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Autore: Isotta    19/11/2010    10 recensioni
Una storia senza pretese. Visto che non so bene come riassumerla vi lascio un pezzetto della storia (che poi sarebbe il prologo)
Come aveva potuto il ragazzo più desiderato dell’università, arrivare a manomettere MSN a una ragazzina per leggere le sue conversazioni? Come aveva potuto quella ragazzina a legare a sé quel ragazzo con qualche spiegazione data a quella sfaticata di Rosalie?
Mistero totale.
E quando Alice, la sorella diciottenne, scoprì tutto presentò al fratello la sua migliore amica, Tanya.
La ragazza perfetta per lui. Carina, simpatica, intelligente, senza troppe pretese.
Peccato che Alice non aveva calcolato un piccolissimo, insignificante dettaglio: Tanya era la sorella di Bella.

Spero vi piaccia.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Bella aveva percepito subito il repentino cambio d’umore nella compagnia. E si chiedeva com’era possibile che Rosalie e Sheireen, che tanto giocavano a fare le saputelle sensitive, non se ne fossero accorte.

Non ci voleva la laurea per notare il comportamento insolito di Tanya: lei che di solito riservava tenerezze per l’intimità, ora le sventolava dalla Statua della Libertà; a quanto pareva sentiva l’impellente necessità di far capire a Edward quanto l’amasse.

Il bello era che, apparentemente, neanche Edward se ne era accorto.

E quel Riley le metteva addosso una strana inquietudine.

Fissava Edward con l’attenzione del nemico, seguiva con la sguardo Tanya come se fosse un cane bastonato che chiede almeno di essere bastonato ancora. Inoltre sembrava che cercasse di giudicare qualcosa.

Incrociò lo sguardo di Tanya e le rivolse un sguardo perplesso e interrogativo.

Tanya sospirò, scosse la testa e fece un sorriso teso e forzato, stupita dall’empatia della sorella.

*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*

Per le sorelle Swan il pic nic del Primo Maggio era qualcosa a cui erano legate intimamente.

Il loro nonno paterno, buonanima, sosteneva la necessità e l’obbligo di ricordare e onorare tutti i deceduti senza nome scomparsi per migliorare le proprie condizioni di vita, ma soprattutto per migliorare la vita dei propri figli.

Poteva piovere, poteva essere malato, poteva, come negli ultimi anni, avere il cancro che lo rodeva da dentro, poteva anche finire il mondo, ma bisognava festeggiare la ricorrenza con una gita campestre, secondo la tradizione degli antichi proletari.

“Noi da loro discendiamo. Io sono stato operaio, mio padre è stato operaio, mio nonno fu operaio. Sicuramente tutta la nostra famiglia è stata operaia e quindi dobbiamo ricordare le nostre radici”.

Quando il nonno se ne andò, lasciò un gran vuoto. E per qualche tempo Charlie non aveva più voluto saperne di gite del Primo Maggio.

Poi Tanya aveva ripreso la tradizione e ora malediceva in tutte le lingue del mondo questa sua decisione.

Cercava di continuo con lo sguardo Bella, era terrorizzata dall’idea che si perdesse.

Due braccia che conosceva bene le avvolsero la vita. “Non preoccuparti, non le succederà niente.”

Lei abbozzò un sorriso. “Lo so.”

“E allora perché sei così agitata?” Tanya si auto insultò. Edward l’aveva capita al volo, possibile che lei non riuscisse ad accontentarsi del ragazzo migliore del mondo? Perché i suoi ormoni impazziti la portavano altrove?

“Immagino che sia il suo istinto materno.” Rispose una vocetta acida, anch’essa molto conosciuta.

Tanya spostò lo sguardo su Riley, che pareva essere passato dalla fase ‘investigatore’, se così si poteva chiamare, alla fase ‘irritato a morte’.
La sua posa esprimeva tutto il suo disappunto e la sua rabbia, che Edward non poteva capire, ma che era ben chiara a lei.

Erano davvero i suoi ormoni il problema?

Sentì un ridacchiare delicato nell’orecchio. “Non ti facevo così materna.”

Lei si rilassò completamente e un sorriso contento le dipinse il volto. “Ma Bella è Bella.” Rispose con un sorriso luminoso.

Riley si rannuvolò.

Tanya chiuse gli occhi. “Andiamo a fare una passeggiata?”

“Va bene.” Edward la strinse forte per un attimo, poi si allontanò e le prese la mano sorridendo.

 

*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*

Stavano per tornare a casa quando Riley la prese in disparte e la portò lontana dal gruppo.

