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Autore: kannuki    11/11/2010    3 recensioni
Caroline Forbes. Eterna seconda, maniaca del controllo, zero autostima. Aveva provato a cacciare coniglietti o gattini ma tutto il suo essere aborriva far del male a dei cuccioli innocenti. Caroline che sogna di legare Damon al paraurti posteriore della sua auto e trascinarlo per tutta Mystic Falls. Quanto le costava bussare a quella porta, ben sapendo che Katherine l'avrebbe uccisa se si fosse avvicinata a Damon. Anche se lui era uno stronzo, il suo sangue era la cosa più buona che avesse mai assaggiato.
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Katherine Pierce
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pardon Me, But Your Teeth Are in My Neck'
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Per i lettori: la storia finisce al capitolo 19. Lo so che molti di voi vorranno uccidermi, ma ho deciso per un drastico taglio e cambio di 'immagine' dei protagonisti... buona lettura!


Se c'era una cosa che quel secolo offriva, era la moda da urlo, pensò afferrando tre buste di carta in cui alloggiavano tre vestiti per cui aveva speso un occhio della testa. Beh, non erano proprio soldi suoi. Li aveva 'trovati' qua e la durante la sua lunghissima vita. Un'altra cosa a cui non rinunciava era il cellulare. Adorava la tecnologia. Katherine scostò una ciocca arrotolata dal viso e sorrise smagliante.

Il cellulare di Damon ronzò inascoltato in una tasca della giacca di pelle. Katherine sorrise di più e si accorse di aver dimenticato la scarpe che si abbinavano all'abitino succinto che aveva acquistato per festeggiare la riuscita del suo piano.

Guarda guarda...”

Katherine spostò lo sguardo dalla vetrina alla bellissima donna accanto a se. “Dio, come sei invecchiata!”

Touchè, puttana.” Eileen la fissò da capo a piedi, un po' disgustata. “I tuoi gusti in fatto di vestiti sono molto cambiati...”

E' il secolo. Adeguati” rispose adocchiando la cappa con cappuccio che indossava. “Fa tanto vecchia signora del castello...”

Dove si nasconde Damon Salvatore?”

Katherine alzò le spalle e tornò a guardare la vetrina. “Starà leccandosi la nuova ferita in solitudine” mormorò e allargò gli occhi di fronte un paio di tronchetti neri da sera che riscuotevano tutta la sua approvazione. “Poverino, è stato scaricato...”

Neppure per un secondo Eileen credette alle sue parole. Il sole stava tramontando e la cappa magica che aveva usato per difendersi dai raggi solari aveva quasi esaurito l'effetto. “Non penso proprio” mormorò osservando le sue reazioni. Katherine la guardò per un istante.

Il sole calò del tutto e la vampira si disfò della cappa.

Katherine li vide comparire un po' alla volta. Strinse i pacchetti nella mano sinistra e inclinò la testa, ironica. “Vuoi scontrarti con me?”

Tu sai chi vincerebbe” rispose avvicinandosi a lenti passi “ho trecentocinquantadue anni, amore mio. Sono più forte di te.”

Lo credi davvero?” sibilò e il bracciò scattò verso la gola. Eileen le fermò la mano e torse il polso, si chinò su di lei fino a sussurrarle all'orecchio “guarda chi c'è, puttana.”

Katherine vide solo un paio di stivali neri di pelle che si avvicinavano sempre di più. “Louis...”

Lady Katherine” mormorò con un cenno del capo. “Gli anni l'hanno resa più bella...”

Direi lo stesso di te, se la vecchietta mi lasciasse andare!” sibilò con un certo fastidio. Eileen la lasciò all'istante e Katherine barcollò sui tacchi, aggiustando capelli e vestito lungo i fianchi. Girò gli occhi su Louis e ingoiò.

Petrova” bisbigliò il vampiro afferrandola alla gola e schiantandola contro la parete.

Katherine afferrò il polso dell'uomo con entrambe le mani e sudò freddo e paura. “Da molto tempo non mi chiamavano così...”

Louis le strappò il ciondolo protettivo dal collo, ferendo la pelle candida. “Ora portaci da Damon Salvatore. O il tuo sangue scorrerà lungo la parete e ne nutrirà la terra...”

***

Quel letto era il luogo più accogliente e soffice che l'avesse mai ospitata. Era caldo, confortevole e lui profumava di buono, di sesso, di peccato mortale. Sarebbe stato tutto perfetto, se fosse riuscita a smettere di ridacchiare per il nervosismo e l'imbarazzo. “Scusa...” singhiozzò “è più forte di me...” si portò le mani alla bocca e strangolò un'altra risatina.

