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Autore: Youki    20/11/2005    1 recensioni
Vento di battaglie per Inuyasha e i suoi amici. La guerra per i frammenti della Shikon no Tama continua, ma le vicende del passato tornano ad intrecciarsi con il presente e la tela di Naraku, ordita 50 anni prima, ancora una volta allunga le sue maglie sul futuro dei nostri amici. Ma non saranno soli a combattere...qualcuno sta tornando dal passato solo per combattere al fianco di Inuyasha. COMPLETA, posterò il più regolarmente possibile!
Genere: Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Naraku, Nuovo personaggio, Sango, Sesshoumaru, Shippou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: Mi spiace avervi fatto attendere tanto questo capitolo, ma sono un’autrice pignola e anche se odio correggere I miei lavori in corso di pubblicazione, purtroppo stavolta ho dovuto farlo. Qualcosa non mi tornava e devo ammettere che la soluzione che ho trovato è così semplice che mi son stupita di non averci pensato prima...Oggi, in data 20/11/2005, pubblico il nuovo capitolo di Yume no Mai e contemporaneamente ho apportato una piccola correzione al capitolo 8 parte I, nel momento in cui Sayouki attraversa la barriera creata dalla Scure. Chi avesse già letto il capitolo prima della data odierna, è sollecitato a dare un’occhiata a quelle poche righe...La modifica appare davvero insignificante, ma in realtà ha un grande impatto sulla storia, perchè fa la differenza tra la volontà di Sayouki e quella di Naraku...Spero mi perdonerete questa correzione postuma, prometto di non farlo più!
Grazie per il vostro sostegno!
Youki


Cap 9

Shocking Revelation

di Youki

(htpp://www.youki-laportadellalba.splinder.com)


