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Autore: _kirpy_    13/11/2010    4 recensioni
Heilà gente !! Questa è stata la prima storia che ho scritto e pubblicato su questa magnifica pagina. Sono passati sei anni da allora e ho deciso di riprenderla in mano e modificarla un po' , ottima decisione perché quando l'ho riletta mi sono letteralmente messa le mani nei capelli.
Storia leggera e senza pretese , ho voluto mantenere la linea semplice che la me 12enne le diede , ho deciso di scriverne altre ma prima mi piacerebbe un po' aggiustare quelle vecchie e quindi eccoci qui .
Spero che la storia non vi annoi troppo e che questa volta io non abbia offeso troppo la nostra splendida lingua
Il titolo dice tutto quindi non ho niente da aggiungere se non..... Lui , Lei e un calcio diritto nello stomaco , potrebbe esistere primo incontro più romantico ? Di certo non per loro
Buona lettura !
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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~~Quel giorno la spiaggia era talmente affollata che quasi non si vedeva, le sembrava alquanto inutile anche cercarlo un buco dove potersi infilare col suo telo e il suo adorabile “ombrellone” monoposto, inoltre il caldo aumentava a dismisura il suo nervosismo, non che ci volesse molto comunque.
Era stanca di camminare trai i molteplici ombrelloni e scansare bambini alle prese con un’architettura assai discutibile ma soprattutto di vedere gente stesa al sole a godersi quella bella giornata mentre lei era ancora vestita e già zuppa di sudore.
Stanca voltò le spalle alla spiaggia, era già pronta a infilarsi nel suo adorabile macinino e tornarsene a casa quando una folata di vento le fece arrivare alle narici e al cuore l’odore salmastro tanto amato. Forte di una nuova determinazione si rimise a cercare un cantuccio dove potersi stendere, anche perché doveva assolutamente prendersi una meravigliosa abbronzatura per far morire di vergogna quel fantasma imbellettato di Perona e la sua festicciola super lussuosa da quattro soldi. Subito il contatto con la sabbia la riportò alla calma: la sensazione di morbidezza sotto i piedi, i piccoli granelli di sabbia che passavano fra le dita e le facevano un piacevole solletico, il caldo tepore che le riscaldava la pianta dei piedi. Solo dopo, uscita da quella specie di trans contemplativa, si accorse che il lieve calore iniziale si era trasformato in un fuoco tremendo, cosi cominciò a saltellare da un ombrellone all’ altro fin quando non immerse i piedi nell’acqua gelida, a quel contatto tremò piacevolmente e i ricordi la sommersero facendole scappare una lieve risata gioiosa. Alzò gli occhi al cielo per vedere la meravigliosa limpidezza di quella giornata soleggiata e fu allora che poso lo sguardo su un microscopico pezzetto di sabbia dorata. PERFETTO! Aveva finalmente trovato il suo angolo di paradiso



Da quanto non si prendeva una meritata ora di riposo !?forse dal viaggio in aereo? ma no quell’adorabile moccioso aveva disturbato la sua pausa; allora in palestra, il cigolio degli attrezzi gli era sembrata una ninna nanna! ma nemmeno, c’era stato quello stupido energumeno che… che poi, che gli fregava !? poteva riposarsi adesso, poteva farlo veramente.
Il campionato di Kendo era finito e lui aveva fatto il secondo posto, ancora!
Erano passati ormai anni dalla sua prima partecipazione ma non era ancora riuscito a battere quel dannato vecchiaccio, campione in carica dall’età dei matusalemme probabilmente. Chiuse gli occhi dietro le lenti scure per godersi in santa pace il calore del sole e il suono delle onde.
Pace! la cosa che più preferiva. Una calda, piacevole, silenziosa pace. Ricordò, ormai troppo tardi, che non bisognerebbe mai fare, in nessuna situazione, certe affermazioni.
Il sapore della sabbia gli aveva già riempito la bocca



Che poi perché la gente doveva prendersi tutto quello spazio, non c’era steso nemmeno qualcuno su quei dannatissimi teli dai colori improponibili. Si spostò un po’ sulla destra e senza accorgersene colpì uno di quei castelli di sabbia mezzi diroccati e portatori di sciagure. Mentre sproloquiava, in modo assai garbato, contro poveri sventurati rei di chissà quale crimine, una presa salda e improvvisa le circondò la caviglia e, come le aveva insegnato il buon vecchio Genzo, colpì più forte che poté
-ma porca...! -
Poi il suo stupendo deretano atterrò con un tonfo poco signorile sulla sabbia bollente
-ouch-



