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Autore: HappyCloud    12/11/2010    15 recensioni
Una giornalista e una scommessa fatta da ubriaca che le travolgerà la vita, facendole incontrare molti uomini per poi giungere al punto in cui è sempre stata: dal suo Lui.
Sullo sfondo, un intricato caso su cui investigare e al quale trovare una soluzione per aiutare un amico. Guardandosi sempre bene alle spalle, perché il nemico non è mai troppo lontano.
Dal secondo capitolo:
Gli lanciai un’occhiataccia che non lasciava nulla all’interpretazione.
- “Tu sei pazzo se pensi che io possa accettare di prestarmi a tutto questo”.
Nick non si scompose neanche per un secondo.
- “Sammy, tu hai già accettato” mi rispose, sventolando quel dannato foglio che riportava la mia firma, con un dannato ghigno di scherno stampato sul viso.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'C'eral'acca'
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2.
21 Samtury Breakdown.
 


Da quando Nick aveva iniziato a raccontarmi su cosa esattamente vertesse la nostra scommessa, ero rimasta senza parole, incapace di credere che la mia stupidità - oltre alla mia indiscutibile sbronza - mi avesse portato ad accettarne i termini e le condizioni.
- E quindi in sostanza vincerà chi tra noi due riuscirà a portarsi a letto per primo, portando delle prove, un appartenente per ogni categoria professionale da noi stabilita. Ieri eravamo arrivati a quota… - consultò brevemente il foglio che teneva in mano e su cui era apposta la mia firma tremolante. - Dieci”.
Che cosa?
- Ti prego dimmi che è un incubo! -  mugolai, portando le mani sulla faccia, quasi a nascondermi da quella realtà assurda.
Il ragazzo dagli occhi di ghiaccio rise di gusto e si appoggiò con un gomito al bancone.
- Io non sono una sgualdrina. Non puoi pretendere che, per gioco, vada a letto con dieci uomini, per di più solo per il loro mestiere! - mi lamentai.
- “Sammy non disperarti; - mi consolò lui avvicinandosi. - Forse ne troverai qualcuno che ha un doppio impiego. Due in uno. Metà lavoro.
Ah. Ah. Ah. Davvero divertente.
- E poi, scusami tanto, - aggiunsi. - Che razza di prove vorresti? Un filmino hard?
Nick parve pensarci, con mia profonda indignazione. La prossima volta, Sam, ricordati d’indossare un cartello con scritto ‘STO SCHERZANDO!’ quando vuoi fare dell’ironia con un uomo. È pur sempre un maschio; certe cose proprio non le può capire.
- Non ci avevo pensato, effettivamente. Ma suppongo di potermi accontentare di un oggetto, diciamo, molto personale del soggetto in questione. Qualcosa a contatto diretto con la sua intimità… - concluse.
- Tutto questo giro di parole per dire…?
Non ero assolutamente in vena di indovinelli.
- I boxer, Sammy, i boxer! - mi rispose spazientito. - Io, invece, ti porterò le mutandine. Ed è chiaro che sarà necessaria anche una foto che testimoni il momento di divertimento trascorso insieme.
- Secondo te io mi metto a fare una foto in quel momento? E allora tanto vale nascondere una telecamera e fare un video!
Lui mi guardò incuriosito.
Cavolo, il cartello!
- Io non ho alcun problema a procurarti un filmino per ogni ragazza con cui starò. Sai, le donne tendono a voler immortalare i momenti passati con uno come me – ammiccò.
L’ego di quell’uomo era talmente grande che quasi riempiva la stanza.
- Non ho nessuna intenzione, e con questo non dico che accetto, di guardare ore e ore di filmati in cui tu fai sesso… non dispongo di tutto quel tempo. A meno che, chiaramente, non si tratti di qualche minuto in totale. Vai, Sam! La durata dell’amplesso è sempre un tasto dolente per i maschietti.
Nick ignorò la mia battuta e proseguì.
- Allora siamo d’accordo. Vada per i video.
Nononononononononono!
Gli lanciai un’occhiataccia che non lasciava nulla all’interpretazione.
