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Autore: _YeongWonhi_    20/11/2010    3 recensioni
"La mia vita non è mai stata tranquilla,e non lo sarà mai. La scelta di ciò non è toccata a me,sono nata e cresciuta sapendo che il mio futuro è nelle mani di altre persone,che la mia vita dipende dalle scelte altrui. Ma in fondo è ciò che sono,non tanto ciò che faccio. Perché io sono una delinquente,o peggio,tutto dipende dall’incarico che mi viene affidato. Per ora ho il compito di uccidere,più precisamente di uccidere Bill Kaulitz."
Questa è la mia nuova fan fiction! Spero che la prefazione vi incuriosisca. Ci tengo a chiarire che non sono assolutamente contro Bill,ma ho avuto questa strana ispirazione...Spero apprezziate...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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 memy881: Amoreeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!! Menomale che sei anche quiiii,xD....Siccome è tardi mi tocca risponderti brevemente che devo andare a nanna =)...Allora: Suo padre è una testa di cacchio senza dubbio,il fratello Jared non dice niente perchè comunque anche lui ha paura per ora,comunque come vedrai in questo capitolo lui è molto contrario alle idee del padre...Comunque per lei è praticamente impossibilie scappare e ribellarsi,metterebbe ancora più a rischio la sua vita...Sono contenta che non mi devo preoccupare per quanto riguarda la somiglianza con altre fan fiction,davvero,avevo paura di copiare qualcuno! Ti voglio beneee,Kussen,Alice....
PS: alla fine ti ho risposto normalmente,xD

emobilla483: Ma ciaooo! ^^... Come potrei prendermela con qualcuno che mi avverte di una somiglianza con un altra fan fiction??! Non sarebbe motivabile,e non potrei mai! Tranquilla,la mia sarà diversa,però non tolgo il fatto che ci sarà un avvicinamento tra lei e qualcuno...Ma non specifico niente....xD....Comunque se più in là noti qualcosa di simile dimmelo pure se vuoi,per favore...così correggo!...Menomale che si vede che non voglio plagiare nessuno...Per quanto riguarda il titolo hai ragione tu,ho sbagliato io a scrivere,infatti ora l'ho corretto,grazie mille per avermelo fatto notare... Mi stai facendo notare un sacco di cose,wow... GRAZIEEE!! XDD....Mi sa che comincio a perdere colpi,ihihih.... Farò appena possibile un giro da te,ce l'ho già fatto in realtà,ma non avendo avuto molto tempo ho dato un'occhiata ai titoli e alle prefazioni...Comunque sono intenzionata a leggere un paio di coseee!... ;-)....Kussen,Alice...


BUONA LETTURA A TUTTIIIIII!! E GRAZIE PER SEGUIRE LA STORIAAA E PER AGGIUNGERLA TRA LE PREFERITE,SEGUITE E RICORDARE!!...KUSSEN,ALICE...

CAPITOLO 4:

 

Mentre ancora cerco di fare mente locale,incredula per ciò che mi è appena successo,la porta della stanza viene spalancata violentemente. Intimorita da chi possa essere sprofondo con il viso nel tappeto morbido,fingendo di essere svenuta.

-“Aisha!” sento sussurrare flebilmente il mio nome dall’unica voce che avrei voluto sentire ora,la voce di mio fratello. Faccio un sospiro di sollievo e alzo la testa cercandolo con lo sguardo.

-“Jared.” Dico accorgendomi solo ora che sto piangendo.

-“Cosa ti è successo?” domanda squadrandomi dal capo ai piedi.

-“Niente.” Mento.

-“Non sono cieco. Hai tutto il sangue sulla bocca,un occhio gonfio,e stai piangendo. È stato nostro padre?”

-“Si.” Affermo,tanto mentire non serve a niente con lui,verrebbe a scoprire la verità in ogni caso.

-“Brutto pezzo di…” si blocca istantaneamente,non è da lui offendere nostro padre,nonostante spesso e volentieri la voglia di farlo lo ha sfiorato fortemente.

-“Non ne vale la pena.” Sbotto.

-“Prima o poi gliela faremo pagare per tutto ciò che ci sta facendo passare.”

-“No,sarebbe peggio. Lo sai.”

-“Non posso vederti ridotta così,mi fa male.” Riesce a dire con gli occhi lucidi,mi ha sempre voluto bene,mi ha sempre protetta per quel che poteva,ma non è mai riuscito a dimostrarmelo verbalmente. In fondo quando uno viene addestrato ai crimini cosa ci si può aspettare?! Nemmeno io sono capace di esternare i miei sentimenti,forse neanche di provarli, a parte l’odio e la sofferenza. Quando una lacrima deborda dal suo occhio mi viene spontaneo asciugarla con la punta dell’indice.

-“Non piangere.” Dico supplicandolo. Lui in risposta tira su con il naso.

-“Perché ti ha ridotta così?” chiede poi.

-“Perché non sono riuscita a portare a termine la missione al primo tentativo,e mi sono fatta vedere,anche se ero irriconoscibile.”

-“Quale missione ti è stata affidata stavolta? Una rapina?”

-“No,Jared…qualcosa di molto peggio,qualcosa di più grande di quel che so gestire.”

