Ri-eccoci! Più o meno puntuale, torno con un nuovo capitolo! Vi avverto, al prossimo... BOOOM, scoppia tutto XD! Al prossimo capitolo saremo a metà storia, manco io ci credo!!!
Queste sono le ultime righe a base di paranoia per Clarissa, dopodiché si passerà all'azione! State pronte/i!
Alla prossima!
Ciry
***
Una
settimana era praticamente volata; non le sembrava quasi vero.
Anne
era tornata dalla sua vacanza in Scozia, lei aveva cominciato a sistemare il
suo vestito a dovere per la festa con l’aiuto della collega e di sua madre, che
faceva la sarta, e Daniel la contattava sempre più spesso per prendere un
caffè, chiacchierare un po’, per piccole uscite, più che altro pomeridiane
amichevoli e spensierate che in quel periodo le ci volevano più che mai, dato
che Danny era da poco rientrato nella routine lavorativa e qualche volta si assentava per
delle ospitate televisive con il resto del gruppo.
“Dan
sta meglio adesso? Fa ancora male il bernoccolo?” domandò Anne in mattinata.
“Ha
finito il ciclo di antidolorifici, è praticamente rinato, fidati! Adesso è
tornato a girare peggio di una trottola…” le rispose distrattamente Clarissa.
“Posso
farti una domanda, anche se so che ti fa incazzare da morire parlare della
questione?” la interpellò ancora l’amica, che al suo ritorno aveva subito
saputo ogni cosa accaduta in sua assenza: Danny, la rissa, il viaggio
annullato, la crisi, Daniel.
La
bionda piazzò le mani sui fianchi, finse di mettere il muso e replicò: “Se ti
dicessi di no, ti arrabbieresti più di me… Cosa c’è?”
La
ragazza abbozzò un sorriso e chiese: “Siete ancora in crisi?”
“Crisi…
è una parola grossa…” rispose vagamente l’altra tentando di sostenere lo
sguardo della sua interlocutrice, che la conosceva fin troppo bene.
“Tu
non racconti mai niente al riguardo e lo sai che a me sta bene così, Claire…”
si spiegò Anne “Siamo amiche, tu chiami e io rispondo, e viceversa, altrimenti abbiamo
sempre detto che è bene che entrambe sbolliamo da sole la rabbia, la tristezza
e tutte le altre cazzate… E’ solo che ultimamente sei strana…”
“Strana?”
“Sì…
Sei… come assorta, non lo so, sei in un mondo tutto tuo, come se il tuo
cervello stesse sviluppando una paranoia o chissà cos’altro e tu neanche te ne
rendessi conto…”
Clarissa
sorrise divertita e ribatté: “Io mi sento bene, francamente! Non è che sei tu a
preoccuparti troppo solo perché in questi giorni mi sono sfogata anche con te?”
“Bè,
sì, anche, però…”
“Bella,
stai tranquilla” la interruppe la collega, andandole incontro per abbracciarla
affettuosamente “Se mi vedi così è semplicemente perché sto riflettendo, mi sto
prendendo un po’ di tempo per rielaborare tutto quel che è successo… e sia tu
che Daniel mi state dando una grossa mano…”
Confusa
dalla sua stretta, l’amica tentennò: “Ecco, a proposito di Daniel…”
“Ah,
te l’ho detto? Questo sabato andiamo alla festa!!!”
“Eh?”
“La
festa a tema, Anne!” esclamò Clarissa “Quel locale figo, nuovo…”
“Ah,
sì, sì, hai ragione, me lo avevi detto! Gesù, ma come vi concerete? Cos’è che
stai confabulando con mia madre?”
La
ragazza sciolse l’abbraccio per spiegare meglio all’amica l’idea del suo
costume…
“Io
sarò una dama dell’Ottocento! Con Cherisa abbiamo trovato un modo per non
modificare in maniera definitiva il vestito che ho usato per il matrimonio di
Tom ed è venuta fuori una bomba, te lo assicuro! Tua madre è un genio!”
“Mi
sto preoccupando…”
Clarissa
rise per poi continuare: “Dico davvero! Ha visto il colore rosa del modello
originale e ci ha abbinato qualche fascia dorata, attaccandola con il velcro… e
per il resto, ha cucito sul corpetto dei fiorellini e delle trine, anche quelle
dorate, ma basterà tagliare qualche filo e tutto tornerà come prima!”
