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Autore: Dean Lucas    15/11/2010    2 recensioni
Ian riabbraccia Isabeau ma scopre il prezzo del perdono di Ponthieu: i ragazzi si vedono costretti a ritornare con Isabeau nel presente in cerca dell'unico manufatto che può convincere Guillaume. Nel passato, una donna mette alla luce una bambina, senza sapere che avrebbe scritto alcune delle pagine più importanti della storia di Francia. Il suo destino si intreccerà con quello di Ian, Daniel, Isabeau e Ty, tra guerre e assedi, sconfitte e vittorie e soprattutto un nuovo amore più forte di ogni cosa. E quando tutto sembrerà ormai perduto, e la vita della misteriosa ragazza e il segreto stesso di Hyperversum saranno in grave pericolo, una donna dovrà prendere la decisione forse più importante nella storia dell'umanità. Chi c'è dietro Hyperversum? I ragazzi forse l'hanno sempre saputo, ma quando arrriverà finalmente il momento di conoscere la risposta, questa li sorprenderà più ancora delle loro incredibili avventure.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nel presente, dal carcere di Lille-Sequedin, Jodie può finalmente avvertire i genitori di Daniel che lei, loro figlio e Ian sono accusati di aver trafugato un manufatto di ragguardevole interesse storico, che rischia di creare un incidente diplomatico tra Stati Uniti e Francia. John, non appena ricevuta la notizia si precipita in Francia. Lo aspetta a Lille il Maggiore Monika Szigeti, soprannominata szigi, ovvero “isola” per il carattere glaciale e solitario.

Isabeau era stata rinchiusa nelle prigioni della fortezza di Les Tourelles, all'estremità del ponte sulla Loira. Il capitano inglese non tarda a farla condurre nei suoi alloggi e colpito dalla straordinaria avvenenza della ragazza e dei suoi bellissimi boccoli biondi, pregustando un piacevole passatempo, le spiega che se fosse stata carina con lui le avrebbe risparmiato molte inutili sofferenze. Isabeau rifiuta sdegnosamente e mentre lui cerca di farla sua, nella breve colluttazione riesce ad impossessarsi del coltello da cavaliere di Glasdale che usa per tagliarsi i lunghissimi riccioli che incantavano l’inglese. Glasdale la fa condurre da lui ogni notte, e ogni volta Isabeau gli resiste, in una lotta più psicologica che fisica, finché, ormai smagrita dal quasi digiuno cui si era costretta, senza più i boccoli che lo affascinavano, l’inglese decide che non prova più per lei l’irrefrenabile attrazione di prima e ordina ai suoi sgherri di divertirsi con lei prima di ucciderla crudelmente. La notizia giunge però alle orecchie di Lord Thomas Montaigu conte di Salisbury, comandante dell’assedio, che revoca l’ordine di Glasdale e lo redarguisce pubblicamente per la sua condotta senza onore. Umiliato dal suo comandate, Glasdale smanioso di vendetta minaccia Isabeau della morte più orribile. La sorte della francese nei suoi disegni è comunque segnata, sarebbe morta arsa viva sopra le pire, quando lui si fosse stancato anche delle altre donne che aveva catturato.

Gli inglesi intanto avevano accerchiato Orléans e avevano occupato otto fortezze intorno alla città, dalle quali la tenevano in scacco: le Tourelles, le bastie degli Augustins, di Saint-Jean-le-Blanc (sulla riva meridionale della Loira), di Saint-Laurent, di Saint-Loup, le tre dette "Londre", "Rouen" e "Paris" (sulla riva settentrionale), ed infine di Charlemagne (sull'isola omonima). Gli assediati erano tuttavia riusciti a tenere libera la porta di Bourgogne e quando Jeanne giunse sulla riva meridionale, in sella ad un destriero bianco, di fronte al piccolo borgo di Chécy, il 29 aprile, trovò ad attenderla il cosiddetto Bastardo d'Orléans, comandante delle forze a difesa dell’assedio.

Il comandante francese la pregò di entrare in città per quella via mentre i suoi uomini compivano manovre diversive, l'esercito ed i rifornimenti invece - necessari per sfamare la popolazione allo stremo - avrebbero atteso di poter essere traghettati attraverso il fiume non appena il vento fosse divenuto favorevole.