Non che gli avesse fatto male, certo che no diamine! Ma non cambiava il fatto che quel calcio non se lo meritava, per niente. Strinse ancora di più la sottile caviglia e la strattonò verso di sé affinché il colpevole di tale ingiustizia cadesse. Fu così che incontrò gli occhi caldi del miglior guaio della sua vita.
I capelli rossi sembravano ardere sotto il sole di quella calda giornata estiva e la pelle bianca coperta di efelidi luccicava come una lama ben lucidata, il leggero vestito floreale, a causa della caduta, la circondava come i petali delicati circondano il…ma che cazzo stava dicendo?
-hei tu scimmione, si dico a te razza di punk poco riuscito quindi puoi anche evitare di guardarmi con quella faccia da ameba. Ti sembra il modo di trattare una signorina questo? dovresti scusarti per il disturbo che hai arrecato alla mia persona, avresti potuto uccidermi! Non tutti siamo Mister muscolo pompato, sai? e vuoi rispondere santo cielo! -
Cioè, quella mocciosa lo aveva disturbato, calciato, offeso ed era lui che doveva scusarsi ?!
Trattenne una risata, cioè…almeno ci provò, seriamente! Ma questa gli scappò via dalle labbra, guarda te che tipino. Calma e silenziosa mattinata? come no, si era appena tirato un evidente disastro ambulante addosso



Quel cretino muschiato non voleva proprio smetterla di ridere, perché avrebbe dovuto farlo poi ?! non era lui quello che si era preso una paura bestiale e si era ritrovato con il sedere dolorante sulla sabbia bollente. Al diavolo le scuse che aveva pensato, forse, di fargli. Era assolutamente colpa SUA e dire che avrebbe potuto perdonarlo se solo fosse stato un po’ più gentile, infondo...come si poteva tenere il broncio a un simile bronzo di Riace? Aveva quell’adorabile “tartarughina” e guarda se quelle non erano le carinissime lineette che portano diritte diritte…oh porca miseria! quel luccichio al capezzolo destro continuava a rubarle l’attenzione. Venne riscossa dalla voce del fustac…ragazzo con i capelli verde vomito
-dovresti stare più attenta quando ti muovi bambolina, non sembri esattamente un tipino aggraziato-
-non chiamarmi bambolina razza di microcefalo con la testa muschiata. Non è di certo colpa mia, sei talmente insignificante che non ti avevo nemmeno notato –
-certo che no bimba, infatti la bava che cola dalla tua adorabile boccuccia e perché hai voglia di gelato, vero mocciosa? -
Sentì il volto pulsare dalla vergogna e la sua risata roca le annebbiò la vista a causa della rabbia e dell’eccitazione, la prima però prevalse



Adorabile, bella, sexy, divertente, eccitante. La conosceva da pochi minuti e già gli faceva ribollire il sangue nelle vene, possibile una cosa del genere?
 Era talmente immerso nei suoi pensieri che non si accorse del pugno che stava per arrivare da quell’ apparente tenero gnomo. Quota due, non era mai stato un tipo paziente e, anche se quel peperino lo eccitava, quella era l’ultima volta che le avrebbe permesso di mettergli le mani addosso, almeno non in quel modo si intende
-ok tigre, non ti pace che la gente rida di te, capito. Posso lasciarti o devo prepararmi al prossimo assalto! penso che per oggi un calcio e un pugno possano bastare –
-tu evita di comportarti da bifolco e io potrei rinfoderare gli artigli –



Gli fece la linguaccia e lo vide sogghignare, cercò di trattenere a sua volta un sorriso. Era possibile provare antipatia verso uno sconosciuto e contemporaneamente voler passare più tempo possibile in sua compagnia?
-ah già meglio, ma la prossima volta lasciatela scappare quella risata. Ora che abbiamo chiarito, che ne dici di dirmi il tuo nome? -
-dalle mie parti prima di chiedere a qualcuno il proprio nome bisogna presentarsi –
-alzo le mani allora, Roronoa Zoro per servirla … quindi bambolina? -
- Nami Cocoyashi, –
-e sei da sola, Nami? -
-mio padre mi ha insegnato che è meglio non rispondere a certe domande –



 Il mento alzato in modo impertinente; il furbo luccichio negli occhi e quel sorrisino accennato sulle labbra morbide gli fecero infiammare il corpo e un sorriso irrefrenabile gli si disegnò sulle labbra. Dio, Nami gli piaceva già e avevano scambiato solo qualche battuta
-quindi non accetteresti nemmeno di venire a prendere qualcosa al bar con me? -
-dipende, paghi tu? -
- ohoh, sei intraprendete mocciosa. Mi stai forse chiedendo un appuntamento? -
- prima che cambi idea, vuoi offrirmi quel famoso gelato o no? -
 Gli scappò un'altra risata, il cuore leggero. Provava qualcosa di così forte per la prima volta e non sapeva spiegare il perché o come fosse possibile
-sai Nami, sento che se sprecassi quest’opportunità me ne pentirei per tutta la vita –
-ma pensa un po’, abbiamo qualche punto di incontro allora –

Nami gli lanciò un’occhiata divertita
Zoro sorrise deliziato
Entrambi pensarono che infondo un po’ di caos e tempesta nella propria vita sarebbe stato molto più bello e divertente di una tranquilla e perfetta giornata di sole
 

  
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