Un silenzio innaturale scese su tutti i presenti mentre l’eco dell’ultimo grido rimbalzava invano sulla parete rocciosa e si perdeva nella desolazione di quel luogo morto.
-Naraku! Tu sia per sempre dannato!!- inveì ancora il nuovo arrivato, la voce incrinata, i pugni serrati. La chioma argentea si agitò selvaggiamente quando scosse violentemente la testa e raccolse il fiato per lanciare un ultimo grido, disperato e insieme terribile. -MAADREEEEEEEEEEEEE!!!-
Sango, Miroku e Kagome, disposti in in difesa di Inuyasha, rimasero attoniti, incapaci di proferir parola. Fu Inuyasha a rompere ili silenzio con un gemito inarticolato, misto di dolore e sorpresa. L’hanyou guardava allibito il nuovo arrivato, senza tuttavia riuscirne a mettere bene a fuoco la figura argentea ora immobile, di spalle, al centro della radura. Non poteva vederlo chiaramente, ma ora percepiva distintamente la sua aura. Un’aura demoniaca.
Miroku, che si era chinato per sorreggere l’amico, sollevò lo sguardo preoccupato: chi gli stava dinnanzi era un giovane youkai, molto giovane per quanto si poteva arguire dalla statura ridotta e dall’esile corporatura. Un giovane...o...una donna. Fosse quel che fosse, la sua aura demoniaca indicava che non era qualcuno da sottovalutare.
-Chi diamine...?- bofonchiò Inuyasha e solo allora il bonzo si accorse che l’hanyou strizzava gli occhi nel vano tentativo di mettere a fuoco la figura davanti a loro.
Anche le ragazze erano rimaste immobili, incapaci di decidere cosa fare: pure loro avevano intuito che, nonostante l’apparenza, quello che si trovavano davanti era pur sempre uno youkai. Eppure qualcosa le tratteneva dall’agire; perfino Sango, sempre pronta a scagliare il suo Hiraikotsu, non riusciva a distogliere gli occhi da quell’ammaliante piccola figura: era vestita da capo a piedi di sete bianco-ghiaccio dalla foggia esotica, con ampie maniche e un lungo gilet affibbiato in vita; una cascata di setosi capelli argentati scendeva sulle spalle esili, coprendo parzialmente il disegno a losanghe blu, unico ornamento in tutto quel candore. Non portava armi, solo un piccolo tascapane appeso alla cintura. D’altronde, come avevano già potuto notare, non aveva bisogno di una spada al fianco per potersi difendere...
All’improvviso il giovane parve ricordarsi di non essere solo e si volse a fronteggiare Inuyasha e i suoi compagni.
L’unico a non sussultare fu proprio l’hanyou, che, la vista sfuocata, non potè vederlo in viso.
Il giovanissimo volto dai tratti delicati, ancora in parte infantili e per questo effeminati, era tuttavia indubbiamente quello di un maschio. La sua pelle, fresca e candida, riluceva di sfumature azzurrine e sulle gote spiccavano due vivide striature blu che sottolineavano la curva degli zigomi e lo sguardo freddo e diffidente. E fu questo sguardo a raggelare tutti gli astanti: un paio di occhi color del ghiaccio li stavano valutando uno ad uno...occhi tanto incredibili li avevano visti solo una volta: sul volto di Sayouki. Ma se fosse finita lì, il loro sconcerto non sarebbe stato altrettanto giustificato. Il fatto era che quegli occhi si aprivano su un volto che somigliava in modo impressionante a quello di un’altra loro conoscenza.
-Q...que...quel...ragazzino...- Kagome non riusciva nemmeno a formulare pensieri del tutto coerenti, tale era stato lo shock -...è...è...ha...chiamato Sayouki...madre...??- balbettò incerta, rinnovando l’interesse di Inuyasha. L’hanyou digrignò i denti per lo sforzo di sollevarsi su un gomito e chiese:
-Cosa c’è?! Dannazione...-
-Ecco...beh...pare la copia in miniatura di Sesshomaru!- rispose tesa Sango, dando voce al pensiero comune.
Inuyasha non rispose. Non poteva vedere chiaramente i tratti del giovane di fronte a loro, ma i suoi amici non avevano motivo di mentire. La sua mente galoppò veloce attraverso il tempo e di nuovo antiche ferite mai rimarginate si riaprirono suppurando veleno.
‘Lei mi ha mentito...Ha sempre mentito!!’
Simili pensieri si rincorrevano dolorosamente nella sua testa ferita e confusa fin quasi a farla scoppiare. Una rabbia a lungo sopita nei confronti della sfuggente Sayouki si risvegliò dopo un lungo sonno e ricominciò ad ardergli nel petto, dandogli la forza necessaria per resistere al dolore mentre si alzava faticosamente in piedi.
-Tu... - mormorò in un ringhio sommesso.
Per una frazione di secondo la vista gli si schiarì e Inuyasha vide un lampo di riconoscimento incrinare il ghiaccio di quello sguardo. Purtroppo il suo fisico lo tradì e, rimasto completamente senza forze, dovette abbandonarsi al completo oblio, cadendo svenuto a faccia in giù sul terreno.
Il giovane youkai lo fissò ancora per un attimo e, senza scomporsi nè muoversi, osservò:
-Se non erro, voi siete il gruppo di cui si sente tanto parlare, e lui - indicò con un cenno secco l’hanyou ora inerte tra le braccia di Kagome -è Inuyasha, vero?-
La sua voce era ancora quella di un bambino, chiara e limpida come acqua di fonte e altrettanto pura e cristallina...e fredda...
Sango, Miroku e Kagome furono colti di sorpresa da quella constatazione. Se come molte cose davano a pensare questo ragazzino era figlio di Sayouki, lei doveva avergli sicuramente raccontato di Inuyasha...e di Sesshomaru...ma...perchè un comportamento così ostile?
Fu come sempre Kagome, seguendo il proprio istinto, a compiere il passo giusto, facendosi avanti e a rivolgendogli per prima la parola con fare gentile:
-Esatto, lui è Inuyasha. Io sono Kagome e loro sono Sango, Miroku e Kirara.- presentò ad uno ad uno i componenti del gruppo, poi, divincolandosi dalla stretta di Sango e facendo cenno ai compagni di stare indietro, continuò ad avvicinarglisi:
-E tu? Chi sei, tu?-

