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Autore: Yu_Kanda    13/11/2010    2 recensioni
Kanda, uno studente delle superiori di una scuola privata, si trova a scontrarsi con un gatto invadente mentre medita in un parco, ritrovandoselo appiccicato suo malgrado.
[AU, CAT!Lavi (sì, avete letto bene, Lavi è un gatto, un autentico micio DOC), LaviYuu]
[Fanfiction Classificata 2° al Contest "Neko Lovers" indetto da SweetTDemly e giudicato da ro-chan sul Forum di EFP]
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DISCLAIMER: non possiedo alcun diritto su D. Gray-man, PURTROPPO è tutto in mano a quella pazza della Hoshino... Perchè, se fosse stato altrimenti... Il manga non sarebbe diventato un'accozzaglia informe di assurdità, e Lavi sarebbe insieme a Kanda da un bel pezzo!

ATTENZIONE YAOI - se non sapete cosa questa parola voglia dire, o se non gradite le relazioni uomo/uomo questa storia non fa per voi, siete avvisati! Come si dice, se non vi piace NON LEGGETE!




Per coloro che accedono direttamente a questo capitolo, voglio che andiate a vedere il banner che ora fa bella mostra di sé nel primo capitolo, perché lo ho fatto con le mie manine sputando sangue! Non è semplice creare un gatto rosso dal nulla!




Il Gatto sulla Panchina

 

Capitolo 2: Palla di Pelo



 

La mattina seguente Kanda si recò nuovamente nel parco di buon'ora. Dopotutto aveva già deciso di meditare lì anziché a casa per non essere disturbato dai suoi sedicenti fratelli e dal suo autoproclamato 'padre'. Non era assolutamente quel gatto arancione il motivo per cui camminava verso la piccola radura con passo così spedito, no, per niente.

Non era in pensiero per quella stupida palla di pelo. No.

Arrivò alla panchina quasi con il fiatone, ma trovò tutto deserto. Sbuffò appena, posando la cartella in terra e sedendosi sulla superficie di marmo bianco, per poi togliersi le scarpe e posizionarsi a gambe incrociate, il busto eretto e la testa leggermente reclinata in avanti. Chiuse gli occhi e si sforzò di concentrarsi e svuotare la mente da ogni pensiero.

 

 

Lavi galoppava veloce fra l'erba del parco, sperando di trovare ancora sulla sua panchina il giovane intruso cui doveva la vita. Era stato obbediente tutto il giorno e aveva persino finto di andarsene buono buono a dormire come il maestro si era raccomandato. Sgusciare fuori dal loro rifugio nella biblioteca senza farsi scoprire non era stata una cosa facile, ma alla fine appena prima dell'alba ce l'aveva fatta.

Il ragazzo bruno aveva detto di andare a scuola, quindi forse poteva essere già tardi, ma Lavi sperava di trovarlo ancora lì, sulla panchina, immobile in meditazione. Sbucò nell'aiuola principale della radura e si guardò attorno, circospetto. Lui era là.

Il suo volto pareva sereno e come il mattino precedente sedeva a occhi chiusi sulla lastra di marmo bianco, le gambe incrociate, perso in chissà quali pensieri. Lavi quasi emise un miagolio gioioso, impedendo appena in tempo alle sue corde vocali di produrlo, altrimenti l'umano l'avrebbe sentito. Si avvicinò pian piano a lui e gli saltò agilmente accanto, valutando come fare per avere le informazioni che desiderava.

Non è che avesse molta scelta, prese il coraggio a quattro mani, pardon, zampine, e poggiò le suddette, quelle anteriori, sulla coscia del giovane. Quindi, sporgendosi oltre l'apertura della sua camicia, sbottonata fin quasi a mezzo torace, vi insinuò dentro il musetto.

Kanda sentì un leggero peso premergli sulla gamba in due punti e, prima che potesse spalancare gli occhi, qualcosa strusciò contro il suo petto oltre la scollatura della blusa, sulle bende che lo fasciavano. Subito guardò in basso, trovandosi sopra con grande sorpresa il medesimo gatto rosso che l'aveva morso il giorno precedente, con il muso infilato nell'apertura della camicia.

- Che diavolo...? - esclamò, afferrando l'animale con entrambe le mani e sollevandolo ad altezza viso. - Vedo che stai benissimo.

- Miao. - Lavi lo fissò negli occhi scuri, apparentemente senza timore, e Kanda lo lasciò ricadere in terra.

