Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: Francine    27/06/2003    2 recensioni
Che ci faceva lì?
Ma, dov’era
?
Forse al Santuario? Ma da quando in qua ad Atene c’è necessità di coprirsi tanto?, pensò sgranando gli occhi di colpo, E poi quando mai Mask mi ha portata con sé?
Fece per alzarsi di scatto, quando un lancinante dolore al fianco le mozzò il respiro nei polmoni e la costrinse ad accasciarsi sul pavimento, un braccio posato sul letto.
Si toccò istintivamente la parte, notando la punta delle dita sporca di sangue.

Che cosa?, si chiese allibita, mentre la stanza attorno a lei cominciò a girarle vorticosamente intorno e a scurirsi.
Il narciso, bianco nel nero puro della stanza, si allontanava piano piano, svanendo all’orizzonte.
Rimase qualche secondo a fissare l'oscurità; sbatté le palpebre, per sincerarsi di avere gli occhi aperti.
Era nel buio più profondo e silenzioso.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Un, deux, trois' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CARPE DIEM

 
Dum loquimur, fugerit invida
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.
( Quinto Orazio Flacco, Carmina I, 11 vv. 6-7)


Il sole, alto nel cielo azzurro, non riusciva ad estendere il calore dei propri raggi all’interno del Santuario di Athena. Il bianco colonnato di marmo che conduceva al naos, alle stanze della dea, riecheggiava dei passi di due Gold Saint, che, coperti dalle loro scintillanti armature, avanzavano all’interno di quel bianco asettico e assoluto.
Tutto, in quel tempio, ricordava la purezza della dea cui era dedicato.
Athena Parthenos.
Persino i mantelli, che ornavano le armature della casta più alta dei guerrieri devoti alla dea, erano bianchi, immacolati, puri, come la Giustizia che erano chiamati a difendere e a proteggere. Giorno dopo giorno.
Solo l’anno prima Athena aveva dovuto affrontare l’assalto del dio Loki, l’ennesimo da quando, quindici anni prima, si era reincarnata nel corpo di Saori Kido; tuttavia, quest’ultimo scontro era stato più impegnativo delle precedenti.
Il dio aveva fatto leva sull’odio e sulla vendetta per manipolare a piacimento due guerriere d’Athena, per seminare odi e discordie e dividere la dea dai suoi difensori. E per un’inezia, per un capello d’angelo, non c’era riuscito. Le traditrici, Nadja di Gemini e Françoise di Cancer, si erano annientate assieme al dio stesso, sparendo in un mare di luce. Invano le avevano cercate lungo la costa che lambisce l’isola greca di Samo: dei loro corpi non era rimasto nulla, solo il diadema del Saint del Cancro.
Questi pensieri aleggiavano nella mente di Milo di Scorpio, custode dell’Ottava Casa, uno dei dodici templi che ornavano la scalinata che conduce alle stanze della dea.
Aiolia, suo pari e custode della Quinta Casa, camminava accanto a lui, immerso nel silenzio: poteva immaginare quali pensieri attraversassero la mente del suo amico, ma si guardava bene dall’immischiarsi in cose che appartenevano solo ed esclusivamente a Milo.
Lo guardò con la coda dell’occhio: l’espressione del guerriero si faceva sempre più ansiosa man mano che avanzavano verso la Sala di Athena.
So che vorresti correre verso Athena per chiederle spiegazioni, amico mio, pensò Aiolia vedendo che Milo cercava nervosamente di controllare la velocità della propria andatura. Se avesse ceduto all’impulso di assecondarlo, Milo sarebbe stato vinto dalla sua stessa ansia e non poteva permetterselo. Doveva capire, e per capire dove restare lucido; pertanto, Aiolia decise di mantenere un passo costante.
Dopo pochi minuti, accompagnati dalla luce abbagliante del sole, Aiolia e Milo giunsero davanti alle Stanza di Athena.
Il Gold Saint del Leone si avvicinò alle bianche porte decorate e bussò: una delicata voce di fanciulla invitò il suo compagno a varcare quella soglia.
