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Autore: ka_chan87    21/11/2005    8 recensioni
Tempi duri aspettano il Continente delle Tre Terre con un nuovo nemico a minacciare la sua stabilità. Cinque giovani per unire le Tre Terre a comabattere sotto un'unica bandiera l'odiato nemico... avventure, scontri tra la magica atmosfera di tre misteriosi paesi, ognuno con la propria storia e le proprie magie e la nascita di grandi amicizie e grandi amori... tutto questo è "La Guerra delle Tre Terre"
Genere: Romantico, Azione, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Naraku, Sango, Shippou
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti cari lettori! È giunto un altro lunedì, il mio 18esimo compleanno si avvicina nonché le vacanze di Natale! Ah, vacanze…che parola soave!
E, ovviamente, come ogni lunedì, ecco un altro capitolo di questa ff che mi sta dando grandi soddisfazioni!
Mentre scrivo sto ascoltando il ‘music theme ’ di X e ormai mi metto a piangere da quanto è bello! (Ovviamente mi riferisco a X1999 opera straordinaria delle divine Clamp!).
Ma parliamo della ff, che è meglio…well, come la volta scorsa, devo rispondere ad alcuni quesiti che mi sono stati posti e che, come sempre, mi farebbe piacere che leggeste tutti visto che vi possono chiarire le idee….
Allora, devo rispondere, in modo particolare, a Hikari_Takahishi_87: per quello che riguarda all’invenzione dei nomi…. Davvero mi trovi così brava?? Ti giuro, mi hai fatto enormemente felice! Comunque…bè…mi vengono così, a volte devo pensarci un po’ su – con tutti i libri fantasy che ho letto devo stare attenta a non copiarne alcuni per sbaglio…! – però, sì, vengono quasi da soli e, a proposito, spero di aver azzeccato anche il nome della dragonessa di Inuyasha….
Poi, per quello che riguarda il fatto che il nobile Takehiko non è un Cavaliere ne parlerò più avanti e la stessa cosa per quanto riguarda Kouga. Quindi ti basterà aspettare i prossimi capitoli e tutto ti verrà svelato ^^ - comunque grazie per queste annotazioni perché ho talmente tante idee nella testa che magari certe cose importanti me le scordo…!
E per le descrizioni dei Draghi di Fuoco e Terra anche quelle ci saranno.
Bene direi che ho risposto a tutto…. Adesso però devo dare una risposta più in generale visto che in molti di voi me ne avete parlato…per quanto riguarda i vari personaggi o le varie coppie come ad esempio Sesshoumaru/ Rin o Sesshoumaru/ Kagura…la risposta è sempre la stessa: vedremo. Sinceramente ho pensato all’eventuale inserimento di questi personaggi ma finché non lo scrivo nero su bianco non ve lo so dire.
Credo di aver risposto a tutto…comunque se avete dubbi continuate a chiedere!
Ora passiamo ai ringraziamenti per chi ha recensito: cri-chan (oltre ad essere una delle fedelissime sei anche quella che commenta praticamente sempre per prima! ^^), Lorimhar (spero tu sia riuscito a non addormentarti a lezione visto che hai commentato alle 01:48 della notte! Però sono contenta che ne sia valsa la pena!), Elychan, Vale_chAn, la new entry Chiba (la mia ff addirittura la più bella del sito?? Mamma mia mi fate davvero arrossire…! Grazie davvero!), la seconda new entry giodan, Mech (bè, non so - anche se mi reputi così brava - se riuscirei a rendere bene anche una non- eventuale coppia Inuyasha/ Kikyo…la detesto talmente tanto che non ci riuscirei neanche sotto torchio! Comunque per la coppia Sesshoumaru/ Kagura vedi sopra!), Hikari_Takahishi_87 (sono contenta di vedere che hai continuare a recensire come al tuo solito! ^^) e Mao- chan91.
Ecco fatto! Ringrazio ovviamente anche quelli che hanno solo letto…. Comunque sono davvero felice che la mia scelta di affiancare a Inuyasha un drago femmina sia piaciuta più o meno a tutti…!
Ora direi proprio che ho terminato, vi lascio al capitolo mentre io me ne vado a disegnare!

11° CAPITOLO “IL PROPRIO DOVERE”