- È troppo sperare che mi lascerai in pace? - chiese, serio; ricevette un altro 'Miao' in risposta, mentre il gatto rosso saltava di nuovo sulla panchina. Kanda sollevò gli occhi al cielo, esasperato, ma al gatto pareva non interessare affatto se il suo comportamento irritasse o no il giovane. Riprese ad arrampicarsi su di lui, cercando questa volta di infilargli una zampina dentro la camicia. - Ehi! - protestò Kanda, sorpreso, spingendolo indietro bruscamente. - Cos'è, ti senti in colpa? - insinuò poi, sbottonando di più l'apertura e facendo scivolare un lato dell'indumento giù da una spalla, mostrando in tal modo il bendaggio che aveva attorno al petto. - Ecco, sto benissimo, contento?

- Miao! - Lavi si sedette a schiena eretta, attorcigliando la coda intorno a sé e facendola posare sulle sue zampine unite, fissando l'umano davanti a lui con il musetto leggermente inclinato.

- Oh, perché mai perdo tempo a parlare con una stupida palla di pelo non lo so! - sbottò Kanda, tornando a chiudere gli occhi e ad ignorare il gatto accanto a sé.

Non sei cattivo come vuoi sembrare, lascia perdere.

Lavi aveva perfettamente inquadrato il soggetto, e quasi trovava il suo comportamento affascinante. Gli si sdraiò accanto, accucciandosi contro la sua coscia. Avrebbe tenuto compagnia all'umano da quel giorno in avanti, visto che aveva l'aria di essere molto solo.

Improvvisamente si udì una melodia provenire dal nulla e Lavi sobbalzò, spiazzato, annusando l'aria e muovendo la testolina a destra e a sinistra per capire da dove venisse quel suono. Perché la sorgente pareva essere assai vicina a loro; quasi sotto di loro.

- Devo andare, è tardi. - disse il giovane, per nulla intimorito dalla strana musica, afferrando la cartella ed estraendo lo stesso aggeggio del giorno precedente.

Era quella cosa la fonte della melodia! L'umano l'aprì e premette qualcosa su di essa, quindi la richiuse infilandola di nuovo dov'era prima, poi si rimise le scarpe e si alzò, la borsa saldamente in una mano. Toccò il naso del felino con un dito.

- Non cacciarti nei guai. - ammonì, e sotto lo sguardo sorpreso di Lavi s'incamminò verso l'uscita del parco, senza girarsi indietro nemmeno una volta. Il gatto sentì nel suo cuoricino una fitta di delusione. - E non seguirmi! - gli giunse di lontano mentre faceva per alzarsi dalla panchina.

Come faceva a saperlo?Lavi si rimise seduto, aveva imparato la lezione, gli sarebbe andato dietro di nascosto, voleva sapere cosa faceva durante il giorno e dove viveva. Quell'umano era coraggioso e gli aveva salvato la vita. Quindi era interessante.

Balzò in terra e iniziò a galoppare fra l'erba del sottobosco, diretto al cancello del parco.

 

 

Kanda riabbottonò per bene la camicia prima di entrare a scuola, non voleva assolutamente domande stupide sul genere 'ma ti fa male?' o sparate simili. Sedette con calma al suo posto e attese il suono della campana.

La lezione iniziò puntuale come sempre e la professoressa di matematica si diede parecchio da fare per prepararli al test che avrebbe avuto luogo la settimana seguente. Kanda era assorto nel prendere appunti quando, nel bel mezzo di una spiegazione, si udì un urlo provenire dal cortile.

Miss Miranda Lotto, la docente in classe in quel momento, s'interruppe subito. S'avvicinò a una delle grandi finestre, imitata da tutti i suoi allievi (tranne, ovviamente, Kanda) e l'aprì guardando subito verso il basso.

No, non era un urlo.

Una sonora risata si levò dagli studenti nel vedere l'origine del rumore sotto le finestre della classe, e la professoressa li invitò a fare silenzio e tornare ai rispettivi banchi.

Il grido si ripeté, e questa volta a finestre aperte poté essere udito distintamente da tutti.

- Miao!

Un gatto. Era un gatto. Cosa ci faceva dentro la scuola? Come si era intrufolato?

- Miao!

A Kanda quasi si fermò il cuore. Si alzò di scatto, gli occhi dilatati per lo stupore, raggiungendo anche lui la finestra più vicina e, scansando i compagni che gli erano davanti, si affacciò a sua volta.

