PS: Volevo mettere anche l'immagine,ma non mi riesce,uff!...
memy881: Amore mioooooooooo,che bello che sei anche quiiiiii,non puoi nemmeno immaginare quanto piacere mi fa!! Non erri,hai detto proprio bene,la protagonista dovrebbe uccidere Bill,sono contenta comunque che pensi che l'inizio sia bellissimo,e spero che continuerai a sperarlo di tutta la storia,xD...Chissà,forse riesco a crearti dipendenza come con quell'altra ficcy,muahahaha...Il padre lo farei a pezzi volentieri,ihihih,ma è un elemento fondamentale della storia, =(... Ma certo che la continuooooo,da alcuni punti di vista mi convince anche di più,rispetto a quelle precedenti,xD... Ti voglio un mondo di beneeeee,Kussen,Alice...
BUONA LETTURA A TUTTIIII! SPERO CHE ANCHE QUESTA MIA NUOVA FAN FICTION VI PIACCIAAAA! IL CAPITOLO è BREVE PER DARE UN Pò UN ASSAGGIO DELLA SITUAZIONE IN CUI VIVE LA PROTAGONISTA. KUSSEN,ALICE...
CAPITOLO
2:
Mi
sto preparando
alla missione il meglio possibile,è la prima volta in
assoluto che mi viene
affidato un compito del genere,e non sono sicura di riuscire a portarlo
a
termine. Sarà meglio di si,non oso immaginare cosa
accadrebbe altrimenti. Prendo
i pantaloni neri stretti e li infilo lentamente lungo le mie gambe
muscolose,poi prendo la camicetta,anche quella nera, e la metto ,stando
attenta
a non sciuparla. Vestirmi sempre di nero è una specie di
rito che compio ogni
volta che vado in missione. Anche i miei capelli sono neri,li porto
corti e
frastagliati,ed è un vantaggio per me,se è buio
è più difficile vedermi. La mia
caratteristica principale sono gli occhi di un colore scuro,molto
scuro,quasi
nero. Mio padre dice che gli ho ereditati da mia madre,così
come il naso
diritto e le labbra carnose,quando accenna il suo nome si tratta solo
di
paragoni tra me e lei,ed ogni volta infrange la mia speranza di poter
venire a
conoscenza di qualcosa di concreto su di lei. So solo che si chiama
Shakira e
che io porto un nome scelto da lei: Aisha. Una volta finito di vestirmi
mi
dirigo nella stanza principale del quartiere,l’ufficio di mio
padre.
-“Sei
pronta?” chiede
con freddezza.
-“Si
padre,prontissima.” Sto mentendo,ma non se ne
renderà conto.
-“Bene,siediti,dobbiamo
parlarne meglio.” Al suo ordine obbedisco subito e mi siedo
sulla poltrona
posta di fronte a lui.
-“Bill
Kaulitz è il cantante di una band
tedesca,i Tokio Hotel. Guarda,questa è una sua
foto.” Dice porgendomi una
fotografia che lo raffigura. Rimango sorpresa dal suo look
ambiguo,inizialmente
mi da l’impressione di una ragazza a causa dei lineamenti
fini e delicati,poi
mi soffermo a lungo sugli occhi. Occhi di un colore nocciola
intenso,circondati
da un velo di matita nera che li mette ancor più in risalto.
È proprio un bel
ragazzo,ma ciò non mi interessa,sono stata abituata a
guardare i ragazzi con
scetticismo.
-“Sembra
una ragazza,mi fa schifo!” sbotta
mio padre.
-“Scusi,può
arrivare
al dunque?” domando gentilmente per non innervosirlo, sono
anche costretta a
dargli del lei.
-“Giusto,capisco
la
tua frettolosa curiosità di sapere di più. Ma non
posso svelarti altro,solo che
ha un gemello che si chiama Tom Kaulitz.”
-“Devo
uccidere anche
lui?”
-“No,a
noi interessa
solo Bill al momento.” Risponde secco.
-“Posso
sapere il
motivo?” azzardo timorosa.
-“No!”
urla “Lo sai
che non devi fare domande. Esegui e basta!”
-“D’accordo
padre. Farò
come mi avete chiesto.” Dico alzandomi con le gambe
tremolanti.
-“Sii
prudente. Ti voglio
bene.” Dice con estrema falsità,ormai non credo
più alle sue parole,peccato che
ancora non l’abbia capito.
-“Certo,anche
io le
voglio bene padre.” Con ciò esco velocemente dalla
stanza per andare a prendere
le ultime cose necessarie e racchiuderle in uno zaino. Sto attenta a
non
dimenticare la pistola e il mio portafortuna: un piccolo delfino a
calamita,uguale a quello che mi sono tatuata di nascosto sulla spalla.
Una volta
finito mi precipito fuori dal quartiere quasi correndo,sotto lo sguardo
curioso
delle cameriere di casa. Potrei anche scappare prima o poi,ma non
servirebbe a
nulla,riuscirebbero a trovarmi anche se finissi dall’altra
parte del mondo. Prendo
la moto rosso fuoco di mio fratello Jared,almeno va veloce e raggiungo
più
rapidamente la mia destinazione: Magdeburgo. Partendo da Berlino ci
vorrà
parecchio tempo,ma lamentarmi non aggiusta le cose. Monto sul mezzo di
trasporto che amo di più al mondo e do gas,partendo come una
saetta lungo la
via trafficata. Non è una mossa molto furba,ma ho fretta.
Prima porto a termine
la missione e prima me ne lavo le mani.