Da quello che era stato uno dei giorni più belli della sua vita erano passate circa due settimane. E quel periodo era stato altrettanto bellissimo.
Come ogni mattina, Inuyasha e la sua adorabile, piccola dragonessa stavano passeggiando tranquillamente per il grande giardino del Palazzo Reale.
Le squame del Drago risplendevano e si animavano ai caldi raggi del mattino mentre una leggera brezza muoveva i capelli argentati dell’ Hanyou.
Non aveva mai provato sensazioni simili, la serenità che gli aveva dato quella creatura al solo vederla non l’aveva mai provata.
Nemmeno quando erano ancora vivi i suoi genitori, poiché c’era sempre stato qualcuno che aveva desiderato la sua morte come quella di sua madre.
Ma ora era tutto diverso. Certo, le ferite erano ancora aperte e profonde… ma ora aveva qualcosa con cui poterle curare.
Si sedettero sotto le fronde di un grande nocciolo che, come gli altri alberi suoi compagni, godeva dei raggi luminosi del sole che, con il suo calore, stava man mano andando a sostituire il freddo pungente dell’inverno.
Inuyasha accarezzò le squame del suo Drago che, nel corso di quei giorni, si erano indurite e ora risplendevano più che mai. Ogni giorno era una gioia potersi svegliare avendo accanto Lei.
Fissò gli occhi rosso fiamma della dragonessa che rispose al suo sguardo, avvicinandoglisi
- Ti vedo sereno questa mattina… - gli sussurrò, con la sua voce ancora acuta
- Sì, in effetti oggi… mi sono svegliato bene… - sospirò lui, guardando il cielo azzurro che li sovrastava.
- Sarà perché oggi avremo la Cerimonia della Nascita…. Finalmente ti potrò chiamare per nome… - e le fece un timido sorriso, accoccolandosi contro la corteccia dell’albero, portandosi le braccia dietro la testa e chiudendo gli occhi.
Ormai quello di recarsi per qualche ora lì, nel giardino, era diventato quasi un rituale per loro…. Niente di particolare… ma riusciva a dargli una pace indescrivibile.
Anche la piccola dragonessa si accucciò sul soffice manto erboso, godendo del calore dei raggi solari che le animavano il manto squamoso, facendolo risplendere di fiamme incandescenti.
Inuyasha era immensamente orgoglioso di come la sua dragonessa stesse crescendo forte e in salute. Il suo corpo si era allungato e si era fatto più proporzionato, ed ora, stando accucciata, gli arrivava quasi fino al ginocchio. Lo affascinava tantissimo vedere come, ogni giorno, qualcosa in lei cambiasse e si evolvesse ed era sempre più emozionato all’idea di che magnifico esemplare sarebbe diventato col passare degli anni.
Si appisolò, cullato sia dalla leggera brezza che lo accarezzava sia da questi piacevoli pensieri. Ma, come accadeva ormai da due settimane, il suo sonno venne disturbato da una strana visione….
In un paesaggio completamente avvolto da una spessa coltre di nebbia, vide a malapena una figura voltata di spalle, mentre i suo lunghi capelli color ebano, sporchi di sangue, si muovevano alle folate di freddo pungente.
Le si avvicinò, senza un motivo particolare, ma spinto da una sensazione di necessità impellente. Prima però che potesse anche solo sfiorarla, la figura si dissolse sotto i suoi occhi, come il paesaggio che venne sostituito da una landa desolata il cui terreno era di un intenso colore vermiglio. Il colore del sangue. Il terreno era di sangue.
Plic…plic….
Quel fastidioso e sinistro gocciolio attirò la sua attenzione… volse lo sguardo. Inorridito, vide che il sangue che impregnava quella terra, sgorgava dai polsi e dalla gola straziata della figura che aveva cercato di afferrare, mentre era sostenuta da un’altra figura oscura…. Non riuscì a vedere nessuno dei due visi… quello che riuscì a veder solamente fu il ghigno di pura perfidia che attraversò l’immagine oscura, terrorizzandolo.
- Non potrai fare niente… - sibilò la figura… - NIENTE! -
Si destò ansimando violentemente, mentre gocce di sudore gli imperlavano il viso, con gli occhi sgranati. Non era la prima volta che aveva quella visone, ma tutte le volte non poteva fare a meno di destarsi con quella sensazione di terrore.
Si accorse di stare tremando e cercò di calmarsi, respirando a fondo.
Dalla prima volta che l’aveva avuta, ultimamente riusciva a ricordarsi e a vedere le cose più dettagliatamente seppur le due figure rimanessero sfocate, impedendogli di vederne i volti. L’unica cosa che riusciva a vedere chiaramente era quel ghigno terribile della figura oscura. Rabbrividì ripensandoci.
- È ancora quel sogno? – gli domandò con tono apprensivo la piccola dragonessa che avvertiva chiaramente la sensazione di terrore del suo Cavaliere.
- Più che un sogno… è un incubo… - sospirò il mezzo- demone, asciugandosi la fronte dal sudore – Non riesco a capirne il senso…. E non credo nemmeno che si tratti di un semplice sogno… -
- Credo che, in un certo senso, sia a causa mia… - rifletté il Drago
- Che vuoi dire? – gli chiese perplesso l’ Hanyou, non capendo come potesse centrare lei con quel sogno.
- Grazie alla nostra vicinanza, voi Cavalieri acquisite o sviluppate alcuni poteri e doti tra cui quella della veggenza… - gli spiegò pacata lei
- Vuoi dire che… si tratta di una visione vera e propria? Una visione… del futuro? – le domandò, incredulo. In effetti doveva essere così, visto le abilità magiche che, ora, da quando aveva cominciato a seguire gli allenamenti dei Cavalieri, possedeva.
- Non so risponderti con sicurezza. Di certo non si tratta di un sogno normale… credo che saranno gli eventi, quello che ci aspetta a dirci di che si tratta -
- Mh… non sono un tipo molto paziente, io - borbottò il mezzo- demone facendo ridacchiare il piccolo Drago che gli si strusciò contro, voglioso di carezze.
Inuyasha sorrise e non la fece attendere, cominciando a passare le mani sulle lucide squame della creatura che sbuffò di piacere muovendo frenetica la coda.
Stettero così per alcuni minuti, godendo della semplice vicinanza reciproca.
“Forza ora, sarà meglio muoversi” disse poi l’ Hanyou alzandosi, sotto la disapprovazione della piccola dragonessa a cui sarebbe piaciuto stare a quel modo anche per tutto il giorno.
“Ehi, non sarai diventata pigra come Miroku, vero?” la prese in giro il mezzo- demone col suo solito ghigno strafottente.
- Ma tu guarda! Come ti permetti? Ti informo che io sono la più giovane dragonessa già abile nelle arti magiche! Pfui… pigra, dice! – sbuffò indignata
“Oh, mi scusi vostra altezza! Mi farebbe l’onore di prendere parte insieme a me quella che è la nostra Cerimonia?” le disse, sempre ghignando, l’ Hanyou.
- Bah… non so più se ti voglio come mio Cavaliere…! – borbottò lei mentre gli si avvicinava
“Eh, ormai è tardi mia cara! Avresti dovuto pensarci prima!” continuò lui a fare lo sbruffone
- La vicinanza di Miroku ti è dannosa…! – borbottò lei di nuovo anche se cominciava a ridacchiare nel vedere la sfacciataggine del suo Cavaliere. Almeno ora aveva tolto la sua attenzione dalla visone di poco prima che, tutte le volte, lo rendeva teso e poco incline a qualunque tipo di conversazione.
E i due si avviarono insieme, verso la Sala del Destino dove, finalmente, avrebbero ufficializzato la loro unione.