Era proprio lui, il gatto rosso! Come era riuscito a ritrovarlo? Notando gli sguardi diretti verso di lui dagli altri studenti, Kanda sbuffò seccato, mascherando lo shock con una delle solite esclamazioni sprezzanti.

- È solo uno stupido gatto. - disse scrollando le spalle, mentre un inserviente interveniva per catturare il felino e farlo uscire dalla scuola, fallendo. Lavi gli sgusciò fra le dita, ricompensandolo con un bel morso e una zampata, poi fuggì a coda bassa. - CHE. - commentò Kanda, voltandosi e tornando al suo banco.

La lezione riprese, ma il giovane non riuscì più a concentrarsi. Si chiedeva se il gatto rosso fosse stato preso e, se sì, cosa ne fosse stato di lui, perché se gli avevano torto un solo pelo della coda...

Accidenti, ma perché doveva preoccuparsi di uno stupido e incosciente sacco di pulci!

Era appena entrato in classe il professore della terza ora quando un'esclamazione di stupore si levò dagli studenti delle prime file, mutandosi subito in un coro di risate.

Kanda non capiva che diavolo stesse accadendo, persino il professor Mikk era divertito dalla situazione, di qualunque cosa si trattasse.

- Ehi, è lui! - gridò una ragazza dal primo banco e una seconda la imitò, quando un rumore di graffi sul pavimento si unì a quello di una sedia rovesciata.

Kanda sentì qualcosa strusciarglisi fra le gambe e si irrigidì, guardando subito sotto il banco: era sempre lui, la gattastrofe dal pelo rosso.

- Miao! - echeggiò nella confusione generale; in un attimo il gatto balzò sul suo banco, gli occhi pieni di paura e il pelo dritto, la coda ridotta a un piumino tanto era divenuta irta la sua pelliccia.

Tutta la classe rise, incluso il professor Mikk.

- Kanda Yuu, non dovresti portare animali in classe, è contro il regolamento della scuola, lo sai. - lo rimproverò il docente in tono ironico, rivolgendogli un'occhiata divertita.

- Non è mio! - protestò Kanda con enfasi, cercando di allontanare il gatto da sé ma con scarsi risultati, anzi se lo ritrovò accoccolato in grembo.

- Non si direbbe. - commentò il professor Mikk, sorridendogli con quella sua aria maliziosa che tanto lo irritava. - Oppure gli sei particolarmente simpatico.

Risatine si levarono fra gli studenti, che questi ultimi tentavano disperatamente di soffocare, temendo la reazione violenta di Kanda a quel tipo di presa in giro.

- Sciò, dannato sacco di pulci! - sibilò Kanda, scacciando il gatto da sopra di sé.

Lavi lo fissò spiazzato, ma in quel momento entrò un altro inserviente e non gli rimase che scappare di nuovo.

Che paura, quel dannato umano voleva prendermi a colpi di scopa!

Lavi emise un miagolio basso e roco, le fauci appena dischiuse; avrebbe dovuto restare ben nascosto fino alla fine delle lezioni per avere l'attenzione del giovane.

E così si chiama Yuu, è un bel nome.

Si accucciò dentro una siepe del cortile, in attesa della campana che annunciava la pausa pranzo.

 

 

Appena risuonò l'avviso di fine lezioni per la mattinata, che preludeva al pasto di mezzogiorno, Kanda si alzò in piedi con studiata indifferenza, prendendo le sue cose. Era deciso a incamminarsi verso il suo luogo preferito d'osservazione, nonostante ignorasse che fine avesse fatto il gatto arancione.

Non mangiava mai alla mensa, troppa gente, troppa confusione e soprattutto troppi seccatori. Quel giorno però la fortuna cospirava contro di lui; sulla porta della classe comparvero ancora Lenalee e il suo irritante spasimante, il ragazzetto albino che ormai le stava incollato addosso come un francobollo.

- Kanda-kun! - esclamò Lenalee, gli occhi raggianti di gioa. - Mangi con noi oggi?

- No. Sai che ho il mio pranzo. - sottolineò Kanda, lanciandole uno sguardo eloquente.

Era sicuro che la ragazza voleva chiedergli del sangue sulla camicia, sapere come fosse accaduto, sentire se stava bene, e lui invece non aveva alcuna intenzione di parlarne.