- Tu sei pazzo se pensi che io possa accettare di prestarmi a tutto questo.
Nick non si scompose neanche per un secondo.
- Sammy, tu hai già accettato -  mi rispose, sventolando quel dannato foglio che riportava la mia dannata firma con un dannato ghigno di scherno stampato sul viso.
Maledetta me e maledetta Katy che aveva scelto quel posto per l’addio al nubilato di Valerie!
Tutt’ad un tratto mi sentii debole e mi sedetti sul primo sgabello che trovai, frizionandomi le tempie con lo sguardo rivolto verso il basso. Non poteva essere vera tutta questa situazione. Doveva essere un sogno. No, ma che dico, una candid camera! Dai, dove sono le telecamere?
La voce del mio interlocutore mi riportò con la mente al Pumping Pumpkin. Aveva persino assunto un’espressione seria, lontana anni luce da quell’aria canzonatoria che non aveva, dall'inizio del nostro incontro, mai abbandonato.
- Ascolta, non posso forzarti a fare qualcosa se non te la senti.
Ma allora un briciolo di umanità ce l’hai! I miei occhi scuri si risvegliarono come da un lungo sonno, un letargo di mesi. Un sorriso si fece posto sul mio volto e io iniziai a sentirmi come Hulk: invincibile.
- Sì, esatto – dissi. – Proprio non me la sento.
La mimica facciale da bimba orfana, con la casa bruciata e senza lavoro non so proprio da dove la presi. L’unica cosa che contava era che sortisse effetto sulla coscienza di Nick.
- È chiaro che se una puritana del ventunesimo secolo come te trova offensivo tutto il contesto, mica la puoi costringere ad andare contro la sua morale, per quanto scadente essa possa essere. D’altra parte, non è da tutti avere le palle per tener fede alla parola data quando si tratta di uscire un po’ dai soliti schemi.
Nick, definisci un po’.
Ora non mi guardava più in viso, ma fingeva di scartabellare i fogli lasciati su di una sedia dal signore pelato prima di sparire nel retro. Sentii la bile risalire dallo stomaco e una crescente rabbia pervadere tutto il mio corpo, fino alla punta delle dita, che si chiusero in un pugno. Il mio orgoglio era appena stato abbattuto da un missile terra-aria.
Calma, Sam, calma. Fatti due calcoli prima di spaccargli quegli zigomi spigolosi e… così belli! Come quei capelli spettinati in cui vorresti tanto infilare le mani e… ACCIDENTI!, devi distruggerlo, non pensare a quanto perfettamente si incastrerebbero i vostri corpi appiccicati l’uno all’altro… UDG. Urge. Doccia. Gelata.
Dopo un attimo di esitazione, pensai che tanto valeva dimenticare il mio ego, se questo avesse significato risparmiare soldi e sbarazzarmi una volta per tutte di quel bellimbusto presuntuoso. Ingoiai il rospo che avevo in gola e mi decisi a rispondergli.
- Già, la puritana in questione ha una reputazione a cui tiene e che gradirebbe resistesse almeno ancora per qualche decina d’anni. Ma mi rendo conto che l’onore è un lusso per pochi.
Avevo cercato di contenere la rabbia, ma mica potevo fare miracoli!
Nick parve incassare il colpo.
- D’accordo. Come preferisci. Scommessa annullata - si limitò a dire, scuotendo le spalle e agitando la mano in aria ad indicare che per lui la cosa finiva lì.
Soddisfatta per aver risolto la situazione, mi rialzai dallo sgabello con l’intenzione di salutarlo velocemente e andarmene a casa.
- Beh, allora ciao.
- Ciao Sammy, stammi bene. L’assegno da 3000 sterline portamelo pure qui quando vuoi - mi disse, trattenendo a stento un risolino e tornando velocemente con lo sguardo rivolto ai documenti che aveva in mano.
Risolto la situazione, un corno.
- Temo di non aver capito bene; - cominciai. - La scommessa è annullata. Perché dovrei darti del denaro?