Anne
storse la bocca e commentò: “Cherisa ti ha conciata come un Transformer
barocco! Lo sapevo, ha fatto quasi la stessa cosa anche con il mio vestito
della comunione!”
L’amica
scosse la testa ridacchiando e obiettò: “E’ stata bravissima, pensa che mi ha
persino detto dove procurarmi un sottogonna!”
“Metterai
anche un sottogonna?!”
“Certo,
nell’ottocento non usavano i vestiti fini come oggi!”
La
collega alzò gli occhi al cielo e replicò: “L'ho detto e lo ripeto: sembrerai un
Transformer barocco! E non voglio sapere come avrà il coraggio di combinarsi il
mangialumache…”
“Neanche
io ho ancora visto il suo costume, a dir la verità…”
“Ma
che peccato…”
“Anne,
oggi sei acido allo stato puro!” la rimbeccò l’amica ironicamente.
L’altra
si girò a guardarla, per niente rallegrata, e chiarì: “Mi sta sulle palle, ok?
È sulla buona strada per prendere un calcio nel culo!”
Clarissa sostituì il suo sorriso con un’aria perplessa e
fece per domandarle se qualcosa non andasse, ma la ragazza la bruciò sul tempo
dicendo: “Non parliamone, ok? Così sto meglio e mi passa…”
“Ok…”
asserì lei docilmente, tornando al lavoro.
“Ma…
Danny lo sa che vai a questa festa con Daniel?”
“Certo”
mentì disinvolta la collega, lo sguardo fisso su alcuni libri appena imbracciati.
“Forse
non è una buona idea per lui… esporsi in luogo pubblico, vero?”
“Infatti,
almeno non adesso… Lo assedierebbero per fargli un sacco di
domande sul nuovo progetto...” continuò l’amica.
Anne
annuì con fare comprensivo e tornò sulle proprie scartoffie.
“Peccato
però” aggiunse con un sorriso vagamente triste “forse si sarebbe divertito ad
una festa simile! Dev’essere frustrante non poter girare liberamente dove vuoi
quando sei così… famoso…”
L'altra mosse nuovamente il capo in segno affermativo, fece spallucce con una
smorfia rassegnata e commentò: “E’ il suo lavoro, sai… e comunque non avrebbe
potuto lo stesso… Ha un po’ da fare ultimamente, come capita spesso… Va bé…”
~~~
A
casa era da sola; non se ne stupì: Danny le aveva accennato di due o tre
interviste da registrare in TV, molto probabilmente sarebbe arrivato in tarda
serata. Si rimboccò dunque le maniche per una cena monodose a base di pasta,
non il suo piatto forte, ma aveva voglia di vedere se quella volta le sarebbe
venuta cotta nel modo giusto e con una salsa decente.
Il
cellulare la interruppe ancor prima che potesse iniziare a sbucciare i pelati.
“Ehi!
Dove sei, ancora in libreria?”
“Ciao…
No, sono a casa, stavo per cenare…”
“Noi
abbiamo quasi finito qui, dovrei essere a casa tra un paio d’ore!”
“Ok,
ma… cenate lì?”
“Abbiamo
finito adesso di cenare, veramente…”
Un’occhiata
all’orologio le confermò che erano appena le otto.
“Va
bene, allora… ci vediamo più tardi…” disse placidamente al ragazzo.
Il
chitarrista esitò dall’altra parte del telefono, strinse le labbra per un
istante e poi annuì replicando: “Sì, a dopo, torno presto… Ciao, amore…”
“Ciao…”
Si
sentì strana nel salutarlo in quel modo, ma quali che fossero i suoi pensieri,
era inutile pensarci dopo aver riattaccato.
Si
lasciò sfuggire un sospiro, lo represse quasi subito con stizza lamentandosi
silenziosamente con se stessa per la serie di pensieri negativi che fremevano
per invaderle la testa, e ritornò ai fornelli.
Danny
fissò il proprio telefonino per qualche istante, dopodiché lo intascò
passandosi la mano libera tra i capelli in un gesto di stanchezza.
