiglioni. È l’ora
di svegliarsi e di cominciare a prepararsi. Oggi è il fatidico grande giorno.
Mio fratello si sposa e tu, caro Simo, sei uno dei testimoni. – andò verso il
lenzuolo e scoprì Simo- su, avanti. Alzati. Lo sai che sei peggio delle donne a
prepararti.
-Mmmmm.- vidi Simo stringere
ancora di più Ila.
-Dai, su dormiglione. – disse
Edo andando a muoverlo un po’.
-Ma dai, lascialo stare.- lo
ammonii io.
-Deve svegliarsi. Se no, non
ce la faremo mai ad essere pronti. Siamo in sei persone che devono fare la doccia
e prepararsi. Siamo tre uomini e tre donne….
-E ci sono tre bagni. Mi
spieghi cosa vuoi da rompere le palle?- Ila lo interruppe con la sua bellissima
voce assonnata.
-Concordo con la mia
ragazza.- disse Simo con una voce estremamente sexy. Strabuzzai gli occhi per
lo stupore della voce bassa, roca e profonda. Hai capito Simo che voce.
Ary, calmati. È solo la sua voce quando è da poco sveglio.
Che vuoi che sia?
-Dai, ragazzi. Dobbiamo
prepararci.- ma cosa aveva Edo quella mattina che rompeva così tanto?
-Mi spieghi cos’hai?- gli
chiesi stupendo anche me stessa.
-Perché?- mi domandò lui
girandosi incredulo, non aspettandosi la mia domanda.
-Perché continui a rompere a
tutti. Rilassati. Sembra che ti debba sposare tu. È tuo fratello che si sposa
vorrei ricordartelo e non tu. Quindi stai tranquillo e lasciali dormire.
Intanto ci prepariamo noi, poi loro si arrangeranno. Sono grandi abbastanza e
di certo non sto qua a lavarli e a cambiarli.- era la prima volta che
rispondevo così ad Edo. Ci rimase un po’ male, ma sapevo di avere ragione e lo
sapeva anche lui. Per la prima volta
nella mia vita avevo detto qualcosa nel momento stesso in cui l’avevo pensato.
Non era mai successo ed in un certo senso mi sentivo fiera di me stessa,
dall’altra parte mi sentivo una merda perché avevo trattato male Edo.
-Ok, va bene. Dormite, ma
quando saremo in ritardo non arrabbiatevi se vi facciamo fare tutto di corsa.
-Ok, ora Edo, puoi andare
fuori dalle palle?- Simo era ancora assonnato o forse faceva finta per godersi
qualche altro minuti abbracciato alla Ila.
-Si, me ne vado. A dopo.
Io ed Edo uscimmo dalla
camera chiudendo la porta.
-Scusa per averti
richiamato.- ammisi mentre entravamo nella nostra camera.
-No, hai ragione. Sono
agitato come se il matrimonio dovesse essere mio, quando in realtà non lo è.
Non so che cosa mi sta succedendo. Se sto così per il matrimonio di mio
fratello, figuriamoci per il mio. – fece una piccola risata nervosa.
Edo. Sposato. Sarebbe stato
un marito adorabile ed un padre perfetto. E non appena immaginai Edo sposato,
lo vedevo in parte a me. Era mio marito ed io sua moglie. Come se stesse
succedendo davvero mi trovai davanti le immagini di me vestita da sposa mano
nella mano con Edo vestito da sposo. Era il giorno delle mie nozze ed io ero la
donna più felice della mia vita. Poi mi vidi con figli, che avevano preso le
migliori qualità di Edo.
-Ary? Stai bene?- vidi solo
in quel momento Edo che sventolava la mano davanti al mio viso.
-Si, scusa. Mi sono solo
incantata.- era davvero un bellissimo sogno, ma sto davvero pensando troppo in
grande e decisamente troppo in là. Non pensavo assolutamente che Edo sarebbe
stato l’uomo che mi avrebbe sopportato tutta la vita, anche se a volte ci
pensavo a quel poveretto che avrebbe dovuto sopportarmi nella buona e nella
cattiva sorte, non pensavo minimamente ad Edo.
-Vado a farmi una doccia. –
mi disse dandomi un bacio a stampo sulle labbra.
-Ok.
Lo vidi entrare nel bagno e
chiudere la porta.
Non l’aveva chiusa a chiave,
il che voleva dire che sarei potuta entrare in qualsiasi momento, ma decisi di
non farlo.
Mi persi di nuovo nel mio
piccolo sogno ad occhi aperti, finché non sentii bussare alla porta.
-Avanti.- dissi cercando di
riprendermi. Mi sentivo davvero in un pessimo stato e mi sentivo davvero pessima
a fantasticare su di un mio possibile matrimonio con Edo. Non aveva senso.
-Non disturbo niente, vero?-
vidi sbucare la Ila dalla porta.
-No, tranquilla. Edo è sotto
la doccia.- le sorrisi.
-Allora, com’è stato dormire
insieme per la prima volta?- mi chiese.
