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Autore: chaplin    19/11/2010    5 recensioni
“Ah, ovvio che mi mancano i bei tempi.”
1960. Una ragazza decide di scappare di casa insieme a tre amici verso la Germania, alla ricerca del valore della liberta' dai vincoli della famiglia e dell'adolescenza appena raggiunta. L'incontro con un giovane batterista cambiera' in parte la sua vita. In una notte del 1962, il bassista dei Beatles, James Paul McCartney, si sveglia da un incubo.
Il nuovo episodio - sebbene completamente indipendente dal precedente - della serie "Rubber Soul." del "The Beatles... Again."
Genere: Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison, John Lennon , Paul McCartney , Quasi tutti, Ringo Starr
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rubber Soul.'
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Liverpool, ottobre 1962.
“Ma dove sono finiti tutti gli altri?” fu la domanda che si fece il povero George, camminando per il Cavern con un'aria persa e con un sacchetto pieno di bibite in mano. Era come se si fossero tutti volatilizzati in quei dieci minuti che gli erano occorsi per andare al bancone e chiedere qualcosa da bere. Un po' era anche colpa sua, che aveva preteso di avere dieci lattine di birra, ma non era mica colpa sua: c'erano anche gli altri. Peccato che “gli altri” non c'erano.
Un lungo sospiro usci' dalle sue labbra, e lui poggio' il sacchetto per terra, sedendosi su uno sgabellino. “Ecco, e ora devo mettermi a bere tutto in solitudine senza uno straccio di compagnia... Che prospettiva deprimente...” si disse tra se e se, con un tono estremamente melodrammatico. “Bah, iniziamo con la prima lattina...”
Stava per aprire una lattina quando una voce femminile e solare richiamo' la sua attenzione.
“Ehi, quelle sono tutte tue?” domando' quella voce, cortese. George alzo' lo sguardo verso la fonte di quella voce e i suoi occhi si illuminarono di fronte alla visione che lo stava aspettando: una ragazza con i capelli scuri e mossi, le labbra tese in un sorrisino, vestita con pantaloni in pelle e cannottiera nera, mentre teneva il giacchino in pelle appeso sul braccio.
George rimase quasi abbagliato da quell'improvvisa visione, e l'unica cosa che riusci' a dire fu un: “N-no..” per poi aggiungere: “Le ho appena prese.. Volevo condividerle con dei miei amici, ma non ci sono piu', quindi..” e parti' una risatina. Forse era addirittura una fortuna che John e gli altri non ci fossero...
Il sorriso della ragazza si spense, divenendo immediatamente una faccia dispiaciuta.
“Oh, capisco.. E quando e' successo?” chiese, a bassa voce, avvicinandosi. George trattenne il fiato, cercando di non mostrare le emozioni che provava mentre quell'aggraziata figura si metteva al suo fianco, e poi si rese conto della domanda che gli era stata posta e storse il naso.
“... quando e' successo cosa?” domando' a sua volta, perplesso.
“Ehm.. Non avevi mica detto che i tuoi amici..”
George spalanco' gli occhi. Dovette trattenere le risate, ma riusci' lo stesso a rispondere.
“No, no! Hai.. hai capito male! Non sono morti, eh, se ne sono solo andati! Mi hanno lasciato solo, insomma!”
Ora sul viso della ragazza era comparsa un'espressione incredula, poi offesa, poi... divertita. Ed entrambi scoppiarono a ridere, come se quello stupido malinteso li avesse avvicinati in un modo o nell'altro.
La ragazza, allora, sfilando una lattina dal sacchetto del ragazzo, gli rivolse un caloroso sorriso.
“Dai, alla nostra salute, ragazzo solo?” disse, alzando la lattina verso di lui.
“Alla nostra salute, e a quella dei miei amici!” replico' George.
E tra una risata e l'altra, i due bevvero assieme le loro birre, chiacchierando.