«Vieni avanti, mio Saint!»
Milo guardò Aiolia con perplessità: che cosa significavano le parole di Athena?
«Io ti aspetto qui, amico mio»,  disse Aiolia posando le mani sulle bianche porte della Stanza, come rispondendo ad un’implicita domanda. «In bocca al lupo.»
Dubbioso e perplesso, Milo pose entrambe le mani sulle porte e queste si aprirono delicatamente verso l’interno.
Seduta su un trono di marmo bianco, lo scettro di Nike nella mano destra, Athena rivolse un dolce sorriso al Saint dello Scorpione, che, salutato Aiolia con un cenno del capo, iniziò a percorrere il tappeto rosso che giungeva ai piedi del trono, mentre le pesanti porte si richiudevano alle sue spalle.
«Gold Saint dell’Ottava Casa, Milo, custode delle vestigia di Scorpio, al suo cospetto, dea Athena!» esclamò con una punta d’orgoglio non appena giunse sotto il trono; quindi chinò il capo e rimase in attesa del saluto della sua dea.
«Benvenuto, Milo!», disse la fanciulla non appena le si fu inginocchiato davanti. «Hai fatto buon viaggio?»
«Ottimo, mia Signora», rispose restando a capo chino. «Milady, so che mi avete mandato a chiamare», iniziò lo Scorpione rivolgendosi alla fanciulla. Dal tono di voce, era intuibile come le informazioni sommarie, avute da Aiolia, non l’avessero soddisfatto. Voleva spiegazioni e le voleva subito!
«Scorpio, leggo nel tuo cuore l’ansia di voler conoscere i motivi che mi hanno spinta a formulare l’ipotesi di cui ti ha accennato Aiolia», disse Athena entrando in argomento; fissò direttamente Milo, che annuì. «Ho ragione di credere», riprese la ragazza alzandosi dal trono ed iniziando a scendere i pochi gradini che la separavano dal suo seguace, «che il Female Gold Saint di Cancer sia ancora viva.»
Milo sgranò gli occhi.
«Hai capito bene», proseguì Saori. «Françoise è ancora viva! E voglio che tu, Milo di Scorpio, vada a riprenderla, per portarla qui, al Santuario!», aggiunse tornando a guardare il giovane dai lunghi capelli dal riflesso violaceo.
«Mia Signora», disse Scorpio con la voce rotta dall’insicurezza, «com’è possibile? Io stesso l’ho vista scagliarsi contro Loki, brandendo tra le mani Mjolnir! Com’è possibile che sia…» sopravvissuta?
Saori discese l’ultimo scalino e posò una delle sue mani d’avorio sul coprispalla destro dello Scorpione. «Davvero non riesci a percepire il suo cosmo, Milo?», gli chiese come in un sussurro.
Il ragazzo alzò precipitosamente il capo, finendo per specchiarsi nei grandi occhi verdi di Athena: allora, non era pazzo! Milo aveva percepito varie volte quel cosmo, ma si era convinto che si trattasse della sua immaginazione. Era convinto che volesse credere che Françoise fosse ancora viva, a dispetto di tutto. «Mia Signora, a dir la verità», le confidò, «qualcosa ho percepito, ma era un cosmo cosmo vago, simile a quello di Françoise, ma era come se esso fosse volutamente celato o camuffato.»
«Questo è l’aspetto che più mi preoccupa», disse Saori togliendo la mano dalla spalla di Milo e portandola al petto.
«Vi… vi preoccupa? Mia Signora, vi prego; confidatemi i vostri timori», l’incalzò Milo. «Io e Camus, il defunto Aquarius, eravamo grandi amici. Françoise è la sorella minore di Camus, ed io vorrei poter fare qualcosa per lei», concluse il ragazzo lanciando uno sguardo deciso alla fanciulla.
Saori sospirò. Sapeva bene che ciò che stava per dire avrebbe potuto far compiere un gesto irrazionale al calmo e posato Milo; tuttavia, se voleva salvare Françoise, doveva parlare apertamente con lui. Il ragazzo era troppo intelligente per non aver capito che c’era qualcos’altro dietro a tutta quella storia, e presto o tardi avrebbe tirato da sé le somme.
