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Autore: fatina83    16/11/2010    1 recensioni
Sophie è una ragazza semplice che fa l'incontro della sua vita ma il problema e che la sua semplicità andrà a scontrarsi inevitabilmente con quella di lui molto più dura e problematica. Riuscirà a cavarsela e uscirne comunque a testa alta???
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jackson Rathbone
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6: SERATA DI SVAGO...FORSE
 
 
 

Avevo urlato fuori dal finestrino quella frase mentre con la mia auto mi allontanavo, direzione casa, sperai che l‘avesse sentita e che qualcosa di buono le avevo lasciato, non il mio stupido caratteraccio.
Pensai a lei per tutto il tragitto, a come si era comportata con me, al sua caratterino, tanto ostile quanto provocante, finalmente qualcuna che riusciva a tenermi testa, senza per questo assecondate tutto quello che dicevo o facevo, era la prima ragazza che mi diceva di no, che diceva no a tutto quello che dicevo. Quel giorno tornato a casa, riuscì ad attirare su di me solo le battutine e le frecciatine dei miei inquilini, dopo che come un amico mi ero aperto a loro.
«Ho conosciuto una ragazza giù all’aeroporto»
«E’ com’è? La solita pazza fan»
«No, era davvero carina…e aveva un caratterino, mi ha urlato contro due o tre volte…pazzesco!!»
«Cosa? Abbiamo perso colpi Jay…non ci posso credere…tu che vieni scaricato»
«Dai Ben, non mi ha scaricato? È solo che, abbiamo cominciato con il piede sbagliato, tutto qui» “ecco ero diventato lo zimbello della casa, adesso andrà di sicuro a riferirlo a tutti“ pensai.
«Ed è solo questo che ti lasci perplesso o è il fatto che finalmente c’è una che no ti calcola?»
«Ahahaha…spirtoso, mi ero reso disponibile per un caffè e lei dopo un paio di incomprensioni mi ha dato 5 dollari e mi ha detto di prendermi il caffè da solo»

Risero per un quarto d’ora e nonostante io gli avesti spiegato e rispiegato lo scontro con Sophie, sembravano divertirsi punzecchiandomi, come se lo sport del giorno fosse prendermi in giro. Ma quando l’argomento diventò più serio, avevo la loro completa attenzione e il loro appoggio, cosa che non mi avrebbe mai abbandonato, ma non rinunciavano mai alla battuta facile e io sembravo servirgliele su di un vassoio d‘argento.
«Vedete lei è carina, sorridente, ha gli occhi…che parlano da soli»
«Ah si …e che dicono…attento o mordo?» lo osservai in cagnesco, poi ripresi a spiegare.
«Ah un espressione così dolce, ma allo stesso tempo è sempre in guardia, come se non si fidasse di me»
«Jay, ti ha inquadrato alla perfezione, io stesso conoscendoti non mi fido di te…ma hai messo in conto che forse non le piaci?»
«Certo che l’ho considerato, ma non mi voglio arrendere così, finalmente incontro qualcuna che non è attratta dal mio mondo, da quello che faccio, da…
«Da chi sei…ahahahaha»
«Dai ragazzi dico sul serio»
«Allora non te la fare sfuggire»
«Fosse facile… martedì devo partire è sicuramente quando tornerò ci sarà dell’altro lavoro per me, non ho molto tempo da dedicarle»
«Be prendi il numero e invitala al concerto di sabato!!!»
«Il numero? non ci ho pensato»
«Non ci posso credere Jay, ti piace una ragazza e non le chiedi neppure il numero di telefono? Sono le basi queste…se non ti scrivono le battute non sai proprio come comportarti vero Jay?»
«Basta con voi non si può parlare».

Quella settimana riuscì a rilassarmi prima del grande tour che mi avrebbe tenuto 3 settimane in giro per la promozione del film, e poi potevo sfogare ed urlare tutta la mia rabbia come sempre sul palco del THE VIPER ROOM, quel sabato avevo deciso di dedicarlo a me, ai miei amici e alle solite birre. Non mi importava nulla di Ashley, di Sophie, del mio lavoro…ero tutto suo, della mia musica e di nessun altro.

Salì sul palco e le urla delle fan portarono la mia adrenalina a mille, mi sentivo carico mentre accordavo la chitarra, sistemavo con cura i cavi nell’amplificatore e mi sollevai per vedere quanta gente ci fosse nella sala. Le urla coprivano i miei accordi ed i flash limitavano la mia visuale alle sole ragazze posizionate sotto il palco. Ben iniziò ad incitare il pubblico e Jerad saltellava come un matto per tutto il palco mentre Ben J e Uncle Larry davano vita ad una guerra dettata dal rumore delle percussione e poi via la serata iniziò come per magia. Era quello che volevo, serata di puro svago, senza distrazioni, con la musica a palla che non ti da modo di pensare e che ti entra dentro sconvolgendoti i pensieri, mentre tra le mani stringevo la mia adorata compagna di tutta una vita, il mio unico e solo amore la mia chitarra. Forse l’alcool iniziava a darmi alla testa, avevo bevuto già due bottiglie di birra ma non mi sentivo poi così ubriaco, iniziai a pensare che forse i miei occhi stava facendo brutti scherzi e che l’alcool non centrava nulla, era il destino che si divertiva a giocare con me. La sala era praticamente buia, solo al bancone del locale arrivava una fioca luce, è lì, per la terza volta nel giro di una settimana c’èra lei, se non era un caso, lei mi stava davvero seguendo.
Iniziai a suonare con il sorriso sulle labbra e nonostante mi fossi ripromesso di non pensare a nessuna donna quella sera, non vidi l’ora di fare una pausa.
Gli altri velocemente si andarono a nascondere dietro le quindi, mentre io scusandomi con loro, andai verso il bancone a salutare un’inaspettata fans