Ora fu il turno del giovane ad esitare: percepiva un’aura molto potente provenire da quella strana ragazza e non sapeva come comportarsi. Aveva riconosciuto immediatamente Inuyasha, ne aveva sentito parlare spesso da Sayouki, come pure gli era bastata una fugace occhiata, l’unica che per ora si fosse concesso di dedicargli, per identificare Sesshomaru. Ma gli altri? Aveva solo informazioni frammentarie che lo inducevano a prestare la massima attenzione a quei tre umani.
Sapeva che il monaco era in grado di padroneggiare una tecnica altamente distruttiva chiamata Kazaana, la ragazza con l’enorme boomerang, era una temibile youkaitaijiya, mentre si vociferava che l’altra ragazza, quella che ora gli stava davanti con addosso quello strano kimono, fosse una miko dai grandi poteri, addirittura la reincarnazione della potente Guardiana Kikyo.
Li valutò tutti ad uno ad uno, compreso il grosso felino che, ringhiando sommessamente, si era schierato in difesa di Inuyasha; infine il suo sguardo tornò su Kagome.
La ragazza lo guardava diritto negli occhi, senza la minima traccia di diffidenza. Si poteva essere così ingenui? Era forse stupida? Offrirsi così disarmata ad un potenziale nemico?
Kagome fece un altro passo avanti ed il giovane contrasse le mascelle, teso. Era una trappola? Cosa voleva quella da lui?
-Sarebbe quantomeno educato rispondere, non trovi?-
Il giovane youkai sobbalzò impercettibilmente a quel rimprovero materno. Quella strana miko lo aveva forse preso per un bambino...? Qualcosa lo spinse a rispondere.
-Il mio nome è Ryu.- ribattè, ed ergendosi in tutta la sua parca statura, quasi eguagliò Kagome in altezza.
Inaspettatamente Kagome sorrise e fu come se un calore inatteso ma a lungo agognato gli riscaldasse un punto profondo dell’anima.
-Non devi essere così diffidente, stiamo dalla stessa parte...Anche noi siamo amici di Sayouki...-
Ryu non disse nulla tenendosi sulle sue, ma la giovane incalzò:
-Lei era venuta con noi per aiutarci a recuperare le Armi sacre...ed è stato per difenderci che ha combattuto contro...Sesshomaru...- cercò di individuare una qualche reazione del giovane a quel nome, ma non vi riuscì. -Io credo che fosse una trappola. Tu...tu sai cosa sta succedendo? Sai cosa sta macchinando Naraku?-
All’udire quel nome Ryu fremette e finalmente Kagome ebbe da lui una pronta risposta, anche se non fu quella che si era aspettata.
-No. Non so nulla...- sibilò, stringendo i pugni e distogliendo lo sguardo.
Qualcosa non quadrava, si rese conto Kagome. Se questo ragazzino era davvero il figlio di Sayouki, perchè non era con lei al momento del loro incontro? Perchè si erano separati? E perchè Ryu era così ostile nei loro confronti? Eppure Kagome non poteva abbandonarlo. Se Sayouki era davvero sua madre, ebbene, Ryu l’aveva appena persa, ferita, rapita, forse già morta. Nonostante l’apparente glaciale calma, il suo cuore doveva essere in tumulto.
-Vieni con noi, Ryu. Uniamo le forze per salvare Sayouki.-
Un rantolo sconnesso proveniente dai piedi della rupe distolse l’attenzione del ragazzo. Sesshomaru aveva tentato di alzarsi ma era indecorosamente rovinato a terra.
Ryu riportò la sua gelida attenzione su Kagome:
-Ora come ora non ci sono forze da unire. Siete tutti quanti stremati e dovete assolutamente riprendervi prima di affrontare Naraku.- Fece per allontanarsi, ma Kagome lo fermò.
-Ma tu, cosa farai?-
-Al momento ho altro a cui pensare.- tagliò corto il ragazzino e allungando il passo si diresse deciso verso Sesshomaru, lasciando al centro della radura Kagome, incerta, ad osservarlo.