 

Manchester, settembre 2010.
A Carly non piaceva Manchester. Era una citta' brutta, priva di alcun particolare che potesse renderla interessante ai suoi occhi, ancora piu' buia di quella cupa Liverpool in cui aveva vissuto da quando era nata. E in quel momento, Liverpool ai suoi occhi compariva come una delle citta' piu' belle che avesse mai visto. Una delle piu' belle, messa in confronto a Manchester. Ma in fondo, Liverpool non era da buttare.
La luce – e l'onore – di cui brillava Liverpool era l'essere la patria del piu' grande gruppo di tutti i tempi: i Beatles. E Manchester? Niente, niente di niente, zero assoluto.
La gente del posto, poi, era anche peggio rispetto a quella di Liverpool. Le erano bastati due giorni per capire che quella citta' non faceva per lei, due orribili giorni passati in solitudine in un'orribile scuola, dove sembrava che nessuno pensasse ai sentimenti altrui. Ed era sempre la solita solfa: “Ascolti i Beatles? Oddio, ma quelli piacciono a mia nonna!” e alcuni un po' piu' comprensivi, ma non meno delicati: “Mia mamma me li faceva sentire quando ero piccola, ma a me non piacevano. Sai, preferisco altri generi...”
Carly, con la maglietta del Dark Side of the Moon – di due taglie piu' grande – addosso e i capelli raccolti in una coda di cavallo, in cammino in direzione della scuola, sapeva che l'attendeva il suo terzo giorno di scuola: un altro schifoso giorno che avrebbe preferito saltare, anche a costo di mentire a Josie, sua madre. Ma Josie non avrebbe capito, e tantomeno Sam, suo padre. Non avrebbero accettato alcuna sua ragione e l'avrebbero mandata lo stesso a scuola, andava sempre a finire cosi'.
Seccata, si sistemo' nervosamente il colletto della giacca – aperta – e affretto' il paso per unirsi ad un'altra massa di studenti che andavano per la sua stessa direzione. L'ingresso della scuola era quasi vicino, ormai era troppo tardi per scappare.
A malavoglia, fece per varcare la soglia, quando una stridula voce richiamo' la sua attenzione.
“TU!”
Carly sussulto' e si volto', spaventata. Un dito indice era puntato davanti al suo naso, immobile.
Un paio di studenti lanciavano occhiate verso di lei, sghignazzando, e se ne andavano disperdendosi in un fumo di chiacchiere e commenti inutili di cui Carly avrebbe volentieri fatto a meno. Ma la cosa piu' incredibile stava di fronte a lei, dove lei poteva vedere la persona piu' stravagante che avesse mai potuto incontrare nella sua vita.
Era una ragazza alta, con i capelli di media lunghezza tinti di blu, vestita con dei jeans larghi e strappati, un giaccone scuro con sotto una felpa verde dei Green Day. A completare il quadro stavano le converse gialle fluorescenti e una vistosa kefiah che le avvolgeva il collo.
Carly stette a guardarla per un paio di secondi, indecisa se chiederle qualcosa o attendere una sua parola, ma subito venne preceduta dalla sua vocetta, alta e molto semplice, quasi arrogante nel modo in cui infilava l'accento tronco in quasi ogni parola.
“Tu, come cavolo ti chiami.. Insomma, tu.” disse, “Sai cosa raffigura la tua t-shirt.. Vero?”
La ragazza la guardava con un'aria che doveva risultare minacciosa, ma che invece era quasi buffa.
Carly alzo' un sopracciglio. “... certo.” mormoro', a bassa voce, come per sottolineare l'ovvieta' della sua risposta.
“Beh, ovvio che sai cosa raffigura... Ma tu sai che e' la copertina di un album, vero?” fu la seguente domanda, seguita da quell'insistente “vero” di cui sembrava non poter fare a meno. I suoi occhi ora s'erano fatti quasi speranzosi per una risposta affermativa, ma il suo dito non s'ostinava ad abbassarsi.
“C-certo!... E' il prisma sulla copertina del Dark Side of the Moon, dei Pink Floyd...” balbetto' Carly.
L'espressivita' della ragazza era davvero sorprendente, provata da come i suoi occhi sembravano parlare al posto suo. I suoi occhi parevano colmi di un'inspiegabile gioia mista ad un certo sollievo, ma per completare il quadro mancava un piccolo elemento.
“Quindi.. Quindi ti piacciono i Pink Floyd!” esclamo', e la sua voce si fece ancor piu' alta. Quel che segui' fu una sottospecie di interrogatorio, solo ad una velocita' piu' avanzata del normale. “Ehi tu, quali dischi hai sentito? Quali sono i tuoi album preferiti? E le tue canzoni preferite? Ascolti altri gruppi? Quali gruppi ti piacciono? Tipregodimmiqualcosaqualsiasicosa!”