L'incontro tra il comandante e la ragazza fu subito burrascoso; dinanzi alla decisione di attendere che il vento girasse in modo da consentire l'ingresso dei rifornimenti e dei rinforzi, Jeanne, appena 17enne, rimproverò aspramente l'esperto uomo di guerra, sostenendo che suo compito sarebbe stato solo quello di condurre lei e l'esercito direttamente in battaglia, avrebbe preso lei le decisioni necessarie. Il Bastardo d'Orléans non ebbe neppure tempo di replicare poiché pressoché subito il vento mutò direzione e divenne favorevole al transito sulla Loira, consentendo l'ingresso per via d'acqua dei rifornimenti e dei rinforzi - circa 4000 uomini - che la ragazza aveva recato con sé.

Gli inglesi erano ora guidati da Lord Glasdale dopo che il precedente comandante, Thomas Montaigu conte di Salisbury, ferito gravemente al volto da alcuni detriti sollevati dal fuoco dell'artiglieria e ormai morente, era stato soffocato nel sonno dallo stesso Glasdale bramoso di prendere subito per sé il potere e avere via libera nel comandare l’assedio col pugno di ferro e disporre a suo piacimento dei prigionieri.

John e Monika nel frattempo riescono a ottenere l’immunità diplomatica per Jodie che viene scarcerata e condotta in un albergo a Lille: i due militari intendono scoprire cosa è successo e soprattutto perché Daniel e Ian sono irreperibili.

Nel Medioevo, nonostante la veloce conquista di una delle fortezze minori in mano agli inglesi, lo scontro decisivo sembrava tuttavia dover attendere ancora, quando un giorno gli informatori dei difensori riportarono a Ty la notizia che la notte del 7 maggio gli inglesi avrebbero ucciso, nel tentativo di fiaccare la morale degli assediati, proprio davanti agli occhi dei loro cari, tutti i prigionieri catturati. Le donne “eretiche” sarebbero invece bruciate vive sui roghi. Per Ty, Ian e Daniel è facile convincere Jeanne della necessità di sferrare l’attacco decisivo prima di quel massacro. E così facendo pianificano lo storico attacco a Les Tourelles.

Mattina del 7 maggio 1429, Orleans: iniziò l'attacco decisivo agli inglesi, barricati dietro al portone fortificato de Les Tourelles, secondo il copione dell'assalto frontale in voga ai tempi. La stessa sera, già ultimati tutti i preparativi per i roghi, secondo i piani di Glasdale sarebbe stato consacrato al sacrificio di tutte le dame francesi che aveva catturato. Inclusa Isabeau.

In testa alla formazione francese c’erano Ty e Ian. E ovviamente lei. Sebbene non le fosse stata affidata formalmente nessuna carica militare, Jeanne era la figura centrale nelle armate francesi: vestita da soldato, impugnando spada e bandiera bianca con raffigurato Dio benedicente il fiordaliso francese ed ai lati gli Arcangeli Michele e Gabriele, si rivolse così alle truppe schierate: “Agite e Dio agirà! Gli uomini d'arme si batteranno e Dio darà loro la vittoria!” e pronunciando alla fine le famose parole “Chi mi ama, mi segua!”. Il piano elaborato da Ian prevedeva come prima cosa di insidiare, mediante alcune chiatte incendiate, gli archi del ponte, che servivano in parte come struttura muraria di base della fortezza. Quando Glasdale si accorge di Ty, l’uomo che lui sapeva di aver ucciso e gettato a marcire nel fiume, di fianco a Jeanne, in prima fila, senza elmo e con ben in evidenza i colori del Falco d’Argento, un superstizioso terrore si impadronisce di lui, prima di riprendere poco dopo il controllo di se stesso e gettarsi con folle ferocia nel combattimento.

Nel mezzo dello scontro, Jeanne fu colpita come lei stessa aveva predetto il giorno prima. Pur ferita da una freccia tra il collo e la scapola, non smette di combattere né cerca di farsi curare sino al termine delle ostilità, difesa con coraggio da Ty e tra le grida di incitamento dei suoi uomini che nel fatto straordinario videro la conferma del disegno divino che stava per compiersi: avrebbero vinto poiché era Dio a volerlo.

Verso sera, quando ormai il comandante francese si stava preparando ad ordinare il disimpegno dallo scontro per il buio ormai incombente, Jeanne lo convinse a ritardare il proponimento, convinta a sua volta da Ty e Ian a trovare le forze necessarie per affrontare quella prova: Ian sapeva dai libri di storia che quella sera ci sarebbe stata la battaglia decisiva e non voleva dare tregua agli inglesi, che potevano impiegare quel tempo per mettere in atto il massacro dei prigionieri che avevano progettato.