“Cosa c’è?” sbottò Tanya un poco irritata.

Gli occhi di Riley sembravano dei falò. “E’ tutta la giornata che non mi parli. E’ tutta la giornata che… che stai appiccicata a quello.” Le si avvicinò, determinato.

“Tu non lo ami, Tanya. Non lo ami. Si capisce.”

Tanya deglutì rumorosamente. “O forse sei tu che capisci solo quel che vuoi capire.” Disse con voce flebile.

“No, Tanya, no.” Poggiò la fronte sulla sua, il respiro grosso come se avesse partecipato a una corsa campestre.

“Guardami negli occhi e dimmi che lo ami. Dillo e cercherò di sparire.”

Tanya si allontanò per guardarlo in faccia. “Io lo amo.”

Riley sospirò come se tutta l’anima gli stesse uscendo dalla bocca.

“Sapevo che ne saresti stata capace.”

“Di fare cosa?”

“Di guardarmi in faccia e dirmi una bugia così sfacciata.”

Tanya sgranò gli occhi. “Ma cos…” non poté continuare perché una pressione violenta, animalesca la interruppe.

Rimase talmente sconvolta da non fare nulla per fermarlo. Certo, quando riprese possesso delle sue facoltà non lo scansò di certo, anzi: le mani si intrecciarono ai capelli di lui, le labbra collaborarono con quel muoversi frenetico, il corpo le si infiammò come non le accadeva da tanto, troppo tempo.

Poi sentì la voce di Edward che rideva, Rosalie che parlava, Bella che urlava divertita. E ritornò in sé.

Tremante, avvilita, guardò il viso trionfante di Riley. “Te l’avevo detto.”

Una sua mano andò a coprirle la bocca peccatrice, l’altra partì per un sonoro schiaffo che lasciò il ragazzo totalmente tramortito.

Riley rimase molto stupito davanti alle lacrime di Tanya che si girò e scappò via.

*-*-*-*-*-*-*-*-*-**-*-*

 

“E’ stata una bella giornata no?” le chiese Edward, totalmente abbandonato sul divano.

“Certamente.” Rispose Tanya con voce velata, sedendosi su una gamba sul divano con una tazza di cioccolata fumante tra le mani.

“Mi sei sembrata strana.” Osservò Edward con un velo di preoccupazione negli occhi.

Tanya fece spallucce sorseggiando il liquido scuro. “Anche adesso sei silenziosa, cosa insolita. Sicura di star bene?”

Per un attimo Tanya fu dibattuta fra dirgli la verità o mentirgli spudoratamente. Scelse una via di mezzo.

“Sono preoccupata per Bella.” Vero, era preoccupata, ma non per Bella.

Edward si fece subito così attento che Tanya si chiese se non ci fosse qualcos’altro sotto. “Come mai?”

Tanya sentì gli occhi pizzicarle. “Sta per finire la scuola…”

Edward scoppiò in una risata rilassata. “Hai paura per gli esami? Le andranno benissimo, tua sorella è un genio.” Disse dolcemente con gli occhi che scintillavano.

Lei sbuffò sonoramente. “No, stupido. Lei gli esami  li ha già fatti.”

“Come?”

“Rosalie non te l’ha detto?” gli scoccò un’occhiata sorpresa poi fece un gesto vago con la mano. “Gli esami li ha fatti l’anno scorso perché doveva partecipare ad un concorso per una borsa di studio.”

“E’ stata ammessa?”

“Ovviamente.” Rispose Tanya con orgoglio.

“E come mai con così largo anticipo?”

“E’ una borsa di studio molto speciale, che comprende vitto, alloggio in un collegio e le divise per cinque anni in uno dei migliori licei classici italiani privati e, se ne consegue una buona maturità, anche tre anni universitari.”

“Italiani? Quindi Bella tornerà in Italia?” chiese con gli occhi sgranati e uno strano timore nella voce.

“Sì.” Rispose Tanya mesta.

Prima che Edward potesse dire qualcosa, per quanto improbabile fosse una cosa del genere, si sentì un gran fracasso dal corridoio.

“Ma che sta succedendo?” chiese Tanya posando la tazza sul tavolinetto e ciabattando fino al corridoio buio.

Prima che riuscisse ad accendere la luce, due mani fredde e minute si posarono sui suoi occhi.

“Chi è?” chiese una voce allegra e famigliare.

“ALICE!” urlò Tanya girandosi.

Dopo un lungo e caloroso abbraccio, si ricomposero.

“Ma cosa ci fai qui? Non ti aspettavamo prima di Luglio!”

