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Autore: yelle    21/11/2005    6 recensioni
Arriva un pò in ritardo, ma spero venga apprezzata lo stesso. Con il pieno consenso dell'autrice della mitica saga di BAWM (e quindi qui avrete tutti capito che parlo della mitica Sunnyna...), ho scirtto questo Missing Moment di Fire Melts Ice. Dopo aver letto il capitolo 15.Il Vero Coraggio, non ho quasi potuto non scrivere a proposito del dolore di Ron ed Hermione, personaggi che ho sempre adorato.
Ovviamente dedicata a tutto il cuore a Sunny. Grazie di tutto, tesoro.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Obscura

Prima di lasciarvi alla lettura di questa breve, ma intensa one-shot (o per lo meno, spero che lo sia =P la mia intenzione era esattamente quella), ho da dire e specificare alcune cosette:

 

-         questa fiction non è nata come una song-fic, e preferirei non venisse considerata tale. La canzone di cui potete leggere i pezzi più belli durante la lettura è stata inserita come semplice ‘colonna sonora’.

-         La scelta della canzone è stata durissima, e indecisa fra due piccoli capolavori: Hallelujah di Jeff Buckley e My City of Ruins di Bruce Spingsteen. Consiglio a tutti voi di ascoltarle entrambe, perché davvero meritano.

-         La cosa più difficile di questa fic è stato sicuramente il mantenere un filone che non fosse OOC rispetto alla mitica serie BAWM. Non so se ci sono riuscita, e sinceramente penso ad un fallimento, ma mi piacerebbe se mi deste un vostro personale parere. Mi aiuterebbe molto.

-         Un ringraziamento mega-giga alla mitica Sunnyna, che con il suo consenso e il suo appoggio mi ha dato un’ulteriore spinta verso la pubblicazione di questa fic su EFP (a dir la verità, sono rimasta in dubbio sino all’ultimo =P).

Inoltre, senza la sua favolosa serie non mi sarei mai avvicinata al mondo delle fanfictio e non mi sarei mai messa in testa di sfogare la mia creatività attraverso la scrittura.

Grazie, tesora, questa fic è tutta per te. Un bacione gigante!!

 

 

 

Obscura || …e tenevo il mio cuore in mano

Missing Moment Fire Melts Ice (BAWM Final Episode)

 

 

There is a blood red circle
On the cold dark ground
And the rain is falling down

The church door's thrown open
I can hear the organ's song
But the congregation's gone..

 

***

 

C'è, nell'eternità, un momento che precede la felicità più completa, l’apice che arriviamo a toccare e che rimane impresso in noi come una dolce cicatrice indelebile nel cuore, facendosi poi rimpiangere amaramente. Quel semplice momento è quello che ci spinge a vivere, quello in cui ci sentiamo sull'orlo del futuro, sull'abisso dei sentimenti proibiti, prima di sapere con certezza che abbiamo amato. Prima di sapere con certezza che abbiamo amato per sempre.

 

E lui l’aveva amato, quel figlio. Gli aveva dedicato la sua vita e i suoi momenti più belli, con lui e grazie a lui li aveva vissuti. Lo amava con sentimenti che non poteva provare per nessun altro.

 

Ma quella felicità non riusciva a trovarla.

 

Non riusciva neanche a ricordare quella che aveva provato. Il dolore che portava nell’anima lo stava sopraffacendo, annullandolo nelle volontà e nel suo essere, cancellandogli i ricordi felici che portava dentro.

Simon… il suo piccolo Simon. Appena chiudeva gli occhi lo vedeva, in quel letto, in quella bianca ed asettica stanza d’ospedale, privo dell’appoggio dei suoi familiari. Come starsene sdraiato nella sua stanza mentre suo figlio stava lentamente consumando il suo corpo lontano dalla propria famiglia? Simon ne aveva bisogno, di Hermione, di Katie, di suo fratello… di lui! E Dio solo sapeva quanto anche lui aveva bisogno di vedere suo figlio…

 

‘Ron…?’

