L'erede

Ancora una volta male.

Ancora una volta buio.

Ancora una volta non ti spieghi come hanno fatto a trovare una parte del tuo viso libera da lividi, in modo da lasciarti il segno, da spiegarti ancora una volta chi-comanda-qui.

Si gela, in cima alla Torre di Astronomia. C'è vento, vento forte; speravi potesse toglierti quel senso di soffocamento che ti prende alla gola tutte le sere. Invece niente: l'unico effetto è quello di evitarti le lacrime che non hanno intenzione di uscire al freddo.

Cominci a tremare, mentre butti giù l'aria come a bocconi, come dopo una corsa, dopo uno spavento. Ma stavolta è inutile. Non riesci più a spiegarti il perché lo fai, nulla offre più motivazioni al tuo coraggio, non vorresti morire, ma non sai sopravvivere e capisci che arrenderti è passare dalla parte del torto. Ogni alternativa ti dà le vertigini; mentre cadi e ti prendi la testa tra le mani pensi che stavolta non ce la farai a rialzarti.

Neville, sei uno sciocco. Tu non sei tuo padre. Cosa ti è saltato in mente di prendere in mano le fila della ribellione dentro Hogwarts, di riallacciare le fila dell'Esercito di Silente? Altri, non tu, dovevano farlo.

Eppure, eppure... gli altri si fidano di me, si sono fidati, mi seguono...

Scuoti la testa con rabbia, mentre gli ultimi barlumi di determinazione se ne vanno e altri voci crescono nella tua testa, voci che ripetono illuso, incapace...

A un passo dalla voragine che si sta aprendo sotto i tuoi piedi senti un rumore di ali vicino a te. Una civetta nera si posa di fianco a te, gira la testa e sgrana gli occhi, come a chiederti "Beh, ti decidi?".

Tu insicuro prendi la pergamena che ha legato alla zampa; quella ti fa fare e di scatto vola via, sparendo nel buio.

Non capisci come quel messaggio ti sia arrivato, come la civetta abbia superato tutti i controlli e le censure che opprimono la scuola. Apri la pergamena e quando leggi quelle parole il respiro ti rimane incastrato in gola.

"Caro, carissimo Neville,

non so cosa ti abbiano raccontato e come tu abbia reagito alla notizia, ma qualunque sia la versione dei fatti che ti è arrivata, non credere a nulla. Sto bene, i Mangiamorte non sono riusciti a farmi niente... anzi, confido che quell'incapace che mi hanno mandato in casa si sia ancora leccando le ferite.

Non preoccuparti per me, sono scappata e ora sono al sicuro. Immagino come vi trattino ma tu, Neville, non demordere. Non arrenderti mai. Stai facendo la cosa giusta, i tuoi genitori sarebbero fieri di te.

So che, negli anni che abbiamo passato insieme, non sono mai stata particolarmente affettuosa con te e l'unica immagine di cui tu hai memoria è quella di una vecchia strega ormai sola che non può far altro che essere più che severa con il suo unico nipote. Non l'ho fatto perché tu ti sentissi inadeguato o incapace. L'ho fatto perché avevo paura di perdere anche te, perché volevo che tu tirassi fuori il tuo lato migliore.

E l'hai fatto, Neville. Nessuno potrebbe desiderare nipote migliore. Sei il degno erede di Frank e Alice.

Resisti Neville. Resisti, nipote mio. Ti penso sempre e conto di riabbracciarti presto.

Ti voglio bene.

La tua nonna

Augusta".

E mentre i tuoi occhi sostano su quel nome senti che il peso enorme che avevi sul cuore si dissolve.

"Grazie, nonna", mormori.

Ora sai che riuscirai a rialzarti.

Ecco qui la mia prima ff.

Spero di non aver prodotto nulla di orrendo e soprattutto di non aver fatto casini con l'html.

Me la lasciate una recensionina-ina-ina? Giusto per sapere se devo ritirarmi dalle scene sotto un lancio di pomodori marci o posso pensare di scrivere qualcosa ancora.

Besitos :)

Grazie a tutti per le recensioni, ne avevo bisogno! :D

@Singer, grazie per aver notato quel passo, ci tenevo... :)