Nel frattempo, Glasdale, furibondo per le perdite subite e per la paura irrazionale che attanagliava le sue truppe dinanzi agli straordinari comandanti dell’esercito nemico, decise che era il momento di sferrare un duro colpo al morale dei nemici e ordinò di portare immediatamente tutti i prigionieri e le donne ai roghi già allestiti. 

Dopo essersi ritirata per riflettere in un bosco vicino insieme a Ty che non la lasciava un attimo, Jeanne rinnovò l'assalto a Les Tourelles. Diede lei stessa l’esempio, lottando in prima fila, insensibile al dolore della sua ferita e facendo così credere ai soldati che combattevano al suo fianco che fossero invincibili. Gli uomini col falco d’argento sul petto, erano invece trascinati da uno Ian implacabile che vedeva Isabeau sempre più vicina e incitava i compagni con sentite parole e una determinazione assoluta: “oggi è il giorno che forgeremo la leggenda con le nostre imprese! Oggi è il giorno che scriveremo la storia di Francia!”

Insieme scatenarono una furia mai vista dagli inglesi in battaglia.

Il castelletto fu conquistato, in un unico incontenibile assalto e la sua guarnigione uccisa o catturata. Nessun inglese riuscì a fuggire. Lo stesso Glasdale, che aveva provocato Ian gettandogli davanti una manciata dei lunghi riccioli della moglie, che teneva con sè, venne decapitato in un duello straordinario, da uno Ian determinato come non mai, con la mossa delle due spade a forbice che aveva visto più volte eseguire a Martewall. Nel frattempo, Daniel, disimpegnatosi dallo scontro secondo i piani, con un piccolo drappello di arcieri scelti, colpiva a morte il primo inglese che stava dando fuoco alle pire. Pochi attimi dopo tutti gli inglesi incaricati di appiccare il fuoco caddero trafitti dalle loro frecce. L’incontro di Isabeau con Ian è, per l’ultima volta, straziante e commovente. Sebbene ridotta all’ombra di ciò che era prima per le sofferenze patite, il suo sorriso splendeva ancora come Ian lo conosceva. Ci sarebbe voluto del tempo per riprendersi e dimenticare, ma con Ian a suo fianco sapeva di potercela fare.

Il mattino del giorno successivo, tutte le forze inglesi degli altri forti si riunirono in un’unica immensa formazione di battaglia. Lo stesso fecero i francesi. Dopo essersi fronteggiati immobili per un'ora, senza che nessuno prendesse l'iniziativa (era domenica e Jeanne non desiderava iniziare l'attacco), gli inglesi si ritirarono, spaventati dalla forza sovrannaturale che sembrava emanare dai nemici e che pareva rendere invincibile l’esercito condotto da quella adolescente. L'assedio di Orlèans si era concluso. Era l’8 maggio: Orléans era salva e la storia di Francia era stata cambiata per sempre e in modo radicale.

La vittoria sorprendente consente l'incoronazione di Carlo nella cattedrale di Reims, finalmente libera dal dominio inglese. Una volta incoronato, Carlo VII sembra pienamente soddisfatto. Non altrettanto Jeanne, che decide di continuare a combattere. Ty e Ian la avvertono che non soltanto re Carlo ha abbandonato l'intenzione di proseguire la guerra contro gli inglesi rimasti in territorio francese, ma sta ordendo dei piani per tradirla. Ma ovviamente nulla potrà farle cambiare idea. La giovane si sente obbligata a continuare a combattere con determinazione fino alla fine, nonostante sia macerata interiormente tra la scelta di compiere la sua missione fino in fondo e quella di abbandonare tutto per vivere l’amore della sua vita con Ty. Ma si dice che manca poco al successo finale, che non sarebbe stato giusto nei confronti del suo Paese abbandonare i suoi uomini per seguire l’istinto egoista di voler essere felice con l’uomo che amava. Cosa voleva il Signore da lei? Cosa voleva che facesse, cosa le chiedeva ancora? Disperata, non riesce a darsi una risposta né la ottiene questa volta da Lui, nonostante le sue suppliche. Tra le lacrime rinnova ancora una volta a Ty la promessa che quando tutti gli inglesi saranno stati cacciati via lei potrà infine dedicarsi a lui, come il Signore una volta le aveva promesso. Ty sa che lei non potrà mai mantenere quella promessa e Ian gli spiega che non possono cambiare il corso della storia né sarebbero mai riusciti a convincere Jeanne a fermarsi adesso.