 

Fra le coltri del letto in cui stava consumando quella nottata insonne, Ron, quello stesso tenace e forte Ron che i figli tanto invidiavano e prendevano da esempio ogni giorno della propria vita, stava cercando di schiarire il proprio cervello dalla nebbia che lo offuscava, affrontare la verità e la crudeltà che vivevano in simbiosi con l’orribile quotidianità di quei giorni. I suoi nervi erano tesi da tante ore che ormai sentiva di non poter più resistere a tanta pressione. Non osava soffermare i propri pensieri sui lineamenti di quel troppo giovane volto che aveva visto nascere e crescere, risultava troppo doloroso per il suo cuore. Era come considerarlo già morto. E più cercava di sviare le proprie paure, più i suoi stessi pensieri si concentravano su quel dolore, nutrendosene e impazzendo a causa di esso, lentamente e silenziosamente.

 

‘Ron…. Parlami, ti prego…’

 

L’uomo cercò di trovare un appiglio per risollevarsi da quell’autocommiserazione in cui si era ritrovato. Odiava autocommiserarsi.

La voce di Hermione lo aveva riportato alla realtà, gli aveva ricordato che ancora viveva.

 

‘E che diavolo dovrei dirti, Herm?’

 

‘Non lo so, ma qualcosa… qualsiasi cosa che non mi faccia restare sola con i miei pensieri…’

 

‘A volte fa bene, lo sai?’ rispose lui i tono piatto, quasi strascicato.

 

‘Mi rendo conto, ma non è certo questo il caso… non credi?’

 

Lui la guardò senza emettere un suono.

 

‘Parla, Ron…’

 

‘Non ne ho voglia’

 

‘Ronald…’

 

‘Tesoro…’ l’uomo parlava in tono cantilenato, come se davanti avesse un bambino piccolo e ignaro di come va il mondo, non certo una donna adulta con forse più sale in zucca di lui. ‘Non credo proprio che parlarne aiuti a risolvere la faccenda’

 

‘Certo che no, mister ho-io-la-ragione-in-mano. Non c’è nulla che possiamo fare, ma forse proprio per questo è inutile che stai lì a rimuginarci sopra come un cane imbastardito…’

 

‘Come che? Tesoro, se non ti conoscessi bene, direi proprio che a volte mi sorprendi…’

 

Una strana scintilla brillò negli occhi di sua moglie, ma era priva di qualsiasi manifestazione di gioia. Non ve n’era per alcuno da un po’ di tempo a quella parte. Ed era inutile girarci attorno, falsare le proprie emozioni per assecondare le richieste di Simon. Erano emotivamente distrutti, e Dio solo sapeva cos’altro ancora li aspettava, lì dove stavano per andare.

 

***

 

‘E ora che diamine stai facendo, Herm?’

 

La donna si voltò e vide che lui era intento a fissarla con cipiglio severo e incredulo. Forse non capiva perché teneva le mani giunte.

 

‘Sto pregando, Ron’

 

‘Stai… che cosa…?’

 

‘Sto pregando, Weasley, pregando… ti suona tanto strana, questa parola?’

 

‘Possibile che in un momento come questo a te vengano in mente le cose più stupide?!’

 

‘Ti sembra stupido conservare la propria speranza in qualcosa?’

 

‘Parli ancora di speranza?’ esclamò a viva voce il giovane uomo. Allargò le braccia, per poi immediatamente lasciarle ricadere sul copriletto, prive di volontà. Diresse il proprio sguardo verso la parete bianca al suo fianco, ma la tenue lacrima che stava scendendo dalla sua guancia non arrestò la sua corsa. Dannato e asettico colore! Gli bruciava gli occhi…

 

‘E di cos’altro dovrei parlare, eh, Mr Weasley? Di dolore, del vuoto che porto con me? Della voglia che ho, appena lo vedo, di gettargli le braccia al collo e di consolarlo, di accarezzargli i capelli… ma a cosa servirebbe farlo? Parlo sì di speranza, e intanto cerco di combattere ciò che è inevitabile. E’ dura, e folle.. ma la realtà non riesco a sopportarla con la mente lucida. Questa pazzia mi aiuta a vivere’