Milo, frattanto aveva sgranato gli occhi blu per cercare di cogliere ogni parola che era detta in quel consesso.
«Temo che ci sia qualcuno che stia aiutando Françoise a mascherare la sua presenza», disse Saori scegliendo accuratamente le parole da utilizzare.
«Di chi si tratta? Credete che siano d’accordo?», chiese Milo alzandosi di scatto in piedi, del tutto dimentico del luogo in cui si trovasse e al cospetto di chi stesse parlando. Cosa doveva aspettarsi? Che Loki volesse vendicarsi di Athena? E se fosse tutto un tranello?, si chiese lo Scorpione.
Saori alzò il capo per guardarlo negli occhi. «L’agitazione che provi è più che condivisibile», disse la ragazza rispondendo al suo guerriero. «Pensi a Loki, vero?»
«Purtroppo… purtroppo sì.»
«Anch’io. Lo temo anch’io. E se i nostri sospetti fossero fondati, la Terra sarebbe nuovamente sotto la sua minaccia», confidò Athena, la voce gonfia di preoccupazione.
L’umore di Milo si tuffò in nuovi abissi, ancora da esplorare, ben deciso a non voler risalire a respirare una boccata d’aria pulita. Perché? Loki non era forse morto? Non lo avevano sconfitto le due Female Gold Saint scagliandosi contro il nemico? Che cosa era successo? Possibile che Françoise fosse di nuovo in combutta con lui? Nonostante tutto?
Queste domande percorrevano la mente del Saint di Athena, che cercava di capire come fosse stato possibile che anche il dio si fosse salvato.
«Ho percepito chiaramente il cosmo di Loki. Era come se mi stesse invitando a cercarlo. Come se mi stesse lanciando una sfida ben precisa.»
«Crede forse che Françoise sia in combutta con Loki?»
La voce del ragazzo, calda e profonda, tradiva l’ansia che provava: in cuor suo, Milo non poteva sapere fino a che punto la conversione di Françoise fosse stata sincera. Ricordava ancora le parole dette dalla ragazza prima di scagliarsi contro Loki.

Non finisce qui! Abbiamo ancora un conto aperto, noi tre! E vi giuro che quando ci rivedremo me la pagherete!

Forse nel suo cuore, l’odio ed il livore per la morte del fratello non erano stati placati, almeno non del tutto. Scorpio era così immerso nei suoi ragionamenti che si accorse solo in quel momento di qualcosa. C’era qualcuno, nella stanza; c’era qualcun altro e Milo guardò Athena. Per chiederle spiegazioni.
«Voglio farti parlare con una persona», gli disse, voltandosi verso i panneggi del pesante velluto rosso che cadevano morbidi, dietro allo scranno, a separare l’adyton dal naos. L’attenzione di Scorpio fu rivolta alle due figure che si trovavano dietro quel telo rosso, figure che erano state talmente abili da celare la propria presenza.  
«Venite avanti!», esortò gentilmente Saori, rivolta alle due persone dietro il drappo. Il telo si alzò e da dietro ad esso sbucarono Nadja e… Kanon!
I due Gold Saint di Gemini avanzarono fino al cospetto di Athena, tra lo stupore di Milo. Saori li pregò di prender posto accanto allo Scorpione con un cenno della mano: i due guerrieri obbedirono prontamente e si avvicinarono ai piedi del trono.
«Posso comprendere lo sbigottimento che può averti causato questa visione, Milo», disse la fanciulla al ragazzo, che era balzato in piedi come una saetta alla vista di quei due guerrieri. «Tuttavia…»
Saori non riuscì a terminare la frase che Milo, espanso il suo cosmo, ardente di rabbia e sdegno, si era già scagliato contro i due Saint.
«Come osate farvi rivedere?», tuonò Scorpio prima di avanzare di un passo verso i due, con tutta l’intenzione di lasciarli stecchiti sul marmo candido della sala.