«Ehy Sophie, come stai?»
«Ciao»
«Se non mi segui...mi cerchi»“stupido allora te le vai a cercare?” non potevo rivolgermi a lei senza provocare una sua brutta reazione? proprio non ci riuscivo?
«Ti sbagli, mi hanno trascinato loro, non sapevo nemmeno che tu suonassi qui
sta sera»
«Ricordati che sei ancora in debito!!»
«Credevo che dopo la tua offesa gratuita fossi stata graziata?»
«Io ti ho accompagnato al campus, quindi ho rimediato al torto»
«Tu ti sei offerto!!!»
«Per rimediare all'offesa, ma tu sei ancora in debito per l'aiuto in ascensore»
«Si ma non ora, ci stanno guardando tutti, ti prego vai»la vidi vistosamente arrossita e quasi si nascondeva dietro le spalle delle amiche
«Ti danno fastidio gli occhi addosso?»
«Molto e credo che tu ti stia rendendo ridico, perché non raggiungi i tuoi amici dietro»rimasi perplesso dopo quelle parole, sapevo che stava sulle difensive, anche se iniziavo a credere di starle antipatico.
«Mmm…perché mi tratti sempre così, non credo di aver fatto nulla di male stavolta»
«Non hai fatto nulla di male, ma di sicuro le tue fans mi vorranno morta dopo questa sera» cercai il modo di vederla anche dopo, non ci sarebbero stati tutti quegli occhi su di lei, e forse si sarebbe un po’, come dire …aperta e non mi avrebbe trattato male.
«Ti fermi dopo, beviamo qualcosa dopo il concerto»
«sono stanca…credo di andare a letto presto»
Mi allontanai come un cane bastonato, con la coda tra le gambe, perché mai era così sulla difensiva con me.
«Jackson… -mi chiamarono e come sempre mi girai versò chi aveva pronunciato il mio nome - scusa la nostra amica..è un po’ acida»
«Non c’è problema…potete farmi un favore?» sfoderai il migliore dei miei sorrisi per convincere quelle due ragazze ad aiutarmi.
«o.m.g. certo Jackson »
«Potreste rimanere qui con lei fino alla fine del concerto, ci vediamo dietro nel cortile se non è un disturbo?»
«No…nessun disturbo»
«E… mi potreste dare il numero di telefono di Sophie?» ero stato davvero sfacciato, ma la mia tattica in quelle occasione era infallibile, sorriso, ammiccamento e occhilino…e…puf mi davano retta, almeno le sue amiche!!.
«certo…»
Presi il tovagliolino dal bar e scissi il suo numero
«Grazie ragazze a dopo»

Dopo il concerto la ritrovai fuori ad aspettarmi con le sue amiche, ma il suo era il solito portone sbarrato, dove a nessuno era permesso di entrare, era sempre sulla difensiva e pronta all’attacco, il problema e che io non avevo intenzione di attaccarla e di farle del male. Due parole ed era già scappata via, quasi impaurita, ok, avevo bevuto come al solito, ma non avevo raggiunto la soglia, il mio limite era ben lontano e quindi cosciente di quello che dicevo.

«Cosa vuoi, ma perché continua a renderti ridicolo, sai cosa significa la parola NO, voglio essere lasciata in pace»
«Aspetta ti prego, parliamo voglio solo conoscerti meglio» decisi di fare come mi aveva consigliato Ben, di insistere se lei mi interessava, se ritenevo che ne valesse la pena.
«Scusami, lo so sono una stupida arrogante testona»
«Non voglio dire questo, dico che sei una che sta sulle difensive come se avesse paura che l’altra persona gli faccia del male» abbasso lo sguardo, come se si vergognava di quello che aveva fatto e di come si era comportata con me, avevo centrato in pieno l’obbiettivo, avevo capito quale fosse il suo problema
«Me ne hanno fatto tanto del male»
«Ma questo non vuol dire che chiunque ti chiede un sorriso non ti voglia aiutare…ti prego voglio conoscerti Sophie, voglio solo capire come sei»
«Emmm..arrogante presuntuosa e testona, non basta» cercò di sorridere ma la sua espressione restò comunque tesa.
«No, sono convinto che tu abbia molte qualità è voglio scoprirle, ti prego
«Va bene, spero solo che tu non te ne penta»
«Adesso sarò impegnato per 3 settimana, ma ho qualche giorno, ti va se ci vediamo?»
«Sei sicuro che vuoi conoscere questa indomabile ragazza»
«Sì, voglio ricominciare tutto daccapo come se ci fossimo appena conosciuti»
«Ok…piacere Sophie Maresca..e tu sei?» sorrisi davanti alla sua spontaneità alla sua voglia di ricominciare. Forse ero riuscito a creare una fessura in quella corazza spessa.
«Ahahhaha….Jackson, Jackson Rathbone…Jay per gli amici.
 

  
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