Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: yuki21    14/11/2010    2 recensioni
Rosso. Come il rubino dell'anello di papà. Come i papaveri che crescevano in giardino. Rosso come i nostri capelli…come il nostro sangue. Ti ricordi mia metà? Ricordi ancora quella notte oscura?...
Genere: Dark, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Rosso.

Come il rubino dell'anello di papà.

Come i papaveri che crescevano in giardino.

Rosso come i nostri capelli…come il nostro sangue.

Ti ricordi mia metà?

Ricordi ancora quella notte oscura?

Il nostro rosso che si mischiava e si allargava in un'unica pozza sul marmo.

I fili rossi strappati, le stoffe gettate a terra, la tua e la mia voce.

E poi, una domanda.

La mia risposta.

La sua fredda risata…e ancora rosso su questa mia pelle incisa nel fuoco.

 

Veloce, il marchese Cyril Duval, scendeva la lunga scalinata della residenza estiva guardando avanti a se.

Il suo passo sicuro, era accompagnato dal rumore del tacco dello stivale elegante che echeggiava nel silenzio della grande villa.

Arrivato all'ultimo gradino, rallentò il passo fino a fermarsi. Spostò una fine ciocca di capelli color rame dietro l'orecchio e iniziò a guardarsi tutto intorno.

La residenza sembrava essere deserta. Il marchese non udiva rumori di sorta.

Nervosi, i suoi occhi verdi smeraldo continuarono a scrutare ogni angolo del grande atrio senza riuscire ad individuare alcun movimento.

Strinse i pugni ed iniziò a chiamare ad alta voce un nome.

Albert! Albert dove sei!”

La sua voce uscì fuori quasi stridula, producendo un contrasto molesto in quel silenzio così opprimente. Ancora guardò a destra e a sinistra, e ancor di più strinse i pugni. Cercò di costringersi a mantenere la calma e prese nuovamente fiato per gridare di nuovo quel nome. Fu allora che una delle porte che davano sulla sala si aprì, facendolo sussultare.

Una figura alta e composta, si chiuse alle spalle la porta e con passo veloce si apprestò a raggiungere il giovane marchese.

Quando gli fu davanti, si inchinò con fare cerimoniale.

Tornato in posizione eretta, fissò il suo padrone dritto negli occhi. Ambra nello smeraldo, veste nera da maggiordomo contro veste di seta bordeaux elegante con pizzo bianco.

Mi stavate cercando signorino?”

La sua voce calda e profonda, accarezzò l'udito del giovane padrone.

Giovane, troppo per il suo ruolo di marchese. 12 anni appena, alto meno della metà del suo stesso maggiordomo, il marchese Cyril Duval era un fanciullo di corporatura esile, dalla pelle color latte. Gli occhi troppo grandi per quel viso così minuto, avevano il colore degli smeraldi più preziosi. I capelli ricadevano mossi e finissimi nascondendo talvolta parte di quel viso così perfetto per un bambino, donandogli mistero e fascino pericolosi per la sua età. Rossi, come il fuoco, come il sangue, brillavano di riflessi ramati ad ogni fonte di luce.

Se nel complesso il marchesino Cyril poteva ricordare il sole splendente, il suo maggiordomo Albert era la notte più scura. Capelli neri, lunghi, legati in una coda perfetta come si usava all'epoca, incorniciavano un viso severo seppur innegabilmente bello. Gli occhi color ambra, si incastravano a meraviglia con quelli del suo giovane interlocutore e la sua bocca, fine e perfetta, si allungava in un accenno di sorriso incomprensibile.

Dov'eri finito? E` da un pezzo che ti cerco..”

Perdonate padrone, avevo inteso che avrei dovuto chiamarvi alle 5 del pomeriggio…” il maggiordomo estrasse un orologio a cipolla dal suo taschino osservandolo “…e visto che sono le 4 e 43 minuti, sarei stato da Voi tra 17 minuti esatti “.

Il marchese sbuffò spazientito.

