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Autore: EffieSamadhi    13/11/2010    1 recensioni
[Dirty Dancing II]
Con la salita al potere di Fidel Castro, Katie e la sua famiglia sono costretti a lasciare Cuba. Nonostante le promesse, Katie e Javier vanno avanti con le loro vite. E così, mentre Katie si sposa e ha una figlia, Javier apre un'officina e diventa il re della 'Rosa Negra'.
Passano gli anni (diciannove, per l'esattezza), e il destino gioca le sue carte, riportando Katie a L'Avana. Accompagnata dalla sorella Lucy e dalla figlia, Isabella, che rivela un inaspettato talento per la danza, e sembra dimostrare una certa simpatia per il fattorino dell'hotel, tale Ricardo Suarez...
***
La ff presenta alcune "incongruenze" rispetto al film, e inoltre ho sbagliato nell'inserire il nome della sorella di Katie, che nel film si chiama Susie: lo so, dovrei cambiarlo, ma ormai per me il personaggio si chiama Lucy. =)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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New York, 1960

Settembre

 

            Thomas e Katie si erano trasferiti a New York ormai da un anno. Erano andati ad abitare nella loro nuova villetta poche settimane dopo la nascita di Isabella, appena Katie aveva capito come comportarsi con la bambina. Thomas era stato assunto in un importante studio legale, e la loro vita insieme procedeva bene. Per essere un matrimonio dettato dalla necessità, e non dall’amore, i due coniugi andavano piuttosto d’accordo.

            Katie aveva appena sfornato una torta, quando Thomas rientrò dal lavoro. “Ciao, tesoro. Ehi, che profumino!”

            “E’ per il compleanno di Isabella.”

            “Dov’è la mia principessa?”

            “Sta dormendo. La sveglierò più tardi, quando arriveranno i nostri genitori.”

            I signori Miller e i signori Ferguson, infatti, sarebbero arrivati di lì a poco, per una cena in onore della piccola. Thomas appoggiò la valigetta su una sedia e si avvicinò alla moglie per darle un bacio sulla guancia, come faceva ogni giorno appena tornato dal lavoro. Ma quel pomeriggio, Katie voltò la testa, per far incontrare le labbra di Thomas con le proprie. Il giovane avvocato, in un primo momento, non riuscì a credere ai propri occhi: nonostante fossero sposati ormai da un anno e mezzo, non si erano mai baciati, se non in pubblico, e certamente non avevano mai condiviso momenti di intimità.

            “Katie, io non… non capisco.”

            “Thomas, io non ti ringrazierò mai abbastanza, per quello che hai fatto. Se non fosse stato per te, probabilmente Isabella non sarebbe mai nata, e…”

            “Katie, l’ho fatto con piacere.”

            “No, tu hai sacrificato la tua vita per me. Per un mio sbaglio. Non tutti lo avrebbero fatto.”

            “Sì, questo forse è vero… ma non spiega ancora perché tu mi abbia baciata.”

            Katie lo fissò a lungo negli occhi, prima di dargli una risposta, ma quando si fu decisa, il campanello la interruppe.

            “Dannazione, i miei genitori sono in anticipo, e io sono in ritardo! Ti dispiace farli accomodare?”

 

            La cena si rivelò ottima, e grazie a questo successo le capacità culinarie di Katie furono appurate. Sia i Ferguson che i Miller si dichiararono soddisfatti, e Isabella sembrò gradire le attenzioni delle due zie, che non le avevano tolto gli occhi di dosso nemmeno per un istante. Dopo essere diventate cognate, Lucy e Rebecca avevano scoperto di avere molto in comune: d’altra parte, tra le due c’erano solo quattro mesi di differenza – Rebecca era più grande –, e quindi era perfettamente normale che avessero iniziato un’amicizia.

            Rimasti soli, Katie e Thomas misero a dormire la piccola, poi iniziarono a rigovernare.

            “Vai pure a dormire, Thomas. Posso riordinare da sola. Non voglio che tu faccia tardi al lavoro, domani.”

            “Mi fa piacere darti una mano, Katie. E poi sono tuo marito, è mio dovere aiutarti.”

            “Tu fai anche troppo per me, Thomas.”

            “Quello che faccio, lo faccio perché… beh, perché ti amo” ribatté lui, trattenendola dolcemente per un polso. “E come ho detto quando ho accettato di sposarti, non mi aspetto che anche tu mi ami. A me basta questo, sul serio.”

            “Thomas…” sussurrò lei, il viso a pochi centimetri dal suo.

            “Sì?”

            “Io… io voglio fare l’amore con te, questa notte.”

            “Non sei obbligata, Katie.”

            “Non mi sento obbligata, Thomas. Voglio farlo. Desidero fare l’amore con te.”

            Le loro voci si erano ridotte a sussurri, e continuavano a diminuire d’intensità a mano a mano che i loro visi si avvicinavano.

 

            Tra le mani di Thomas, Katie si sentì protetta, difesa. Si sentì al sicuro, come non si era più sentita da quella notte sulla spiaggia. Nonostante fossero trascorsi quasi due anni dall’unica volta in cui aveva fatto l’amore con qualcuno, Katie riconobbe ogni sensazione all’istante. Lasciò che fosse il marito a condurre l’azione, esattamente come aveva lasciato che fosse Javier a farlo la prima volta. Un brivido le attraversò la schiena, nell’attimo in cui le mani di Thomas si posarono sulla sua pelle. Un’improvvisa sensazione di calore si diffuse per tutto il suo corpo, quando le labbra dell’uomo iniziarono a percorrere la curva del suo collo, scendendo verso il seno. Chiuse gli occhi, e subito le apparve l’immagine di Javier. Tentò di rispondere alle carezze di Thomas, ma non riusciva a togliere dalla mente il volto di Javier. Nonostante Thomas le stesse dimostrando tutto il suo amore, lei non riusciva a dimenticare Javier.

            “Ti amo” sussurrò. Quasi non riusciva a riconoscere la propria voce.

            “Ti amo” sussurrò ancora, più avanti.

            “Ti amo.”

            Ti amo, Javier.

   
 
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