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Autore: Alys93    18/11/2010    5 recensioni
Cosa succederebbe se qualcuno scoprisse il segreto di Kagome e del pozzo vicino al suo tempio? Soprattutto se quel qualcuno scoprisse di possedere poteri che non avrebbe mai immaginato di avere? Le avventure non mancheranno, ve l'assicuro! Se la trama v'interessa, sarò felice di leggere i vostri commenti e \ o suggerimenti (è la mia prima storia) Grazie in anticipo
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre il pozzo'
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Salve ragazze! eccomi di nuovo qui, con un nuovo capitolo fresco fresco. Voglio ringraziare tutti colori che mi seguono, siete davvero tantissimi! sono davvero commossa! grazie! ci tengo molto a ringraziare Visbs88 e Miss Alder per le bellissime recensioni, inoltre un enorme grazie va a Charris e Zakurio per aver inserito la mia storia tra quelle da ricordare e Nicole221095 e Visbs per averla inserita tra le seguite. grazie a tutti, davvero!  adesso vi lascio al capitolo, bacioni!

Capitolo 9: Il pericolo è ovunque

La sveglia suonò insistente e Kagome la bloccò con un gesto stizzito, alzandosi di malavoglia dal dolce tepore delle coperte.
“Kaori. Svegliati, dai!” borbottò, strofinandosi gli occhi e dirigendosi verso il bagno.
Si accorse improvvisamente che l’amica non c’era, il futon in cui aveva dormito era già sistemato ed un vassoio con la colazione era poggiato sul comodino.
L’odore del cornetto e del latte caldo le solleticarono le narici, facendole brontolare lo stomaco. Corse a sciacquarsi il viso per svegliarsi del tutto e lesse il bigliettino lasciatole dalla compagna:
 

Sono scesa a preparare qualcosa per Inuyasha; non voglio pulire altri disastri. Fai colazione con tutta calma e poi scendi in cortile, tanto andiamo in bici.
Kaori
 

Sorridendo, afferrò il cornetto e ripensò alla discussione che avevano avuto la sera precedente.
Kaori le aveva ceduto il proprio letto, nonostante tutte le sue proteste, dicendo che dormiva molto meglio nel futon.
“Dormi nel mio letto e non fare tante storie” le aveva detto sorridendo “Tanto, mi trovo meglio nel futon. Non farti problemi”.
Così, loro avevano dormito nella stanza della ragazza, mentre Inuyasha e Sota erano stati sistemati nella camera degli ospiti.
Rise al pensiero di come fosse eccitato suo fratello nel poter dormire con il suo idolo.
Certe volte, Sota era davvero un bambino, ma in fondo aveva solo dieci anni…
Con un sospiro, infilò la divisa e si fiondò fuori, trovando Kaori ad aspettarla sotto il piccolo portico.
“Ho lasciato un pacco di biscotti ed un paio di cornetti sul tavolo della cucina” stava dicendo la ragazza al mezzo-demone “Non fare disastri come ieri, mi raccomando”.
Inuyasha sbuffò “Ho capito, ho capito. Stai pure tranquilla, non mi avvicinerò a quel coso freddo dove tieni il cibo”, Non ho molta voglia di rischiare la vita come ieri.
“E non uscire dal tempio” aggiunse Kagome, sorridendo conciliante “So che rischi di annoiarti, ma è meglio che resti qui mentre non ci siamo”.
Sota si sistemò lo zaino e sbuffò “Io voglio rimanere con il fratellone! Perché devo andare per forza a scuola?”.
“Perché sì” ribatté la sorella “Dai, saremo di nuovo a casa per pranzo”, “Uffa!” borbottò lui, scendendo mestamente per le scale.
Kaori scosse la testa “Torneremo il prima possibile, Inuyasha. Sta’ attento, mi raccomando”.
Salì sulla bici e fece cenno a Kagome di fare lo stesso, prima di salutare l’amico e fiondarsi giù dalle scale.
Il mezzo-demone sospirò e tornò dentro casa, fissando gli oggetti nel salotto.
Sbuffando annoiato, iniziò a vagare per le stanze, fino ad arrivare in quella di Kaori; gli sfuggì un sorriso mentre osservava le foto sulle pareti ed i disegni sulla scrivania.