“Ecco, ehm...” Carly si schiari' la voce, appena le sembro' che fosse il caso di interromperla. “A me piacciono molto anche The Wall, The Piper at the Gates of Dawn, e anche Wish you were here... Non ho sentito t-tutto, ma mio padre mi ha fatto sentire qualcosa... E mi piacciono molto Money, Us and Them...”
Prima che potesse finire di rispondere, venne travolta da un abbraccione improvviso che le fece prendere un colpo; si ritrovo' stritolata in mezzo a due goffe braccia un po' troppo lunghe, con una risata colma di gioia che le riempiva le orecchie.
“ODDIO, ODDIO, ODDIO! NON CI POSSO CREDERE!” gridava la ragazza, stringendo ancora Carly tra le sue braccia. “Ascolti i Pink Floyd! Li ascolti per davvero! E non conosci solo Wish you were here! Ma io, ma io... Ma io sento di stimarti profondamente, sorellina!!”
Sorellina? Carly storse il naso, ma l'unica cosa che riusci' a dire fu un debole “Ehm... Grazie...”
“Oh, che sbadata che sono!” esclamo all'improvviso la ragazza, lasciando andare la sua nuova amichetta. “Mi sono dimenticata di presentarmi, ma quanto sono maleducata! Io mi chiamo Clementine, ho 18 anni e odio il mio nome! Cheers!” e concluse con un inchino alla Beatles che strappo' un sorriso dalle labbra di Carly. “Tu come ti chiami, invece, se posso avere l'onore di conoscre il tuo nome?” chiese subito Clementine, rialzando la testa.
“Io mi chiamo Carly, molto piacere!” le rispose Carly, stringendo la sua mano destra, gia' tesa verso di lei prima che potesse rendersene conto.
“Che bel nome che hai, Carly! Sei del primo anno, vero?” e mentre Clementine le rivolgeva queste domande, le due si erano gia' incamminate verso le aule. “Sai, non ti ho mai vista nei paraggi... Conosco tutta la scuola, io! E tutta la scuola mi conosce come la Super Fricchettona a-cui-sai-che-puoi-chiedere-aiuto, ma si sbagliano di brutto, perche' io non sono affatto una fricchettona! Il fricchettone semmai e' Eddie! Ma anche lui ha una buona reputazione, qua, e in questi giorni e' assente perche' e' impegnato a rollarsi le canne... Pfff, che si faccia tranquillamente tutte le canne che vuole! Io preferisco fare altro! Un momento, oddio, scusa, mi sono messa a parlare di fatti miei! Dai, ora lascio parlare a te... Presentati un po'! Mi farebbe piacere conoscerti!”
Carly rimase allibita di fronte a quell'incredibile capacita' di quella ragazza di parlare cosi'.. velocemente. Clementine intanto aspettava una parola dalla sua nuova amichetta, guardandola con degli occhioni che.. facevano paura.
“Ehm..” Carly non sapeva che dire, ma provo': “Mi piacciono i Beatles.” e sorrise.
E un altro abbraccione: Carly ci stava facendo l'abitudine, ormai.
“WAAA! Ti piacciono i Beatles?? Oddio, mia mamma me li faceva sentire quando ero piccolissima!! E ho un sacco di loro vinili originali, in casa!! E sono uno dei miei gruppi preferiti, cazzo, assieme ai Led Zeppelin, ai Cream.. Cazzo, cazzo, non posso crederci! Ho incontrato un'esponente di genere femminile che ascolta questa fottutissima musica! Ma io sono troppo, troppo felice!!” strillacchiava, solare. “Dopo, vieni a casa mia! Devo farti vedere un paio di cosine che sicuramente ti piaceranno moltissimo!” e le fece l'occhiolino.
In quel momento, suono' la campana. Entrambe ebbero un sussulto, specialmente Clementine, la quale inizio' ad agitarsi ancor piu' di prima (se cio' era possibile).
“Cavolo, il prof. mi uccide se arrivo di nuovo in ritardo! Gia' mi immagino la scenata che fara', quando mi vedra' arrivare..
Signorina Kaufmann, non e' possibile che sia la terza volta che arriva in ritardo in questi primi tre giorni di scuola, dovrebbe vergognarsi!” disse, imitando una voce grave e pomposa, e scoppio' a ridere.
“Un attimo, tu.. tu ti chiami Clementine Kaufmann, quindi?” fece Carly, sorridendo.
“In persona! E, per favore, chiamami solo Clem.. Clementine fa schifo, dai!” rispose lei, innervosita.
“Io trovo sia un nome davvero
carin..”
“NO! Non dire quella parola! Odio le persone che dicono
carino!” urlo' all'improvviso Clementine, facendo prendere l'ennesimo colpo alla sua povera interlocutrice. E' un tipetto abbastanza lunatico, penso' Carly. E, come volevasi dimostrare, Clementine torno' subito a sorridere e, prima di andarsene, disse: “Aspettami all'ingresso della scuola, dopo le lezioni! Ora vai, non voglio farti arrivare in ritardo!”
Con un altro occhiolino, l'eccentrico figurino dai capelli azzurri si allontano' dalla vista di Carly, che rimase a guardare verso la direzione per cui se n'era andata per un altro paio di minuti, per poi scuotere la testa e salire le scale che l'avrebbero portata alla sua classe.