Lui si finse sorpreso della mia reazione e proseguì tranquillo:
- Oh, Katy non te l’ha detto? -  Katy? E ora che c’entrava la consulente legale di Music Magazine, nonché co-fondatrice? La mia faccia sorpresa lo divertì e lo spronò a continuare. - Sai, temevo che potesse succedere una cosa del genere. E lei mi ha consigliato di farti firmare anche questo. Estrasse un foglio dal plico che c’era sulla sedia e me lo porse.
Un attimo: come poteva essere Katy stata in grado di connettere il cervello quando la sua materia grigia stava nuotando nella tequila? All'improvviso, nei meandri della mia scatola cranica, si accese una lampadina: il video che mi aveva mostrato Nick. Io che firmavo e lei che stava per vomitare. Quella tappa in bagno doveva averle restituito un barlume di lucidità. E la stronza l’aveva usato contro di me.
Non capivo il motivo che l’avesse spinta a farlo. Certo, non c’era mai stata grande empatia tra di noi, ma questo non la giustificava affatto. E, comunque, non poteva essere di sicuro perché ero uscita con Christian, l’opinionista più pagato di MM per cui lei aveva una cotta colossale da un paio d’anni. No, voglio dire, era già passata… una settimana. Sette lunghissimi giorni. Okay, era probabile lo avesse fatto per questo.
D’un tratto, tutto fu molto più chiaro: quella volta che mi aveva acciuffato il collo da dietro, stringendo sulla carotide, non mi stava esattamente facendo un nuovo massaggio thailandese come aveva detto a me e a Val, nel momento in cui era entrata nel mio ufficio per consegnarmi delle carte. E immagino che neanche quando ero accidentalmente inciampata nel suo piede, finendo con la testa a una manciata di centimetri dallo spigolo della sua scrivania, fosse stata tutta una casualità.
Brutta vipera finta bionda: me la pagherai.
Ma al momento avevo altro a cui pensare; dovevo pensare a Nick e… perché i suoi occhi mi stanno fissando come se fossi una pazza? Cacchio! Mi ero persa nei miei pensieri e probabilmente erano parecchi minuti che attendeva che io afferrassi il foglio che mi aveva porto. Glielo strappai dalle mani e cominciai a leggerlo.
Io, Samantha Eleanor Grayson, nata a Glasgow il 13/03/86, - il gruppo sanguigno non gliel’hai dato? - mi impegno a mantenere gli accordi presi con il signor Nicholas John MacCord, nato a Londra il 17/10/85, in base al contratto stipulato in data 13 agosto 2010 presso il Pumping Pumpkin di Londra. Nel caso in cui, però, dovessero insorgere circostanze tali per cui fossi impossibilitata a rispettare i nostri patti, a quest’ultimo spetterà l’intero valore della scommessa, ammontante a sterline 1500, più un bonus di sterline 500 a titolo di risarcimento.
Mancava un post scriptum: “Questo Nicholas John MacCord ti sta fregando alla grande. E io, Katy, ci godo”. Lei e la sua stupida laurea in legge.
E poi risarcimento di cosa? Per non essersi portato a letto dieci donne in più? Il capitolo sesso non doveva essere un grande problema per mister So-come-agitare-il-culo; se non lo avesse fatto per la nostra scommessa, avrebbe sicuramente trovato un altro pretesto, e altre dieci ragazze, per divertirsi sotto le lenzuola.
- Non ho intenzione di darti nemmeno un centesimo! - sbottai.
Lui tirò un sospiro.
- Sammy, Sammy, Sammy… quei soldi mi spettano perché tu non hai rispettato gli accordi. Punto. Non vedo cosa ci sia da discutere.
- Ah sì? Portami in tribunale allora.
Appunto mentale: basta repliche di Ally MacBeal.
Nick esplose in una risata fragorosa.
- Vedo che sei una tipa tosta. Ma non quanto me. Vedi, voi donne siete quanto di più prevedibile in certe cose. Come le scommesse, ad esempio. Prima, tutte spavalde ed arroganti e poi tornate ad implorarci di annullare tutto, con la coda fra le gambe.