“Jones,
vieni? Ho voglia di fumare!” lo invitò Dougie, spuntato alle sue spalle con la
sua voce allegra.
Gli
rispose con un cenno affermativo del capo e lo seguì senza troppa voglia fino
ad una finestra di un anonimo corridoio appena fuori dagli studi televisivi.
Il
bassista gli allungò il proprio accendino per la sua Marlboro, poi lo
osservò con fare sospettoso, cosa di cui l’amico si accorse presto.
“Era
Clarissa, l’ho chiamata per dirle che ore avremmo fatto stasera… lo informò,
facendo il vago.
Il
ragazzo ne approfittò per consigliarlo animatamente: “E scopate un po’ quando
varcherai quella benedetta soglia della camera da letto!”
Danny
espirò il fumo dalle narici con una risatina amareggiata e ribatté: “Sarà
difficile. Ultimamente mi sembra di dover invadere un accampamento militare
circondato dal filo spinato!”
“Ah,
non si batte chiodo?”
Davanti
al no del chitarrista, Dougie sospirò per poi commentare: “Se l’è legata al
dito, Dan. Non so che altro dirti. Non l’ho mai vista tanto furiosa, e la
conosco da quando la conosci tu…”
“Ho
capito, ma co-“
“Siete
qui! Vi avevo persi, tra cinque minuti ricominciamo!”
Sentendosi
richiamati da Tom, i due amici si voltarono e lo videro a pochi passi da loro
mentre faceva segno di sbrigarsi.
“Vieni
un attimo qui, dài!” lo pregò Dougie.
“Doug,
bisogna rientrare!”
“Trenta
secondi, Fletcher!”
“E
che palle... Se vi dico che bisogna muoversi…”
Il
paziente chitarrista andò incontro ai suoi colleghi con aria insofferente e
domandò a Dougie: “Ebbene, che c’è?”
“Hai
sentito Claire ultimamente?”
“Claire?”
“Sì!
Ci hai più parlato dopo quella volta del pronto soccorso?”
Tom
rifletté prima di rispondere e spostò lo sguardo su Danny.
“E’
successo qualcosa?” chiese.
L’altro
si passò una mano sugli occhi, sbuffò e rispose con voce spenta: “Non è
successo niente, casomai…”
“Io…
non l’ho più sentita…” confessò il
collega “E’ da un po’ che non parlo con lei,
a dir la verità… Non si è più fatta viva,
non con me, almeno…”
“Idem
per me. Ha solo cenato con Frankie giorni fa!” aggiunse Dougie.
“E Harry? Harry l’ha sentita?”
“Sì,
per telefono, ma solo perché lui voleva chiarire con lei e dirle della serata
in discoteca, niente di più…” gli spiegò Tom.
Danny,
rassegnato, gettò il mozzicone fuori dalla finestra e alzò le braccia al cielo,
salvo poi farle ricadere pesantemente lungo i fianchi.
“Non
so più cosa pensare… o cosa devo fare…”
“Dan,
perché non le lasci ancora un po’ di tempo? Ha accumulato un sacco di cose,
come al solito, e alla fine è esplosa. Si deve riprendere…” lo confortò il
chitarrista, mettendogli un braccio intorno alle spalle mentre si avviavano
verso lo studio, seguiti da Dougie.
“Una
volta ogni tanto ha ragione lui, Jones…” asserì il bassista, beccandosi una
smorfia canzonatoria dal biondo come risposta.
Danny
annuì con convinzione e disse: “Ci proverò, ok”.
Un
dvd, poi a letto. Serata magra, ma sicuramente rilassante e scacciapensieri.
Stava
cercando una commedia leggera da godersi insieme ad una stecca di cioccolato al
latte, quando di nuovo il cellulare attirò la sua attenzione con la vibrazione
fastidiosa che la fece accorrere con un sonoro sbuffo di disappunto.
“Bonsoir!”
“Dany,
ciao!”
“Ciao!
Ti ho disturbata?”
“No,
macché! Ero… a girarmi i pollici…”
“Come?
Scusa, Danny non è lì con te?”
