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Autore: Rick_Holden    16/11/2010    1 recensioni
Diverso. Unico. Solo.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le coperte aggrediscono violentemente il ragazzo mentre lui continua ad attorcigliarglisi avidamente, soffocando ogni lento e possente fiato che esce fuori dalla sua ormai amara bocca. Un desiderio svanito, una perdita ritrovata. Qualcosa che avrebbe voluto. Solo quel semplice calore che tutti sembrano possedere con tanta facilità. Vorrebbe essere perfetto. Vorrebbe essere spudoratamente semplice, come ogni altra dannata persona sulla faccia della terra. Quello che vede negli altri, tutto ciò che lo farebbe sopravvivere, è solo quell'affetto di dolcezza tra i volti altrui: sorrisi, abbracci, emozioni, risa, scherzi, passioni. Perché nulla di questo gli poteva appartenere?

Intorno a lui la stanza lo derideva, la lieve polvere pacata lo ignorava baciando il suo viso come fosse un semplice arredamento. Anche lei lo ignorava.

Una pressione schiacciante come la solitudine caotica intorno a lui. Nessuno sembrava volerlo, niente sembrava appartenergli. Quell'alieno era fuggito dalla sua nave troppa avida per volerlo. Era solo e ferito. Atterrato da proiettili di ignoranza e lame di indifferenza. Voleva sentirsi importante. Sognava il momento di un disastro per poter dimostrare chi era e vedere la gente amarlo. Aspettava per lo stupido desiderio di essere fondamentale. Anche il peggio era ammesso per avere quel lontano gelido calore.

Sembrava a tutti così facile. Tutti così simpatici. Tutti così uniti. Senza alcuno sforzo. Avevano compagnie ovunque. Quel calore sembrava accerchiarli. Come potevano farcela così? Lui si impegnava. Ce la metteva veramente tutta. Giorno e notte non pensava ad altro. Voleva avere quell'unità. Voleva sentirsi parte di qualcosa. Un gruppo di appartenenza. Voleva ricevere gli abbracci che non avrebbe mai avuto. Voleva i baci che non riceveva. Voleva tutti gli affetti che agli altri sembravano spontanei. Dio, come li voleva. Avrebbe dato ogni cosa per raggiungerli. Per essere come gli altri ed essere in grado di sentirsi apprezzato, importante. Ma così non era.

Era Diverso. Unico. Solo.

 

E gli angoli si alzano. Tanto tempo passato dal giorno in cui l'avevano fatto. Un sorriso si forma su quelle nuove labbra. Un solco di somiglianza sfugge su quella stanca faccia. Sarà breve il momento in cui la tristezza si nasconde. Non la troveranno più. In questo piccolo gioco si è posizionata bene.

La cosa è grave. Come può un ragazzo così giovane soffrire già di una tale malattia? Ed il resto dei giorni sembrano futili e brevi. Così poco il tempo rimasto. Non può permetterselo. Non la felicità di un momento. Anche le sue cellule si sono moltiplicate per solitudine. Aggrovigliate in quella massa ora lo stanno uccidendo. Troppo tardi per vivere.

Mani che toccano le sue membra dopo tanto tempo. Forse non è poi così male. Sente vicino quel calore. Abbracci vicini di una possente leggerezza. Lo stringono con lacrime. Gli sorridono. Lo accerchiano e lo chiamano. Tutti sono intorno per sorreggerlo, per accompagnarlo. Si presentano con gocce salate che scivolano e rimpiangono il passato. Rimpiangono il presente. Lo rimpiangono.

E a lui non importa. Quel calore ora lo sente. Quello che avrebbe voluto. Sembra essere normale, accerchiato com'è. Sembra aver dissolto quella sua lontananza aliena. Quelle piccole distanze struggenti. Se ne sono andate?

Alla fine non gli importa. Può essere ora o per sempre. Ma sente quel calore.

 

Una lapide si erge sotto il dolce vento di dicembre che sfiora quella pietra incisa. Il ragazzo riposa, raggomitolato lontano.

Solo le foglie di un autunno appena deceduto danzano davanti a lui. E' rinchiuso in un'aperta solitudine passata. La verde erba fresca ancora bagnata dalla pioggia passata sembra rinascere sotto la luce del nuovo sole nascente. Un odore unico, una brezza tranquilla. Un paesaggio di rigogliosa armonia. Qualcosa che i suoi stanchi occhi non potranno più vedere, immersi in sogni più ardenti. Sogni più potenti. Un arcobaleno brilla in lontananza e tutti sono vicini. Un calore che ha desiderato. Lo avrà forse nei suoi desideri immaginari di un nuovo mondo.

Non ci sono più. Non c'è più nessuno. Nessun amico compassionevole con le sue lacrime di rugiada. Nessun dolce abbraccio. Loro se ne sono andati.

E' stato importante il ragazzo. Lo è stato veramente, per il periodo in cui le sue cellule lo hanno voluto. Per il periodo in cui la malattia lo ha ingoiato. Era circondato. Affetto ed amore che ha sempre desiderato. Cos'altro?

Il tempo lo ha raccolto. Una gioia troppo grande per viverla interamente. Una felicità di doni irraggiungibili. E oltre quello niente più. Una speranza persa rinata in un perpetuo sogno di purità.

Troppo tardi per vivere. Troppo presto per morire.

Era Diverso. Unico. Solo.

  
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