Aveva notato che la giovane demone adorava disegnare ed era anche piuttosto brava, soprattutto nei ritratti.
Trattenne un sorriso quando vide un proprio ritratto in cima alla pila e si chiese se, una volta tornato nella propria epoca, avrebbe riassunto le solite sembianze.
La scrivania era totalmente ricoperta da disegni, matite colorate e libri scolastici, ma la sua attenzione fu attirata da un piccolo volume che non aveva l’aria di uno tomo della scuola. Incuriosito, lo osservò meglio e riconobbe il diario personale della ragazza, che aveva già visto pochi giorni prima.
L’aveva vista riempire quelle colonne con i suoi pensieri e, non appena lei si era accorto della sua presenza, aveva chiuso di scatto il diario, dicendogli di allontanarsi perché stava scrivendo delle cose personali.
Un ghigno gli incurvò le labbra, pensando che poteva leggerlo senza che la giovane se ne accorgesse.
Sfogliandolo, il suo sguardo si concentrò su una data: un mese prima, quando Kaori era finita nel pozzo.
Non riuscì a trattenere una smorfia divertita, quando lesse del panico che aveva provato quando si era trasformata per la prima volta.
Ho camminato per ore ed ore! Ero fuori di me dall’angoscia. Non riuscivo a credere a quello che mi era successo… Com’era possibile che mi fosse spuntata una coda e le orecchie somigliassero più a quelle di un elfo che a quelle che avevo prima? Per non parlare delle unghie… Sembravo un mostro! Ad un certo punto ho sentito un odore familiare e, non so come ho capito a chi appartenesse, ma l’ho seguito. Ho attraversato pianure ed ho oltrepassato un burrone in un attimo! Mi sentivo un po’ come Wonder Woman. Un’energia in corpo da far paura! Era pazzesco! Alla fine, ho trovato Kagome in una radura, con un tipo che sembrava minacciarla. C’erano anche altre due persone, ma non ci ho badato molto; ero concentrata sul tipo con le orecchie da cane. Non ci ho pensato due volte e l’ho colpito in faccia con un calcio; nessuno si può permettere di far del male alla mia amica! Quel tipo è finito contro un albero, ma una donna mi ha lanciato contro un boomerang gigante. Per poco non mi tranciava in due! Fortuna che Kagome li ha fermati, perché quei tre sembravano decisi a farmi fuori. Poi mi ha fatto sedere accanto al fuoco e mi ha spiegato tutto. Sono finita nell’epoca Sengoku! Nel medioevo! Non è assurdo? Il pozzo è un passaggio spazio-temporale e Kagome va avanti ed indietro per recuperare i frammenti di una sfera magica. Inuyasha, il tipo con le orecchie da cane, ha detto che sono una demone lupo, ma per me quello è tutto matto! I demoni non esistono! O almeno, era quello che credevo…
Quindi aveva pensato che Kagome fosse in pericolo.
Questo spiega perché mi abbia attaccato in quel modo mormorò tra sé Ci tiene davvero molto a lei. Devo ammettere che sono contento che Kagome possa contare su di lei.
Un improvviso rumore attirò la sua attenzione, ed Inuyasha si sbrigò a mollare il diario dove l’aveva trovato.
Se Kaori lo trovava con il suo diario in mano, come minimo lo sbranava!
Prima di uscire, fissò di nuovo la camera, ripensando a come si fosse silenziosamente intrufolato durante la notte solo per vedere Kagome dormire.
Era rimasto lì per delle ore, a fissarla mentre riposava tranquilla, cullato dal lieve ronfare di Kaori, che dormiva nel futon poco distante.
Durante il sonno, la ragazza si era girata verso di lui ed aveva mormorato “A cuccia”; c’era mancato poco che si svegliassero con il tonfo che aveva fatto!
Chissà che diavolo aveva sognato.
Fece una smorfia e uscì nel cortile, deciso ad esercitarsi con Tessaiga per non perdere l’allenamento.
Quando Kaori e Kagome tornarono a casa assieme a Sota, lo trovarono ancora intento a destreggiarsi in attacchi e finte, ma il pacco di biscotti vicino alle radici del Goshinboku dimostrava che aveva fatto una pausa per mettere qualcosa sotto i denti.
