Anime & Manga > Full Metal Alchemist
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Autore: _Kaoru    19/11/2010    2 recensioni
Una One-Shot sul, a mio parere, miglior film tratto da un anime che sia mai stato prodotto:
Full Metal Alchemist- Il Conquistatore di Shamballa.
Per chi non lo avesse ancora visto, glielo consiglio vivamente; i disegni, la storia, i doppiaggi, la sceneggiatura... tutto è semplicemente meraviglioso.
Bando alle ciance, questa One-Shot è dedicato al personaggio di Alphonse Heiderich (no, non è l'Alphonse fratello minore di Edward), uno dei miei preferiti e che secondo me meritava una fine migliore.
Ho scritto questa FF subito dopo aver rivisto per la millesima volta il film su DVD, per evidenziare quelle che, secondo me, sono le vere emozioni provate da questo personaggio, incentrandomi sui sentimenti provati per Ed, che trovo piuttosto evidenti all'interno del film.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alphons Heiderich, Edward Elric
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Perché , ero innamorato di te.

Quando sei piombato qui, come un fulmine a ciel sereno, non ho potuto fare a meno di pensare di volerti tenere con me.
Tu, con il tuo carattere impulsivo e la tua intelligenza; le tue 'storielle' su quel Mondo Parallelo dove l'uomo era in grado di praticare l'alchimia, una scienza talmente stramba-o almeno così la definivo- da sembrare irreale.
Il Mondo al quale affermavi di appartenere e dal quale eri deciso a tornare.
Non ti credevo, eppure eri così risoluto...
...ogni tardo pomeriggio ti chiudevi nella tua stanza a studiare non so quali e quanti libri, senza mai uscirne fino all'ora di cena.
Allora sedevi di fronte a me per discutere sui razzi, senza preoccuparti del fatto che parlavi con la bocca piena ed alzavi talmente tanto la voce da farti sentire fino al negozio di fiori della signorina Glecia, al piano terra.
Ah, quante me ne hai fatte passare Edward...
...l'incidente in macchina, l'incontro con quella ragazza zingara di nome Noah ed infine hai persino lasciato lo studio dei razzi per dedicarti alla ricerca del fantomatico 'Gran Serpente'.
I giorni passavano e tu ti facevi sempre più agitato ed incontrollabile, guidato da quel piccolo barlume di speranza che ti illuminava la possibile ed unica strada per tornare a casa.
Lo so, credevi che questo Mondo fosse una specie di inferno e che Noah, il signor Huges, la signorina Glecia, i nostri compagni... che io fossi solo frutto di un tuo sogno. Non ti biasimo, anch'io avrei di gran lunga preferito che quella realtà fosse soltanto frutto della mia immaginazione; ma il Partito Nazional Socialista dei Lavoratori, la Società di Thule, il Führer... niente di tutto ciò è stato falso.
Sono desolato Edward: io non sono una finzione, io sono vero, esisto.
O meglio, sono esistito.
Quando dovevi essere scarrozzato con l'auto nei posti che non conoscevi, a volte anche a kilometri di distanza, io c'ero; quando avevi bisogno degli appunti presi dal Professor Obert, io c'ero; quando a tarda sera scoppiavi a piangere, dicendo di sentire la mancanza di tuo fratello minore, io c'ero; quando... quando te ne sei andato, sono stato io a caricarti sull'aereoplano per farti tornare a quel 'Tuo Mondo'.
Mi hai già dimenticato? Ti prego, dimmi che non è vero.
Ho continuato a sorriderti, pur convivendo con la mia malattia, pur sapendo che la mia ora era vicina.
Ho sorriso anche quando ti ho visto partire a gran velocità sul mio aereo ed attraversare il portale; e tutto questo prima di... prima di morire?
Già, proprio quando stavo facendo chiarezza nella mia mente, e nel mio cuore, sono morto.
E' bastato un semplice colpo di pistola da parte del Comandante Hess...
...peccato, speravo di vivere ancora un pò.
Ma tanto, senza di te, a cosa sarebbe servito?
I tuoi capelli dorati, fini e lisci come fili di paradiso; gli occhi dorati anch'essi, dal taglio quasi orientale e lo sguardo analitico; poi... quelle labbra, Dio, quelle labbra... che fossero incurvate in un sorriso o arricciate in un espressione infastidita restavano... bellissime.
Le sognavo, quelle labbra.
Sono state il mio ultimo pensiero, al momento dell'addio.
«Ma questo è il mio Mondo, ed io voglio lasciare una prova che sono esistito!»
Te le ricordi, queste mie parole?
Dimmi Edward, ti ricorderai di me?
Se non ho potuto lasciare un segno in questo Mondo, sono riuscito almeno a lasciarlo nel tuo cuore?
Ci sarà mai spazio per questo personaggio immaginario, che tanto ti amava?
Perchè sì, Ed, ero innamorato di te.
Alphonse Heiderich.
  
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