Le rendez-vous près la Tamise
<< È Notte.
Lungo le sponde del Tamigi tutto intorno
a me è ricoperto di nebbia, eppure corro, continuo a correre
quasi con disperazione. La inseguo,
nel vano tentativo di raggiungerla.
Eppure per quanto mi sforzi non riesco a toccarla. Proprio quando sono sul punto di afferlarla, lei
svanisce e io non posso fare altro che inginocchiarmi,
sfinito, sull’asfalto. >>
Bip...Bip...Bip...
Shikamaru
Nara si svegliò di soprassalto, sudato e con il
fiatone a causa della sveglia che suonava incessante. Di nuovo aveva fatto quell’incubo. Era oramai un po’di tempo che continuava ogni notte a fare lo stesso sogno
e proprio non ne poteva più; perché non riusciva a capire chi fosse quella figura
senza un’identità precisa che ogni notte lui rincorreva. L’unica cosa di cui
era certo era che quella figura fosse quella di una
donna con lunghi capelli biondi. L’uomo a quel punto decise
sbuffando di alzarsi per farsi una doccia e prepararsi per il lavoro.
Londra
era una città trafficata, principalmente nella City, dove coloro che vi
lavoravano camminavano per il quartiere rigorosamente in giacca e cravatta, con
la loro immancabile valigetta in mano, e tra questi c’era anche Shikamaru. Se fosse stato per lui però
avrebbe continuato ad indossare un paio di calzoni ed una maglietta. A volte,
infatti, il ragazzo rimpiangeva la sua terra natia, la Scozia, e principalmente
il piccolo villaggio in cui era nato e cresciuto. Dopo una giornata di lavoro,
tornato finalmente all’ appartamento nel quale viveva,
situato vicino a Victoria Park, trovò nella segreteria telefonica 2 messaggi.
Il
primo era della madre: < Shikamaru
Nara! Razza di figlio degenere! È troppo per te
chiamare di tanto in tanto a casa? Non ti fai mai sentire! Insomma Shikamaru chiama! >
<
Tzs > disse il ragazzo alzando gli occhi al
cielo. Mentre stava per accendersi l’ennesima sigaretta della giornata, la voce
della persona che aveva lasciato il secondo messaggio iniziò a parlare e il ragazzo
rimase per un attimo
fermo, come se fosse immobilizzato.
<
Ciao Shika! Sono Ino ... Volevo dirti che la prossima settimana verrò a Londra,
quindi tu ti farai trovare all’aeroporto per venirmi ad aiutare. E non fare
storie, misogino che non sei altro, questa è la tua punizione perché non ti fai
mai sentire. Mi raccomando devi essere puntuale all’aeroporto, non voglio
aspettare! Baci >
<
Tzs, seccatura > disse accendendosi la tanto agognata
sigaretta, ma il suo sguardo non poté non andare al vaso di fiori tenuto sul
tavolo di fronte, quelle erano delle viole del pensiero.
< Ino > disse Shikamaru
mentre osservava la bambina in mezzo a un prato pieno di fiori
< Shikamaru Ciao! > disse la bambina girandosi
< Cosa
diavolo stai facendo? > disse lui alzando un sopracciglio. Lei
non rispose, semplicemente si alzò spolverandosi il vestitino che indossava,
mentre in mano teneva un piccolo mazzo di fiori.
< Sto
raccogliendo dei fiori per la mia mamma ti piacciono? > disse avvicinandosi all’amico.
< Mhm > fu la sua risposta
Lei sorrise
e sporgendosi in avanti in modo da arrivare molto vicino al bambino disse, prendendo un fiore dal mazzo per darglielo, < Questo per te >
Il bambino
arrossì furiosamente e poi chiese < Che fiore è? >
< Una
viola del pensiero Shika > disse lei sorridendo per poi
allontanarsi e chiedergli
<
Andiamo? > lui
la fissò, poi osservò il fiore e rispose < Tzs, arrivo
seccatura > però in realtà pensò che
lei era la più bella seccatura della sua vita.
<< È Notte.