“Oh, eccoli i due piccioncini!” la voce squillante di Miroku li raggiunse, facendo irritare in soli pochi secondi Inuyasha che provvide immediatamente ad assestargli un pugno su quella testa bacata.
“Ma perchèèè?” piagnucolò il ragazzo dal codino, tirandolo per la giacca di pelle nera che indossava.
“Tzè, così impari a dire cavolate, idiota!” grugnì l’altro mentre la piccola dragonessa andava verso Sango per farsi coccolare sotto lo sguardo un po’ indispettito di Sieg che però, ormai, ci aveva fatto l’abitudine…. In fondo, se non si trattava di Miroku, andava bene.
“Allora, pronto?” gli chiese poi, ripresosi, il Cavaliere dal codino.
“Naturalmente…. Tuo padre?” gli domandò di rimando l’ Hanyou guardandosi intorno.
“Sicuramente sta arrivando…. Ti vedo pallido, stai bene?” domandò, osservano il colorito pallido dell’amico. Inuyasha trasalì, cercando, però, di far finta di niente
“Feh, sto benissimo!” grugnì di nuovo, girandosi e andando verso Sango e la sua piccola dragonessa.
“Buongiorno a tutti quanti” la voce profonda del nobile Takehiko attirò la loro attenzione e i tre salutarono di rimando il Governatore e il Ministro Mendion che lo accompagnava.
Senza perdere tempo, Miroku si affrettò con lo sciogliere gli incantesimi della Sala del Destino cosicché vi potessero entrare.
Inuyasha, ancora una volta, non poté fare altro che ammirare tanta bellezza. Ma la sua tacita deferenza venne interrotta dal nobile Takehiko che lo richiamò
“Scusami se facciamo tutto di fretta Inuyasha, ma non c’è tempo da perdere”
“Fa lo stesso. Procediamo” gli rispose freddo
“Bene, allora vieni con me” e i due, come la volta precedente, si avvicinarono all’altare questa volta sgombro delle uova, sostituite da una piccola vasca.
“La Cerimonia della Nascita consiste, in pratica, in un battesimo. Ora, metti il tuo Drago sopra l’altare” gli disse il Governatore ed Inuyasha, senza batter ciglio, fece come gli era stato detto, sollevando da terra la sua piccola dragonessa per poi adagiarla sul freddo altare bianco in Pietra di Luna.
“Bene. Ora dovrai dire il nome del Drago che ti ha scelto come suo Cavaliere e con il quale adempirai alla tua missione. Fatto questo devi immergerla nella vasca che vedi lì davanti a te mentre io reciterò alcuni passi…. Chiaro?” gli domandò aspettando il cenno di assenso dell’ hanyou.
Inuyasha pose una mano sulla testa squamosa del Drago, guardandola sorridendo
“Questa è Harliem, colei che mi ha scelto come suo Cavaliere…” disse, in un soffio, mentre il suo animo veniva scosso da fortissime emozioni, mescolate a quelle della dragonessa, creando un vortice irresistibile.
In seguito, con cautela, la immerse nella vasca dove la piccola Harliem si divertì a giocare con la speciale acqua proveniente dalle sue remote e sconosciute terre. Il nobile Takehiko cominciò a recitare il testo della Cerimonia mentre Inuyasha sorrideva compiaciuto.
Finalmente anche il suo Drago aveva un nome… e finalmente lui era un Cavaliere a tutti gli effetti.
- Papà… se mi stai guardando… sii fiero di me… - pensò, chiudendo gli occhi, mentre quel vortice di emozioni lo sommergeva, in particolare la commozione.
Nonappena il Governatore terminò, si ridestò e provvide a togliere Harliem dalla vasca per poi asciugarla.
Miroku e Sango gli vennero incontro, congratulandosi sia con lui che con la piccola dragonessa.
“È un nome bellissimo, Inuyasha” si complimentò sorridendo Sango “Vero piccola Harliem?” le disse, guardandola dolcemente
“Già, proprio adatto…! Non ti facevo così ferrato in questo genere di cose!” ghignò Miroku
“Tsk! È come hai detto tu… è venuto da solo, perciò non dovuto stare lì ad arrovellarmici sopra!” bofonchiò irritato quello.
“Ragazzi… mi dispiace di non potervi dare neanche il tempo di festeggiare ma devo parlarvi con la massima urgenza” li richiamò il Governatore, guardandoli con la massima serietà. I tre annuirono, assumendo lo stesso sguardo.
“Portate i vostri Draghi nei loro alloggi e poi raggiungetemi nel mio studio” disse imperiale, per poi precederli insieme a Mendion.
I tre ragazzi, invece, fecero come gli era stato detto e frettolosi si diressero verso il primo piano sotterraneo, dirigendosi verso gli appartamenti dei rispettivi Draghi.

“Bene, ci siamo tutti” il nobile Takehiko guardò greve i tre ragazzi davanti a lui, la loro unica speranza.
“Con voi, cari ragazzi, siamo già a buon punto. Ma al Consiglio della Tre Terre manca ancora un membro…”
“Kagome” disse, con voce atona Miroku, guardando il padre nei suoi occhi blu scuro.
“Già…” sospirò quello, abbassando lo sguardo “Immagino tu ti sarai spesso domandato come mai non avessi ancora detto nulla in proposito, Miroku…. Ti prego di perdonarmi se non ho detto niente nemmeno a te, ma non volevo commettere lo stesso errore di sedici anni fa…. Non potevo permettermi che le persone sbagliate venissero a conoscenza di una questione così importante. Questa volta non dovevo commettere errori” disse, posando nuovamente lo sguardo sul figlio
“No… non hai niente di cui scusarti…. Ora però veniamo al dunque” gli rispose risoluto il ragazzo
“Sì, giusto. Quello che vi chiedo è di recarvi sull’Isola di Arlem e di cercare Kagome. Purtroppo non so più dirvi dove possa trovarsi con precisione…. Non mi stupirei se dopo l’attacco a tappeto di dieci anni fa Kaede l’avesse nascosta da qualche altra parte sull’isola….”
“Ma è come cercare un ago in un pagliaio!” sbottò Inuyasha. Non amava le cose approssimative.
“Calmati Inuyasha – lo rimbrottò calmo Miroku – Se non ricordo male la somma Kaede abitava nel villaggio di Kandem” chiese conferma al padre che annuì
“La tua memoria non ti inganna, Miroku…”
“Bè, allora basta andare in questo villaggio e chiedere notizie, no?” sbottò nuovamente il mezzo- demone che venne, però ancora ripreso dal ragazzo dal codino
“No, pessima idea. Non conviene muoversi così, alla cieca. E poi non è detto che i Demoni mandati dieci anni fa da Naraku abbiano tutti fatto ritorno in patria. È più probabile che abbiano preferito rimanere sull’isola vivendo a spese degli abitanti dei vari villaggi…. E non credo nemmeno che si lascerebbero scappare l’opportunità di riferire direttamente a Naraku della presenza di Cavalieri sull’isola il che, sicuramente, lo insospettirebbe.
“Proporrei, invece, di recarci al villaggio di Gale – disse, mentre indicava un punto nella parte nord dell’isola sulla cartina che, nel frattempo, avevano deposto sulla grande scrivania – Se non sbaglio ci dovrebbe essere una nostra piccola guarnigione qui….
“Potremmo lasciare qui i nostri Draghi e poi procedere a piedi fino a Kandem per raccogliere informazioni” concluse, senza essersi reso conto di aver lasciato tutti stupiti, in particolar modo Sango e Inuyasha.
“Bè cosa sono quelle facce?” sbottò, imbarazzato per gli sguardi fissi su di lui.
“Feh! Cosa ti vuoi aspettare? Fai sempre il cretino, è naturale che rimaniamo stupiti se te ne esci fuori con questi discorsi da perfetto stratega!” sbottò, ghignando Inuyasha
“Eh, caro mio, l’apparenza inganna!” si atteggiò il ragazzo dal codino, sotto gli sguardi divertiti degli altri.
“Comunque Miroku ha perfettamente ragione. La cosa ideale è recarsi direttamente a Gale e poi da lì proseguire fino al villaggio di Kandem…. E chissà poi che gli stessi abitanti di Gale non vi sappiano dare della informazioni”
“Quando dobbiamo procedere?” chiese Sango.
“Non vi nego che la cosa migliore sarebbe partire domani. Come procedono i tuoi allenamenti di volo Inuyasha? Mi hanno detto che non te la cavi affatto male”.
“È così… se è per me, non ci sono problemi nel partire domani. Più che altro, l’ideale sarebbe se potessi volare sempre con Fhraor con cui mi sono allenato…” rifletté l’ Hanyou.
“Per questo non ci sono problemi. Me ne occuperò personalmente…. Voi che ne pensate?” si rivolse poi a Sango e Miroku
“Non c’è alcun problema. È meglio muoverci velocemente in modo tale anche da attirare poco l’attenzione” disse Sango, risoluta.
Takehiko spostò lo sguardo sul figlio con lo sguardo concentrato in chissà quale pensiero.
“Tu che mi dici Miroku?”
“Non c’è bisogno di domandarlo…. Domani si parte”.