Almeno però non aveva combinato disastri in cucina, con gran sollievo della padrona di casa. Sota gli corse incontro sorridendo ed esclamò “Wow, fratellone! Fortissima la tua spada!”, “Si chiama Tessaiga”.
Lo youkai aveva preso proprio a ben volere il piccoletto e Kagome si ritrovò a sorridere felice. Poteva fare il duro quanto voleva, ma, prima o poi, la sua parte più fragile veniva a galla.
Era parecchio tempo che se ne era resa conto, ma mai come in quel momento avvertì la forza dei propri sentimenti ne confronti di Inuyasha.
Notando la sua espressione, l’amica scosse lievemente il capo e, trattenendo a sua volta un sorriso, disse “Andiamo a preparare il pranzo, dai. Oggi dobbiamo andare a fare la spesa”.

Sango sospirò di nuovo, lanciando l’ennesimo sguardo al pozzo mangia-ossa, “Ma perché non sono ancora tornarti? Non è normale!”.
Miroku fece tintinnare il suo bastone dorato e disse “Devono esserci stati dei problemi. Altrimenti Inuyasha sarebbe già tornato”.
Un sorrisetto gli incurvò le labbra “Oppure ha deciso di appartarsi un po’ con la Divina Kagome…”.
Dovette chinarsi di colpo per evitare il colpo di hiraikotsu mirato alla sua nuca e mormorò “Che cosa ho detto?”.
Shippo fece una smorfia “Ti ricordo che Inuyasha non è come te, Miroku. Inoltre, c’è anche Kaori dall’altra parte”.
“Magari ha deciso di avere più di una compagna!” propose il monaco, prima di essere centrato in piena fronte da un cazzotto.
“Sei sempre il solito pervertito!” commentò la sterminatrice “Come puoi solo pensare una cosa del genere?!”.
Il piccolo demone volpe si affacciò nel pozzo ed esclamò “Ragazzi, venite a vedere! C’è una cosa strana che sporge dal fondo del pozzo!”.
I due arrivarono di corsa e la giovane si calò all’interno, osservando le varie protuberanze che sporgevano dal fondo.
“Sono rocce” mormorò sorpresa “Pietre varie e polvere. Ma cosa vuol dire? Non capisco!”. Miroku si passò una mano sul mento, commentando “Decisamente strano. Immagino che avremo delle spiegazioni solo quando i nostri amici torneranno indietro”.
“Speriamo che lo facciano presto” sussurrò Shippo “Mi manca tanto Kagome!”.
 
Era pomeriggio inoltrato quando le ragazze finirono di sistemare i libri sulla scrivania e Kaori fece una smorfia “Quando potremo tornare nell’epoca Sengoku?”.
“Domattina, credo” rispose Kagome “Ormai, gli operai hanno quasi finito di ristrutturare l’edificio”.
Le lanciò un’occhiata di sottecchi e chiese “Sei impaziente di tornare, per caso?”, “Ormai quella è casa mia” rispose l’altra “Faccio parte di quel mondo”.
“Ti capisco. Anch’io non vedo l’ora di tornare” ammise la ragazza, “E saresti disposta a viverci per sempre?”.
Quella domanda la fece arrossire, ma annuì “Solo se lui me lo chiedesse. Non voglio imporgli la mia presenza”.
“Sei davvero cotta a puntino, mia cara Kagome” ridacchiò la demone lupo, facendole l’occhiolino “Vedrò di aiutare Cupido ad aprire gli occhi del tuo bello”, “Kaori!”.
Trattenendo una risata davanti all’espressione della compagna, la giovane si alzò in piedi e scese nel salotto, mormorando “I negozi stanno per aprire. Prima andiamo, meglio è”.
“Andare dove?” chiese Inuyasha, distraendosi dal racconto di Sota, “A fare la spesa. Devo comprare il latte e diverse altre cose, che ieri erano sul pavimento” spiegò la padrona di casa. Gli lanciò un’occhiata ed aggiunse “Non possiamo lasciarti qui da solo per tutto il pomeriggio, ma certo non puoi venire così!”.