Lungo le sponde del Tamigi tutto intorno a me è ricoperto di nebbia, eppure
corro, continuo a correre quasi con disperazione. La inseguo, nel vano tentativo di
raggiungerla. Eppure per quanto mi sforzi non riesco a toccarla. Proprio quando sono sul punto di afferlarla, lei svanisce e io non posso fare altro che inginocchiarmi, sfinito,
sull’asfalto. >>
Shikamaru
si sveglio di soprassalto non riusciva a capire come potesse fare lo stesso
sogno ogni notte, in continuazione. Eppure era quasi sicuro che quella figura
fosse in qualche modo a lui famigliare. Improvvisamente fu riscosso dai propri
pensieri, a causa del cellulare che iniziò a suonare con insistenza. Shikamaru senza neanche guardare chi fosse il mittente
rispose <
Pronto? >
<
Shikamaru Nara! Si può sapere dove diavolo sei finito? > urlò una voce dall’altro capo del telefono.
Il ragazzo sentendo quelle parole, si girò spaventato verso la sveglia; che
stava sul comodino e segnava serafica le 7.00 del mattino. “ Merda, si è fermata la sveglia “ pensò il ragazzo che
però rispose prontamente, con fare annoiato < Ciao anche a te Ino
>
<
Ciao? Ciao un corno! Dove sei Shikamaru? >
<
Dove vuoi che sia Yamanaka? In macchina ovvio >
<
E perché sei ancora in macchina? > continuò lei seccata
<
Mendosuke Ino …c’è coda
> disse lui
cercando di utilizzare il tono più annoiato che gli usciva, sperando in qualche
modo di riuscire a farla franca.
<
Ah … ok! Scusa Shika > rispose lei raddolcita
<
Mhm … credo di essere li tra
poco, di vediamo dopo >
<
Ok va bene a dopo > e nel preciso istante in cui la
chiamata terminò il ragazzo si fiondò giù dal letto e indossò velocemente i
vestiti; diretto verso l’uscita del suo appartamento.
Doveva
fare presto o lei lo avrebbe ucciso, di questo ne era
certo.
Quando
Shikamaru Nara finalmente
entrò all’interno dell’ aeroporto di Heathrow, iniziò
a cercare la donna fra la moltitudine di persone li presenti. Finalmente la
vide in lontananza con i lunghi capelli biondi e un cappotto viola, seduta una
seggiola con attorno una moltitudine di valige, tutte rigorosamente
viola. A quella vista il ragazzo non poté non sorridere lievemente; Ino anche a distanza di anni rimaneva sempre la stessa.
Avvicinandosi
alla ragazza disse <
Ino > lei
sentendosi chiamare alzò lo sguardo e riconoscendolo si alzò di scatto dalla
sedia. Poi puntandogli un dito contro esclamò < Nara!
Non c’era nessuna coda vero? > < Mhm >
questa fu la sola risposta dell’uomo;
che si aspettò una sfuriata della donna, che però non avvenne.
<
Bene … allora visto che mi hai mentito, ora porti tu
tutte le valige > disse lei iniziando
a camminare a passo spedito verso l’uscita dall’aeroporto. Lui la osservò e con
suo sconcerto trovò che era molto dimagrita
dall’ultima volta che l’aveva vista. Che stesse facendo una delle sue solite
diete salutistiche? Tzs … eppure non ne aveva
bisogno, ma sarebbe stato comunque inutile dirglielo perché lei si sarebbe
arrabbiata. Infondo fin da quando lui ricordava Ino era sempre stata così. E le sue fissazioni erano
persino peggiorate quando era diventata, a scuola, una cheerleader.
Però nonostante Ino fosse la ragazza più popolare
della scuola, insieme a Sakura ed a Sakuse Uchiha il più popolare giocatore
di football, lei non aveva dimenticato i suoi amici di infanzia: lui Shikamaru ,che era il classico nerd, e Cho. Anzi, la cosa
bella di Ino era che lei era spontanea in tutto
quello che faceva, e non le importava se tutti la vedessero in giro con loro e
che quindi questo potesse rovinare la sua reputazione. < Ti muovi? > con queste parole la donna, richiamò
l’attenzione di Shikamaru che rimasto fermo, sbuffò,
per poi prendere una per una la montagna di valige che Ino
gli aveva lasciato. Mentre iniziava a seguirla si
domandò perché alle donne servisse così tanta roba.