[…]

Erano circa le quattro del mattino quando Inuyasha, Miroku e Sango erano pronti per partire.
Eldoras era immersa nell’immobilità notturna, mentre una leggera e bassa foschia serpeggiava per le strade deserte della città, conferendole un aspetto quasi spettrale.
I tre ragazzi stavano sistemando le imbracature ai tre Draghi che li avrebbero accompagnati in quell’importante missione: il Drago d’Acqua Varandir, il Drago di Terra Theodor e il Drago di Fuoco Fhraor. Quest’ultimo, come Theodor, era un Drago Veterano, seppur più giovane del primo. Aveva affiancato, nel corso di quelle due settimane, Inuyasha negli allenamenti di volo e i due si erano trovati in grande sintonia forse grazie anche al carattere decisamente più malleabile del Drago rispetto a un Theodor.
“Bene, e anche questa è sistemata” sospirò Miroku, dopo aver sistemato l’ultima bisaccia sul fianco di Varandir. Il viaggio da Eldoras al villaggio di Gale sarebbe durato quasi un giorno o anche meno. Si sarebbero portati il necessario per il viaggio di andata – cibo, coperte e altro – mentre per alle provviste per i giorni successivi ci avrebbero pensato arrivati a Gale.
“Siete pronti?” bisbigliò loro il Governatore mentre le piccole nuvolette d’aria emesse dai loro respiri si disperdevano, trasportati dal lieve fruscio del vento.
“Sì” risposero contemporaneamente i tre, ansiosi di mettersi in viaggio.
“Non ho intenzione di trattenervi ancora con discorsi inutili. Sapete quello che dovete fare, vi chiedo solo di stare attenti… e spero che vada tutto per il meglio”.
“Torneremo insieme alla nobile Kagome, nobile Takehiko” gli disse sorridendo Sango, cercando di rincuorarlo.
Il tempo dei saluti li trattenne per alcuni minuti e quello che si dilungò di più fu Inuyasha – che, nonostante l’ora, non si trattenne dal battibeccarsi con Kouga… - il quale sembrava riluttante nel separarsi dalla sua piccola Harliem che era nelle sue stesse condizioni.
- Devi tornare vivo e illeso…. Non puoi permetterti di abbandonarmi così giovane – lo ammonì lei, lasciandolo perplesso, ma anche divertito
- Accidenti, come siamo catastrofiche! …. Comunque…quello di abbandonarti è l’ultimo dei miei pensieri… - le disse dolcemente, posandole una mano sulla testa squamosa. – Tornerò presto. Te lo prometto – e con un ultimo sguardo carico di emozione si volse per poi montare velocemente su Fhraor pronto a partire.
“Spero riuscirete a trovare tua cugina, Miroku” gli augurava, intanto, Kouga
“Sì, lo spero anch’io. E poi tu non me lo perdoneresti se non riuscissi a riportarla a casa, non è così?” disse malizioso il ragazzo dal codino, facendo arrossire lievemente l’ ookami Youkai
“Sempre a dire idiozie! Vattene che è meglio!” gli grugnì contro, scatenando l’ilarità dell’altro
“Ci vediamo al nostro ritorno…. Certo che ti annoierai senza di noi!”
“Bah, per quel che mi riguarda il cagnolino lo potete pure lasciare indietro” disse sprezzante lo Youko rivolgendo uno sguardo di sfida all’ Hanyou che non mancò nel rivolgergliene uno uguale
“Sei fortunato che me ne devo andare lupastro altrimenti saresti già morto!” lo minacciò, mentre si scambiavano sguardi fiammeggianti.
“Se lo spirito è questo sono convinto che andrà tutto per il meglio, Takehiko!” disse ridendo, nel frattempo, Mendion
“Lo spero…. Lo spero davvero…” sussurrò di rimando il Governatore con la preghiera che andasse tutto bene.
E così, senza perdere altro tempo, i tre Cavalieri si alzarono in volo puntando verso est, andando ad affrontare quella che, in confronto alle altre, era la missione più importante.
Quelli rimasti a terra non poterono far altro che vederli scomparire, inghiottiti dal cielo ancora dalle tonalità scure della notte.


[...]