 

Ronald si voltò di nuovo verso di lei e la scoprì a fissarlo con decisione e una tipicamente femminile caparbietà. A vederla così, forte come era sempre stata, la tentazione di prenderle il viso fra le mani e baciarla era davvero irrefrenabile. Cercando di non cedere a quell’impulso, si limitò a chiudere gli occhi e ad appoggiare il proprio palmo contro la sua guancia. Adorava il contatto con la sua pelle morbida e sempre fresca, gli trasmetteva una sensazione di benessere come nient’altro riusciva a fare. Si chinò fino a raggiungere l’incavo fra il collo e la spalla della donna e ne aspirò il profumo che emanava. Anche Hermione chiuse gli occhi ed assaporò quel contatto come un naufrago che si aggrappa alla sua ultima speranza di salvezza. Dalle labbra leggermente schiuse le sfuggì un gemito.

 

‘Ssshhhhh…’ sussurrò lui dolcemente, in risposta, accarezzandole i capelli e abbracciandola come fosse una bimba bisognosa di affetto e conforto.

 

‘Hermione, io non so come tu ci riesca… io ci ho provato, ma ho la terribile e irrimediabile sensazione di aver fallito…’

 

Lei aprì gli occhi e lo guardò con un’espressione addolorata. Il suo cuore cedette alla sensazione che aveva di quel Ron contrastato che aveva davanti. Prima la rassicurava dolcemente, e ora era lì a supplicarla silenziosamente di perdonarlo, come fosse un cucciolo bagnato in adorante il padrone. Ma lei non aveva più la forza… se anche lui non riusciva a reggere tutto quello, lei come poteva dargli una mano se già da tempo la sua anima aveva iniziato a cedere?

 

‘Non puoi mollare, Ron… non puoi farlo, non ora…’

 

Dal tono della sua voce percepiva che il suo cuore stava piangendo e che i suoi occhi erano asciutti semplicemente perché la donna non aveva più lacrime da versare.

 

‘Io non ho mai mollato, Herm, chi può saperlo meglio di te?’

 

Il suo viso accolse un sorriso ironico, tanto dolce quanto timido. ‘Hai ragione. Quanto tempo ci hai messo, anche solo a capire di amarmi? Otto… nove anni?’

 

‘Esagerata’ Anche lui ora sorrideva, seppur mestamente ‘Sei stata un osso duro, da conquistare’

 

‘Serviva la neve al nostro caro Weasley per mettersi a nudo… è un po’ un controsenso, non trovi?’

 

‘Tesoro, io sono tutto un controsenso’

 

Il sorriso della moglie arrivò al suo apice per poi scomparire completamente dal suo volto. ‘Oh, Ron!’ sospirò, prima di accasciarsi fra le sue braccia e appoggiare la propria guancia al suo petto. Lui prese a baciarle la fronte mentre con una mano l’abbracciava e con l’altra seguitava ad accarezzarle la morbida chioma castana.

A quel gesto di estrema bontà e dolcezza, Hermione si sciolse, lasciandosi andare a quel mare di lacrime che credeva aver già esaurito. Fra le braccia del suo Ron lasciò andare tutto il dolore che aveva dentro, senza però che questo accennasse ad abbandonarla.

Ronald, dal canto suo, non poteva far altro che accarezzarla. Era impotente di fronte a ciò che anche lui percepiva, non poteva trasmettere a lei, attraverso quell’abbraccio, ciò che anche lui agognava a provare. Era tremenda la sensazione che aveva addosso, ma odiarla non serviva a nulla. Poteva solamente rimanere lì, seduto su quel letto, gli occhi perennemente lucidi, e stringerla con tutto il bisogno di lei che sentiva. E non per Simon, né per Hermione, ma per sé. Solamente per se stesso.