Jodie, nella disperazione e temendo che ogni attimo trascorso con i pc spenti può essere fatale ai suoi cari, trova il coraggio di dire al genitore di Daniel se non la verità, qualcosa che in qualche modo le somiglia: “la verità è così preziosa da aver bisogno di una guardia del corpo di menzogne”. Racconta quindi che Ian durante le sue ricerche ha scoperto una tecnologia, un qualcosa più grande di lui e adesso tutti loro, Daniel, Ian stesso, sono in pericolo di vita a causa di questa scoperta. Il suo racconto, è infarcito da dettagli così particolareggiati da rendere plausibile lo scenario improbabile che descrive a John e Monika. Si preoccupa di non citare mai il gioco né la chiave di volta che permette a Hyperversum di compiere il suo prodigioso salto nel Passato: Ian.

John accoglie il racconto di Jodie con evidente scetticismo e incredulità. Non però Monika, che prima di essere assegnata in Francia, aveva lavorato per l’agenzia nella città natale di Boston, col compito di vigilare sulle teorie emergenti di interesse del governo, nelle università più celebri che si trovavano a Boston: Harvard e il MIT. Proprio uno stimato professore al MIT, il fisico quantistico Seth Lloyd, aveva teorizzato la fattibilità tecnica di un salto temporale, combinando l’effetto di sub-selezione del Quantum computing di cui era il padre con gli stessi mezzi che avevano permesso agli studiosi di teletrasportare con successo il primo fotone in laboratorio (cfr MIT Digest, Boston 23 jul 2010 ndr).    

Monika – convinta di poter mettere le mani sulla scoperta più sconvolgente della storia – convince il Generale a fare quello che chiede la ragazza, nonostante l’incredulità di John. Grazie ad un nuovo intervento dell’ambasciata ottengono i portatili e il loro prezioso corredo di dvd dove Daniel aveva salvato tutti i dati di gioco. Ma le loro richieste vengono accolte ad un prezzo: tutte le accuse contro i ragazzi cadranno solo se restituiranno il codice miniato che avevano sottratto al museo di Chatel-Argent. Jodie li conduce quindi al castello e riavvia i computer.

Il Curatore LeClercq non digerisce che gli odiati americani, popolo senza un vero passato e senza storia e che lui disprezza profondamente, avevano infine con i loro vili trucchi ottenuto tutto ciò che volevano, con la solita arroganza e in spregio alle leggi. Non avrebbero imbrogliato lui, però. Chatel Argent era anche il suo regno dopotutto, conosceva il castello e i suoi segreti come le sue tasche. Sapeva che prima o poi quegli insolenti ragazzini avrebbero commesso un errore e lui sarebbe stato lì, a coglierli con le mani nel sacco.

Daniel finalmente si accorge che Hyperversum ha ripreso a funzionare: durante un tentativo di richiamare l’uscita di emergenza del gioco che, ormai con rassegnazione, ripeteva ogni giorno, appare finalmente la mela rossa del menu del gioco. Ty li supplica di lasciarlo con Jeanne, mentre gli altri, sapendo che non era in loro potere cambiare il destino della ragazza, decidono che la cosa migliore da farsi al momento è tornare a casa e portare il manoscritto a Guillaume, l’obiettivo iniziale del loro viaggio. Sarebbero tornati a prendere Ty il giorno stesso della cattura di Jeanne da parte degli inglesi, la data la conoscevano.

A Chatel Argent, nel XXI secolo, Daniel, Ian e soprattutto Isabeau si materializzano dal nulla davanti a Jodie, John e Monika, quest’ultimi sconcertati all’inverosimile. Monika sapeva di aver visto giusto. La tecnologia che aveva compiuto quel prodigio era la scoperta più sensazionale della storia dell’umanità. Nascosto nell’ombra, dalla sala del museo del castello di cui possiede le chiavi, LeClercq osserva più di quanto dovrebbe vedere. Non può capire da dove sono arrivati i ragazzi, ma una cosa vede con certezza: il suo prezioso manoscritto miniato nella mani di Daniel.