Il tuo tono era derisorio ed irritante.
- Non mi importa granché delle tue considerazioni sull'universo femminile - gli dissi, infastidita.
Lui si avvicinò con l’intenzione di puntare i suoi occhi direttamente nei miei.
- Ma forse t’importa del tuo lavoro. E si dà il caso che il sottoscritto sia in possesso di un video, girato ieri sera, in cui qualcuno parla in termini molto poco lusinghieri di un certo signor Larson, augurandogli, tra le altre cose, - e strizzò gli occhi, come per ricordare meglio. - Che “la sua nuova moglie pseudo-minorenne lo tradisca con quel fallito di suo figlio e che un fulmine gli colpisca quella specie di vecchio muscolo bavoso che ha nelle mutande.” Il deserto del Sahara doveva essersi trasferito nel mio cervello. Come avevo potuto sparare a zero sul mio ex capo in un video?! Non che non fossero vere, o che non le pensassi, tutte quelle cose che avevo detto. Si sa, in tequila veritas.
Ma ora le cose mi mettevano male per me e il mio futuro lavorativo. Optai per il silenzio.
- Ho fatto una ricerca su Google – proseguì. - E pare proprio che questo Larson sia al vertice dell’élite internazionale degli editori. Sai, basta che il video finisca nelle mani sbagliate e la tua promettente carriera di giornalista è finita. Certo, potresti sempre trasferirti in Antartide; forse ai pinguini serve una cronista”.
E mentre mi parlava, mi sorrise. Sapeva di avermi in pugno. Tanto valeva giocarsi l’ultima cartuccia.
- D’accordo, d’accordo. Ti pagherò. Ma non 3000 sterline! Sono un sacco di soldi. Dove pensi che li trovi? Semplice, Sam, sul tuo conto corrente. Però lui non lo sapeva. Almeno questo!
Nick spostò di lato la testa, verso la spalla, e inarcò le sopracciglia.
- Non prendiamoci in giro, Sammy. So perfettamente che in quei giornaletti come quello per cui lavori, si guadagna bene.
Va bene, okay, non ero proprio una morta di fame, al contrario di quello che volevo fargli credere, e non mi potevo certo lamentare del mio stipendio. Però quelle sterline mi servivano: cibo, bollette, libri, qualche cenetta fuori con gli amici, la nuova pochette di Dolce&Gabbana… quella blu, bellissima, con il fiocco e il logo in basso, piccolo e discreto. Ogni volta che passavo vicino a Piccadilly, potevo sentire forte e chiaro il suo richiamo provenire dal negozio in Old Bond Street: comprami!
Con quale coraggio mi avrebbe chiesto di rinunciare a comprare, come ogni mese, una borsa? Uomo senza cuore. Uomo senza cuore a cui corrispondeva Sam senza pochette. Inaccettabile!
O forse voleva che facessi a meno del cibo o, ancora, farmi finire dietro le sbarre per evasione fiscale come Al Capone?
- A me servono quei soldi! – gridai. - Sai, vivo sola e mi devo mantenere in qualche modo.
Cercai di ammorbidirlo fingendomi cordiale e sbattendo le ciglia come fossi una gattamorta.
Mi ero avvicinata a lui e gli avevo toccato un braccio, per enfatizzare il finto pathos che stavo cercando di creare. Sam Grayson, la novella Piccola Fiammiferaia.
Da sotto la manica della felpa col cappuccio che indossava, potevo sentire i muscoli forti, anche se non erano in trazione. Nick, per tutta risposta a quel contatto, guardò prima curioso la mia mano su di lui e poi dritto nelle mie pupille.
Mi sentii lievemente a disagio; i suoi occhi erano così profondi che per un secondo rimasi imbambolata a fissarli, come ipnotizzata. Lui finse di non accorgersene e distolse lo sguardo, a sua volta imbarazzato. Gli ero grata per il fatto di non aver commentato il mio rimbambim…
- Ehi, Bella Addormentata! Mi stai immaginando ancora vestito da pompiere? – disse, ridendo come un pazzo. Dicevo?