Alice sorrise e si passò la mano fra i capelli sbarazzini. “Volevo farvi una sorpresa.” Rispose sorridendo.

*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*

Tanya sapeva bene di non poter nascondere qualcosa ad Alice troppo a lungo: quella ragazza sembrava leggesse nel pensiero e ultimamente lei aveva le difese troppo abbassate.

Se si aggiungeva poi che Alice entrò in ottimi rapporti con Riley, non fu affatto una sorpresa per Tanya vederla, dopo un paio di settimane, arrivare a casa sua di gran carriera e con una luce assassina negli occhi.

Quando la vide bussare imperiosamente alla porta, Tanya sospirò, si strinse il naso fra pollice e indice e tirò aria dal naso così da otturarsi le orecchie e sentire i suoni smorzati.

Le sarebbe stato utile di lì a poco.

Inoltre, per evitare di dare spettacolo, si spostò velocemente in soffitta cosicché, o almeno sperava, da sotto non si sentisse troppo.

Sperò con tutte le  forze che le sue previsioni fossero errate e che Alice fosse incazzata nera per qualche altro motivo.

Ma, ovviamente, era sempre stata brava a predire il futuro.

La porta si spalancò con un rumore sinistro, ma apparve la figura di un’Alice incredibilmente calma. Tanya non lo reputò un segno positivo, la conosceva troppo bene.

La ragazza minuta chiuse con calma e per bene la porta e poi avanzò a larghe, ma lentissime falcate.

Si fermò davanti alla sua amica e la guardò attentamente negli occhi.

Si fissarono per un periodo interminabile. “Sto per tornare al college.” Iniziò Alice, lentamente, scandendo bene le parole.

Tanya rimase sconvolta al suo tono sostanzialmente gentile in contrasto con la posa che aveva imparato a conoscere con il tempo: rigida, fredda e calma per tenere sotto controllo una rabbia furiosa. Scelse saggiamente di rimanere zitta.

“Ho parlato con Riley, oggi.” Nessuna reazione. “Gli ho detto che stavo già organizzando il matrimonio tuo e di Eddy, ha reagito in modo strano e, quando gli ho detto che il matrimonio non rientrava nelle vostre aspettative future, mi è sembrato più sollevato”

Alice tacque per vedere se l’amica voleva aggiungere qualcosa, ma lei rimase immobile. “Ho fiutato qualcosa di strano e ho iniziato a fargli domande, ma lui non voleva rispondere. Alla fine ho capito tutto e ha svuotato il sacco.”

Silenzio ostinato.

“Tanya, io voglio bene ad Edward. Ma ne voglio anche a te.”

Tanya abbassò lo sguardo e Alice si inginocchiò per guardarla negli occhi, ma lei serrò le palpebre.

“Guardami, amica mia: non voglio farti pressioni, voglio solo andarmene con la certezza che ti guarderai dentro e non prenderai in giro nessuno. Farai male solo a te stessa e a Riley aggrappandoti a una relazione terminata, se lo è.”

Tanya alzò gli occhi inumiditi e Alice le prese le mani. “Non sei arrabbiata?”

Alice parve sorpresa. “Perché dovrei? Succede. E’ la vita.”

Tanya scoppiò a piangere. “Mi sento uno schifo.”

“Shhh, vieni qui.” Mormorò Alice, che adesso sembrava molto più grande di lei, stringendola in un confortante abbraccio.

Non disse nulla, la lasciò semplicemente sfogare.

“Va meglio?” chiese quando si separarono.

Tanya annuì tirando su con il naso e passandosi il dorso sugli occhi bagnati.

“E ricordati: minimizzare il proprio amore può solo far male, quindi non va mai fatto.”

Tanya si lasciò scappare un sorriso. “Non vale rubare le parole a Tiziano Ferro.”

Alice mise su un’espressione angelica. “Meglio Tiziano Ferro che Alessandro Alluminio, no?”

“Carta. Marco Carta.” Rispose Tanya ridendo.

“E’ lo stesso.” Fece in tono petulante Alice.

*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*

Alice sospirò contenta. Una cosa che aveva sempre adorato erano appunto le feste. Certo, quella non era certo una cosa in grande stile, ma una piccola riunione familiare era sempre piacevole.

Se poi si pensava che quella riunione fosse dedicata a lei si sentiva immensamente più importante delle varie principessine che andavano a gran serate di gala.

Era semplicemente una merenda con i suoi amici, Tanya, Edward, varie vecchie conoscenze e le piccoline Bella e Rosalie. Sheireen e Riley non erano voluti venire. Non avevano specificato il perché.