-Be, bello. Decisamente
piacevole. Scusa per averti fatto svegliare così. Io non volevo svegliarvi
eravate così carini, ma Edo è arrivato e ha rovinato tutto.- mi dispiaceva
davvero. Sapevo quanto alla Ila piacesse dormire. Lo adorava. Lei ed il letto
erano una cosa sola.
-No, tranquilla. Fa niente.
tanto prima o poi dovevamo svegliarci no? – disse sorridendo.
-Si, lo so. Ma tu magari
volevi dormire.- mi guardò male.
-Penso che Simo avesse messo
la sveglia, quindi col cazzo che avrei dormito. – mi misi a ridere.
La Ila odiava le sveglie
perché erano quello strumento che bloccavano il suo sonno sul più bello e la
cosa la irritava e la rendeva acida tutto il giorno.
-Senti, non ridere. Per
fortuna siete arrivati voi. Non avrei mai sopportato di essere svegliata da una
sveglia di domenica mattina, in estate. Non l’avrei mai accettato. Quindi devo
ringraziarti. – mi sorrise – senti e se venissi in camera di Simo e ci
cambiassimo insieme? Almeno parliamo un po’. Gli uomini si cambiano qui. Così
loro si parlano insieme. Avranno qualcosa da raccontarsi, immagino. Come lo
abbiamo noi.
-Ok, va bene.
Presi la mia roba e andai in
camera di Simo.
Era ancora bellamente sul
letto.
La Ila andò là e gli si
sdraiò sulla schiena. Mi sembrava di essere il terzo incomodo, anche se mi
faceva tanta tenerezza vederli.
-Simo. Vai fuori dalle palle?
Dovremmo cambiarci.- disse lei con la sua poca finezza.
-Amore, se ti togli dalla mia
schiena, vado, anche se la cosa non mi dispiace. Se la cosa fa piacere anche a
te, puoi rimanere lì. – sbaglio o l’aveva chiamata Amore? Non era mai successo.
L’aveva sempre chiamata per nome o con qualche nomignolo strano.
-Non mi da assolutamente
fastidio, ma conoscendo te e conoscendo soprattutto me, so che ci mettiamo una
vita a prepararci e non vorrei far incazzare Edo, quindi, vorrei che uscissi
dal letto e andassi da Edo. Ti fai una bella doccia, parli di ieri sera ad Edo
e poi vi preparate. Passate un po’ di mattinata tra uomini.- scese dalla sua
schiena.
-Ok, ma sia chiaro che vado
contro la mia volontà. – disse uscendo dal letto e fermandosi davanti alla Ila.
-Ok, ne sono consapevole.- la
baciò. – ora vai fuori dalle palle.
-è così che dimostri il tuo
amore per me? Mi butti fuori da camera mia?- disse ironico lui.
-Vai via. – lo intimò la Ila
ridendo.
-Sisi. Vado. Vado. – Simo
uscì chiudendosi la porta dietro alle spalle.
-Allora, cos’è successo
stanotte?- le chiesi ripensando al piccolo teatrino che avevo appena visto.
-Niente. perché?- la vidi
distogliere lo sguardo.
-Perché c’è qualcosa di
strano tra voi due, qualcosa di diverso. Qualcosa che vi rende ancora più
teneri.
-Mi ha detto di amarmi.-
rispose tutto d’un fiato.
-Co-cosa?- ero incredula.
Aveva detto di amarla. Le aveva detto di amarla.
-Mi ha detto di amarmi.
-Waaaaaaaaaaaaaaa. E quando
una persona dice di amarti ti rende così…così…così…
-Così come?- non riuscivo a
trovare un aggettivo che la descrivesse. Era diversa. Sembrava più luminosa,
aveva qualcosa di diverso che la rendeva diverso dal solito.
-Non riesco a trovare una
parola che ti descriva. Quanto vorrei che me lo avesse detto anche a me.-
effettivamente, se dovevamo guardare i tempi di sviluppo della relazione io ed
Edo eravamo insieme da più tempo e non mi aveva ancora detto ti amo, mentre Ila
e Simo si erano messi insieme da qualche mese e già lui aveva detto di amarla.
Si,lo so. Ognuno ha i suoi
tempi per esternare i propri sentimenti, ma quanto ci metteva? A volte
invidiavo la Ila, aveva un ragazzo più spontaneo e diretto, che molte volte
agiva d’istinto. Quanto mi sarebbe piaciuto averlo anche a me.
Non mi capivo. Non riuscivo a
capire come non riuscissi a rendermi conto di quanto Edo fosse fantastico, che
anche lui aveva i suoi difetti e che non era di certo un dio o qualcosa del
genere. Anche lui faceva errori ed aveva difetti.
Passammo un’oretta a farci la
doccia e a prepararci. Eravamo in accappatoio che doveva metterci i vestiti per
la cerimonia.
Effettivamente, andare ad un
matrimonio metteva una certa agitazione anche a me. Chissà come mai.
Ero in bagno che mi stavo
infilando i miei jeans nuovi strappati leggermente sul davanti. La Ila si stava
infilando i suoi jeans a sigaretta neri. Quando qualche giorno prima eravamo
andate a fare shopping avevamo optato per cose casual, semplice, ma al tempo
stesso eleganti.
