REGULUS A. BLACK
Kreacher
mi guarda come se fossi impazzito, i
grandi occhi marroni già lucidi, quasi supplicandomi di non
farlo.
Nulla
può farmi cambiare idea, penso mentre
Kreacher apre l’ingresso della Caverna, ancora scosso dal
fatto che io, un
Black, l’avevo supplicato, non
avevo
ordinato.
Solo
una cosa può farmi cambiare idea. I tuoi
occhi, Sirius.
Mentre
bevo quella pozione, mentre rivivo gli
ultimi momenti in cui ti vidi, calde lacrime mi bagnano le guance e io
non
cerco in nessun modo di fermarle.
Ricordi?
Mamma e papà erano al settimo cielo, il
loro figlio, un Mangiamorte! Tu no. Eri l’unico ad aver
capito. L’unico il cui
coraggio da vero Grifondoro ti permise di metterti contro loro. Contro
i
pregiudizi e le aspettative…
Quando
scappasti ero furioso con te. Mi avevi
abbandonato.
«
Tu non sei
mio fratello! » Ti avevo sibilato, mentre la
tua mano era
sulla maniglia, su quel serpente.
Come
in un flashback rivedo anche momento in cui ti
vidi duellare.
Accanto
a te, i tuoi amici e quel Potter, il tuo nuovo
fratello. Ero geloso. Macnair ti
scagliò una maledizione che tu schivasti. I nostri occhi si
incrociarono,
ghiaccio contro ghiaccio. Ma tu, fratello, non ti accorsi di me.
Finisco
la pozione nella Caverna e sono in preda
dello sconforto, della disperazione.
Eri un
rinnegato, un traditore. E io ti
disprezzavo, fratello.
Ti
disprezzavo perché avevi avuto quel coraggio di
cui io ero totalmente sprovvisto.
Il
Cappello Parlante aveva mentito. Non ero degno di
essere un Grifondoro. Non ero degno di sedermi nella stessa Sala dove
c’eri tu.
Non avevo il coraggio di sfidare tutti, di andare contro la nostra
famiglia, di
essere smistato a Grifondoro. Come tu avevi fatto.
Sto
per morire, Sir.
Spero
che tu possa perdonarmi un giorno.
Mi
sporgo nell’acqua cercando di bere.
Ho
sete, Sir. Tanta sete.
Fredde
dita mi afferrano, ma tu non sei qui a
salvarmi. Le tue mani erano calde, i tuoi abbracci pieni
d’affetto, prima che
iniziassi ad odiarti, prima che tu diventassi un Grifondoro, prima che
tu mi
abbandonassi.
Vorrei
vederti un’ultima volta, fratello mio.
Vorrei chiederti scusa, per tutto quello che ti ho detto. Vorrei che tu
mi
perdonassi, in questa vita o nell’altra. Che tu mi guardassi
come guardi
quell’idiota di Potter, che se è tuo amico, se
è riuscito dove io ho fallito,
tanto idiota non è. Vorrei che tu guardassi me come guardi lui.
Ma so
che è inutile. Sto morendo, Sir.
Gli
inferi del mio amato Signore Oscuro mi stanno
uccidendo. Sono stato uno stupido,vero?
Mi
manchi Sirius.
Mi
mancano i tuoi occhi, i tuoi abbracci, mi
mancano le nostre chiacchierate di notte, con la luna e le stelle, mi
mancano i
pomeriggi di temporale, in cui tremavo e tenevo stretta a me la tua
mano calda.
Mi manca il tuo modo di far arrabbiare papà, solo per farmi
ridere. Mi manca la
tua voce, la tua risata, simile ad un latrato.
Mi
manchi tu.
Ma
è troppo tardi per dirtelo ormai. Sto morendo.
Questo è il mio unico rimpianto. Non averti chiesto di
perdonarmi, di abbracciarmi come quando ero piccolo e avevo paura delle
botte.
Addio
Sirius, fratello mio. Spero tu sia felice,
con i tuoi nuovi amici.
Spero
che riescano dove io ho fallito, spero che
riescano a starti accanto.
Spero
che loro si rendano conto di quello che vali,
prima sia troppo tardi. Spero siano degni di te, degni di quello che
vali.
Spero
che ti amino come io non sono riuscito a
fare.
Hai la
mia benedizione, Sirius. Sii felice.
Ti
voglio bene, fratellone.