“Che intendi dire?” borbottò lo youkai, “Che, con quel vestito e Tessaiga al fianco, attirerai gli sguardi come le mosche al miele”.
Kagome fece una smorfia preoccupata “E come facciamo a camuffarlo? Quelle volte che è venuto a trovarmi, rimaneva solo qualche ora, quindi non era un problema. Ma adesso…”.
Kaori rimase sovrappensiero per qualche istante, poi s’illuminò di colpo e, preso il mezzo-demone per un polso, lo trascinò al piano di sopra, fin nella stanza dei suoi genitori.
“Come ho fatto a non pensarci prima?” si chiese incredula, mentre scavava nei cassetti “È la cosa più logica da fare!”.
Sota e Kagome la seguirono confusi, chiedendosi cosa avesse in mente la loro amica.
La ragazza lanciò un piccolo grido di trionfo e mostrò ai compagni una camicia del padre, dicendo “A occhio e croce, Inuyasha ha la stessa taglia. Potrebbe andare, no?”.
La giovane miko sorrise entusiasta, dicendo “Sei un genio, Kaori!” e le si affiancò, cercando qualcos’altro da far indossare al ragazzo dietro di loro.
Questi lanciò uno sguardo perplesso a Sota, che alzò le spalle dicendo “Le ragazze sono un totale mistero, fratellone”.
Dopo pochi minuti, le due amiche sistemarono gli abiti sul letto e Kagome assunse un’espressione indecisa “Tu dici che andrà bene?”. “A meraviglia!” sogghignò l’altra, facendo cenno ad Inuyasha di avvicinarsi.
“Ci siamo mantenute sul sobrio, ma credo che così sarai una favola!” ridacchiò lei, mostrandogli i vestiti.
Una camicia candida a maniche corte, un paio di jeans e delle scarpe da ginnastica bianche formavano il sobrio completo e Sota annuì allegro.
“Così il fratellone passerà inosservato e nessuno farà domande strane” commentò sorridendo. Lo youkai inarcò un sopracciglio e, prendendo uno degli indumenti poggiati sul letto, chiese “Questo cosa sarebbe?”.
Le due ragazze divennero scarlatte quando lo videro fissare il paio di boxer scuri e Kaori mormorò “Biancheria. È biancheria intima, Inuyasha. Mai sentito parlare di mutande e cose simili?”.
Come avesse trovato il coraggio di dirglielo così tranquillamente, non lo sapeva neanche lei. “Eh?” chiese il mezzo-demone, più confuso di prima, “Voi portate queste cose così strane? Non ho mai sentito di vestiti simili”.
Kagome divenne prima rossa, poi bianca e di nuovo rossa, ma si sforzò di domandargli “Inuyasha, scusami… Ci stai dicendo che tu.. non porti niente sotto i pantaloni?”.
Il giovane inclinò la testa in un lato e chiese sorpreso “Perché, dovrei?”.
La miko ebbe l’impressione di rasentare un infarto con la “I” maiuscola e si portò le mani al viso. Ma come poteva dirlo con tanta naturalezza?
Era assurdo che avesse quell’aria ingenua da bambino, mentre parlava di un argomento così… “Oh, Kami-sama!” sussurrò incredula, scuotendo la testa “Che imbarazzo!”.
Kaori strabuzzò gli occhi per un attimo, cercando di recuperare l’uso della parola, poi guardò Sota e disse “Sota, aiuta Inuyasha a vestirsi, per favore. Noi.. andiamo a cambiarci e vi aspettiamo giù”.
Il bambino le fissò confuso “Ma perché io? Ho solo dieci anni!”, “Beh, sarebbe un tantino indecente se lo facessimo noi” rispose la sorella, chiudendosi la porta alle spalle.
Pochi minuti dopo, Sota scese nel salotto e disse “Kagome, non riesco ad aiutare il fratellone con la camicia!”.
“Va bene, vado io” mormorò lei, sperando vivamente che il mezzo-demone indossasse correttamente i pantaloni.
Strinse gli occhi e scosse la testa in un’espressione imbarazzata, cercando di allontanare le probabili immagini che le si sarebbero parate davanti.
