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Autore: reilin    14/11/2010    1 recensioni
Io non ho più dubbi: ciò che voglio lo so, l’ ho sempre saputo da settembre- ottobre 2002 a questa parte, così tutto d’un fiato dico:«Voglio diventare la donna di Genjo Sanzo».
Quella che vi apprestate a leggere è una fanfiction ambientata in un “universo parallelo”, nella quale però sono presenti tutti i personaggi di “Saiyuki”, la Sensei Minekura ed un nuovo personaggio.
La storia prende spunto da uno spot televisivo di una marca di “sport shoes” andato in onda alcuni anni fa…
Ho lasciato che la mia fantasia corresse libera, sorvolando come un gabbiano sia situazioni allegre come brezza marina, che scene più drammatiche come una burrasca in alto mare…in verità in questo primo capitolo godrete solo della brezza marina, poiché vi imbatterete in una marea di situazioni divertentissime! Spero che le troviate di vostro gradimento!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Homura, Nuovo Personaggio, Son Goku, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I am the genius of the lamp and you’ve got one wish…

Dedico questo capitolo a mia sorella Noemi, che tanto mi ha sostenuto ed incoraggiato a proseguire a scrivere questa storia, alle mie amiche Liliana ed Anna, che si sono dimostrate mie grandi fans… e a tutti coloro che hanno letto il primo capitolo e si sono divertiti, soprattutto _Ayame_ che mi ha recensita e Melime che ha aggiunto il mio “Genio” fra le sue storie preferite!!!
Non mi resta che augurarvi buona lettura!!! :D

CHAPTER TWO: LIVING WITH A WORDLY MONK…

And you take me over
Over again


I wonder how can I go on and on

when you want to bury my passion

You are the shell around

I cannot escape

and I swallow my pride


Entwined together now

It's time to pass it over

(and you take me over, over again)

Entwined together now


And you take me over

Over again


I wonder

how can I live on and on

when you want to live in a hurry

You are the wall

-that I-

That I have to remove

And I swallow

I swallow my pride


Entwined together now

It's time to pass it over

Entwined together now

Entwined forever


And you take me over

Over again


Entwined together

Entwined forever


Entwined – Lacuna Coil-

 

 
 

Sono così emozionata da non riuscire nemmeno a camminare… lui mi guarda e, sorridendomi appena, mi incoraggia: «Avanti, che cosa stai aspettando, vai a sederti sul letto…». Io, allora, seguo il suo invito e aspetto… Ecco che Sanzo si siede sul parquet, di fronte a me, con le spalle appoggiate al muro, e mi dice  tutto allegro: «Preparati…». A causa dell’emozione e dell’imbarazzo non riesco a pronunciare una sola parola, così annuisco con la testa, mentre mi chiedo cosa voglia fare Genjo… ho sempre saputo che i bonzi hanno abitudini un po’… come dire… inconsuete ma… non gli sarà mica venuta qualche strana fantasia in mente, tipo saltarmi addosso in corsa? Ecco che le mie domande trovano, tragicamente, risposta: quello spostato mentale tira fuori da non so dove dei fogli di carta di arancio giapponese e si mette a fare areoplanini di carta, dicendomi con un’espressione candida come quella di un bambino: «L’unica cosa che so fare, è piegare la carta per fare aereoplanini». CHE DELUSIONE! Ecco qual’era il gioco che gli aveva insegnato Komyo Sanzo… davvero questo monaco non sapeva far altro che fare questi maledettissimi aereoplanini? POVERA ME! E così trascorriamo tutta la notte a giocare con questi odiosi aeroplani, fino a che non rimaniamo entrambi addormentati.