Lanciò una sguardo fugace a Tanya: sedeva pensierosa con Madalèin, ma non parlavano. Alice sorrise e sperò che stesse pensando a cosa provava davvero.

Lasciò navigare lo sguardo per la terrazza riempita di tavoli pieni di stuzzichini e si fermò nel vedere il groviglio riccioluto dei capelli di Rosalie.

E al suo sguardo attento si aprì una curiosa scena: Edward era seduto su una sedia a dondolo, Bella era sulle sue ginocchia e sorrideva tranquilla, Edward le carezzava distrattamente il braccio mentre ascoltava Rosalie ai loro piedi con vivo interesse.

Edward scoppiò a ridere e abbracciò meglio Bella quando Rosalie smise di parlare. Sembravano il ritratto della spensieratezza e della felicità.

Una camicia bianca le interruppe bruscamente la visuale e la cosa la irritò enormemente.

“Ciao.”

“Ciao.” Rispose scocciata a un biondino che, ne era sicura, non aveva mai visto prima.

“Scorbutica eh?” disse quello con un mezzo sorriso. Si avvicinò con fare disinvolto. Alice incarnò un sopraciglio in un chiaro segno minaccioso che lui parve, o fece sembrare, non notare. “Forse ti dispiace andartene.”

Alice fece un sorrisino e disse dolcemente “Non credo proprio, sai.”

“Era un modo per fare discussione.”

Alice sollevò le sopraciglia come per dire: "E pensi non l’avessi capito?"

Il biondino arrossì un poco e le fece inaspettatamente tenerezza, quindi addolcì di un poco il tono. “Anche tu vai all’università?”

“Sì. Studio legge.”

Alice stava per fare un commento educato, quando sentì sulla spalla un peso. “Ehi Jazz, per informazione è mia sorella.” Disse Edward minaccioso.

Il biondino alzò le mani in gesto di resa. “Ma io sono un ragazzo serio.” Argomentò con voce angelica e Alice si ritrovò a sorridere.

“Sì ed io sono Babbo Natale.” Ed Edward la trascinò via.

“Come mai mi hai portata via?” chiese Alice una volta che si furono allontanati. Il sole, che per quel giorno non si era nascosto, stava tramontando.

Edward le scoccò un’occhiataccia. “Di solito sembra che leggi nel pensiero: possibile che non te ne sia accorta? Jazz ci stava provando con te.”

“E allora?”

“E’ appena stato mollato dalla sua ragazza, sta cercando una distrazione.”

Alice si strinse nelle spalle. “Non me n’ero accorta.”

“E come mai?”

“Il mio occhio interiore era concentrato su un altro soggetto.”

“Chi?”

Alice gli lanciò uno sguardo malizioso e Edward sbiancò. “Io?”

“Certo che sì. Mi sei sembrato molto in sintonia con la piccola Swan.”

Edward trasalì. “Non è niente di che, non preoccuparti.”

Alice sospirò. “Quante cose sono cambiate.” Rimase in silenzio per un po’. “Con Tanya è finita, vero?”

Edward serrò le labbra e parve combattuto fra dire la verità o tacere, visto che non poteva mentirle. “Sì. Siamo sempre più distanti.”

“Edward, devi dirglielo.” Disse seria Alice.

“Cosa? Devo dire a Tanya che è finita?”

“No. Devi dire a Bella che la spiavi.”

“Che cosa?” disse con voce strozzata e allontanandosi di qualche passo.

“Non te ne sei reso conto? Siete una coppia perfetta: aveva ragione Evy. Certo, adesso è troppo presto, ma più in là sì. E devi dirglielo Edward, non più segreti.”

“Ma ti sei impazzita?! Tredici, Alice! Ha tredici anni!”

“Lo so.” Rispose calma. “Ma per avere una base solida su cui costruire in futuro non devono esserci segreti.”

Edward iniziò a scuotere la testa. “E le conseguenze?”

“Forse all'inizio rimarrà delusa, in fin dei conti ti considera il suo fratellone, ma col tempo capirà Edward. Bella è una ragazza intelligente e matura. Capirà."

“Fra un po’ partirà per l’Italia.”

“Meglio ancora.”

“No, Alice, no.” Edward la guardò deciso negli occhi. “Non lo farò.”

“Benissimo.” Rispose e Edward rimase stupito nel vederla così cedevole. Ovviamente non era così. “Glielo dirò io.”

“Alice, per favore.” Edward si era fatto supplichevole, ora.

Alice non rispose, si girò solamente. La decisione da prendere era soltanto una.

Trovò Bella che parlava con Rosalie e le sorrise.