Sesshomaru vide una sagoma sfuocata e argentata venire verso di lui, ma era toppo debole per muoversi, le orecchie gli ronzavano, tutti i suoni gli giungevano attutiti e gli occhi non riuscivano più a mettere a fuoco ciò che avevano davanti. Era sfinito. Non si era mai sentito così...così prossimo alla morte...e si scoprì a pensare che in fondo non gliene importava nulla, perchè era troppo stanco per curarsene.
Tuttavia, percependo avvicinarsi lo sconosciuto, il suo istinto lo portò sulla difensiva. Si raddrizzò a fatica, raccolse le forze e cercò affannosamente un appiglio sulla roccia con la mano destra. Tenendosi in precario equilibrio su un ginocchio riuscì infine a rialzarsi. Se questo era il modo scelto da Naraku per infliggergli il colpo finale, lui, Sesshomaru, non sarebbe stato inerte spettatore della propria disfatta.
Lo sconosciuto si fermò a pochi passi di distanza e lo fissò a lungo, prima di parlare.
-Non dovreste affaticarvi tanto Sesshomaru-sama...Non dopo aver subito gli effetti devastanti del grido della Banshee.- si sentì dire da una voce sconosciuta, la stessa voce infantile che poco prima aveva udito gridare...
Cosa aveva gridato?
Madre’...
Un moto di disagio, curiosità e inquietudine assieme scosse lo youkai che tentò di muovere un passo, senza tuttavia riuscirci. Il suo piede strisciò solo di pochi centimetri.
Ryu assistette in silenzio alla scena e il suo sguardo rimase fisso sullo youkai che gli si trovava di fronte. Rivoli di sangue rosso e brillante gli rigavano il viso pallido, fuoriuscendo dal naso, dalle orecchie e persino dagli occhi come lascrime purpuree; diverse ciocche di capelli erano imbrattate di sangue e sudore e gli aderivano al collo o ricadevano inerti sulle spalle. Ma anche in quella situazione disperata, il suo sguardo era duro e ostile, il portamento fiero, regale ed orgoglioso...Sayouki non aveva esagerato in nessun particolare nel descrivere quel glaciale principe che era Sesshomaru.
-Il mio nome è Ryu.- annunciò infine il ragazzo, senza scomporsi davanti a quello sguardo ostile.
-Tsk!- esclamò in un singhiozzo doloroso lo youkai. Non aveva l’abitudine di conversare con i propri avversari e non lo avrebbe fatto nemmeno ora, anche se gli avrebbe dato alquanto fastidio soccombere per mano di un bambino, cosa alquanto probabile date le sue attuali condizioni. Sarebbe stata questa l’ultima beffa di Naraku?
Dal canto suo Ryu non era uno sprovveduto, nonostante la sua giovane età, e seppe indovinare cosa passasse per la testa dello youkai. Doveva giocare bene le proprie carte: sapeva cosa doveva fare e l’avrebbe fatto. -Non ho nessuna intenzione di battermi con voi, se state pensando che mi abbia inviato Naraku.-
Le sue parole furono seguite da uno sbuffo soffocato.
-E cosa dunque ti porta da me, ragazzino?- soffiò con disprezzo lo youkai. Lottava strenuamente per rimanere in piedi, senza tuttavia lasciar trapelare l’immane sforzo che stava compiendo.
-Uhm.- la bocca di Ryu si incurvò in un sorriso teso ed emise uno sbuffo che si sarebbe potuto dire divertito.-Per quanto strano possa parere, vorrei aiutarvi...-. Stava per aggiungere altro, ma con un moto di rabbia Sesshomaru lo interruppe:
-Io non ho bisogno dell’aiuto di nessuno!- aveva già parlato anche troppo per i suoi gusti e raccogliendo l’ultimo barlume di forza che gli restava, si lanciò in avanti protendendo gli artigli avvelenati.
-Allora- temporeggiò Ryu, scansandosi di lato, -consideratelo il saldo di un vecchio debito...contratto da mia madre Sayouki.-
Approfittando dell’unico, breve attimo di sconcerto di Sesshomaru, il giovanissimo youkai coprì la distanza che li separava e passò sotto il braccio proteso di Sesshomaru, colpendolo allo stomaco e mandando in frantumi parte dell’armatura, che esplose in schegge congelate. Il demone accusò il colpo e le gambe gli cedettero, ma Ryu lo sostenne prontamente e con sorprendente forza.
Ora, così vicino, Sesshomaru riusciva a distinguere meglio il volto davanti a lui...sebbene non vedesse perfettamente, quegli occhi color del ghiaccio non avrebbero comunque potuto passare inosservati...
Una tosse violenta gli scosse improvvisamente il petto e, vomitando fiotti di sangue, si accasciò infine inerte tra quelle braccia sconosciute e si lasciò condurre via.