“Yawn! Accidenti, sono tutto indolenzito!”.
Terra Centrale… a leghe e leghe da Eldoras.
I tre Cavalieri erano scesi a terra per pranzare dopo ore di viaggio, durante le quali avevano coperto più leghe di quello che avessero mai sperato.
“Possibile che tu non faccia mai altro che lamentarti, Miroku?” sbraitò Inuyasha, stufo delle lamentele del Cavaliere dal codino intento nel stiracchiarsi sotto il tepore dei raggi solari.
“Uff…. hai bisogno di una mano mia dolce Sango?” disse quello, ignorando volutamente il mezzo- demone, che lasciò mentre gli sbraitava contro.
“No, grazie, faccio da me” si limitò a dirgli quella senza distogliere lo sguardo dalla pentola in rame davanti a lei, al cui interno bolliva una succulenta zuppa.
“Ah… va bene…” sospirò deluso il ragazzo, con un’espressione di puro dispiacere sul volto.
“Bè… - balbettò poi la ragazza vedendolo in quello stato – potresti andare a cercare dell’acqua…”
“Oh, ma certo! Farò in un baleno!” esultò Miroku, affrettandosi nella ricerca di una sorgente, trascinando insieme a lui un disperato Inuyasha le cui imprecazioni contro l’Umano riecheggiarono per tutto il piccolo boschetto di faggi nel quale avevano deciso di fermarsi.
- Bè, si è ripreso in fretta… - pensò con un sorriso tirato Sango, avendo capito di essere stata ‘ingannata ’.
- Non averne a male… - le accarezzò la mente la voce di Varandir che le si era accucciata vicino, sovrastandola con la sua mole – Non sta bene se non riesce a rendersi utile… soprattutto con le belle ragazze… - sospirò, pronunciando quelle parole con un tono rassegnato.
Sango sorrise divertita. Ma poi il suo sguardo si fece serio…. Purtroppo, da quando il Ministro Mendion le aveva svelato cosa in realtà fosse Miroku, non aveva avuto ancora l’opportunità di parlargli…. La dragonessa la osservò, ma nonostante la vedesse pensierosa decise di non indagare, lasciandola con i suoi pensieri.
Si alzò e si avvicinò agli altri due Draghi accoccolati sulla grande distesa d’erba libera dagli alberi, mentre godevano del lieve tepore del sole che, con i suoi raggi, faceva risplendere le loro squame, in modo particolare quelle di Fhraor che, come quelle di Harliem, davano all’occhio l’illusione di vedere vere e proprie fiamme.

“Si può sapere perché hai dovuto trascinare anche me?!” sbraitò Inuyasha, cercando di liberarsi della stretta di Miroku che ancora lo stava trascinando di forza.
“È semplice, amico mio. Senza il tuo fiuto portentoso mi spieghi come farei a trovare una qualche sorgente d’acqua?”
“Ah, e così mi stai usando?!” disse l’ Hanyou indispettito mentre, con uno strattone, si liberava della stretta del ragazzo.
“Accidenti, come sei suscettibile! Forza ora, datti da fare!” gli ordinò, sorridendogli
“Ma tu guarda che faccia di bronzo! E io sarei suscettibile?” sbraitò l’ Hanyou mentre gli si andavano accumulando diverse vene pulsanti.
“Avanti Inuyasha, una dolce fanciulla ci ha chiesto un favore e l’unica cosa che sai fare è lamentarti?” disse, utilizzando quasi le stesse parole che pochi minuti fa gli aveva rivolto lo stesso Inuyasha
. “Ma che ti sei rincretinito?!? E poi vorrei farti notare che Sango non ti ha chiesto un favore, glielo hai praticamente imposto tu!!! E non ripetere a vanvera quello che ti dico, idiota!!!” urlò, imbestialito, ansimando per lo sforzo. Quel dannato Ningen aveva il potere di farlo andare fuori di testa.
“Sì… hai ragione… - cominciò, seriamente pentito il ragazzo dal codino - …Ma ora puoi darti una mossa?” terminò, con una faccia d’angelo.

“Oh, finalmente siete torna- Ma Miroku… che ti è successo?” gli domandò sorpresa Sango, vedendolo arrivare con un occhio gonfio e una lunga serie di bernoccoli.
“Ehm… sono… sono… scivolato! Sì, sono proprio scivolato eheheh!” rise nervoso.
“Ecco l’acqua, Sango” disse, invece, con tranquillità Inuyasha mentre le porgeva diverse borracce piene dell’acqua che LUI aveva trovato. Peccato che la sua espressione tranquilla fosse in contrasto con la grossa vena pulsante sulla sua fronte.
“Eh, gra… grazie Inuyasha” balbettò la ragazza, con un sorriso tirato, avendo intuito quello che poteva essere successo.
“Mh…” grugnì di rimando l’ Hanyou, sedendosi su uno dei massi che avevano sistemato intorno al fuoco, come seggiola.
“Forza, ora si mangia” e i tre, nonostante l’atmosfera elettrica, si accomodarono intorno al fuoco per gustarsi il pranzo tutti insieme.
_________________________________________

“Divina Kagome!!”
“Cosa succede?”.
“Youkai… hanno attaccato di nuovo!!”
“Maledetti…”.
Isola di Arlem. La quiete del primo pomeriggio era stata bruscamente interrotta nella foresta poco distante dal villaggio di Kandem.
Uno degli abitanti era accorso, trafelato, fino alla piccola casa di Kaede e Kagome, chiedendo in particolare l’aiuto di quest’ultima.
In quelle ultime settimane erano aumentati improvvisamente gli attacchi dei vari Demoni che ancora vivevano sull’isola, portando morte e distruzione un po’ dappertutto.
“Dove hanno attaccato questa volta?” chiese col volto tirato la miko, cercando intanto di calmare l’uomo, offrendogli un bicchiere d’acqua.
“È arrivata un’urgente missiva da parte del villaggio di Werth questa mattina presto. Ci sono molti feriti…” la informò l’uomo di mezza età che la guardava preoccupato “Vi prego somma Kagome… ho dei parenti in quel villaggio… io…”
“Me ne occuperò immediatamente. Non preoccupatevi” lo interruppe Kagome, rincuorandolo. L’uomo annuì e, dopo poco, si affrettò nel ritornare al villaggio. La giovane miko sospirò nel vederlo andare via….
“Sei sicura, Kagome?” la voce profonda di Kaede la raggiunse dietro le spalle
“No, non sono sicura di niente…. Questo è semplicemente il mio dovere, nonna. Non posso abbandonare chi ha bisogno di me. Partirò domani mattina presto… in mezza giornata dovrei raggiungere il villaggio” e si volse per ritirarsi nelle sue stanze, cominciando già a preparare il necessario per il viaggio.
La vecchia sacerdotessa la guardò preoccupata, erano due settimane che arrivavano in continuazione missive, richieste d’aiuto, e tutte rivolte a lei. E, finora, aveva risposto a tutte raggiungendo personalmente i villaggi colpiti dagli attacchi per medicare i feriti, ma, soprattutto… per uccidere gli Youkai colpevoli.
Nel guardare quella che era per lei una vera nipote si sorprese nel notare come i tratti del viso della ragazza avessero perso completamente le caratteristiche di un’adolescente…. Lo sguardo serio e inespressivo che in quegli anni si era andato sempre più accentuando ora era assolutamente visibile. La bambina solare e sorridente era scomparsa, lasciando al suo posto una donna fredda, quasi senza emozioni.
Ma non era così… e lei lo sapeva bene.
“Ti aiuto…” le disse flebilmente, dandole una mano nel preparare tutto il necessario per il viaggio, arrotolando coperte e impacchettando cibo.
“Il villaggio di Werth non è molto lontano, vero? Se non ricordo male è poco più sopra al nostro, vicino alla costa” chiese conferma Kagome
“Sì, se parti la mattina presto dovresti essere lì per l’ora di pranzo, circa”
“Bene. Ora vado al villaggio… devo parlare col signor Yoshikawa”
“Va bene… torni per cena?” le domandò Kaede con un’aria leggermente sconsolata. Non le piaceva vedere la nipote così fredda e impassibile… quella non era lei.
“Sì, non farò tardi” le rispose semplicemente l’altra andando nel piccolo soggiorno dove, in un angolo, era riposto il suo arco con la faretra piena di frecce. Si allacciò anche la lunga spada al fianco, sistemandosi poi l’arco su una spalla ed uscì, avviandosi frettolosa verso il villaggio sotto lo sguardo rammaricato e addolorato della vecchia Kaede….