Indossai la mia magliettina
blu e mi guardai allo specchio.
L’insieme era carino.
Decisamente non eccessivo, ma elegante e casual. Andava benissimo. Era
decisamente qualcosa che potevo permettermi.
Venne in parte a me la Ila
con i suoi jeans neri ed una maglietta della stessa colore con uno scollo a V
sul davanti un po’ profondo.
Stavamo davvero bene.
Ci truccammo leggermente con
un po’ di matita nera e di mascara.
Uscimmo dal bagno e guardammo
l’orologio.
Sentimmo bussare alla porta.
-Chi è?- chiese la Ila come
se la camera fosse sua.
-Ragazze, noi saremmo pronti
per partire. Vi aspettiamo giù.- era Simo. ok, eravamo pronte e dovevamo
andare. Stava per cominciare ufficialmente la giornata più lunga della mia
vita.
-Pronta?- mi chiese la Ila
guardandomi.
-Non ne sono molto sicura.-
ammisi sincera.
La Ila si mise le sue scarpe
12 con il tacco e si avviò alla porta con passo deciso e tutt’altro che
traballante.
-Non sono sicura di essere
capace di camminare con quei cosi.- dissi indicando le mie scarpe tacco 10 lì a
pochi metri di distanza da me.
-Sei andata in giro per casa
con le scarpe da quando le hai comprate?
-Si.
-Benissimo. Allora non
preoccuparti. Ti faranno male i piedi dopo un po’, ma è assolutamente normale.
Decisi di arrampicarmi su
quei trampoli.
Mi ero quasi abituata
all’altezza che avevo in più, ma mi sentivo ancora un po’ goffa e impacciata.
-Dai, andiamo.
La Ila mi prese sotto braccio
ed uscimmo dalla stanza.
Ci incamminammo verso le
scale, dove ci fermammo per fare scena.
Quattro occhi erano puntati
su di noi, ma gli unici che riuscivo a vedere erano quelli di Edo.
Che mi guardavamo come se non
mi avessero mai visto, non immaginavo che reazione avrebbe avuto se avessi
messo un vestitino.
Poi lo notai meglio: era fasciato
in un completo nero, camicia bianca e cravatta nera, all’occhiello una rosa
rossa. Era assolutamente perfetto. Era ancora più bello in quel completo. In
quel momento capii cosa intendesse la Ila quando diceva che i ragazzi in giacca
e cravatta hanno il loro fascino. Eccome, se hanno il loro fascino. Sono dei
fighi pazzeschi.
Scendemmo lentamente le
scale, mentre continuavo a godermi quella visione celestiale.
Edo POV
Erano dieci minuti che io ero
pronto e non ce la facevo più ad aspettare. Sapevo che qualcosa sarebbe andato
storto e saremmo arrivati in ritardo.
Non riuscivo a capire perché
fossi così agitato. Non dovevo sposarmi io, ma mio fratello e a me sembrava il
contrario.
Avevo una strana sensazione,
che sarebbe successo qualcosa.
Speravo davvero che fosse
solo una stupida sensazione dettata dalla mia stupida agitazione, ma, nella mia
vita avevo imparato, mai sottovalutare le sensazioni, a volte hanno ragione. Ed
infatti, quello stesso giorno più tardi l’avrei capito.
Ero davanti alla porta che mi
stavo agitando perché le ragazze non arrivavano più. Non riuscivo a stare
fermo.
Mi tranquillizzai leggermente
solo quando cominciai a sentire i tacchi avvicinarsi verso di noi, finché…
Eccola lì, in cima alle
scale, vestita in modo semplice, con dei jeans che le rendevano giustizia e che
la rendevano ancora più bella.
Mi persi ad ammirarla per non
so quanto tempo, assaporando ogni suo movimento, ogni scalino che scendeva
lentamente.
Con quei tacchi arrivava con
la fronte alla mia bocca, giusto per poter sentire il suo profumo.
Finalmente salimmo in
macchina e partimmo in direzione Verona.
Verona. Romeo &
Giulietta. Quale posto migliore per celebrare un matrimonio? Non c’era niente
di meglio, secondo mio fratello e la sua futura moglie. Non mi sembrava niente
di originale, come invece lo definivano loro. Ma era il loro di matrimonio ed
io non volevo intromettermi.
Ero in macchina con Simo, Ila
e la mia piccolina. Stavano ridendo e scherzando. Io, invece, ero seduto al mio
posto agitato.
Non sapevo perché lo fossi o
forse lo sapevo, ma non riuscivo a capirlo.
Ero agitato da morire e c’era
quella strana sensazione che albergava su di me da quando mi ero svegliato e
questo non migliorava la situazione.
-Tutto bene?- mi chiese la
mia piccola toccandomi la mano e riportandomi alla realtà.
-Potrebbe andare meglio. –
ammisi facendo un sorriso tirato ed agitato.
-Dai Edo. Sembra che il quasi
novello sposo sia tu. Calmati. Tranquillizzati.
Respira.- mi disse Simo cominciando a ridere e guardandomi dallo
specchietto retrovisore.