La sua mano si bloccò sulla maniglia, chiedendosi come avrebbe dovuto comportarsi, poi prese un grosso respiro ed entrò.
La scena che le si presentò davanti la lasciò senza fiato… Inuyasha era un vero e proprio schianto!
I jeans erano perfetti e gli fasciavano le gambe muscolose come se fossero fatti apposta per lui. La camicia bianca metteva in risalto i capelli neri, dall’aria setosa ed invitante, oltre che le braccia forti e sode.
Braccia che più di una volta l’avevano stretta per difenderla e tra le quali si sarebbe lanciata seduta stante, se non fosse rimasta paralizzata dalla sorpresa.
Santo cielo, era bellissimo! Non riusciva a trovare parole per descrivere i propri pensieri.
Le sembrava di avere un uragano nella testa, in cui l’unica immagine definita era quella del giovane davanti a lei.
Si ritrovò a boccheggiare come un pesce fuori dall’acquario e dovette fare uno sforzo per riprendersi.
Inuyasha la fissò sconcertato “Kagome, ma che ti prende? Hai una faccia stranissima! Ti senti male?”.
La ragazza arrossì fino alla punta dei capelli “No, no. È… è tutto apposto, sta’ tranquillo”.
Poi il suo sguardo si concentrò sui bottoni mal sistemati della camicia e scosse la testa. Sorridendo “Dai, ti do una mano”. Cercando di controllare l’improvviso tremore alle mani, liberò i bottoni dalle asole, per poi infilarli in quelle giuste.
Gli lisciò il tessuto sul petto e ridacchiò “Stai benissimo, Inuyasha! Questo completo di dona parecchio!”.
Lui arrossì vistosamente, mentre mormorava “Kagome, sii sincera. Ti piaccio più così o con i miei soliti abiti?”.
Ma come accidenti gli era venuto in mente di chiederle una cosa simile? Era andato fuori di testa?!
Si passò una mano tra i capelli e distolse lo sguardo, chiedendosi cosa avrebbe pensato la giovane.
Kagome arrossì a sua volta, ma si costrinse a fissarlo negli occhi e disse tranquilla “Per me stai bene comunque. Sei sempre lo stesso Inuyasha, qualunque cosa indossi”.
Si avvolse una ciocca di capelli attorno al dito ed aggiunse “Con il vestito del Cane del Fuoco mi sembri un vero guerriero… Con questi abiti, invece.. sembri un ragazzo della mia epoca. Ma sei sempre Inuyasha, il ragazzo testardo e coraggioso che conosco”.
Un sorriso le incurvò le labbra “Potresti indossare anche degli stracci, ma saresti ugualmente stupendo”.
Chiuse la bocca di scatto quando si rese conto di aver parlato troppo ed arrossì, ma alzò lo sguardo quando sentì la mano di lui sfiorarle la guancia.
“Grazie, Kagome” mormorò il mezzo-demone, con gli occhi che gli brillavano, “Sapere che, per te, sono sempre lo stesso, mi fa sentire meglio”.
Era così bella e dolce… Come si poteva starle accanto senza innamorarsene?
Lasciò scivolare lo sguardo su di lei e sorrise “Quel vestito ti sta davvero bene. Il rosso ti dona”. La vide arrossire di nuovo, mentre mormorava un “Grazie” sommesso.
Le sue labbra morbide erano a poca distanza, sembravano quasi invitarlo ad avvicinarsi ulteriormente per posarvi le proprie.
E lo avrebbe fatto, se la voce di Kaori non si fosse fatta largo tra di loro, “Ehi, Kagome! Siete pronti?”.
Inuyasha si schiarì la gola e le fece cenno di precederlo, borbottando “Muoviamoci, non ho voglia di sentirla lamentarsi”.
Quando scesero in salotto, trovarono l’amica con un cesto di vestiti rossi tra le mani, “Ho pensato di fare una lavatrice” spiegò lei “Ho pensato di lavare anche i tuoi vestiti, Inuyasha”.
Lo youkai fece una smorfia, ma annuì e disse “Allora? Prima ci chiami e poi sei tu quella che non si muove?”.
La sentì ridere, mentre tornava in meno di un minuto “Dai, che sono pronta da una vita! Andiamo!”.