La mattina dopo, ancora prima che fosse sorta l’alba, Kagome era già pronta per partire. La sera prima si era fatta dire di preciso dal signor Yoshikawa, l’amministratore del villaggio, quale fosse il contenuto della missiva che gli era stata recapitata da parte del villaggio di Werth. La richiesta era sempre la stessa: l’eliminazione degli Youkai molestatori. Niente di più semplice. Orami aveva perso il conto di quanti Demoni avesse ucciso… qualcuno in più non faceva differenza.
“Hai preso tutto?” le chiese Kaede col viso tirato in un’espressione di preoccupazione.
“Sì, se avrò bisogno di qualcosa ci penserò arrivata al villaggio…. Allora vado… spero di cavarmela in pochi giorni” sussurrò per poi voltarsi pronta per partire.
“Kagome!” la richiamò con voce angosciata l’anziana donna “Ti prego… fai attenzione…”. La ragazza si girò leggermente e la guardò facendole un lieve sorriso. Poi si voltò e si incamminò, scomparendo fra la foschia del primo mattino.

[…]

Come aveva previsto, per l’ora di pranzo era in vista di Werth. Il viaggio fin lì era stato tranquillo anche se era chiaramente percepibile l’aura maligna che impregnava quei luoghi. I Demoni non erano lontani.
Sbuffò nel sentire sotto le dita i suoi capelli neri, legati in un’alta coda, stopposi per via dell’aria umida di quel giorno. E il cielo plumbeo non contribuiva a migliorare il suo umore.
La piccola cittadina di Werth si trovava più vicina alla costa rispetto a Kandem ma, nonostante questo, non era sviluppata e ricca come quest’ultima.
Avvicinandosi al villaggio, vide che le alte mura in legno che erano state costruite intorno alla cittadina come fortificazione erano state gravemente danneggiate e in alcune parti addirittura distrutte.
Arrivata davanti a quello che supponeva essere l’ingresso venne fermata da due uomini che facevano da guardia.
“Chi siete? Cosa vi porta a Werth? Se cercate un posto dove passare la notte qui non lo troverete” grugnì uno dei due uomini. La giovane miko ascoltò fino alla fine le parole senza senso dell’uomo guardandolo indifferente. Se il suo intento era quello di intimorirla…doveva fare più di così.
“Sonno la sacerdotessa Kagome, del villaggio di Kandem. Mi è stata mandata una richiesta d’aiuto da parte del vostro villaggio” disse glaciale mentre vedeva l’uomo che poco prima l’aveva ‘aggredita ’ avvampare per l’imbarazzo. L’altra guardia di fianco a lui – che dedusse, dall’aspetto, avere pochi più anni in più di lei – si affrettò nel cercare di riparare all’errore.
“Vi prego di scusarci somma Kagome, ma con tutti gli attacchi che si sono verificati è difficile fidarsi dei primi che passano da queste parti…. Comunque siamo mortificati” disse, sinceramente rammaricato – come l’altro, del resto.
“Non vi preoccupate, capisco benissimo. Ora però vorrei parlare col capo villaggio se è possibile”
“Certamente, venga, le faccio strada” le disse la guardia più giovane, mentre le faceva segno di seguirlo.
Kagome accennò un saluto all’altro uomo per poi seguire il giovane.
Attraversando il villaggio la giovane miko poté rendersi conto dei danni subiti dalla popolazione: la maggior parte delle case erano state rase al suolo mentre diversi granai erano stati completamente svuotati e poi incendiati.
Molti dei feriti erano stati fatti riparare sotto delle tettoie costruite frettolosamente visto che, a quanto pare, la stessa piccola infermeria della cittadina era stata distrutta.
Si avvicinò ad uomo che, steso, implorava per un po’ d’acqua. Lo sollevò delicatamente e gli porse la sua borraccia mentre quello ingurgitava avido il fresco liquido. Kagome intanto esaminò la profonda ferita che l’uomo riportava sull’addome constatando che se non avesse ricevuto cure immediate per lui non ci sarebbe stato più niente da fare vista l’infezione avanzata della ferita. Approfittando della disattenzione dell’uomo e del suo stato di non piena lucidità, attinse al suo potere e posò la mano sulla ferita mormorando a bassa voce alcune parole. In pochi secondi il profondo taglio si andò chiudendo, lasciando solo qualche taglietto dove prima c’era un vero e proprio squarcio. Sorrise soddisfatta. Lo ridistese a terra, coprendolo poi con una coperta.
“Sorprendente somma Kagome!” esclamò la giovane guardia che aveva assistito alla scena “Come potete vedere non riusciamo nemmeno a prenderci cura di tutti i feriti…” sussurrò mentre stringeva i pugni lungo i fianchi
“Qual è il tuo nome?” gli chiese la ragazza guardandolo negli occhi e leggendovi tutto il dolore ma, soprattutto, la rabbia che provava.
“Noah, Kagome- sama”
“Sei molto giovane… la tua famiglia sarà preoccupata…” il ragazzo a quelle parole si irrigidì
“I… i miei genitori… sono rimasti uccisi nell’ultimo attacco, due giorni fa…. Mi rimane solo la mia sorellina…” disse, con la voce intrisa di tristezza. Kagome lo guardò, comprendendo appieno i suoi sentimenti ma non disse niente. Le parole, in quel momento, erano inutili.
“Portami dal capo villaggio adesso…” Noah, annuì e i due ripresero il cammino.
Dopo poco si fermarono davanti a una grande casa, una delle poche risparmiate dalla furia degli Youkai.
Noah bussò vigorosamente sul grande portone in legno rossastro che poco dopo si aprì e da dietro di esso comparve l’esile figura di una giovane donna.
“È successo qualcosa Noah?” domandò subito apprensiva quella, vedendolo lì.
“No, signora. Questa è la somma Kagome, la sacerdotessa del villaggio di Kandem”