Tu e i tuoi orari! Devi sempre essere così rigido su ogni cosa?! “

Quale maggiordomo della famiglia Duval è mio compito vegliare su tutto ciò che accade alla Vostra persona dentro e fuori le mura delle Vostre residenze. Per far ciò devo essere sempre perfetto e vigile su tutto. Se così non fosse, potrebbero accadere cose spiacevoli signorino. Perdonatemi se con il mio fare urto la Vostra sensibilità…”

Non urti nulla! Smettila di giustificarti..mi sono solo stancato di stare in casa. Voglio uscire, subito. Fai preparare la carrozza, andiamo in città, ho voglia di respirare l'atmosfera di Parigi”.

Il marchese si voltò restando immobile, in attesa. Dopo pochi secondi, sulle sue esile spalle, veniva appoggiato con delicatezza un lungo mantello nero estremamente elegante. Con esso, gli vennero consegnati da Albert, un cappello a cilindro sempre nero, ed un bastone da passeggio di cui il pomello rappresentava un aquila dalle ali aperte finemente lavorata in argento.

Il maggiordomo sorrise soddisfatto. Era un sottile piacere constatare ogni volta che il suo padrone aveva bisogno di lui..per tutto, anche semplicemente per indossare un soprabito.

“Se non erro, ho alcune commissioni da fare a Parigi. Di a Lois di prendere la solita carrozza. Per prima cosa voglio passare dal gioielliere. Devo verificare se il lavoro che gli ho commissionato è stato svolto come da me indicato. Andiamo Albert..queste mura mi soffocano”.

Il maggiordomo si inchinò nuovamente e pronunciò un'unica frase di risposta “Oui, Mon Seigneur”*.

Correva l`anno 1774, e Parigi era semplicemente meravigliosa.

Chiusi nell'elegante carrozza, il marchese Duval osservava le strade parigine colme di gente, mentre Albert rileggeva una lista di commissioni da svolgere nella giornata.

Dopo qualche istante, guardò verso il suo signore sorridendo. Era chiaro che il giovane non aveva ascoltato nemmeno la metà di quello che fino ad ora, egli aveva tentava di spiegargli.

La città è in fermento in questi giorni, non trovate signorino?

Cyril tornò a sedere composto sistemandosi al meglio il lungo mantello nero.

E` normale. I parigini sono eccitati all'idea dell'arrivo della principessa d'Austria, Maria Antonietta. Hanno riposto grande fiducia in questa futura regina di Francia..

Voi non siete emozionato? Quando la futura consorte del principe Luigi giungerà a Parigi, la Francia subirà enormi cambiamenti. Ben presto questa città sarà al centro dell'attenzione mondiale. Sicuramente le famiglie nobili verranno invitate all'incoronazione dei nuovi regnanti di Francia..anche la famiglia Duval dovrà partecipare…”

Cyril guardò con sguardo severo il suo servo. Sapeva dove egli voleva andare a pararesorrise fra se prendendo in mano il suo cilindro.

Puoi essere certo che la famiglia Duval sarà presente all'evento, così che ogni nobile in città possa vedermi. Di per se, io non ho interesse alcuno verso questa austriaca straniera, ne in generale verso i membri della corona. Sono altre le persone che attualmente destano la mia attenzionema posso ben immaginare che un incoronazione sarà qualcosa a cui nessuno vorrà rinunciare. Ogni nobile sarà presente, come tutti i rappresentati delle cariche maggiori di stato. Ed io sarò in mezzo a tutta quella gente, anzi, sarò in prima fila. E questi miei occhi non perderanno di vista nessunovoglio vederli in faccia uno ad uno..fino a trovarli…”

Sarete luce in quelle stanze cariche di apparenza, signorino..

E tu sarai ombra in quelle stanze, la mia ombra. Non perdere mai di vista le mie spalle Albertquesto è un ordine

Oui, Mon Seigneur”.

La carrozza si fermò proprio davanti l'ingresso di una bottega sulla cui insegna era incise la parola Bijoux**.

Albert scese per primo porgendo la mano al suo giovane signore.

Il loro ingresso fu avvisato dal campanello posto sopra la porta. Un uomo di mezza età, grasso e dai pochi capelli bianchi, si voltò in direzione dei nuovi clienti.

