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Autore: EffieSamadhi    18/11/2010    1 recensioni
[Dirty Dancing II]
Con la salita al potere di Fidel Castro, Katie e la sua famiglia sono costretti a lasciare Cuba. Nonostante le promesse, Katie e Javier vanno avanti con le loro vite. E così, mentre Katie si sposa e ha una figlia, Javier apre un'officina e diventa il re della 'Rosa Negra'.
Passano gli anni (diciannove, per l'esattezza), e il destino gioca le sue carte, riportando Katie a L'Avana. Accompagnata dalla sorella Lucy e dalla figlia, Isabella, che rivela un inaspettato talento per la danza, e sembra dimostrare una certa simpatia per il fattorino dell'hotel, tale Ricardo Suarez...
***
La ff presenta alcune "incongruenze" rispetto al film, e inoltre ho sbagliato nell'inserire il nome della sorella di Katie, che nel film si chiama Susie: lo so, dovrei cambiarlo, ma ormai per me il personaggio si chiama Lucy. =)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Recordar. Dolerse. Volver

New York, 1976

Novembre

 

            Isabella strinse la mano dell’avvocato Austen, che insieme a suo padre aveva aperto uno studio tre anni prima. “La prego di perdonare mia madre, avvocato, ma è ancora molto scossa.”

            “Posso comprendere alla perfezione le condizioni in cui si trova sua madre. La prego di porgerle le mie più sentite condoglianze.”

            Isabella annuì. Aveva compiuto diciassette anni da due mesi, e da due giorni aveva perso suo padre, coinvolto in un grave incidente d’auto. La zia Lucy le passò un braccio attorno alle spalle e la guidò verso le scale. Erano appena tornate dal funerale, e la casa sembrava insolitamente tetra e vuota.

            “Zia, non è necessario che tu resti qui con noi…”

            “Non dire cretinate. Resterò qui per tutto il tempo necessario.”

            Lucy Miller aveva trentadue anni, non si era mai sposata e non aveva avuto dei figli. Con grande disappunto da parte di sua madre, si era trovata un lavoro, e si manteneva da sé. Sicuramente non avrebbe abbandonato la sorella e la nipote nel momento del bisogno.

            “Vai a stenderti, tesoro. E cambiati: non riesco a guardarti, vestita così, tutta di nero.”

            “La nonna mi ucciderà.”

            “La nonna non è qui.”

            Isabella obbedì, e si chiuse in camera. Lucy proseguì fino alla porta in fondo al corridoio. La socchiuse, e gettò un’occhiata alla figura distesa sul grande letto matrimoniale. Avrebbe potuto pensare che Katie dormisse, se solo non avesse notato il movimento delle spalle. Katie stava piangendo ancora. Probabilmente non aveva ancora smesso.

            Lucy si chiuse la porta alle spalle e si sfilò le scarpe. Camminò lentamente fino al letto, poi si stese accanto alla sorella, circondandola con le braccia.

            “Aveva promesso” singhiozzò la vedova. “Aveva promesso che ci sarebbe sempre stato.”

            Sempre è una promessa piuttosto stupida, non credi?”

            “Lucy…”

            “Katie, dovevi aspettarti che prima o poi sarebbe successo.”

            “Lucy, aveva quarantun anni! Avrei dovuto aspettarmi che un uomo nel fiore degli anni, perfettamente sano…”

            “Sai che cosa intendo dire, Katie. Prima o poi vi sareste dovuti separare.”

            Katie non rispose. Lucy si curò di abbassare la voce.

            “Katie, so che lo amavi. So che gli eri grata per tutto quello che ha fatto per te. Si è preso cura di te e di Isabella, vi ha amate, e…”

            “Lucy, che farò adesso?”

            “Non lo so, Katie. Ma qualunque cosa tu decida di fare, puoi contare su di me. Lo sai. Hai sempre potuto contare su di me.”

 

            La lettura del testamento, la settimana successiva, rivelò che Thomas aveva saputo gestire il proprio patrimonio con moderazione, ammassando una piccola fortuna, che a Katie e Isabella sarebbe bastata per vivere più che dignitosamente.

            Dopo l’appuntamento con il notaio, madre e figlia ne approfittarono per fare una passeggiata a Central Park, nonostante l’aria frizzantina.

            “Mamma, il notaio ha detto che la somma lasciata da papà aumenta ogni anno, giusto?”

            “Sì, tesoro. Quello che è depositato in banca aumenta ogni anno. Comunque, dovremo usare quel denaro con parsimonia.”

            “Sì, è vero. Ma… ecco, stavo pensando… credi che una parte di quella somma potrei utilizzarla per… beh, ecco, io…”

            “Tu cosa, tesoro?”

            “Stavo pensando che mi piacerebbe frequentare l’università.”

            “La trovo una splendida idea, tesoro. E il testamento dice che il capitale può essere utilizzato per finanziare i tuoi studi. Comunque, il tuo obiettivo primario deve essere quello di diplomarti, adesso. Poi penserai al college.”

   
 
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