****

-Inuyasha?-
la voce di Kagome, come sempre, riscosse l’hanyou dai suoi pensieri.
-Come va oggi? Stai meglio?-
Il giovane annuì semplicemente.
La ragazza si era aspettata la solita spacconata del tipo “Sono un mezzodemone, io! Le mie ferite guariscono in fretta!” e rimase dunque sorpresa dalla mestizia con cui Inuyasha le aveva risposto. Ma Kagome sapeva cosa lo rendeva tanto distante e mesto...sapeva a cosa stava pensando...
Erano passati cinque giorni da quando erano rientrati al villaggio, stanchi, malridotti e demoralizzati. Kaede aveva ascoltato con cipiglio scuro le notizie che le avevano portato e Shippo era rimasto sconvolto nell’apprendere quanto era successo a Sayouki.
-Ma è viva, vero? Naraku l’ha rapita ma è viva, vero? Ora noi andremo a liberarla, vero?- aveva implorato il piccolo kitsune con le lacrime agli occhi, aggrappato alla manica di Kagome.
Guardando i compagni distogliere lo sguardo dal cucciolo, Kagome aveva capito che anche i loro pensieri erano corsi alla terribile immagine della ragazza colpita a morte dalla Scure...ma nessuno aveva avuto il coraggio di riferire a Shippo quel truce particolare. Durante il loro pietoso viaggio di rientro in groppa a Kirara, erano giunti alla conclusione che, se Naraku si era preso la briga di rapire Sayouki, allora lei non poteva essere morta.
-Non occorre tuttavia essere vivi per diventare burattini di quel maledetto...- aveva commentato dolorosamente Sango, la mente rivolta a suo fratello Kohaku. -Il potere dei frammenti della sfera va ben oltre, come sappiamo.- Kohaku rimaneva infatti in vita solo grazie al frammento che Naraku gli aveva conficcato nella schiena e che gli garantiva il pieno controllo del corpo e della mente del ragazzino.
Questa constatazione aveva gettato nuovamente tutti nella più completa disperazione perchè a quel punto, che Sayouki fosse viva o morta, avrebbero comunque potuto trovarsi ad affrontarla in combattimento.
Poi, come se non bastasse, era saltato fuori quel misterioso ragazzino...
’Ryu’ Kagome ne ripetè mentalmente il nome.
Ecco a cosa stava pensando Inuyasha.
-Senti...Kagome...- Inuyasha stava fissando dritto davanti a sè.
-Uhm?-
Gli occhi del mezzodemone indugiarono a lungo sulle risaie allagate e sulle capanne del villaggio adagiate ai piedi della collinetta su cui si trovavano ora. La giovane seguì la direzione di quello sguardo e attese pazientemente che Inuyasha continuasse.
-Tu...anche tu pensi che quel ragazzino, quel Ryu...sia...- la voce gli mancò e non riuscì a continuare. Per lui era troppo.
-Che sia figlio di Sayouki?- Kagome sondò il terreno, ben conscia di dove volesse andare a parare Inuyasha. Il giovane si voltò a guardarla neglio occhi e Kagome rimase allibita nel vedere quello sguardo così pieno di rabbia.
-Che sia figlio di Sayouki...e...di mio fratello...- la sua voce vibrò al limite della tensione e Kagome rimase senza fiato, tanta fu la furia che percepì. Le ci volle un attimo per riprendersi e parlare.
-Beh...io....credo che sia...che sia possibile...- blaterò -Stando a quanto ci ha detto Myoga...potrebbe davvero essere...poi...si somigliano davvero tanto...non fosse per gli occhi che sono indubbiamente gli stessi di Sayouki.-
-Non mi fido di lui- la interruppe l’hanyou con astio. Pareva non aver ascoltato una parola. -E il fatto che si sia subito schierato dalla parte di Sesshomaru è un motivo già sufficiente!
-Ma, ragiona...se lui è veramente tuo nipote...-
-Ni...NIPOTE??- non ci poteva ancora credere. Non ci voleva credere.
-Ragiona, Inuyasha! Tu avresti abbandonato in un posto simile, ferito e sanguinante, tuo padre??-
A quelle parole il giovane sussultò. Quelli erano i fatti o, almeno, parevano esserlo. Ma se le cose stavano davvero così...‘Allora lei mi ha davvero sempre mentito.’