-Senti, tu guarda la strada e
non pensare a me.- sibilai tra i denti. Mi stavano girando le balle. Non lo
sopportavo quando si comportava così e il fatto che fossi agitato non
migliorava la situazione.
-Ooooooooooooo. Siamo nervosetti
eh. – mi prendeva in giro.
-Senti, Simo piantala. –
stavo per scoppiare. Ribollivo dalla rabbia e non andava bene.
-Oh, dai Edo. Non dirmi che
ti stai incazzando. Tranquillo. Respira. Sto scherzando. Ma vederti così, mi fa
ridere.- cominciò a ridere.
-Hai rotto il cazzo, Simo.-
lo urlai facendolo ammutolire immediatamente. Non avevo mai alzato la voce,
difficilmente mi arrabbiavo e non avevo mai realmente litigato con Simo. Non
che stessimo litigando in questo momento, ma se andava avanti così ci arrivavamo
vicini. Stava rompendo e lo avevo urlato.
Ero agitato, nervoso e
l’unica cosa che avrei voluto fare era urlare. Volevo anche che quella
bruttissima sensazione che avevo se ne andasse a fare un giro da un’altra
parte e andasse a rompere a qualcun
altro. Bastavo io a rendermi nervoso.
Per l’agitazione e non so per
cos’altro. Ansimavo.
Il battito del mio cuore era
accelerato. Ansimavo.
Non mi capivo.
Simo mi guardava preoccupato
dallo specchietto retrovisore. La mia piccola in parte a me mi guardava come se
non mi avesse mai visto prima. La Ila dal canto suo, sembrava indifferente alla
cosa o forse mi capiva più di quello che voleva far trasparire.
Nessuno parlava. Non girava
nemmeno una mosca nell’abitacolo e l’unico rumore che si sentiva, era il mio
respiro troppo affannoso.
-Vuoi che ferma la macchina?-
mi chiese Simo tranquillo e,per la prima volta dall’inizio del viaggio, in modo
serio.
-Si, grazie. – risposi a
fatica a casa del mio fiatone inaspettato e ingiustificato.
Pochi minuti dopo Simo fermò
la macchina nel parcheggio di un Autogrill.
Scesi dalla macchina, cercai
di respirare a fondo e di calmarmi, ma ottenni l’esatto contrario. Cominciai a
camminare agitato.
Simo scese dalla macchina.
-Andiamo a prendere qualcosa
da bere, Ary.- si rivolse alla mia ragazza e non capivo per quale motivo. Li
vidi allontanarsi ed entrare nell’autogrill.
Poco dopo sentii una portiera
chiudersi.
Sentivo che qualcuno mi stava
osservando.
Mi girai verso questa
presenza e mi trovai davanti la Ila che mi guardava. Non decifravo quello
sguardo. Non riuscii a capire in che modo mi guardasse. So solo che vedendola,
mi resi conto di essermi leggermente tranquillizzato. Perché la Ila aveva
quello strano sguardo che rassicurava le persone?
Non credevo a Simo quando
diceva che solo guardandola ti saresti tranquillizzato, pensavo che succedesse
solo a lui perché era innamorato di lei. Invece non era così. Aveva il potere
di tranquillizzare chiunque. Non sapevo come facesse, ma la ringraziavo.
-Tutto bene?- mi chiese poi
con un sorriso sincero.
-Adesso si. Grazie. – cercai
di farle un sorriso sincero, ma l’unica cosa che mi uscì fu un sorriso falso e
tirato.
-E di cosa scusa?- sembrava
sorpresa del mio ringraziamento.
-Per avermi calmato. – perché
mi sentivo leggermente in imbarazzo ad ammetterlo?
-Io non ho fatto niente.- mi
disse, guardandomi come stessi dicendo la cretina più grossa al mondo.- Ma mi
spieghi cos’hai oggi? Voglio saperlo sinceramente e non dirmi niente.- assunse
quel tono di rimprovero che sentivo fare solo da mia mamma ogni tanto. Era da
un sacco di tempo che non lo sentivo più. Risi.
-Sembri tanto mia mamma con
quella voce.- continuai a ridere con lei che mi guardava come per dire “Ti
conviene smetterla, sembri un cretino” e forse lo ero davvero – Comunque, sono
solo un po’ agitato ed in più ho…- mi bloccai. Mi credeva già un cretino e non
volevo peggiorare le cose dicendole che avevo una brutta sensazione che mi
metteva ancora più in agitazione.
-In più hai che cosa?- mi
chiese indagatrice.
-Ecco…io…- cominciai a
grattarmi la testa imbarazzato.
-Non dirmi che ti senti in
imbarazzo con me. Avanti. Cos’hai?- mi sorrise.
-Ecco…Ho una strana
sensazione che mi agita ancora di più.- il sorriso sulle sue labbra, scomparve.
Assunse un’aria seria e adulta. Non che sembrasse una bambina quando non era
seria, ma sembrava ancora più adulta di quello che sembrava già. Chissà se Simo
se n’era mai accorto.