Dopo i primi imbarazzanti momenti in cui i ragazzi appena sbarcati dal Medioevo si trovano inaspettatamente di fronte John e Monika, Jodie comunica loro che devono restituire il codice ai francesi. Ma Ian e compagni sanno che devono assolutamente portarlo a Guillaume, altrimenti tutte le loro fatiche sarebbero risultate vane. Dopo aver finalmente vinto lo sconcerto e la preoccupazione iniziale, giurano a John che non appena completato l’incarico, sarebbero ritornati nel Presente, dove intanto sarebbero trascorsi solo pochi minuti. L’assicurazione che Daniel fornisce al padre e Monika è che potranno verificare loro stessi sui monitor se ciò che affermano è vero. Per Monika è la prima occasione di vedere all’opera la misteriosa tecnologia di cui ha parlato Jodie e nonostante John si dichiara palesemente contrario a far ripartire i ragazzi mettendoli ancora in pericolo, convince il suo superiore a non ostacolare Daniel e Ian.

Tuttavia Daniel, prima di affrontare un nuovo viaggio con Hyperversum, cerca in rete notizie sui malfunzionamenti conosciuti del gioco in seguito all’istallazione di alcuni Mod: si accorge che altri giocatori avevano riscontrato problemi analoghi nelle loro avventure virtuali e la community di Nexus ha rilasciato una patch per Celebrity Skin, che sembra davvero fare al caso suo. Tornano quindi tutti, senza problemi stavolta, nel XIII secolo. Nella grande sala dei ricevimenti del castello, proiettato sull’immenso monitor a led, i due militari e Jodie osservano attoniti i ragazzi tornare nel Passato. LeClercq, sgusciante e sfuggente come un viscido animale notturno, si insinua dietro la porta del grande salone, vede proiettare nei larghi schermi un semplice videogioco, e poi…

Ponthieu è stupefatto oltre ogni dire del contenuto di quel codice e non può che ammettere che Ian aveva ragione. Il conte acconsente alla restituzione del manoscritto, né avrebbe mai voluto possedere qualcosa che gli avrebbe svelato parte del futuro del suo casato.

Tornano quindi tutti nel presente, tranne Isabeau che Ian lascia prudentemente con Ponthieu e i figli: sono passati solo pochi secondi dalla loro partenza. Irrompe finalmente nella sala LeClercq, articolando grida confuse e incoerenti a proposito di stregonerie e sortilegi, ma deciso a riprendersi l’antico manoscritto con le buone o le cattive, forte anche del piccolo revolver che adesso stringeva tra le mani. Volano parole grosse e accuse pesanti, Monika senza pensarci un secondo punta la sua arma d’ordinanza sul francese. E’ John infine che prende la decisione: lasceranno il codice nelle mani di LeClercq, ma a questo punto per Ian e Daniel non ha più importanza. Di tutt’altra opinione è invece Monika che crede, come le aveva raccontato Jodie, che è l’antico manoscritto la chiave di accesso per utilizzare Hyperversum come ponte per il Passato: del resto ogni volta che aveva visto apparire o scomparire nel nulla i ragazzi, questi avevano con sé il codice miniato.

Quando LeClercq si allontana, nessuno tuttavia può impedire a Monika di sequestrare i portatili e i dvd. Anche John si dichiara d’accordo a porre fine a quella follia, finché non ci avrebbe visto chiaro.

Sarebbero tutti tornati negli States dove sarebbero rimasti a disposizione per chiarire i molti lati ancora oscuri della vicenda. Le loro strade quindi momentaneamente si dividono, con Monika che porta con sé i computer e i supporti elettronici e inquietanti interrogativi che tormentano i ragazzi: cosa farà il governo adesso, come si comporterà? John riuscirà in qualche modo a proteggerli come aveva infine promesso? Fino a quanto ci sarebbe riuscito? Cosa sarebbe successo invece se Monika fosse riuscita ad avere accesso al segreto più intimo di Hyperversum e di Ian? Daniel e soprattutto Ian non si danno pace. E anche se l’avevano prudentemente nascosto ai militari, dovevano ancora recuperare Ty, rimasto con Jeanne nel XV secolo.