 

***

 

‘Ron, stiamo morendo?’

 

Quella semplice e orribile domanda ruppe nel più atroce e delicato dei modi quel silenzio.

 

‘No, Hermione, no!’ L’uomo scosse la testa con fervore mentre nei suo occhi si poteva leggere la paura. La sola idea che scaturiva da quelle poche parole lo terrorizzava. ‘Non dire mai una cosa del genere’

 

‘Sì, Ron, stiamo tutti morendo…. Solo, al nostro piccolo Simon è stato concesso meno tempo’

 

Ron, come colpito da una scarica adrenalinica, si staccò da lei, lasciandola andare bruscamente. ‘Tesoro, te ne prego…’

 

‘E’ così, Ron. Guardati intorno,  apri gli occhi ed osserva la tua famiglia: stiamo tutti morendo dentro… ma lui… lui, al contrario di noi…’

 

‘Hermione, basta! Smettila! Come fai a sopportare che tutti questi pensieri vaghino per la tua mente? Io non riesco nemmeno ad ascoltarli!’

 

‘Non sono semplici pensieri. Lo sai cos’è che mi tira avanti, tesoro? Lo sai, è la certezza che mi dice che posso ancora sopportare quello che stiamo passando, per lui… Se fossi solo un po’ più arrendevole… se il mio cuore di mamma avesse già ceduto, ora mi ritroverei chissà dove, sola. E invece riesco ancora ad andare avanti, anche se con fatica… so che ancora per poco, ma posso farcela, posso sopportare prima che arrivi il momento in cui anche il mio cuore cederà.’

 

‘Neanch’io posso farcela…’

 

‘Tu puoi, Ronald Weasley. Puoi sopportare questo e altro. E adesso smettila.’

 

Lui la guardò apparentemente ammutolito. ‘Potrò davvero, come dici… ma riesco solamente perché tu sei al mio fianco’

 

E, detto questo, Ronald Weasley sorprese sua moglie Hermione prendendole il volto fra le mani e baciandola con disperata passione. Lei gemette in quel bacio, ma, anche se quasi con ritrosia, ricambiò. Crearono in quel bacio la loro illusoria isola felice, ma a Ron non bastava. Piano piano il dolore che gli squarciava il cuore spinse la sua mano a seguire delicatamente il profilo della spalla della moglie, scoprendola lentamente. Iniziò lì la sua strada che lo portava sempre più giù, annegandolo in questa disperazione camuffata da passione. Hermione lo guardò negli occhi e, come solo lei aveva il potere di fare, lesse ciò che il marito portava dentro esattamente come fosse un libro aperto. Il suo consenso Ron lo comprese attraverso quel gesto: vedendo Hermione alzare le braccia, lui le sfilò delicatamente la camicia da notte senza interrompere il contatto con le sue iridi color nocciola. Il corpo di lei, fragile quanto sicuro nel buio della stanza, gli empì il cuore oltre alla vista. Si chinò e le baciò la pelle fra i seni, con delicatezza, quasi temesse di farle del male. Lei rispose accarezzandogli i capelli rosso fuoco, anch’essi spenti come lo sguardo del loro proprietario.

Le sagome dei due adulti in pochi minuti si unirono e divennero una cosa sola, ognuno legato indissolubilmente al dolore dell’altro, per esso ed in esso: le ferite di uno erano anche quelle dell’altro, e se uno dei due sentiva il bisogno di qualcosa che lo ancorasse alla realtà, sapeva con certezza che avrebbe trovato quello stesso appiglio nell’altro.

 

Al momento dell’estasi, che avvenne simultaneamente, Ron si chinò sulla donna e congiunse il proprio respiro alla sua pelle. Il fiato caldo dell’uomo sembrò darle vigore. Quando i loro sguardi si congiunsero di nuovo, lei lo fissò con compassionevole dolcezza. Ron chiuse gli occhi per non leggervi altro.