- Ma è sempre così poco! Offro io, puoi mangiare tutt'e due. - Lenalee lo fissò con occhi supplici e Kanda sospirò, scrollando le spalle.

- E va bene. Ma non una parola sulla mia vita privata. - stabilì mentre si accodava a loro.

- Come vuoi. - Lenalee fece il broncio per far sentire in colpa l'amico, ma in realtà era al colmo della gioia per essere riuscita a ottenere che pranzasse insieme a lei e ad Allen. Per cui, non restò in silenzio per molto, appena si furono seduti iniziò a parlare della scuola e dei vari assegnamenti avuti dagli insegnanti, mentre Kanda consumava distrattamente il suo cibo.

Lenalee lo osservava con estremo interesse. Era sicura che gli fosse successo qualcosa di insolito il giorno prima e non credeva come tutti gli altri che il suo aspetto provato e le ferite fossero dovute alla solita zuffa con i bulli della scuola.

Inoltre, aveva sentito del gattino che si era introdotto nell'edificio avvicinandosi proprio a Kanda,. Così, quando il giovane prese l'hamburger che lei gli aveva ordinato facendo scivolare la carne dentro il box vuoto del proprio pranzo, fu certa che ci fosse un collegamento fra lui e il gatto.

Sorrise, fingendo di non essersi accorta di quella manovra, anzi distraendo anche Allen con un invito al cinema per la domenica seguente, per evitare notasse l'anomalia.

 

 

Kanda si stava recando alla palestra per l'ora di educazione fisica. Camminando con passo spedito, si guardava sospettosamente attorno nel timore di veder sbucare il gatto all'improvviso. Le sue speranze che se ne fosse andato furono però bruscamente disilluse da un miagolio impaziente, che proveniva dalle siepi nel giardino della scuola. Immediatamente il giovane si avvicinò alla fonte di quel richiamo per impedire che l'animale uscisse dal nascondiglio, facendosi scoprire, ma fu tutto inutile. Non fece in tempo nemmeno a individuarlo che già gli si stava strusciando contro le gambe.

- Miao! - Lavi era davvero felice che il giovane non ce l'avesse davvero con lui, come gli era parso dal suo comportamento in classe, e sperava che adesso potessero passare un po' di tempo insieme.

- Shhhh! - lo implorò Kanda, ma inutilmente. Dalle finestre della scuola (e dai compagni che come lui dirigevano in palestra) già gli arrivavano i primi commenti, e non poteva farci nulla. Dal fin troppo scontato 'Non si possono portare animali a scuola' allo 'Hai fatto un'altra conquista, Kanda!' passando per il più classico 'Non sapevo avessi un cuore'. Ne aveva davvero abbastanza di quella storia. - Come devo dirvelo, non è mio! Piantatela o ve ne faccio pentire!

Tutto inutile. Con un'esclamazione esasperata Kanda voltò le spalle agli studenti tuttora impegnati a punzecchiarlo e, ignorando il gatto che ancora si strofinava a lui, proseguì con passo irritato verso la sua destinazione.

- Miao! - sentì chiamare dietro di sé, ma non si voltò. Nemmeno quando l'urlo dell'inserviente risuonò nell'aria minacciando la povera bestiola di farla a fettine.

- Ti ho trovato, gattaccio! Vieni qui che ti porto al cuoco! - promise l'uomo avvicinandosi a Lavi, il quale per tutta risposta gli assestò una zampata micidiale e poi si diede alla fuga.

Kanda sperò che non lo prendesse, sebbene proprio lui si fosse disinteressato della sua sorte giusto pochi attimi prima.

 

 

Più tardi, prima di rientrare in classe per l'ultima ora, Kanda si recò nel suo posto preferito: il tetto della scuola. Su di esso c'era una terrazza piuttosto grande, recintata da un parapetto di metallo.

Si appoggiò alla spessa sbarra che faceva da corrimano, lasciando che il vento gli scompigliasse i capelli e godendo della luce del sole di quel tardo pomeriggio.

- Miao! - sentì provenire da sotto di lui, e si lasciò sfuggire un sospiro.

- E così mi hai trovato anche qui. - commentò abbassando lo sguardo sul gatto rosso, che lo fissava col musetto all'insù e due occhioni speranzosi. - Devi smettere di seguirmi, soprattutto a scuola. È pericoloso e la gente è idiota.

Sì, gli umani sono stupidi. Ma tu sei diverso.