Nel XV secolo, intanto, la figura di Jeanne, ormai leggendaria, diveniva intanto sempre più ingombrante per l'aristocrazia francese che cominciò a temere di vedere offuscato il proprio prestigio da una pastorella lorenese. Anche Isabella di Baviera madre di Carlo VII, turbata dalla diceria popolare "una Vergine ci salverà dalla regina madre svergognata" contribuiva a fomentare dubbi e sospetti a corte. Inoltre, le casse del nuovo re non permettevano di continuare la guerra come avrebbe voluto la ragazza, e senza fondi Carlo VII temeva di perdere troppo presto la corona appena ottenuta. Ma Jeanne era una ragazzina determinata e, grazie alla sua fama ed al suo carisma, aveva radunato intorno a sé un vero e proprio esercito, con il quale attaccò Parigi, sempre con Ty e le armate del falco d’argento a suo fianco, l'8 settembre 1429. Spaventata da questa sua forza sul campo, la corte di Carlo VII decise allora di togliere di mezzo la scomoda ragazzina: non inviò infatti i rinforzi promessi a Jeanne, che vide così capitolare il suo esercito e fallire l'assedio di Parigi.

Contro ogni parere, Jeanne fa quindi rotta verso Compiègne, a nord di Parigi, dove ha luogo una imboscata durante la quale viene fatta prigioniera dai Borgognoni, mentre Ty non può che assistere impotente e in lacrime al rapimento della ragazza. Daniel, come promesso, ritorna nel XV secolo con l’intenzione di riportare a casa Ty, ma il ragazzo si oppone disperatamente, non volendo abbandonare la ragazza. Alla fine convince Daniel a rimandare il ritorno al mattino successivo: la mattina avrebbe portato le risposte che la notte sembrava semplicemente nascondere.

Jeanne viene venduta dai borgognoni agli inglesi per 10'000 scudi come prigioniera di guerra. Abbandonata dal re francese che lei stessa aveva innalzato al trono e per il quale aveva combattuto mille battaglie, fu consegnata all’Inquisizione che l’accuserà con suo atroce stupore di eresia. Nonostante le prove raccolte contro di lei saranno oggettivamente assai deboli, verrà infine emesso un verdetto di colpevolezza per una lunga lista di imputazioni, le più gravi delle quali erano la blasfemia, l'idolatria e la superstizione. La pena per questi reati, dopo che lei stessa negherà l’abiura estortale dagli ecclesiastici, è il rogo.

In quella stessa notte in cui Jeanne è stata rapita e Daniel è arrivato per riportarlo a casa, Ty ha un incubo terribile, che gli mostra nei dettagli più crudeli quale orribile morte toccherà alla sua amata.

Disperato, sveglia Daniel, implorando in lacrime il suo aiuto. Lui è il conte di Ponthieu, no? La copia del codice ancora in mano a Daniel e Jodie non avrebbe potuto aiutarli in qualche modo? E se avesse tenuto traccia di quei pochi mesi dove lui aveva impersonato il ruolo del conte Thierry? Era davvero questo il suo destino: innamorarsi perdutamente di una persona tanto straordinaria solo per vederla atrocemente morire senza poter far nulla per lei?

Daniel lo deve riportare in fretta a casa, dopo quello che è successo non può trasgredire gli ordini del padre né destare il benché minimo sospetto. Ma una volta tornati a casa i ragazzi hanno una idea.  

Dopo aver consultato le pagine della copia del manoscritto miniato, adesso sanno tutti cosa fare. Sanno che la possibilità di riuscita dell’unica opzione possibile è quasi irrisoria, troppe le variabili in gioco e molte al di fuori del loro controllo, ma tra molte, una possibile interpretazione del codice infonde loro il coraggio necessario per tentare. 

La Direction Centrale du Renseignement Interieur, l’intelligence francese, non gli aveva prestato fede e aveva osato persino sbeffeggiarlo, ma Bertrand LeClercq non solo sapeva di non essere pazzo, non solo era a conoscenza del segreto di Daniel e Ian, ma adesso poteva prevedere anche cosa sarebbe successo. Il codice medievale gli aveva infine rivelato tutto e lui non poteva permettere che accadesse. Non sarebbe stato un manipolo di ragazzini americani ad arrogarsi il diritto di cambiare la storia a loro piacimento. Il corso degli eventi di quei secoli era già stato scritto dall’uomo e lui adesso sapeva che il suo destino era essere qualcosa di più di un semplice curatore delle Vestigia del Passato: ne doveva diventare il Custode. La storia era tutto ciò in cui lui credeva e l’avrebbe difesa a qualsiasi costo. Se i francesi erano così ottusi da non dargli ascolto, l’intelligence americana forse gli avrebbe creduto, quella Monika poteva aiutarlo. Doveva restare sulle tracce di quei ragazzi, doveva conoscere ogni loro spostamento. Doveva fermarli.

  
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