< Shikamaru…dai vieni! > disse una giovane ragazza dai lunghi
capelli biondi rivolgendosi al suo amico; coricato sotto un albero all’ombra con
le mani dietro alla testa.
< … >
< Shikamaru Nara! Non osare
ignorarmi! > disse
Ino alzando la voce e mettendosi le mani sui fianchi.
Sentendo quel tono di voce il ragazzo aprì un occhio, e poi disse < Non rompere
>
< Non
rompere? Come osi? Muoviti vieni con me! >
< Vacci
da sola Ino >
< No!
Voglio che vieni anche tu! >
<
Scordatelo! > disse
per poi chiudere, nuovamente, l’occhio.
Sentendo
poi, un improvviso silenzio Shikamaru lentamente lo
riaprì e vide la giovane che si allontanava. Richiuse gli occhi e sbuffò. 10 minuti, solo 10 minuti e
l’avrebbe raggiunta.
Finalmente
dopo essere salito in macchina ed aver caricato tutte
la valige della donna, l’uomo poté dirigersi verso l’albergo dove Ino aveva deciso di alloggiare. Durante il viaggio lui
chiese con fare annoiato
< Come sta Sasuke ? >
<
S-sta bene grazie > rispose lei facendo un sorriso tirato.
Shikamaru
si girò verso Ino e la guardò alzando un
sopracciglio. “ Strano che lei non inizi
a tessere le lodi di suo marito “ questo fu l’unico pensiero dell’uomo.
Poi
lei improvvisamente, disse tutta entusiasta < Oh, questa canzone mi piace > e così facendo alzò il volume della radio al
massimo, iniziando a cantare la melodia ad alta voce.
Shikamaru
sbuffò, per poi alzare gli occhi al cielo < Tzs, seccatura
> poi però, mentre guardava la strada
Shikamaru Nara sorrise
lievemente. Si sarebbe prospettata una settimana molto lunga.
Passarono
un po’ di giorni ed improvvisamente la vita di Shikamaru era diventata frenetica. Ino
lo aveva già obbligato ad accompagnarla a fare shopping con lei.
Inutile
dire l’uomo era stato costretto ad portare una
moltitudine di pacchi e pacchetti per ore, tra le vie trafficate di Londra. E
la sera stessa lei gli aveva fatto promettere che sarebbero andanti a mangiare
fuori, in uno dei migliori ristoranti londinesi. Quando la cena fu terminata i due decisero di fare una passeggiata lungo una
strada che costeggiava le sponde del Tamigi; anche se faceva piuttosto freddo e
l’ambiente circostante era ricoperto da un lieve strato di nebbia. Ad un certo punto di comune accordo decisero di sedersi su
una panchina e tra di loro cadde il silenzio.
Ino,
infatti, continuò a fissare davanti a se, persa nei propri pensieri, mentre Shikamaru fumava una sigaretta. Poi all’improvviso la donna
disse < Shika a te non capita mai di voler tornare indietro nel
tempo? >
<
Mhm? > fu la risposta del ragazzo che iniziò a
fissarla.
<
Si, sai a volte mi capita di voler ritornare ad essere
quella ragazzina spensierata che passava le sue giornate con te che guardavi le
tue amate nuvole, io che parlavo a ruota libera e Cho che mangiava le sue
immancabili patatine. Insomma vorrei tornare a quei tempi in cui tutto sembrava
così semplice > dopo
una breve interruzione, Ino continuò dicendo < Bah forse sono solo una stupida sentimentale
> terminò lei sorridendo.
<
No, non lo sei > disse
lui che aveva rotto il suo mutismo, provocando un’espressione sorpresa nella
ragazza
<
A volte capita anche a me di pensarci … Ino non sei venuta a Londra per lavoro vero? >
Lei
a quelle parole sobbalzò, ma poi abbassò lo sguardo e disse < No …. Shika
devo dirti una cosa > < Mhm? > < Sto divorziando
da Sasuke … l’ho trovato a letto con Sakura > disse lei stringendo con la mano il tessuto
del vestito che indossava < Tzs ... non mi è mai piaciuto quel Sasuke
> disse lui per poi buttare la
sigaretta e andare a posare la sua mano su quella stretta a pugno di Ino < Già, me
l’hai sempre detto che non ti piaceva > disse lei guardandolo < Vedi? Io ho sempre ragione seccatura > < Ma piantala,
misogino dei miei stivali > disse lei
sorridendo. Poi però, ben presto il suo sorriso si trasformò in una smorfia di
sofferenza, mentre dai suoi occhi iniziarono a cadere, silenziosamente delle
lacrime. Shikamaru a quella reazione rispose
accarezzando la guancia della ragazza che ben presto si gettò tra le sue
braccia, piangendo tutte le lacrime che in quel tempo aveva
trattenuto. Finalmente con lui lei era riuscita a dare sfogo a quelle gocce
salate che provano a bagnarci dentro e che ferisco più di mille coltellate; il
più delle volte invisibili all’esterno perché si cerca di trattenerle.