“Sia ringraziato il cielo! – esclamò la donna, avvicinandosi a Kagome e stringendole le mani mentre le si inumidivano gli occhi – Oh, somma Kagome non sapete che sollievo ci date con il vostro arrivo! Siamo in una situazione disperata! Ma ora venite, mio marito sperava nel vostro arrivo. Tu vai pure Noah e grazie” disse amorevole, richiudendosi poi la porta alle spalle.
- Quindi questa è la moglie del capo villaggio… - pensò intanto Kagome mentre la giovane donna le faceva strada all’interno della modesta casa.
“Il mio nome è Angela, somma Kagome. Sono la moglie di Geod, il capo villaggio” si presentò, girandosi lievemente e accennando un sorriso mentre proseguivano lungo un corridoio poco illuminato.
“Siete molto giovane…” constatò semplicemente Kagome.
“Bè, non poi così tanto – ridacchiò quella – Ma anche mio marito è poco più grande di me” disse mentre un sorriso le illuminava il viso.
- Deve essere molto innamorata… - pensò la miko
“Eccoci” disse poi Angela, fermandosi davanti a una porta. Bussò lievemente e aspettò la voce del marito che le desse il permesso di entrare e che non tardò ad arrivare.
Le due donne fecero capolino all’interno di un piccolo studio dove tre uomini stavano discutendo su diverse questioni riguardanti la situazione dell’intero villaggio.
“Caro…” disse Angela, richiamando l’attenzione del marito che sedeva dietro una grande scrivania. L’uomo alzò lo sguardo segnato dalla preoccupazione su di loro e Kagome rimase sorpresa nel vedere che, effettivamente, quello che era il capo villaggio era un uomo davvero giovane. Dal suo aspetto dimostrava al massimo trentacinque anni, alto, dai capelli scuri e con il volto sgombro da rughe.
“Questa è la somma Kagome Geod, la sacerdotessa del villaggio di Kandem!” disse, non riuscendo a trattenere la sua gioia.
Il marito della donna scattò in piedi, avvicinandosi immediatamente a Kagome e inchinandosele leggermente davanti
“Vi siamo immensamente grati di essere venuta fin qui, somma Kagome. Non sapevamo proprio a chi rivolgerci se non a voi…”
“Non potevo ignorare la vostra richiesta d’aiuto anche perché non siete i soli in queste condizioni. Tanti altri villaggi hanno subito attacchi come i vostri. Farò tutto quello che posso”.
E senza perdere tempo le venne riferito tutto quello che era successo in quei giorni, dai ripetuti attacchi che avevano mietuto vittime su vittime ai numerosi feriti che ancora aspettavano le prime cure.
“Avete idea di dove sia il loro covo?” chiese infine la ragazza, riferendosi, chiaramente, su dove si trovassero i Demoni.
“Con certezza non lo sappiamo…. Però supponiamo sia nella parte più profonda della foresta che si trova qui dietro il nostro villaggio”.
“Capisco…”
“Ci darà una mano?”
“Certo. Però oggi, se per voi va bene, vorrei occuparmi dei feriti. Sarà meglio che sopravvivano degli uomini se volete proteggere come si deve il vostro villaggio”.
“Va più che bene. E per quel che riguarda i Demoni?” chiese infine il giovane Geod
“… Domani andrò a caccia…”.
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Quella sera, su quella stessa isola, arrivarono anche i tre Cavalieri provenienti da Eldoras. Dopo aver attraversato la striscia di mare che separava il Continente dall’isola, avevano finalmente avvistato terra cosa che li rilassò molto visto che, per alcuni momenti, erano stati sul punto di pensare di essersi persi quando l’unica cosa che si vedeva a perdita d’occhio era la distesa blu che avevano davanti.
Ma per fortuna i tre ce l’avevano fatta anche questa volta ed ora si trovavano in una confortevole casetta, riscaldati dal calore proveniente dal camino, dove il fuoco crepitava con scoppiettii alterni.
Gli abitanti di Gale erano rimasti molto sorpresi nel veder arrivare tre Draghi insieme – cosa che non accadeva ormai da molti anni – ma altrettanto contenti nel ricevere notizie fresche dalla capitale Eldoras.
“Spero che gli alloggi siano di vostro gradimento… purtroppo non possiamo offrirvi qualcosa di meglio”
“Oh, non vi preoccupate incantevole fanciulla! Certo, magari, per porre rimedio a questo gelo potremmo riscaldarci con i nostri corp- argh!”. La proposta indecente di Miroku venne interrotta da un colpo ben assestato sulla sua testa da Sango con il suo fedele Hiraikotsu. Inuyasha ridacchiò a quella vista… tra lui e la ragazza del Nord non passava giorno che il giovane pervertito non andasse a dormire tutto pesto.
Bè, era lui che se le cercava…!
Così, dopo aver congedato la ragazza che si era occupata di preparare la loro stanza, i tre si rilassarono dopo le lunghe ore di volo.
“Siamo stati davvero bravi! Siamo arrivati molto prima di quanto mi aspettassi! Bene… così avremo tempo di riposarci come si deve. Mi sembra chiaro che dovremo rimetterci in marcia domani…” disse Miroku guardando i suoi due compagni
“Guarda che noi lo sappiamo benissimo…. Forse sei tu quello che non vorrebbe faticare già da domani!” ghignò Inuyasha guardando con sospetto il ragazzo dal codino
“Come sei crudele Inuyasha! Io non pensavo affatto questo!” piagnucolò l’altro in risposta.
“Prima però dovremmo chiedere informazioni non trovate?” si intromise Sango
“Naturalmente…. Infatti ho chiesto al capo villaggio, il signor Hiro, se più tardi poteva passare per darci qualche notizia”
“Allora pensateci voi due…” disse l’ Hanyou mentre si alzava dal letto su cui si era seduto
“Perché tu dove vai?” gli chiese Miroku
“A farmi un giro… ho bisogno di sgranchirmi le gambe. Tanto la mia presenza non è necessaria, bastate voi due a fare domande. Ci vediamo dopo” e non lasciò nemmeno ai due il tempo di dire qualcosa che se n’era già andato.
“Eeehh… questo Hanyou ci da proprio un bel da fare, eh?” sospirò il ragazzo dal codino, mettendosi poi a ridacchiare insieme a Sango.

