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Autore: Agente_speciale_Jessi    10/11/2010    6 recensioni
E' la prima storia che pubblico. Accetto volentieri i commenti e le critiche costruttive. Questa storia parla di un confronto tra Tony e Ziva.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ehii scusatemi se aggiorno solo ora. Questi giorni sono stati infernali. Non riuscivo a scrivere niente, mi sentivo vuota e questo mi ha distrutto. Solo ora sono riuscita a buttar giù questo capitolo che, devo dire, fa un po’ pena. Lo pubblico lo stesso perché è la prima cosa che scrivo dopo questi giorni “bui” e sono “contenta” per questo. Magari, significa che ritornerò a scrivere, non dico bene, ma almeno come prima. Scusate se vi ho fatto aspettare e se vi ho deluso. Un bacio e un abbraccio forte forte da Jessi..
 
Ps. Grazie a Slurmina, roxy_xyz e BiEsSe <3 . Scusatemi per tutto ma soprattutto GRAZIE, di tutto.
 
Quando avevano lasciato l’ufficio Tony e Ziva si diressero verso il parcheggio, discutendo se cambiarsi o meno prima di andare a cena.
Ziva insisteva per passare a casa e indossare qualcosa di più adatto al ristorante in cui Tony voleva portarla.
-Sei perfetta così.. – continuava a risponderle lui finché, come sempre, non si arrese.  Decisero di prendere la macchina di Tony.
Mentre si dirigevano verso casa di Ziva, rimasero, per la maggior parte del tempo, in silenzio. Ziva si incantò a guardare Tony guidare e canticchiare una canzone che stava trasmettendo la radio. Era stonato e, questo, la faceva ridere. Quando lui sene accorse, cominciò a cantare più forte. Gli piaceva vederla ridere. Improvvisamente smise di cantare e allungò la mano destra verso di lei, per accarezzarle il viso.
-Sai, credo che funzionerà. – disse.
-Cosa Tony? Di certo, non tu come cantante. – rispose.
-Io e te. Noi. Funzioneremo, e anche molto bene. Ti farò arrabbiare, ma non più di quanto non faccia ora. E, penso, che anche tu mi farai arrabbiare. Ma ogni volta mi ricorderò quanto amo il tuo sorriso. So che sarò infantile e stupido e che tu sarai sempre migliore di me. Che litigheremo e che faremo pace dopo poco. So che ti preparerò il caffè e che ti stringerò accanto a me ogni sera. Del resto non so altro. Tranne che non ti farò, mai, piangere. Questo telo prometto. – affermò.
Ziva sentì il cuore battere talmente forte che le sarebbe potuto scoppiare il petto. Si avvicinò a lui e gli diede un bacio, sulla guancia.
Poco dopo, arrivarono. Ziva scese dall’auto.
-Ehi Zi..passo anche io a cambiarmi. Ti vengo a prendere tra poco. Non fare tardi. – disse.
Lei gli fece solo un cenno con la testa e salì nel suo appartamento. Andò subito verso l’armadio. Preso un vestito nero e se lo infilò. Indossò un paio di scarpe con il tacco e degli orecchini. Andò in bagno a truccarsi. Aveva lasciato i capelli sciolti, come piacevano a Tony. Quando fu pronta si sedette sul divano a aspettare ma non passarono neanche cinque minuti ch sentì il citofono bussare. Tony voleva solo dirle che l’aspettava giù.
Quando scese, lo vide poggiato sulla macchina. Indossava un pantalone nero e una semplice camicia bianca. I capelli erano un po’ spettinati e i suoi occhi verdi riuscivano ancora, come da quattro anni, a confonderla.
Lui sorrise. La bloccò prima che salisse in macchina e la baciò. Dolcemente.
Riusciva, persino, a sentire i brividi ogni qual volta Ziva gli stava accanto e a sentirsi vuoto ogni volta che lei non c’era.
Salirono, poi, in macchina e si diressero al ristorante.
Appena arrivati il proprietario andò incontro a Tony.
-E così è lei? – domandò curioso.
-Si. – rispose.
Ziva li guardò con sospetto ma non chiese nulla.
Tony aveva prenotato il tavolo al centro della sala. Fece accomodare Ziva, prima di sedersi.
Il proprietario si allontanò per lasciarli decidere. Appena furono pronti ordinarono.
-Tony, perché ti ha fatto quella domanda prima? – gli domandò Ziva, riferendosi al proprietario.
- No niente. E’ solo che venivo molto spesso qui, una volta. Il proprietario è un vecchio amico di mio padre. E, l’ultima volta, gli parlai di te. Dissi che un giorno ti avrei portata. Ed eccoci qui. – rispose senza guardarla.
Lei sorrise. Dopo cominciarono a parlare di cose stupide e a prendersi in giro, come sempre.
Ziva pensò che, forse, Tony aveva ragione. Erano sempre loro, solo che adesso non dovevano fingere di non provare niente. Perché si amavano ed era troppo tardi per tornare indietro.
-Ah mi ero dimenticato di dirti una cosa. – disse Tony.
-Sei bellissima. – aggiunse.
-Grazie. –
La serata trascorse veloce tra una risata per qualche stupida battuta di Tony e qualche bacio. Si erano persino scambiati i pezzi di dolce, come se fosse la cosa più naturale del mondo, per loro.
Ziva aveva una mano poggiata sul tavolo e ci volle poco prima che Tony intrecciasse le loro dita.
Doveva sentirla. Aveva bisogno di avere le dita fredde e affusolate di lei tra le sue, decise e calde.
-Balliamo. – disse.
Ziva lo guardò torva. Ma cedette appena lui sfoderò il suo fantastico sorriso che le toglieva sempre il fiato.
Molti sguardi, nella sala, si puntarono su di loro. Non c’era la musica finché, una ragazza, vedendoli, si avvicinò al pianoforte del ristorante e incominciò a suonare. Tony e Ziva sorrisero, guardandosi negli occhi.
Quando finirono di ballare, decisero di tornare a casa, così ringraziarono la ragazza e Tony andò a pagare il conto.
Il proprietario li salutò calorosamente.
In macchina continuarono a ridere, un po’ per tutto e un po’ per niente. Cantarono qualche canzone e parlarono di tante cose.
-Era tutto perfetto stasera, Tony. Ti amo. – gli disse con molta naturalezza.
Lui spalancò un po’ gli occhi. Non sel’aspettava. La prima e ultima volta che gliel’aveva detto scappò via.
-Non scapperai questa volta, vero? –
Lei non rispose.
-Ehi. – riprese.
-Si? –
-Scapperai? –
- No. –
- Bene. Perché ti amo anche io. – disse.
Quando arrivarono all’appartamento di Ziva, Tony la accompagnò sopra.
Lei si tolse subito quei tacchi che la stavano uccidendo. Non era proprio abituata a portarli.
Lui sogghignò e la prese per un braccio. Portò una sua mano sul volto di lei e la baciò a fior di labbra.
Poi, portò quella stessa mano tra i capelli di Ziva e approfondì il bacio. Fu romantico e passionale. E anche sexy.
Ziva Sali sulle punte dei piedi finché lui non la prese in braccio, portando le gambe di lei attorno ai suoi fianchi.
Andarono in camera da letto e fecero l’amore. Erano perfetti insieme. Tutto era al posto giusto quella sera e avrebbe potuto esserlo per sempre.
 