 

‘Hermione… sei così calda, così viva… come farei senza di te?’

 

Hermione, commossa, incatenò le proprie braccia al suo collo e si sollevò dal letto, regalandogli le proprie lacrime. Lui le accettò e, mentre non smetteva un secondo di baciarle il viso, la sollevò e la posò una volta giunti davanti alla  finestra. Entrambi sollevarono gli occhi donando il proprio sguardo al cielo color della notte. La pace in quel paesaggio era disarmante, e anche i loro cuori feriti dovettero arrendersi e abbandonarsi a quelle stelle, senza avere più difese da erigere contro il mondo esterno.

 

‘Hermione… lo sai che ti amo.’

 

Era un'affermazione, non una domanda. ‘Sì, Ron.’ Lei, avendo l’uomo alle spalle, guidò il proprio sguardo sul suo volto e lo fissò quasi adorante. Lui poggiò le proprie braccia sulle sue spalle, le accarezzò il seno con dolcezza e, dopo essersi chinato, le mordicchiò, privo di qualsiasi tipo di malizia, la base del collo.

Continuò ad accarezzarla.

 

‘Come farei senza averti al mio fianco, mia piccola stella? Sei la mia adorabile ancora di salvezza’

 

‘E tu sei la mia’

 

‘Davvero, mio bel biscottino? O mi prendi in giro?’

 

‘Cos'è, non ci credi?’ La donna voltò metà del busto e gli spinse delicatamente la spalla ‘E non chiamarmi biscottino, sai benissimo che non lo sopporto!’ Gli fece un'antipatica quanto scherzosa linguaccia.

 

‘Te la ricordi, Herm?’ Il tono di Ron si fece malinconico, il suo sguardo triste mentre si rivolgeva di nuovo alla splendida stellata.

 

‘Che cosa, amore?’

 

‘La nostra prima notte stellata’

 

Lo sguardo di lei si fece sognante ‘Come potrei mai dimenticarla? Sei riuscito a mettere in discussione la mia femminilità!’

 

‘No, che dici? Non è assolutamente vero!’

 

‘Certo che è vero, stavi quasi per chiedermi di spogliarmi per dimostrarti la mia vera natura. E meno male che ti amo, tesoro mio, altrimenti te l'avrei già fatta pagare’

 

‘La mia piccola tigre vendicativa!’ mormorò Ron baciandole ancora la spalla nuda.

 

‘Ron...’

 

‘Mmmmm...’

 

‘Ron, non ti senti un pò in colpa?’

 

‘In colpa? Scherzi? Io sono un angioletto, nessuno ha un'anima più pulita della mia’

 

‘Sto parlando seriamente, Ronald, non ti senti forse un pò colpevole nei confronti di Simon?’

 

Silenzio.

 

‘Voglio dire... noi ci siamo appena amati, e siamo qui a guardare le stelle.. mentre lui è obbligato a terminare la sua vita inchiodato ad un letto’

 

Una luccicante lacrima scese per la guancia della donna scintillando silenziosa.

 

‘Sssshhhhhhh...' sussurrò lui 'Hermione, non serve torturarsi così...’

 

‘Lo so, ma... non posso fare a meno di pensare al nostro Simon, lontano da noi...’

 

‘Lo so, Herm. E' dura, ma noi non possiamo fare più nulla...’

 

‘Oh, sì che possiamo!’ Il tono della donna si fece di sfida ‘Possiamo trovare quei bastardi che l'hanno ridotto così e fargliela pagare...’

 

Le sue mani erano strette a pugno, quasi pronte a scagliarsi contro la figura umana che la sua mente di madre le proiettava davanti. Ron posò i propri palmi sui suoi pugni, con dolcezza.

 

‘Amore, ascoltami...’

 

Lei si voltò verso di lui.

 

‘C'è una cosa che possiamo fare, ma non è ciò che intendi tu...’ Ronald la guardava dalla sua altezza di uomo adulto con dolcezza, come se quella che si trovava davanti fosse una bimba un pò cocciuta.