Damon si appoggiò su un gomito e la guardò. Era adorabile, ma stava per ucciderla. Quando intercettò il suo sguardo irriverente, scosse la testa e Caroline soffocò le risa nel cuscino. Si schiarì la voce e asciugò gli occhi con un dito “puoi dirlo, sono pessima...”

Ma no...” concesse sdraiandosi comodamente accanto a lei “sei fortunata. Sono coriaceo, non mi scoraggio tanto facilmente”

Non sto cercando di scoraggiarti... ma è troppo assurdo...”

Damon la guardò interessato “cosa è assurdo?”

Caroline li indicò a turno, sventolando il dito indice fra loro “noi! Noi che facciamo sesso!”

Damon sollevò le sopracciglia e annuì “e si... è assurdo...” si sollevò a sedere e si avvicinò a Caroline che ingoiò la saliva e lo guardò battendo le palpebre. Aveva gli occhi luminosi con un scintilla di felicità sul fondo. Le accarezzò il viso e la baciò, facendole tirare indietro la testa. Caroline cercò di non ridere ma finì riversa sulla schiena mordendosi un paio di dita per contenere l'ilarità.

Sto per azzannarti” la minacciò a bassa voce “sul serio...”

Caroline non diede segno di averlo udito.

Peggio per te...”

Caroline smise di ridere nel momento stesso in cui cominciò a morderla leggermente sullo stomaco abbassandosi verso... ehi! Caroline sussurrò e si tirò indietro “non mordere...”

Damon le scoccò un'occhiata penetrante e sorrise malizioso. Il suo desiderio lo stava soffocando. La mordicchiò lungo il ventre, fino all'interno della coscia sinistra. Ora aveva smesso di ridere del tutto. Il piacere la stordì in un istante, allungò la mano e gli accarezzò i capelli. Senza rendersene conto, aprì di più le gambe e Damon l'azzannò facendola urlare per la sorpresa, il piacere e il dolore. Il desiderio schizzò verso il cervello come una freccia al bersaglio e Caroline tremò da capo a piedi, cadendo riversa sulla schiena. Il piacere continuava a crescere, lasciandola sbigottita. Si poteva arrivare più in alto di così? Damon aveva spostato il punto del suo interesse altrove e l'aveva ammutolita. Riusciva solo a gemere e a fissare il vuoto. Non le sembrava più ridicola, la situazione. Si aggrappò alle lenzuola stropicciate sotto di lei e chiuse gli occhi. Bisbigliò fra i denti e il suo amante annuì dopo averle lanciato un breve sguardo. A Caroline parve di gridare ma non ne era sicura. Non sentiva la sua voce. Non riusciva più a pensare. Non riusciva neppure a toccarlo. Non vedeva più nulla, percepiva il movimento, il suo respiro che cresceva. Damon l'abbracciò e la tirò contro di se. Il piacere le corse lungo la colonna vertebrale, si spanse fino alla punta delle dita e le bruciò il cervello. Nel momento stesso in cui pensò di partecipare almeno in parte all'atto – per dargli l'idea che anche lei sapeva fare qualcosa, a letto - Damon le portò le braccia sopra la testa e Caroline cominciò a cadere...

***

Con Damon fuori dai piedi, Stefan Salvatore aveva la casa libera e aveva organizzato un romantico incontro con Elena. Sembrava che anche Caroline fosse scomparsa e quello convalidava la sua idea. Aveva giocato la carta del rapimento. Non capitava di sovente. A dire il vero, quella era la prima volta che Damon si lasciava coinvolgere così a fondo da una donna che non fosse Katherine. La novità piaceva a Stefan, ma quando suonò il campanello e dovette interrompere il suo brindisi con Elena, sbuffò contrariato.

La prima cosa che vide quando aprì la porta, fu la copia riccioluta della fidanzata. Il corpo di Katherine fu sospinto avanti, i sacchetti dei vestiti caddero a terra e la sala si riempì di stranieri che non erano benvenuti. Elena si aggrappò alla testiera del divano e guardò ad occhi spalancati la scena.

Non aiutarmi, ti prego” borbottò ironica rimettendosi in piedi con tutta la dignità possibile. “Ah, ci sei pure tu. La mia copia.”

Che sta succedendo?” domandò con un sorrisetto ignorando l'acidità che aveva riversato su Elena.

Ciao, piccolo.” Eileen emerse dal fondo e passeggiò fino al vampiro, non curandosi di Katherine. Spostò lo sguardo su Elena e sgranò gli occhi.

Eileen” mormorò ponendosi fra lei ed Elena. “Sei sul mio territorio...”

Il tuo territorio coincide con quello di Damon Salvatore.”

Purtroppo” ammise e restò immobile “cosa ha fatto stavolta?”

Chi è quella donna e perché è così simile alla puttana?”

