Lullaby

Quando Luna era piccola, per farla addormentare bisognava cantarle una ninna nanna, altrimenti era impossibile farle chiudere occhio.  Così ogni sera sua madre si sedeva ai piedi del suo letto, con una mano appoggiata sulla pancia della bambina e intonava una breve canzone.
Nonostante fosse passato tanto tempo dall’ultima volta che l’aveva udita, Luna la ricordava ancora perfettamente. Ed ogni sera, sdraiata nel letto nel dormitorio dei Corvonero, la cantava.
La sua voce acuta diventava un lieve sussurro che nessuno riusciva a sentire. Con dolcezza pronunciava lentamente ogni parola, che si perdeva nell’aria fredda della sua camera.
- Io non sono brava come te, mamma – disse una sera, dopo aver finito di cantare. – Però ai Nargilli piace la mia voce, sai? È da un po’ di tempo che non mi rubano più niente. A te piace la mia voce, mamma?
Nessuna risposa. Solo silenzio.
Orrendo silenzio.
Chiuse gli occhi, e lentamente una lacrima le scivolò lungo la guancia. Ma solo una, perché Lunatica Lovegood non era tipo da perdersi in un fiume di lacrime.
- Mi manchi tanto, mamma – disse Luna, sta volta a voce più alta.
E, lentamente, riprese a cantare.

Devo dire che mi piace abbastanza, ma non credo sia una delle migliori One – Shot che ho scritto su di lei (e questa è anche l’unica che ho pubblicato… T_T). Basta dire che io Luna l’adoro, e che come minimo dovevo dedicarle queste misere… duecentoquaranta parole, ecco.
Volevo anche dire che la ninna nanna non l'ho scritta io sul momento, ma è una canzone che cantavano i maestri del mio asilo per far addormentare i bambini... Non so se ho azzeccato tutte le parole, perché non la ricordo molto bene.
In ogni caso, voi cosa ne pensate? Fa schifo? L’adorate? Cinquanta e cinquanta? 
Lasciate una recensione, se volete, altrimenti tenetevelo per voi.
Un bacio a tutti, 
 
_ Ariel Riddle Volturi _