«MILO!», gridò Athena afferrando il braccio destro del ragazzo. «Fermati! Sono dalla nostra parte, adesso!!»
«Spiacente, mia Signora», rispose Scorpio, «ma né io, né i miei compagni saremo disposti ad accettare questi due traditori tra noi!»
«MILO!», si trovò costretta a ripetere Saori espandendo il proprio cosmo e riportando il ragazzo alla ragione. «Sono. Dalla. Nostra. Parte», ripeté, scandendo bene le parole, onde evitare altri fraintendimenti.
Milo chinò il capo e si inginocchiò nuovamente davanti ad Athena.
«Nessuno è esente da colpe, è vero! Ma le loro… le loro hanno oltrepassato il segno!», rispose il ragazzo fissando il tappeto rosso ai suoi piedi.
«Tanto quanto quelle di Françoise. Se vuoi perdonare lei, devi perdonare anche loro.»
Adesso capisco, pensò lo Scorpione. Athena voleva assicurarsi che non si trattasse di un fatto personale. Non riuscì a trattenere un sospiro pesante.
«Milo, ti prego!», riprese Saori, con dolce fermezza nella voce. «Kanon ha fatto ammenda dei suoi peccati! Quanto a Nadja, lei era totalmente succube di Loki; le sue colpe, seppur gravi, non possono essere imputate alla sua volontà, ma a quella del dio malvagio che la controllava! La cerimonia di espiazione avverrà con la Luna Nuova. Vorrei che per allora anche Françoise fosse qui.»
Sarà anche così, però, pensò il guerriero specchiandosi sulla superficie dorata del suo gambale destro, qui stiamo perdendo tempo e Loki potrebbe averci messo lo zampino.
Saori fece un cenno a Nadja, che avanzò verso Milo e prese a parlare al ragazzo.
«Milo», disse lei, titubante allorché le pupille ardenti del Saint non incrociarono le sue. «Scorpio», si corresse, e Milo gliene fu grato. «Al momento della nostra salita in cielo, assieme al corpo di Loki, all’anima di Hera e al martello Mjolnir, è accaduto un fatto inspiegabile.»
Continua, le disse lo Scorpione con un cenno della testa. Il suo sguardo la spinse a terminare il racconto il più presto possibile, e ad essere il più chiara possibile.
«Quando Mjolnir è scivolato via dalla nostre mani, siamo state investite in pieno da un’onda di luce bianca, che ci ha divise. Io, mi sono risvegliata sei mesi dopo in un letto d’ospedale. Ero rimasta a lungo in coma, e gli infermieri non sapevano chi fossi, né da dove venissi. Ma se ce l’ho fatta io, perché non è potuta accadere la medesima cosa a Françoise?, mi sono detta. Così mi sono messa in moto per cercarla, ma ho pensato che avrei fatto prima a contattare il Santuario.»
«Quindi tu sei qui per ritrovare la tua amica e non per combattere per Athena?», chiese Milo con una punta d’acido nella voce.
«No! Io sono qui per entrambe le cose. Per Athena prima e per i miei compagni poi», avrebbe voluto rispondergli Nadja, ma Kanon la precedette. 
«Non eri preoccupato per la sorellina del tuo amichetto Camus?», chiese il Santo dei Gemelli con il medesimo tono dello Scorpione.
«Taci, tu!», ruggì Milo rivolgendosi al Gold Saint di Gemini, il quale si levò l’elmo e fissò il ragazzo con i suoi occhi blu; i capelli color della notte di Kanon ondeggiarono nel vento caldo che spirava da Ovest.
«Milo», riprese Athena, cercando di evitare che quei due venissero alle mani, «ascolta il resto del racconto di Nadja! Quanto a te, Kanon,  misura bene le parole, quando parli con un tuo pari!»
Gli animi dei due uomini si placarono, seppur di poco, e Nadja poté riprendere il suo racconto.
«Non lo so con certezza, ma credo che Françoise sia vicina. Forse ancora sull’isola di Samo! Magari è qui vicino. Magari è in Grecia!»