Che linguaggio poco signorile...” sussurrò Katherine sedendosi sul divano accanto ad Elena. La guardò dall'alto in basso e accavallò le gambe. “Devi dimagrire, carina...”

Cosa ha fatto Damon?” domandò la ragazza prendendo le distanze “Stefan...”

Il vampiro alzò le mani e osservò gli altri intrusi nella stanza. “Per favore, di ai tuoi uomini di restare fuori.”

Sei sempre stato il più ragionevole fra i due” mormorò una voce bassa che gli fece accapponare la pelle.

Elena spostò lo sguardo sul nuovo arrivato e arrossì fino alla radice dei capelli. Non molto più alto di Stefan, occhi e capelli neri. Carnagione troppo scura per essere americano, lineamenti ruvidi ma eleganti. Elena pensò ad una serie di aggettivi che non si sarebbe mai sognata di pronunciare ad alta voce.

Stai sbavando” sussurrò Katherine di fronte l'espressione rapita di Elena.

Per forza...”

E' un Antico, porta rispetto” sibilò e accavallò l'altra gamba. “E' davvero bravo a letto.”

Tre teste si voltarono verso Katherine che con molta nonchalance rimirò le unghie e scostò i capelli dall'orecchio.

Non voglio sapere altro” mormorò la ragazza alzandosi e arrivando alle spalle di Stefan.

Milady” mormorò inchinandosi rispettoso “la somiglianza è impressionante”. Le baciò la mano ed Elena la ritirò quasi subito, tornando a nascondersi quasi dietro il proprio ragazzo. Lo vide inchinarsi a sua volta in una sorta di saluto d'altri tempi. Fissò lo sguardo sulla donna mora che la scrutava e si sentì di troppo. “Cos'è un Antico?” domandò rompendo il silenzio nella stanza.

Louis si raddrizzò e socchiuse le palpebre. “Un Antico è un vampiro che cammina sulla terra da molti secoli. E' in grado di sostenere la vista del sole ed è dotato di una forza senza uguali...”

E che ragiona col pisello come tutti gli altri uomini” sussurrò Katherine al nulla. “Oh, scusate. L'ho detto ad alta voce?”

Katherine, ti prego...” Stefan rabbrividì di fronte la sfrontatezza della donna.

Louis?” azzardò Elena uscendo dalla protezione del vampiro. “Caroline mi ha parlato di lei...”

Lady Caroline è un donna sfortunata” disse paralizzandole le parole “ha affidato il proprio cuore nelle mani di un manigoldo ed è destinata a vedere il suo amore perire.”

Damon è un idiota ma tiene molto a Caroline” sbottò avvicinandosi senza paura “l'hai aiutato a fuggire, perché ora lo cerca per ucciderlo?”

Quel figlio di puttana ha incendiato la mia abitazione!” esclamò Eileen che era rimasta buona fino a quel momento “e l'ha fatto di giorno, quando non potevamo difenderci!”

Elena impallidì e guardò Stefan rimasto come lei senza parole. “Impossibile, non può aver fatto nulla del genere...”

Lo sentiremo dalla sua viva voce” rispose Louis guardandolo fisso negli occhi “dov'è?”

***

L'anello girò nel dito di Caroline mentre infilava la mano sotto il cuscino. Sentiva una gran calma dentro di se come tutte le voci del mondo si fossero zittite e il risentimento che provava fosse volato via. Non aveva una sola traccia di rabbia o rancore in corpo. Se analizzava le precedenti esperienze, non riusciva a fare paragoni. Damon le piaceva molto più di quel che pensava. Era sgarbato non aver ricambiato il suo 'ti amo'? Si sdraiò sulla pancia e fissò l'armadio semiaperto. Caroline non capiva molto bene cosa provava per lui. Il desiderio di averlo era ancora pulsante e appena ne avesse avuto le forze, gli avrebbe fatto rimpiangere l'apertura del vado di Pandora. Il suo amante l'accarezzò lungo la schiena, scivolò col braccio oltre la vita e si fermò sul ventre. Caroline chiuse gli occhi con piacere e quando la baciò sulla tempia e sulla guancia, gli afferrò il bicipite e lo tenne stretto contro di se. Era finita troppo presto per colpa sua. Si era accesa come un fiammifero ed era bruciata in un istante. Era davvero una pessima amante. “Quei vestiti di chi sono?”

Una cugina di nome Annabelle. Morì la notte delle nozze” sussurrò rimestando nella memoria “aveva diciassette anni, una carrozza l'ha investita mentre tornavano dalla festa nuziale...”

Poverina. Lei non aveva potuto provare quell'esperienza appena vissuta. Caroline si raggomitolò contro di lui. “Pensavo ad una ex...”

Non sono poi così tante...”

Caroline lo guardò di traverso, lo vide ridacchiare fra se “intendevo, quelle ancora in vita...”

