I Problemi Esistenziali
di Bill Kaulitz:
Don’t
call my name, Ardamenegildo.
Ciao a tutti, sono Bill dei
Tokio Hotel e
blablabla…
Come Omero&Co.
Avevano
l’invocazione alla musa all’inizio di ogni loro
struggente papello (spacciato
per poema epico), anche io, da bravo leader, ho la mia formula
ricorrente all’inizio
di ogni discorso pubblico.
E fin qui non ci piove.
Ma io vi inviterei a
soffermarvi su una cosa o, meglio, su un nome:
Bill.
Bill.
Bill.
Lasciate stare
l’egocentrismo,
che in questo momento non c’entra un fico secco.
Il motivo per cui vi sto
scrivendo il mio nome a caratteri cubitali è lo stesso
motivo per cui oggi mi sento
depresso.
Non avete ancora capito
perché?
Dunque, l’altro
giorno,
stavo passeggiando da solo ( con un bodyguard) per le vie di Amburgo,
giusto perché
avevo voglia di annegare i miei pensieri ottimisti su quanto sia
crudele la
vita, nei vari negozi luccicanti della città.
A proposito di questo:
tutti gli anni mi chiedo per quale assurdo motivo i centri commerciali
e
compagnia bella a Novembre siano già addobbati per Natale.
Hanno tutta questa
voglia di vedere alberi ovunque e palle enormi attaccate al soffitto?
Bah.
Ma
torniamo a noi. Stavo giusto camminando
tranquillo quando un cagnolino scodinzolante mi sbarra la strada e
tenta di
arrampicarsi sulla mia gamba, riuscendoci.
Dimenandomi, cerco di
staccarlo dalla mia coscia ( e, soprattutto, dai miei costosissimi
jeans) e la
mia guardia del corpo cerca di fare altrettanto.
Nonostante questo dimostri
che anche i cani mi
trovano attraente, non è questo il punto.
“ Bill!
Bill!”- sentiamo
improvvisamente la voce di una donna invocare il mio nome.
E anche questo non avrebbe
nulla di strano.
“ Ca*** ci hanno
beccati!”-
impreco io, convinto che sia una fan girl assatanata, pronta a tutto.
“ Oh Bill, ero
così
preoccupata!”- finalmente mi spunta davanti la donna che,
inaspettatamente si
butta addosso alla mia coscia, dove c’è ancora il
cane che sto cercando da un’ora
di levarmi di torno. La padrona riesce a staccare quella sanguisuga dai
miei
ormai bavosi pantaloni e se la porta tra le braccia.
“ Grazie signori,
non so
come avrei fatto senza il vostro aiuto! Bill è il mio cane
preferito!”- si
avvicina, schiocca ad entrambi un bacio sulla guancia e sparisce
velocemente com’è
arrivata. Io e l’altro siamo
ancora
sbalorditi.
Quel cane si chiamava Bill.
Io mi chiamo Bill.
Io, Bill Kaulitz, ho un nome
da cane.
Simone, come hai potuto?
Più passa il
tempo, più
mi convinco che mia madre fosse fuori di testa quando ci ha dato questi
nomi.
Nomi corti per potervi
richiamare all’ordine più
in fretta, dice lei.
Tzè!
La verità
è che ha
chiamato un figlio con un nome da gatto e l’altro con un nome
da cane.
Già che
c’era, poteva
chiamarmi Jerry.
Tanto, pur essendo piccolo e
indifeso, riesce
sempre ad averla vinta almeno su Tom.
Come succede a me, per
intenderci.
Quando l’ho detto a
Tom,
sapete cosa ha fatto? Si è pisciato dal ridere.
No no, non è tanto
per
dire: l’ho fatto ridere talmente tanto che è
dovuto correre al bagno a fare
pipì.
Insomma, nessuno mi
capisce.
Tranne le fan, che
riescono ad amarmi nonostante abbia un nome così insulso.
Chissà come si
sentono
Bill Clinton e Bill Gates, che condividono la mia stessa sorte. Certo,
Bill è
sempre meglio di Moritz, su questo non ci sono dubbi.
Però, ho scoperto
una
cosa altrettanto scioccante dal mio fratellino.
No, non c’entra
Jessica Alba stavolta, potete
stare tranquilli.
Asciugandosi le lacrime,
dopo aver finito di ridere come l’idiota che è, mi
ha confessato:
“ Lo sai come mi
voleva
chiamare papà?”
“ No,
come?”
“
Teodolindo”- e qui a
ridere di nuovo. Stavolta sono scoppiato anche io.
Asciugatemi anche io le
lacrime, ho chiesto col fiato corto:
“ E a me?”
“ A te?”
“ A me”
“ Ho
capito”
“ Allora
muoviti”
“ Se stai zitto
riesco a
parlare”
“
Daaaai!!!!”
“ Ti voleva
chiamare…”
Uno, due, tre,
“
ARDAMENEGILDO!”- e a
ridere di nuovo come un matto.
Ardamenegildo? Ma che sono,
l’elfo strambo della
brutta copia di Harry Potter?
Ma che ca*** di nome
è Ardamenegildo?
Ardamenegildo Kaulitz.
Però. Potrebbe
essere un
nuovo titolo da suggerire a Lady Gaga, quando si stancherà
di Alejandro.
In sostanza, se avessi
potuto scegliere, avrei potuto usare un nome da cane o un nome da
pianta/albero/arbusto/cespuglio.
“ Beh, in fin dei
conti i
capelli a palma ce li avevi”- mi comunica Tom, leggendomi nel
pensiero.
È fortunato che io
sia
troppo depresso ultimamente per non vendicarmi di questa sua immonda
osservazione mettendogli un pirana famelico nei pantaloni.
Ci penserò quando
avrò
tempo.