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Autore: Mapiamica    15/11/2010    1 recensioni
Ho sempre pensato cosa sarebbe successo se al posto di Susanna ci sarebbe stato Terence a subire l'incidente. Candy l'avrebbe amato lo stesso? O Susanna avrebbe continuato a stargli vicina? Premetto che è la prima volta che scrivo una storia su un sito, che mi piace scrivere(scrivo recensioni di libri su un giornalr online, e che sono una fans sfegatata di Terence e Candy anche se Albert non mi dispiace. Perdonatemi se farò errori o mi permetterò qualche licenza poetica. Spero vi piaccia la storia. Scrivetemi le vostre impressioni e critiche. Bye bye, alla prossima:
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Terrence Granchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VIII

 

GELOSIE

 

Quando furono nell’ufficio di Alex Stevens il dottore guardò Candy. Notò che la ragazza era ancora sconvolta da quell’incontro col suo paziente più facoltoso ma anche più difficile.

 

Per lui Terence Granchester rappresentava una sfida. Non era il solito reduce di guerra, vittima di incubi e fobie dovuti agli orrori dei campi di battaglia. Egli non aveva nessuna delle patologie classiche assegnate ai deboli di mente; non soffriva di brutti sogni, anche se ne aveva uno ricorrente, riguardante l’incidente a teatro: non aveva manie strane o tic stravaganti. I suoi sintomi erano dovuti a uno shock emotivo, ad un "blocco" inconscio, dovuto a una forma d’isteria, forse causata da un trauma infantile.

 

Stevens aveva studiato psicologia nelle più grandi "scuole" europee, da quella tedesca di Wundt° a quella russa di Pavlov°, per finire con la psicanalisi di Sigmund Freud, il cui metodo e procedimento richiedeva tempo e pazienza da parte di medico e paziente.

 

Anche se lo conosceva da pochi giorni il dottore aveva imparato a conoscere il carattere ombroso, irascibile, scontroso del giovane attore. Intuiva peraltro che dietro i suoi modi irriverenti e spavaldi si nascondeva un animo sensibile, con un grande bisogno d’affetto, e un’intelligenza viva ed eclettica.

 

L’arrivo della nuova infermiera prospettava a Stevens un nuovo scenario emotivo e psicologico su cui lavorare con Terence. il rapporto tra i due ragazzi non era di semplice amicizia, di questo ne era sicuro, e ciò poteva portare nuovi stimoli nel processo di guarigione.

 

Il dottore fece accomodare Candy e le versò un bicchiere d’acqua che le porse scrutandola. Era pallida e faceva di tutto per controllare l’agitazione, che non accennava a lasciarla.

 

 

  • Non s’aspettava di vederlo, vero? – le chiese a bruciapelo Stevens.
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  • Come?’ - Per un attimo lei non comprese la domanda poi cercò di dare una risposta convincente. – Beh, non in un posto come questo. –
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  • Qui curiamo vari traumi psicologici. Ma non sapeva del suo incidente a teatro? Ne hanno parlato tutti i giornali –
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  • Vede, quando è successo ero a lavorare al fronte, in Europa, e li non c’era tempo per leggere. Sono tornata pochi giorni fa e mi ha accennato qualcosa il mio fidanzato. –
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  • Ah, è fidanzata? – chiese. l’uomo.
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  • Sì, perché è così sorpreso? – domandò Candy stupita.
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  • No, niente, niente… in effetti, una bella ragazza come lei è logico che abbia qualcuno che le voglia bene. – questa notizia aveva ridisegnato il quadro che Stevens si era fatto e gettava nuove prospettive terapeutiche. La voce dell’infermiera lo distolse dai suoi pensieri.
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  • Dottor Stevens, pensa che Terence… il signor Granchester potrà guarire? –
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  • In questo campo non ci sono certezze assolute. Molto dipende dal paziente, dalla sua voglia di guarire, dagli stimoli giusti. Io penso che lei signorina, potrà essere un buon incentivo alla guarigione del suo amico. – concluse il dottore con aria sorniona.
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  • Io? Perché io? – chiese la ragazza sgranando gli occhi.
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  • Voi siete amici, vi conoscete da tempo. A volte fa piacere vedere e parlare con qualcuno già conosciuto piuttosto che con un estraneo, soprattutto in luoghi come questo. – spiegò Stevens, che non voleva che Candy capisse che lui intuiva i reali sentimenti che provavano i due ragazzi. Dopodiché disse: - ora le dirò le sue mansioni in questo ospedale. – e parlarono per molto. Candy ascoltava attenta,, cercando di non distrarsi pensando a Terence. Venne l’ora delle visite e il primario le disse di avvisare il signor Granchester di tenersi a disposizione.
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    Col cuore in subbuglio Candy bussò alla porta della camera di Terence ed entrò, quando lui le diede il permesso. Entrando vide che non era solo. C’era Susanna che rimase sorpresa nel vederla, tuttavia la salutò con cortesia.

     

     

  • Scusate, non volevo disturbare, sono venuta per avvisare che tra poco verrà il dottor Stevens. – Disse Candy con un filo di voce. Sentiva uno strano malessere, un fastidio indecifrabile nel vedere quella ragazza accanto a Terence, e non capiva il motivo. O meglio, aveva paura di scoprirlo.
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  • Bene, tanto stavo per andarmene, ho le prove fra poco. – disse l’attrice, che diede un bacio sulla guancia al ragazzo e corse via.
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    Rimasero soli. Ognuno perso nello sguardo dell’altro erano incapaci di proferir parola. Per darsi un contegno, alla fine Candy si mise a guardare la cartella clinica voltandogli le spalle.

     

     

  • Perché l’hai fatto, Candy? – All’improvviso la voce di Terence risuonò tagliente nella stanza.
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  • Che cosa? – chiese lei fingendo noncuranza.
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  • Perché ti sei fidanzata con Albert? – e vedendo che non rispondeva le afferrò una mano. Candy cercò di ritrarla ma inutilmente. Alla fine sbottò: e perché non avrei dovuto farlo? Lui mi è sempre stato vicino, mi ha aiutato… lui mi vuol bene, mi ama… - diceva queste cose con forza, quasi volesse convincere se stessa.
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  • E tu? Tu lo ami? – lui non sembrava volesse lasciarle la mano, che anzi stringeva sempre più forte.
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  • Io… sì, certo… e poi, cosa vuoi da me Terence? saresti forse geloso? E con che diritto? Non hai Susanna che ti sta vicino? – la sua voce era stridula, quasi gridava.
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  • Ora sei tu la gelosa. – dichiarò lui sorridendo, e così dicendo l’attirò a sé e le loro labbra si sfiorarono. Fu un bacio dapprima lieve, timido, poi sempre più audace, passionale. Candy si lasciava guidare dall’impeto di lui, che diventava ancora più esigente.
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    Si staccò da lui con uno sforzo sovrumano, senza forze, col respiro affannato e una gran confusione in testa.

    Terence la lasciò andare a malincuore ma le disse: - Hai capito con che diritto? Io ti amo, ti amo da morire e impazzisco di gelosia quando penso che stai con lui…! E tra me e Susanna non c’è niente. Solo amicizia. –

     

    Candy voleva replicare qualcosa ma l’arrivo di Stevens la fermò. Rossa in viso si scusò e uscì, sotto lo sguardo divertito del suo principale.

      
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