Hanno avuto un incidente?”

Se vogliamo chiamare la Morte un incidente...” mormorò e la guardò “quando sei umano, la tua vita tende a finire.”

Caroline sporse il labbro inferiore e si accucciò contro di lui. “Non sono imbranata, a letto. Posso aver dato l'impressione, ma se mi ci metto divento una tigre.”

Damon ribattè che le donne non sono mai imbranate a letto, ma che se ne avesse incontrato una non ci sarebbe stato alcun problema, anzi: sarebbe stata una delizia scioglierla delle sue inibizioni.

Un discorso che non faceva pieghe da nessuna parte, pensò lanciandogli un breve sguardo. Sembrava completamente a suo agio. “Detto da te, posso solo che fidarmi...” borbottò e nascose la testa sotto il cuscino che le venne strappato di mano un secondo dopo.

Caroline lo guardò imbarazzata. Forse era stata pesante adducendo alle sue molte donne. Ma Damon non la guardava con intenzioni bellicose, anzi. L'accarezzò lungo la guancia e una scintilla gli passò negli occhi. La baciò di nuovo con una passione che Caroline non riusciva a sostenere, costringendola ad abbandonarsi sotto di lui. “Troppo aspra...” sussurrò mordicchiandole le labbra con le proprie. “Devi scioglierti un altro po'...”

Caroline trattenne il respiro e sentì il sangue infiammarsi mentre la accarezzava. Si rese conto che non reggeva più la parte della brava ragazza. Era stanca del suo ruolo nella storia. Per una volta, si concesse di chiedere.

Caroline Forbes non immaginava che Damon Salvatore fosse così tenero. Così bisognoso d'amore. Come lei. Così terribilmente dolce, mentre la riduceva ad uno stato pietoso, schiava del suo corpo e del desiderio. Non aveva intenzione di smettere finché non avesse chiarito ciò che provava per lei – l'aveva capito benissimo la prima volta, ma come si dice, repetita iuvant - ma al terzo scontro, chiese una tregua che le concesse a malincuore. Non era abituata a tutte quelle emozioni. Aveva completamente dimenticato che esisteva un mondo circostante il letto. Aveva scordato Katherine, le sue minacce, i vampiri di New Orleans e tutto il resto. Aveva cominciato a pensare di poter passare l'eternità così, almeno finché non si era addormentata di colpo, fra le braccia del suo amante, ancora sconcertato dalla passionalità repressa di Caroline che sembrava non raggiungere mai il culmine. Era una salita difficoltosa, piena di curve e non se ne vedeva la fine. Damon aveva pensato ad una razione extra di sangue mentre Caroline gemeva in preda al piacere, completamente assoggettata del suo volere. Sarebbe andato a caccia, quando fosse stato in grado di alzarsi dal letto. Qualora ci fosse riuscito, pensò dondolando la testa da un lato e addormentandosi per l'eccessiva stanchezza.

***

Non sappiamo dove sia, in questo momento...” mormorò tentando si nascondere Elena dietro di se. “Non lo vediamo da due giorni.”

E' con Caroline” rispose Elena aggirandolo.

Louis la fissò e la ragazza si trovò costretta a sostenere quello sguardo cupo il più a lungo possibile. “Penso sia con lei. Caroline l'ha lasciato appena tornato da New Orleans...”

Caroline era molto spaventata e Damon ha passato un intero giorno a compiangere se stesso” concluse Stefan conciliante. Volse lo sguardo su Eileen e accennò un sorta di scusa “non è molto in se da quando...”

... da quando Caroline è diventata una vampira” insistette Elena sudando da capo a piedi “è cambiato.”

Bah!” esclamò la voce annoiata di Katherine “Damon non cambia. Resta il solito moccioso viziato che non si ferma finché non ha ottenuto ciò che vuole.”

Stefan sbuffò scuotendo la testa “pensiamo sia con Caroline... e che stai cercando di perorare la sua causa...”

Tzè!”

Elena rivolse un'occhiata a Katherine e aggrottò la fronte, seccata. Eileen le rivolse uno sguardo di compiacimento. “La tua amica lo ama molto” mormorò “ma ciò non cambia il fatto che Damon sia responsabile dell'incendio!”

La minaccia che ha pronunciato non lascia dubbi.”

Damon non minaccia, si vendica e basta” rispose Stefan alle strette “dovremmo aspettare che torni per avere spiegazioni.”

E se non torna?” sussurrò Elena fra i denti “che facciamo?”

Va a casa” rispose voltandosi verso di lei “non centri nulla, in tutto questo.”

Lei resta” rispose Eileen comparendo alle sua spalle “e anche lei” ridacchiò in direzione di Katherine che sbuffò e si versò un bicchiere di vino.



  
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