 Al mattino, vengo svegliata dalle imprecazioni di Sanzo, che dopo aver trascorso tutta la nottata a dormire seduto per terra, ha un mal di schiena incredibile… io, invece, dopo esser stata tutto il tempo in reggiseno e mutandine, mi sono beccata un raffreddore ultragalattico…«Ehi, tu, non pensi sia ora di alzarti e prepararci la colazione: sono tutte così pigre le italiane?», mi sgrida Sanzo mentre si sta facendo la doccia. Io mi alzo, indosso la prima cosa che trovo, ovvero una T-shirt bianca del bonzo corrotto, dopo di che vado in cucina e mi metto subito ai fornelli.
Dopo circa venti minuti Sanzo scende dalle scale: è vestito benissimo, camicia  di seta bianca, un paio di pantaloni eleganti e delle scarpe nere a punta quadrata. «Avete forse un colloquio di lavoro, Venerabile Sanzo?», gli chiedo io, sorridendo dolcemente. «Ma che vai dicendo, stupida: oggi ho un servizio fotografico! Non dirmi che non sai che quando non siamo impegnati a posare per la Minekura, noi quattro facciamo i modelli? Io e Hakkai siamo i testimonial di Calvin Klein ed Armani, mentre Gojyo e Goku sfilano per D&G e Jean Paul Gautier… ah, ovviamente Goku deve anche finire il liceo, quest’anno avrà gli esami, dunque è il caso che tu lo segua ed aiuti se ce ne è bisogno: non sei forse una secchiona… almeno stando alle parole della nostra Sensei…», mi dice il bonzo con tono aspro: possibile non gli vada bene nulla di me! Ma la sua lavata di testa nei miei confronti è appena iniziata: «Ehi, fammi capire un po’, ma ti sembra questo il modo di andare in giro per casa? Non so se te ne sei accorta, ma ti si vede tutto… sei oscena: guarda che in casa c’è anche Goku, che è minorenne», sbraita quell’esaltato, indicando il mio abbigliamento molto… casual!

«Il vero minorenne sei tu, Sanzo! Guarda che io di donne ne ho viste anche molto più svestite di Rei! Sei davvero un bacchettone, lasciala un po’ in pace, questa poverina!», replica Goku con tono risoluto, poi mi viene vicino, mi schiocca un bacio sulla guancia e mi chiede: «Tutto bene, Rei-chan? Che mi hai preparato di buono?».
Io gli indico la tavola imbandita e lui, entusiasta grida: «Wow, una colazione giapponese come si deve! Non vedo l’ora di assaggiare tutte queste squisitezze! ». Sanzo fa una smorfia di disappunto, proprio non gli va giù il fatto che il suo giovane amico si sia già affezionato tanto a me, così inizia a borbottare: «Possibile che non mi capisce nessuno? E poi quella maglietta è mia! Inoltre ditemi a cosa serve abitare con un’italiana se quella, la mattina, invece di prepararti un  buon caffè e una crostata di frutta, ti propina la solita colazione giapponese? Non ha senso!». Io mi sento davvero disprezzata da lui, così, colta da un moto istintivo, mi tolgo la T-shirt e gliela lancio contro, replicando con tono tagliente ed un sorriso falsamente cortese: «Non ricordate? Ieri sera mi avete fatto assoluto divieto di cucinare piatti italiani, mi avete minacciata di morte se lo avessi fatto… soffrite di amnesia, per caso?». In preda alla furia non mi sono resa conto di essere rimasta in reggiseno e mutandine… Goku, invece lo ha notato e, a causa della sorpresa, il riso gli è andato di traverso e l’ ha sputato tutto in aria… io arrossisco immediatamente e vado di corsa a mettermi qualcosa addosso, mentre il bonzo corrotto canzona il suo compagno: « E tu saresti un tipo abituato a vedere donne discinte… ma non farmi ridere!».
La colazione prosegue nel più assoluto silenzio. La cucina e la sala da pranzo sono conciate come un campo di battaglia a causa dell’attacco di nervi di cui il feroce Sanzo è stato preda ieri sera: povera me, in che inferno sono finita! Goku, dopo aver mangiato a sazietà, prende la cartella, poi mi dà un altro bacio sulla guancia e mi saluta con un sorriso dolcissimo e luminoso: «Ciao Rei-chan, io vado a scuola…grazie tante per la colazione!».
Io e il biondino indisponente siamo rimasti soli attorno al kotatsu che ho improvvisato con qualche asse di legno scampata alla furia di quell’esaltato, lui continua a guardare con aria sdegnata la colazione che gli ho preparato, poi inizia a sputare veleno nuovamente: «Lascia che te lo dica: smettila di  sperimentare la cucina giapponese: non vedi che i risultati ottenuti sono stati davvero deludenti?». Io assaggio il cibo: «Scusatemi tanto… a me non sembra poi così cattiva questa roba, e poi Goku l’ ha mangiata di gusto…». Il bonzo è furioso e pungente, il suo sguardo ametista è così tagliente da provocarmi una stretta al cuore: «Sciocca, non lo sai che Goku quando è affamato mangerebbe di tutto?». Io ci rimango davvero male: ora comincio a capire le parole di avvertimento del genio… in che guaio mi sono andata a cacciare con le mie stesse mani! Nonostante le sue parole di sdegno, quel corrotto si è spazzolato tutta la colazione, “Allora non era poi tanto immangiabile, maledetto bonzo!”, mi dico, poi lui esce di casa senza salutarmi e sbattendo la porta.