-Ti capisco.- mi stupii a
sentire quelle parole. –Anche a me a volte capita. Ed è bruttissimo sentire
quell’enorme peso sulle spalle che non ti abbandona finché non succede qualcosa
e ti liberi. È frustante. Non puoi farci niente. Devi solo aspettare che quello
che debba accadere, accada.- la guardai stupito. Mi capiva. Mi capiva. Aveva
ragione. Avevo un enorme peso sulle spalle che non voleva andarsene.
Capendo che non potevo fare
altro che sopportare quella sensazione, cominciai a prepararmi psicologicamente
per il peggio.
-Sai cosa devi fare? Devi
cercare di non pensarci. Di goderti la giornata. Non vorrai rovinare il matrimonio
a tuo fratello Davide, vero?- era ovvio che non avrei mai voluto rovinare il
matrimonio a mio fratello, ma non volevo nemmeno passare la giornata facendo
finta di niente. Vedendo che non rispose, la Ila andò avanti.
-Guarda che più ci fai caso,
più è peggio. Tanto quello che deve succedere, succede. Non sai cosa debba
succedere e quindi non puoi fermarlo. Devi solo vivere la giornata. Fallo per
la Ary almeno. Non farti vedere così.- nel sentire il nome della mia piccolina
subito capii che dovevo fare qualcosa. Se lei mi avesse visto così, si sarebbe
preoccupata e le avrei rovinato la giornata. Non dovevo pensarci.
In quel momento sentii le
voci di Simo e la Ary che scendevano le scale e ci raggiungevano.
La mia piccola camminava sui tacchi
come se non avesse fatto altro da tutta la sua vita. Sorrisi.
Mi girai verso la Ila,
sorridendo.
-Grazie.- le dissi
abbracciando.
-E di cosa? Gli amici non
servono mica a questo?- mi rispose staccandosi da me, sorridendomi.
-Ehi ehi. Cosa stai succedendo
qui? Non è che adesso scopro che c’è una relazione segreta tra di voi vero?- ci
chiese quel cretino di Simo, mentre si avvicinava e mi guardava malissimo.
-Sei un cretino. Sai cosa
vuol dire, cretino? Basta che ti guardi allo specchio e vedi un cretino. Sapevi
benissimo che gli avrei parlato.- gli rispose la Ila. Quindi aveva
“organizzato” tutto. L’avevano fatto apposta allora ad andare a prendere
qualcosa all’autogrill.
In quel momento, ringrazia
ancora di più la Ila mentalmente. Ero felice che il mio migliore amico avesse
trovato una ragazza come lei. Era diversa dalle sue solite scappatelle. Era
seria, matura, nonostante la sua giovane età e, cosa molto importante, sapeva
tenergli testa. Lui ne era innamorato perso, penso che avrebbe fatto di tutto
per quella ragazza pur di renderla felice.
Salimmo in macchina e
percorremmo quei pochi chilometri che ci separavano dalla città di Romeo &
Giulietta.
Arrivammo davanti alla chiesa
con largo anticipo.
Simo parcheggiò la macchina e
noi scendemmo avviandoci verso la chiesa.
All’entrata c’erano gli amici
delle superiori di mio fratello, che forse non vedeva da una vita, ma che aveva
invitato al suo matrimonio solo perché loro avevano invitato lui.
-Edo, Simo. come state?-
disse uno dei due dandoci la mano.
-Bene, ragazzi e voi? Le
moglie come stanno?- chiese Simo educato.
-Troppo incinte.- disse
l’altro indicando le moglie poco dietro di loro che parlavano con delle altre
invitate.
Ridemmo.
-E voi? Sempre i soliti
sbandati?- chiese il primo.
-Sempre i soliti? Dovrei dire
solito sbandato e lo sai bene. – precisai io ridendo. Sapevano benissimo anche
loro della reputazione di Simo.
-Hai ragione. Dimentico
sempre che tu esci con lui, ma sei il completo opposto.- mi rispose. – Allora,
sempre il solito sbandato?- chiese rivolgendosi a Simo.
-No, per la verità no.- la
faccia dell’uomo era tutto un programma. Il sorriso sulle labbra era svanito
sostituito da una faccia molto stupida ed incredula.
-Stai scherzando?- gli chiese
l’uomo non riuscendo a capire se fosse uno scherzo o meno.
-No, per la verità no. Questa
è la mia ragazza, Ila.- disse prendendo per la vita la Ila.
-Mi stai prendendo in giro,
vero?è un’attrice? Una spogliarellista di ieri sera. Una prostituta.- cominciò
a ridere il tipo.
Questo era davvero fuori di
testa, ma sapevo quanto fosse difficile credere al fatto che Simo avesse la
ragazza.
Simo strinse i pugni, ma
prima che potesse aprire bocca, ci pensò la Ila.
-Senta. Della spogliarellista
o della prostituta, glielo dà a qualcun altro chiaro? Non a me. Non ci
conosciamo nemmeno e mi ha subito dato della facile. Crede che Simo sia
talmente coglione e senza palle da presentarsi con una prostituta o un’attrice
per non essere da solo? Conoscendolo ne avrebbe sicuramente trovata una tra le
invitate da portarsi a letto, non serviva di certo un’attrice o, peggio, una
prostituta.- aveva completamente zittito l’uomo. Io ridevo sotto i baffi.