Arrossii nella frazione di un secondo, togliendo immediatamente la mia mano dal suo braccio, arrabbiata più con me stessa che con lui.
- Stavo solo pensando! - mi difesi, cercando di ostentare una sicurezza che non mi apparteneva.
- Sì, stavi pensando a me, nudo.
 Non riusciva a trattenere le risa e il mio viso si contrasse in una smorfia d’irritazione.
Mmm, Sam, quanto sconveniente sarebbe per te, per la tua carriera e per la tua vita la voce omicidio sulla tua fedina penale?
- La tua autostima raggiunge livelli inesplorati - lo schernii. - E poi, se vogliamo proprio dirla tutta, Manuel era molto più attraente di te, vestito da poliziotto.
Bugiarda. Ma, in qualche modo, dovevo pure graffiare il suo ego di maschietto pieno di sé.
- De gustibus non disputandum est. Pensava forse d’impressionarmi citando una frase in perfetto latino? Beh, un po’ c’era riuscito. Un pochino solo.
Non sapevo cosa rispondere, così fu lui a riprendere la parola:
- Anche se, ripensandoci, è a me, e non a Manuel, che hai fatto vedere il contenuto del tuo reggiseno nero con i cuoricini rosa.
Gli occhi mi balzarono fuori dalle orbite; i suoi ammiccamenti mi stavano procurando strane sensazioni che non ero in grado di decifrare. Più continuava la nostra conversazione, più emergevano dettagli poco edificanti che riguardavano la mia persona. O, meglio, la mia doppia personalità: Sam la puritana sobria contro Sammy l’arrapata ubriaca. Due mondi paralleli destinati a non incontrarsi mai. Decisi che era arrivato il momento di stabilire la tecnica più adatta per passare al contrattacco.
La mia mente elaborò due possibili alternative: la prima era prendere uno degli sgabelli del Pumping Pumpkin e scaraventarlo in testa a Nick. Trauma cranico assicurato e, con un po’ di fortuna, memoria in stand-by per almeno un paio di giorni. Tempo, sì, limitato, ma sufficiente ad espatriare e dimenticarmi per sempre di quel bel faccino e di questa scommessa.
La seconda opzione era sicuramente meno divertente: dargli ragione, fargli due moine e poco più e così convincerlo ad abbandonare l’idea di continuare il gioco. Stabilii che il punto di partenza fosse quest’ultima alternativa. Mi avvicinai a lui, a passi lenti, e cercai direttamente il contatto fisico con il suo corpo.
- Senti, Nick - dissi, giocherellando con i lacci del cappuccio della sua felpa. - Forse siamo partiti col piede sbagliato, io e te.
Mi guardò stupito e curioso, con un mezzo sorriso sulle labbra socchiuse, dandomi un tacito consenso a flirtare con lui. Ebbi un sussulto. Quegli occhi puntati su di me erano color ghiaccio eppure mi stavano bruciando. Che succede? Nessuna risposta. Terra chiama Sam! Sam?
Distolsi lo guardo per qualche secondo per riprendere il controllo della situazione, senza però rinunciare a stargli così vicino. Mi feci coraggio per continuare e, con mia grande sorpresa, lui posò le sue mani sui miei fianchi, racchiudendomi completamente nelle sue spalle larghe e tirandomi a sé.
Ce l’ho fatta!
- Hai ragione; - mi anticipò. - Forse potremmo risolvere la questione in un altro modo”.
E via con gli occhi da cerbiatta - grazie Lily, i tuoi insegnamenti tornano sempre utili!
Lui piegò la testa di lato e mi sorrise, riducendo ulteriormente la distanza tra le nostre labbra a qualche centimetro. Il mio cuore cominciò a battere all’impazzata. Doveva essere l’adrenalina; dopotutto, stavo per usare contro di lui l’arma più efficace che le donne hanno a disposizione per creare e distruggere un uomo: sé stesse.
- Mi piacerebbe molto trovare un compromesso con te, per venirci incontro… -  esclamò con voce sensuale.
Sentivo le ginocchia molli. Oddio, cos’è? Un calo di zuccheri?