Oh, Marchese Duval! Quale onore averVi nella mia modesta bottega! Pensavo che sarebbe venuto solo il Vostro maggiordomo a ritirare il lavoro che mi avete commissionato”.

Il giovane Cyril rivolse uno sguardo altezzoso al vecchio uomo. Quel suo fare cerimoniale sapeva di falso da ogni parte.

Il lavoro commissionatovi è molto importante per me, quindi ho preferito venire di persona per verificare il risultato. E` dunque pronto?

Assolutamente si! Ecco..ve lo mostro..

Le grasse mani del gioielliere, appoggiarono sul bancone una piccola scatola finemente lavorata. Il marchese l'apri e al suo interno, vi trovò un rosso rubino di piccole dimensioni, perfetto. Lo prese e verificò la montatura. Il rubino era stato incastonato in un semplice orecchino d'oro.

Il marchese lo guardò e riguardò, passandoselo tra le esili dita.

Così minuscolo, così rosso, così perfetto. Lo ripose nella scatola con cura e si voltò, pronto ad uscire dalla bottega.

Albert, salda il conto

Subito signorino. A voi..

Il maggiordomo allungò un sacchetto contente monete d'oro al vecchio, il quale avido, lo raccolse subito scrutandovi all'interno. Prima che il marchese e il maggiordomo potessero raggiungere la porta, il gioielliere richiamò la loro attenzione.

Perdonate mio Signoredevo restituirVi la montatura originaria. Per quanto l'anello sia rotto, i tre diamanti sono ancora al loro posto..come avevo detto al Vostro maggiordomo avrei potuto ripararlo e magari stringerlo per adattarlo alle Vostre mani, ma lui mi ha risposto…”

Potete tenere il resto dell'anello. A me interessa solo il rubino”.

Gli occhi famelici del gioielliere si illuminarono di gioia. Aveva praticamente guadagnato il triplo di quanto pattuito per il suo lavoro. Non era però convinto del tutto dalle parole di quel ragazzino strafottente, e finse ancora una volta di essere affabile e gentile..

Marchese davvero, non posso accettare. L'anello d'oro non vale molto, ma i diamanti per quanto piccoli sono di un taglio pregiato che li rende estremamente preziosi, è davvero troppo per un umile lavoratore come me…”

Il marchese si voltò ad osservalo. Il vecchio allora si sentì terribilmente a disagio. Quegli occhi verdi erano veleno. Lo stavano penetrando nell'intimo per carpire ogni sua falsa affermazione, ogni suo ridicolo tentativo di dimostrarsi qualcuno che non era. Tutti a Parigi sapevano del vizio del vecchio gioielliere, della sua passione e predilezione per le giovani e i giovani dei quartieri più malfamati e poveri di Parigi. Anche il marchese ne era a conoscenza..ma in quel frangente la bottega di quel vecchio bavoso era la più pratica da raggiungere dalla residenza estiva, e Cyril non amava andare in giro a lungo per la città.

Così i suoi occhi verdi, si spostarono per la stanza fino ad individuare un oggetto: una spilla d'oro a forma di rosa.

Guardò Albert che capì al volo.

Allora se per voi va bene, prenderemo in permuta questa spilla

Si..certo..ma ha un valore molto inferiore rispetto ai diamanti..”

E` solo un oggetto. Il suo valore sarò io a stabilirlo donandolo a qualcuno che se lo merita. Sbrigati Albert, abbiamo altre commissioni da fare

Detto ciò, Cyril uscì dal negozio. Albert recuperò il nuovo pacchetto e seguì il suo padrone.

Quando il vecchio fu sicuro che la carrozza fosse abbastanza lontana, si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.

Quel moccioso..un viso così bello per una personalità tanto insopportabile..

Poi, mentre osservava i suoi nuovi diamanti, si lecco le labbra con fare lascivo.

Saprei io come sistemarlo a dovere..il bel marchesino Duval.