< Shika >
< Mhm? >
< Devo
parlarti >
< Cosa vuoi seccatura? >
< Mi
sposo con Sasuke >
< Tzs … Auguri! >
Quando
Ino si svegliò rimase
disorientata, perché non riusciva a riconoscere il luogo in cui si trovava;
però ben presto prese coscienza di se quando si accorse di trovarsi coricata su
Shikamaru.
Improvvisamente
il viso della donna si colorò di rosso. Il suo primo istinto fu quello di alzarsi immediatamente ma però non volendo
rischiare di svegliare l’uomo, rimase così come si trovava. Ino
allora iniziò ad osservare il ragazzo ancora vestito
nell’abito da sera; fatta eccezione per la cravatta che era allentata e la
camicia un po’ aperta. La cosa che la sorprese maggiormente era che lei stava
bene li dove era ed in più poteva sentire l’odore di
muschio di Shikamaru che l’avvolgeva e la inebriava
totalmente. Ad un certo punto senti un rumore, seguito
da un forte sbadiglio. Segno che Shikamaru si stava
svegliando.
<
Buongiorno >
<
Waaa… ‘giorno > disse lui
<
Vado a preparare il caffè > e così dicendo la donna lentamente
scese dal divano per andare nella cucina; in modo da calmarsi e da sfuggire a
quei pensieri che aveva fatto su di lui. Dopo un po’ mentre Ino
era intenta a preparare la colazione la voce dell’uomo
la fece sobbalzare < E’ pronto? >
<
Oddio Shika mi hai fatto
prendere un colpo > disse lei
girandosi, ma rimase immobilizzata quando lo vide. Lui era appoggiato
all’entrata della cucina con solo addosso un paio di
pantaloni, mentre aveva il petto nudo e si asciugava i capelli con
l’asciugamano, segno che aveva appena fatto una doccia. A quella vista lei arrossì
furiosamente.
<
Che c’è? > domandò
lui confuso vedendo quella reazione <
Ino? > continuò alzando un sopracciglio, ma
visto che non otteneva alcuna risposta, anzi bensì la donna si era voltata
verso i fornelli, lui le si avvicinò e la obbligò a girarsi verso di lui.
<
Che c’è? > ripeté
lui la domanda che le aveva fatto prima.
<
Niente > disse
lei ancora imbarazzata mentre lo guardava. Lui in
risposta fece uno sguardo scettico.
<
Oh va bene! Nara copriti!> disse lei stizzita.
Lui
per un attimo rimase scioccato da quella affermazione,
poi sorridendo malizioso disse < Cos’è Yamanaka ti imbarazza vedermi così?
>
<
Si va bene! Hai dei problemi per questo? > continuò lei, sempre più rossa in
volto.
Lui
le sollevò il volto con la mano e poi disse < Che carina che sei Ino quando fai così > e poi senza aspettare la risposta della
ragazza la baciò. Quando si staccarono da quel bacio
la mente di Ino riuscì a formulare un solo pensiero < Perché? >
Lui
sorridendo disse solamente < Deve per forza esserci un motivo?
> Lei parve
pensarci un po’ su e Shikamaru era sicuro che
nell’arco di pochi minuti lei sarebbe fuggita da quella casa, lontano da lui e
da quello che aveva fatto. Però non aveva considerato che la persona di cui si trattava non era una semplice donna, ma qui si stava
parlando di Ino Yamanaka e niente con lei era
scontato. Quindi rimase piacevolmente sconvolto nel
momento in cui lei lo tirò verso di sé per baciarlo. Ben presto le parole tra
di loro non servirono più ed iniziò un’altra silenziosa
discussione; ma questa volta in camera da letto.