Sorridendo, li guidò fuori dal tempio, poi si bloccò di colpo e disse “Cavoli, Inuyasha! Ma sei uno schianto! Kagome, hai visto?”.
La ragazza annuì, cercando di mascherare il rossore che le aveva invaso le guance.
L’aveva visto, eccome se l’aveva visto!
La demone lupo le fece un sorriso smagliante, prima di arrivare all’inizio delle scale con uno svolazzo del mini abito verde, che volteggiò sui leggins neri.
“Accidenti, oggi è davvero piena di energie!” mormorò Sota, guardandola stupito “Non l’ho mai vista ridere così”.
Kaori era davvero su di giri e li guidò prima nel supermercato, dove Inuyasha fece fatica a districarsi in mezzo a tutti quegli scaffali pieni di cibo, e poi in un enorme centro commerciale. “Lo shopping sfrenato è la migliore cura contro la tristezza!” commentò la ragazza, entrando nel primo negozio.
“Mamma mia!” esclamò Kagome “Non la riconosco più! Da quando le piacciono così tanto i vestiti?”.
“Mi sa che ha battuto la testa da qualche parte” mormorò lo youkai, prima che l’altra lo trascinasse nel reparto maschile, dicendo che dovevano trovare qualcos’altro per lui, nel caso di una futura visita.
Gli fece provare di tutto, dai giubbini da motociclista ai jeans stile anni ’80, fino alle tute.
“Ma che cosa vuoi fare?” si lamentò il giovane, quando gli portò l’ennesima felpa, “Un guardaroba intero?!”.
L’amica rimase in silenzio per qualche istante, poi annuì “Scusami, hai ragione. Mi sa che sto esagerando” .
L’espressione seccata sul volto di lui era più che comprensibile.
Andò a posare la maggior parte degli abiti, per poi tonare con vestiti decisamente femminili e disse “Kagome, hai visto qualcosa che ti piace?”.
“Non ancora” rispose lei “Ma.. tu vuoi provare tutti quei vestiti?”, “No, solo quelli che mi attirano”.
Dopo una decina di febbrili minuti, la giovane disse “Questa la prendo assolutamente”.
“Sì” concordò la miko “Quella maglietta ti sta benissimo. E ti consiglierei anche la minigonna che avevi prima”.
“Ma… sei sicura?” chiese la compagna “Non mi sento troppo a mio agio con le gonne, lo sai”. “Sì, ma quella ti sta davvero bene” rincarò lei “Devi prenderla assolutamente, Kaori!”. “Va bene, ma credo che potrò indossarla solo in un’occasione speciale” mormorò la demone.
E non immagina che quell’occasione sarebbe arrivata prima di quanto pensasse.
 
“Allora, ma quanti altri negozi dobbiamo girare?” chiese Sota, trascinandosi dietro un paio di buste colorate.
“Solo uno” lo rassicurò la sorella, “Dove protrai scegliere un videogioco” aggiunse Kaori “Tra poco è il tuo compleanno. Quindi scegli pure, te lo regalo io”.
Il bambino iniziò a saltare come uno yo-yo impazzito e si fiondò nel negozio di giocattoli, puntando verso quelli per la Playstation.
“Kaori, tu lo vizi troppo” ridacchiò Kagome “Di questo passo, ti chiederà di adottarlo!”.
“Ma dai!” rise l’altra “Non esagerare! Piuttosto, andiamo da lui, prima che svaligi il negozio!”. Inuyasha sbuffò di nuovo, ma si sentiva stranamente nervoso; c’era qualcosa di strano nell’aria, qualcosa che non gli piaceva affatto.
“Inuyasha, ma cosa ti prende?” gli chiese Kagome “Hai un’aria così preoccupata…”, “No, niente”.
Dopo pochi minuti, Sota uscì con un videogioco incartato ed un sorriso che andava da un orecchio all’altro, “Grazie, grazie!” esultò contento “Grazie mille, Kaori!”.
La ragazza sorrise “Mi fa piacere che ti piaccia, ma non c’è bisogno che mi ringrazi mille volte”. Non avevano ancora messo piede fuori dal negozio, quando un gruppo di uomini incappucciati bloccò ogni uscita, puntando fucili e pistole contro i presenti.