- E allora proviamoci.
Lasciai che il doppio senso venisse percepito anche da lui. Nick ci impiegò esattamente mezzo secondo a coglierlo. E figurati! Quando si tratta di sesso, gli uomini hanno sempre le antenne drizzate. Tutte le antenne, nel migliore dei casi.
Chiuse gli occhi e io feci altrettanto, mentre si avvicinava ancora più alla mia bocca.
- Sammy? chiese suadente.
- “Sì?” mi uscì una voce che sembrava il rantolo di un gatto a cui è stata pestata la coda. Che figura! Socchiusi le palpebre e lo vidi ancora lì, a distanza ravvicinatissima da me.
- Questo trucco l’ho inventato io.
 Il suo tono era completamente cambiato: era normale. Non più sexy, seducente o invitante… solo normale. E derisorio.
Spalancai gli occhi e mi sentii umiliata come mai mi era capitato in vita mia. Potevo sentire le rotelle del mio cervello girare vorticosamente e giurai di aver visto uscire del fumo dalle mie orecchie. Ero furiosa; e lui, l’imbecille-idiota-stronzo, rideva di me.
D’un tratto, l’opzione dello sgabello in testa non mi sembrò più così impraticabile.Non feci nulla per mantenere la calma:
- Idiota! - gli dissi, rifilandogli una serie di sberle sulle braccia che lui cercava di parare in tutti i modi.
- Oh oh, tranquilla Rocky. Guarda che mi stavi quasi per convincere prima. Però hai dimenticato un particolare: è il mio lavoro sedurre le persone, non il tuo.
Bla bla bla… ma sentilo! E di nuovo quello sguardo che avrebbe ammaliato anche un cieco.
- Sei solo un pallone gonfiato! - gli urlai in faccia. Nick mi guardò perplesso, ma era chiaro che la situazione lo stuzzicava. - Ti diverti ad ingannare la gente?
Da che pulpito, Sam.
- Io? Io inganno la gente? - era sbigottito. - Sbaglio o eri tu quella che tre secondi fa ha cercato di svendersi, pur di liberarsi di una scommessa?
Svendermi… che esagerato. Avevo solo cercato di fargli due moine per addolcirlo un po’. Non era svendersi quello, no?
- Con me il vittimismo non funziona, mio caro; l’aria da santarellino non ti si addice per niente.
- A te la faccia da frigida sì, però!
Frigida a chi?
D’accordo erano cinque o sei mesi che non facevo sesso e non ne sentivo molto la mancanza. Mi capitava di pensarci quelle due, tre o trenta volte al giorno. Sam, notizie per te: hai bisogno di un uomo. Christian era stato un vero flop: mi aveva portato fuori a cena in un ristorante elegante e mi erano bastati un paio di minuti per capire che non sarebbe finito in camera da letto, almeno non con me. In effetti, sembrava molto più interessato al cameriere. Forse avrei dovuto dirlo a Katy; mi sarei risparmiata qualche tentato omicidio ai miei danni e molti altri potenziali tentativi di sabotaggio.
- Non credo proprio. La mia vita sessuale va a meraviglia.
Come no? Chiamatemi Sasha Grey d’ora in poi.
Nick mi squadrò da capo a piedi con l’espressione di chi non pare convinto di ciò che sta ascoltando.
- Sammy, dì la verità. Da quant’è che non ti diverti un po’ in orizzontale?
Sperai che la frase che mi era appena stata rivolta fosse frutto della mia fervida immaginazione. L’ultima volta che l’avevo sentita era stata probabilmente al terzo anno di liceo, nel retro della monovolume del playmaker della squadra di basket della scuola: Paul Kingsley.
 “Giochiamo un po’ in orizzontale? Rabbrividii al pensiero. Ero stata tutto il tempo in attesa che la cosa finisse. Lui pensò di essere uno stallone e io glielo lasciai credere.
Gli uomini credono a tutto ciò che le donne vogliono far loro credere. Ed io voglio che tu, Nick, pensi esattamente di me quello che non sono: una ragazza che passa di letto in letto.