***

Tra il fitto sottobosco, faceva ogni tanto capolino una testa grigia, ma non era una semplice testa umana...era una rugosa mummia fissata sulla sommità di un bastone e dietro di essa ve ne era fissata un’altra, di donna. Tra grugniti e respiri affannosi, il portatore dell’orrido bastone arrancava cercando disperatamente di farsi strada nella luce morente del crepuscolo.
Jaken non aveva notizie del suo signore ormai da due settimane e l’aveva cercato ovunque, senza successo. Sapeva che non dovevano fidarsi di Naraku! Aveva cercato di far ragionare Sesshomaru, ricordandogli le precedenti esperienze con quel dannato babbuino bianco, ma come solito il suo signore non aveva ascoltato nemmeno una parola del suo devotissimo servitore e ora...
’Potrebbe essere morto chissadove!!’
Di colpo Jaken si fermò e, prendendosi la testa tra le mani, gli occhi sbarrati, scosse violentemente il capo, come per scrollare via quei pensieri terribili.
‘No! Ma che vado a pensare!? Sesshomaru-sama non si farebbe mai sconfiggere da un essere come Naraku! Il mio signore non teme rivali! Come ho potuto pensare anche solo per un attimo...’ -Basta! Devo ritrovare il mio signore! Avrà di certo bisogno di me!- si esortò a voce alta.
Scosse ancora la testa dandosi qualche pacca incoraggiante, quindi prese un profondo respiro e continuò ad avanzare nel fitto sottobosco.