“No,
te l’ho detto, oggi è via fino a tardi, è impegnato con la TV…”
“Ah,
è vero, scusa, me l’ero dimenticato… Comunque, ti ho chiamata per chiederti
del costume! Il mio è arrivato stamattina, me lo sono ritrovato a casa tornando
dall’università!”
“Ha
fatto presto! E com’è, com’è??”
“Non
te lo dico neanche se memorizzi ogni singolo vocabolo di francese!” la canzonò
il ragazzo, ridacchiando “E’ una sorpresa, lo vedrai alla festa! Il tuo,
piuttosto, è pronto?”
“Sì,
la mamma di Anne mi ha dato una mano con il vestito del matrimonio!”
“Ah,
allora hai deciso per quello! Cosa ne hai ricavato?”
“Non
te lo dico neanche se impari l’irlandese in ventiquattro ore!” lo riprese lei,
divertita “Anche io conservo la rivelazione per la festa!”
“Se
la mette così, mademoiselle…
tratterrò la mia curiosità!” si arrese il francese, che subito le propose:
“Dato che non hai niente da fare, e io neanche… se non sei già in pigiama,
possiamo andare a bere qualcosa!”
“Ma
gli studenti non dovrebbero fare le ore piccole sui libri?”
“Ma
io lo faccio sempre, è giusto che ogni tanto mi prenda una pausa!”
“Ah,
tu lo fai sempre!” fece eco la ragazza in tono ironico.
Daniel
ridacchiò e ribatté: “Smetti di fare la maestrina con me, non è una buona
copertura per nascondere il fatto che te la tiri!”
“Io
che me la tiro?! Questa non la sapevo neanche io!” esclamò lei, fingendosi
offesa e scoppiando a ridere con lui, che però continuò a punzecchiarla: “Se
non è vero perché allora non esci con me? Fidanzato geloso? I francesi ti
stanno antipatici?”
Alzando
gli occhi al cielo con un sorriso inconsapevolmente civettuolo, Clarissa
rispose scherzosa: “Il mio fidanzato non è geloso, ma… sì, i francesi mi stanno
antipatici da quando ho conosciuto te! È per questo che usciremo unsieme: così potrò
prenderti un po’ per il culo, se non ti spiace!”
“Ah,
vogliamo effettuare uno scontro internazionale? La Regina Elisabetta contro il
nostro Sarko?”
“Correggiti!
Facciamo il tuo Sarko contro la mia McAleese! Sono irlandese!”
“Bon, bon,
bon, e così sia!” sbottò Daniel,
sghignazzando “Facciamo tra un’oretta sotto casa tua?”
“Aggiudicato!
Conosco un posticino carino, birra buona e bagni spaziosi!”
“Bagni
spaziosi?”
“Dovrò
pur sistemare tutte le mie cose da qualche parte mentre faccio pipì per la
troppa birra, no?”
Il
francesino rise dall’altra parte della cornetta e la prese bonariamente in
giro: “Tu sei tutta matta!”
“Grazie,
altrettanto!” replicò prontamente la bionda, disinvolta “A più tardi,
puntuale!”
“Agli
ordini, capo! A dopo!”
~~~
“…
E allora l’irlandese dice Perché ho visto
arrivare il francese con le angurie!”
“…
Questa… questa era cattiva!”
Daniel
non riuscì a mantenere la faccia offesa e scoppiò a ridere di cuore, contagiato
da Clarissa e dalla sua barzelletta.
“E
il francese rise dei suoi stessi conterranei! Missione compiuta!” annunciò
trionfante la ragazza, innalzando la sua seconda birra media.
“Non
cantare vittoria troppo presto!” la avvertì l’altro, puntandole l’indice contro
il naso “Solo perché adesso non mi vengono in mente barzellette sugli inglesi,
non significa che-“
“Hai
bevuto troppo e ora il tuo cervello fa aquagym nella birra!” lo beffeggiò lei,
continuando a ridere.
“Ha
parlato l’irlandese doc temprata dall’alcol e dal doppio malto! Ti ricordo che
anche tu ridi da tre ore per qualsiasi cosa!”
“Ma
non è vero!!!”
“Sì
che è vero! Propongo un brindisi!!!”
“Un
altro?! A cosa?”
“Al
tuo stato di brezza!”