Pochi attimi dopo il campanello di casa suona: “Quello zoticone avrà dimenticato di prendere qualcosa, tanto era preso ad insultarmi!”, mi dico. Apro la porta stizzosamente e dico con tono sprezzante: «Siete tornato indietro per sputarmi addosso la cattiveria  che vi è appena venuta in mente… non dovevate disturbarvi tanto!»… ma chi mi trovo dinnanzi non è quel maledetto monaco, bensì… un altro bonzo: Komyo Sanzo Hoshi, che, immobile sulla soglia della porta, mi guarda con aria meravigliata. Io arrossisco violentemente per la vergogna, poi, a testa bassa, lo invito ad entrare in casa con un gesto della mano. Lo stupore del povero monaco aumenta guardando lo stato in cui è ridotta la sala da pranzo… il mio imbarazzo aumenta in maniera esponenziale, mi viene quasi da piangere: che figura magra che ho fatto di fronte a quello che posso in qualche modo considerare una specie di “suocero”! Quel pio uomo si accorge della mia sofferenza, così mi batte la mano sulla spalla e, facendomi un grande sorriso, mi dice: « E’ dura avere a che fare con Koryu, vero?». Io annuisco, poi infine trovo la forza di proferire parola: «Scusate per il disordine, Venerabile Sanzo… e scusatemi tanto anche per le parole di poco fa!», gli dico, profondendomi in innumerevoli inchini. Lui sorride ancora, poi mi aggiunge: «E’ stato quel mascalzone del mio allievo… senza ombra di dubbio! Quando gli prendono i cinque minuti diventa più devastante di un dio della distruzione! Ma non preoccuparti, ora ci penso io a far tornare tutto a posto!», e con uno schiocco di dita fa apparire dei meravigliosi mobili in stile barocco al posto della mia sala da pranzo distrutta, poi si guarda attorno e dice: «Forse tu preferisci qualche altro stile di arredamento… vediamo un po’…, e ad ogni suo schiocco di dita compaiono dei mobili differenti. Alla fine io, ancora sotto shock per svariati e ben comprensibili motivi, scelgo una cucina e una sala da pranzo in stile moderno, con tanto di televisore LCD ed Home Theatre, «Non so come ringraziarvi, Venerabile Sanzo!», gli dico. Lui mi guarda con dolcezza e replica pacatamente: «Non preoccuparti, questo è il mio lavoro! (Ma che si è ridotto a fare il mobiliere, ‘sto bonzo, mi chiedo). Piuttosto, tu sei italiana, vero? Perché non mi offri un buon caffè alla napoletana? E poi dammi del tu, altrimenti mi sento troppo vecchio!».