 

‘Cosa, Ron, cosa?’

 

‘Aiutarlo, Hermione. Ha bisogno di noi, ora, e non possiamo negarci. Stargli vicino è il nostro compito, pensare alla nostra vendetta in un momento come questo sarebbe solamente un atto di puro egoismo. E tu sei la persona meno egoista che conosca’

 

Il volto della giovane donna si schiuse in una smorfia di dolore che le veniva dal cuore. Si appoggiò al suo Ron e ricominciò a piangere.

 

‘Oh, Ron... il nostro bambino, il nostro piccolo Simon’ sospirò dolorosamente fra le lacrime.

 

‘Lo so, amore, lo so...’ Ron, che da qualche parte stava trovando la forza per resistere a tutto quello, la abbracciava con tutto l'amore che provava, cercando di consolarla. Capì che non vi riusciva quando la donna gli scivolò dalle braccia finendo per terra, in ginocchio.

 

‘Perché... oddio, Ron, perché??’ il tono lamentoso ricordava molto quello della bambina che, in una sola notte, era emersa più e più volte. A Ron piangeva il cuore nel vederla in quello stato. Si inginocchiò anche lui. Non trovò nulla di meglio da fare.

I singhiozzi della donna risultavano strazianti al suo udito. Chiuse gli occhi percependo che una parte profonda di lui stava cedendo, Non voleva e non poteva permetterlo, ma aveva già avuto inizio. Era la rovina.

Si chinò e con le braccia circondò il corpo della moglie, scosso da convulsi ed irrefrenabili singhiozzi. Le accarezzava la testa ricciuta, le baciava la cute, ma il pianto non cessava.

 

‘Ron...’ mormorava solamente il suo nome, appena riusciva a riprendere fiato. Non l'aveva mai vista piangere in quel modo così spontaneo, così crudele e spietato. Come se gli stesse buttando addosso con brutale veemenza tutte le sue lacrime, come per chiedergli ‘Perché la vita è così ingiusta?

 

Come se lui avesse la risposta…

 

***

 

Now's there's tears on the pillow
Darlin' where we slept
And you took my heart when you left
Without your sweet kiss
My soul is lost, my friend
Tell me how do I begin again?
My city's in ruins

 

***

 

Era come vivere una storia raccontata da altri. Non ne aveva percepito il peso finché non era accaduto quel qualcosa su cui Ron aveva scoperto di non avere potere. E allora aveva iniziato a farsi strada dentro di lui l’orribile sensazione che tutto ciò che aveva fatto nella sua vita, nel bene e nel male, ciò che aveva visto e vissuto sulla sua stessa pelle sfumava al pensiero di non avere la forza di fare l’unica cosa per lui veramente importante: proteggere le persone che amava. Capiva che quello che aveva fra le mani era un fallimento, un peso sul cuore e sulle spalle che lo spingeva a camminare fra la gente con gli occhi bassi, lui, Ronald Weasley, sotto gli sguardi indagatori ed accusatori degli altri. Ron le sentiva le loro parole traditore, nascoste sotto un velo di gentilezza falso come il sorriso che non aveva mai visto sul volto di Malfoy senior.

 

Fatti forza, Ron…

 

Non sei da solo, Ron. Lo sai che puoi contare su di me ogni volta che vorrai

 

Ron non li sopportava, li odiava addirittura.

 

Ipocriti.

 

Cercava la soluzione senza accorgersi che, nel mentre, non riusciva a fare a meno di rovinare emotivamente le persone che gli stavano intorno.

 

Ogni tanto arrivava una voce a bisbigliargli quella verità che aveva in dovere di sentire, ma era fredda e crudele come la realtà che già viveva. Ron non voleva ascoltarla.