Quello fu l'ultima frase da egli pronunciata. Mentre il suo cuore si arrestava improvvisamente tra il dolore delle fitte al petto e la rigidità del braccio sinistro, il suo ultimo pensiero furono quattro paia di occhidue verdi come smeraldo che lo osservavano con altezzosità, e due chiari come l'ambra, che mutavano espressione osservandolo con odio e disprezzo e che assumevano sfumature color cremisi. Il vecchio uomo sarebbe stato ritrovato morto, riverso sul pavimento della sua bottega, dopo molte ore dalla visita del Marchese Duval.

Nella carrozza, il marchesino verificava con calma la spilla scelta.

E' un grazioso oggetto signorino..alla contessina Gisèle piacerà sicuramente..”

Si, lo penso anche io. E' di manifattura semplice eppur elegante. E comunque, era la cosa meno volgare di quella bottega..”

Però, permettetemi una domanda: come mai questo regalo? Il compleanno della contessina è passato da poco e Voi le avete fatto diversi doni piuttosto costosi..perché un altro?”

Cyril sospirò osservando il cielo. Ripose con cura la spilla all'interno della sua custodia e la consegnò ad Albert. Del resto era sempre il maggiordomo ad occuparsi di sistemare i suoi acquisti.

Perché un nuovo regalo mi chiedi? Chissà..forse solo per espiare il mio senso di colpa. Gisèle sarà colei che più soffrirà, quando il mio proposito sarà compiuto. Questo è solo un oggetto, qualcosa che un domani potrà rimpiazzare con altro. Io la priverò di un qualcosa che non potrà mai più rimpiazzare...direi quindi che si merita delle attenzioni particolari. Gliele devo...”

Mio signore..le Vostre spalle sono troppo piccole per sostenere dei pesi così gravi. Vi prego di ricordare sempre, di dividerli con me. Io sono al Vostro servizio, e lo sarò..fino alla fine”

Cyril guardò il suo maggiordomo. Doveva essere uno spasso per lui, osservare i suoi tormenti. Si morse il labbro inferiore e volse lo sguardo altrove. Si, Albert sarebbe stato con lui fino all'epilogo. Del resto non poteva essere altrimenti...in fondo lui era la sua anima.

Quel pomeriggio i due rientrarono alla residenza quasi subito. Il marchese evitò di visitare i quartieri alti di Parigi. Per ora non aveva alcuna voglia di vedere volti a lui noti. Silenziosamente come sempre, il servo Loise si occupò di riportare alle stalle i cavalli e di sistemare la carrozza.

Cyril e Albert rientrarono in casa e vennero salutati e accolti da Amélie, una delle cameriere della famiglia Duval.

Mentre risaliva la scalinata per recarsi nel suo studio privato, Cyril richiamò l'attenzione del suo maggiordomo.

Albert vieni nel mio studio. Devi svolgere un lavoro per me, ora”

Il maggiordomo obbedì seguendo il suo padrone.

Lo studio della residenza estiva dei Duval era un immensa stanza con librerie piene che correvano per ogni muro. Al centro, era posta una scrivania di legno di quercia finemente lavorata. Fino a due anni fa, il Marchese Fabrice Duval era solito lavorare in quella stanza ore e ore. Ad oggi, era suo figlio Cyril che sedeva sulla comoda poltrona di velluto rosso.

Cosa posso fare per Voi signorino?”

Aiutami ad indossare questo”. In mano il marchesino, teneva l'orecchino col rubino. Albert di avvicinò prendendo con se una bottiglia di brendy dal tavolino porta vivande. Prese poi un suo fazzoletto bianco e un ago recuperato chissà dove.

Si posizionò al lato destro del suo padrone, piegandosi in avanti per raggiungere l'altezza giusta. Per avere maggior sensibilità, si tolse da prima i guanti dalle sue mani e, quando le sue fredde dita sfiorarono il lobo dell'orecchio di Cyril, sorrise del brivido provocato al suo padrone.

Ora, potrei farVi leggermente male signorino” sussurrò con calda voce.

Avanti, fallo e basta!” rispose secco il marchese.