-Quindi, tu sei davvero la
sua ragazza?- gli chiese l’uomo ancora incredulo.
-Si. Ma non si aspetti che mi
presenti. Può andare anche a fare in culo.- si sfilò dalla presa di Simo e se
ne andò. A passo spedito andando a prendere uno di quei fiori bianchi da
appendere alla macchina.
Non pensavo fosse così
permalosa o forse si era solo offesa.
-Che tipa. - disse l’altro
uomo. –Hai trovato una che sa tenerti testa è Simo?- chiese l’uomo divertito
continuando a guardare la Ila.
-Puoi dirlo forte.- l’uomo
rise.
-Scusa, Simo. Non pensavo
fosse davvero la tua ragazza. Sai non sono abituato a sentirlo dire. Anzi da
quando ti conosco non ti ho mai sentito presentare una ragazza, come la TUA.
Quindi pensavo fosse uno scherzo.- l’uomo era leggermente in imbarazzo.
-Non devi chiedere scusa a
me. Devi chiedere scusa a lei.- disse indicando la Ila che stava andando verso
la macchina.- non sono io quello che ti ha appena mandato a fare in culo.-
concluse ridendo.
Lo vidi andare a verso la sua
macchina.
-E quindi, questa deve essere
la tua di ragazza.- presuppose l’uomo che non aveva fatto nessuna figura di
merda.
-Esattamente. Questa è Ary,
la mia ragazza. – lei si avvicinò e strinse la mano ai due uomini.
-Quella è la tua amica?-
chiese l’uomo che ormai non sapeva più dove nascondersi, alla Ary.
-Si, è la mia migliore
amica.- ammise facendo un sorrisino di sfida. Non glielo avevo mai visto fare,
quant’era sexy?
Ci raggiunsero Simo e la Ila
che stavano avendo un piccolo battibecco, anche se lui rideva divertito.
-Dai, senti cosa ti deve dire
il signore.- disse divertito Simo.
-Non sono una bambina e non
trattarmi come se lo fossi, capito?- lo fulminò con lo sguardo la Ila, che
sembrava notevolmente alterata.
-Volevo chiederti scusa,
pensavo davvero che fosse uno scherzo. Sai non è da tutto i giorni sentirsi
presentare una ragazza come la ragazza di Simo. è un evento strano.- l’uomo rise,
cercando di nascondere l’imbarazzo.
-Ne sono consapevole.-
rispose la Ila ridendo. Ed anche in quel caso il sorriso della Ila
tranquillizzò l’uomo. –e poi scusa, Simo. L’hai chiamato signore, ma avrà due
anni in più di te. Allora anche tu sei un signore? Oddio, sono insieme ad un
vecchio.- tutti scoppiarono a ridere.
-Simpatica, guarda. Non sono
mica un pedofilo.- rispose lui.
-In teoria lo sei eccome.- gli rispose lei
andandosene prendendo sotto braccio la mia piccola.
I due uomini rimasero scioccati
da quell’ultima frase.
-S-sc-scusa ma quanti anni ha
la tua ragazza?- chiesero in cori i due.
-17. Non proprio pedofilo
dai. Gli manca un anno alla maggiore età e poi non ci ho ancora fatto niente.-
ecco. Quella era la frase che scioccò definitivamente i due uomini.
-Vuoi dire che non te la sei
ancora portata al letto?
-No. Non l’ho ancora fatto e
non ho intenzione di farlo finché lei non vorrà.- No. Avevo sbagliato. Quella
era la frase che scioccò definitivamente i due.
-Non dirmi che è ancora
vergine.- Simo annuì –Oddio, che fine ha fatto il vecchio Simo?
-Se né andato.- rispose lui
serio.
-Allora, il prossimo a
sposarsi sarai tu.- dissero i due uomini.
Sentimmo una risata alle
nostre spalle e ci girammo.
-Ma nemmeno per sogno, non ho
la minima intenzione di passare il resto della mia vita con questo cretino.-
disse la Ila andando ad abbracciare Simo.
Salutammo i due amici di mio
fratello e ci decidemmo ad entrare in chiesa.
-Quante persone si
scioccheranno quando mi presenterai come la tua ragazza? No, perché voglio
prepararmi psicologicamente dal sentirmi dare della prostituta.- chiese la Ila
ridendo.
-Parecchie.- rispose Simo
abbracciandola.
Ci dirigemmo verso l’altare,
abbracciati alle nostre ragazze.
Ed eccolo lì, mio fratello
vestito come un perfetto pinguino, come tutti noi del resto.
Era girato di spalle e non ci
vedeva finché non si girò.
Il suo sorriso si spense non
appena ci vide avvicinarsi con delle ragazze abbracciate a noi.
-Ho le allucinazioni o mio
fratello e il suo migliore amico hanno portato delle ragazze? Ma che bello
fratellino hai la ragazza. Tu Simo dove l’hai trovata? In qualche night club. –
la Ila scoppiò a ridere e Simo la seguì poco dopo.