A
quelle parole, la bionda chinò la testa sul tavolo per lasciarsi andare
all’ennesimo scoppio d’ilarità, imitata ovviamente da Daniel, che però non
capiva perché la sua amica si fosse messa di nuovo a ridere; quando ebbe
recuperato la minima capacità di parlare, l’altra gli spiegò con le lacrime
agli occhi: “Si dice stato d’ebbrezza!!!
Quale brezza e brezza!!!”
Lo
studente si schiaffò una mano sulla bocca per l’imbarazzo e replicò
ridacchiando: “Sono un povero studente in Erasmus, abbi pietà di me!”
“Oh,
senti!”
“Sento
cosa?”
“La
panca!”
“E’
di legno, sì!”
“No,
scemo, sta vibrando!”
Daniel
poggiò entrambe le mani sulla cassapanca per poi sentenziare con un sorriso
sbilenco: “E’ il tuo cellulare, ubriacona!”
“E’
il mio che?...” domandò Clarissa vagamente intontita per poi precipitarsi con le
mani nella borsa e constatare che la stavano chiamando: era Danny.
Imprecò
a denti stretti, diventando improvvisamente seria, e impose velocemente il
silenzio al collega, puntandosi un dito sulle labbra.
“Dove
sei, Claire?!” fu la domanda agitata che arrivò dalla voce del suo fidanzato.
“Sono
al pub, Danny! Sono… sono con Anne!” rispose immediatamente lei, evitando di
incrociare lo sguardo confuso di Daniel “Scusa, pensavo di tornare prima di te
e non ho-“
“Cazzo,
ma mi hai fatto… mi è preso un colpo!” sbottò il chitarrista stizzito,
interrompendola.
Clarissa
ammutolì, spiazzata, e rimase a bocca aperta davanti a Daniel, che continuava a
guardarla, intuendo a grandi linee la conversazione in corso tra i due.
“Co-come…?”
boccheggiò poi, assumendo un tono vagamente critico e sarcastico.
Dalll’altro
capo della linea, Danny si morse la lingua, strinse gli occhi con rabbia e
rispose: “… Scusami. Scusa, sono solo stanco morto e… niente, credevo che ti
avrei trovata qui, non ti ho vista e…”
“Stavo
per venire via, comunque” intervenne lei, risoluta “Tra poco sarò a casa”
“No,
ma stai tranquilla, non c’è fret-“
“Tranquillo”
lo sovrastò l’altra, ignorando volutamente le sue scuse e le sue opposizioni
“Tempo mezz’ora e sono lì. Ciao, a tra poco…”
“Cl-“
“Problemi
con Danny?” domandò lui.
“Dany,
forse è il caso che… guarda che ore sono…” borbottò in risposta lei, indicando
l’orologio del locale, che segnava l’una e mezza.
Senza
fare storie, il ragazzo annuì e ribatté: “Mi dispiace. Avrei dovuto capire che
potevano esserci problemi… Anche io sarei geloso se Céline uscisse con uno che
non conosco…”
“Lascia
stare, non è colpa tua…” lo difese l’altra, alzandosi con un sorriso forzato e
la testa improvvisamente pesante.
“Ti
accompagno a casa, vuoi? Mi sembri stanca…”
“No,
no, per carità!” si oppose decisa la collega “Se Danny ti vede e capisce che
non sei Anne…”
“Ah,
già…”
“Mi
dispiace, Dany. Ho fatto un po’ di casino, ma-“
“Nessun
problema, Claire! Io sono stato benissimo!” commentò il francese con un sorriso
affettuoso.
Clarissa
ricambiò con una smorfia divertita e un buffetto sul braccio stranamente
impacciato e pieno d’imbarazzo.
“Grande,
anche io mi sono divertita…”
“Adesso
dobbiamo conservare le energie per la festa!” le ricordò lui in tono scherzoso.
“Sei
una tortura con questa festa benedetta!!!” proruppe la ragazza con un sorriso contento.
Aprì
più silenziosamente che poté la porta ed entrò in punta di piedi, affrontando
l’oscurità dell’appartamento.
Trovò
la via delle scale e le percorse con le scarpe in mano, lentamente, fino ad
arrivare alla camera da letto, riscaldata da una luce soffusa, quella del
comodino di Danny.