Inuyasha intanto si era incamminato tra le piccole vie della cittadina, appena illuminata dai vari lampioni disposti alternativamente lungo le strade.
L’aria decisamente umida gli penetrava le ossa facendolo rabbrividire nonostante la sua resistenza sia al caldo che al freddo.
Si allontanò progressivamente dal centro, cercando un po’ di solitudine.
Camminò per altri minuti, ritrovandosi nella zona più periferica del villaggio. Si sedette su una panchina che costeggiava il sentiero e volse lo sguardo al cielo, ammirando le stelle.
Solo in quel momento in cui era solo si accorse che la consapevolezza di avere Harliem, la sua dragonessa, non bastava a lenire le sue ferite. Anche se il suo umore era migliorato grazie alla sua vicinanza, in lui quell’irrequietezza, quel senso di dolore non era ancora scomparso. Ma era comprensibile… certe ferite non possono scomparire così facilmente.
Sospirò…. L’unica cosa che gli mancava era il portare a compimento la sua vendetta. Solo questo contava.
- Speriamo solo di trovare in fretta questa Kagome… - si disse e mentre pensava ciò gli tornò alla mente il ricordo della terribile visione che ormai lo accompagnava sempre durante il sonno. L’angoscia lo assalì di nuovo e la domanda su che cosa si riferisse esattamente quella specie di sogno tornò a tormentarlo.
Ma come poteva provare una simile angoscia per una persona che non aveva mai visto?
“Dannazione!” esclamò, esasperato da tutte quelle domande senza risposta. Possibile che non potesse mai avere un attimo di pace? Possibile che ci fosse sempre qualcosa a tormentarlo?
Inspirò a fondo mentre l’aria salmastra gli riempiva i polmoni rinvigorendolo. Stette ad osservare il cielo stellato ancora per altro tempo, cercando di pensare il meno possibile. Ottenuta un po’ di tranquillità interiore, decise di far ritorno al villaggio per andare a dormire vista la faticaccia che li aspettava il giorno dopo.
Mentre si avvicinava alla piccola casa in cui erano stati ospitati, vide quello che doveva essere il capo villaggio andarsene mentre Miroku lo salutava, ringraziandolo. Senza fretta si avvicinò all’amico che solo in quel momento lo aveva notato.
“Toh! Il nostro eremita ha meditato a sufficienza?” sghignazzò il ragazzo dal codino mentre, per riflesso incondizionato, si portava le braccia davanti al volto come a volersi riparare da qualcosa
“Guarda che non ti faccio niente! E poi… questa battuta era quasi carina! Perciò ti risparmio… ma solo per questa volta!”
“Sai, dovresti meditare più spesso!” continuò allora Miroku, approfittando del momento favorevole…. Non capitava così spesso di poter prendere in giro Inuyasha senza rimanere illesi!
“Miroku… non te ne approfittare!” lo avvertì di rimando l’ Hanyou, guardandolo di sbieco, mentre entrava nella loro stanza e si andava a stendere sul suo letto.
“Allora, che vi ha detto il vecchio?” chiese poi.
“Non molto, ma come punto di partenza direi che è sufficiente…. Ci hanno parlato di questa famosa miko che, a quanto pare, è dotata di poteri straordinari” lo informò Miroku mentre Sango annuiva come a voler confermare le parole del ragazzo
“E cosa centrerebbe una miko con noi? Se non ricordo male stiamo cercando una ragazza dal sangue blu non una sottospecie di strega!” sbottò irritato il mezzo- demone
“Sei davvero un tipo poco rispettoso tu! Una miko una specie di strega… bah! Comunque… questo centra eccome visto che la sacerdotessa in questione è del villaggio di Kandem, lo stesso in cui mia cugina fu fatta nascondere. E non dimenticare il fatto che gli appartenenti della Famiglia Reale sono quelli più dotati sia nelle arti magiche che in quelle spirituali. Ora ti è chiaro razza di scetticone?” gli disse con tono severo
“Feh!” si limitò a rispondere l’ Hanyou, orgoglioso.
“Ora non ci resta che metterci a dormire e riposarci visto che partiremo domani mattina. Il villaggio di Kandem è dalla parte opposta dell’isola quindi ci vorranno almeno due giorni per raggiungerlo visto che dovremo procedere a piedi”.
“Tsk, che scocciatura! Bè, allora buonanotte!” grugnì il mezzo- demone, girandosi su un fianco, dandogli così le spalle.
“Ma tu guarda questo…! Eeeh… non ci resta che metterci a dormire pure noi, Sango!”
“Mh, buonanotte ragazzi…” e anche la ragazza si accoccolò sotto le coperte, addormentandosi quasi immediatamente, seguita poi dallo stesso Miroku.
Quello che ci mise di più ad addormentarsi fu Inuyasha, col timore di essere tormentato nuovamente da quella visione. Ma poi la stanchezza prevalse e Morfeo lo accolse nel suo mondo onirico insieme ai suoi due compagni.

FINE 11° CAPITOLO.

Eh, ci siamo quasi! Anche se non si sono ancora incontrati, almeno sono tutti quanti sulla stessa isola! È un passo avanti, no?
Su…non vogliatemene male!
Comunque…che ne dite allora della piccola Harliem? Ve gusta questo nome? Boh…il suo e quello di un altro Drago – che ancora non ha fatto la sua comparsa… - li ho pensati insieme questa estate, quando ancora non ero sicura se avrei scritto questa ff. Perciò non me la sono sentita di cambiarlo…spero sia di vostro gradimento – anche perché, dopo un po’, è sempre più difficile inventarsi dei nomi decenti…!
Per il resto…ah! L’argomento ‘visione ’…se devo essere sincera è venuto fuori proprio mentre scrivevo e non so nemmeno perché…. Spero solo poi di riuscire a ricollegarla agli eventi futuri, eheh!
Per quanto riguarda l’illustrazione delle caratteristiche dei Draghi di Terra e Fuoco, non vi preoccupate, salteranno fuori anche perché, se non le mettessi, non sarebbe giusto nei confronti degli ultimi arrivati…!
Beh, non ho più niente da aggiungere – o almeno credo! Perciò vi saluto e vi auguro una buona settimana…!
Baci, baci
Ka_chan

  
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