 
Il mattino seguente, quando Tony si svegliò, ebbe un po’ di paura. Pensò che se avesse aperto gli occhi sarebbe svanito tutto oppure lei non ci sarebbe stata. Fece un respiro profondo e quando li aprì, la vide.
Era lì, perfetta. Dormiva.
I suoi capelli ricci le incorniciavano il viso. Era tutto reale. Non era un sogno.
Ce l’aveva fatta. Aveva accanto a sé l’univa donna che amava veramente e non sentiva nient’altro che il bisogno di lei, sempre.
Rimase un po’ a guardarla, poi si alzò a preparare il caffè. Voleva farle quella sorpresa che le aveva promesso.
Ziva si svegliò poco dopo. Quando non lo vide ebbe un attimo di esitazione. Era possibile che sene fosse andato?
Non sapeva che pensare, finché non si accorse, con conseguente sollievo, che l’odore del caffè inondava la casa. Si alzò e si infilò la camicia di Tony addosso.
Lo vide armeggiare in cucina. Indossava solo i boxer. Era a petto nudo e i capelli erano spettinati come piacevano a lei.
Senza far rumore, gli arrivò da dietro.
Si alzò sulle punte e gli baciò il collo. Lui si girò e lei rimase incantata dai suoi occhi. Quella mattina erano più belli. Ma, infondo, quella mattina era tutto più bello. Infondo si era svegliata accanto a l’unico uomo che desiderava e che si era accorta di amare. Lui si chinò per baciarla. Sorrisero.
-Sai che giorno è oggi? – le domandò.
Lei si girò per vedere il calendario ma lui l’anticipò.
-E’ sabato e ciò significa che abbiamo il weekend da passare insieme. –
Lei non disse niente. Era felice. Lo era anche lui. Si baciarono ancora.
-Ti porto al parco, amore mio. – disse Tony.
Ziva sorrise. Lo baciò di nuovo, a fior di labbra con le braccia intorno al suo collo e quelle di lui che la stringevano per i fianchi.
-Amo il parco. – affermò Ziva
-Io amo te. – rispose lui.
Erano bellissimi insieme. Erano felici, erano innamorati, dolci e passionali.
Erano tutto ciò di sempre. Eppure quando lo erano insieme c’era qualcosa di magico. Un legame che andava oltre tutto. Entrambi avevano i proprio cuori fuori dal petto, nelle mani dell’altro.
  
  
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