Inspirò
ad occhi chiusi prima di fare il suo ingresso e spinse delicatamente l’uscio.
Clarissa
replicò con un sorriso sfumato di sonno e appoggiò la borsa su una sedia per
poi recuperare il pigiama dal cassetto del suo comodino.
“Divertita
con Anne?” le chiese il fidanzato, girato verso di lei, che rispose serena con
il viso nascosto dai capelli: “Sì, sì, è stata una serata tranquilla, tra
donne… e ora ho sonno…”
Si
alzò da terra e s’incamminò verso il bagno, scivolando zitta zitta, via dal suo
sguardo premuroso che l’aspettava accanto a sé.
Non
osò guardarsi in faccia neanche per un istante.
Quasi
le prendeva il voltastomaco all’idea che lui non sapesse niente, con quegli
occhi grandi e speranzosi che la scrutavano curiosi e quasi ottimisti, nella
speranza di riaverla come prima, di avere il permesso di tornare da lei.
Cazzo, smetti di
guardarmi così! Non ti sopporto più!
Diede
la buonanotte a Danny con un lieve bacio sulle labbra e spense la luce,
dandogli le spalle.
Neanche
dopo due minuti lo sentì strisciare timidamente con le mani sulla sua vita;
lasciò che l’avvolgesse ed aprì gli occhi nel buio, preoccupata.
Percepì
il suo respiro sulla nuca, incassò un minuscolo bacio sui capelli e richiuse
gli occhi, sentendoli pizzicare.
Si
trattenne con un grande sforzo e deglutì.
Lo
ascoltò sussurrarle all’orecchio e il suo corpo, già rilassato sul materasso…
Le
sembrò di sentirlo afflosciarsi, liquefarsi per lo sconforto.
Si
morse il labbro inferiore e un secondo dopo ribatté a voce bassa e sorridente:
“ Ti amo anch’io… Ti dispiace se… se dormo? Perché… sono stanca morta, sul
serio…”
“Ssshhh,
tranquilla… Dormi pure, anche io sono a pezzi…”
“Ok…
Poi mi dici com’è andata…”
“Va
bene… ‘Notte, amore mio…”
“Buonanotte…”
Durante
il dormiveglia ringraziò il cielo per quella sua debolezza.
***
Piccolo angolo della cultura: cito la signora McAleese (Mary), in quanto è l'attuale Presidente d'Irlanda. E Sarko, bé, lo sapete tutti... è Monsieur Nicolas Sarkozy, presidente della Repubblica francese!
Per quanto riguarda il titolo del chapter, è preso da "Too close for comfort", singolo dei Mc risalente ai tempi di "Wonderland". Nessuno scopo di lucro.
Per chi non sappia come è fatto il costume di Clarissa, basato sul modello del suo vestito da testimone di nozze, vi basterà sbirciare nell'ultimo capitolo di "Point of view"!
E adesso, un ringraziamento speciale...
Lo sapete che vi sono sempre grata per le vostre letture, i vostri
commenti, le vostre visite in generale. Chi è fan dei McFly,
come me, ha qualcosa in comune con la sottoscritta e per questo...
è un pò speciale :).
Chi legge le mie storie sui McFly... è ancora più speciale :).
E chi le commenta... ha di certo un grande pezzo della mia gratitudine,
in quanto mi sostiene tantissimo, vista la mia perenne insicurezza.
C'è
sempre stata una persona che a tale proposito è sempre stata un
validissimo sostegno, qui su EFP (fin dai tempi delle FF sui Tokio
Hotel XD) come nella vita.
E' una ragazza fuori dall'ordinario, in tutti i sensi, e io la
considero un'amica. Amica nella vita, quando ci scriviamo e parliamo
dei nostri problemi, consigliandoci e consolandoci a vicenda (almeno,
ci proviamo :]); amica su EFP, per essere sempre stata franca nel
commentare le mie storie, per la sua VOGLIA di recensire e per essere
stata tra le prime a credere nelle mie capacità :). Ruby,
"Falling in love" è per te, se la vuoi. Ti voglio bene,
rintronata, fai la brava e continua a scrivere le tue montagnate di
capitoli <3.
Momento lacrimevole giunto alla fine! Ai posteri l'ardua sentenza XD A presto!