«A cosa sono dovute queste tue supposizioni?», chiese Athena, dando consistenza al pensiero di Milo.
«Quando siamo state separate dal fascio di luce, io e Françoise abbiamo cercato di restare unite: non riuscendovi, ho cercato di seguire con lo sguardo la traiettoria della sua caduta. Credo, a occhio e croce, che stesse precipitando verso lo Ionio. Ma potrebbe essere finita ovunque. Le Cicladi, se non addirittura Samo.»
Milo alzò lo sguardo verso Saori. Lui le disse che no, non era caduta da quelle parti. Se ne sarebbe accorto.
«Ho localizzato il debole segnale di Cancer più ad Ovest. In Sicilia. Il che è anche logico, dato che Françoise è stata allieva di Death Mask. Ha senso ipotizzare che abbia torvato rifugio nei luoghi del suo addestramento. Partirai domani mattina alla volta di Siracusa. Cancer aveva la sua base poco fuori un villaggio sulla costa a sud della città.»
Milo si alzò, avvicinò i talloni, producendo uno schiocco del metallo, e chinò il capo.
«Preferirei partire questa sera stessa, milady! Come dicevano il mio maestro, chi ha tempo, non aspetti tempo», rispose fissando Athena negli occhi.
«E sia, Scorpio!», rispose la ragazza dopo averci pensato un po’ su. «Puoi partire quando vuoi; solo, fa attenzione! Ho ragione di credere che un seguace di Loki si sia salvato e che stia pedinando Françoise da molto vicino!»
Milo spalancò gli occhi, prestando la massima attenzione alle parole di Saori.
«Se Françoise è sana e salva, conducila qui. Parla con dolcezza al suo cuore, e vedrai che ti seguirà. Ma se Loki fosse già riuscito a catturarla, ti ordino, ripeto, ordino di riferire al più presto e di aspettare i rinforzi! Non intraprendere azioni personali, intesi?»
«Agli ordini.»
«Conosci te stesso», disse Saori stendendo la sua mano sopra la testa di Milo.
«E niente in eccesso», rispose lo Scorpione.
«Hai licenza di partire, ora, Milo di Scorpio. Riporta indietro Françoise», disse Saori, scomparendo dietro alla tenda rossa assieme a Kanon e Nadja.
 

Dopo essere uscito dalle Stanze di Athena, Milo si diresse alla collina su cui riposavano le salme dei Gold Saint periti durante il tradimento di Saga, tradimento orchestrato dal di lui fratello, Kanon, lo stesso Kanon che aveva incontrato prima, al fianco di Athena. Scosse la testa. Se la redenzione di Kanon fosse o meno reale, non era cosa che lo preoccupava, almeno non al momento; restavano comunque Aldebaran, Aiolia, Shaka e Mu. Se quel pazzo ne avesse tentata una delle sue, avrebbe trovato pane per i suoi denti.
Quello che adesso terrorizzava Milo, era l’incontro con Françoise.
Cosa le avrebbe detto?
Cosa gli avrebbe detto?
Lo avrebbe seguito senza far storie, oppure gli avrebbe opposto strenua resistenza?
Conoscendo il caratterino della ragazza, Milo si convinse che l’ipotesi più papabile fosse la seconda. Tanto valeva non farsi troppe illusioni e prepararsi al peggio.
Salì il dolce pendio che si snodava ad Est del complesso del Santuario, circondato dai suoni degli allenamenti delle nuove reclute; man mano che avanzava verso il Kerameikos, il cimitero, l’eco dei rumori umani cessava, lasciando il posto al silenzio assoluto di quel luogo e all’aroma inconfondibile dei fiori di campo che crescevano spontanei sulle tombe.
Arrivato in cima, la vallata si aprì ai suoi occhi regalandogli l’abbraccio di tutti quei colori. Se non fosse stato per le lapidi, quel posto poteva essere un perfetto panorama da cartolina!
Discese il pendio, facendo ben attenzione a non calpestare i fiori che circondavano i sepolcri.