 

 

 


See Emily Play
Pa-paaaaan! E Carly ritorna!! xDD
Bene, ora ci vogliono delle spiegazioni. Nel 2012, teoricamente, Carly dovrebbe trasferirsi a Londra. E nel frattempo, con il cambio di scuola, Carly si ritrova a studiare in una scuola a Manchester. E Manchester non l'ho scelta a caso, visto che e' la citta d'origine di un gruppo che amo molto, ossia i Joy Division. Forse Carly incontra di nuovo Paul, chi lo sa? ;D E nessuno ricorda Ed? O meglio, il nome “Eddie” ricorda qualcosa a qualcuno? Vediamo, dai. x3
Clementine, comunque, e' molto ispirata alla sua omonima protagonista di Eternal Sunshine of the Spotless Mind (“Se mi lasci ti cancello” in Italia), interpretata da
Kate Winslet! Ho sempre voluto inserire questo personaggio dentro ad una mia fic, quindi ne ho approffittato per inserirla qui. (Ho anche inserito un riferimento a quel film, ossia quando Clem si arrabbia per via del “carino”. xD) Sara' un personaggio importante per uno sviluppo di questa storia. Aspettatevi molte cose dopo questa sua entrata in scena, e anche una crossover! ;D Ora, qua vi metto una sua foto!

 Clementine.

Dai, ora la storia si sta DAVVERO movimentando. >_>
Ora rispondo alle recensioni. E ringrazio di cuore chi ha recensito. :D

Beth_: No, sei troppo gentile, davvero. Beh, spero ti sia piaciuto questo capitolo! ^^ Grazie mille. <3 E sappi che io stimo te per l'avatar. x3

Zazar90: Hehe, Layla. Mi diverto troppo a scrivere di lei! E anche a mettere il Pollo Macca nei guai, lol. *sorriso sadico* E Rob e' il cuginetto di Layla, ebbene si'. D: Ed ecco il capitolo diverso, spero ti sia piaciuto. xD Grazie mille. <3

Marty_youchy: Ooooh, Marty! *_* Sappi che questa tua recensione mi ha fatta morire. La mimica di Paul e' eccezionale, LOL. MENAGE A TROIS, HELL YEAH. <333 Perche' non ci avevo pensato? Avrei potuto inserirlo, uffa! >.< Ringo e Meg pero' non sono proprio fratelli di sangue, visto che fin dalla storia precedente si nota che Meg e' stata “adottata”. E magari, in questa storia succederanno piu' cose tra loro due.. ;) Grazie mille. <3

Ora vado, altrimenti non finisco piu'. xD
Bai. *-*

  
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