Così
passarono veloci le giornate accanto ad Ino. Era
strano eppure era come se finalmente dopo tanto tempo Shikamaru
stesse uscendo da quella sorta di torpore nel quale era caduto; come se
qualcuno avesse voluto, per forza, buttato i mezzo
alla nebbia. Questo era dovuto ad Ino,solo
lei riempiva con la sua presenza le sue giornate. Con lei che aveva lasciato
l’albergo e ora viveva a casa sua, con lei che quando
lui tornava dal lavoro gli preparava la cena, con lei che si arrabbiava per
delle sciocchezze. Si sa però che le cose belle durano poco e Shikamaru, forse troppo intossicato dalla presenza di Ino, non si accorse dell’ombra nera che tra poco li avrebbe
investiti con tutta la sua forza. Il dubbio.
Era
un giorno come tanti e Shikamaru dopo essere tornato
dal lavoro, trovò Ino intenta a preparare la cena. Tutto
quella sera trascorse pacificamente, fino a quando la ragazza gli disse < Lo sai vero che
non dovresti fumare? >
lui la guardò annoiato e rispose
< Si, me lo dici sempre >
< Guarda Shikamaru che te lo dico per la
tua salute! > lui non rispose, semplicemente si dedicò di nuovo alla
sigaretta che era rimasta abbandonata. Vedendo quella scena Ino
gliela prese di mano e sostituì quest’ultima con la sua bocca. Ben presto la
voglia di Shikamaru di fumare terminò del tutto.
Dopo
qualche ora,Shikamaru sentendo
freddo si svegliò. Inizialmente tenne gli occhi chiusi e con la mano andò a
cercare la figura addormentata di Ino sul letto, per
poterla stringere a se. Il lato della donna era, però, vuoto.
A
quel punto l’uomo aprì lentamente gli occhi, iniziando a scrutare l’ambiente circostante.
Che si fosse già alzata? Eppure tutto era buio e non si sentiva alcun rumore. “ Strano ” pensò
l’uomo. Lentamente si alzò dal letto e iniziò a chiamarla, girando per la casa.
Lei però non c’era.
Quando
arrivò in cucina trovò un biglietto sul tavolo e
sorrise lievemente, sicuramente era uscita e non voleva farlo preoccupare
pensò. Quando però lesse il biglietto il suo sorriso
gli si congelò sulle labbra e non poté fare a meno di accartocciarlo e lanciarlo
in un qualche angolo della stanza, dimenticato. Poi con non curanza prese un
pacchetto di sigarette li vicino e se ne accese una, dirigendosi
verso la camera da letto. Il suo percorso si fermò li
nel corridoio dove vide in un vaso, le solite viole del pensiero. In un impeto
di rabbia scaraventò il tutto sul pavimento e diede un pugno contro al muro dicendo solamente < ‘Fanculo
>.
“Torno da
Sasuke, perdonami e dimentica tutto”
< Viole
del pensiero?> disse
Ino osservando il vaso posto sul tavolo, nel
corridoio dell’appartamento dell’uomo < Da quando ti intendi di fiori Shika? >
< Mhm! > Lui alzò le spalle
< Comunque
le trovo proprio adatte a te, lo sai? >
< E
perché? > disse
lui alzando un sopracciglio
< Nel linguaggio
dei fiori significano riflessività o ricordo. Quindi
sono perfette per te >
< Tzs piantala seccatura. A proposito
perché non incominciamo a ricordare questo momento? >
< E cosa
dovremmo ricordare? > domandò lei confusa
< Adesso
te lo spiego > terminò,
prendendola poi in braccio in modo da dirigersi così verso il divano.
Da
quando Ino se ne era andata
era ormai passato un mese e Shikamaru tornò alla vita
prima che lei arrivasse. Di notte, però, era anche rincominciato
quello strano sogno che da un po’ di tempo lo tormentava. Solo che questa
volta l’incubo era leggermente cambiato; rivelando un qualcosa di veramente
inaspettato.