- Miao?

- CHE, come se potessi capirmi. - mormorò Kanda, assestandogli una carezza ruvida sulla fronte.

L'insistenza di quel gatto lo spiazzava completamente, davvero non riusciva a capire come mai trovasse tanto desiderabile stare in sua compagnia. Lui che rifuggiva il contatto con chiunque, uomo o animale che fosse.

Non era abituato a essere cercato senza un secondo fine, l'innocenza di quella bestiola lo colpiva profondamente. Era stato davvero un incontro bizzarro, e il giovane quasi si sentiva tentato di assicurarsi che quel randagio avesse realmente un rifugio dove tornare.

- Devo andare. Tornatene dove vivi, ovunque sia, prima che ti cacci ancora nei guai. - si raccomandò di nuovo, nonostante sapesse che erano parole buttate al vento.

- Miao... - Lavi lo seguì con lo sguardo mentre imboccava le scale, scomparendo alla sua vista.

L'avrebbe aspettato fuori della scuola allora, dopotutto voleva sapere dove viveva.

 

 

Finalmente quella lunga giornata volgeva al termine. Kanda si affrettò a lasciare la scuola, prima che Lenalee potesse placcarlo per tentare di costringerlo a cenare a casa sua o peggio, ad andare fuori da qualche parte per 'distrarsi' un po'.

Sbuffò contrariato. Quando avrebbero smesso di seccarlo con quelle sciocchezze? Un impatto contro il polpaccio lo fece trasalire. Il giovane si voltò di scatto, trovando dietro di sé l'ormai onnipresente gatto rosso, che lo prendeva affettuosamente a testate mantenendosi nella sua scia, forse per restare all'ombra mentre camminavano.

- Dannazione gatto, la smetti di ossessionarmi? - scattò Kanda, calciando una pigna verso l'animale, che la saltò agilmente.

Non mi chiamo gatto! Il mio nome è Lavi! Ma non posso farglielo capire... Uffa.

- Miao! - esclamò in tono offeso, che a Kanda parve né più né meno uguale a tutti gli altri miagolii che gli aveva rivolto.

Era tutto inutile, gli umani erano stupidi, non poteva pretendere che questo invece capisse. Si portò davanti al giovane, camminando in diagonale per seguirne i movimenti, scattando avanti per un pezzo per poi fermarsi ad aspettare di essere raggiunto.

- Che intenzioni hai adesso? Non vorrai mica venire a casa con me! - chiese Kanda in tono minaccioso; il "Puurrr" che ebbe in risposta fu più che eloquente a riguardo, e il giovane alzò gli occhi al cielo. - Non se ne parla nemmeno! - il felino si strusciò ancora contro le sue gambe, guardandolo con aria supplice e appoggiandogli le zampine contro un ginocchio. - E no! Non ti prendo in braccio!

- Miao?

- Ho detto no! - ribadì Kanda ferreo, armeggiando con la cartella ed estraendo la scatola del pranzo. - Sono sicuro che hai fame, ecco qua. - rovesciò la carne sul muretto adiacente e quando il gatto vi salì per mangiare riprese per la sua strada. Dopo neanche due passi l'animale era di nuovo davanti a lui. - Maledizione! Mangia e vattene a casa tua!

- Miao. - Lavi sostenne lo sguardo del giovane, e questi sospirò, allargando le braccia.

Tornò verso il muretto e attese che lui mangiasse, poi l'abbandonò di nuovo.

Eh, no, dove credi di andare?

Lavi gli corse dietro senza perdersi d'animo; non sarebbe riuscito a seminarlo, no!

Kanda non sapeva più che fare per liberarsi del suo inseguitore. Il cibo non aveva funzionato e per farglielo mangiare era stato costretto a restargli vicino, e...

A dire il vero non sapeva nemmeno lui perché l'aveva fatto, attendere affinché uno stupido gatto finisse di mangiare! Quella palla di pelo l'avrebbe fatto ammattire se continuava così. E lo stava ancora seguendo!

Adesso però era arrivato alla fermata della metropolitana, lì avrebbe dovuto fermarsi per forza. Kanda scese verso la piattaforma che portava ai binari e attese il primo treno che l'avrebbe portato a casa.

La stazione era alquanto affollata, e in breve il giovane perse traccia del gatto, tirando un sospiro di sollievo. Salì sul treno e si aggrappò ai sostegni, pregustando la soba che avrebbe preparato una volta arrivato a casa.