Passò accanto alle tombe dei Saint d’Argento, sconfitti da Seiya durante l’inganno di Saga, sfiorò con il mantello la lapide del suo maestro e, finalmente, giunse davanti alla tomba del suo amico Camus.
Camus, Death Mask, Shura, Aphrodite e Saga erano stati sepolti in cerchio, l’uno accanto all’altro.
Fiori dai mille colori ornavano le tombe, eccezion fatta per quella di Aphrodite, sulla quale facevano bella mostra di sé della magnifiche rose. Bianche.
Ti devi distinguere anche nella morte, vero, Aphrodite?, pensò Milo rivolgendosi al compagno caduto. Non poteva sapere che della tomba del Gold Saint di Pisces si occupasse proprio colui che lo aveva sconfitto, Shun di Andromeda.
Guardò la tomba del suo amico Camus e mille pensieri gli attraversarono la mente.
Perché, Camus? Perché non hai mai accennato al fatto di avere una sorella? Non eravamo forse amici? Non potevi mostrare, almeno con me, quella debolezza che tanto biasimavi nel tuo allievo, Hyoga? Nossignore! Tu avevi una maledettissima, fottuta reputazione da mantenere, vero?!, pensò fissando la lapide del suo amico. Avevano condiviso tutto… Perché Camus non l’aveva messo al corrente di avere una sorella? Ma, in fondo, il loro rapporto era a senso unico: Milo si apriva al suo amico, raccontandogli dubbi paure e perplessità, come quando, poco prima della Battaglia al Santuario, gli rivelò le remore che nutriva nei confronti del Grande Sacerdote.
Milo tentò di contare quali e quante volte Camus avesse fatto lo stesso con lui.
Il computo fu assai facile: mai. Neanche una volta, Camus si era degnato di mettere Milo al corrente dei suoi sentimenti. Non sapevo neppure si chiamasse Etienne.
Scorpio sospirò, portandosi una mano a massaggiarsi le tempie.
«Maledetto testone di un francese!», disse in un sussurro, come se l’amico fosse lì e potesse sentirlo.
Quindi si voltò ad osservare la tomba di Death Mask.
Vecchio mio… fra poco partirò alla volta del tuo nascondiglio! Mi secca, ma dovrò violare la tua privacy…
Se esisteva qualcuno che fosse più geloso di Milo nel custodire la propria privacy, questo era Death Mask! Geloso fino all’eccesso anche del suo stesso Tempio! Non poche erano state le occasioni in cui si era categoricamente rifiutato di lasciar passare gli altri, diretti ai tempi loro assegnati. Per dispetto, certo. Ma anche per una sincera gelosia. Anche il giorno dello scontro in cui la casta d’Oro fu decimata dai Saint di bronzo, Death Mask aveva insistito perché nessuno oltrepassasse la soglia del suo tempio. Milo ricordò come per poco non vennero alle mani! Solo l’intervento del Gran Sacerdote aveva evitato che i due si ammazzassero tra loro, prima ancora che iniziasse la battaglia col nemico.
Milo si volse a guardare la tomba in cui riposava il corpo di Saga; di quello di Shura, disintegratosi nello spazio, non era rimasto che quel vuoto sepolcro, a testimonianza del valore di un eroe, morto per una tragica fatalità.
«Amici, compagni miei», invocò Milo, mentre il sole iniziava la sua discesa dietro i monti che separano il Santuario dal resto del mondo. «Aiutatemi a salvare una vostra compagna! Una vostra allieva. Camus, mettile una mano sulla coscienza, apparile in sogno, fai qualcosa affinché mi segua senza opporre troppa resistenza!»
Si ricordò in quel momento di una preghiera che Camus era solito recitare in occasione di Ognissanti.  

Réquiem aeternam dona eis,
Domine,
et lux perpétua lùceat eis.
Requiéscant in pace. Amen.

Il vento di Scirocco, caldo e avvolgente, scostò i capelli di Milo al suo passaggio; le lacrime che scendevano copiose dai suoi occhi, danzarono con l’aria calda, frantumandosi sulle lapidi di marmo bianco di Shura e Camus.
 
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Francine