 

Vai avanti con fatica, cerchi di sopravvivere, e intanto la vita va avanti da sola

 

Il mondo se ne frega.. Lo sapevi questo? A nessuno importa di te e del tuo dolore, sei solo

 

E sebbene lui cercasse di tapparsi le orecchie, la realtà gli dimostrava come quella voce avesse ragione. Mentre la persona a lui cara stava morendo, legata ormai indissolubilmente al sottile ma inattaccabile filo rosso della morte, lui si affannava in qualcosa che sapeva già in partenza di non avere.

La ragione in quei momenti non stava dalla sua parte. Non gli diceva cos’era giusto fare, poteva solamente seguire il suo cuore. Ma il cuore mentiva. E lui non poteva saperlo, perché era l’unica cosa che gli era rimasta in cui credere. E quando fosse arrivato il momento e si fosse accorto di aver sbagliato, allora sarebbe stato troppo tardi: l’ultima ora sarebbe già scoccata.

 

‘Ron…?’

 

‘Mmmm..?’

 

‘Che cos’abbiamo, tesoro? Perché non riesco a smettere di piangere?’ chiese fra i singhiozzi.

 

Ron le baciò di nuovo la fronte. ‘E’ la stanchezza, amore. Quando si è stanchi gli occhi si chiudono da soli, tutto sembra più difficile e si perde la voglia di lottare’

 

‘Ma io voglio ancora combattere, non è ancora finita…’

 

‘No, non è finita, ma un momento di riposo ci farebbe bene, che ne dici?’

 

Lei alzò lo sguardo e fissò il marito con cipiglio perplesso e severo. ‘Ma che stai dicendo?’

 

‘Nulla, tesoro. Semplicemente ipot….’

 

‘Pensi che sia stupida?’

 

‘Assolutam…’

 

‘Non ti facevo così ipocrita, caro Weasley, no davvero’

 

Ron sembrava freddamente sorpreso da quell’insolita reazione, ma Hermione poté percepire nel suo sguardo scattare qualcosa. E non era nulla di buono.

 

‘Tu mi chiami ipocrita? Ma con che diritto? Tu sei una madre che sta per perdere un figlio, ma io di quel ragazzo ne sono il padre!’ L’uomo, che l’aveva ormai da un pezzo lasciata andare, la fissava ora con un guizzo furente nello sguardo.’Tu sei stanca, ma anch’io lo sono di lottare e trovarmi ogni giorno con un pungo di mosche in mano. Questo dolore è tuo quanto mio, e anche le mie spalle sono stanche!’ Ron stava quasi urlando.

 

Hermione, che aveva smesso di piangere, lo guardava dritto negli occhi, furente. ‘E con questo che diavolo intendi dire? Che ti sei forse stancato? E’ uno dei tuoi modi Weasley per dirmi che molli?’

 

Ron non disse nulla, troppo impegnato a tenere a freno l’ira che divampava dentro di lui.

 

‘Avanti, Ron’ le labbra di Hermione ‘Avanti, sfogati, mio grande uomo. Butta all’aria la stanza, se può aiutarti a sentirti meglio. Ma guai a te se dopo ti vedrò ancora negli occhi questo sguardo’ concluse secca la donna.

 

‘Perché, Hermione, che sguardo ho? Ho lo sguardo stanco, ma anche tu l’hai, e non ce ne possiamo fare una colpa. Cos’ho fatto sinora, eh? Puoi biasimarmi per ciò che ho fatto? Lo sai benissimo che ho lottato insieme a te, fianco a fianco ci siamo sorretti a vicenda… e tu lo sai bene. Ma ora..  ora penso a quel corpo stanco da cui la vita sta per essere strappata prematuramente… e sai che ti dico?’ Ron avvicinò il viso al suo e sussurrò con rabbia ‘Io ormai, Hermione, combatto per niente’

 

A quelle parole, sembrò che l’atmosfera si cristallizzasse in quel secondo che seguì. La tensione era talmente densa che si poteva tagliare attraverso la fredda lama di un coltello. Ron fissava Hermione carico di nervosa inquietudine, nascosta con bravura sotto ad un velo di falsa rabbia.