***

Sesshomaru si agitava nel sonno, tormentato dagli incubi. Il suo corpo, notevolmente indebolito dalle numerose ferite riportate in battaglia, non riusciva a reagire e la febbre vorace rendeva rovente la sua pelle di demone. La sua mente era confusa, la testa doleva e ronzava ancora insistentemente, annebbiando ogni pensiero razionale e facendolo sprofondare ogni volta in un delirio più cupo.
A tratti era cosciente della vicinanza di qualcuno e a volte riusciva anche a riconoscere che si trattava di un ragazzino. Ora riuscì persino a ricordarsi il suo nome: Ryu.
Poi il vortice oscuro lo risucchiò di nuovo nel nulla dell’incoscienza e i sogni tornarono ad assalirlo.
Era un tormento, perchè lui, Sesshomaru, non aveva mai sognato in vita sua. Non era preparato a trovarsi in situazioni in cui non era in grado di mantenere il controllo, di agire secondo volontà cosciente, di ignorare quella flebile voce che a volte cercava di farsi udire anche quando era desto e che proveniva da qualche parte dentro di lui. Lo youkai non avrebbe mai sospettato che quella voce potesse provenire dal suo cuore, perchè non aveva mai creduto di possederne uno.
Davanti ai suoi occhi serrati, scorrevano immagini e ricordi del passato più o meno recente, volti che aveva odiato, avversari che aveva ucciso, nemici che aveva disprezzato...e poi suo padre Inu-Taisho, Inuyasha bambino assieme a quella sua madre umana...e il volto di Jaken, quello di Naraku....e ancora Inuyasha, Tessaiga...e Sayouki...
I febbricitanti occhi d’ambra si spalancarono improvvisamente davanti al ricordo di quel volto, come se si aspettassero di vedersela lì davanti e di fissarsi in quei suoi occhi inumani.
E fu proprio quello che accadde.
Lo sguardo allucinato dello youkai incrociò occhi color del ghiaccio, che però non appartenevano a Sayouki. In un lampo di lucidità, Sesshomaru riconobbe colui che aveva detto essere figlio di Sayouki e gli parve di guardarsi in uno specchio...
‘Figlio di Sayouki...’ un pensiero gli attraversò la mente improvvisamente vuota ‘Figlio...mio?’
Tanto bastò per ripiombarlo nel baratro oscuro del delirio popolato di sogni...o incubi...non avrebbe saputo dire la differenza. Un attimo prima si trovava davanti suo padre, fiero e orgoglioso della forza che lui, il suo primogenito, aveva dimostrato contro il suo primo avversario, poi improvvisamente la scena cambiava e stava guardando Inu-Taisho presentargli un piccolo fagottino scalciante e lo sentiva dire che tante cose sarebbero cambiate, che ora avrebbero vissuto in pace con quegli umani che gli aveva invece insegnato a disprezzare e che lui avrebbe dovuto amare quel nuovo fratellino mezzo umano. Perchè le cose dovevano cambiare? Perchè doveva amare quel mezzosangue? Cosa era poi l’amore? Quella maledetta donna umana gli aveva rubato suo padre...
Un attimo dopo i ricordi volavano ad un passato molto più recente e lui si trovava immobile davanti alla piccola e seducente figura nuda di Sayouki che emergeva dalle acque della pozza termale...non riusciva a muoversi, a respirare...Cos’era quella sensazione incontrollabile? Cos’era quella debolezza così...umana?
Un secondo appena e stava rivivendo il momento in cui aveva prelevato la perla nera dall’occhio destro di Inuyasha e aveva aperto il portale che l’avrebbe condotto alla tomba di suo padre, alla sua eredità, a Tessaiga...
Ora stava stringendo Sayouki con l’unico braccio, mentre le macerie della tomba di Rie si assestavano nel fango: lei tremava...Sesshomaru poteva vederne solo il capo, il suo volto era nascosto dalla cortina di capelli neri e poi...ecco che lei sollevava il volto e un paio di occhi scuri si fissavano nei suoi. Cos’era quel brivido che gli aveva percorso la schiena? Gli era parso di venire colpito da un fulmine e ci era voluto tutto il suo autocontrollo per non mostrare la propria sorpresa...
I ricordi non si fermarono e uno dopo l’altro, in un turbine sempre più vorticante, si fecero avanti per sommergerlo.
-Sesshomaru sama!- la voce di Jaken risaliva ad oltre settanta anni prima, quando lui gli aveva tacitamente accordato il permesso di seguirlo entrando al suo servizio e gli aveva affidato il Nintojo.
La voce di Inu-Taisho lo rimproverava per aver minacciato suo fratello...
Sayouki era davanti a lui, pallida, nel buio di una caverna...
Jaken gli correva incontro...
Nella lotta Inuyasha gli amputava il braccio sinistro con Tessaiga...
Sayouki gli diceva addio...
Inu-Taisho gli rivolgeva uno sguardo severo e di compianto...
Inuyasha bambino gli chiedeva cosa gli avesse fatto di male per odiarlo tanto...
Sayouki veniva colpita dalla Scure...Era morta?
Sayouki giaceva davanti a lui, divorata dal potere oscuro del monaco pazzo...Anche allora stava morendo. Ma lui non voleva che morisse!
Perchè aveva voluto salvarla?
Perchè aveva osato tanto per riaverla?
Perchè era stato disposto a dare il suo braccio sinistro in cambio della vita di una hanyou?


Piccolo dizionario di giapponese (senza pretese ^_^ ):
hanyou: mezzodemone.
youkai: demone.
kazaana: Foro del Vento sulla mano destra di Miroku
youkaitaijiya: sterminatrice di youkai.
kimono: tipico abito lungo giapponese
Nintojo: Bastone delle teste



Un doveroso grazie a tutti voi per la pazienza e per i messaggi e i commenti incoraggianti che mi mandate! Un ringraziamento in particolare per Neera, che mi ha recentemente spronato a pubblicare i nuovi capitoli! Spero di essere riuscita a mettervi di nuovo in difficoltà con questo nuovo capitolo...i misteri si moltiplicano, che ne dite?
Alla prossima (prometto, presto!!)
Youki
  
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