-Mi sa che a fine giornata ci
avrò fatto l’abitudine.- disse continuando a ridere.
-Ci avrai fatto l’abitudine a
cosa?- le chiese mio fratello.
-A sentirmi dare della
prostituta. Potrei farci l’abitudine.- continuò ridendo.
-Non ti azzardare nemmeno.-
l’ammonì Simo.
-Sto scherzando.- la Ila
stava letteralmente morendo.
Mio fratello assisteva alla
scena con gli occhi sbarrati.
-Piacere sono Ila, la ragazza
di Simo.- disse lei porgendo la mano a mio fratello che rimase a guardare la
sua mano tesa per poi stringerla.
-Sicura che lui lo sappia?-
chiese mio fratello ridendo.
-Non lo so. Non ne sono tanto
sicura. A volte mi chiama Laura e non riesco a capire perché. Anzi, non sono
nemmeno sicura che lui sia il mio ragazzo. L’altra sera ho preso un colpo alla
testa e non mi ricordo neanche chi sono.- mio fratello scoppiò a ridere.
-E tu invece sei la ragazza
di mio fratello.- presuppose. – Piacere Davide.
-Piacere Arianna.- si
strinsero la mano e la mia piccola sorrise leggermente.
-Quindi, vi siete sistemati.-
disse sospirando mio fratello.
-Vorrei ricordarti che tu ti
stai per sposare.- lo informò la Ila.
-Non ricordarmelo.- disse mio
fratello abbassando gli occhi.
-Non vuoi più sposarti?-
chiese la Ila scioccata.
-Certo che voglio sposarmi,
io la amo. – si sedette sugli scalini – ma ho paura di non essere all’altezza
di fare il marito.
-Sai che non è possibile
vero?- gli disse la Ila sedendosi in parte a lui.
-Hai ragione. Non è possibile
che non sarai un buon marito.- disse la mia piccolina andandosi a sedere vicino
a mio fratello, dalla parte opposta rispetto alla Ila.
-Si, sarò un cattivissimo
marito. Non ne sono capace.- disse mettendo il viso tra le mani. Non avevo mai
visto mio fratello così e sinceramente vedere che venisse consolato dalle
nostre ragazze, mi faceva quasi venire da piangere. Ma non l’avrei mai fatto.
Era tenera come scena.
-Sai che nessuno nasce
sapendo fare le cose? Le impara con il tempo. Anche tu da piccolo non sapevi
camminare, eppure eccoti qua.- mio fratello la guardò.
-Non sapevi nemmeno cosa
fosse l’amore finché non hai incontrato la tua futura moglie, eppure hai imparato
a capire cosa fosse e, di conseguenza, a comportarti in maniera differente da
quello che facevi prima.- si girò a
guardare la Ary.
-Si, impara a fare qualsiasi
cosa. Se la ami che problemi ti fai? Anche lei non sarà la moglie perfetta,
anche lei non saprà fare la moglie. Ma spiegami cosa cambia dal convivere
all’essere sposati. Niente. Solo il fatto che hai una fede al dito e hai altri
compiti in più. Non cambia molto. Sei la stessa persona. Lei è la stessa
persona.- la Ila sorrise. Sia la Ary che la Ila lasciarono un bacio sulla
guancia a Davide ed andarono a sedere in parte alla Bea e ad Ale che le
abbracciarono e la baciarono.
Mio fratello si alzò dai
gradini e guardò insieme a noi le nostre due ragazze che salutavano i genitori
di Simo.
-L’hai già presentata ai tuoi
genitori?- chiese mio fratello a Simo.
-Ha conosciuto mia mamma
ancora quando ero in coma. Mio papà qualche giorno dopo. Quando li ha
conosciuti io non c’ero mai. La prima volta dormivo, la seconda ero nel mio
letto che non potevo muovermi.- Davide rise.
-è in gamba. È davvero molto
carina. È diversa dalle tue solite. Bella scelta.- gli diede una pacca sulle
spalle.
-Io non ho scelto proprio
nessuno. È lei che ha scelto me.- ammise Simo.
-Da quand’è che non ti fai
una sana scopata tu?- gli chiese mio fratello. Simo strabuzzò gli occhi.
-Siamo in una chiesa Davide.-
lo riprese.
-Non cambiare discorso e
rispondi.
-Sinceramente non ricordo.-
Simo cominciò a pensare.
-Da quanto Simo.
-Metà- fine gennaio.- rispose
dopo un po’ di minuti.
Mio fratello sorrise.
-Sei innamorato cotto di lei,
lo sai vero?
-Ovvio.
-E tu fratellino? Anche la
tua non è male. Completamente diversa dall’altra, ma hanno qualcosa che le
lega. – si fermò a pensare.
-Sono migliore amiche.-
rispondemmo in coro io e Simo.
-Ecco. Legame affettivo che
le lega. Sono molte legate. Ho captato un legame forte.- scoppiammo a ridere.
-E da quand’è che capti tu?-
chiesi io divertito.
-Ho scoperto di avere poteri
sovrannaturali.- rispose lui serio.