Senza esitazione di sorta, Albert praticò con l'ago una leggera pressione sul lobo del suo padrone, aprendovi un minuscolo foro ove andò a posizionare l'orecchino. Disinfettò con l'alcool il tutto, pulendo minuscole gocce di sangue col suo fazzoletto bianco.

Ecco fatto signorino”.

Il marchesino, si mirò allo specchio che era posto sulla scrivania. Il rubino splendeva al suo orecchio.

Va bene. Ora puoi andare”.

Il maggiordomo si inchinò e si avviò verso la porta.

Albert aspetta..porta via anche quello..”

Sulla scrivania era rimasto il fazzoletto leggermente macchiato del sangue del marchese. Quando Albert tornò indietro per recuperarlo, non poté non notare quanto il suo padroncino fosse pallidito ad oltranza.

Sorrise e gli carezzò la testa con fare protettivo. La sua mano venne subito allontanata da uno scatto rabbioso di Cyril. Albert osservò ancora il suo padrone. Ai suoi occhi, egli continuava a sembrare sempre così fragile. Nonostante ciò, lui più di chiunque altro, conosceva la vera forza che quel minuscolo corpo racchiudeva.

Perché avete preferito un comune orecchino all'anello che prima manteneva in luce questo rubino?”

Cyril si ricompose. Prese fiato e rispose senza guardare Albert.

Quell'anello..era il simbolo della famiglia Duval. Mio padre scelse il rubino quale pietra preziosa più importante. Esso simboleggiava il sangue e la forza del capofamiglia, cioè lui. I tre rubini posti sulla montatura dell'anello eravamo noi, gli altri membri della famiglia Duval: mia madre, io e...Celestine...” per un attimo solo, quegli occhi color smeraldo si inumidirono esprimendo un tormento infinito, per poi tornare asciutti e distaccati... “questo era il suo simbolo..adesso quelle persone non ci sono più. Sono rimasto solo io..ed io sono il nuovo capofamiglia dei Duval. E sono solo, come questo rubino. Incastrato nella mia stessa pelle mi ricorderà ogni giorno chi sono, e cosa sono. Così sarà sempre attaccato a me, dentro me per ricordarmi il mio scopo...”

Capisco. Quel rubino è perfetto per Voi così come lo avete trasformato. Ma non temete signorino, non sarete mai solo. La mia esistenza Vi appartiene come i miei servigi. Farò sempre qualsiasi cosa per Voi, perché siete la persona più importante per me..”.

Albert si inchinò con reverenza davanti al suo padrone. Cyril sprofondò nel velluto della poltrona lasciando che i suoi capelli ramati coprissero totalmente i suoi occhi stanchi.

Già, la persona più importante...hai ragione, è ciò che sono per te. Del resto, mio insostituibile maggiordomo, io sono la tua anima..”

Albert sorrise malizioso. Si rialzò e si allontanò fino ad uscire dalla stanza. Cyril prese a ridere forte, fino a rimanere senza fiato.

Si..io sono la tua anima. E tu il mio servo. Non lo dimenticare mai Albert”

Dalla cucina, Albert alzò gli occhi osservando un punto lontano... “Oui, Mon Seigneur”...sussurrò piano a se stesso.


 

*Si, mio Signore

**Gioielli


Note Autrice: Questa storia è un vero esperimento. Non ha scadenze quindi verrà aggiornata così come le idee arriveranno alla mia testa. Richiama la storia di Kuroshitsuji, ma può essere definita una storia originale in quanto non troverete i personaggi della storia che tutti conosciamo. Forse qualche comparsa..forse. Vorrei tentare di fare pochi capitoli, quindi sarà un concentrato di personaggi che verranno presentati chiaramente da subito, senza togliere però la suspance in ogni capitolo. I personaggi che considero minori, non avranno un nome proprio (vedi in questo capitolo il ruolo del gioielliere). Ogni capitolo svelerà qualcosa in più ai fini della trama. Vi sarò grata se vorrete recensire soprattutto perchè, come già detto, la considero una storia originale a se. Spero gradirete le ambientazioni e i nuovi protagonisti. Grazie a tutti.  YUKI21

   
 
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