-“Non dirmi che…” sembra aver già capito dove voglio arrivare.

-“Mi è stata affidata la missione di compiere un omicidio.”

-“Non può averti affidato una missione del genere,non l’ha mai affidata nemmeno a me perché riteneva fosse troppo pericoloso. Non riesco a crederci. E chi dovresti uccidere?” chiede preoccupato.

-“Un cantante famoso,Bill Kaulitz.” Rispondo.

-“Ne ho già sentito parlare. Ancor peggio se è famoso,è ancora più rischioso.”

-“Ce la farò,riuscirò ad ucciderlo.” Dico decisa.

-“Riuscirai a privare un ragazzo innocente della sua vita?”

-“Non puoi sapere se è innocente.”

-“Cosa pensi che abbia mai fatto? Lo sai che nostro padre e la sua stupida associazione sceglie le persone da fare fuori con criteri banali.”

-“Lo so,ma preferisco pensarla a modo mio,almeno mi è più facile.”

-“Ti sentiresti in colpa per il resto della tua vita.”

-“No! Non è vero! Io lo ucciderò,costi quel che costi,e non me ne pentirò!” sbraito. Jared,sorpreso dalla mia reazione,indietreggia di qualche passo da me.

-“Perché lo fai?” chiede triste.

-“Perché altrimenti morirei,e lo sai bene anche te.”

-“A volte credo che tu sia priva di sentimenti come nostro padre.”

-“Perché tu li hai i sentimenti?” replico irritata dalla sua constatazione.

-“Si,li ho,a differenza tua.”

-“Non lo puoi sapere cosa provo io!”urlo.

-“Hai ragione,non lo posso sapere,ma lo posso intuire. Il tuo mondo è creato sulla base dell’odio profondo e della sofferenza. Ma hai mai provato a voler bene a qualcuno,o addirittura ad amare una persona con tutta te stessa? Hai mai avuto la curiosità di scoprire qualcosa su nostra madre perché ne hai sentito l’assenza nella tua vita?”. Ha ragione lui,non ho mai voluto affezionarmi a nessuno,proprio perché lo avrei coinvolto nella mia vita,mettendolo perennemente a rischio.

-“No,non ci ho mai provato e nemmeno voglio farlo.” Insisto “Ma non nascondo il fatto che avrei voluto avere una figura materna al mio fianco. Te invece? Hai mai voluto bene a qualcuno?”

-“Si,Aisha,e gliene voglio ancora ora,ma è tutto inutile.” Sospira arrendendosi a ragionare con me,testarda come sono.

-“Posso sapere chi è la persona verso cui nutri dell’affetto?” anche se ne intuisco già la risposta mi piacerebbe sentirmelo dire,magari ricevendo sarei anche capace di dare.

-“A volte sei così ingenua. Sei tu sorellina mia,io ti voglio bene. Ma tu a quanto pare provi solo riconoscenza,rispetto e gratitudine nei miei confronti. Niente di più,e ciò mi rattrista molto.” Forse volere bene a una persona non è poi così tremendo e difficile,lentamente me ne renderò conto,ne sono sicura.

-“Ora sarà meglio se ti vai a dare una pulita.” Mi consiglia.

-“Hai ragione.” Dico cercando di rialzarmi da terra con qualche difficoltà. Una volta in piedi mi viene una strana voglia,incomprensibile,innaturale. Mi avvicino cautamente a mio fratello e lo stringo in un lungo abbraccio. È la mia prima dimostrazione di qualcosa. Anche se non mi è chiaro di cosa.

-“Grazie.” Sussurro grata.

-“Grazie a te.” Ribatte lui un po’ sbigottito dal mio gesto. Quando ci sciogliamo dall’abbraccio lo saluto con un cenno minimo del capo e me ne vado nella mia camera per sistemarmi. Devo ammettere che sono un po’ sotto shock,cosa che non è da me. Faccio una breve doccia e cerco di rimuovere con difficoltà ogni traccia di sangue,dico con difficoltà perché si è seccato tutto. I dolori ancora presenti allo stomaco sono a dir poco insopportabili,mentre la nausea mi è passata al momento. Sono decisamente in condizioni pietose. Mentre mi vesto qualcuno bussa alla porta della camera. Finisco di infilarmi la maglietta e vado ad aprire sempre timorosa. Mi rilasso subito quando noto che si tratta di una cameriera.

-“Ha detto suo padre di fare in fretta e di ripartire subito per la missione.”

-“D’accordo,sono già pronta.” Dico con una certa compassione verso quella povera donna che serve mio padre sin da quando ero bambina io,ovvero da vent’anni passati.

-“Si sente bene?” mi chiede poi in confidenza.

-“Non proprio,ma non importa. Grazie per l’interessamento.” Da quando in qua dico gli affari miei ad una cameriera?! Sto proprio degenerando. Ormai sgomenta raccatto lo stretto necessario e mi rimetto in marcia per proseguire la missione. In fondo quanto mai difficile potrà essere uccidere Bill Kaulitz? È vero,ho fallito una volta,ma non si ripeterà più. Stavolta architetterò meglio il piano e porrò fine alla sua vita.

 

   
 
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