-Nel cervello hai problemi
mentali è diverso.- disse ridendo Simo.- Dai, mettiamoci a posto che deve
cominciare la cerimonia.
Seguii la cerimonia passo per
passo.
Guardai la sposa che era
raggiante, ma, al tempo stesso, nervosa.
Mio fratello, al contrario di
lei, era tranquillo.
Quando la guardava vedo amore
incondizionato ed era ora che mio fratello decidesse di sposarsi.
Finita la cerimonia ci
trasferimmo al ristorante.
Ed era lì che avrei
incontrato la persona che mi avrebbe stravolto la giornata.
Lo so, lo so. Lo so. Sono in
ritardo. -.- Di nuovo. Ma la mia settimana è stata allucinante, sia la scorsa
che questa ed è solo adesso che riesco a postare il capitolo. Non so davvero
come farmi scusare, ma vi prometto che vi farò un regalino magari entro fine
settimana se fate le brave xD
Allora, eccovi la prima parte
del matrimonio. Come vi ho già accennato l’altra volta questo
capitolo è abbastanza tranquillo, a parte gli attacchi di panico di Edo, ma è
abbastanza tranquillo. Molto leggero e spero di avervi strappato un sorriso
ogni tanto. =)
Tutti sono tranquilli,
ridono e scherzano, ma Edo è inquieto. Ha come la sensazione che succederà
qualcosa. Ma cosa succederà? Vi ho sempre detto che ha questo matrimonio
sarebbe successo qualcosa, ma cosa? Fatemi sapere le vostre ipotesi, voglio
vedere se qualcuno ci arriva. XD
Comunque,
ringrazio le ragazze che hanno aggiunto la storia tra le seguite, le preferite
e le ricordate. Ringrazio anche quelle che mi hanno messo come autrice
preferita.
Vi ricordo il
blog per lo spoiler =)
Stasera sono di poche parole, ma voglio assolutamente postare per farvi leggere il capitolo. Non voglio farvi aspettare ancora. =)
Stasera sono di poche parole, ma voglio assolutamente postare per farvi leggere il capitolo. Non voglio farvi aspettare ancora. =)
Rispondo alle
vostre recensioni:
Lua93: Gemeeeee, è la seconda volta (o terza? Non ricordo) che
rispondo ad una tua recensione da quando tu non ci sei =( Quando torni? Effettivamente
metà del tuo viaggio se né già andato e non ti sei ancora degnata di farti
sentire. =( cattiva. Va be, lasciamo stare la tua essenza e rispondo al tuo
fringuello, anche se non so quando lo leggerai. =)
È sì, la nostra
Ila è stata scottata troppe volte e adesso ha paura anche solo ad avvicinarsi
un metro a quella fiamma (assomiglia a qualcuno XD)
Non vedo l’ora di
risentirti, Geme. Davvero =)
Un bacione. Ti
voglio bene. ^_^
CrisAngels: Ciao! È inutile, devo di nuovo chiedere
scusa per il ritardo *me si inginocchia e chiede perdono* =( Lo prometto, entro
fine settimana mi farò perdonare postando subito l’altro capitolo =)
Finalmente
davvero. Anch’io mentre scrivevo la storia non stavo più nella pelle di
scrivere di quei due che si dicevano “Ti amo”, ma ci hanno messo il loro tempo
*_* Teneri*_*
Scusa ancora per il ritardo, spero che il capitolo ti sia piaciuto. Un bacione ^_^
Scusa ancora per il ritardo, spero che il capitolo ti sia piaciuto. Un bacione ^_^
effe_95: Ciao! Scusa, scusa, scusa. Come ho già
detto, entro fine settimana mi farò perdonare e posterò un altro capitolo. Lo giuro.
=)
Me lo chiedo anch’io
perché al mondo non esistano ragazzi
come Simo, ma non so rispondermi. =)
Scusa le poche parole, ma sono davvero molto di fretta. Mi rendo conto di essere in ritardassimo. >.< Un bacione. ^_^
Scusa le poche parole, ma sono davvero molto di fretta. Mi rendo conto di essere in ritardassimo. >.< Un bacione. ^_^
TheDreamerMagic: Ciao! Be, a te non devo farle le scuse perché
sei quella che ha aspettato di meno XD quindi tralascio.
Non so come fai a
dimenticarti, questo puoi saperlo solo tu XD Non so se posso perdonarti questa
volta, davvero. non lo so.
Eh sì, lo so.
Sono crudele, ma ho dovute fermare tutto. Era tutto troppo presto e non mi
sembrava il caso di accelerare le cose, poi mi sembrava l’atmosfera giusta per
far dire a Simo che ama Ila, quindi, non mi sono lasciata scappare l’occasione
di scriverlo XD
Per tua fortuna
il capitolo che rovinerà tutto è il prossimo, ma come ho detto, lo posterò
entro fine settimana per farmi perdonare del ritardo. xD Tanto sono sicura che
recensirai anche questo in ritardo e che leggerai tutti e due i capitoli
insieme. =)
Un bacione. ^_^
Alla prossima
ragazze ^_^