<< È Notte. Lungo le sponde del Tamigi tutto intorno a
me è ricoperto di nebbia, eppure corro, continuo a correre
quasi con disperazione. La inseguo,
nel vano tentativo di raggiungerla.
Eppure per quanto mi sforzi non riesco a toccarla. Poi però ad
un certo punto lei si ferma. Lentamente si gira verso di me e mi sorride e mi
dice < Ti
sto aspettando > e poi svanisce lasciandomi
solo. >>
<
Ino! > urlò Shikamaru
svegliandosi dal proprio sogno tutto sudato. Non era possibile, quella donna
che lui ricorreva era proprio Ino,
perché non se ne era accorto prima?
Eppure
i capelli, quei capelli biondi erano così simili ai
suoi. Doveva capire ed arrivare ad una soluzione
perché non poteva più tormentarsi così e quindi c’era un unico posto in cui
poteva andare. Shikamaru si vestì velocemente ed usci dalla propria abitazione. In breve tempo raggiunse
quella via che costeggiava il Tamigi, dove aveva portato Ino
la sera in cui lei gli aveva raccontato di Sasuke e
di Sakura. Con sua enorme sorpresa la trovò che
osservava il lento scorrere del fiume, immersa nella nebbia fitta. L’uomo
rimase sconvolto nel vedere che assomigliava molto ad
un angelo, il suo angelo della nebbia.
In
quello stesso istante lei si girò e sorpresa disse < Shika
>
<
Ino > rispose lui mentre le si avvicinava
<
Come facevi a sapere che ero qui? >
<
Mi hai chiamato con insistenza seccatura >
<
E’? Che diavolo stai dicendo > chiese lei non capendo a cosa si
riferisse.
<
Tzs, sei troppo rumorosa. > commentò solamente lui < Ma non eri tornata dal tuo Sasuke? >
Lei
a quelle parole abbassò lo sguardo ferita e disse < Era una bugia >
<
E allora perché? > domando lui sempre più dubbioso.
<
Non voglio essere semplicemente un divertimento per te
Nara! Ecco perché me ne sono andata! Infondo sei tu che hai detto che non doveva esserci una
ragione per il fatto che mi hai baciato! Invece per me il baciarti aveva una
ragione! Razza di misogino che non sei altro! > gli urlò contro lei. Dopo un attimo di silenzio lei riprese il suo discorso
dicendo < Mi domando perché io mi debba sempre innamorare di persone
sbagliate > E questa fu la sua ultima frase, che venne ben presto sostituita
dalle lacrime che le scendevano copiose dagli occhi.
Shikamaru
la osservò in silenzio e l’unica cosa che riuscì a formulare fu < Sei un’idiota
> < Ehi cosa fai mi insulti anche?
> disse lei ancora
piangendo, offesa < Al diavolo,
piantala Yamanaka certe volte alcune cose sono chiare anche se non vengono
dette! > e
così senza lasciarle tempo di replicare, lui la baciò. Forse così avrebbe
capito quello che lui intendeva dire, mentre la nebbia lentamente svaniva e i
due venivano lasciati alla protezione di una luna
splendente.
oOo Spazio Autrice oOo
Prima
di tutto, grazie anche solo per essere arrivati fino a qua!
Alcune
precisazioni da fare sono che:
*
il titolo “rendez-vous près
la Tamise” sarebbe in italiano “ appuntamento vicino
al Tamigi”
*
le parti racchiuse tra <<
>> rappresentano i sogni che fa Shikamaru
Comunque va detto che questa fan fiction è stata
scritta per un concorso, che poi alla fine è andato alle ortiche -.-“.
Nel
concorso bisognava scegliere una città ( in questo caso Londra ) e poi
l’organizzatrice dava, in base alla città selezionata, tre possibili canzoni (
io ho scelto angelo della nebbia – Ligabue ) ed di conseguenza tre possibili
fiori ( ho deciso per le viole del pensiero). Fino ad arrivare al personaggio o
alla coppia che veniva assegnata in base alle scelte
fatte ( a me è capitato Shikamaru *_* ). Visto che l’avevo scritta mi dispiaceva non pubblicarla,
anche se non so bene come sia venuta! Quindi eccola
qua! Ringrazio da subito tutti quelli che la commenteranno o semplicemente che
la leggeranno! Baci
ino _ chan