Eccomi qui, attorno al tavolo della mia nuova cucina insieme a  Komyo Sanzo: è gradevole parlare con lui mentre nell’aria si diffonde l’odore dolce e penetrante del caffè… come sono pacati e signorili i suoi modi… nonostante io l’abbia appena conosciuto, mi sembra di stare conversando con un amico di vecchia data! Dai suoi occhi e dal tono della sua voce traspare tanta dolcezza e tanta bontà... mi chiedo davvero come abbia potuto crescere un anaffettivo come Sanzo!!!
«Davvero ottimi! Il tuo caffè e questo dolce sono davvero squisiti! Sono felice che Sanzo abbia trovato una fidanzata con la testa a posto!», mi dice Komyo, sorridendo dolcemente!
 «Ah, se Sanzo fosse gentile anche solo la metà di quanto lo sei tu! (quanto mi riesce difficile vincere l’imbarazzo nel dare del tu ad un bonzo così importante come Komyo Sanzo!!!) Purtroppo le cose con lui vanno davvero male! Credo di non essere assolutamente la donna adatta a lui… la mia vita si è trasformata in un incubo!», gli rispondo io, fra le lacrime. Il bonzo sembra avere un’illuminazione (un’altra! Ma questi buddisti non fanno altro che ricevere  illuminazioni!), mi viene vicino, mi abbraccia forte ed esortandomi a sorridere, dice: « Io non sono mica venuto qui solo per bere il tuo caffè, sai?».
«Ah, no?», mi limito a commentare io, del tutto ignara dello scopo del discorso del monaco. L’uomo si schiarisce la voce con un colpo di tosse, poi da non so dove tira fuori una cartellina, e, con tono serio, inizia il suo discorso: «Come di certo sai, nella storia della Minekura, io rappresento il defunto maestro di Sanzo… dal momento che sono morto, non dovrei essere qui, capisci?».
«Sì, ti seguo, però non capisco dove vuoi andare a parare», replico io, confusa ed infelice!
«Fammi finire», dice lui, « Come puoi immaginare c’è un motivo per il quale io sono qui: la verità è che qui a Minekura City, la nostra Sensei aveva bisogno di un segretario affidabile e di bell’aspetto ( noto nel tono del bonzo una inaspettata vena di vanitoso orgoglio…). Lei aveva bisogno di qualcuno che gestisse con equità e professionalità la funzione di messo comunale, segretario dell’anagrafe, contabile e molto altro, e che soprattutto chiedesse uno stipendio molto basso… eh, sì, la Minekura è davvero una taccagna, eguagliata solo dal signor Burns e da Frederick Taylor!». (…Dunque… se la Minekura è il signor Burns… allora il Venerabile Komyo Sanzo è… Smithers… wow! Che coppia!!! Addirittura più esilarante di Jiroshin e Kanzeon Bosatsu!!!)
«E tutto questo che c’entra con me? Io davvero non ci arrivo!», gli chiedo, mentre un vago senso di inquietudine si impossessa man mano del mio animo. L’uomo mi sorride candidamente, poi esclama: «Hai proprio ragione: ho il brutto vizio di perdermi sempre in chiacchiere! Sono venuto qui per condurti dalla nostra Suprema Creatrice, l’ Eccellente Kazuya Minekura!». La vaga inquietudine che provavo un attimo fa  si è trasformata in panico: «Che- che cosa vorrà mai da me? Forse mi deve rimproverare per il casino che ho combinato ieri sera?». Sul mio volto sono evidenti i segni della preoccupazione, così Komyo mi esorta ad affrontare di petto la situazione: «Non potrai saperlo se rimani qui! Avanti, andiamo!».