Hermione era letteralmente impenetrabile. Non una scintilla d’ira o di rammarico, o di dolcezza sembrava trasparire dai suoi penetranti occhi castagna. Ron, muto, sembrava cercare in lei la consapevolezza di non essere nel torto, di non avere sbagliato tutto, ancora una volta.

 

Il silenzio regnò nella stanza per minuti interminabili, pesanti come il dolore che univa quelle due figure sedute nell’ombra.

 

***

 

With these hands,
I pray for the faith, Lord
We pray for your love, Lord
We pray for the lost, Lord
We pray for this world, Lord
We pray for the strength, Lord

 

***

 

 

Poi, silenziosamente quanto inaspettatamente, Hermione si protese verso il suo Ron, allargò le braccia e lo abbracciò con tutto il bisogno di lui che sentiva, e con tutta la dolcezza di cui sapeva che lui aveva necessità. Lo strinse a sé e in quell’abbracciò cercò di dargli sé stessa.

Lui, caparbio come solo raramente riusciva ad essere, inizialmente non dava segno di volersi muovere o ricambiare quel gesto d’affetto. Ma poi come candida neve sotto al caldo sole del mattino, anche lui sciolse quel blocco che gi bloccava la gola e strinse a sé la donna che più amava fra tutte. Nascose il viso nel suo collo e pianse sommessamente. Lei non diede segno di essersi accorta dei singulti soffocati che il suo udito percepiva, né delle lacrime che iniziavano a scendere lievi lungo la sua schiena. Iniziò solamente a sorridere sommessamente, senza che Ron ne ebbe la benché minima percezione. E mentre accarezzava i rossi capelli del suo uomo che tanto gli aveva dato nella vita, pensava a quanto anche lui avesse bisogno dello stesso affetto che una volta piccoli necessitavano Jack e il Pannolone di famiglia.

 

Dio, quanto amava Ronald Weasley! Con ogni più piccola fibra del proprio essere. Non riusciva a sorridere senza averlo al suo fianco, non riusciva a ridere, né piangere, né giocare a fare la gran donna di casa. Era un niente, semplicemente. Era la sua vita insieme a lui. Senza, sarebbe morta. E non certo perché no sapeva badare a sé stessa o stare da sola per soli pochi minuti, ma semplicemente perché non voleva. La sua vita era Ron. E Ron era la sua vita. Null’altro.

 

Cercò di trasmettergli quella verità attraverso l’abbraccio ma, che ci fosse riuscita o meno, sapeva che non aveva importanza: Ron lo sapeva già. E lei sapeva che per lui valeva la stessa cosa.

 

***

 

Come on
Come on
Come on, rise up
Come on, rise up
Come on, rise up
Come on, rise up

 

***

 

 

‘Scusa, amore… scusa, scusa, scusa, scusa..’ sussurrò l’uomo mentre il suo volto era ancora immerso nell’incavo fra il collo e la spalla della donna.

 

‘Va tutto bene, tesoro, va tutto bene’ mormorò Hermione in risposta. ‘Siamo stanchi, e depressi… è tutto normale, Ron, è tutto a posto’

 

Il sorriso mesto di lei si illuminò di nuovo vigore.

Stava passando.

Quell’ombra che li aveva divisi per pochi istanti, terribile quanto la furia che aveva percepito nello sguardo del suo Ron, stava piano piano scomparendo.

 

Ora ne era certa. Se fossero rimasti uniti esattamente come lo erano in quel preciso istante, allora ci sarebbero riusciti.

 

Sarebbero riusciti a sopravvivere a quel dolore.

 

E magari a tenere per sé un briciolo di speranza. Perché non tutto era perduto fino a che il loro amore fosse sopravvissuto a tutto ciò.

 

‘Stringimi, Ron. Stringimi più forte che puoi…’

 

‘Ti tengo, Hermione. Ti tengo, non ti lascerò andare…’

 

***

 

Without your sweet kiss
My soul is lost, my friend
Tell me how do I begin again?
My city's in ruins

   
 
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