Era perso in questi pensieri quando sentì qualcosa strattonargli i pantaloni. Sicuro che qualcuno stesse cercando di derubarlo si voltò a muso duro, facendo per chinarsi in avanti a sventare il tentativo. Invece incontrò lo sguardo per nulla intimorito del gatto rosso, il quale come se niente fosse si stava arrampicando con le zampe anteriori sulle sue gambe.

Kanda lo fissò incredulo, le labbra appena aperte nell'atto di dire qualcosa che invece gli morì in gola.

- Miao? - si lamentò Lavi; sperava ardentemente di essere preso in braccio alla svelta perché con tutti quei piedi in giro temeva sul serio che qualcuno lo schiacciasse.

Kanda al contrario non era affatto intenzionato a collaborare, e invece di aiutarlo gli gridò contro.

- Dannata bestiaccia! Sciò! Gli animali non possono salire in metropolitana! - non riusciva proprio a credere che quel gatto avesse davvero osato seguirlo dentro il vagone del treno, era semplicemente folle!

Stava per buttarlo fuori alla prima fermata quando gli altri passeggeri si misero in mezzo.

- Suvvia giovanotto, non sia crudele. Non vede come è spaventata quella povera bestiola? - esordì un'anziana signora seduta dall'altro lato della vettura, allungando una mano verso il micio. - È solo un adorabile gattino, che male fa se viaggia con noi.

- Miao! - Lavi intravide la salvezza, e balzò oltre la cartella poggiata fra i piedi di Kanda per raggiungere la sua benefattrice.

- Oh che dolce! Nonna, è davvero carino posso toccarlo? - esclamò la ragazza seduta accanto alla vecchina tanto gentile che aveva intercesso per lui, strattonandole la manica.

La donna annuì e la fanciulla abbassò la mano per avvicinargliela, lentamente, timorosa che si impaurisse ancora di più. Lavi non si fece pregare e infilò la testa nel cavo di quella mano protesa, lasciando che gli scivolasse lungo la groppa.

Gli umani erano davvero stupidi, bastavano un paio di moine e subito si scioglievano in coccole e carezze, permettendogli persino di seder loro in grembo.

Lavi saltò agilmente sulle ginocchia della ragazza, che gli sorrise felice, grattandogli dietro un orecchio; quindi si accoccolò contro di lei, facendo le fusa.

Kanda gli lanciò uno sguardo truce, voltandosi poi di nuovo verso la porta della carrozza. Che spettacolo disgustoso, era bastato l'invito di una bella ragazza e subito quel sacco di pulci le si era precipitato sopra. Gli animali agivano esattamente come le persone.

Appena raggiunta la sua fermata Kanda si precipitò fuori senza curarsi di che fine avrebbe fatto il gatto, mescolandosi agli altri passeggeri in discesa e puntando dritto verso l'uscita.

Lavi drizzò immediatamente le orecchie quando si accorse che il suo umano, Yuu, era sparito all'improvviso. Fece appena in tempo a balzare in terra e poi attraverso le porte in chiusura, strappando un'esclamazione delusa alla ragazza che l'aveva coccolato per l'intero tragitto.

Saettando fra la folla annusò l'aria alla ricerca della traccia olfattiva lasciata dal giovane, ma tutti quegli odori mescolati insieme lo confondevano. Le fauci leggermente aperte usò anche il suo secondo sistema di percezione degli odori, sperando di captare in tal modo la scia lasciata del giovane umano.

Dopo alcuni minuti di panico finalmente sentì qualcosa di familiare; salì di corsa le scale, cercando di evitare le altre persone presenti, e alla fine lo vide camminare verso una delle uscite. In un batter d'occhio gli fu di nuovo accanto.

- Miao! - protestò risentito, e vide il giovane quasi sobbalzare per la sorpresa di udire di nuovo la sua voce.

- T-Tu... - balbettò Kanda, la mano sul cuore. - Dannata palla di pelo rosso! Come diavolo hai fatto? Oh, lascia perdere, tanto non puoi dirmelo. - si accosciò per strofinargli il musetto, grattandogli la fronte. - Hai vinto, ti porto a casa mia. - disse sconsolato, allargando le braccia in segno di resa; del resto a quell'ora non poteva certo tornare indietro per ricondurlo nel parco dove l'aveva incontrato la prima volta. Sospirò, raddrizzandosi. - Ma non ti prendo in braccio, scordatelo.

