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Autore: BLOODYdisaster    15/11/2010    2 recensioni
Le doveva altre scuse e lei non aveva voglia di sentirle. Perchè sarebbero state inutili, perchè sarebbero state le solite, perchè lei ci sarebbe cascata ancora, perchè lei si sarebbe fidata. Ancora una volta.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Christie era a casa da sola, quella sera: i suoi genitori erano usciti a cena, come ogni venerdì sera.

Lei se ne stava seduta su quel divano pieno di macchie che ormai non se ne sarebbero più andate, a mangiare del gelato al limone. 
Si, lo so che dovrebbe essere 'al cioccolato' per rendere la situazione da depressi proprio classica, ma in casa c'era solo quello al limone e lei si era adattata.
C'era una trasmissione così idiota che ormai non stava nemmeno più guardando: stava riflettendo sulla giornata. Scese un'altra lacrima sul suo volto.
Billie non si era presentato e non aveva chiamato ma d'altra parte, che le avrebbe potuto dire? ''Scusa, non ho potuto venire perchè avevo qualcosa di meglio da fare''?
Ma andiamo... 
 
''Sono un fottuto idiota. Rimango qui, a girarmi i pollici, invece di andare da lei e di spiegarle tutto. Sono un idiota. Non me la merito. Come faccio a meritarmela se non ho nemmeno le palle per parlarci assieme? 
Ho paura, è questo il punto. Ho paura di perderla per sempre. Anzi no. Ho paura che lei possa trovare qualcuno di meglio ma... Che cazzo c'entra? Le avevo perfino detto che non m'interessava più e che non potevamo stare ancora insieme. Dopo tre anni. E' normale che uno voglia rifarsi una vita, dico io. Sono un coglione, non c'è dubbio'' si disse Billie Joe.
Sdraiato sul letto continuava a lanciare in alto una pallina da tennis, cercando di riflettere. 
''Potrei anche andare a trovarla, ora. Si, certo Billie, sono le dieci e mezza passate e vai nelle case della gente perchè devi parlare a Christie. Ma fammi un piacere''. 
Continuava a torturarsi in tutte le maniere possibili ed inimmaginabili. 
Christie non se lo meritava, tutto questo dolore.
Lui doveva andare a parlarci e, comunque, sapeva che a quest'ora non era a letto: non era da lei. Inoltre, dopo tutto quello che era successo, non c'era dubbio: era sveglia.
Si mise una maglia pulita e prese la moto. 
 
Christie aveva finito tutto il gelato e si era distesa sul divano. Gli occhi cominciavano a farsi pesanti dopo tutte quelle lacrime e pensieri brutti. 
Potrei dormire un po', si disse, finchè non arrivano i miei.
Posò la testa sul cuscino e, nel giro di pochi minuti, sprofondò nel sonno. 
Era leggera, adesso. Basta pensieri brutti, basta ragazzi che non si presentano agli appuntamenti: solo bei sogni. 
 
Dlin-Dlon
 
Aprì gli occhi e si guardò intorno. 
Le sembrava che qualcosa avesse suonato, qualcosa come un campanello.
 
Dlin-Dlon
 
Si, infatti. Qualcuno ha suonato alla porta.
Aprì e si ritrovò davanti lui, Billie. Il ragazzo che non vedeva da giorni, ormai.
Avrebbe voluto schiaffeggiarlo, abbracciarlo e baciarlo nello stesso momento, ma tutto quello che riuscì a fare fu rimanere ferma sulla porta senza muoversi. 
Era arrabbiata, tanto. Era furiosa, e Billie l'aveva capito.
 
-Ciao Christie...-disse lui cercando di fare il primo passo anche se, dalla faccia di lei, non era stato un gran successo.
-Dimmi, ma sei scemo a passare a quest'ora? Okay, non sono le tre del mattino, ma non sono neanche le quattro del pomeriggio!-replicò lei con tutta l'acidità che aveva in corpo.
-Si, scusami, Chri... Io volevo solo scusarmi e spiegarti che è successo. Non voglio farti arrabbiare, non voglio perderti per sempre. Ho commesso un errore e...-
-No, fermati: non mi interessa. Puoi anche andartene-lo bloccò, fissandolo negli occhi e sperando che non si capisse quanto in realtà volesse sapere, conoscere la sua versione. 
-Chri, ti prego, fammi spiegare-
-Ti ho già dato fin troppe possibilità, Billie. Tu mi stai sfiancando. Prima dici una cosa e non ti fai più sentire, ti dò un appuntamento e nemmeno ti presenti. Adesso piombi qui, in casa mia, alle undici di sera, pretendendo di dovermi spiegare? Ma sai una cosa? VAFFANCULO- disse lei, soddisfatta della sua risposta.
Lui rimase un po' scioccato. Non gli aveva mai detto una cosa simile -Christie, per favore! E' una cosa seria-
-Beh, seria o no non me ne frega. Vattene, adesso. Mi hai svegliato e ho sonno. Buonanotte-
-Io... Scusami, porca miseria. E' tutta colpa mia e adesso non dovrei nemmeno essere qui, alle undici, per scusarmi. Avrei dovuto spiegartelo oggi pomeriggio, al nostro appuntamento, ma non ho potuto farlo per un motivo che tu non mi lasci spiegare. E non me lo sto inventando, ma per te non fa differenza. 
E ti capisco perchè, se fossi al posto tuo, farei la stessa identica cosa: non vorrei sentire. Ora ti lascio dormire, Christie, ti ho rubato fin troppo tempo. Buonanotte e... Mi dispiace per tutto.- e si girò, camminando verso la macchina.
Lei richiuse la porta, pensando che forse aveva davvero qualcosa di importante da dirle, che forse questa volta non era una cazzata, una delle tante stronzate di Armstrong. 
Aprì la porta e corse fuori -No cazzo! Aspetta, Billie- 
Lui si girò e la guardò con aria triste, ma con un po' di speranza negli occhi. Aveva una lacrima che gli rigava il volto.
Lei lo abbracciò e lo strinse a se. Cavolo, come le mancava averlo tra le sue braccia. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ciao a tutti, ragazzi (:
come state? Uhm, ho scritto questo capitolo ancora una settimana fa, anche di più, ma poi mi sono dimenticata di pubblicarlo ò.o
Ringrazio le tre personcine che mi hanno recensito il secondo capitolo: siete sempre così gentili <3 
Ditemi che ne pensate di questo. Aspetto vostre notizie! 
Addio, popolo!
Pandins_
   
 
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