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Autore: BlackLilium    18/11/2010    0 recensioni
Si odiano, sono anime maledette, e quel che è peggio è che sono fratelli. Lo stesso sangue scorre nelle loro vene, quello stesso sangue infetto dall’una e dall’altra casata, che li trasformò da figli dello stesso giorno ad acerrimi nemici per l’eternità.
Genere: Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza vagava da ore ormai e la foresta non poteva più proteggerla dalle avversità della notte imminente. Sarebbe dovuta rientrare al più presto. Raccolse i lunghi capelli corvini dentro il cappuccio e si avviò verso casa, la torcia in mano pronta ad ogni evenienza.
‘Maledetto…’ pensò, mentre usciva dal bosco e si avvicinava alla zona residenziale del piccolo paese di collina.
Entrò nella roulotte con la stessa furia di un cane rabbioso e sbatté l’uscio violentemente, gettando la borsa consunta sul divano di pezza graffiata.
“Andromeda? Sei a casa?”
La ragazza aprì la porta della camera da letto e lo vide sdraiato beatamente, intento a leggere il giornale del giorno.
“Mark Thomas Trumper, sai da quante cazzo di ore sono fuori a cercarti, maledetto bastardo?”
“Ehi, ehi, calma ragazzina…”
“Tu te ne stai qui, in panciolle, a leggere un fottuto giornale? Ma sai almeno leggere?”
Il ragazzo si alzò con calma e fece cadere il quotidiano per terra: “Andy, che cazzo hai?”
“Lo chiedi a me, Mark? A me lo chiedi? Sai che fuori sta arrivando la notte, vero? Sai che sta arrivando anche un temporale, vero? O forse dovevi ancora arrivare alla pagina del meteo…?”
“Cristo quanto mi piaci quando ti incazzi…”
“Certo che ti piaccio quando mi incazzo! Sono una gran figa quando m’incazzo!”
Il ragazzo le si avventò contro e le prese la testa tra le mani, affondando la lingua nella sua bocca infuriata: aveva una sfrenata voglia di lei e quella non si sottrasse.
Lo abbracciò e si voltò dando le spalle al letto, ma lui fece scendere le mani e la prese in braccio, sbattendola al muro confinante con la cucina.
“Mark, è una roulotte, la sfonderemo…”
“Meglio.”
Il ragazzo continuò a baciarla, togliendole i tre strati di maglie che si era messa per coprirsi dal freddo. Andy gli prese la testa e lo strinse a sé, cingendogli la vita con una gamba, mentre con l’altra si appoggiò al muro e diede una forte spinta, facendolo cadere sul letto.
Andy si trovò a cavalcioni su di lui e gli sfilò prepotentemente la camicia rossa, atterrandolo poi con un braccio. Si piegò su di lui e ricominciò a baciarlo, mentre con le mani raggiungeva la cerniera dei jeans sempre troppo larghi.
I jeans di lei, al contrario, erano fin troppo stretti e così lui, senza pensarci, invertì le parti e, con la ragazza sotto di lui, le graffiò le gambe e le strappò i blu jeans. La ragazza urlò dal male, ma lui ormai non la sentiva più e continuò a baciarla su tutto il corpo, sfilandole quel poco che le rimaneva addosso. Andromeda cercava in tutti i modi di fermarlo, allungando le braccia e urlandogli di fermarsi. Le gambe cominciarono a sanguinarle dai graffi, seppur superficiali, del ragazzo.
“Mark! Finiscila! Piantala!”
Sentì il desiderio di lui crescere sempre più in fretta e vide la notte calare troppo velocemente fuori dalla finestra. No, non era possibile.
Andromeda decise di resistere e sopportare il dolore, in modo che finisse tutto in fretta: lo baciò di nuovo e si mise a carponi sopra di lui. Sentì il suo membro caldo entrare in lei e provò il solito piacere appagante che solo Mark riusciva a darle. Il ragazzo si mise seduto e la prese a sé, gemendo a sua volta di piacere. Andromeda lo strinse tra le braccia e cacciò un paio di lacrime per il dolore alle gambe: sentì che lentamente il ragazzo tornava cosciente e lucido, ansimando sempre meno. Lei si alzò piano e lo lasciò qualche momento da solo per andare al bagno e darsi una lavata.
Fece scorrere l’acqua della doccia e si guardò per un istante allo specchio.
“Troppo in fretta questa volta, Andy…” La voce fuori dalla porta sapeva di ironico.
La ragazza si tamponò le gambe con un’asciugamani e cercò di mascherare il dolore con la voce: “Sì, hai ragione, ma ero ancora arrabbiata.”
“Beh, allora potremmo riprovarci.”
“Beh, anche no!”
Il ragazzo ridacchiò e si prese una Red Bull dal frigo, sedendosi poi sul divanetto di pezza.
La ragazza uscì, correndo verso la camera il più in fretta possibile: Mark non doveva vedere i graffi per nessun motivo, ma nulla sfuggiva al lupo.
“Andy, cazzo, sono stato io?”
La ragazza chiuse la porta della camera e non rispose. Stava quasi singhiozzando.
“Cazzo, Andy, fammi entrare!”
“Non è niente, Mark.” Disse lei, aprendo la porta altrimenti sfondata dal ragazzo.
Mark la prese di peso e la sdraiò sul letto, guardando il danno infertole. Portò le mani alla testa rigata di treccine nere e indietreggiò, appoggiandosi al muro.
“Ehi, è tutto a posto. È stato nel tuo solito momento di follia pre-orgasmica, niente di cui preoccuparsi. Domani mi passa.”
“No, domani non ti passa.” Disse lui, e sferrò un pugno al muro della stanza, facendo un buco da parte a parte.
“Bravo! Ora non dovrò aprirti la porta per avvisarti della cena pronta. Mi basterà urlartelo.” Rise lei, cercando di sdrammatizzare la cosa.
Mark prese la giacca e fece per uscire dalla roulotte.
“Dove vai? Ormai ti sei sfogato… per stanotte è finita.”
Lui non rispose, chiuse la porta alle sue spalle e sparì nel folto del bosco.
  
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