Il gatto agitò un orecchio in risposta a quell'affermazione, quindi gli trotterellò dietro felice.





@redseapearl: Bé sì, alla fine ho deciso di pubblicarla senza cercare prima di spacciarla da qualche altra parte...

>>"Lavi in versione gatto fa troppa tenerezza, mi ricorda molto il gatto con gli stivali di Shrek!"

Assolutamente volontario! I gatti rossi, quando ti guardano dal basso con occhioni speranzosi fanno tutti l'effetto "gatto con gli stivali" di shrek XD

Non so, ma Kanda mi dà l'impressione di chi è gentile con gli animali (a modo suo ovviamente) ma non con le persone... Forse perché gli animali non parlano quindi non possono rompergli l'anima a parole?

Ed alla fine anche lui parla tanto e poi si para davanti al disgraziato di turno per difenderlo (uno fra tutti, Gozu)...

Te lo dissi no, che volevo usare una società dei gatti^^ Hevlaska era perfetta per il ruolo di capo-clan, di solito è difficile inserirla come personaggio attivo, ma come gatto, bé... ci sta troppo bene secondo me!

Devo essere sincera, mi sono troppo divertita a descrivere l'attentato di Lavi alla farfalla XD

*ama i gatti alla follia*

Immagino che si capirà andando avanti con la storia che ho avuto a che fare con più di un gatto, e per la cronaca ne ho accudito per un periodo anche uno rosso: che gattastrofe era anche lui! Però assolutamente adorabile, un pezzo di pane^^""


@valentinamiky: Shiiiiii le storie miciose sono tutte belle!

*solleva tutte e due le Mugen, vecchia e nuova*

La spedizione punitiva è in programma e cerchiamo attentatori per parteciparvi.

Ed io non le lascerei intero nemmeno un ossicino. E' meglio se smette di rovinare i suoi personaggi e la storia.

Sì, a Tokyo ed Osaka ho parlato con diverse Giapponesi, anche loro incazzate nere come me...

*I croccantini* Sì, micio-Lavi li gradisce XD

Bookman, Bookman... Purtroppo, data la veneranda età non ha un cacchio di meglio da fare che star dietro al pupillo per inibirne le aspirazioni... Che ci possiamo fare? Speriamo tiri le cuoia presto anche lui.

Oddio che brutti ricordi, il mio gatto rosso che mi saliva sul tavolo e poi si SEDEVA su qualunque cosa stessi facendo, incluso mentre mangiavo, perché lui doveva assaggiare TUTTO ciò che piaceva a me, compresa la FRUTTA e lo YOGURT...

"*immagina Lavi-neko acciambellato sulle gambe di Yu mentre fa i compiti*"

Ci ha già provato, ma Yuu in pubblico non glielo permetterà mai XD


@Kuroi.ren:

>>"Leggere il primo capitolo di questa fic "miciosa" è stato un balsamo per codesto povero cuoricino afflitto dalle ultime novità delle scan."

Non me ne parlare... Sennò prendo il primo volo disponibile e l'ammazzo prima che consegni le nuove tavole...

>>"Lavi-micio è davvero adorabile**! Non posso non amarlo, mi viene voglia di strapazzarlo di coccole! E, sebbene ora faccia il "duro", penso che anche Kanda cadrà vittima dei suo occhioni verdi "

XDDD Tutti cadono vittima degli occhioni verdi di un gatto rosso! I musetti dei gatti rossi (o arancioni, comunque li si voglia chiamare) sembrano più espressivi di quelli degli altri gatti XDD

Hevlaska micia candida dagli occhi turchesi la trovo molto affascinante, e poi una volta tanto le spetta di avere un ruolo importante!

Bookman è sempre il solito, solo a quattro zampe stavolta. E trovo anche io che la razza di gatti senza pelo sia perfetta per lui, per la conformazione del muso in particolare XD

Due immagini qui:
Gatto Sphynx 1
Gatto Sphynx 2

>>"Se smetti di scrivere poi io come faccio a consolarmi dopo aver letto i nuovi capitoli ç_ç? Fanservice for fanservice's sake *O*/!"

Lo so, ma c'è davvero poco da fare se la situazione non si risolve. Forse però ho trovato un buon compromesso, devo vedere cosa ne viene fuori.

E speriamo che la pazza finisca sotto un treno mentre va a consegnare le nuove tavole.

   
 
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