“Fermi!” esclamò uno di loro “Il primo che si muove, avrà un biglietto di sola andata per l’Aldilà!”.
Inuyasha sgranò gli occhi e si parò automaticamente davanti a Kagome, che strinse a sé il fratellino; qualunque cosa stesse succedendo, non gli piaceva affatto.
Kaori s’irrigidì di colpo “Ragazzi, non muovetevi! Qui le cose si mettono male!”.
“Tutti a terra!” intimò il capo banda, alzando la propria pistola “O vi piazzo una pallottola in fronte!”.
La demone lupo trascinò Sota sul pavimento e fece cenno al mezzo-demone di seguire il suo esempio.
“Ma come, non li affrontiamo?” chiese lui, “No, non possiamo” ribatté l’altra “A meno che tu non voglia ritrovarti all’altro mondo con un buco in mezzo alla testa. Di questi tipi si occupa la polizia!”.
I banditi minacciarono la cassiera di consegnare tutto l’incasso e, dopo averlo ottenuto, indietreggiarono velocemente verso l’uscita.
Il capo sentì in lontananza le sirene della polizia e, con un’imprecazione furiosa, esclamò “Gli sbirri ci lasceranno andare solo se avremo una carta da giocare. Bene, l’avranno!”.
Lasciò vagare lo sguardo sui presenti ed afferrò il braccio di Kagome, costringendola a seguirlo. “Muoviti, ragazzina! Sarai un perfetto lasciapassare per andarcene da qui” borbottò trascinandola.
La ragazza iniziò a divincolarsi con tutte le sue forze, ma si raggelò quando l’uomo le premette la canna della pistola contro la tempia.
“Sorellina!” gridò Sota, fissandola terrorizzato, “Lasciatela stare!”; Kaori lo tenne a terra, dicendogli di stare fermo.
Inuyasha capì che la situazione poteva finire male; non sapeva cosa fosse quello strano oggetto che stavano puntando contro la giovane, ma sentiva che era decisamente pericoloso.
Si alzò in piedi e sibilò “Lasciala subito, dannato, o giuro che te ne pentirai amaramente!”. “Inuyasha” sussurrò lei “Ti prego, non fare pazzie!”, “Ti consiglio di ascoltarla, moccioso” ridacchiò il ladro “O potresti finire molto male”.
“Se non la lasci subito, ti pentirai di essere nato” esclamò il giovane, facendo un passo verso di lui.
Negli occhi gli brillava una scintilla furiosa; la sua Kagome era in pericolo e lui non avrebbe mai permesso che le accadesse qualcosa.
A costo della proprio vita!
“Ci tieni così tanto alla tua amichetta?” chiese il bandito, sorridendo maligno “Bene. Prenditela, allora!”.
Lanciò Kagome contro di lui ed alzò la canna della pistola, pronto a metter fine alla sua vita in un istante.
Accadde tutto molto velocemente. Inuyasha la prese prima che cadesse e si voltò per farle da scudo.
Lo sparo echeggiò nella stanza, assordando tutti i presenti.
Kagome urlò quando si ritrovò a terra, assieme al giovane che la teneva stretta a sé.
Ci furono diversi tonfi, mentre la polizia entrava di colpo e bloccava tutta la banda contro la parete.
Sota si alzò e sorse verso la sorella, chiedendole “Kagome! Kagome! Come stai, sorellina? Sei ferita?”.
“No” sussurrò lei “Sto bene”, poi si voltò verso il mezzo-demone, che non si era minimamente mosso e sentì il cuore mancarle un battito.
Inuyasha era accanto a lei, che la fissava con occhi vacui, la bocca aperta in un grido muto, immerso una pozza di sangue.


Ok, ho finito anche questo capitolo. Forse ho esagerato un po' con il finale, eh? questa scena ce l'avevo in mente da una vita, ma purtroppo le mie mani non sono veloci quanto la mia mente e purtroppo il tempo non è mai abbastanza.Spero che continuerete a recensere la storia, ho un disperato bisogno dei vostri consigli! bacioni a tutte, ciao ciao!

   
 
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