- Non che siano affari tuoi, comunque due giorni.
In fondo non era proprio una balla gigantesca; era solo l’omissione di due zeri.
- Non ci credo - mi rispose lui, incrociando le braccia sul petto.
- E perché scusa? Non ti sembra possibile che un uomo voglia fare sesso con me? - chiesi senza riuscire a fermare il tremolio alla gamba, che fremeva per la risposta.
- Assolutamente no. Con un paio di tappi nelle orecchie per non sentirti, saresti un bocconcino - mi strizzò l’occhio.
- Lo so che è difficile per te confrontarsi con una donna dotata di un qualcosa chiamato cervello. È situato nel cranio, sai, una zona ad una ventina di centimetri sopra le tette. Capisci? – dissi, trattandolo come un bambino che deve imparare l’alfabeto.
- Sei acida e questo può voler dire solo una cosa: calma piatta tra le lenzuola da almeno, diciamo… un paio di mesi.
Sì, ottimista.
- Ti ho detto due giorni! - Mi stavo spazientendo.
- E io ti ho detto che non ci credo.
- È un problema tuo.
Sgrrr. Il rumore degli specchi su cui mi stavo arrampicando.
- Cosa c’è? Non sei in grado di tenerti un uomo?
- Io sono perfettamente in grado di tenermi un uomo!
Sicura?
- E allora perché non sei fidanzata? - mi incalzò. Esattamente cosa non gli avevo detto la sera prima?
- Perché non esiste un ragazzo che sia alla mia altezza.
 Questa potevi risparmiartela, Sam; sono le stesse identiche parole che ti diceva tua madre quando avevi tredici anni e i brufoli si erano impossessati della tua faccia, impedendoti di trovare uno straccio di fidanzato.
Nick alzò un sopracciglio.
- Hai solo paura.
- Paura? E di cosa, sentiamo.
Risata isterica.
- Di metterti in gioco, di divertirti un po’. Sei talmente inquadrata nei tuoi stupidi limiti che se solo pensi di infrangerli, ti senti in colpa - si avvicinò a me, abbassando il tono di voce. - Accetta la scommessa, Sammy”.
Gli voltai le spalle e presi la borsa, pronta ad andarmene.
- Non farmi perdere tempo - sussurrai. Mi bloccò il braccio.
- Codarda.
- Lasciami stare e mollami il braccio - gli intimai.
- Vigliacca.
 Il suo tono era freddo e distaccato. Per un attimo ebbi quasi paura di lui, ma il nervosismo prese il sopravvento.
-  Non sono vigliacca. Sono molto più coraggiosa di quanto credi.
- Accetta la scommessa.
Ormai stavamo gridando.
- Ho detto no! Sono una persona seria, io.
Non mi stava nemmeno ascoltando.
- Balle. Sei solo una ragazzina.
La sua espressione disgustata mi fece trasalire.
- Come ti permetti? Neanche mi conosci e...
- Provami che non è così!
Il pelato si affacciò dalla porta del retro; le nostre urla dovevano averlo messo in allerta. Appurato, poi, che eravamo solo io e Nick che stavamo discutendo, ritornò nel retro, disinteressato.
- Io non… - mi liberai dalla sua presa, incapace, però, di muovere le gambe per uscire dal locale.
- Tira fuori le palle, Sammy.
- Tu… - non riuscii a terminare la frase.
Codarda. Vigliacca. Ragazzina.
Le parole di Nick mi riecheggiavano continuamente in testa.
Codarda.
- Sammy, accetta la scommessa.
Vigliacca.
- Hai solo paura.
Ragazzina.
- Dimostrami che sai metterti in gioco.
Sentii che non avrei retto a lungo tutta quella pressione: il cuore correva follemente e la mente non riusciva a stargli dietro.
- Sammy, provami che mi sono sbagliato su di te - gli uscì dalla bocca quasi come una supplica.
- Ma… - continuava a non lasciarmi parlare e ciò non faceva altro che accrescere il mio rancore.
- Accetta.
- Smettila - cacciai indietro le lacrime; non volevo mostrarmi fragile ai suoi occhi.