Percorriamo a piedi la breve distanza che ci separa dall’abitazione della Minekura: all’improvviso ci troviamo dinnanzi ad un imponente palazzo che somiglia vagamente alla reggia di Versailles… esso si trova esattamente al centro di Minekura City, non c’è dubbio che quell’edificio rappresenti una posizione d’osservazione privilegiata, dal  momento che vi si riescono a controllare tutti i movimenti degli abitanti della città.  Varco con grande esitazione la soglia del maestoso portone, ci sono due guardie vicino ad esso… Komyo le saluta amichevolmente: «Ehilà Tokito! Come va la vita, Kubota?». I due ragazzi, come sempre vestiti di nero, gli rispondono allegramente: «Tutto ok, Komyo! A proposito, stasera si va al club a giocare a Mahjong… tu sei dei nostri?».

«Sì, ma solo se chi perde paga da bere agli altri! Ah, visto che manca un giocatore, porterò Genjo con me, va bene?», risponde loro il Venerabile Sanzo.
I due non sono molto entusiasti della trovata del loro amico: «Devi proprio portarti dietro quell’antipatico dagli occhi all’ingiù?», gli chiede Tokito, immediatamente rimproverato da Kubota: «Zitto! Guarda che questa qui è la donna di Sanzo! Possibile tu non riesca mai a tenere la bocca chiusa?». L’altro è stupito: «Davvero tu sei la sua donna?», mi chiede dubbioso, « ed io che credevo che al pelatone non piacessero le donne! Beh, scusami per le parole di prima, allora!». Io gli sorrido cordialmente, poi lo rassicuro: «Non preoccuparti, non me la sono presa!».
Komyo si congeda dai suoi amici: «Allora noi andiamo dalla Boss! Ci vediamo!». Sento qualcuno che mi bussa alla spalla per attirare la mia attenzione: è Tokito, che ha una domanda per me:«Scusa, te la prendi se ti faccio una domanda personale? Com’è? Com’è Sanzo a letto? E’ una schiappa, non è così?». Un’aura blu mi avvolge… con lo sguardo mesto gli dico: «Sono spiacente di non poter soddisfare la tua curiosità, ma a quanto pare il mokkori non rientra fra le attività preferite di Genjo!». Il ragazzo si rende conto di aver toccato un tasto dolente, e allora mi chiede scusa inchinandosi più volte. Ci congediamo dalle due guardie, ma a quanto pare la mia rivelazione ha sollecitato alquanto la loro curiosità, infatti mentre mi allontano li sento parlottare: «Allora è vero che  a Sanzo piacciono i maschietti! Certo, se fossi stato in lui io su quella tizia ci avrei quantomeno fatto un giretto, così giusto per sapere se quello che si dice è vero: Italians do it better? Credo che un po’ di mokkori avrebbe potuto migliorare quel suo caratteraccio!», commenta Tokito. Il suo compagno, però, subito lo fa rientrare nei ranghi: «Ma parli proprio tu, che non hai mai toccato una donna?», lo ammonisce scompigliandogli i capelli… «Ah ah! Hai ragione, Kubo-chan… ma cosa me ne faccio di una donna quando ho una mammina come te?», risponde Minoru Tokito in tono dolce e scherzoso allo stesso tempo.

Percorro al fianco di Komyo Sanzo interminabili corridoi, salgo i gradini di innumerevoli rampe di scala… tutto ciò appare ai miei occhi come uno strano sogno… inquietante… quasi un incubo: “Che diamine ci faccio qui”, mi chiedo, in preda ad una tristezza che diventa secondo dopo secondo più avvilente...

…CONTINUA…

Next: … Cosa attende la nostra eroina dietro la porta dello studio della Sensei Minekura? E’ dunque davvero già finita la sua avventura a Minekura City? Riuscirà il bonzo corrotto a liberarsi della sua coinquilina? A queste ed altre domande  risponderà Rei stessa nel prossimo capitolo di questa pazza storia! SO… BE PATIENT AND DON’T MISS NEXT CHAPTER … YOU_HAVE_TO_READ_IT!

JA NE……REI_LIN


                    

   
 
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