“Bella, posso parlarti un secondo?”

Due occhi scuri la guardarono con una curiosità radiosa. “Certo.”

Alice sorrise e si sentì stranamente vicina a quella bimba.

Mentre incontrava lo sguardo furioso di Edward si disse che era in una banda di pazzi.

Ragazze che non volevano lasciare il proprio ragazzo per cui non provavano più niente, ragazzi che si innamoravano delle piccole sorelline della propria ragazza, bambine che proprio non ci pensavano.

‘Sembra l’arte degli scemi.’

 

 

Mmmmm. Mi merito le bacchettate sulle mani, lo so. In mia "difesa" posso dire che sto scrivendo questo capitolo, che dedico a Sharon (non mi ricordo come ti chiami su EFP), da più o meno una settimana. E anche che è abbastanza lungo (o no?)

E per questo ringrazio infinitamente Sharon, senza di lei non avrei scritto neanche 'a'. ^_^

Allora, credo che posso prendermi un po' di tempo per scocciarvi, giusto per darvi un'idea di cosa ho fatto per non postare in un tempo decente.

1) ho scoperto che la mia professoressa di matematica sta fuori U.U

Adesso vi racconto:

ha assegnato dei problemi di geometria sul teorema di pitagora applicato alla circonferenza e nessuno, NESSUNO, li ha fatti. Ora, tralasciando il fatto che in un ora ha corretto due problemi, voleva finirli di correggerli nel pomeriggio, nelle ore dedicate i compiti (14.30-16.30). Noi abbiamo protestato e lei per repicca (non so se si dice così) ce li ha riassegnati da capo.

E io già ho pensato, questa è scema, nessuno li ha fatti li riassegna?

Poi ieri mi ci metto d'impegno e li faccio quasi tutti, ne lascio solo uno. Oggi, tralasciando di nuovo il fatto che ci ha trattenuti per un quarto d'ora e ci ha fatto quasi perdere il bus) mi son fermata a parlarle. Lei mi guarda e mi dice, senza che c'entrava nulla nel discorso, "io lo so di chi mi posso fidare." O_O

Di più, mercoledì dobbiamo fare la verifica sul teorema.... in un'ora sola! Ha detto che ci riempie di domande orali (teoria) e di problemi. Un'ora! ç_ç Vabbe' io sono relativamente tranquilla.

2) sono in lutto. Il mio telefono è morto. ç_ç IL sedici settembre ha fatto un anno che l'avevo, l'ho messo a caricare e non faceva altro che illuminarsi. Lo tocco ed era bollente! Quando si è raffreddato ho trovato dentro la mia scheda wind liquefatta :'(

3) mancano trentasei giorni a Natale. Voi per Natale che vi fate regalare? Io mi faccio dare cinquanta denari e con trenta di quelli mi ci compro il SdA (Signore degli Anelli)... approposito, qualcuno di voi l'ha letto? Come le è sembrato?

4) il mio gatto si è fatto un trippone!!!!! XD :P

5) ieri e oggi ho avuto due compleanni: AUGURI GISELDA E NICOLE! Vi siete fatte vecchie! :P:P

Ora, bando alle ciance, vi comunico un'altra decisione. Al 95% dei casi questa è il PENULTIMO capitolo. Poi la storia è finita e Amen, ci rivediamo dopo.

Che credo che quel "dopo" consista nel sequel di questa storia, mica la posso lasciare così. U.U

Lo metto ai voti:

VOLETE IL SEGUITO O MI SPARATE SE LO FACCIO?????

AI VOOOOOOOOOOOOOTIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!

Vi do qualche anticipazione temporale u.u: Bella torna in America dall'Italia, ha più o meno venticinque anni ed è diventata avvocato. Però Edward si mette a fare il deficiente e lei non gli parla più. E poi altri bla bla bla vari.

Le vostre recensioni:

Selene Krystal: Alla fine però l'ho fatto :'((((((( Dai l'importante è che ho postato ^_^ Non preoccuparti, capisco la carenza di tempo ^_^.

Day_Dreamer: Grazie per il complimento :$ Purtroppo ho fatto aspettare tanto e ho fallito nel personaggio di Riley!

alexia__18: ROSALIE E BELLA PERSEMPRE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! XD. Mi sa che ti ho un po' delusa...

 

Ora un'ultima cosa, so che non vedete l'ora che me ne vada a quel paese,: non me ne vogliate se faccio di nuovo un ritardo del genere, io cerco di impegnarmi ma non so perché non ci riesco! Ora me ne vado, ciaociao.

   
 
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