- Smettila tu di fare la bambina!
- Non lo sono!
Stavo per esplodere dalla rabbia e lui lo aveva capito dal tono della mia voce.
- Sammy, dimmi di sì.
- No!
- Sì.
- No!
- Accetta!
- D’accordo! - urlai, paonazza in volto.
Nick mi guardò con un sorriso malefico cucito sulla faccia: aveva raggiunto il suo scopo.
Cazzo! Ero entrata al Pumping Pumpkin con un’intenzione ben precisa e ora l’avevo appena stravolta; ma avrei fatto di tutto per levare da quegli occhi di ghiaccio la convinzione di avere la vittoria in tasca.
Mi allungò la mano per sigillare l’accordo e io gliela strinsi più forte che potei. Naturalmente lui neanche se ne accorse.
- Bene Sammy. Ora che tutto è stato chiarito, direi di non indugiare oltre.
Estrasse da dietro il bancone una boccia come quella per i pesci rossi. All’interno c’erano dei foglietti piegati su se stessi.
- Pesca! - mi disse, ma io non mi mossi d’un millimetro e la mia faccia a punto interrogativo lo costrinse a spiegarsi.
- Qui dentro ci sono dieci bigliettini, ciascuno con una professione. Scegline uno e quello sarà il nostro compito per la settimana.
Che stronzo! Se li aveva preparati, significava che sapeva già che, in un modo o nell’altro, mi avrebbe convinta.
Infilai la mano nel contenitore e presi un bigliettino. Lo tirai fuori e lessi: cantante.
Cantante? Mi aspettavo macellaio, cameriere, postino… lavori normali. E ora dove lo trovavo un cantante?
- Lo fai vedere anche a me?
Mi voltai verso Nick e gli porsi il foglietto, che lui sbirciò brevemente.
- Bene, – continuò. - Ora ti lascio, devo fare qualche chiamata  -Mi voltò le spalle, incamminandosi verso il retro del locale e aggiunse. - E non provare a rifilarmene uno da piano bar; voglio qualcuno di famoso. Tu lavori per Music Magazine, non ti sarà così difficile. Comunque mi faccio vivo io. Ciao Sammy.
Sparì dietro la porta, salutandomi con la mano senza nemmeno voltarsi. Non risposi.
Okay, non è facile come credevi, Sam; ma puoi farcela, devi farcela per sbattere la tua vittoria in faccia a Nick.
Era ora di raggiungere l’infinito: far incontrare i due mondi paralleli di Sam la puritana sobria con Sammy l’arrapata ubriaca.
Stava per nascere Sam l’arrapata sobria.
 
 
21st Century Breakdown
I once was lost but never was found
I think I am losing
What's left of my mind
To the 21st century deadline
 
 
Innanzitutto grazie a chi ha impiegato un po’ del suo tempo a leggere questa storia!
Quest’oggi la canzone del titolo è, chiaramente, “21 Century Breakdown” dei Green Day.
Un particolare ringraziamento va a:
 
Rose in Winter : non so che dire… GRAZIE! Per i complimenti e per la pubblicità, per tutto! Spero solo di non aver deluso le tue aspettative! Inconsciamente, mi avete fatto venire l’ansia da prestazione!Ahahahah… baci!
 
Emily Doyle : anche io adoro l’Inghilterra ed effettivamente ciò che ho scritto sulla Scozia e su Glasgow è un pensiero mio! Sono contenta che il primo capitolo ti sia piaciuto e spero che questo secondo e i prossimi non ti deludano! Un bacio.
 
SunshinePol : siamo talmente tanto amiche che, anche se non ti avevo detto nulla e avevo cambiato account, mi hai sgamato tipo dopo 3 secondi :D grazie tesoro!
 
Wingedangel : grazie anche a te! Fa sempre piacere sapere che il tempo impiegato a scrivere (rubato giustamente allo studio) è ricompensato dalle critiche positive dei lettori. MI auguro ti piaccia anche il secondo capito (e il resto, eventualmente)! Baci.
 
   
 
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