Alienazione
Li
studiava da lontano, nella cacofonia di quella che doveva essere la festa in
suo onore, il loro benvenuto: tutti svolgevano le varie attività
meccanicamente, con gesti e rituali che avevano visto fare, e che poi avevano
fatto, dalla nascita.
Tutto
questo era nella loro cultura, nei loro geni, nella loro razza.
E
anche lei, come loro, si muoveva tra quella folla con tutta la naturalezza che
poteva avere chi stava tra i suoi simili.
Perché
lei era tra i suoi simili.
E
lui aveva scelto lei, e con lei tutto il bagaglio di una specie che non era la
sua.
Pian
piano avrebbe imparato, avrebbe emulato quegli atteggiamenti a lui così alieni.
Ma
lo sapeva, avrebbe sempre agognato altro, la sensazione del vento che
accarezzava le ali, quel contatto così intimo con la terra senza però toccarla,
l’invocare canti al cielo e il nutrirsi di Prana.
Quella
era la sua vita, le sue abitudini, ciò che aveva fatto finora. E che non
avrebbe fatto mai più.
Aveva
scelto.
E
da quel mondo alieno non sarebbe tornato indietro.
Non
voleva e non poteva.
Quei
monconi che aveva dietro la schiena erano un monito più che sufficiente.
L’aveva
fatto per lei e per lei avrebbe continuato a vivere in quel luogo, tra un
popolo estraneo, in un mondo che non era il suo.
Era
la sua scelta e l’avrebbe rispettata fino in fondo.
Per
sempre alieno in una vita non sua.
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Questa era una sfida tra me e altre
centoquarantanove ( se non di più) anime ignare. L’ho vinta, anche se loro
continueranno a ignorare anche solo di aver partecipato.
Son cose che succedono.
Buon bunga bunga a tutti
Laica